LE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE
La sessualità rappresenta un aspetto arricchente e positivo per la persona, tuttavia è necessario
considerare ed affrontare alcuni problemi collegati ad essa. Uno di questi è rappresentato dalle
malattie sessualmente trasmesse, che sono quelle malattie che trovano nel rapporto sessuale la
preminente via di contagio. Allo stato attuale, ad eccezione dell’AIDS e delle epatiti croniche, tutte le
altre malattie a trasmissione sessuale risultano guaribili soprattutto se vengono riconosciute il più
presto possibile. Alcune malattie possono essere più evidenti nell’uomo (es. gonorrea); altre si
manifestano con maggiori sintomi nella donna (es. Clamydia, Candida, ecc.), anche se il contagio è
sempre reciproco. Per questo la terapia deve essere in tutti i casi rivolta ad entrambi i partners.
Se si pensa di avere contratto una malattia a trasmissione sessuale ci si può rivolgere ai Consultori
Familiari e agli Spazi Giovani, oppure al medico curante. Inoltre presso alcuni ospedali sono attivati
ambulatori che si occupano in particolare delle malattie a trasmissione sessuale.
SIFILIDE (agente infettivo: Treponema pallidum)
Se trascurata, l’infezione può attraversare tre stadi di progressiva gravità. Il primo sintomo è una
piccola ulcera o sifiloma, spesso indolore, che può comparire a livello dei genitali, della bocca o
dell'ano. Dopo alcune settimane il sifiloma scompare, ma se l'infezione non è stata curata si
sviluppano le fasi successive della malattia. Il trattamento viene effettuato con antibiotici.
GONORREA (BLENORAGGIA O SCOLO) (agente infettivo: Neisseria gonorrheae)
Malattia che può colpire gli apparati riproduttivi dell'uomo e della donna, la gola ed il retto. I sintomi
più comuni sono:
- Sensazione di bruciore quando si urina
- Sensazione di prurito nell'area infetta
- Fuoriuscita di pus dal pene
Questi disturbi sono più evidenti nell'uomo che nella donna. Si cura facilmente con antibiotici, in caso
contrario può causare nella donna e nell'uomo danni irreversibili al sistema riproduttivo.
CLAMIDIA (agente infettivo: Chlamydia Tracomatis)
Provoca sintomi simili a quelli della gonorrea, ma meno marcati. Se trascurata, può essere causa di
infezioni pelviche e sterilità. Può essere efficacemente curata con antibiotici.
CANDIDOSI E TRICHOMONIASI (agenti infettivi: Candida Albicans e Trichomonas)
Sono causate rispettivamente da un fungo e da un protozoo. Entrambe le infezioni sono caratterizzate
da secrezioni vaginali (dette leucorrea ),diverse da quelle fisiologiche, che provocano prurito ed
irritazione. Tali secrezioni sono dense e biancastre nel caso della Candida, giallo verdastre e più
schiumose nelle Trichomoniasi. Guariscono entrambe facilmente con un'adeguata terapia anche se
possono ripresentarsi con una certa frequenza. Raramente queste due malattie danno sintomi evidenti
nell'uomo, ma è consigliabile sottoporre anche il partner della donna colpita a terapia, per evitare una
reinfezione.
Occorre menzionare tra le malattie sessualmente trasmesse anche la PEDICULOSI DEL PUBE
(PIATTOLE) e la SCABBIA, causate da piccoli parassiti. Si possono trasmettere principalmente
mediante rapporti sessuali, anche se il contagio può avvenire comunque vivendo in ambienti con
condizioni igienico- sanitarie inadeguate o mediante scambio di biancheria o di indumenti infestati dai
parassiti o dalle uova. E' quindi importante, oltre ad eliminare tali parassiti e le loro uova con
l'opportuna terapia, disinfettare gli indumenti, asciugamani, lenzuola, biancheria, etc.
HERPES GENITALE (agente infettivo: Herpes simplex virus)
Caratteristica peculiare di questo virus è lo stato di latenza che condiziona la possibilità di ripresa
della malattia. L’infezione è caratterizzata da piccole lesioni vescicolo-ulcerative sugli organi genitali
o vicino ad essi che possono anche provocare una intensa sintomatologia dolorosa. Si trasmette
facilmente per contatto. Per ora non sono disponibili farmaci risolutivi, ma in grado solo di ridurre i
sintomi e diminuire le ricomparse successive dell'infezione.
