Capitolo 8 Soluzioni 2. Applicando il teorema dell’energia cinetica separando le forze conservative da quelle esterne: 2 2 Lest U K (U B U A ) ( 1 m vB 1 m vA ) 2 Lest 2 (19.0 21.0) 1 0.0120 20.02 J 0.4 J 2 4. Essendo il sistema delle due cariche isolato, si conserva a sua energia, quindi: 1 1 K U 1 m | v2 | 2 1 m | v1 | 2 kQq 0 2 2 r r 2 1 1 1 m | v1 | 2 r2 r1 2kQq 1 2.30 103 12.02 1 1 m 0.850 m 8.00 2 8.99 109 6.20 106 4.10 106 r2 1 m 1.18 m 0.850 5. Essendo il sistema delle due cariche isolato, si conserva a sua energia, quindi: 1 1 K U 1 me | v2 | 2 1 me | v1 | 2 ke(e ) 0 2 2 r2 r1 m 9.11 1031 (2.20 106 )2 1 1 1 1 e | v1 | 2 m r2 r1 2ke 2 0.529 1010 2 8.99 109 (1.60 1019 )2 1 0.958 1010 m1 0.932 1010 m1 0.529 r2 1 0.932 1010 m 1.07 1010 m 6. Essendo il sistema delle due cariche isolato, si conserva a sua energia. Indichiamo con (1) l’istante in cui i due elettroni sono infinitamente lontani e con (2) quello di massima vicinanza, in cui, vista la simmetria della situazione, la velocità si annulla, invertendosi per entrambi 1 1 K U 2 12 me | v2 | 2 2 12 me | v1 | 2 k (e)(e) 0 r r1 2 1 v1 r1 e e r2 e e r2 8.99 109 (1.60 1019 )2 ke 2 m 0.632 1010 m 2 31 6 2 me | v1 | 9.11 10 (2.00 10 ) 7. Lest LCoul K 0 1 1 Lest LCoul (U ) U kqAqB r2 r1 1 1 J 3.69 103 J 8.99 109 44.0 106 28.0 106 0.200 0.600 k (13e )(2e ) 8. |F | 15.0 104 N d2 d 26e 2k |F | 26 (1.60 1019 )2 8.99 109 m 2.00 1014 m 15.0 Applchiamola conservazione dell’energia. Indichiamo con (1) l’istante in cui sono infinitamente lontani e con (2) quello di massima vicinanza, in cui la velocità della particella si annulla per poi invertirsi: 1 1 K U 12 me | v2 | 2 12 me | v1 | 2 k (13e )(2e) 0 r r1 2 Ponendo v2 v, r2 d : 1 m v2 2 e q3 d q1 26e 2k v d 52e 2k dme 52 (1.6 1019 )2 8.99 109 14 2.00 10 27 6.68 10 m/s 9.46 106 m/s 10. Dobbiamo prendere tutte le possibili coppie di particelle e sommare le loro energie: U U 12 U 13 U 14 U 23 U 24 U 34 k q4 q1q2 r12 k q1q 3 r13 k q1q 4 r14 k q2q 3 r23 k q2q 4 r24 k q 3q 4 r34 q 2 Le distanze sono tutte pari allo spigolo del tetraedro: r12 r13 r14 r23 r24 r34 d Sostituendo: k U q1q2 q1q 3 q1q 4 q2q 3 q2q 4 q 3q 4 d 8.99 109 6.00 9.00 6.00 6.00 4.00 6.00 1012 J 2.25 102 J 2.00 11. Dobbiamo prendere tutte le possibili coppie di particelle e sommare le loro energie. Il cubo ha 12 spigoli, 6 facce con 2 diagonali lunghe s 2 , e 4 diagonali per il centro del cubo lunghe s 3 . Ci sono quindi 12 coppie distanti s , 12 coppie distanti s 2 e 4 coppie distanti s 3 : kq 2 kq 2 kq 2 4kq 2 3 12 4 s s s 2 s 3 4kq 2 3 1 3 s U 2 3 4 8.99 109 (3.34 106 )2 3 3 4.00 2 U 12 s 3 2 1 3 1 m 0.572 m 3 2 12. Dobbiamo prendere tutte le possibili coppie di particelle e sommare le loro energie: U U 12 U 13 U 14 U 23 U 24 U 34 k q1q2 r12 k q1q 3 r13 q1q 4 k r14 k q2q 3 r23 k q2q 4 r24 k q 3q 4 r13 r24 2 q3 r34 Le distanze sono pari al lato, o alla diagonale del quadrato, come segue: r12 r14 r23 r34 q4 2 q1 q2 Poniamo q1 q2 q 3 q e q 4 Q : q 2 q2 qQ q 2 qQ qQ kq 2 1 kqQ 1 2 2 U k 0 2 2 2 2 k qQ k q 2 1 2 2 2 1 0 Q q 2 13. Le cariche sono ferme all’inizio e alla fine quindi: Lest LCoul K 0 Lest LCoul (U ) U U U U Con rferimento alla figura , l’esagono regolare ha 6 lati lunghi a , 6 diagonali minori lunghe c , e 3 diagonali maggiori lunghe b . Ad ognuno di questi 15 segmenti corrisponde un contributo all’energia potenziale del sistema, giacché negli estremi di ogni segmento si trova una coppia differente di cariche: 2 2 1 q2 q2 q2 U 6k 6k 3k 3kq 2 a c b a c b a c c b Si ha in un esagono regolare: b 2a e c b 2 a 2 4a 2 a 2 a 3 Sostituendo: 2 2 1 3kq 2 2 1 3kq 2 5 2 2 U 3kq 2 a a 2 a a 3 2a 3 2 3 3kq 2 5 2 3 8.99 109 (3.00 106 )2 5 2 a m 0.444 m 44.4cm U 2 2.00 2 3 3 14. Le cariche sono ferme all’inizio e alla fine quindi: Lest LCoul K 0 q Lest LCoul (U ) U U U U Ci ovvorre quindi il valore di U . Col metodo della carica immagine (vedi capitolo 7) tutto va come se in posizione simmetrica rispetto al piano, dalla parte opposta, vi fosse una carica uguale e contraria q 6.00 μC . L’energia potenziale del sistema d formato dalla coppia di cariche uguali a distanza 2d : kq(q ) kq 2 2d 2d Però nel sistema reale il campo elettrico è solo sulla carica q (e non sulla q ) quindi l’energia potenziale del sistema è metà di questo valore: d U imm 1 kq 2 U U imm 2 4d Lest U kq 2 8.99 109 (8.00 106 )2 J 36.0 J 4d 4 4.00 102 3 q 15. Dividendo l’anello in tanti trattini lunghi x , su