Passioni Il cervello, le emozioni, la morale mostra realizzata con il finanziamento di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Direzione centrale Lavoro, Università e Ricerca e con il contributo di Provincia di Trieste PASSIONI il cervello, le emozioni, la morale organizzazione Laboratorio Interdisciplinare per le Scienze Naturali e Umanistiche SISSA, Trieste ideazione e cura Stefano Canali (SISSA) comitato scientifico Walter Gerbino (Università di Trieste), Luca Pani (Istituto di Tecnologie biomediche - CNR), Stefano Puglisi Allegra (Università di Roma, La Sapienza), Alberto Oliverio (Università di Roma, La Sapienza), Raffaella Rumiati (SISSA), Vincent Torre (SISSA) segreteria scientifica Pamela Filiberto hanno collaborato Laura D’Agostino, Anna Davini, Elisabetta Sirgiovanni fotografie espressioni emotive Alice Tomassini sito web www.emozionalmente.it Alessio Cimarelli redazione Chiara Barbato, Giulia Bonelli, Anna Davini, Pamela Filiberto, Laura D’Agostino, Martina Manieli, Elisabella Sirgiovanni progetto espositivo e grafica Immaginario Scientifico segreteria Claudia Parma e Mila Bottegal (SISSA) A F D E B C G S A - Lobo frontale B - Setto C - Ipotalamo D - Amigdala E - Substantia nigra F - Ippocampo G - Locus coeruleus A H I I A Rappresentazioni grafiche tridimensionali dei principali centri del sistema limbico: A - Amigdala H - Ipotalamo I - Ippocampo S - Setto C - Corteccia cingolata Tomografia a Emissione di Positroni (PET) che indica le aree cerebrali attivate durante l’osservazione di immagini che ispirano emozioni negative H Le emozioni sono programmi fisiologici e psicologici integrati emersi nel corso dell’evoluzione biologica, con l’apparizione dei Mammiferi. Sono programmi che si attivano in reazione a stimoli rilevanti rispetto ai bisogni di un individuo, alla sua sopravvivenza o a quella della specie. Le emozioni si realizzano su piani diversi, sebbene coordinati: l’esperienza soggettiva, l’aumento della vigilanza e dell’attenzione, le reazioni fisiologiche (ad es. battito cardiaco, respirazione, risposte ormonali, ecc.), il comportamento, l’azione. La mediazione e l’integrazione di questi differenti livelli ha luogo nel cervello, soprattutto in centri cerebrali profondi, come quelli del sistema limbico, che operano inconsciamente. Il vissuto psicologico delle emozioni segnala che un determinato evento o un certo stimolo è rilevante, motiva all’azione funzionale, valuta e confronta il significato biologico degli stimoli interni ed esterni con gli stati preferiti dall’organismo trasformandoli in piacere e dolore, ricompensa e punizione. C S 4 EMOZIONI COME PROGRAMMI ADATTIVI A A A PET che illustra l’attivazione dell’amigdala in risposta alla visione di facce felici (A) e di facce con espressioni di terrore (B) B B Attivazioni nelle aree della corteccia frontale e temporale e nei centri sottocorticali del sistema limbico associate alle emozioni sociali. Tra le aree più attivate: nucleo accumbens (aCC); amigdala (Amyg); corteccia mediale orbitofrontale (medOFC); corteccia prefrontale (FPC) L’insieme dei cambiamenti fisiologici concorrenti nelle emozioni innesca, facilita le azioni appropriate, ne sostiene la risposta organizzata (lotta, fuga, esplorazione, relazione con altri, riproduzione ecc.), tende a fissare nella memoria l’effetto biologico delle azioni stesse. Per queste ragioni le emozioni sono cruciali nei processi di apprendimento, nelle decisioni, anche in quei processi di scelta che più ci sembrano legati a valutazioni cognitive e razionali, come i comportamenti economici e le valutazioni morali. Attivazioni cerebrali prodotte da stimoli visivi con valenza emotiva. Tra le aree più interessate a livello profondo l’amigdala e, sulla corteccia cerebrale, l’insula, il solco temporale superiore (STS) e le aree occipitali Risonanza magnetica funzionale che rivela le aree cerebrali attivate mentre si prova disgusto Neuroni dell’ipotalamo, un centro profondo del cervello implicato nella regolazione dei parametri biologici fondamentali Neuroni del talamo, stazione