la struttura organizzativa-gestionale

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TITOLO IV - LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA-GESTIONALE
Capo I - Aspetti generali
Art. 22
Art. 23
Art. 24
Art. 25
Art. 26
Art. 27
Art. 28
Art. 29
Art. 30
Art. 31
I principi generali
I criteri organizzativi
I Dipartimenti
I compiti e le attività del dipartimento
Le risorse del dipartimento
Il Direttore del Dipartimento
Il Comitato del Dipartimento
Gli uffici di coordinamento
Le strutture complesse
Le strutture semplici a valenza dipartimentale
Art. 32
Art. 33
Art. 34
Art. 35
Le strutture semplici
Gli uffici
I percorsi assistenziali
I gruppi di lavoro
Capo II - La Prevenzione
Art. 36
Art. 37
Art. 38
Art. 39
Art. 40
Art. 41
Art. 42
Art. 43
Art. 44
Art. 45
Art. 46
La prevenzione: principi generali
Il Dipartimento di Prevenzione
L’organizzazione del Dipartimento di Prevenzione
Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica
Il Servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione
Il Servizio di Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro
Il Servizio Veterinario - Area A: Sanità Animale
Il Servizio veterinario - Area B: Igiene della produzione, trasformazione,
commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e
loro derivati
Il Servizio veterinario – Area C: Igiene degli allevamenti e delle produzioni
zootecniche
Il Dipartimento della Prevenzione oncologica secondaria
La Direzione integrata della Prevenzione
Capo III – Il Territorio
Art. 47
Art. 48
Art. 49
Art. 50
Art. 51
Art. 52
Art. 53
Art. 54
Art. 55
Art. 56
Art. 57
Art. 58
Art. 59
L’organizzazione territoriale
Le attività territoriali
Il Distretto, le funzioni e le attività
I Dipartimenti e i Servizi territoriali
Le strutture semiresidenziali e residenziali a direzione aziendale
Le unità di valutazione
L'Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali
L'Ufficio di Coordinamento delle Attività Territoriali
Le funzioni del distretto
Le attività di distretto
I compiti e le attribuzione del Direttore di distretto
L’Assistenza primaria: i Gruppi di Cure Primarie
Servizi sanitari a rilevanza sociale
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Art. 60
Il Dipartimento di Salute Mentale
Art. 61
Il Dipartimento di Patologia delle Dipendenze
Capo IV - L’ Ospedale
Art. 62
Art. 63
Art. 64
Art. 65
Art. 66
Art. 67
Art. 68
Art. 69
Art. 70
Art. 71
I presidi ospedalieri dell'ASL TO5
I presidi ospedalieri accreditati
Le funzioni del direttore di presidio
L’ Ufficio di coordinamento dei presidi
Il Dipartimento dell'Urgenza-Emergenza
Il Dipartimento di Area Medica
Il Dipartimento di Area Chirurgica
Il Dipartimento Materno-infantile
Il Dipartimento della Post-Acuzie
Il Dipartimento dei Servizi ospedalieri
Capo V – Le Organizzazioni trasversali
Art. 72
Art. 73
Art. 74
Le funzioni trasversali
Il Servizio di Psicologia
Il Servizio Infermieristico, tecnico, della riabilitazione, della prevenzione e della
professione ostetrica
Capo VI – Le Strutture di supporto amministrativo
Art. 75
Art. 76
I principi generali
Il Dipartimento delle Risorse e della spesa
Capo VII – Le Strutture di Staff della Direzione Generale
Art. 77
Art. 78
Art. 79
Art. 80
I principi generali
Gli organi di staff del Direttore generale
Gli organi di staff del Direttore amministrativo
Gli organi di staff del Direttore sanitario
Capo VIII – Disciplina del conferimento degli incarichi
Art. 81
Art. 82
Art. 83
Art. 84
I principi generali per il conferimento degli incarichi
La tipologia degli incarichi
Le modalità di conferimento degli incarichi
Affidamento degli incarichi dirigenziali di cui all’art. 15 septies del Dlgs. 30
dicembre 1992, n. 502 e s.m. e i.
Capo IX – La libera professione intramuraria
Art. 85
La libera professione intramuraria
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Capo I – Aspetti generali
Art. 22 – I principi generali
Il criterio organizzativo generale adottato da ASL TO5 risiede nella distinzione fra le
funzioni di promozione, tutela e di prevenzione della salute della popolazione e la funzione
di cura rivolta ai singoli cittadini attraverso l’effettuazione di prestazioni sanitarie.
La funzione di promozione della salute consiste nel collaborare con le forze sociali ed
istituzionali per individuare e mettere in atto le iniziative più consone ad un determinato
territorio affinché lo stato di salute della popolazione in generale e del singolo individuo
venga sostenuto e migliorato mediante corretti comportamenti e stili di vita; tale funzione
sarà metodologicamente attivata attraverso il sostegno alla definizione dei Profili e piani di
salute.
La funzione di tutela sottende alla responsabilità rispetto ai bisogni sanitari della
persona/cittadino/paziente e alla garanzia dell’erogazione dei livelli di assistenza come
determinati dal livello nazionale, regionale e locale; tale funzione è collocata ed esercitata
dalla Direzione distrettuale.
La funzione di prevenzione attiene al complesso delle attività rivolte alla popolazione
finalizzate ad assicurare livelli più elevati di salute, a garantire e mantenere le buone
condizioni raggiunte, ad evitare o limitare fattori di rischio, ad individuare nei singoli individui
le malattie in fase precoce di insorgenza la cui evoluzione negativa può essere
favorevolmente influenzata da interventi sanitari.
La funzione di cura si esprime attraverso le attività e le prestazioni rivolte al singolo
cittadino che attengono alle prestazioni rese nei percorsi di diagnosi, di terapia e di
riabilitazione.
Le funzioni di promozione, tutela e prevenzione sono organizzate, seppure in modo non
esclusivo, dai servizi del Dipartimento di Prevenzione e, in parte, da quelli territoriali.
La funzione di cura è organizzata attraverso i servizi articolati nel territorio e
nell’ospedale.
Nell’ambito della necessità
- di corrispondere al meglio ai cambiamenti dei bisogni della popolazione;
- di corrispondere allo sviluppo professionale; tecnologico;
- di corrispondere alle indicazioni normative e di indirizzo regionale;
il quadro organizzativo individuato, per tutti i livelli descritti, potrà modificarsi per
- sviluppare al meglio le capacità produttive sia sul versante dell’efficacia sia su quello
dell’efficienza.
Art. 23 – I criteri organizzativi
Le strutture organizzative sono articolazioni aziendali, in cui si concentrano competenze
professionali e risorse (umane, tecnologiche e strumentali), finalizzate allo svolgimento di
funzioni di amministrazione, di programmazione, di committenza, o di produzione di
prestazioni e di servizi sanitari.
Le strutture organizzative si differenziano in relazione alla valenza strategica e alla
complessità.
La valenza strategica di una struttura organizzativa è determinata da più elementi:
• essere fattore innovativo nell’ambito aziendale;
• essere fattore di sviluppo per altri settori aziendali;
• essere fattore di attrazione di risorse.
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La complessità organizzativa di una struttura organizzativa è determinata da più
elementi:
• essere fattore di interelazione obbligato con istituzioni o organismi esterni all’azienda;
• essere fattore di integrazione tra più professionalità;
• essere fattore di presenza diffusa nel territorio aziendale;
• essere fattore di intervento in aree operative nuove;
• essere fattore di interelazione operativa con altre strutture;
• essere fattore di produzione monitorata;
• essere fattore di numerosa presenza di unità operative;
• essere fattore di gestione di tecnologie avanzate;
• essere fattore di costo per unità di prodotto elevata;
• essere fattore di produzione per unità operative elevata.
L’individuazione della struttura organizzativa aziendale avviene sulla base del quadro
complessivo risultante dalla convergenza delle seguenti variabili:
- il posizionamento strategico delle competenze professionali e delle risorse;
- il grado di priorità di azione relativo alle attività;
- la riconducibilità del sistema tecnico-professionale (competenze e conoscenze) a
discipline definite o a discipline inter-relazionate;
- la rilevanza, l’intensità, la frequenza dei rapporti istituzionali da intrattenere con
soggetti esterni all’azienda;
- Il grado di intersettorialità, di interdisciplinarietà ed interprofessionalità, che è
necessario governare per assicurare migliori livelli di efficacia, di efficienza e di
rendimento degli interventi;
- la rilevanza qualitativa e quantitativa delle risorse da allocare, monitorare,
organizzare e gestire;
- il livello di autonomia e di responsabilità, che è necessario assicurare per un
appropriato, efficace ed efficiente assolvimento della funzione.
Le strutture organizzative si distinguono in complesse e semplici, in relazione
all’intensità assunta dalle variabili citate e all’ampiezza degli ambiti di autonomia e di
responsabilità conferiti dall’azienda.
Le strutture semplici a loro volta si suddividono in strutture semplici quali articolazioni
interna di strutture complesse e strutture semplici a valenza dipartimentale.
La permanente coerenza della strutturazione organizzativa deve essere valutata
periodicamente considerando i fattori che hanno determinato la costituzione delle strutture
e i fattori innovativi.
L’organizzazione aziendale in dipartimenti, strutture complesse, strutture semplici
dipartimentali e strutture semplici rappresenta lo strumento con il quale l’ASL TO5
organizza le attività e, pertanto, l’articolazione organizzativa può modificarsi in relazione ai
cambiamenti che intervengono nel sistema sanitario determinati dalla trasformazione dei
bisogni assistenziali della popolazione, dall’innovazione tecnologica, dallo sviluppo
professionale e dai cambiamenti normativi.
Art. 24 - I Dipartimenti
Il Dipartimento è il modello organizzativo fondamentale dell'Azienda preposto alla
produzione dei servizi e delle prestazioni assistenziali ed all'organizzazione ed alla gestione
delle risorse necessarie, nonché alla realizzazione del governo clinico.
I Dipartimenti rappresentano il modello organizzativo più efficace per il raggiungimento
di una migliore tutela del paziente e una maggiore efficienza organizzativa per il
raggiungimento degli obiettivi fissati di volta in volta dalla Direzione Generale.
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L’organizzazione dipartimentale favorisce lo scambio di conoscenze tra professionisti
integrando discipline diverse per garantire l’adozione di azioni concordate ed integrate per
ottenere il migliore risultato in termini di efficacia ed efficienza possibili.