ciascuno di essi si troverà la carica x e contribuisce ll’energia potenziale del sistema di una quantità: xq k R sommando tutti questi contribti si ottiene l’energia del sistema: xq U k R Portando fuori dal simbolo di sommatoria i termini costanti, e osservando che x 2R si ha: k q kq U x 2R 2k q R R 6.28 8.99 109 (5.00 106 100)(8.00 106 )J 226 J Q Q Q Q A 17. La distanza di ciasuna carica dal centro del quadrato è metà della diagonale, quindi: q q 3.00 109 3 V 4k 4k 4 8.99 109 V 1.53 10 V r 0.100 0.707 2 /2 18. Se indichiamo le distanze delle cariche dal punto A con: r1 1 2 e r2 ( 1 )2 ( 3 )2 2 2 2 1 4 10 Risulta che il potenziale nel punto A vale: 1 2 1 4 4kQ 2 1 VA 2kQ 2kQ r1 r2 2 10 2 5 4 8.99 109 6.50 109 2 1 V 522V 0.600 2 5 19. Dalla geometria elementare sappiamo che la distanza dei vertici dal centro del triangolo equilatero è pari a due terzi della lunghezza della mediana sin 60 : r 2 sin 60 9.24 m 3 Risulta che il potenziale nel centro vale: q q q k VA k 1 k 2 k 3 (q1 q2 q 3 ) r r r r q2 r q1 q3 200V 8.99 109 (3.00 4.00 7.50) 106 V 486V 9.24 20. Ognuno dei triangoli isosceli che lo compongono ha un angolo nel vertice che sta nel centro del pentagono pari a 360/ 5 72 e quindi angolo alla base (180 72)/2 54 . Indicando con r il raggio del pentagono risulta: r sin 54 1 r /2 sin 54 2 q5 q4 Il potenziale nel centro del pentagono si scrive: q q q q q k V k 1 2 3 4 5 q1 q2 q 3 q 4 q 5 200V r r r r r r 2k cos 54 q1 q2 q3 q4 q5 200V 2 8.99 109 cos 54 3.00 2.00 5.00 4.00 7.00 109 m 0.476 m 200 4 21. Dalla conservazione dell’energia: K U 0 K U U A U B 1 m | vB |2 1 m | vA |2 qVA qVB 2 2 2q 2 300 109 | vA | | vB |2 (VA VB ) 0.4002 (800 100) m/s 0.300 m/s m 6.00 103 22. Calcoliamo il valore del potenziale elttrostatico nelle due posizioni A e D: (0.800 109 ) (0.800 109 ) q q 7.19 V VA k A B 8.99 109 AB AC 2.00 2.00 (0.800 109 ) (0.800 109 ) q q 21.0 V VD k A B 8.99 109 BD CD 2.00 sin 20 2.00 sin 20 Dalla conservazione dell’energia: K U 0 K U K D K A U A U D e(VA VD ) 1 m | vD |2 1 m | vA |2 e(VA VD ) 2 2 B D A C 2e | vD | | vA |2 (V VD ) me A (4.00 106 )2 2 (1.60 1019 ) 31 9.11 10 (7.19 21.0) m/s 3.34 106 m/s q AB 23. LAB |F | | s | cos q |E | AB cos 0 20 4.00 106 6.00 106 2.50 102 J 1.36 102 J 2 8.85 1012 Calcoliamo la differenza di potenziale: LAB U A U B qVA qVB LAB B A 1.36 102 V 0.340 104 V 3400 V 4.00 106 Dalla conservazione dell’energia: VA VB q K U 0 K U 1 m | vB |2 21 m | vA |2 q(VA VB ) 2 2q | vB | (V VB ) m A 2 4.00 106 15.0 103 KB K A U A U B q (VA VB ) 3400 m/s 1.35 m/s Q B 24. Scriviamo il valore del potenziale elttrostatico in A e in C: Q Q VA 4k VC 4k AB 2/2 Dalla conservazione dell’energia: K U 0 K U KC K A U A UC q (VA VC ) 1 m | vC |2 12 m | vA |2 q(VA VC ) 2 1 m 2 2 Q Q 1 | vA |2 q(VC VA ) q 4k 4k 4kqQ 2 AB 2 / 2 AB 5 Q C A q Q Q Q 1 m 2 | vA |2 2 1 4kq 2 AB 1 4.50 103 2 6 9 4 8.99 10 3.50 10 1.402 2 1 1.50 2 3.00 C 57.5 nC 26. Trasformiamo in joule l’energia: U (1.20 103 eV) (1.60 1019 J) 1.92 1016 J La velocità dei protoni può essere calcolata dalla conservazione dell’energia: 1 K U 0 ( me v 2 0) (U 0) 0 2 U 1 m v2 2 P v 2U mP 2 1.92 1016 27 1.67 10 m/s 4.80 105 m/s La forza che i protoni esercitano sulla lastra è uguale e contraria a quella che la lastra esercita sui protoni, che è pari alla loro variazione di quantità di moto al secondo: p F n p1 t dove p1 mP v è la quantità di moto che ogni protone cede, nell’urto, alla lastra. Calcoliamo il modulo della forza: | F | n | p1 | nmP v (5.00 109 1.67 1027 4.80 105 ) N 4.01 1012 N 3V 29. Quando q si porta da A in B il campo mediamente contrasta lo spostamento dato che procede verso potenziali maggiori. Risulta: 6V A 9V LAB q V q(VA VB ) 2.30 106 C (6 V 9 V) 7 106 J B 9V C D Il lavoro che le forze del campo svolgono per uno spostamento fra due punti sulla stessa superficie equipotenziale come il passaggio da A in C, è sempre nullo, indipendentemente dal transito intermedio per D: LAC q(VA VC ) 0 J Fra la superficie equipotenziale in A e quella più esterna vi è una differenza di potenziale di 3 V separazione di circa 4 mm per cui risulta: V 3V E 8 102 V/m s 4 10-3 m B A H 30. L’altezza del triangolo misura: E 2 C 2 BH AB AH 50.02 30.02 cm 40.0 cm Per andare da B ad H ci si deve spostare parallelamente alle linee di campo quindi, tenendo conto che VH VA la differenza di potenziale vale: VB VH V |E | s | E | BH VB VA 300 V 100 V 200 V 200 V 200 V |E | 500 V/m 0.400 