CONDILOMI o CRESTE di GALLO (agente infettivo: Papilloma Virus)
Si tratta di una malattia trasmessa da un Papillolma virus (HPV), caratterizzata dalla proliferazione di
escrescenze di numero e dimensioni variabili o lesioni piatte meno visibili, localizzate nei genitali
(pene, vulva, vagina, collo dell'utero) o in zona anale. Nella donna la localizzazione sul collo
dell’utero può rappresentare fattore di rischio cancerogenetico. Il periodo di incubazione è molto
variabile, potendo andare da poche settimane a 6 e più mesi. Le lesioni si curano con asportazione
chirurgica o laser-terapia o tramite agenti chimici. Dopo la cura occorrono controlli ripetuti nel tempo
perché possono ripresentarsi. Devono essere sottoposti al controllo entrambi i partners.
COSA SI PUO' FARE PER PREVENIRE QUESTE MALATTIE:
1) Evitare una condotta sessuale promiscua limitando il numero dei partners e comunque utilizzando
sempre e correttamente il profilattico, inserendolo prima di ogni penetrazione. E' consigliabile
adottare altri metodi anticoncezionali solo quando si ha la sicurezza dello stato di salute proprio e del
partner.
2) Avere particolari attenzioni e precauzioni nell'uso di bagni pubblici e nell'utilizzo in comune di
biancheria o di effetti personali (asciugamani, salviette, sacchi a pelo etc. )
3) Consultare al più presto uno specialista nel caso si riscontrino ulcerazioni ai genitali, secrezioni
anormali dalla vagina o dal pene, dolori dell’urinare o durante i rapporti sessuali, bruciori o pruriti
ricorrenti, gonfiori delle ghiandole della zona inguinale.
4) Avere un buon livello di igiene intima e cura personale e degli ambienti di vita.
5) Comunicare al partner o alle persone con le quali si sono avuti rapporti sessuali l'eventuale scoperta
di essere affetti da una malattia sessualmente trasmessa, al fine di evitare una successiva diffusione del
contagio e la possibilità di essere ricontagiati dal proprio partner. E' bene tenere presente che una
diagnosi tempestiva ed una terapia precoce comportano nella maggior parte dei casi un'immediata e
completa guarigione.
Un particolare riguardo meritano le seguenti infezioni, Epatite e AIDS, in quanto non esistono
al momento terapie in grado di fornire una guarigione completa e contro le quali quindi esiste,
come unica strategia, la prevenzione
EPATITE VIRALE
Attualmente si riconosce l'esistenza di differenti virus responsabili delle varie forme di epatiti: A, B, C
e delta. Ad esclusione dell'epatite A, che si contrae solo attraverso l'assunzione di alimenti
contaminati, le altre forme di epatite, in particolare quella da virus B e C, possono essere trasmesse
oltre che con scambio di siringhe infette e di oggetti taglienti o che possano provocare lesioni cutanee,
durante il rapporto sessuale in quanto il virus è presente nel sangue, nello sperma, nelle secrezioni
vaginali e nella saliva. La malattia può non dare sintomi evidenti ma, se trascurata, può portare ad un
progressivo ed irreversibile danno epatico (epatite cronica). Attualmente è obbligatoria la
vaccinazione contro l'epatite B in età neonatale e scolare e per categorie a rischio. Come già detto i
sintomi dell'epatite non sono sempre evidenti, anzi, a volte possono mancare del tutto, anche se è
avvenuto il contagio, si parla di portatori sani (asintomatici) del virus, che sono molto più numerosi
degli ammalati e che comunque possono trasmettere l'infezione ai soggetti sani. Per impedire la
trasmissione del virus occorre quindi evitare che il sangue e gli altri liquidi biologici infetti vengano a
contatto diretto con il sangue, con lesioni cutanee o microlesioni delle mucose delle persone sane.
Attenzione ai tatuaggi e ai percing, attualmente molte epatiti C sono state causate da modalità non
corrette nel posizionamento di percing, attenzione anche a non scambiare siringhe, rasoi, forbici o altri
oggetti taglienti
AIDS
Questa malattia è in crescente diffusione a livello mondiale e sta portando in tutto il mondo gravi
problemi socio-sanitari. È necessario sottolineare che ormai non si parla più di categorie a rischio,
poiché tutte le persone possono essere soggette a contrarre l'infezione. Sono in aumento i casi di
contagio dovuti a rapporti eterosessuali non protetti e in Italia si registra un aumento del numero delle
donne sieropositive. L’infezione è causata dal virus HIV. Questo virus distrugge i linfociti T, che sono
quelli addetti alla difesa dell'organismo dall'invasione di agenti patogeni, rende quindi le persone
colpite completamente indifese dall'assalto di batteri, miceti e virus, portando a quadri patologici
anche mortali.
Il virus si trasmette principalmente attraverso:
1) il contatto diretto tra il sangue di una persona sieropositiva o malata di AIDS e il sangue di una
persona sana;
2) il contatto fra il liquido spermatico o le secrezioni vaginali di una persona infetta (sieropositiva o
malata di AIDS) e microlesioni della mucosa genitale e/o anale vaginali di una persona sana.