Il dipartimento è costituito da strutture omogenee, omologhe, affini o complementari, che
perseguono comuni finalità e sono quindi tra loro interdipendenti, pur mantenendo la
propria autonomia clinico-assistenziale o tecnico-amministrativa e responsabilità
professionale nell’ambito delle materie e delle attribuzioni di competenza.
Le strutture costituenti il dipartimento sono aggregate secondo una specifica tipologia
organizzativa e gestionale, volta a dare risposte unitarie, flessibili, tempestive, razionali e
complete rispetto agli specifici obiettivi assegnati.
A tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale, didattico, di ricerca,
etico ed economico.
Si distinguono diverse tipologie di dipartimenti:
- “strutturale”, che aggrega strutture aziendali con la finalità generale di razionalizzare,
in termini di efficacia ed efficienza ed economicità l’utilizzo delle risorse umane,
finanziarie e tecnologiche assegnate;
- “funzionale” che aggrega le strutture aziendali, con la finalità generale di ottimizzare i
percorsi assistenziali e garantire l’approccio multidisciplinare e la continuità delle
cure, con particolare riguardo alle patologie complesse, alle condizioni operative più
critiche, alle relazioni problematiche di settori.
I Dipartimenti, individuati nell’Atto aziendale, sono strutturali, fatti salvi i DipartimentI
dell’Urgenza-emergenza, in considerazione dello sviluppo progettuale avviato, e il
Dipartimento della Prevenzione Oncologica secondaria e Dipartimento di Patologia delle
Dipendenze.
Per un migliore raggiungimento degli obiettivi dipartimentali, la rigida definizione
della tipologia dipartimentale (strutturale o funzionale) potrebbe non corrispondere
efficacemente alla funzione delle strutture presenti nel Dipartimento e, pertanto, ogni
Dipartimento strutturale deve costruire e sviluppare i necessari collegamenti funzionali sia
internamente sia esternamente.
I Dipartimenti delle attività sanitarie possono essere costituiti da strutture complesse
appartenenti ad una o più delle aree in cui è suddivisa l’attività aziendale: prevenzione,
territorio e ospedale.
I Dipartimenti con attività e strutture appartenenti a più aree sono individuati all’interno
delle aree di attività prevalenti.
Il Dipartimento delle attività amministrative è costituito da strutture complesse
appartenenti all’area di supporto amministrativo.
Ogni singolo Dipartimento è finalizzato a perseguire specifici e determinati obiettivi al
quale concorrono le strutture complesse costituenti il Dipartimento.
La finalità dei Dipartimenti si esplica nello sviluppo e governo unitario delle prestazioni e
dei servizi e possono comprendere strutture e servizi dislocati in sedi erogative differenti al
fine di favorire l'integrazione e l'omogeneizzazione su scala aziendale dei processi di
produzione, erogazione, accesso ai servizi nonché la definizione di modalità operative
interne unitarie.
Le strutture e i servizi sono aggregate in dipartimenti secondo criteri di
interdipendenza/complementarietà nell'ambito dei processi assistenziali (specifici target di
popolazione, patologia/eziologia unificata) ovvero di affinità/omogeneità del sistema tecnico
di riferimento (dipartimento di specialità o di area assistenziale omogenea) o nel rispetto
della normativa regionale in materia.
L’azione e gli obiettivi che deve perseguire il Dipartimento risultano specifici e
differenziati rispetto a quelli delle strutture e servizi partecipanti sebbene risultino
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complementari, per tale motivo non tutte le attività organizzate dalle singole strutture
partecipano all’azione generale del Dipartimento.
Le strutture complesse presenti nel Dipartimento perseguono e sostengono gli obiettivi
dipartimentali ma debbono, nel caso in cui la loro specifica attività non sia finalizzata
totalmente al raggiungimento degli obiettivi dipartimentali, sviluppare azioni di raccordo e di
integrazione sia strutturale sia funzionale con altri Dipartimenti o strutture complesse.
Per garantire un maggior sviluppo dell’integrazione e delle scelte di programmazione
delle attività di strutture specialistiche omogenee presenti in un Dipartimento in numero di 2
o 3 è possibile identificare (nel caso in cui il Direttore di Dipartimento appartenga ad altra
specialità) un coordinatore delle specialità omogenee che rappresenta l’interlocutore
dell’area professionale omogenea sia per la Direzione Dipartimentale sia per la Direzione
Generale.
La funzione di coordinatore delle specialità omogenee non prefigura una specifica
struttura organizzativa.
I Dipartimenti hanno specifica autonomia tecnico-professionale e gestionale, nei limiti
degli obiettivi assegnati e delle risorse attribuite ed operano secondo il piano annuale di
attività, gestendo le risorse loro assegnate.
Gli obiettivi generali che si intendono perseguire attraverso la realizzazione
dell'organizzazione dipartimentale sono:
1. un governo unitario dell’assistenza;
2. il governo clinico delle attività dei servizi sanitari;
3. il coordinamento e l’integrazione delle attività delle strutture facenti parti del
dipartimento;
4. il coordinamento e la razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane, tecnologiche
e strutturali, dei materiali di consumo e dei servizi intermedi;
5. il miglioramento della qualità delle prestazioni erogate, del livello di umanizzazione
delle strutture dell'efficienza gestionale, dell'efficienza gestionale;
6. la gestione delle risorse attribuite rispetto agli obiettivi dipartimentali;
7. il monitoraggio sui processi produttivi in modo da mettere in luce scostamenti critici
rispetto agli obiettivi da perseguire e alla gestione economico finanziaria;
8. il miglioramento e l’integrazione dell’attività di formazione e aggiornamento;
9. il coordinamento, la razionalizzazione e lo sviluppo dei percorsi diagnostici e
terapeutici e di quelli volti a garantire la continuità assistenziale all’interno e
all’esterno dei Dipartimenti;
10. la predisposizione di linee guida, protocolli e percorsi assistenziali basati sulle
migliori evidenze cliniche con la definizione dei livelli qualitativi e quantitativi delle
prestazioni;
11. l’adozione del metodo di lavoro interdisciplinare, della ricerca e del confronto
professionale;
12. l’adozione di tutte le modalità organizzative che, a parità di qualità dei risultati
ottenuti rispetto alla salute dell’utente, consentano una minor permanenza in
ospedale del paziente;
13. la riduzione delle liste d’attesa perseguendo interventi di appropriatezza e di
selezione temporale di risposta o priorità cliniche;
14. la garanzia di flussi informativi per la comunicazione istituzionale interna ed esterna
in collaborazione con gli uffici competenti.
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Ogni Dipartimento viene istituito per perseguire al meglio gli obiettivi specifici di cui è
responsabilizzato il Direttore del Dipartimento in collaborazione con i Direttori delle strutture
presenti nel Dipartimento.
Gli obiettivi specifici dipartimentali non esauriscono, in genere, tutta l’attività delle
singole strutture dipartimentali; conseguentemente i Direttori delle strutture afferenti ad un
Dipartimento rimangono direttamente responsabili delle attività e delle risorse che non
afferiscono agli obiettivi specifici dipartimentali.
Per le attività delle strutture complesse che non sono riconducibili alle specifiche finalità
del Dipartimento di appartenenza ma a quelle di altro Dipartimento, sarà cura del Direttore
della struttura complessa promuovere raccordi ed integrazioni con il diverso Dipartimento.
L’attività dei Dipartimenti e le modalità in cui si esplicano danno attuazione e
garantiscono il governo cinico attraverso il coinvolgimento dei professionisti.
Art. 25 – I compiti e le attività del dipartimento
Le funzioni di natura generale a cui deve adempiere il Dipartimento in relazione alla sua
natura e agli obiettivi specifici per cui è stato costituito sono:
•
coordinamento ed integrazione delle attività organizzate nelle strutture dipartimentali;
•
gestione delle risorse comuni;
•
formazione e aggiornamento;
•
didattica;
•
ricerca;
•
educazione ed informazione sanitaria;
•
verifica della qualità;
•
organizzazione rapporti con l'utenza.
Le attività attraverso le quali il Dipartimento espleta le funzioni anzidette sono:
•
definizione del piano annuale delle attività;
•
gestione delle risorse assegnate al Dipartimento;
•
valutazione e verifica della qualità delle attività effettuate;
•
coordinamento con i servizi extradipartimentali;
•
studio, applicazione e verifica di linee guida, protocolli e procedure sulla base di
evidenze scientifiche per sviluppare una migliore qualità delle prestazioni rese;
•
sviluppo integrato del sistema informativo attraverso il collegamento informatico
all'interno del Dipartimento, tra i Dipartimenti e con l’esterno, allo scopo di consentire
l'interscambio di informazioni ed immagini, l'archiviazione unificata e centralizzata dei
dati, nonché l'utilizzazione della telematica quale fattore di crescita professionale e
miglioramento dei servizi resi;
•
individuazione e promozione di nuove attività o di nuovi modelli operativi nello
specifico campo di competenza;
•
pianificazione dei processi formativi e di aggiornamento rispetto ai piani e allo
sviluppo delle attività.
Il Dipartimento organizza momenti permanenti o temporanei di interrelazione con altri
Dipartimenti su ambiti di funzioni comuni o su aspetti specifici che richiedono l’integrazione
di strutture appartenenti a Dipartimenti diversi.
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Art. 26 – Le risorse del dipartimento
Al Dipartimento sono assegnate le risorse (umane-tecnologiche-strutturali-economiche)
in relazione agli obiettivi che deve affrontare.
E’ compito del Direttore del Dipartimento procedere all’individuazione specifica per
l’operatore della sede-i e/o del territorio in cui viene esercitata l’attività.
I Dirigenti medici sono assegnati alle rispettive strutture complesse di riferimento.
Il Direttore del Dipartimento è responsabile delle risorse assegnate al Dipartimento oltre
a quelle assegnate alla propria struttura complessa.
Per ogni Dipartimento viene assegnato il budget specifico costituito dai costi delle
risorse disponibili relazionati ai consumi necessari all’effettuazione delle attività individuate.
Sono parte integrante del budget eventuali finanziamenti per programmi e progetti
dipartimentali, per attività di formazione ed aggiornamento, didattica e ricerca.
Il Direttore Generale, con riferimento alla pianificazione aziendale, concorda con i
Direttori di Dipartimento, di Distretto e di Presidio i programmi e i progetti annuali di attività
e la definizione delle risorse necessarie.