m BH Dalla formula per il campo del doppio strato: 500 V/m 500 8.85 1012 C/m2 4.43 nC/m2 0 Essendo poi: ˆ BH 40.0 4 cos ABH 50.0 5 AB ˆ 500 4 400 V/m EAB |E | cos ABH 5 q 8V 5V 31. Detti r1 ed r2 i raggi delle sfere risulta: 6 V k r r1 q q k kq 2 r1 r2 r1r2 V q q 8 V 5V k k 0.5 V/cm 2 r2 r1 r1r2 6.00 cm rG 32. Stimiamo il campo elettrico lungo una circonferenza di raggio intermedio fre le due assegnate, che some sappiamo per il filo infinito ha direzione radiale: V 90V 30V E 20 V/cm 2000 V/m r2 r1 13.0 cm 10.0 cm r1 90 V Uguagliando questo risultato al valore del campo generato da un filo rettilineo infi- 30 V nito a distanza r 12 (r1 r2 ) si ha: E 20r 2 0 20rE 1 (r1 r2 )E [3.14 8.85 1012(0.130 0.100) 2000] C/m 12.8 nC/m 2 33. Le linee del campo elettrico devono essere sempre perpendicolari alle superfici equipotenziali. Le linee sono tutte separate da una stessa differenza di potenziale di 4V. Il campo è più intenso nella regione in basso, dove le superfici equipotenziali sono più ravvicinate. Giacché le forze del campo elettrico sono le sole ad agire, per la carica q dalla conservazione dell’energia risulta: K U 0 K U KB K A U A U B q (VA VB ) K 48 106 q C 4.0 μC VA VB 22 10 35. Quando si ha un insieme di conduttori con estensione finita, una linea di campo non può giungere dall’infinito, dove si ha V 0 , su di un conduttore, e poi ripartire da esso verso l’infinito. Infatti, dovendo procedere sempre verso potenziali decrescenti si cadrebbe in contraddizione, perché il potenziale del conduttore è costante ed il suo valore non può essere contemporaneamente minore di quello all’infinito (cioè negativo) e maggiore di quello all’infinito, cioè positivo. Le linee di forza vanno solo da un conduttore ad un altro conduttore a potenziale inferiore, oppure da un conduttore verso infinito o viceversa. la situazione proposta è dunque impossibile. 37. Durante il contatto le due sfere costituiscono un unico conduttore, quindi i loro potenziali devono essere uguali: indicheremo con V questo valore comune. La carica complessiva di 100 nC si ripartirà in due frazioni q1 e q2 direttamente proporzionali ai raggi delle sfere, infatti: q q q r V k 1 k 2 1 1 r1 r2 q2 r2 Per la conservazione della carica abbiamo q1 q2 q 100 nC , da cui: q q2 r1 q2 r2 q2 r2 r2 (q q2 ) r1q2 q2 r2 r1 r2 q 20.0 102 q 100 nC 40.0 nC 30.0 102 20.0 102 r1 r2 r2 q1 q q2 100 nC 40.0 nC 60.0 nC 7 18 V 14 V 22 V A B 10 V La variazione di potenziale subita da ciascuna sfera può essere calcolata con la formula: 60.0 50.0 9 q q q /2 q /2 V1 V V1 k 1 k k 1 8.99 109 10 V 300 V r1 r1 r1 0.300 V2 V V2 k q2 r2 k 40.0 50.0 9 q q /2 q /2 10 V 450 V k 2 8.99 109 0.200 r2 r1 38. Durante il contatto le due sfere costituiscono un unico conduttore, quindi i loro potenziali devono essere uguali: indicheremo con V questo valore comune. Chiediamo che la carica complessiva q si ripartisca in due frazioni 2q / 3 e q /3 : Vk (2/3)q (1/3)q k R r (2/3)q R R r (1/3)q r 2 La variazione di potenziale subita dalla sfera può essere calcolata con la formula: (2/3)q (1/3)q q V V V k k k (1/3)V R R R 39. Dalla conservazione dell’energia: Lest Lelett K Lest K Lelett (U ) U Lest (qVfin qVin ) kq Q 5.60 109 120 109 8.99 109 J 4.32 105 J R 0.140 Lelett Lest 4.32 105 J 40. Dalla conservazione dell’energia: Lest Lelett K Lest K Lelett (U ) U Lest (qVfin qVin ) k (e) 1 1 Q Q k(e) keQ R d d R 1 1 J 3.19 1013 J 8.99 109 1.60 1019 130 106 0.500 6.00 Lelett Lest 3.19 1013 J 41. V k M me Q R Q RV 0.200 (3000) C 66.74 109 C k 8.99 109 Q (66.74 109 ) 9.11 1031 kg 3.80 1019 kg 19 (e) (1.60 10 ) 42. Calcoliamo il raggio della goccia grande uguagliando il volume a quello delle quattro gocce piccole: 4 4 4 r 3 R 3 R r 3 4 3 3 Troviamo il potenziale osservado che la goccia grande contiene una carica Q 4q : V k 4 (0.400 109 ) Q 4q =k 8.99 109 V 15.1 103 V 15.1 kV R r3 4 0.600 103 3 4 Q RV 0.160 2000 Q C 66.74 109 C 9 R k 8.99 10 Dal teorema di Coulomb: 44. V k 8 Q Q RV 1 |E | 2 0 A0 k 4R 0 4R 20 V V 5000 V/m 2.00 104 V/m 20.0 kV/m k 40R R 0.250 Q A 4R 2 =k =k =4 Rk R R R V 900 R m 0.177 m 17.7 cm 4k 4 3.14 8.99 109 45.0 109 45. V k 46. Dal teorema di Coulomb ricaviamo la densità di carica massima: |E max | max max 0 |E max | Q 4R20 |E max | 0 Q 4 R 20 |E max | (4 3.14 0.5002 8.85 1012 3.00 106 ) C 83.4 μC 4R 20 |E max | Q V k =k =k 40R |E max | R |E max | R R V =R |E max | (0.500 3.00 106 )V 1.50 10 6 V 50. Indicheremo