cerebrale specializzata nel trattamento delle informazioni sensoriali Neuroni dell’ippocampo, struttura cerebrale implicata nei processi emotivi e della memoria Neuroni dell’amigdala, un centro importante del cervello emozionale. L’amigdala sembra regolare i comportamenti in cui è in gioco la rabbia, l’aggressività 5 struttura e individualità del cervello Il cervello è l’organo che sovrintende al controllo e alla regolazione di tutte le funzioni organiche. Esso elabora le informazioni provenienti dai sensi e le integra con quelle provenienti dai diversi organi del corpo, per produrre la risposta comportamentale più funzionale alle necessità biologiche del corpo e alla situazione ambientale. Per questo, il cervello è l’organo primario dell’adattamento. Il cervello umano contiene oltre 100 miliardi di cellule nervose ed ognuna di esse contatta mediamente almeno 50.000 altri neuroni. Il numero totale dei contatti nervosi che si stabiliscono in un cervello umano supera quello stimato di tutti i corpi celesti presenti nell’universo. La struttura e le funzioni del cervello di un individuo sono il prodotto della interazione tra il patrimonio genetico e l’ambiente, le esperienze e gli apprendimenti individuali. In questo senso i modi con cui ogni cervello risponde agli stimoli dipendono dalla storia dell’individuo, dai tratti ereditari programmati nei geni, dall’insieme delle situazioni che esso ha vissuto, dalle abitudini che ha finito per assumere, sino quindi al suo stesso comportamento. L’assoluta individualità delle strutture e delle funzioni del cervello spiega la diversità delle reazioni emotive in individui diversi. Micrografia di neuroni in cui sono evidenziati, nei colori viola e rosso, i siti in cui avvengono i processi di produzione di nuove sinapsi, i punti di contatto tra neuroni. Questi processi sono alla base della neuroplasticità, la proprietà del cervello di modellarsi sulla base delle esperienze individuali Mappe tensoriali che illustrano la variabilità della corteccia cerebrale tra gli individui. Le aree gialle e rosse evidenziano le parti della corteccia generalmente soggette a maggiore variabilità quindi più plastiche e modificabili dall’esperienza opossum cane scimpanzé homo sapiens 6 il cervello: evoluzione e adattamento Il nostro cervello è il prodotto della sovrapposizione dei tre tipi di cervello apparsi nel corso della trasformazione evolutiva dei Vertebrati. A B C Il cervello più antico, specializzato nel controllo delle funzioni automatiche, come gli stati di coscienza – veglia e sonno – la respirazione, la circolazione, i processi metabolici, comprende le strutture spinomidollari che si allungano dal midollo spinale terminando alla base del cervello. Comparazione del cervello di alcuni Mammiferi. Sono indicati massa del cervello in grammi (g) e numero di neuroni stimati in milioni (M) A - Neoncefalo B - Sistema limbico C - Strutture spino midollari Con l’apparizione dei Mammiferi, il cervello arcaico è stato circondato dalle strutture – come l’amigdala, il nucleo accumbens, il setto, il talamo – che fanno parte del sistema limbico. Questo sistema media i processi fondamentali del comportamento emotivo e motivazionale e i meccanismi del rinforzo psicologico (soprattutto quelli connessi al piacere e alla ricompensa) che sono alla base dei processi di apprendimento. La corteccia cerebrale rappresenta la parte evolutivamente più recente del cervello umano, il neo-encefalo. Essa integra e coordina le funzioni di tutte le strutture nervose sottostanti ed è la sede delle funzioni psichiche superiori, come i processi cognitivi e il linguaggio. Dalla corteccia prefrontale, in particolare, dipende la regolazione volontaria delle emozioni e il controllo cognitivo del comportamento. Immagine dell’ippocampo, parte evolutivamente antica della corteccia e struttura che fa da cerniera tra cervello emozionale e cervello cognitivo Immagini tratte dall’opera di Darwin, The Expression of the Emotions in Man and Animals, 1872 Espressioni emotive, dal libro di Paul Ekman e Wallace