Il Direttore del dipartimento, a sua volta, articola al suo interno il budget assegnato,
destinando specifiche risorse alle strutture presenti nel Dipartimento, dopo aver concordato,
con i rispettivi Direttori, i programmi e i piani di attività annuali delle singole strutture
nell'ambito degli obiettivi programmati dal Dipartimento
Art. 27 - Il Direttore del Dipartimento
Il Direttore del Dipartimento rispetto agli specifici obiettivi da perseguire svolge le
seguenti funzioni:
a. predisposizione della proposta di Piano di Attività Annuale, in relazione all'utilizzo
delle risorse disponibili;
b. negoziazione con la Direzione Generale del budget;
c. gestione del Dipartimento, garantendo lo sviluppo delle decisioni condivise nel
Comitato di Dipartimento;
d. promozione delle verifiche di qualità, secondo il modello discusso ed individuato con
il Comitato di Dipartimento;
e. verifica nello svolgimento delle attività del rispetto delle indicazioni generali definiti
dal Comitato di Dipartimento;
f. rappresentanza del Dipartimento nei rapporti con il Direttore Generale, il Direttore
Amministrativo, il Direttore Sanitario, il Direttore del Presidio e con organismi esterni,
ove sia previsto che il Dipartimento operi in coordinamento o collegamento con gli
stessi;
g. gestione delle risorse attribuite al Dipartimento secondo le indicazioni condivise nel
Comitato di Dipartimento;
h. promozione degli organismi dipartimentali per ricercare la partecipazione e il
coinvolgimento delle componenti professionali e operative alle strategie aziendali;
i. garanzia del “governo clinico” e dell’ effettiva partecipazione dei professionisti agli
obiettivi di “continuità assistenziale” e di “integrazione” tra i servizi.
Il Direttore Sanitario e il Direttore Amministrativo, per le rispettive aree di competenza,
fanno da riferimento alle strutture presenti nel Dipartimento nel momento in cui la posizione
organizzativa non risulta coperta al termine dell’incarico: tale condizione ha carattere di
transitorietà ed eccezionalità ed è relativa a condizioni specifiche che si possono
determinare.
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Art. 28 - Il Comitato del Dipartimento
Il Comitato del dipartimento è costituito dai Direttori delle strutture complesse e dai
Responsabili delle strutture semplici a valenza dipartimentale.
E’, altresì, componente del Comitato del Dipartimento un coordinatore in
rappresentanza delle professioni del comparto presenti nel Dipartimento.
Sono invitati a partecipare alle sedute, in relazione all’ordine del giorno, senza diritto di
voto:
a) i responsabili di strutture semplici facenti parte di strutture complesse appartenenti al
dipartimento stesso;
b) i responsabili di strutture, complesse o semplici, anche non appartenenti al dipartimento,
ma con essi interagenti;
c) i referenti o una loro specifica rappresentanza delle equipe territoriali dei medici di
medicina generale; dei pediatri di libera scelta e delle branche specialistiche dei medici
convenzionati;
d) i rappresentanti di enti, associazioni e categorie professionali che interagiscono con il
dipartimento.
La partecipazione alle sedute del Comitato del Dipartimento dei soggetti di cui al punto
precedente è decisa di volta in volta dal Direttore di dipartimento in relazione ai punti
all’ordine del giorno in discussione.
E’ facoltà del Direttore del dipartimento invitare alle riunioni del Comitato del
Dipartimento i Dirigenti e gli operatori che possono contribuire utilmente alla discussione di
specifici punti all’ordine del giorno.
Il Comitato del Dipartimento elabora proposte in ordine a:
a) modalità organizzative del Dipartimento;
b) programmazione annuale delle attività dipartimentali e relativi obiettivi;
c) indicazioni sul razionale utilizzo del personale assegnato al dipartimento nell'ottica
della integrazione dipartimentale;
d) programmazione della gestione delle risorse sia umane che economiche assegnate
al dipartimento;
e) valutazione dei fabbisogni di risorse di personale e strumentali, con definizione delle
priorità;
f) gestione del "budget" assegnato al dipartimento;
g) definizione dei modelli per la verifica e la valutazione della qualità dell'assistenza
fornita;
h) piani di aggiornamento e riqualificazione del personale, programmazione e
coordinamento delle attività didattiche, di ricerca scientifica e di educazione sanitaria.
Il Comitato di dipartimento inoltre:
a) esprime il parere sulla proposta di istituzione di strutture semplici;
b) valuta e propone l'eventuale inserimento di altre strutture nel dipartimento;
c) adotta linee guida utili per il più corretto indirizzo diagnostico terapeutico;
d) valuta ogni altro argomento sottopostogli dal Direttore del dipartimento o dai dirigenti
delle strutture che lo costituiscono in relazione a problemi od eventi di particolare
importanza.
Entro 6 mesi dalla data di adozione dell’Atto aziendale è approvato il nuovo
Regolamento dell’ASL TO5 che disciplina l'organizzazione e le modalità di funzionamento
del Comitato del Dipartimento.
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Art. 29 – Gli Uffici di coordinamento
Sono costituiti gli Uffici di Coordinamento delle Attività Territoriali e dei Presidi
ospedalieri gestiti rispettivamente da uno dei Direttori di Distretto e da uno dei Direttori di
Presidio Ospedaliero.
Tali uffici hanno il compito di:
- garantire processi omogenei nell’organizzazione delle attività;
- stimolare processi di integrazione tra i distretti e tra i presidi ospedalieri;
- supportare l’azione di commissioni istituzionali con valenza sovradistrettuale o
interospedaliera;
- essere riferimento di attività a valenza territoriale o interospedaliera.
Art. 30 – Le strutture complesse
Le strutture complesse costituiscono articolazioni organizzative finalizzate all’erogazione
di prestazioni, attività e servizi caratterizzati da una omogeneità specialistica o
professionale.
La struttura complessa dispone di proprie risorse umane, tecniche e finanziarie
specificatamente assegnate fatte salve le risorse assegnate a livello dipartimentale.
Le strutture complesse omogenee da un punto di vista specialistico devono
caratterizzarsi per una elevata integrazione delle risorse umane, strutturali, tecnologiche ed
economiche.
Le strutture complesse sanitarie devono corrispondere a quelle indicate dalla normativa
riguardanti i requisiti di accesso alle discipline ministeriali di cui al D.M. 30 gennaio 1998 e
s.m.i..
Le strutture organizzative complesse sono quelle che:
- esercitano funzioni ed organizzano settori di attività o ambiti individuati come
prioritari dalla programmazione regionale o locale;
- risultano economicamente rilevanti in relazione alle risorse da allocare;
- assicurano funzioni di produzione di prestazioni o di servizi che mobilitano un volume
di risorse qualitativamente e quantitativamente significativo;
- esercitano funzioni di rilievo nel supporto alla direzione aziendale e riguardano
attività prioritariamente connesse con la pianificazione e con la crescita organizzativa
dell’azienda;
- governano processi professionali ad elevata complessità ed integrazione,
trasversalmente a diverse strutture dell’azienda.
Art. 31 – Le strutture semplici a valenza dipartimentale
Le strutture semplici a valenza dipartimentale sono articolazioni organizzative con
specifiche responsabilità di gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie che vengono
costituite limitatamente:
- all’esercizio di funzioni sanitarie strettamente riconducibili alle discipline ministeriali di
cui al D.M. 30 gennaio 1998 e s.m.i. la cui complessità organizzativa non giustifica
l’attivazione di strutture complesse;
- al fine di organizzare e gestire strutture, tecnologie utilizzate da diverse professionisti
appartenenti a strutture complesse diverse;
- al fine di ricomporre attività o servizi la cui organizzazione nelle singole strutture
complesse risulterebbe inefficiente.
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Art. 32 – Le strutture semplici
Le strutture semplici costituiscono di norma articolazioni organizzative interne delle
strutture complesse o di staff alle quali è attribuita responsabilità ed autonomia nella
gestione di risorse umane, tecniche e/o finanziarie necessarie all’assolvimento delle
funzioni attribuite.
In generale, sono semplici le strutture organizzative che:
• assicurano attività riconducibili ad una linea di produzione chiaramente individuabile
nell’ambito di quella della struttura complessa di riferimento;
• sono contrassegnate da una struttura di produzione con significativo valore
economico, in termini sia di tecnologie utilizzate, sia di risorse umane assegnate.
Art. 33 - Gli Uffici
Gli Uffici rappresentano la struttura organizzativa minima aziendale per l’esercizio di
attività definite e caratterizzate da diversi gradi di complessità.
Le attività degli uffici possono essere, di norma, individuate:
1 quali strutture posizionate a livello dello staff della Direzione aziendale;
2 quali strutture di coordinamento territoriale e ospedaliero.
Può essere responsabilizzato nella gestione degli uffici personale di ruolo non
dirigenziale.
Art. 34 – I percorsi assistenziali
L’organizzazione dei percorsi assistenziali rappresenta la base sulla quale si sviluppa
l’integrazione e la continuità assistenziale tra i diversi livelli di assistenza (assistenza
collettiva, territoriale e ospedaliera), per assicurare:
• l’appropriatezza delle prestazioni;
• il coordinamento delle attività;
• la continuità dell'assistenziale nei servizi sanitari che vede nella costruzione della
centrale operativa aziendale lo snodo operativo del rapporto tra l’ospedale e il
territorio;
• l’integrazione con i servizi sociali e socio-assistenziali che vede negli sportelli di
accesso unici uno dei fattori favorenti;
• l'accesso e l'erogazione delle prestazioni socio-sanitarie in tempi adeguati;
• l’efficienza gestionale;
• il monitoraggio dell’attività per poter valutare i risultati clinici ed organizzativi;
• la
compliance
del
paziente
condividendone
le
scelte
assistenziali
responsabilizzandolo alla gestione della malattia.
I percorsi assistenziali vengono avviati formalmente sulla base di indirizzi generali
individuando un operatore di riferimento che sovrintende alla loro organizzazione ed
implementazione.
Il riferimento individuato rispetto alle caratteristiche aziendali del percorso risponderà del
proprio operato
•
al Direttore del Dipartimento di prevenzione per i percorsi a valenza preventiva;
•
al Responsabile dell’Ufficio di coordinamento delle attività territoriali per i percorsi
assistenziali a valenza territoriale;
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•
al Responsabile dell’Ufficio di coordinamento dei Presidi ospedalieri per i percorsi
assistenziali a valenza ospedaliera;
•
al Direttore Sanitario per i percorsi assistenziali territorio-ospedale-territorio.
