Geografia astronomica Lezione 1 I costituenti dell’Universo ASTRONOMIA DESCRITTIVA ( posizione e previsione movimenti degli astri ) • mondo antico ( NO strumenti ; NO idea di ricercare cause fisiche ) RICERCA CAUSE FISICHE XVI SECOLO Keplero, Galileo e Newton XX SECOLO: MASSIMO SVILUPPO DELL’ASTRONOMIA ASTROFISICA ( applica le leggi fisiche allo studio dei corpi celesti ) COSMOLOGIA COSMOGONIA ( origine ed evoluzione ( origine ed evoluzione di dell’Universo ) galassie, sistemi planetari … dell’attuale Universo ) NELL’ ANTICHITA’: • Terra al centro dell’Universo • natura diversa dagli altri corpi celesti ( eterni e immutabili ) OGGI • origine ed evoluzione dell’Universo ( nella composizione e nelle dimensioni ) • stelle ( fatte di materia, nascono, evolvono e si spengono ) • Terra ( le sue particolari caratteristiche dipendono dal luogo, dal modo e dal tempo in cui si è formata ) F = G m1* m2 SISTEMA SOLARE r2 Insieme dei corpi in movimento che risentono in modo apprezzabile dell’attrazione gravitazionale Stella che produce autonomamente luce e altre radiazioni elettromagnetiche SOLE INTORNO si muovono 9 pianeti : corpi opachi, freddi, traiettorie ellittiche intorno al sole e ruotano su loro stessi ( rotazione e rivoluzione ) TERRA - SOLE Distanza media 150.000.000 km TERRA Ø corpo solido – rigido Ø approssimativamente sferico e piccolo se confrontato con il sole Ø diametro 12.750 km LUNA Satellite della Terra Corpi opachi di dimensioni variabili legati per attrazione gravitazionale ad un pianeta attorno a cui rivoluzionano Le STELLE, pur essendo distanti tra loro, risentono dell’attrazione gravitazionale delle stelle circostanti; per questo non sono isolate ma “aggrappate” in sistemi detti GALASSIE. Nelle galassie, le stelle si muovono compiendo una lenta rivoluzione intorno al centro della galassia IL SOLE APPARTIENE ALLA VIA LATTEA La Via Lattea contiene centinaia di miliardi di stelle Ha una forma a spirale con un diametro di 1 miliardo di miliardo di miliardi di km ( diametro di 100.000 anni luce ) IL SISTEMA SOLARE SI TROVA IN UNA POSIZIONE ABBASTANZA PERIFERICA E SI MUOVE INTORNO AL CENTRO DELLA GALASSIA COMPIENDO UNA RIVOLUZIONE IN 225 MILIONI DI ANNI AMMASSI: Gruppi di galassie trattenuti da una forza di attrazione gravitazionale AMMASSO DELLA VERGINE • 60 milioni di anni luce da noi ; • Circa 2000 galassie In tre dimensioni risulta essere distribuito in un raggio di oltre 30 milioni di anni luce Materia interstellare : lo spazio tra gli astri appare vuoto all’osservazione, anche se è costituito da un gas di particelle molto rarefatte o da polveri Nebulose : zone più opache e dense rispetto allo spazio circostante, in cui si stanno formando nuove stelle Il Sole fa parte di una galassia contenente circa 100 miliardi di Stelle, la via Lattea, ben visibile in estate, come una striscia luminosa che percorre il cielo. Le stelle sono talmente numerose che non possiamo distinguerle separatamente e, ai nostri occhi appaiono come una scia luminosa. La Via Lattea è una galassia a spirale; il Sole si trova su uno dei bracci laterali, molto distante dal centro. Fino al 1609 l'unico mezzo di osservazione per l'uomo è stato l'occhio: in quell'anno Galileo Galilei ha puntato verso il cielo il primo cannocchiale e nello stesso secolo, nel 1688, Newton prima di formulare la teoria della gravitazione universale , ha costruito un moderno telescopio a riflessione, che gli valse la nomina a membro della Royal Society. Poi sono stati costruiti cannocchiali e telescopi via via migliori come lavorazione, più grandi come diametro e perciò capaci di vedere meglio e più lontano nell'universo. Spettroscopi, lastre fotografiche e altri strumenti ausiliari, nel secolo scorso hanno reso più efficaci i cannocchiali e i telescopi per l'indagine del cielo. Dalla metà del nostro secolo il radiotelescopio è venuto a portare il suo contributo all'analisi degli astri e poco dopo satelliti artificiali e sonde lanciati dall'uomo hanno cominciato a vagare nello spazio. Tuttavia, nessuno strumento è capace di fornire immediatamente all'uomo una misura, o anche una semplice stima, della distanza a cui si trova l'oggetto celeste verso il quale è diretto. Proprio per questo, le stelle ci sembrano tutte a un'eguale distanza da noi e le giudichiamo appartenenti a una superficie sferica che rivolge a noi la sua concavità. A occhio nudo, soltanto la Luna e il Sole presentano un disco chiaramente riconoscibile. Un modesto telescopio permette di osservare abbastanza facilmente il disco (molto più piccolo) di Venere, Marte, Giove e Saturno e intuitivamente ci si rende conto che questi astri devono essere più vicini. Ma le stelle