V. Friesen, Unmasking the face. A guide to recognizing emotions from facial expressions, 1975 8 Charles Darwin, padre della teoria evoluzionistica, osserva le somiglianze tra espressioni facciali degli esseri umani e quelle di alcuni animali Espressioni emotive, dal libro di Paul Ekman, Emotions revealed. Recognizing faces and feelings to improve communication and emotional life, 2003 Risonanza magnetica funzionale, dimostra che l’amigdala si attiva nel riconoscimento delle espressioni di tutte le emozioni, così come nell’analisi delle facce con espressioni neutre. Ciò suggerisce che l’amigdala sia cruciale all’elaborazione delle informazioni sulle espressioni emotive L’espressione delle emozioni La faccia è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore San Girolamo La moderna ricerca scientifica sulle emozioni inizia nel 1872 con la pubblicazione dell’Espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali da parte del padre della teoria evoluzionistica, Charles Darwin. Darwin suggeriva per la prima volta che le emozioni hanno un’origine evolutiva e quindi possono essere comprese a partire dalla loro funzione adattativa e dalla loro storia attraverso le specie animali. L’approccio evolutivo e funzionale di Darwin ha portato gli studiosi a indagare le radici emotive comuni tra le diverse razze umane e ad attribuire alle emozioni anche una funzione comunicativa. Balthasar Permoser Marsia 1680 Soprattutto le indagini di Paul Ekman hanno messo in evidenza che nell’uomo esistono segnali ed espressioni emotive comuni a tutte le culture e che tali sovrapposizioni possono essere rintracciate nella storia evolutiva dell’uomo. Le parziali differenze nei modi in cui culture diverse manifestano e vivono le emozioni, dipenderebbero dalle capacità di controllo apprese e codificate da regole di espressione emotiva proprie del gruppo sociale di appartenenza. Molte delle espressioni emotive umane hanno un carattere universale e una continuità evolutiva con schemi comportamentali emotivi negli animali. Tutto ciò dipende dalla comune organizzazione generale del cervello emozionale della specie umana e delle altre specie di Mammiferi. Mauro Massaro Tristezza 2003 Adriaen Brouwer La pozione amara 1630-1640 10 Tomografia a emissione di positroni che illustra le parti del cervello che si attivano durante il riconoscimento dei volti Soggetto che sta per essere sottoposto a un esame di risonanza magnetica funzionale Risonanza magnetica funzionale e proiezioni di tre diverse sezioni anatomiche del cervello Trattografia delle vie di connessione (materia bianca) all’interno del cervello umano ottenuta con tensore di diffusione, una tecnica di risonanza magnetica che permette la costruzione di immagini tridimensionali soprattutto dei fasci di fibre nervose brain imaging finestre sul cervello Particolare di una mappa tensoriale della variabilità anatomica del cervello umano Le tecniche di brain imaging rilevano le funzioni del sistema nervoso centrale in vivo, permettondoci di osservare cosa accade nel cervello quando siamo impegnati in qualche azione, o sottoposti a stimoli percettivi, o ancora quando viviamo un’emozione. La risonanza magnetica funzionale, la PET, la SPECT, la magnetoencefalografia sono tra le tecniche più usate. Queste tecniche misurano principalmente l’afflusso di sangue nelle varie regioni cerebrali. Le aree attive del cervello usano maggiore energia e quindi richiedono un più elevato rifornimento di ossigeno e glucosio. Con l’uso di particolari marcatori, il brain imaging permette anche di rilevare la densità e le variazioni di concentrazione cerebrale degli agenti e delle microstrutture, come i neurotrasmettitori e i relativi recettori, attraverso cui si realizza la trasmissione dell’impulso nervoso, base di tutte le attività del cervello. Gli indici di attività del cervello e di densità degli agenti e delle microstrutture della neurotrasmissione vengono tradotti in scale di colore. Mappa tensoriale della variabilità anatomica del cervello umano Risonanza magnetica funzionale che