Il riferimento individuato rispetto alle caratteristiche territoriali o specifiche
professionali del percorso risponderà del proprio operato
- al Direttore della Struttura complessa del Dipartimento di Prevenzione
- al Direttore di Distretto;
- al Direttore del singolo Presidio ospedaliero;
- al Direttore del Dipartimento.
Art. 35 – I Gruppi di lavoro
I Gruppi di lavoro costituiscono una modalità organizzativa per affrontare problemi
gestionali, per valutare le scelte operative più appropriate, per individuare le modalità più
opportune per superare criticità gestionali.
I Gruppi di lavoro sono caratterizzati dalla compresenza di multiprofessionalità
appartenenti a discipline diverse e rappresentano, in genere, momenti di interelazione tra
strutture organizzative diverse.
I Gruppi di lavoro sono formalmente costituiti dalla Direzione Generale (su proposta dei
Direttori di Dipartimento, Distretto o Presidio ospedaliero o su iniziativa autonoma della
Direzione Generale) che ne definisce
- l’ambito del problema da affrontare;
- i componenti;
- il coordinatore;
- il tempo di lavoro.
Il coordinatore relazionerà al termine del lavoro sui risultati dello stesso e sulla
partecipazione e sui contributi forniti dai singoli componenti.
Capo II – La Prevenzione
Art. 36 – La prevenzione: principi generali
In coerenza con quanto previsto dal P.S.S.R. 2007/2010, Capo 3, l’ASL TO5 riafferma il
primato della prevenzione intesa come il complesso delle azioni rivolte a promuovere e
tutelare la salute tramite:
- lo sviluppo delle capacità individuali e sociali atte a garantire stili di vita e
comportamenti adeguati a migliorare le proprie condizioni di salute;
- l’identificazione e la rimozione delle condizioni di rischio negli ambienti di vita e di
lavoro;
- la valorizzazione dei fattori protettivi;
- l’organizzazione di interventi di diagnosi precoce sulla popolazione.
L’attività di prevenzione si esplica, in particolar modo, negli interventi diretti sulla
popolazione agendo sui problemi di salute più diffusi rispetto ai quali gli interventi messi in
atto garantiscano, sulla base delle conoscenze scientifiche, l’efficacia delle azioni.
Gli interventi di prevenzione sulla popolazione si esplicano con progetti di lavoro che
attraverso il coinvolgimento degli interessati garantiscano il seguente percorso “logico”:
______________________________________________________________________ 11
_________________________________________________________________________
-
analisi della situazione epidemiologica locale per la rilevazione dei bisogni di salute
anche attraverso le istanze sociali presenti nel territorio;
- definizione delle priorità di intervento in termini di diffusione, gravità e possibilità di
intervenire positivamente sugli eventi morbosi;
- formulazione e proposta di progetti correttivi o migliorativi delle condizioni di salute
attraverso il coinvolgimento sia delle strutture aziendali sia di quelle esterne che
possono contribuire positivamente al superamento dei problemi evidenziati;
- monitoraggio nella fase attuativa dei progetti e verifica dei risultati ottenuti.
Per motivi storici e normativi una parte dell’azione di prevenzione trova la sua
evidenziazione anche attraverso l’organizzazione della funzione di vigilanza e di controllo
che per risultare maggiormente efficace deve essere integrata da momenti di informazione, aggiornamento e formazione nei riguardi dei soggetti sottoposti agli interventi
di controllo e di vigilanza.
L’attività di prevenzione è esercitata direttamente tramite i Dipartimenti di Prevenzione
primaria e di Prevenzione secondaria che partecipano anche alle iniziative di prevenzione
che possono attuare tutte le articolazioni con modalità ed impegno differenziati rispetto ai
progetti di intervento.
Per favorire l’integrazione e il governo unitario della prevenzione è prevista la
costituzione di una Direzione unica per la prevenzione secondo le linee di indirizzo indicate
dalla Regione.
Art. 37 - Il Dipartimento di Prevenzione
E' istituito il Dipartimento di Prevenzione dell'ASL TO5.
Il Dipartimento di Prevenzione promuove azioni volte a individuare e rimuovere le cause
di nocività e malattie di origine ambientale, naturale e antropica, mediante iniziative
coordinate con i Distretti, con i Dipartimenti e le strutture dell'ASL TO5, prevedendo il
coinvolgimento di operatori di diverse discipline e la partecipazione dei cittadini, dei gruppi
sociali e dell’organizzazione sociale della Comunità.
Il Dipartimento di Prevenzione garantisce le seguenti funzioni di prevenzione collettiva e
sanità pubblica:
a) profilassi delle malattie infettive e parassitarie;
b) tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita anche con riferimento
agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali;
c) tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli
ambienti di lavoro;
d) sanità pubblica veterinaria;
e) tutela igienico-sanitaria degli alimenti;
f) sorveglianza e prevenzione nutrizionale;
g) sorveglianza epidemiologica;
h) vigilanza sulla corretta applicazione delle norme ed efficace contrasto degli illeciti;
i) promozione e tutela della salute della popolazione mediante l’informazione, la
formazione e l’educazione dei cittadini/lavoratori su tutti i fattori di nocività più
significativi presenti in ambiente di vita e di lavoro.
Art. 38 – L’organizzazione del Dipartimento di Prevenzione
Fanno parte del Dipartimento di Prevenzione le seguenti strutture complesse:
______________________________________________________________________ 12
_________________________________________________________________________
1
2
3
4
Servizio di Igiene e Sanità Pubblica
Servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione
Servizio di Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro
Servizio Veterinario suddiviso nelle tre aree di cui ognuna è una struttura complessa:
- Area A: Sanità Animale
- Area B: Igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione,
conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati;
- Area C: Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche.
Sono istituiti tre gruppi di lavoro intradipartimentali:
a) Gruppo di lavoro di ricerca e documentazione sulla sicurezza alimentare (CeIRSA);
b) Gruppo di lavoro promozione e sviluppo Profili e piani di salute (Peps);
c) Gruppo di lavoro “Progetto per la sicurezza alimentare” (Dgr 21-8732 del 5-5-08)
La funzione di medicina sportiva viene espletata in staff alla Direzione dipartimentale al
fine di valorizzare tale attività in senso preventivo e di tutela della salute coordinandola con
le azioni sviluppate all’interno del Dipartimento.
Nell’ambito del coordinamento dei servizi veterinari è istituito il Nucleo ispettivo
veterinario interarea.
Le funzioni, i compiti e le relazioni dei Gruppi di lavoro e del Nucleo ispettivo veterinario
interarea saranno oggetto di specifico atto della Direzione generale.
Art. 39 – Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica
La struttura complessa Igiene e Sanità Pubblica svolge le seguenti funzioni:
a. Epidemiologia e profilassi delle malattie infettive
•
Profilassi e prevenzione malattie infettive
•
Immuno profilassi età evolutiva e età adulta
•
Profilassi delle patologie dei viaggiatori
b. Prevenzione delle malattie non infettive
•
Prevenzione delle patologie neoplastiche
•
Prevenzione delle malattie cronico degenerative
•
Prevenzione degli incidenti domestici e da traffico
•
Medicina della età evolutiva
c. Igiene urbana, ambientale e polizia mortuaria
•
Valutazione dei rischi di origine ambientale
•
Igiene urbana e dell'abitato
•
Balneazione
•
Radioprotezione
•
Vigilanza su sepolture e trasporti;
d. Verifica regolamenti comunali di igiene
Art. 40 – Il Servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione
La struttura complessa Igiene degli alimenti e della nutrizione svolge le seguenti
funzioni:
a. Igiene degli alimenti e delle bevande
•
Attività preliminare alla attivazione imprese alimentari
•
Controllo prodotti alimentari
•
Controllo requisiti strutture delle imprese alimentari
•
Controllo di focolai epidemici a genesi alimentari
•
Tutela delle acque
•
Sorveglianza prodotti fitosanitari
______________________________________________________________________ 13
_________________________________________________________________________
Ispettorato micologico
b. Igiene della nutrizione
•
Sorveglianza nutrizionale
•
Consulenza dietetica per fasce a rischio
•
Nutrizione collettiva
•
Dietetica preventiva
•
Art. 41 – Il Servizio di Prevenzione e sicurezza degli ambienti di
lavoro
La struttura complessa Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro svolge le
seguenti funzioni:
a. Medicina del lavoro
•
Sorveglianza sulle malattie professionali
•
Prestazioni sanitarie su particolari categorie di lavoratori
•
Attività in materia di ricorsi sull’idoneità lavorativa
•
Promozione della qualità degli accertamenti sanitari
•
Valutazione epidemiologico-statistica dei fattori di nocività nei luoghi di lavoro
•
Promozione della salute nei luoghi di lavoro
b. Igiene del lavoro
•
Monitoraggio e valutazione dei fattori di rischio negli ambienti di lavoro
•
Pareri ed autorizzazioni insediamenti produttivi
c. Sicurezza ed impiantistica
•
Sorveglianza sugli infortuni sul lavoro
•
Controllo sulla sicurezza dei luoghi di lavoro
•
Vigilanza sui cantieri mobili e temporanei
Art. 42 – Il Servizio Veterinario - Area A: Sanità Animale
La struttura complessa Servizio veterinario – Area A: sanità animale svolge le seguenti
funzioni:
a. Sanità animale profilassi
•
Ufficio anagrafe zootecnica
•
Profilassi malattie infettive e diffusive degli animali
•
Attuazione piani di controllo ed eradicazione
•
Gestione dei focolai di malattie infettive ed abbattimenti coatti
b. Igiene urbana
•
Anagrafe canina
•
Prevenzione del randagismo
•
Profilassi antirabbica
•
Indagini in occasione di focolai epidemici a carattere zoonosico
•
Controllo degli animali sinantropi e profilassi delle malattie esotiche
c. Sorveglianza epidemiologica della popolazione animale
•
Epidemiologia delle patologie degli animali allevati
•
Certificazione delle cause di morte
•
Sorveglianza animali selvatici
•
Vigilanza sul trasporto e commercializzazione degli animali
•
Controllo import - export
•
Vigilanza su fiere, mercati, stalle di sosta e concentrazione animali
______________________________________________________________________ 14
_________________________________________________________________________
Art. 43 – Il Servizio veterinario - Area B: Igiene della produzione,
trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli
alimenti di origine animale e loro derivati.