con il pedice 0 le grandezze dopo la rimozione della lastra. Risulta: V 24.0 |E | V/m 3.00 103 V/m 3 d 8.00 10 La carica sulle armature, essendo il condensatore isolato, non viene alterata dalla rimozione della lastra di teflon. Pertanto nemmeno la densità superficiale di carica risulta alterata dalla rimozione, e il suo valore prima e dopo è: A Q C V 0 r V 0 r V A A dA d 8.85 1012 2.1 24.0 C 55.755 109 C/m2 56 nC/m2 8.00 103 Calcoliamo la capacità prima e dopo che la lastra è stata rimossa, che come sappiamo dipende solo dalla geometria e dal dielettrico: C 0 r A d 0A 8.85 1012 2.1 140 104 8.00 103 F 325 1013 F 32.5 pF 8.85 1012 140 104 F 155 1013 F 15.5 pF d 8.00 103 Per la nuova differenza di potenziale risulta: Q A 56 109 140 104 V0 0 V 51 V C0 C0 15.5 1012 e per il nuovo campo elettrico: V0 51 |E 0 | V/m 6.4 103 V/m d 8.00 103 C0 51. Calcoliamo la distanza fra le due armature dalla formula che lega campo e differenza di potenziale: V V 132 d m 0.0110 m 1.10 cm |E | 1.20 104 dalla distanza si ricava l’area passando per la formula della capacità, e quindi il raggio R : 9 A R 2 dC 1.10 102 4.50 1012 2 m 5.59 103 m 2 12 0 8.85 10 5.59 103 m 0.0422 m 4.22 cm 3.14 La massima carica è quella che produce il campo elettrico dato: R q C (V V ) (4.50 1012 132) C 0.594 nC 52. Risulta: Q C V r A B C D d V Qd (27.2 109 C) (0.450 103 m) 2.1 0AV (8.85 1012 30 104 220)Cm 53. Risulta: Q C V V 0r A 0A d V 8.85 1012 130 104 4.50 2.80 103 C 0.185 109 C 0.185 nC 54. Le due lastre sono perpendicolari alle linee di campo quindi esse vengono disposte lungo superfici equipotenziali. Giacché tutto un conduttore è sempre equipotenziale, esse si portano al valore che il potenziale assume rispettivamente a distanza d /3 da A e a distanza (2/ 3)d da A. Dalla relazione V |E | s che vale muoven dosi lungo le linee di campo, osservando che |E | (VD VA )/d , abbiamo: V V d 45.0 A VBA |E | sBA D V 15.0V d 3 3 V V 2 2 A VCA |E | sCA D d 45.0V 30.0V 3 d 3 ed essendo VA 0 V abbiamo VB 15.0V , VC 30.0V Il campo elettrico non viene alterato dalla presenza delle lastre B e C, perché disponendosi lungo superfici equipotenziali non alterano le linee di campo. Quindi, sia prima che dopo l’inserimento, in tutte e tre le regioni creatisi, abbiamo: V VA 45.0 |E | D V/m 900 V/m d 50.0 103 La carica su B e C è nulla, perché subiscono solo il fenomeno dell’induzione e quindi si addensano solo cariche uguali e di segno opposto sulle loro facce. 55. Nel momento in cui sono collegate, B e C divengono un unico conduttore, quindi tutto allo stesso potenziale. Pertanto il campo elettrico nella regione fra B e C è nullo. Tutto va come se al condensatore originario fosse stata sottratta una fetta centrale BC e lo spazio fra le armature ridotto a (2/ 3)d , ed in mezzo posta una lastra conduttrice unica. Il nuovo campo elettrico, in entambe le regioni vale: V VA 45.0 |E | D V/m 1350 V/m (2 / 3)d (2 / 3) 50.0 103 Quindi: V V d 45.0 A VBA |E | sBA D V 22.5V VCA 2d / 3 3 2 Su D abbiamo una carica positiva: 10 0A Q C VAD (2 / 3)d VAD 8.85 1012 160 104 45.0 (2 / 3) 50.0 103 C 0.191 nC Quindi su C la stessa carica sarà negativa, per il fenomeno dell’induzione completa nei condensatori, e positiva su B. Rimuovendo il filo non succede nulla, i due conduttori rimangono allo stesso potenziale e il campo all’interno zero. 56. La carica sulle armature alla distanza iniziale vale: 0 A 8.85 1012 210 104 48.0 C 12744 1013 C 1.27 nC 7.00 103 Dopo l’allontanamento con la batteria collegata, la capacità cambia ma la differenza di potenziale è mantenuta uguale dalla batteria: Q C V d V 0A 8.85 1012 210 104 48.0C 6120 1013 C 0.612nC 2 7.00 103 Dopo l’allontanamento con la batteria scollegata, il condensatore è isolato e la carica sulle armature si conserva. La capacità cambia, e nuova differenza di potenziale vale: Q1 C1V V2 V 2d Q 2d 1.27 109 2 7.00 103 Q V 0.00957 1093124 V 96 V C1 0A 8.85 1012 210 104 57. Gli elettroni entrano nella regione fra le armature con una velocità solo orizzontale che può essere calcolata dalla conservazione dell’energia: 1 K U 0 ( me vx2 0) (eV1 0) 0 2 1 eV1 me vx2 2 2eV1 vx me Considerato che la velocità orizzontale non cambia dentro al condensatore, gli elettroni rimangono fra le armature per un tempo: t vx Mentre sono fra le armature, sulle particelle agisce una forza verticale diretta in alto, che produce un’accelerazione: eV2 eV2 Fy eEy ay d med Quando escono da