evidenzia le aree del cervello attive durante la risoluzione di un problema matematico Tomografia a emissione di singoli fotoni (SPECT) del cervello di un soggetto con diagnosi per depressione Autoradiografia del cervello di topo. I colori rosso e giallo evidenziano le regioni con maggiore concentrazione di recettori per il neurotra-smettitore serotonina 11 Studio sulla maturazione anatomica della materia grigia nella corteccia cerebrale dai cinque ai venti anni di età. Nella fila di immagini del cervello in basso, i colori indicano il volume della materia grigia, da un valore basso (blu) a uno alto (rosso). 5 anni 20 anni Il volume di materia grigia corrisponde alla quantità di neuroni. La maturazione della corteccia cerebrale produce soprattutto uno sfoltimento e una precisazione dei circuiti neuronali, quindi una diminuzione del volume di materia grigia. L’immagine dimostra dunque che la corteccia orbitale prefrontale, struttura centrale nel controllo cognitivo degli impulsi, matura tardivamente sviluppo del cervello maturazione delle emozioni Le diverse parti del cervello umano hanno differenti ritmi di maturazione. I sistemi cerebrali preposti al controllo dei parametri vitali e dei riflessi sono quelli che maturano prima. Seguono le strutture profonde, impulsive, del cervello emotivo; successivamente i centri e le vie che controllano e codificano psichicamente le percezioni e i movimenti volontari. Le aree funzionali che maturano per ultime e intorno ai venti anni di età, sono quelle della corteccia prefrontale. 5 anni percentuale di massima 100 80 60 Queste aree svolgono una funzione centrale nella elaborazione del comportamento adattativo e nel controllo cognitivo della tendenza a mettere in atto i comportamenti, anche pericolosi, associati a un’emozione, in particolare a un piacere immediato. > 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 20 anni Questa caratteristica dello sviluppo cerebrale chiarisce alcuni degli aspetti del comportamento degli adolescenti, come l’emotività, l’impulsività, la sottovalutazione dei rischi e la vulnerabilità alle sostanze psicoattive. proliferazione sinapsi eccitatorie prefrontali migrazione arborizzazione 40 20 mielinizzazione sinapsi inibitorie prefrontali 0 concepimento 0 5 10 15 20 25 Immagine che rappresenta l’evoluzione del volume di materia grigia nelle diverse parti della corteccia cerebrale, dai 5 ai 20 anni. I colori più scuri corrispondono a una perdita di volume che nel suo insieme indica sfoltimento e precisazione dei circuiti nervosi, maturazione cerebrale. Lo stesso studio dimostra che dai 10 ai 20 anni la corteccia prefrontale perde circa il 60% delle sinapsi eccitatorie; mentre nella stessa regione dai 15 agli oltre 25 anni matura più del 90% delle sinapsi inibitorie, quelle attraverso cui soprattutto si realizza il controllo cognitivo del comportamento A ANTICIPAZIONE DI RICOMPENSA soggetto giovane B Nucleo Accumbens soggetto adulto regione intraparietale sinistra A, B, C, D, indicano che il nucleo accumbens e la corteccia orbitale frontale rispondono in maniera proporzionale alla ricompensa. regione intraparietale sinistra RICOMPENSA soggetto giovane soggetto adulto Corteccia Orbitale Frontale Il cervello dei giovani è più sensibile alle ricompense. Così indica questo studio che dimostra la maggiore ampiezza delle attivazioni nel cervello dei giovani rispetto a quello degli adulti nei centri della ricompensa sia verso stimoli che anticipano la ricompensa che verso la ricompensa stessa 9 anni maschio 20 anni femmina Studio di risonanza magnetica funzionale sulle attivazioni cerebrali in corrispondenza di ricompense monetarie. C E, F dimostrano che negli adolescenti il nucleo accumbens risponde in maniera estremamente più elevata delle aree corticali, ciò spiegherebbe la più elevata sensibilità alle ricompense, anche pericolose, e l’impulsività nei giovani. D E 41 anni maschio Comparazione della forma e delle dimensioni del cervello in tre differenti età F 1 2 Nelle immagini 1 e 2 la PET evidenzia come il nucleo accumbens venga attivato da immagini che anticipano ricompense monetarie, alimentari, sessuali. 