La struttura complessa Servizio veterinario - Area B: Igiene della produzione,
trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine
animale e loro derivati svolge le seguenti funzioni:
a. Igiene della produzione
•
Ispezione degli animali nei macelli
•
Rilevazione epidemiologica delle lesioni anatomo-patologiche
•
Vigilanza nei mercati ittici e nelle pescherie
•
Certificazioni sanitarie
•
Istruttoria autorizzativa sugli stabilimenti di produzione
•
Monitoraggio della TSE
b. Igiene della trasformazione, conservazione, commercializzazione e trasporto
•
Controllo delle materie prime
•
Validazione dei piani di autocontrollo
•
Autorizzazione e controlli sulle imprese
•
Indagini conseguenti a focolai epidemici
•
Repressioni delle frodi sanitarie e commerciali
•
Igiene delle produzioni lattiero casearie
c. Igiene della somministrazione
•
Vigilanza nelle attività di ristorazione
•
Vigilanza sulle attività di ristorazione collettiva
•
Monitoraggio delle tossinfezioni alimentari
•
Repressioni delle frodi sanitarie e commerciali
•
Controllo degli agriturismi
•
Controllo delle gelaterie
Art. 44 – Il Servizio veterinario - Area C - Igiene degli allevamenti e delle
produzioni zootecniche
La struttura complessa Servizio veterinario - Area C - Igiene degli allevamenti e delle
produzioni zootecniche svolge le seguenti funzioni:
a.
Igiene zootecnica
•
Igienicità delle strutture
•
Tecniche di allevamento
•
Impatto ambientale delle aziende zootecniche
Trattamenti auxinici illeciti ed impropri
•
Rifiuti di origine animale
•
Igiene della produzione del latte e delle uova
•
Igiene della produzione degli apiari
•
Igiene della ittiocoltura
b. Alimentazione e farmaco
•
Produzione, commercio ed impiego dei mangimi
•
Nutrizione animale
•
Farmaco vigilanza e farmaco sorveglianza
•
Monitoraggio della filiera alimentare in relazione alle componenti O.G.M.
•
Vigilanza sulla filiera della zootecnica biologica
•
______________________________________________________________________ 15
_________________________________________________________________________
c. Benessere animale
•
Modalità di allevamento e monitoraggio delle tecnopatie da management
zootecnico
•
Riproduzione animale naturale, artificiale ed embriotransfert
•
Trasporti degli animali
•
Sperimentazione animale
•
Manifestazioni sportive e ricreative
•
Repressione dei maltrattamenti animali
Art. 45 – Il Dipartimento della Prevenzione oncologica secondaria
E’ istituito il Dipartimento della Prevenzione oncologica secondaria al quale è affidata la
gestione dell’organizzazione dei programmi di screening inerenti la diagnosi precoce dei
tumori: collo utero, mammella e retto-colon.
Il Dipartimento della prevenzione oncologica secondaria svolge la sua funzione
attraverso:
- una struttura operativa interna: Unità di Valutazione e Organizzazione degli Screening
(UVOS).
- gli interventi funzionali delle strutture aziendali, organizzati nel Comitato tecnicoscientifico, che concorre per le proprie specifiche competenze alla realizzazione dei
programmi di screening:
* Ufficio di coordinamento territoriale;
* Ufficio di coordinamento presidi ospedalieri;
* 2 rappresentanti dei medici di medicina generale individuati tra i componenti degli
Uffici di coordinamento distrettuale;
* Consultori materno-infantili Carmagnola, Chieri, Moncalieri e Nichelino;
* Ostetricia e ginecologia di Carmagnola, Chieri, Moncalieri;
* Anatomia patologica;
* Radiologia di Carmagnola, Chieri e Moncalieri;
* Chirurgia generale di Carmagnola, Chieri e Moncalieri;
* Oncologia.
La struttura operativa interna (Uvos) è dotata di personale proprio a cui compete le
seguenti funzioni :
¾ gestione delle risorse economiche assegnate coerentemente con la pianificazione
delle attività
¾ individuazione e selezione della popolazione obiettivo
¾ organizzazione degli inviti, dei solleciti e dei richiami della popolazione obiettivo
¾ gestione e organizzazione del Centralino/Call Center
¾ programmazione della saturazione della disponibilità dei centri d’esecuzione
¾ verifica dell’adesione al primo e al secondo livello ed ai trattamenti
¾ gestione dei rapporti con i MMG e produzione degli elenchi annuali delle donne
sottoposte a screening per MMG da inviare all’ASL
¾ rendicontazione e relazione annuale di attività
¾ organizzazione e gestione della segreteria del Comitato tecnico-Scientifico
¾ monitoraggio degli indicatori di attività e di valutazione
Il Comitato Tecnico-Scientifico è strumento tecnico del Direttore del Dipartimento di
prevenzione secondaria dei tumori ed è composto dai Responsabili delle strutture
organizzative afferenti al Dipartimento.
______________________________________________________________________ 16
_________________________________________________________________________
Al Comitato tecnico-scientifico competono le decisioni circa la conduzione tecnicaoperativa e sanitaria del programma di screening.
Alla Direzione dipartimentale sono affidate oltre le risorse umane, strumentali,
tecnologiche e finanziarie necessarie ad assolvere alle specifiche funzioni dell’Uvos, anche
le risorse economiche necessarie a garantire l’effettuazione degli interventi di diagnosi
precoce alla popolazione dell’ASL TO5.
Annualmente il Direttore del Dipartimento della Prevenzione oncologica secondaria e i
Direttori delle strutture facenti parte del Dipartimento stipulano uno specifico accordo che
individua le prestazioni che ogni struttura garantirà per il perseguimento degli obiettivi
annuali.
Le risorse finanziarie messe a disposizione coprono i costi sostenuti
- per l’organizzazione interna (Uvos);
- per il contributo delle singole strutture dipartimentali;
- per le prestazioni effettuate da strutture extraaziendali.
Art. 46 – La Direzione integrata della prevenzione
Il profilo giuridico-amministrativo e le competenze del Direttore della prevenzione
saranno successivamente definiti in base alle indicazioni regionali contenute nei documenti
di programmazione attuativi del Piano socio-sanitario regionale.
Capo III – Il Territorio
Art. 47 – L’organizzazione territoriale
L’organizzazione sanitaria territoriale è chiamata a dare un importante contributo per il
grado di diffusione e penetrazione dei servizi di primo contatto con il cittadino.
L’ASLTO5 assicura, attraverso l’organizzazione territoriale, le specifiche attività
sanitarie, le attività sanitarie a rilievo sociale e le prestazioni sociali ad elevata integrazione
sanitaria.
Le attività da garantire nel territorio si riferiscono alle indicazioni derivanti dalla
normativa nazionale (LEA); regionale (PSSR 07-10); locale (Piano attuativo locale, Piano di
zona).
L’ambito territoriale ottimale per la gestione del sistema integrato degli interventi sanitari
e di quelli socio-assistenziali è il Distretto con una popolazione di almeno 70.000 abitanti.
Lo stesso ambito territoriale deve corrispondere alla competenza dell’Ente gestore dei
servizi socio-assistenziali onde poter garantire processi di integrazione istituzionale più
efficaci, in ottemperanza a quanto prescritto dall’art. 22, comma 1, della Legge Regionale
n.18 del 06/08/2007.
Gli ambiti territoriali ottimali sono definiti sulla base delle caratteristiche geomorfologiche
e socioeconomiche delle singole zone e delle peculiarità dei bisogni delle zone medesime,
fermo restando il principio generale della coincidenza con gli ambiti territoriali di gestione
dei servizi socio-assistenziali.
Il territorio dell’ASL TO5 è suddiviso in 4 Distretti: Carmagnola, Chieri, Moncalieri e
Nichelino.
I 4 Distretti dell'ASL TO5 sono costituiti quali strutture complesse, ai sensi della DGR
n.59-6349 del 05/07/2007.
I Distretti svolgono funzioni diversificate:
a) di rappresentanza verso Amministrazioni ed Enti;
______________________________________________________________________ 17
_________________________________________________________________________
b) di riferimento per la popolazione e le organizzazioni sociali presenti nel territorio;
c) di gestione diretta di alcune delle attività organizzate nel territorio;
d) di coordinamento del complesso delle attività territoriali assolvendo in ciò anche la
funzione di riferimento per la continuità assistenziale territorio-ospedale-territorio.
L’intensità e la capacità di cura si deve conformare ai bisogni differenziati e spesso
complessi che presentano i cittadini, articolando le risposte organizzate attraverso livelli di
assistenza di diversa complessità:
• individuale: è rappresentato dal livello di intervento che nasce, si sviluppa e si
completa nell’incontro tra il cittadino e il singolo professionista (es. medico di medicina
generale, pediatra di libera scelta) che ha una assoluta rilevanza ed elevatissima
frequenza ed è sostenuto dal rapporto fiduciale che si instaura tra cittadino e
professionista;
• integrazione: è rappresentato dal livello di integrazione determinato dalla correlazione
tra il singolo professionista (medico di medicina generale e pediatra di libera scelta)
con uno o più operatori (es. infermiere, assistente tutelare, assistenza sociale) che
interagiscono nello stesso contesto assistenziale (ambulatoriale o domiciliare);
• coordinamento: è rappresentato dall’azione di sostegno di interventi (assistenza
farmaceutica, integrativa e protesica) necessari a garantire il buon esito delle decisioni
assunte dai livelli precedenti;
• relazione: è rappresentato dal collegamento operativo tra i servizi di assistenza
primaria ad accesso diretto (Sert, Dipartimenti di salute mentale, Consultori,
Neuropsichiatria infantile,etc.) e i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta
che, per le specifiche problematiche a prolungato contatto, necessita di realizzare una
stabile e costruttiva reazione biunivoca per corrispondere al meglio alle esigenze delle
persone indipendentemente dal luogo di accesso che prediligono;
• professionale-organizzativo: è rappresentato dalla relazione con l’assistenza
specialistica-ospedaliera – che si instaura a fronte di problemi clinico-assistenziali, che
necessitano di approfondimenti, valutazioni e confronti professionali ripetuti nel tempo
per calibrare adeguatamente le prestazioni all’evolversi del quadro clinicoassistenziale delle condizioni del paziente e del contesto ambientale che sorregge la
malattia nel territorio.
