Vettori e matrici #1 Le variabili definite come coppie <nome, valore > sono dette variabili scalari Una coppia <nome, insieme di valori > è una variabile vettore o array e può essere immaginata come un contenitore diviso in scomparti; ciascuno scomparto contiene un valore, detto elemento o componente del vettore Fondamenti di Informatica 5. Algoritmi e pseudocodifica Ciascuna componente è individuata dal nome del vettore, seguito dal relativo numero progressivo, racchiuso fra indice del vettore parentesi tonde: l’indice La dimensione di un vettore è il numero dei suoi elementi I vettori sono particolarmente utili per collezionare dati fra loro correlati (i.e. dello stesso tipo), sui quali devono essere effettuate le stesse operazioni Corso di Laurea in Ingegneria Informatica e dell’Automazione A.A. 2012-2013 2° Semestre Prof. Giovanni Pascoschi Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 Vettori e matrici #2 2 Vettori e matrici #3 V(1) V(2) V(3) Il concetto di matrice è un’estensione del concetto di vettore array bidimensionale Variabile vettoriale V, costituita dai 4 elementi V(0), V(1), V(2), V(3) L’utilizzo di variabili vettoriali, in un algoritmo, presuppone la dichiarazione esplicita della loro dimensione Una matrice è costituita da un insieme di valori, ciascuno dei quali viene individuato per mezzo della sua posizione, espressa da più indici La dimensione del vettore costituisce un limite invalicabile per la selezione delle componenti del vettore Ad esempio, se una matrice M ha due dimensioni, i suoi elementi sono disposti su righe e colonne ed ogni suo elemento M(i,j) è individuato da due indici, con i indice di riga e j indice di colonna m11 m12 … m1n Nei linguaggi di programmazione C/C++ l’indice del primo elemento dell’array è 0 M= Esempio V(100) asserisce che il vettore V è costituito da Esempio: 100 elementi; possono essere selezionati V(12),V(57),V(89), ma non V(121) o V(763) o V(100), che non esistono Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni ( ……… ( V(0) a cura di Pascoschi Giovanni mq1 mq2 … mqn 3 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 4 Gli algoritmi iterativi #1 Gli algoritmi iterativi #2 • Problema Problema: Calcolare il vettore somma di due vettori di uguale L’utilità dei vettori consiste nel poter usare la tecnica iterativa in modo da effettuare la stessa operazione su tutti gli elementi del vettore dimensione n 5 7 0 3 a(0) a(1) a(2) a(3) 6 9 -1 5 b(0) b(1) b(2) b(3) 11 16 -1 8 c(0) c(1) c(2) c(3) Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni Usando la variabile contatore di un ciclo come indice degli elementi di un vettore è possibile considerarli tutti, uno alla volta, ed eseguire su di essi l’operazione desiderata 5 Gli algoritmi iterativi #3 =n Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 6 Algoritmo di ordinamento 0 (0) • Problema Problema: Ordinamento per scambio di una sequenza di numeri (crescente) 1 • Problema Problema: Calcolo del massimo elemento di un vettore <N =n =N Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 0 a cura di Pascoschi Giovanni 7 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 Indicando con ai i valori da ordinare, si deve ottenere a1<a2<a3<…<an−1<an Si applica l’algoritmo di ricerca del minimo su tutti gli elementi del vettore e si sposta il minimo in prima posizione Si procede analogamente sui rimanenti n−1 elementi, n−2 elementi, etc. a cura di Pascoschi Giovanni 8 La pseudocodifica #1 La pseudocodifica #2 Tipo delle variabili La pseudocodifica è un linguaggio per la descrizione di algoritmi secondo le regole della programmazione strutturata Il tipo di una variabile indica l’insieme dei valori che possono essere assegnati a quella variabile La descrizione di un algoritmo in pseudocodifica si compone di due parti... Su costanti e variabili di un tipo è possibile effettuare le operazioni che sono proprie di quel tipo e tutte le operazioni di confronto la dichiarazione delle variabili usate nell’algoritmo Sono permessi i seguenti 4 tipi: integer integer, real, real boolean boolean, string− string −q la descrizione delle azioni dell’algoritmo Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 9 La pseudocodifica #3 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 10 La pseudocodifica #4 Dichiarazione delle variabili La dichiarazione delle variabili nella pseudocodifica è un elenco, preceduto dalla parola var, var delle variabili sulle quali l’algoritmo opera Le variabili sono suddivise per tipo: quelle dello stesso tipo sono separate l’una dall’altra da una “,”; l’elenco delle variabili dello stesso tipo è seguito dai “:” e dall’indicazione del tipo; gli elenchi di variabili di tipo diverso sono separati dal “;”, l’ultimo elenco è seguito da un “.” integer: sono le variabili cui possono essere assegnati numeri integer interi; le costanti di tipo integer sono numeri interi, ad es. 1, −3, 150 real: real sono le variabili cui possono essere assegnati numeri razionali; le costanti real possono essere rappresentate in notazione decimale, con un “.” che separa la parte intera dalla parte decimale (ad es., 5.17, 12.367, −123., 0.005) o in notazione scientifica (23.476E+3=23476, 456.985E−3=0.456985) boolean: sono le variabili cui possono essere assegnati i valori boolean logici; le costanti logiche sono true e false Esempio: Esempio string−q: sono le variabili cui possono essere assegnate parole (o string− stringhe) costituite da q caratteri; le costanti string−q sono stringhe costituite da parole di q caratteri racchiusi tra apici (che non fanno parte della costante); ad es., ‘FABIO’ è una costante string−5,‘+’ è