3 4 Nelle immagini 3 e 4 si evidenzia invece l’attivazione della corteccia prefrontale quando una tra le marche di beni preferiti viene vista o viene ricevuta una ricompensa guadagno sino a 4$ Nucleo Accumbens Risonanza magnetica funzionale che indica le parti del cervello attivate da stimoli che predicono una ricompensa monetaria A Area Ventrale Tegmentale NAcc AVT B 13 piacere e ricompensa dolore e punizione la natura ha posto l’umanità sotto il dominio di due padroni sovrani, il dolore e il piacere […] Essi ci governano in tutto quello che facciamo, in tutto quello che diciamo, in tutto quello che pensiamo Jeremy Bentham Le emozioni sono apparse nel corso dell’evoluzione per codificare gli stimoli biologicamente rilevanti, utili o dannosi alla sopravvivenza dell’individuo e della specie assegnando loro rispettivamente i toni affettivi del piacere e del dolore. Il piacere legato alla soddisfazione di un bisogno agirà come incentivo o ricompensa, portando l’organismo a ripetere le azioni legate al piacere quando si presentano condizioni simili a quelle in cui esso è stato vissuto. Al contrario, il dolore agirà come punizione e tenderà a innescare reazioni di fuga, evitamento al ripresentarsi degli stimoli associati. I marcatori affettivi del piacere e del dolore agiranno così come rinforzi nella strutturazione degli apprendimenti funzionali alla sopravvivenza dell’individuo e della specie, modulando le motivazioni, i desideri, le abitudini. A D VTA B L’area ventrale Tegmentale (VTA) è attivata dalla visione di immagini della persona amata. Quando attivata, la VTA invia impulsi eccitatori al nucleo accumbens, promuovendo la sensazione soggettiva della ricompensa VTA E I rinforzi positivi dipendono dal sistema di ricompensa cerebrale: l’insieme dei centri e delle vie nervose che usano la dopamina e gli oppioidi come neurotrasmettitori. Il nucleo accumbens sembra il perno di questo sistema. A B A B C La presenza di recettori per gli oppiodi nel nucleo accumbens e nel nucleo caudato, evidenziati in rosso e giallo nelle sezioni cerebrali, sembra l’elemento da cui dipende maggiormente la sensibilità al piacere e alla ricompensa negli individui e quindi anche la loro vulnerabilità alle sostanze psicoattive D C Attività funzionale nel cervello durante la visione di immagini con diverso valore emotivo. Lo studio indica che il nucleo accumbens e la corteccia mediale prefrontale si attivano alla visione di immagini erotiche e con comportamenti amorosi A B Schema dei centri e delle vie del cervello che usano la dopamina A - Setto B - Nucleo caudato C - Nucleo accumbens 14 A B Studio di risonanza magnetica funzionale delle attivazioni cerebrali correlate all’inibizione immediata di un’azione volontaria appena iniziata. La ricerca suggerisce che la corteccia fronto-mediana dorsale (aree colorate nelle sezioni cerebrali della fila A in alto) frena l’impulso all’azione Le emozioni legate al piacere evocano il desiderio, una tendenza ad agire, a finalizzare i comportamenti per ottenere la ricompensa, il piacere, appunto. Con lo sviluppo, l’educazione e le esperienze, questa tensione viene temperata da meccanismi cognitivi, la “ragione”, che rendono possibile il controllo volontario del comportamento, come l’inibizione dei desideri giudicati inappropriati o la pianificazione di comportamenti complessi per obiettivi a lungo termine. Il bilancio tra desideri e ragione, il calcolo in gioco nelle decisioni, sembra realizzarsi grazie alla costante interazione tra parti profonde (area ventrale tegmentale, nucleo accumbens, amigdala), dove pare codificata la tendenza al piacere immediato, e parti corticali del sistema di ricompensa cerebrale (corteccia orbito frontale, anteroventrale, cingolata anteriore), nelle quali invece vengono combinati apprendimenti, memorie, valutazioni cognitive degli stimoli interni e dell’ambiente esterno. Corteccia prefrontale La figura indica in rosso le parti della corteccia prefrontale che, secondo