tale regione gli elettroni hanno allora una deflessione verticale: 2 1 1 eV2 1 eV2 2 me y y 0 v 0y ay t 2 2 2 med vx 2 med 2eV1 E una velocità verticale: eV2 vy v0y ay t med vx Il triangolo che ha per cateri le componenti della velocità orizzontale e verticale è simile al triangolo che ha per cateti L e h-y. A distanza L dalla fine del condensatore la deflessione è diventata pertanto: vy h y L vx h y L y L vy vx y L V2 2V1d eV2 1 eV2 eV2 me y L y L 2 med vx vx med 2eV1 m dv e 2 V2 4d V1 L V2 2V1d x V2 2L V1 4d 11 V2 h e V1 L Quindi: 4dh V2 V1 2L 2500 4 6.00 103 0.0625 0.0200 0.0200 0.480 V 375 V Verifichiamo che gli elettroni non colpiscono le armature: y 2 V2 (2.00 102 )2 375 0.00250 m 2.50 mm 4 6.00 103 2500 ed essendo y d /2 il condensatore non viene colpito. 4d V1 58. Il fulmine scocca quando viene superata la rigidità dielettrica dell’aria, cioè: E max 3.00 106 V/m 3km Nel condensatore piano risulta: Vmax E max d (3.00 106 )(3.0 103 ) V 9.0 109 V da cui si ha la carica, ponendo A 0.50 km 2 0.50 106 m 2 8.85 1012 0.50 106 A Q C Vmax 0 Vmax 9.0 109 C 13 C d 3.0 103 E E V 80 103 59. Risulta: E V/m 9.4 106 V/m 9 d 8.5 10 12 A 8.85 10 6.0 5.00 109 F 31 1012 F 31 pF C 0 r d 8.5 109 60. Indicheremo con il pedice 0 le grandezze prima dell’inserimento della lastra. Risulta: V0 12.0 E0 V/m 1.50 103 V/m 3 d 8.00 10 Calcoliamo la carica sulle armature, che non viene alterata dall’inserimento della lastra di vetro: Q0 C 0 V0 0 A d V0 0 R 2 d V0 8.85 1012 3.14 (9.00 102 )2 12.0 C 0.338 109 C 0.338 nC 8.00 103 Calcoliamo la capacità dopo che la lastra è stata inserita, che come sappiamo dipende solo dalla geometria e dal dielettrico: C 0r A d 0r R2 d 8.85 1012 5.6 3.14 (9.00 102 )2 3 F 0.16 109 F 0.16 nF 8.00 10 Per la nuova differenza di porenziale risulta: Q Q 0.338 109 0 V 2.1 V C C 0.16 109 e per il nuovo campo elettrico: V 2.1 E V/m 2.6 102 V/m 3 d 8.00 10 V 61. Mentre sono fra le armature, sulle particelle agisce una forza verticale diretta in alto, che produce un’accelerazione: 12 Fy eEy e 0 ay e me 0 Considerato che la velocità orizzontale non cambia dentro al condensatore, gli elettroni rimangono fra le armature per un tempo: t vx quando escono da tale regione gli elettroni hanno allora una velocità verticale: e vy v0y ay t me 0 vx 1.60 10 19 88.5 109 31 12 6.00 102 6 m/s 13.2 106 m/s 9.11 10 8.85 10 8.00 10 Quindi l’elettrone esce con una velocità e ad un angolo con l’orizzontale che sono: |v | vx2 vy2 ( 8.002 13.22 106 ) m/s 15.4 106 m/s arctan vy vx arctan 13.2 106 8.00 106 58.8 62. La forza di Coulomb con la quale il protone viene attirato verso il basso vale: 8.85 109 |F | e |E | e (1.60 1019 ) N 1.60 1016 N 0 8.85 1012 La forza sul protone dovuta alla gravità è invece: p e m p g (1.67 1027 9.81) N 1.64 1026 N Come si vede, la forza di Coulomb è 10 ordini di grandezza più intensa della gravità, il che rende lecito trascurare l’azione di quest’ultima. A maggior raggione si potrà trascurare la gravità per l’elettrone, circa 1831 volte più leggero. L’accelerazione verso il basso sul protone è quindi: e m payp e( ) ayp 0 m p 0 E quella verso l’alto sull’elettrone invece: e meaye e( ) aye 0 me 0 scriviamo le leggi orarie ponendo l’origine degli assi nella posizione iniziale dell’elettrone: e 2 e 2 ye (t ) 1 ayt 2 1 t y p (t ) y0 1 ay t 2 d 1 t 2 2m 2 2m e 0 p 0 ricaviamo il tempo alquale s’incontrano imponendo y p (t ) ye (t ) : d1 2 t2 e 2 e 2 t 1 t 2 m p 0 me 0 2d 0 e 2d t 2 ( e e ) me 0 m p 0 2d 0 e t 2( 1 1 ) me m p me m p me m p Da questo ricaviamo laquota dell’elettrone alla quale s’incontrano: mp 2d 0 me m p e ye (t ) 1 ay t 2 1 d 2 2m e me m p me m p e 0 63. Mentre è fra le armature, sull’elettrone agisce una forza verticale diretta in alto, che produce un’accelerazione: e Fy eEy e( ) meay ay 0 me 0 13 aC e v Quando escono da tale regione gli elettroni hanno allora una velocità verticale: e 1.60 1019 29.0 109 t 3.00 108 m/s 1.73 106 m/s me 0 9.11 1031 8.85 1012 Essendo la forza solo verticale, la componente orizzontale della velocità non cambia mai: v 1.73 106 y 30 arctan arctan 6 v 3.00 10 x vy v0y ay t L’accelerazione centripeta si trova proiettando l’accelerazione complessiva ay Fy /me lungo la direzione perpendicolare alla traiettoria. Giacché a tangente alla traiettoria forma un angolo con l’orizzontale, la normale ad essa formerà un uguale angolo con la verticale (angoli fra rette perpendicolari a due a due). Quindi: Fy e |aC | ay cos cos cos me 0me ( 29.0 109 1.60 1019 12 cos 30) m/s2 4.98 1014 m/s2 31 8.85 10 9.11 10 Uguagliando il risultato all’espressione dinamica dell’accelerazione centripeta troviamo il raggio di curvatura R : (vx2 vy2 ) | v |2 |aC | R R R 4 He 2 d /2 (vx2 vy2 ) (3.00 106 )2 (1.73 106 )2 m 2.41 102 m 2.41 cm |aC | 4.98 1014 64. Fissiamo un riferimento con l’origine nel punto in cui la particella fa ingresso nello spazio fra le armature con velocità orizzontale vx . Considerato che la velocità orizzontale non viene influenzata dal campo del condensatore, la particella rimane fra le armature per un tempo: t vx Mentre è fra le armature, il campo del condensatore, diretto in basso, Ey /0 esercita sulle particelle una forza verticale Fy diretta in basso, che produce un’accelerazione: Fy eEy q 0 ay q m0 Quando esce dalla regione fra le armature, il nucleo di elio ha allora una deflessione verticale: 2 1 1 q 1 q 2 y y 0 v 0y ayt 2 vx 2 2 m0 2 m0 v 2 x Imponendo che questa deflessione sia y d /2 si ottiene la velocità che fa urtare la particella contro l’estremo dell’armatura negativa, in basso. E’ questo il valore da superare se si desidera che la particella oltrepassi il condensatore: 1 q 2 d 2 m0 v 2 2 x vx q 2 m0 d vx q 2 m0 d 3.20 1019 88.5 109 (6.00 102 )2 27 6.68 10 12 8.85 10 14 3 8.00 10 m/s 0.464 106 m/s 65. Essendo il campo elettrico conservativo, il lavoro complessivo nel percorso chiuso che da D torna in A passando per i tratti rettilinei DC, CB e BA è nullo. Detto Lcur il lavoro lungo il percorso curvo tratteggiato, si ha: Lcur LDC LCB LBA 0 Lcur LCB dove abbiamo eliminato i tratti orizzontali, perpendicolari alla forza, verticale, lungo i quali il lavoro è nullo. Risulta: V LCB |F | CB cos 0 q |E | CB q CB d 400 3.00 106 5.00 102 J 7.50 103 J 3 8.00 10 Lcur LCB 7.50 103 J 67. Utilizzando la formula per l’energia incamerata: 1 CV 2 400J 2 V 2 400 175 106 V 2.00 103 V 69. L’energia finale è minore perché se si fissa la differenza di potenziale fra le armature, U CV 2 / 2 risulta direttamente proporzionale alla capacità, che diminuisce, passando da C1 rC 2 177 pF al valore C 2 70.8pF (valori calcolati nell’esercizio precedente). Il lavoro della forza elettrostatica è pari alla variazione dell’energia potenziale elettrostatica nel condensatore, fra le due situazioni U1 con la lastra ed U 2 senza lastra. Osservando che V1 V2 500 V si ha: L U U 1 U 2 1 C 1V 2 1 C 2V 2 1V 2 (C1 C 2 ) 2 2 2 Si ha C1 rC 2 , quindi: L 1 V 2 (rC 2 C 2 ) 1 V 2C 2 (r 1) 1 5002 70.8 1012 (2.50 1)J 1.33 105 J 2 2 2 positivo in quanto diminuisce l’energia potenziale. 70. Il condensatore è isolato quindi si mantiene costante la carica sulle armature: A Q C1V1 0 V1 d1 Per l’energia potenziale conviene allora utilizzare l’espressione U Q 2 / 2C : L U 1 U 2 A 2 (d d ) Q 2d1 Q 2d2 Q2 Q2 Q2 2 (d1 d2 ) 0 V1 1 20A 2C1 2C 2 20A 20 A 20A d1 0AV12 (d1 d2 ) 8.85 1012 (120 104 )3002 (5.00 3.50)103 J 2.87 107 J 2 3 2 2 d1 2 (5.00 10 ) 71. Il condensatore non è isolato, quindi non si mantiene costante la carica sulle armature, però è costante la differenza di potenziale. Per l’energia potenziale conviene allora utilizzare l’espressione U CV 2 /2 : L U 1 U 2 C1V 2 2 C 2V 2 2 0AV 2 2d1 8.85 1012 (250 104 ) 6002 2 0AV 2 2d2 1 3 4.00 10 0AV 2 1 1 2 d1 d2 1 J 5.97 106 J 3 2.50 10 72. Conosciamo l’intensità della forza con la quale si attirano le due armature: 15 C A D B 2 V 2 Q2 2A2 2A A |F | 0 A 0 |E | 2 A 0 20 A 20A 20 0 d Uguagliamola al peso della massa sull’altro piatto per avere equilibrio: V 2 A mg 0 d m C m 0 V 2A gd 2 8.85 1012 15002 (200 104 ) 9.81 (3.00 103 )2 kg 0.451 102 kg 4.51 g 73. Il condensatore non è isolato, quindi non si mantiene costante la carica sulle armature, però è costante la differenza di potenziale. Per l’energia potenziale conviene allora utilizzare l’espressione U CV 2 /2 : L U 1 U 2 C1V 2 2 C 2V 2 2 0AV 2 2d1 0AV 2 2d2 0AV 2 1 1 2 d1 d2 Dall’espressione che lega la forza con cui si attirano le armature alla differenza di potenziale e alle altre grandezze in gioco abbiamo: 2 C 12V 2 0AV 2 Q2 V 2 0A |F1 | 20 A 20A 20 A d1 2d12 Sostituendo: 1 1 L d12 |F1 | |F1 | d1 d2 0AV 2 2 d12 |F1 | d12 d 1 d2 Se la distanza viene raddoppiata: d d 2 6.00 103 L |F1 | d1 1 |F1 | 1 5.00 102 J 1.50 104 J 2d1 2 2 se la distanza viene dimezzata: d 2 L |F1 | d1 1 |F1 | d1 5.00 102 6.00 103 J 3.00 104 J d1 /2 2 (3.00 106 )2 1 1 2 2 75. u 0 | E | 