Art. 48 - Le attività territoriali
I livelli assistenziali territoriali (DPCM 29-1-2001) da garantire nel territorio sono:
A. Assistenza sanitaria di base
1 - medicina di base in forma ambulatoriale e domiciliare
2 - continuità assistenziale notturna e festiva;
B. Attività di emergenza sanitaria territoriale
C. Assistenza farmaceutica erogata attraverso le farmacie territoriali
D. Assistenza integrativa
1 - fornitura di prodotti dietetici a categorie particolari
2 - fornitura di presidi sanitari ai soggetti affetti da diabete mellito
E. Assistenza specialistica ambulatoriale
F. Assistenza protesica
G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare
1 - assistenza programmata a domicilio (assistenza domiciliare integrata, assistenza
programmata domiciliare, comprese le varie forme di assistenza infermieristica
territoriale)
______________________________________________________________________ 18
_________________________________________________________________________
2 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle donne, alle coppie e alle famiglie a
tutela della maternità, per la procreazione responsabile e l'interruzione della
gravidanza
3 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con problemi psichiatrici e
alle loro famiglie
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con disabilità
fisica, psichica e sensoriale
5 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone dipendenti da sostanze
stupefacenti o psicotrope o da alcool
6 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta a pazienti nella fase terminale
7 - attività sanitaria e sociosanitaria ricolta alle persone con infezione da HIV
H. Assistenza territoriale residenziale e semi-residenziale
1 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone anziane non autosufficienti
2 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone dipendenti da
sostanze stupefacenti o psicotrope o da alcool
3 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con problemi psichiatrici
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con disabilità
fisica, psichica e sensoriale
5 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta a pazienti nella fase terminale
6 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con infezione da HIV
I. Assistenza termale
E’ organizzata a livello territoriale anche il livello assistenziale compreso nel DPCM 291-2001 nell’Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro:
G. Servizio medico-legale
L’organizzazione delle prestazioni relative alle attività da garantire nel territorio avviene
direttamente attraverso i Distretti, i Dipartimenti e i Servizi territoriali.
Art. 49 – Il Distretto, le funzioni e le attività
Il Distretto è l’articolazione territoriale dell’Azienda che
* supporta e sostiene l’azione delle Amministrazioni Locali per la definizione del profilo
di salute della popolazione, per l’identificazione delle priorità, per il monitoraggio e la
valutazione dei servizi;
* promuove processi di partecipazione alla tutela delle condizioni di salute della
popolazione;
* garantisce l’accessibilità ai servizi;
* gestisce direttamente alcuni livelli assistenziali territoriali;
* coordina il complesso delle attività territoriali;
* interloquisce con l’area ospedaliera per i processi di continuità assistenziale biunivoca.
Nell’ambito dell’organizzazione aziendale il Distretto è un centro di responsabilità con
autonomia gestionale ed economica nell’ambito degli indirizzi aziendali.
I singoli Distretti gestiscono direttamente i seguenti livelli assistenziali elencati all’art. 48:
A. Assistenza sanitaria di base
1 - medicina di base in forma ambulatoriale e domiciliare
2 - continuità assistenziale notturna e festiva;
D. Assistenza integrativa
1 - fornitura di prodotti dietetici a categorie particolari
2 - fornitura di presidi sanitari ai soggetti affetti da diabete mellito
E. Assistenza specialistica ambulatoriale
F. Assistenza protesica
G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare
______________________________________________________________________ 19
_________________________________________________________________________
1 - assistenza programmata a domicilio (assistenza domiciliare integrata, assistenza
programmata domiciliare, comprese le varie forme di assistenza infermieristica
territoriale);
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con disabilità
fisica, (psichica) e sensoriale
6 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta a pazienti nella fase terminale
H. Assistenza territoriale residenziale e semi-residenziale
1 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone anziane non autosufficienti
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con disabilità
fisica, (psichica) e sensoriale
5 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta a pazienti nella fase terminale
I. Assistenza termale
Da un punto di vista organizzativo i livelli assistenziali gestiti dai Distretti sono aggregati
nelle seguenti aree operative:
- accesso e tutela del cittadino: garantisce l’inserimento nel Servizio sanitario regionale,
la scelta e revoca del medico di fiducia, le procedure di accessibilità ai livelli specialistici
e di maggiore complessità; le procedure per l’erogazione dell’assistenza integrativa e
protesi.
Fanno riferimento a quest’area operativa i seguenti livelli assistenziali:
D. Assistenza integrativa
1 - fornitura di prodotti dietetici a categorie particolari
2 - fornitura di presidi sanitari ai soggetti affetti da diabete mellito
F. Assistenza protesica
I. Assistenza termale
- relazione con i convenzionati: garantisce, regola e monitorizza l’attività svolta dai
medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta, dai medici della continuità
assistenziale e dai medici specialisti ambulatoriali. In quest’area operativa è
compresa l’attività svolta dal Centro ISI.
Fanno riferimento a quest’area operativa i seguenti livelli assistenziali:
A. Assistenza sanitaria di base
1 - medicina di base in forma ambulatoriale e domiciliare
2 - continuità assistenziale notturna e festiva;
E. Assistenza specialistica ambulatoriale
- assistenza domiciliare: garantisce l’organizzazione e la gestione dell’assistenza
domiciliare nelle diverse forme e per le diverse condizioni. In quest’area operativa è
compresa anche l’attività ambulatoriale infermieristica.
Fanno riferimento a quest’area operativa i seguenti livelli assistenziali:
G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare
1 - assistenza programmata a domicilio (assistenza domiciliare integrata,
assistenza programmata domiciliare, comprese le varie forme di assistenza
infermieristica territoriale)
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con disabilità
fisica, (psichica) e sensoriale
6 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta a pazienti nella fase terminale
- assistenza semiresidenziale e residenziale: garantisce le procedure inerenti
l’accessibilità alla semiresidenzialità e residenzialità, il monitoraggio degli
inserimenti per le condizioni di anziani non-autosufficienti, disabili e terminalità. In
quest’area operativa è compresa anche la gestione della struttura Residenziale
Latour.
______________________________________________________________________ 20
_________________________________________________________________________
Fanno riferimento a quest’area operativa i seguenti livelli assistenziali:
H. Assistenza territoriale residenziale e semi-residenziale
1 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone anziane non
autosufficienti;
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con
disabilità fisica, (psichica) e sensoriale;
5 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta a pazienti nella fase terminale.
Per le quattro aree operative (accesso e tutela del cittadino - relazione con i
convenzionati - assistenza domiciliare - assistenza semiresidenziale e residenziale) viene
individuata una figura di riferimento aziendale per garantire procedure di accessibilità, e di
erogazione delle prestazioni omogenee a livello aziendale.
Il riferimento dell’area operativa “accesso e tutela del cittadino) è individuato tra il
personale amministrativo operante nell’ambito dei Distretti.
I riferimenti delle aree operative “relazione con i convenzionati”, “assistenza domiciliare”
e “assistenza semiresidenziale e residenziale” sono individuati tra i Direttori di Distretto e i
Dirigenti presenti nell’attività di Distretto.
I Distretti garantiscono oltre i livelli assistenziali descritti
• i rapporti con le Amministrazioni locali, in particolare per
 l’attività di supporto ai Comuni e al Comitato dei Sindaci per la costruzione dei
profili e piani di salute;
 la vigilanza e il monitoraggio dell’attività distrettuale;
 la valutazione dei servizi;
• i rapporti con i Consorzi socio-assistenziali, in particolare per
 la partecipazione del Distretto e dei Servizi aziendali ai processi di
programmazione socio-assistenziale;
 la definizione della programmazione annuale degli interventi;
 la definizione di specifici progetti integrati;
 la regolazione dei rapporti economico-finanziari;
 la definizione di procedure di integrazione;
 il monitoraggio e la valutazione dei processi di integrazione;
• i rapporti con le articolazioni della società (scuole, società sportive, organizzazioni
religiose,etc) per
 individuare programmi di attività per la promozione, informazione, formazione ed
educazione alla salute;
 definire progetti di intervento;
 sostenere l’accessibilità delle fasce deboli della comunità;
 promuovere la partecipazione ai processi di programmazione e valutazione;
• i rapporti con la popolazione, il volontariato e le espressioni di rappresentanza
sociale quali le organizzazioni sindacali per
 garantire le relazioni tra la persona/il cittadino/il paziente e i professionisti/i servizi
aziendali;
 sostenere l’azione del volontariato
 promuovere la partecipazione ai processi di programmazione e valutazione;
• il coordinamento complessivo delle attività territoriali e il riferimento per l’area
ospedaliera nello sviluppo della continuità assistenziale territorio-ospedale-territorio.
Art. 50 – I Dipartimenti e i Servizi territoriali
Le attività territoriali sono organizzate e gestite, oltre che dal Distretto, anche dai
Dipartimenti e dai Servizi che garantiscono aziendalmente specifici livelli assistenziali
territoriali con riferimento all’art. 48:
______________________________________________________________________ 21
_________________________________________________________________________
Il Dipartimento delle patologie da dipendenza garantisce:
G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare
5 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone dipendenti da
sostanze stupefacenti o psicotrope o da alcool
7 - attività sanitaria e sociosanitaria ricolta alle persone con infezione da HIV
H. Assistenza territoriale residenziale e semi-residenziale
2 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone dipendenti
da sostanze stupefacenti o psicotrope o da alcool
6 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con infezione da HIV
Il Dipartimento della salute mentale, attraverso le articolazioni dei Centri di salute
mentale, garantisce:
G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare
3 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con problemi
psichiatrici e alle loro famiglie
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con
disabilità (fisica), psichica e (sensoriale)
H. Assistenza territoriale residenziale e semi-residenziale
3 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con problemi
psichiatrici
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con
disabilità (fisica), psichica e (sensoriale).
In questo livello assistenziale è compresa anche la gestione diretta della Comunità
terapeutica di tipo B di Trofarello.
Il Dipartimento materno infantile, attraverso l’organizzazione consultoriale e il servizio di
neuro-psichiatria infantile, garantisce:
G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare
2 - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle donne, alle coppie e alle
famiglie a tutela della maternità, per la procreazione responsabile e
l'interruzione della gravidanza
Il Servizio farmaceutico territoriale garantisce:
C. Assistenza farmaceutica erogata attraverso le farmacie territoriali
La S.C. Farmaceutica territoriale si rapporterà con la S.C. Farmaceutica ospedaliera per
sviluppare processi funzionali comuni che possano garantire l’ ottimizzazione delle risorse ,
delle procedure e degli spazi.