studi su pazienti con lesioni, sembrano le più coinvolte nel controllo volontario e cognitivo del comportamento: corteccia ventromediale, corteccia orbitofrontale emozioni, desiderio e ragione Corteccia orbitofrontale Nucleo Accumbens Amigdala Area Ventrale tegmentale Schema semplificato dei centri e delle connessioni cerebrali alla base dei processi motivazionali e decisionali in cui sono in gioco ricompense e piacere. Immagine di risonanza magnetica funzionale che evidenzia l’attivazione della corteccia orbitale prefrontale in corrispondenza della presentazione di uno stimolo che anticipa una ricompensa. Questa parte della corteccia prefrontale sembra implicata nell’apprendimento del comportamento funzionale all’ottenimento di ricompense e quindi nei processi decisionali Dalle aree corticali partono in generale segnali inibitori, mentre i centri profondi del sistema di ricompensa cerebrale tendono a evocare eccitazione e risposte impulsive In generale queste aree frontali della corteccia cerebrale sembrano inibire la tendenza alla soddisfazione immediata del desiderio, sembrano controllare cioè la tendenza a scaricare i relativi schemi comportamentali. Maggiore è l’interconnessione e l’interazione funzionale tra parti emotive profonde del sistema di ricompensa e corteccia, più fine ed efficace il controllo della pulsione verso il piacere immediato. Ciò suggerisce che per aumentare la modulazione degli impulsi emotivi sia necessario svilupparne una elaborazione cognitiva e consapevole. A B Riduzione delle attivazioni cerebrali correlate alla ricompensa in soggetti chiamati a scegliere tra un’azione compensata immediatamente e una ricompensa più alta ma posticipata: un dilemma tra “ragione” e “desiderio”. La figura A indica il grado di inibizione dell’attività del nucleo accumbens e la B dell’area ventrale tegmentale A “DESIDERIO RAGIONE DILEMMA” B C Successi comportamentali D Interazione negativa funzionale tra destra e sinistra Impulsività A e B: incremento della connettività negativa tra nucleo accumbens e corteccia prefrontale anteroventrale durante un dilemma tra ragione e desiderio. C: correlazione negativa tra capacità di controllare l’impulso alla soddisfazione immediata (il desiderio) e grado di interazione funzionale tra nucleo accumbens e corteccia prefrontale anteroventrale. D: correlazione positiva tra differenze nell’impulsività tra individui diversi e grado di accoppiamento funzionale tra nucleo accumbens e corteccia prefrontale anteroventrale. Maggiore cioè è la relazione funzionale tra corteccia prefrontale e nucleo accumbens, più sembrano elevate le capacità di controllo volontario del comportamento Studio di risonanza magnetica funzionale che mette in evidenza le aree che si attivano durante una decisione in cui è in gioco una ricompensa. Vengono comparate le attivazioni in diverse aree del cervello e per la decisione di agire (yes) e la decisione di non agire (no). Le attivazioni più significative vengono rilevate nell’area ventrale tegmentale (VTA), nella corteccia cingolata dorsale anteriore (dACC), nell’insula agranulare (agrIns) e nella corteccia mediale orbitofrontale, l’unica in cui si registrano attivazioni positive sia per il sì che per il no 15 Cingolato anteriore Cingolato posteriore Fronto-polare prefrontale mediano Prefrontale ventrale Giro temporale superiore Amigdala Ippocampo Lobo temporle Prefrontale dorsolaterale Prefrontale mediano Il tratto comune dei comportamenti antisociali che sembra caratterizzare gli individui violenti o taluni criminali abituali è l’incapacità di seguire le norme morali. Le ricerche di brain imaging sembrano suggerire che i comportamenti antisociali dipendano da disfunzioni in aree specifiche del cervello e in particolare nelle regioni coinvolte nella regolazione delle emozioni, come le regioni dorsale e ventrale della corteccia prefrontale, l’amigdala, l’ippocampo, la corteccia cingolata e il giro angolare. Le aree in verde indicano le parti del cervello attivate soltanto nelle decisioni morali le aree in rosso indicano le regioni