0 J/m 3 0.127 J/m 3 2 2 20 0 8 8.85 1012 76. Ricordando che si ha |E | 0 | E | 2 , risulta: 20x 2 2 0 2 2 20 x 8 2 0x 2 la densità di energia, come si vede non è costante, non essendo costante il campo elettrico. Sostituiamo i valori numerici: u u (5.00 106 )2 8 3.14 8.85 1012 0.04002 2 J/m 3 22.4 J/m 3 77. Dalle applicazioni del teorema di Gauss sappiamo che campo elettrico all’esterno di una sfera carica è come quello di una carica puntiforme posta nel suo centro, di valore Q uguale a quella totale. Giacché la superficie della sfera è A 4R 2 , si ha: Q A 4R2 A distanza R x dal centro risulta allora: 16 |E | 1 Q 1 4R2 R2 1 40 (R x )2 40 (R x )2 0 (R x )2 0 (1 x /R)2 Calcoliamo la densità di energia associata al campo elettrico: 2 0 | E | 2 1 2 u 0 2 2 0 (1 x /R)2 20 (1 x /R)4 la densità di energia, come si vede non è costante, non essendo costante il campo elettrico. Sostituiamo i valori numerici: (2.00 106 )2 u J/m 3 2.79 103 J/m 3 2 8.85 1012 (1 0.0300/0.0150)4 93. Dai dati abbiamo la capacità del condensatore: Q 4.10 109 F 20.5 pF V 200 Che confrontata con la formula in questa configurazione produce: R R 40 1 1 C 40 1 2 R2 R1 C R1 R2 C 1 40 1 1 1 1 m 22.1 m1 12 9 2 R1 C R2 6.00 10 20.5 10 8.99 10 1 R1 m 0.0452 m 4.52 cm 22.1 B 80. Da un esame della configurazione si vede che le due capacità C B e CC sono fra 1 A loro in parallelo, e quindi equivalenti alla capacità: C B CC C BC 9.0 μF 4.0 μF 13 μF D 2 C La capacità C BC risulta poi in serie alle capacità C A e C D , quindi complessivamente fra il punto 1 ed il punto 2 abbiamo una capacità equivalente CE : 1 1 1 1 CE C A C BC C D 1 1 1 1 μF1 CE 5.0 13 6.0 5.0 13 6.0 390 μF μF 2.25 μF 13 6.0 5.0 6.0 5.0 13 173 Pensando che il terminale 1 sia a potenziale positivo, avremo che sull’armatura di sinistra della capacità equivalente si deposita una carica: CE q C E V (2.25 106 60.0) C 135 μC Per definizione la capacità equivalente non altera il fenomeno fisico, quindi la stessa carica 135 μC deve depositarsi sull’armatura di sinistra della capacità C A nella configurazione originale, e sull’armatura di destra, con segno opposto, del condensatore C D nella configurazione originale. Questa stessa carica si localizza complessivamente sulle armature delle due capacità in parallelo C B e CC . Per capire come si ripartisce fra loro, osserviamo che essa deve produrre ai capi del parallelo una differenza di potenziale V che si ottiene sottraendo ai 60.0 V complessivi la caduta q /C A ai capi di C A più la caduta q /C D ai capi di C D : VBC 60.0 V q q 135 106 135 106 60.0 V V V CA CD 5.00 106 6.00 106 60.0 V 27.0 V 22.5 V 10.5 V Per avere questa differenza di potenziale fra le armature di C B occorre che su di esse vada una carica: 17 1 A BC D 2 qB C B (10.5 V) (9.00 106 10.5) C 94.5 μC mentre per avere questa differenza di potenziale fra le armature di CC occorre che su di esse vada una carica: qC CC (10.5 V) (4.00 106 10.5) C 42.0 μC 81. Da un esame della configurazione si vede che le due capacità CC e C B sono fra 2 B loro in serie, e quindi equivalenti alla capacità: C C 1 1 1 6.00 8.00 C AB A B μF 3.43 μF C AB CA CB CA C B 6.00 8.00 A 1 C La capacità C AB risulta poi in parallelo alla capacità C A , quindi complessivamente fra il punto 1 ed il punto 2 abbiamo una capacità equivalente CE : C E C AB CC 3.43 μF 4.00 μF 7.43 μF Pensando che il terminale 1 sia a potenziale positivo, avremo che sull’armatura di sinistra della capacità equivalente si deposita una carica: q C E V (7.43 106 80.0) C 594 μC Per definizione la capacità equivalente non altera il fenomeno fisico, quindi la stessa carica 594 μC si localizza complessivamente sulle armature di sinistra delle due capacità in parallelo C AB e CC . Per capire come si ripartisce fra loro, osserviamo che essa deve produrre ai capi del parallelo una differenza di potenziale V 80.0 V . qAB C AB V (3.43 106 80.0) C 274 μC qC CC V (4.00 106 80.0) C 320 μC B Sempre perché la capacità equivalente, se sostituita non altera il fenomeno fisico, sulle armature di sinistra di ciascun condensatore della serie AB avermo infine: qA qB qAB 274 μC D 1 2 C A 82. Spostando leggermente i contatti in alto si vede che B e D sono in serie, e che la loro capacità equivalente C BD è in parallelo a CC . La capacità equivalente C BDC è in serie ad A. Calcoliamo C BD : B 1 D 2 A C 1 1 1 2 C BD CB CD C C BD C 2 Calcoliamo C BDC : C BDC C BD CC C 3 C C 2 2 Calcoliamo C E : 1 1 1 2 1 1 5 1 CE C BDC C A 3C C 3C 3 3 C E C 500 μF 300 μF 5 5 83. La capacità C E equivalente al parallelo vale: C E C A C B 4.50 μF 6.20 μF 10.7 μF Sull’armatura collegata al terminale positivo della capacità equivalente si deposita una carica: q C E V (10.7 106 60.0) C 642 μC Per definizione la capacità equivalente non altera il fenomeno fisico, quindi la stessa carica 642 μC si localizza complessivamente sulle armature di sinistra delle due capacità in parallelo C A e C B . 