una costante string−1 e ‘124’ string−3 var i, j, a(20): integer; integer p, q: real; real nome: string− string−20 20; sw: boolean. boolean Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 11 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 12 La pseudocodifica #5 La pseudocodifica #6 Descrizione delle azioni Gli schemi di flusso fondamentali sono descritti utilizzando convenzioni linguistiche: ad ogni schema strutturato corrisponde una convenzione linguistica La descrizione di un algoritmo deve soddisfare le seguenti regole: a) b) c) d) f) La prima azione dell’algoritmo è preceduta dalla parola begin begin; L’ultima azione dell’algoritmo è seguita dalla parola end end; L’azione di lettura è rappresentata dalla parola read; read L’azione di scrittura è rappresentata dalla parola write; write Gli schemi di selezione sono rappresentati come: S, Sf, Sv sono schemi di flusso strutturati g) e) Lo schema di sequenza di n flussi S1, S2,…, Sn è rappresentato come S1; Gli schemi di iterazione sono rappresentati come: S2; … S n; Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 13 La pseudocodifica #7 a cura di Pascoschi Giovanni 14 La pseudocodifica #8 Esempio: Algoritmo per il calcolo del vettore somma di due Esempio vettori di numeri razionali Esistono convezioni linguistiche alternative in relazione a particolari schemi di flusso var a(100), b(100), c(100): real; real i, n: integer. integer Esempio: Ciclo enumerativo Esempio Se il valore di “incremento” è 1, la parte “step step incremento” della frase for...endfor for endfor può essere omessa Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 begin read n; for i from 0 to n-1 do read a(i), b(i); c(i) ← a(i) + b(i); write c(i); endfor end a cura di Pascoschi Giovanni 15 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 16 La pseudocodifica #9 La pseudocodifica #10 Esempio: Algoritmo per il calcolo delle radici di equazioni di 2o grado Esempio Esempio Algoritmo per il calcolo del massimo elemento di un Esempio: vettore di numeri razionali var x1, x2, a, b, c, delta: real. real begin read a, b, c; delta ← b2−4ac; if delta<0 then write “non esistono radici reali”; else if delta=0 then x1 ← −b/2a; x2 ← x1 ; else x1 ← (−b + √delta)/2a; var max, v(100): real; real i, n: integer. integer begin read n; for i from 0 to n-1 do read v(i); endfor max ← v(0); for i from 1 to n-1 do if max < v(i) then max ← v(i); endif endfor write max ; end Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 x2 ← (−b − √delta)/2a; endif write x1, x2; endif end a cura di Pascoschi Giovanni 17 Ancora esempi... a cura di Pascoschi Giovanni 18 Ancora esempi... Esempio: Ordinamento crescente per scambio Esempio Esempio Algoritmo per il calcolo della somma di una sequenza di Esempio: numeri var a, s: real; real n: integer. integer begin read n; s ← 0; repeat read a; s ← s + a; n ← n − 1; until n = 0; endrepeat;; endrepeat write s ; end Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 Si suppone che (la dimensione e) gli elementi del vettore siano già stati letti e memorizzati a cura di Pascoschi Giovanni 19 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 var a, v(100): real; real i, j, n: integer. integer begin i ← 0; repeat j ← i +1; repeat if v(j) < v(i) then a ← v(i); v(i) ← v(j); v(j) ← a; endif j ← j +1; until j > n-1; endrepeat i ← i +1; until i = n-1; endrepeat end a cura di Pascoschi Giovanni 20 Primo esempio “comparativo” in C Gli algoritmi ricorsivi #1 Letti due interi n e k, entrambi maggiori di zero, stampare i primi n multipli di k var i, n, k, p: integer. integer begin read n; read k; for i from 1 to n do p ← k×i ; write p endfor end Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 i ← 1; while i ≤ n p ← k×i ; write p; i ← i +1; endwhile Un algoritmo si dice ricorsivo quando è definito in termini di se stesso, cioè quando una sua istruzione richiede una nuova esecuzione dell’algoritmo stesso #include <stdio.h> main() { int i,n,k,p; La definizione ricorsiva di un algoritmo è suddivisa in due parti: scanf(“%d”,&n); scanf(“%d”,&k); for(i=1;i<=n;i++) { p = k∗i; printf(“%d”,p); } return 0; } a cura di Pascoschi Giovanni 21 Gli algoritmi ricorsivi #2 a) la base della ricorsione, che stabilisce le condizioni iniziali, cioè il risultato che si ottiene per i dati iniziali (in generale per 0 e/o 1) b) la regola di ricorsione, che definisce il risultato per un valore n, diverso dal valore (/i) iniziale per mezzo di un’espressione nella quale si richiede il risultato dell’algoritmo calcolato per n−1 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 22 Gli algoritmi ricorsivi #3 Esempio: Prodotto di numeri interi Esempio Esempio: Calcolo del fattoriale di un numero intero Esempio Il fattoriale di n è il prodotto di tutti gli interi da 1 ad n, cioè { 0 a×b = se b=0 (base della ricorsione) n! = n × (n−1) × (n−2) ×…× 2 × 1 Per definizione, 0! = 1 a×(b−1)+a se b≠0 (regola di ricorsione) begin fattoriale(n) if n = 0 Secondo la definizione ricorsiva si ha: then r ← 1 3×2=3×1+3=3×0+3+3=0+3+3=6 else r ← n × fattoriale(n−1) L’esecuzione di un algoritmo ricorsivo termina sempre: la regola di ricorsione prevede nuove esecuzioni su dati decrescenti, fino ad ottenere i dati di inizio ricorsione Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni endif end 23 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 24 Sommario della lezione Fine della lezione Algoritmi e pseudocodifica Array e matrici Pseudocodifica Algoritmi ricorsivi Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 Domande? a cura di Pascoschi Giovanni 25 Fondamenti di Informatica – A.A. 2012-2013 a cura di Pascoschi Giovanni 26