Monastero di Bose - Solo nel fuoco si semina il fuoco

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Solo nel fuoco si semina il fuoco
Ol'ga Sedakova
«Dal sovietismo mi salvò Omero»
Avvenire, 13 dicembre 2008
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OL'GA SEDAKOVA
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Ol'ga Sedakova appartiene a un particolare tipo di dissidenti: la poetessa russa, emarginata da sempre (nata nel 1949 a
Mosca, ha visto pubblicato in Russia il primo libro nel 1990, intanto circolavano i testi in samizdat) non appartiene agli
scrittori tollerati dal regime, e ce ne sono stati, ma nemmeno ai più che, passata l'epoca degli stalinisti, con la
perestrojka, si sono messi a comporre versi indignati e satirici. Non che nella Sedakova vi sia stata connivenza, tutt'altro,
ma come ieri, oggi guarda alla postmodernità e al nichilismo come a una strada senza via d'uscita convinta com'è che
bisogna tornare al cuore delle cose, cuore non in senso sentimentale, ma di pensiero. «Solo in una prigione come
l'Unione sovietica si poteva amare Dante e Omero al modo in cui noi li amavamo, come la nostra personale salvezza»
cita il curatore di {link_prodotto:id=826}, Adalberto Mainardi, nella prefazione. Insignita del premio Solov'év (Città del
Vaticano, 1998) e del premio Solzenicyn (Mosca, 2003) vede ora pubblicata la sua prima antologia in italiano
interamente dedicata a lei. Nel cuore delle cose c'è per la Sedakova il pensiero religioso, in particolare la misericordia.
Pieni di pena sono i versi per chi sbaglia o va incontro a una sorte crudele.
Nel cuore delle cose la Sedakova c'è da sempre: componeva poesie prima imparare a leggere e a scrivere ed è una
delle voci più originali della poesia contemporanea russa. Ha inventato, per i suoi componimenti, quello che Michail
Epstein ha definito la «metabola», ed è considerata una poetessa metarealista. Il metarealismo mette in comunicazione
una molteplicità di realtà mostrando «l'autenticità e l'inevitabilità del miracolo», quello stesso che può essere racchiuso o
dischiuso da una formula matematica. E la strada che si contrappone ai «concettualisti», al minimalìsmo di Brodsldj. Là
dove in poesia può intravedersi una dichiarazione di poetica (del resto frequentissime), scrive la Sedakova in «Parola»: «E
colui che ama sarà riamato. / Chi serve sarà servito-//se non ora, un giorno che verrà. // Meglio per chi si riconosce grato,
/ e avendo servito, se ne va lieto (...) // Ma tu parola, vestito regale labito della lunga, breve pazienza, /più alto del cielo,
più del sole allegro. (...) //solo il cuore dirà tra se medesimo: -Libere siete, e libere sarete / e innanzi a schiavi non
risponderete». Convinzione della Sedakova è che «lo spazio toccato dalla poesia si trasforma in qualcosa di diverso (...)
nella poesia (...) ciò che è vicino appare più remoto di una qualche galassia, e ciò che è lontano risuona non tanto vicino
ma "dal di dentro", e ogni cosa può così trovare corrispondenza nell'altra, senza tener conto del proprio "luogo" prosaico,
della propria collocazione Iessicale, materiale, logica, storica». Ol'ga Sedakova ricorda che in russo «cuore» (serdce) e
«centro, metà» (seredina) hanno la stessa radice. Ciò che è del cuore, spiega, è centrale, e invoca qui il Dante dellaVita
nova.
In «Dedica» scrive «Tu ricorda, ti dico, ricorda, / tu ricorda, ti dico e piango; / ; ogni cosa scompare e si muta / e la stessa
speranza uccide. //Non v'è oceano che torni nel fiume, / né fiume che risalga alle fonti, né a chi il tempo sia misericorde // ma ti amo, ti amo come / se tutto questo sia stato e sia».
Come scrive Sergej Averincev nella postfazione, «La poesia della Sedakova è una poesia in cui gli intellettuali meglio
disposti scorgerebbero un gioco d'indovinelli, e che è invece, nei suoi esiti migliori, sbalorditivamente immediata nel
pensiero e nell'espressione del pensiero (...)»
Nell'antologia pubblicata da Qiqajon/Comunità di Bose trovano posto poesie scelte dalle raccolte Kijaz'ma e juaza; La
rosa canina; Porte, finestre, archi; Vecchi canti; Viaggio in Cina; L'inizio del libro; Elegie. Bellissima, in Elegie, quella
sulla «Musica», dove tra le note risuona l'anima come un violoncello, l'amore come l'acqua a dirotto che non smetterà.
PIERANGELA ROSSI
OL'GA SEDAKOVA
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