restano dei punti anche quando le guardiamo o le fotografiamo con i più potenti telescopi e sembrano tutte alla stessa distanza Stando fermi in un punto della Terra e osservando il cielo per una notte intera, lo vediamo ruotare: molte stelle scompaiono verso occidente, altre stelle sorgono da oriente; il Sole, tramontato sotto l'orizzonte verso ovest, ricompare a est il mattino successivo. Viaggiando di notte verso sud, lungo un meridiano terrestre, possiamo veder comparire sopra l'orizzonte (e proprio verso sud) stelle prima invisibili; contemporaneamente altre stelle scompaiono sotto l'orizzonte, in direzione nord. Quanto più rapido sarà il viaggio, tanto più evidente sarà il fenomeno. Le osservazioni precedenti portano alla conclusione che il cielo è una sfera e non una semisfera; questo l'uomo lo ha capito abbastanza presto, mentre per molti secoli si è discusso il valore da attribuire al raggio della sfera celeste. Soltanto in tempi relativamente recenti (la prima misura di una distanza stellare è del 1838) è stato possibile dimostrare che il problema non aveva senso e che la superficie sferica sulla quale le stelle sembrano infisse è una pura apparenza. Il cielo non è assimilabile all'involucro di un pallone: quello che vediamo è l'intero volume del pallone, occupato da stelle che si trovano a distanze molto diverse da noi, anche se i nostri sensi non ci consentono di cogliere la profondità. I sensi ci ingannano anche dandoci l'impressione di occupare proprio il punto centrale del pallone, o dell'universo. SFERA CELESTE ( è un modello matematico ) Non percependo le diverse distanze che ci separano dai corpi celesti, questi appaiono tutti proiettati su di una superficie sferica, di raggio infinitamente grande, al cui centro si trova la Terra, il nostro punto d'osservazione. Per muoverci agevolmente lungo la sfera celeste è necessario individuare allora delle guide e dei punti di riferimento che coincideranno con i corrispondenti del nostro pianeta, essendone praticamente prolungamenti proiettati all'infinito. n Così abbiamo: u l'asse celeste - detto anche asse del mondo o polare, è il perno della rotazione apparente del cielo; u i poli celesti - le intersezioni di esso con la sfera celeste; u l'equatore celeste - ossia quel cerchio massimo che si ricava dall'intersezione della sfera con il piano perpendicolare all'asse celeste e passante per il centro della Terra, e che la divide perciò in due emisferi uguali, quello settentrionale (boreale) e quello meridionale (australe). Il parallelo celeste fondamentale è l’equatore, mentre il meridiano celeste fondamentale è quello passante per un punto particolare detto PUNTO GAMMA che rappresenta il punto della sfera celeste in cui si trova il Sole nell’equinozio di primavera, mentre il punto diametralmente opposto è detto PUNTO OMEGA Asse del mondo, equatore, meridiani e paralleli celesti sono elementi di riferimento indipendenti dalla posizione dell’osservatore sulla Terra e vengono utilizzati per la costruzione delle mappe del cielo Dalla posizione dell’osservatore dipende, invece, la prospettiva con cui si osserva la sfera celeste; ad esempio se siamo al Polo Nord vedremo la Stella Polare sopra di noi sulla verticale, mentre all’equatore, la Stella Polare si trova sul limite basso dell’orizzonte Per questo, per tener conto della posizione dell’osservatore ( punto P ) si è costruito sulla sfera celeste un sistema di riferimento più immediato ORIZZONTE VISIVO : porzione di superficie terrestre che si può osservare guardando dal punto in cui si trova l’osservatore PIANO DELL’ORIZZONTE APPARENTE : piano tangente alla superficie terrestre nel punto in cui si trova l’osservatore P PIANO DELL’ORIZZONTE ASTRONOMICO : piano passante per il centro della Terra, parallelo al piano dell’orizzonte visivo ( quando si osservano gli astri, la Terra si può considerare puntiforme ) La retta immaginaria che passa per P parallela al filo a piombo in quel punto, prende il nome di VERTICALE; questa interseca la sfera celeste in due punti: ZENIT e NADIR. Sulla superficie della sfera, i circoli massimi passanti per lo zenit ed il nadir sono detti circoli verticali. Di questi il più importante è quello che passa anche per i poli celesti: il MERIDIANO LOCALE MOVIMENTI APPARENTI DEGLI ASTRI SULLA SFERA CELESTE La rotazione della volta stellata, e quindi della sfera celeste, è soltanto apparente, essendo provocata dalla rotazione effettiva della Terra intorno al proprio asse, che si compie in circa 24 ore. Le stelle descrivono sulla sfera celeste delle traiettorie circolari (paralleli celesti) parallele al piano dell'equatore celeste e con il centro apparentemente