Il Dipartimento della post-acuzie, attraverso i Servizi di recupero e rieducazione
funzionale garantiscono:
G. Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con
disabilità fisica,….e sensoriale
H. Assistenza territoriale residenziale e semi-residenziale
4 - attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con
disabilità fisica, ….. e sensoriale
Il Servizio di psicologia partecipa all’erogazione delle attività territoriali attraverso la
presenza dei propri professionisti all’interno delle strutture operative indicate.
All’UCAT fanno riferimento tutte le attività e gli organismi territoriali a valenza aziendale
comprese le unità di valutazione multidimensionali a valenza pluriprofessionali.
Art. 51 – Le strutture semiresidenziali e residenziali a direzione aziendale
Nell’ambito delle attività territoriali dirette dall’ASL TO 5 sono comprese la Residenza
Latour di Moncalieri e la Comunità Terapeutica di tipo B di Trofarello.
______________________________________________________________________ 22
_________________________________________________________________________
La Residenza Latour è una struttura rivolta ad assistere anziani non autosufficienti.
L’attività è caratterizzata da interventi a carattere semiresidenziale (Centro Diurno
Alzheimer) e residenziali.
L’attività residenziale si differenzia sia per gli inserimenti a carattere temporaneo
(ricoveri di sollievo, continuità assistenziale) sia per quelli definitivi.
La direzione della struttura è a carico del Distretto di Moncalieri.
La Comunità terapeutica di tipo B denominata “La palma” è una struttura rivolta ad
assistere persone con problematiche di natura psichica.
L’attività è caratterizzata da interventi a carattere semiresidenziale e residenziale.
La direzione della struttura è a carico del Dipartimento di Salute Mentale.
Art. 52 – Le Unità di Valutazione
L’approfondimento della valutazione delle condizioni di elevata complessità necessita di
organizzare in Unità di Valutazione professionisti di discipline e con competenze
diversificate sia sanitarie sia socio-assistenziali onde individuare la risposta più appropriata
rispetto alle condizioni della persona.
Da un punto di vista metodologico le Unità di Valutazione non sono strutturate per
valutare un’unica modalità di risposta assistenziale (es. residenzialità) ma rappresentano
per il cittadino il riferimento al quale presentare la propria condizione che, esaminata,
congiuntamente all’interessato ed eventualmente dall’ambiente famigliare, produrrà le
indicazioni delle risposte assistenziali necessarie per la costruzione del Progetto
assistenziale.
Da un punto di vista organizzativo l’accessibilità alle Unità di Valutazione avviene nei
punti più decentrati del sistema di accoglienza (gruppi di cure primarie, sportelli unici
sanitari e socio-assistenziali, distretti) che valutata la complessità della condizione può
rispondere direttamente per le condizioni più semplici o procedere all’approfondimento
valutativo per le condizioni di maggiore complessità.
Le valutazioni a livello decentrato e più semplici rispetto alle condizioni del paziente
debbono avere, comunque, garantita la compresenza di professionisti sanitari e socioassistenziali (es. medico curante, infermiera e assistente sociale).
Le valutazioni sia quelle più semplici sia quelle più complesse si concludono con
l’indicazione delle tipologie assistenziali individuate e, se ciò è previsto, con la suddivisione
degli impegni finanziari tra l’ASL TO 5 e il Consorzio socio-assistenziale.
La composizione delle Unità di Valutazione è determinata dalle caratteristiche della
condizione della persona.
L’organizzazione delle Unità di Valutazione, le modalità operative e le procedure
saranno definite in uno specifico Regolamento che sarà approvato entro 6 mesi
dall’adozione del presente Atto aziendale.
Art. 53 - L'Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali
Ai sensi dell'art. 3 sexies del decreto leg.vo 229/99, è costituito presso ognuno dei 4
distretti l'Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali (UCAD), con funzioni propositive
e tecnico-consultive, nonché di interrelazione funzionale e tecnico-operativa rispetto alla
rete dei servizi e delle attività distrettuali.
L'UCAD è così costituito:
υ
Direttore di distretto con la funzione di Presidente;
υ
un rappresentante dei medici di medicina generale;
______________________________________________________________________ 23
_________________________________________________________________________
υ
un rappresentante dei pediatri di libera scelta;
un rappresentante dei medici specialisti ambulatoriali convenzionati operanti nel
distretto;
υ
un farmacista titolare o direttore di farmacia convenzionata con il SSN;
υ
un coordinatore rappresentante delle professioni sanitarie presenti nel distretto.
L'UCAD è integrato, per le materie afferenti
• all'area socio sanitaria dal Direttore del Consorzio dei servizi socio-assistenziali;
• alle attività non direttamente gestite dal Distretto dal Direttore del Dipartimento o
della struttura complessa o da loro delegato.
Competono all’UCAD le seguenti funzioni di supporto e proposta al Direttore di distretto
nelle seguenti materie:
1. elaborazione della proposta annuale dell Programma delle attività distrettuali;
2. coordinamento funzionale, operativo e gestionale delle attività dell’Asl TO5 effettuate
nel distretto;
3. coordinamento tecnico-operativo tra le attività dell'A.S.L.TO5 e quelle svolte dal
Consorzio socio-assistenziale;
4. sviluppo dell'analisi del fabbisogno di salute della popolazione;
5. elaborazione di innovazioni operative;
6. monitoraggio e valutazione del complesso delle attività distrettuali;
7. distribuzione delle risorse assegnate al Distretto;
8. indicazioni relative ai cambiamenti ed innovazioni gestionali.
υ
Art. 54 - L'Ufficio di Coordinamento delle Attività Territoriali
La suddivisione territoriale dell’ASL TO5 in quattro distretti necessita della istituzione di
un momento di coordinamento strutturato aziendale facente capo ad un Direttore di
Distretto con la funzione di sviluppare metodologie di accesso ai servizi, procedure
operative condivise, percorsi assistenziali trasversali tra le strutture operative e
l’organizzazione distrettuale al fine di garantire equità nell’erogazione delle attività e
omogeneità territoriale.
Al coordinamento partecipano:
a) i Direttori dei Distretti;
b) i riferimenti delle aree operative territoriali:
- accesso e tutela del cittadino;
- relazione con i convenzionati;
- assistenza domiciliare;
- assistenza semiresidenziale e residenziale
c) i responsabili delle seguenti attività territoriali:
•
farmaceutica territoriale;
•
medicina legale;
•
dipartimento materno-infantile (consultori-neuropsichiatria infantile);
•
dipartimento salute mentale (centri salute mentale);
•
dipartimento patologie delle dipendenze;
•
dipartimento della post-acuzie;
•
servizio di psicologia;
d) i riferimenti delle attività convenzionate:
* medicina generale;
* pediatria di libera scelta;
______________________________________________________________________ 24
_________________________________________________________________________
* continuità assistenziale;
* specialisti ambulatoriali;
* farmacie territoriali;
L'UCAT è integrato per le tematiche afferenti
• all’area socio-assistenziale dai Direttori dei Consorzi socio-assistenziali presenti
nell’ASL TO5;
• alle relazioni con i Presidi ospedalieri dal coordinatore dell’Ufficio di Coordinamento
dei Presidi Ospedalieri;
• a specifiche aree specialistiche dal Direttore di dipartimento o della struttura
complessa interessata.
All’UCAT fanno riferimento tutte le attività e gli organismi territoriali a valenza aziendale
comprese le Unità di Valutazione Multidimensionali a valenza pluriprofessionale (geriatria,
handicap, alzheimer, etc).
L’attività di valutazione da un punto di vista organizzativo è orientata
• ad accogliere l’espressione della domanda a livello più decentrato (gruppi di cure
primarie, distretti);
• ad effettuare una iniziale valutazione
- che può individuare al livello decentrato la risposta più adeguata;
- che presenta al livello più centrale (UCAT) le condizioni di maggiori complessità.
L’UCAT è il riferimento organizzativo centrale nel quale le Unità di valutazione:
- valutano ed indirizzano le condizioni di maggiore complessità alle risposte più
adeguate;
- svolgono un’azione di riferimento e di indirizzo per le articolazioni operative
periferiche.
L’Ufficio di coordinamento territoriale rappresenta il riferimento per la funzione
ospedaliera intra ed extra aziendale, ed, a questo fine, è organizzata a livello aziendale una
struttura di riferimento organizzativo (Centrale Operativa della Continuità Assistenziale) per
garantire, in particolar modo, i processi di continuità assistenziale derivanti dalle dimissioni
ospedaliere, interne ed esterne all’Asl TO 5, che necessitano di continuità assistenziale in
regime di domiciliarità o di residenzialità.
Competono all’UCAT le seguenti funzioni:
1. elaborazione della proposta annuale del Programma delle attività territoriali;
2. indicazioni sugli aspetti di maggiore criticità delle attività territoriali inerenti le
difformità connesse all’ equità nella distribuzione, erogazione e accessibilità delle
prestazioni;
3. elaborazione dei programmi di attività annuali di integrazione con i Consorzi socioassistenziali;
4. indicazioni sul fabbisogno di salute della popolazione;
5. monitoraggio e valutazione del complesso delle attività territoriali.
Art. 55 – Le funzioni del distretto
Il Distretto governa la domanda di salute della popolazione, assicurando direttamente
parte delle attività coordinandosi con le altre attività territoriali garantendo le interrelazioni e
i percorsi assistenziali degli altri livelli operativi.
In particolare tali finalità sono garantite attraverso:
- il governo della domanda di servizi mediante la valutazione sistematica dei bisogni
della popolazione di riferimento;
______________________________________________________________________ 25
_________________________________________________________________________
-
il programma delle attività territoriali;
la definizione dei servizi necessari per rispondere ai bisogni della popolazione;
il coordinamento delle attività del territorio;
i percorsi di continuità assistenziale con la funzione ospedaliera;
l’equità dell’accessibilità, della tempestività, dell’ appropriatezza e della continuità
delle cure;
la promozione della comunicazione nei confronti dei cittadini;
la valutazione dell’efficacia degli interventi.