3) i rapporti orali non protetti (rischio 1%)
4) il passaggio del virus dalla madre sieropositiva al neonato per via placentare o al momento del
parto o durante l'allattamento.
5) scambio di siringhe, di oggetti taglienti o che provocano lesioni cutanee o perdita di continuità della
cute (percing, tatuaggi)
L'infezione può rimanere silente per molti anni e manifestarsi con sintomi generici simil influenzali e
collegati alla deficienza del sistema immunitario. L’infezione ha un decorso variabile, da un minimo
di pochi anni, a un tempo medio di 8-10 anni, a un tempo massimo superiore a quindici anni, in cui
l’infezione è asintomatica (senza sintomi) o con manifestazioni non specifiche, prima che si abbia la
completa manifestazione della malattia (AIDS cioè la sindrome da immunodeficienza acquisita) che
complicandosi porta alla morte
Le persone nel periodo asintomatico non hanno l’AIDS ma sono sieropositive e quindi in grado di
contagiare gli altri. Attualmente esistono cure solo per rallentare il decorso dell’infezione e migliorare
la qualità della vita durante la malattia e quindi la prevenzione è l'unica possibilità di difesa contro
l'AIDS.
Si consiglia a scopo preventivo di:
1) Evitare rapporti sessuali occasionali, si consiglia in ogni caso di utilizzare il preservativo in modo
continuativo e corretto.
2) Usare siringhe monouso, evitandone lo scambio e la riutilizzazione.
4) Evitare l'uso in comune di rasoi, spazzolini da denti, forbici per unghie ed oggetti che possono
procurare lesioni.
5) Attenzione se si fanno tatuaggi o percing all’utilizzo di kit monouso aperti davanti a voi.
È da tenere presente che il virus non si trasmette mediante la semplice convivenza con persone
sieropositive, pertanto emarginare e discriminare questi soggetti non solo è ingiustificato, ma
costituisce un’ulteriore sofferenza per chi vive una condizione già così drammatica.
L'INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
Come prima cosa una ragazza per sapere se è incinta deve fare l'esame delle urine o del sangue (test di
gravidanza). Se risulta che è incinta, sarà molto importante che rifletta e chiarisca i suoi sentimenti al
fine di compiere una scelta consapevole e non dettata dalla forte emozione del momento. Potrebbe
esserle d'aiuto confidarsi con una persona di sua fiducia, che la ascolti e la aiuti a decidere da sola,
senza influenzarla. Potrebbe essere un familiare, un'amica, il suo compagno, un operatore sanitario.
La maggior parte delle ragazze e dei ragazzi che si trova a vivere questo problema ha paura di dirlo ai
genitori. Spesso i genitori sono più disponibili e comprensivi di quanto i figli pensino, anche se la
prima reazione potrebbe esprimere la fatica ad accettare la situazione. In ogni caso anche se i genitori
o gli operatori possono aiutare a far chiarezza rispetto alla propria volontà, non possono attuare un
condizionamento, in quanto la decisione finale è del tutto personale.
In Italia l'interruzione volontaria di gravidanza è regolamentata dalla legge 194/78 "Norme per la
tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza".
Il primo articolo di questa legge garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile,
riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana fin dal suo inizio. Pertanto
l'interruzione volontaria della gravidanza non deve essere considerata un mezzo per il controllo delle
nascite. Al fine di prevenire la gravidanza questa stessa legge stabilisce il diritto dei minori all'utilizzo
dei contraccettivi. La legge 194/78 prevede che una ragazza incinta si possa rivolgere ad un medico di
fiducia o allo Spazio Giovani o al Consultorio Familiare. L'intervento per interrompere la gravidanza
deve essere eseguito entro 90 giorni dalla data dell'ultima mestruazione e può essere effettuato
quando, per la donna, la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un
serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione a: stato di salute, condizioni economiche,
sociali o familiari, circostanze in cui è avvenuto il concepimento, previsioni di anomalie e
malformazioni del concepito.
(- esiste un serio pericolo per la salute fisica della donna, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue
condizioni economiche o sociali o familiari;
- si prevedono anomalie o malformazioni del feto.)
Se la ragazza è minorenne, perché possa interrompere la gravidanza, è necessario un certificato
firmato dalla ragazza stessa come richiedente, dal medico e da entrambi i genitori. In mancanza
dell'autorizzazione dei genitori il certificato verrà presentato al Giudice Tutelare, accompagnato da
una relazione degli operatori dello Spazio Giovani o del Consultorio Familiare che illustri le fondate
motivazioni relative alla volontà di interrompere la gravidanza e di non coinvolgere i genitori. Il
Giudice Tutelare valuterà l'opportunità di autorizzare la scelta della minore e provvederà o meno alla
firma del certificato al posto dei genitori.