nel polo celeste nord o nel polo celeste sud a secondo dell'emisfero in cui si trova l'osservatore; ogni stella percorre il suo parallelo celeste tornando ad occupare la medesima posizione dopo 23 h 56 min 4 s IL MOTO DIURNO DELLA SFERA CELESTE E’ UN MOTO APPARENTE Magnitudine di un astro n n n Con il termine magnitudine si intende la misura della quantità di luce che ci arriva da un corpo celeste (stelle, galassie, nebulose...). Questa quantità di luce dipende da molti fattori, come la distanza dell'astro in questione, la sua grandezza, la sua temperatura ecc. La luce che la stella emette, durante il tragitto fino alla Terra, deve attraversare una quantità di materia interstellare che ne assorbe una parte (assorbimento interstellare); la stessa atmosfera terrestre contribuisce a questo assorbimento. Una stella più luminosa ma più lontana di un'altra ci appare più fioca. Sorge allora la necessità di avere un metro valido in generale per misurare la luminosità di un astro La magnitudine apparente n n Per poter confrontare le stelle in base alla luminosità si deve utilizzare una scala: si attribuisce il valore di magnitudine apparente 1 alla stella che in cielo appare più luminosa e 6 a quella più debole visibile ad occhio nudo. La dicitura apparente è dovuta al fatto che ci si riferisce alle luminosità delle stelle così come appaiono viste dalla superficie terrestre. In realtà questa scala non ci permette di classificare e quindi confrontare correttamente le stelle tra di loro, in quanto la differente magnitudine apparente può dipendere sia dal diverso splendore intrinseco dell'astro sia dalla diversa lontananza dalla Terra. La scala è di tipo geometrico, ovvero la stella di magnitudine apparente 1 non è 5 volte più luminosa di una di magnitudine 6 ma ben 100 volte. Questo fatto è legato alla legge psicofisica di Fechner (quando una sensazione varia con progressione aritmetica vuol dire che lo stimolo che l'ha determinata è variato in progressione geometrica). Magnitudine assoluta n n n Da una trasformazione della scala di magnitudine apparente si è costruito il sistema di magnitudini assolute: si misura la luminosità che avrebbero gli astri se fossero tutti alla distanza (arbitraria) di 10 Parsec dalla Terra. Il legame tra la magnitudine relativa ( m ) a quella assoluta ( M ) è dato dalla seguente relazione : M = m - 5log10d + 5 dove d è la distanza della stella in Parsec. Da questa relazione si può notare che se si conosce la distanza di una stella se ne può determinare la magnitudine assoluta; viceversa se si conosce la magnitudine assoluta si può risalire alla distanza. La scala delle magnitudini n n Il sistema per indicare le magnitudini è un pò insolito. Circa nel 127 a.C., Ipparco scrisse il primo catalogo stellare, comprendente circa un migliaio di stelle: l'autore indicava le più luminose come stelle di 1a grandezza e quelle appena visibili come stelle di 6° 6° grandezza, con tutte le classi intermedie. Basandosi su questa prima classificazione gli astronomi moderni indicano le stelle più luminose con i valori più bassi (anche negativi); i valori più elevati indicano stelle meno luminose: una stella di magnitudine relativa 2 ci appare più luminosa di una con m=5. Tramite le magnitudini assolute è possibile confrontare le luminosità intrinseche delle stelle, indipendentemente dalla loro distanza. Ad esempio, la stella che ci appare più luminosa è senza dubbio il Sole, che ha una magnitudine relativa di - 26,8 ma una magnitudine assoluta di 4,8, per cui il nostro Sole è una stella media, meno luminosa di Vega (alfa (alfa--Liræ), con una magnitudine relativa di 0,04 ma di magnitudine assoluta di 0,5. n 1 Parsec (PARallasse per SECondo d'arco) è la distanza da cui il semiasse maggiore dell'orbita terrestre sottende un angolo di 1 secondo d'arco ed equivale a 3,26 anni luce. 1)Sistema sessagesimale L’unità di misura è il grado sessagesimale=1/90 angolo retto (1° (1°) necessita di sotto multipli: -“scrittura” sessagesimale -primo sessagesimale=1/60 grado sessagesimale (1 primo) -secondo sessagesimale=1/60 primo grado sessagesimale (1 secondo) ES:alfa=71° 51 primi 22 secondi=53° ES:alfa=71° secondi=53°,8638 grado sessadecimale A questo tipo di scrittura formale non è applicabile il sistema metrico decimale. Per i calcoli viene utilizzato la scrittura sessadecimale alla quale è applicabile il sistema metrico decimale. Misure delle distanze: l’anno - luce Un anno luce è un'unità di misura di distanza. n È la distanza che la luce percorre in un anno. La luce viaggia nello spazio ad una velocità di circa 300.000 chilometri al secondo n un anno luce corrisponde a 9.500.000.000.000 Km. Km. n