18 Per capire come si ripartisce fra loro, osserviamo che essa deve produrre ai capi del parallelo una differenza di potenziale V 60.0 V . qA C A V (4.50 106 60.0) C 270 μC qB C B V (6.20 106 60.0) C 372 μC 84. La carica sulle armature positive di una serie è la stessa che si localizza sulla capacità equivalente. Calcoliamo C E : 1 1 1 CE CA CB CE C AC B C A C B 1.40 3.30 nF 0.983 nF 1.40 3.30 qA qB q q C E V (0.983 109 400) C 393 nC Le differenze di potenziale valgono invece: q 393 109 VA A V 281 V CA 1.40 109 VB qB CB 393 109 3.30 109 V 119 V 85. I tre condensatori sono in parallelo fra il terminale 1 e il terminale 2. Calcoliamo la capacità equivente: 1 1 1 1 3 C 210 CE μF 70.0 μF CE C C C C 3 3 2 C C 1 86. La differenza di potenziale può essere calcolata ai capi di uno qualunque dei tre condensatori, perché essi sono in parallelo. V12 q 140 106 V 2.00 V C 70.0 106 C 1 B C 2 B C 2 B C 2 A 87. I tre condensatori sono in parallelo, come si deduce osservando che è possibile andare da 1 a 2 passando per il solo A, oppure passando solo per B, o passando solo per C. Calcoliamo la capacità equivalente: 1 1 1 1 1 1 1 1 nF1 CE C A C B CC CE 100 150 200 CE 100 150 200 3000 nF nF 46.2 nF 150 200 100 200 100 150 65 88. Visto dai teminali 1 e 2 si ha la serie dei due condensatori da 15.0 μF e 12.0 μF in 1 A 1 A parallelo al condensatore da 20.0 μF : C E 20.0 μF 15.0 12.0 μF 26.7 μF 15.0 12.0 1 2 89. Visto dai teminali 1 e 3 si ha la serie dei due condensatori da 20.0 μF e 12.0 μF in 20.0μF parallelo al condensatore da 15.0 μF : C E 15.0 μF 20.0 12.0 μF 22.5 μF 20.0 12.0 90. Visto dai teminali 2 e 3 si ha la serie dei due condensatori da 20.0 μF e 15.0 μF in parallelo al condensatore da 12.0 μF : 19 15.0μF 3 12.0μF C E 12.0 μF 20.0 15.0 μF 20.6 μF 20.0 15.0 91. Il collegamento in serie produce una capacità più piccola della più piccola fra le due. Scriviamo la capacità equivalente nella forma: 1 CE 1 1 CA CB Come si vede, più piccole sono le capacità, più grande risulta il denominatore, più piccola C E . Quindi il minimo valore si ha collegandoli in serie, entrambi al valore minimo: 20.0 20.0 CE nF 10.0 nF 20.0 20.0 Il collegamento in parallelo produce una capacità più grande della più grande fra le due, quindo il massimo valore si ha collegandoli in serie. La semplicità della formula per la capacità equivalente rende chiaro che per avere il massimo valore devono entrambe essere al valore massimo: C E C A C B 200 nF 200 nF 400 nF S V1 V2 92. Quando l’interruttore S è aperto, sulle due armature in alto sono presenti le cariche: q1 C V1 q2 C V2 Al momento della chiusura di S, essendo le due armature due conduttori identici, la carica totale q q1 q2 si ripartisce equamente fra di esse. Osservando che la capacità equivalente al parallelo è C E 2C , esse si portano a un potenziale: V q q 2 C V1 C V2 V1 V2 q 100 200 1 V 150 V CE 2C 2C 2 2 Calcoliamo l’energia del sistema prima della chiusura: 1 1 1 U C V12 C V22 C (V12 V22 ) 2 2 2 1 300 109 (1002 2002 )J 7.50 103 J 2 E dopo la chiusura: V V 2 1 1 2 9 2 3 1 2 U C E V 2C 300 10 150 J 6.75 10 J 2 2 2 L’energia dissipata (ad esempio per calore, fenomeni magnetici eccetera) è quindi: U U (7.50 6.75) 103 J 0.750 103 J 0.750 m J 96. Sappiamo che la frazione della carica q 0 5.00 nC che va sulla parete interna del guscio, quando questo è sottile, vale: R 20.0 nC 4.00 nC q q 0 1 5.00 R 25.0 2 e che di conseguenza una carica di 4.00 nC è indotta sulla sfera dentro. Calcoliamo la capacità del condensatore con la formula per il guscio sottile: R22 1 0.2502 F 0.139 109 F 139 pF C 40 R2 R1 8.99 109 0.250 0.200 Possiamo ottenere il potenziale del guscio considerando che questo coincide con la differenza di potenziale rispetto alla sfera interna, che è a terra: 20 VG V q 5.00 109 V 36.0 V C 0.139 109 97. In questo caso, assumendo R3 R2 , il valore della capacità si calcola: C 40 r R1R2 R2 R1 40 R2 40 R22 R1R2 (r 1) R2 R1 21