LA PRIMA GUERRA MONDIALE: INTRODUZIONE Uno spartiacque tra due secoli 1. La prima guerra mondiale rappresenta una frattura nella storia europea e mondiale, a tal punto che alcuni autori fanno iniziare da questo evento la storia del xx secolo : un secolo quindi “breve” perchè iniziato nel 1914, termina con un altro evento epocale nel 1991: la caduta del muro di Berlino e la fine dell’impero/regime sovietico. 2. Dopo la guerra, nel 1918, l’Europa non è più la stessa: - crollano i grandi imperi (la Russia zarista; il II Reich tedesco, l’impero asburgico; l’impero ottomano) - nascono nuovi stati: la Cecoslovacchia, l’Ungheria, la Jugoslavia; - gli stati noti invece mutano significativamente le loro dimensioni e i loro territori: la Francia, con l’Alsazia e la Lorena; la Polonia a scapito della Germania, l’Italia con il Trentino, l’Istria, parte della Dalmazia. Il grande impero asburgico, che aveva dominato la storia europea dai tempi di Carlo V, è ridotto a un piccolo stato (l’Austria) con Vienna come capitale; il potente impero ottomano è ristretto alla Turchia ed è costretto a spostare la capitale ad Ankara, perché Istanbul era troppo vicina ai confini. Anche Pietroburgo cessa di essere capitale, a favore di Mosca. Ma, accanto ai cambiamenti geografici, enormi sono gli sconvolgimenti politici: gli imperi vengono tutti sostituiti da repubbliche (compresa la repubblica turca) e in Russia scoppia, nel corso della guerra, una rivoluzione comunista- bolscevica e nasce il primo stato comunista dei soviet: l’Unione Sovietica, che costituisce il sogno o l’incubo per i popoli e i governi europei del dopoguerra. Inoltre per la prima volta intervengono pesantemente, in vicende europee, gli Stati Uniti determinanti sia nella conclusione della guerra, sia nella stesura dei trattati di pace. Viene fondata, come conseguenza della guerra, la Società della Nazioni (il predecessore dell’ ONU) onde evitare altre guerre. 3. La guerra inoltre portò una quantità incalcolabile di danni economici e milioni di morti in combattimento: tanto per dare l’ordine di grandezza: quasi due milioni per Germania e Russia, più di un milione per Francia e Austria. 947 mila la UK, 600 mila l’Italia, fino ai 115 mila per gli Stati Uniti che hanno combattuto però solo un anno. Praticamente delle generazioni sacrificate. 4. La grande guerra ebbe una risonanza enorme nella cultura e nella mentalità. Possiamo dire che dopo la guerra niente era più come prima: l’idea di progresso (tipica del positivismo fine ottocento); i rapporti sociali; le idee politiche, le tendenze artistiche e letterarie. Per fare un esempio chiarissimo: la poesia di Giuseppe Ungaretti è segnata dalla sua esperienza di combattente nel Carso. San Martino del Carso [Ungaretti] Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato Le cause profonde L’Europa era arrivata al 1914 dopo un lungo periodo di pace. L’ultima guerra europea era scoppiata nel 1870 tra Prussia e Francia (guerra franco-prussiana, con la caduta di Napoleone III, la perdita per la Francia dell’Alsazia e della Lorena, e l’ unificazione della Germania; in Italia con la breccia di Porta Pia Roma diventa capitale). Era stata una guerra veloce ( 10 mesi), per cui si potrebbe dire che l’Europa non vedeva una guerra “mondiale” fin dalla caduta di Napoleone, un secolo prima. Questo lungo periodo di pace animava l’ottimismo di cui era intrisa la “belle epoque”, come veniva chiamati gli anni all’inizio del secolo: c’era l’idea che il progresso tecnologico e scientifico avrebbe portato a una società sempre più felice e prospera. Ma sotto questa superficie di pacifica spensieratezza, covavano tensioni economiche e politiche enormi. 1. La competizione tra i grandi imperi era fortissima. In Europa c’era la pace, ma nelle colonie, specie in Africa e Asia, le lotte delle potenze europee erano continue e durissime per occupare territori strategici per le risorse o per popolazioni. In Africa e in Asia (con l’eccezione di Giappone e Cina) non c’era praticamente territorio che non fosse colonizzato dalle potenze europee, prime fra tutte la GB e la F, e ultima arrivata, l’Italia con la Somalia e l’Eritrea e la Libia nel 1911. Le guerre non erano sparite, semplicemente si erano spostate nelle colonie. 2. Oltre alla competizione coloniale, vi era anche quella per il predominio industriale e commerciale sui mercati europei e mondiali che vedevano impegnati i grandi imperi, specie la GB e la Germania, quest’ultima particolarmente aggressiva nell’industria meccanica, chimica e nella traffico mercantile. Il capitalismo industriale portava, alla fine del secolo, verso un espansionismo aggressivo e senza regole. Inoltre tutte le grandi potenze si armavano incessantemente: eserciti e marine militari sempre più potenti. Anche in Italia l’industria siderurgica ebbe una bella spinta dalle commesse militari per esercito e, soprattutto, marina. 3. Non mancavano inoltre, anche in Europa, motivi di tensione: l’influenza sui Balcani era contesa tra l’impero austriaco e l’impero russo; L’Alsazia e la Lorena erano ferite aperte nell’orgoglio francese; il nazionalismo acquistava vigore in molti stati; anche in Italia specie nella forma di irredentismo ( redimere Tn e TS). Non si può, naturalmente, sapere se la guerra sarebbe scoppiata anche senza l’attentato di Sarajevo, certo che l’Europa nel ‘14 era una polveriera pronta ad esplodere.