del cervello disfunzionali soltanto negli individui antisociali Le aree in giallo indicano invece le regioni del cervello in gioco sia nelle decisioni morali che nei comportamenti antisociali Le aree del cervello maggiormente attivate in occasione di conflitti morali Aree cerebrali coinvolte nei giudizi morali personali ed impersonali. I dilemmi personali coinvolgono aree associate all’emozione e cognizione sociale: corteccia prefrontale mediale, cingolato posteriore e solco temporale superiore. I dilemmi impersonali coinvolgono aree cognitive e del ragionamento astratto: corteccia dorso laterale prefrontale e lobo parietale inferiore. emozioni e comportamenti morali Cosa ha da dirci il cervello sulla morale? È sbagliato torturare le persone? È sbagliato spingere una persona innocente sotto un treno per salvarne altre cinque? È sbagliato abbandonare una bambina ferita per strada perché sporcherebbe i sedili della nostra nuova auto? La maggior parte delle persone risponde di sì. Ma perché lo fa? La morale è il frutto di convenzioni sociali apprese o esiste una grammatica morale naturale e comune a tutti gli esseri umani? E perché sembra esistere un sostanziale accordo tra gli uomini circa i giudizi morali di base? Il pensiero filosofico e poi la psicologia hanno soprattutto suggerito che le valutazioni morali avvengono sulla base di principi e regole apprese. Le neuroscienze oggi sembrano invece indicarci che un ruolo fondamentale è svolto dalle nostre emozioni: i centri neurali delle emozioni si attivano quando giudichiamo dal punto di vista morale. Inoltre, risultano meno attivi in individui psicopatici, capaci di torture feroci verso gli altri senza alcun senso di colpevolezza e rimorso. La sfida futura è cercare di comprendere come i sistemi del ragionamento e quelli emotivi interagiscono l’uno con l’altro per produrre quei principi morali che condividiamo come esseri umani. Le strutture neurali della moralità e, quando disfunzionali, della psicopatia. A Risonanza magnetica funzionale che illustra le aree correlate all’esperienza soggettiva dell’ammirazione per la virtù (A), dell’ammirazione per abilità o competenze (B), della compassione per una condizione di disagio sociale (C), della compassione per il dolore fisico (D). B A - B in giallo: corteccia temporale superiore (STC); A - B in rosso: amigdala, centro delle emozioni; C - B in blu: corteccia prefrontale vetromediale (vmPFC), deputata a progettazione, attenzione, memoria di lavoro C Si noti l’attivazione dell’insula (in), della corteccia cingolata anteriore (ac) e dorsale posteriore (pc) in tutte le emozioni. Un dato molto interessante di questa ricerca è la dimostrazione dei tempi lenti di attivazione delle regioni da cui dipendono queste emozioni sociali, in particolare della capacità di riconoscere il disagio degli altri. Risposte neurali alle trasgressioni morali e alle azioni positive. H-il Questa caratteristica del cervello e delle emozioni sociali tende purtroppo a scontarsi con la velocità delle immagini, delle comunicazioni e delle informazioni della nostra era digitale. Una velocità che potrebbe ostacolare la piena esperienza ed elaborazione delle emozioni sociali e in particolare dell’empatia Le aree colorate, che corrispondono alla corteccia orbitofrontale (OFC) e giro frontale mediale, si attivano durante i giudizi morali. Queste regioni sono elementi centrali anche nel cervello emotivo e verosimilmente permettono agli esseri umani di collegare l’esperienza emotiva alle valutazioni morali L-il H-le H-il H-le L-le L-il L-le Sia l’amigdala che la corteccia prefrontale ventromediale mostrano aumento di attività in risposta a immagini di contenuto illegale ad alta intensità emotiva (H-il, ad es. scene di violenza interpersonale) e scene a contenuto legale ad alta intensità emotiva (H-le; es. scene di paracadutismo acrobatico) rispetto a scene illegali a bassa intensità emotiva (L-il; es. scene di danneggiamento di proprietà privata) e scene di contenuti legali a bassa intensità emotiva (L-le; es. suonare la chitarra)