Sono inoltre assegnate ai Distretti le seguenti funzioni:
a) riferimento e relazione con le Amministrazioni del territorio (Comuni e Consorzio
socio-assistenziale);
b) riferimento e relazione con le istituzioni del territorio quali ad esempio scuole, centri
per l’impiego, tribunali;
c) riferimento e relazione con le organizzazioni sociali del territorio;
d) organizzazione e gestione delle attività di
•
accesso e garanzia dei diritti del cittadino;
•
relazioni funzionali con medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e
continuità assistenziale e specialisti ambulatoriali;
•
cure domiciliari;
•
semi e residenzialità;
e) coordinamento delle attività territoriali proprie del Distretto con le attività gestite dai
Servizi e Dipartimenti:
•
farmaceutica territoriale;
•
medicina legale;
•
materno-infantile;
•
salute mentale;
•
dipendenze.
Limitatamente agli aspetti di integrazione e di coordinamento funzionale, si determina un
rapporto di sovra-ordinazione del Direttore di Distretto nei confronti dei Direttori di
Dipartimento operanti nel territorio e delle Strutture complesse non facenti parte di
Dipartimenti.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con i Direttori dei Distretti.
Art. 56 – Le attività del distretto
Il Distretto garantisce l'erogazione delle prestazioni relative alle seguenti attività:
1. assistenza sanitaria di base, che comprende la medicina generale, la pediatria di
libera scelta ed il servizio di continuità assistenziale (guardia medica);
2. assistenza specialistica ambulatoriale;
3. attività e progetti d'intervento per le cure domiciliari;
4. attività finalizzate a garantire il diritto del cittadino all'accesso ai servizi sanitari
(iscrizione al SSN, scelta e revoca del medico di base e del pediatra di libera scelta,
prenotazioni attività specialistiche, accettazione domande assistenza integrativa,
ecc.);
______________________________________________________________________ 26
_________________________________________________________________________
5. assistenza sanitaria all'estero ed assistenza ai cittadini non residenti, con domicilio
sanitario nell'ambito territoriale del Distretto;
6. attività di tutela della salute collettiva, in coordinamento con il Dipartimento di
prevenzione;
7. attività consultoriali per la tutela della salute dell'infanzia, della donna e della
famiglia, integrate con quelle ospedaliere e con la rete delle cure primarie (medici di
medicina generale e pediatri di libera scelta);
8. attività sanitarie e sanitarie a rilievo sociale rivolte agli anziani, ai disabili, al disagio
psichico ed alle dipendenze patologiche compresa l'assistenza residenziale e
semiresidenziale;
9. integrazione operativa tra servizi sanitari e tra questi ed i servizi socio-assistenziali
degli enti locali per quanto attiene agli interventi nei settori materno-infantile,
dell'assistenza nei confronti degli anziani, dei disabili, dei non autosufficienti,
dell'assistenza ai tossicodipendenti, ai malati psichiatrici e della vigilanza sulle
strutture residenziali e semiresidenziali.
Art. 57 – I compiti e le attribuzioni del Direttore di distretto
Il Direttore del Distretto si configura come
- il "garante" nei confronti del cittadino delle attività erogate nel Distretto;
- il “riferimento” aziendale per le Amministrazioni pubbliche, degli Enti, delle
articolazioni rappresentative della società, dei cittadini;
- il “responsabile” della realizzazione nel proprio territorio degli indirizzi strategici della
Direzione Generale dell'ASL TO5;
- il “gestore” delle risorse delle attività di diretta competenza;
- il “coordinatore” del complesso delle attività distrettuali;
- il “riferimento” per le problematiche connesse all’erogazione delle prestazioni nel
distretto.
Il Direttore di distretto promuove, sul territorio di competenza e nell'ambito della
programmazione distrettuale, la rete delle risposte sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e
private accreditate, interfacciandosi con il sistema aziendale e, se necessario, con il
sistema extra-aziendale per poter corrispondere al meglio ai bisogni di assistenza primaria
della popolazione.
Il Direttore del Distretto è responsabile dello svolgimento delle seguenti funzioni:
1. nei processi assistenziali, garantisce le relazioni che si instaurano tra i medici, i
servizi di supporto, gli altri livelli assistenziali presenti nel territorio, il sistema
ospedaliero, i servizi di prevenzione;
2. nei processi organizzativi, rappresenta nei confronti dei soggetti interni aziendali, ed
esterni (soggetti istituzionali, volontariato, scuola), il riferimento locale per le attività
del distretto;
3. nei processi gestionali, rappresenta il riferimento per:
• l’analisi dei bisogni, le indicazioni di priorità, la definizione degli obiettivi della
programmazione dell’ASL TO5;
• l’identificazione delle risorse;
• la distribuzione delle risorse;
• il controllo gestionale sulle attività erogate nel distretto e sull’impiego razionale
delle risorse;
______________________________________________________________________ 27
_________________________________________________________________________
4. nelle relazioni esterne, rappresenta il riferimento per le Amministrazioni locali e per i
Consorzi dei servizi socio-assistenziali;
5. nei confronti della popolazione e delle organizzazioni di volontariato è il riferimento
locale;
6. monitoraggio dei dati di attività e dei risultati conseguiti in termini qualitativi e
quantitativi ai fini della descrizione dell'attività svolta, delle risorse impiegate, dei
relativi costi e ricavi nell'ambito della relazione annuale di Distretto, che deve essere
predisposta, a consuntivo, quale parte integrante della relazione dell’ ASL TO5;
7. gestione del rapporto con i soggetti e strutture accreditate;
8. organizzazione e coordinamento della rete di servizi distrettuali;
9. elaborazione della proposta relativa al Programma delle Attività Territoriali da portare
alla valutazione del Comitato dei Sindaci del Distretto per quanto riguarda, in
particolare, le attività integrate a carattere socio-sanitarie.
Per gli aspetti inerenti il coordinamento delle attività territoriali il Direttore di Distretto ha
un ruolo sovraordinato rispetto agli altri Direttori di Dipartimento e dei Servizi territoriali.
Art. 58 - L'Assistenza primaria: i Gruppi di Cure Primarie
Lo sviluppo dell’assistenza primaria, con particolare attenzione alle malattie croniche,
necessita di modelli gestionali che sviluppino capacità di iniziativa, di confronto
professionale, di lavoro di equipe pluriprofessionale, di elevata capacità organizzativa.
Le indicazioni programmatorie del Piano sanitario regionale 07-10 individuano nello
sviluppo di una rete di Gruppi di Cure Primarie (GCP) che assistono 10-15.000 abitanti in
un territorio ben definito la risposta della gestione dell’assistenza primaria.
I GCP devono garantire:
•
la presenza pluriprofessionale: medico di medicina generale, pediatra di libera scelta,
infermiere professionale, operatore dei servizi sociali e amministrativo;
•
condivisione di impostazioni di lavoro basato sul lavoro di equipe;
•
relazioni operative strutturate con gli altri livelli del sistema territoriale ed ospedaliero di
erogazione delle prestazioni;
•
“visibilità” nei confronti del cittadino attraverso l’individuazione di una sede comune del
GCP nella quale è possibile l’erogazione di prestazioni di natura sanitaria, socioassistenziale e amministrativa di livello primario;
•
la compresenza delle prestazioni le attività rivolte al singolo cittadino e di attività di
iniziativa rivolte a gruppi, fasce di popolazione.
Nei confronti del cittadino il GCP è la sede di riferimento per i servizi sanitari e socioassistenziali

per la “presentazione” delle sue condizioni e dei suoi bisogni;
per l’ “accoglienza” delle sue problematiche;
per la “risposta” diretta alle problematiche più frequenti;

per l’ “accompagnamento” verso livelli assistenziali di maggiore complessità.
La presenza pluriprofessionale permette di organizzare le attività sulla base di
condivisioni di percorsi assistenziali stimolando lo sviluppo e il confronto professionale
indirizzato alla gestione delle malattie croniche.


______________________________________________________________________ 28
_________________________________________________________________________
Lo sviluppo dei GCP deve avvenire garantendo i due aspetti fondamentali
dell’organizzazione territoriale della medicina generale:
* la distribuzione decentrata delle sedi ambulatoriali dei medici di medicina generale e
dei pediatri di libera scelta;
* il mantenimento della scelta fiduciaria da parte del cittadino del proprio medico
curante.
La funzione e le attività realizzabili dal GCP vanno oltre lo svolgimento degli attuali
compiti del medico di medicina generale e pediatra di libera scelta potendo organizzare la
“sorveglianza” e il “monitoraggio” delle malattie croniche attraverso forme e modalità
operative che attuino la capacità pro-attiva del sistema sanitario ma, contemporaneamente,
sviluppino anche una maggiore consapevolezza e responsabilità dei cittadini rispetto alla
propria condizione.
Art. 59 – I Servizi sanitari a rilevanza sociale
I servizi sanitari a rilevanza sociale vengono esercitati attraverso l'integrazione tra le
funzioni socio-sanitarie di competenza del distretto con quelle socio-assistenziali previste
dagli enti locali e livello di distretto.
Le modalità organizzative per l'integrazione socio-sanitaria sono incentrate sullo
strumento della convenzione fra A.S.L. ed Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali
aventi sede nel proprio ambito territoriale, da stipularsi sulla base degli indirizzi stabiliti nei
rispettivi atti di programmazione locale.
Alla convenzione segue la definizione del protocollo operativo fra Distretto ed Ente o
Servizio socio-assistenziale facente capo al proprio ambito territoriale, nel quale sono
definiti i livelli ed i criteri di coordinamento delle prestazioni e dei servizi, le modalità di
costituzione e funzionamento delle èquipe professionali, le procedure a garanzia della
progettazione comune ai fini dell'imputazione degli oneri
Art. 60 – Il Dipartimento di Salute Mentale
È istituito il Dipartimento di Salute Mentale (DSM).
II Dipartimento di Salute Mentale garantisce lo svolgimento coordinato della funzione
assistenziale inerente la salute mentale all’interno dell’Azienda.
I compiti del Dipartimento di Salute Mentale sono i seguenti:
 partecipare ad iniziative di promozione della salute nella popolazione adulta
attraverso la programmazione di interventi sociali e comunitari;
 sviluppare interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nei riguardi di cittadini con
disturbi mentali prioritariamente all’interno del proprio contesto abituale di vita;
 intervenire con priorità nei riguardi dei soggetti affetti da gravi disturbi da cui possono
derivare disabilità tali da compromettere l’autonomia e l’esercizio dei diritti di
cittadinanza con alto rischio di cronicizzazione e di emarginazione sociale;
 assistere in regime di ricovero condizioni di acuzie dei disturbi psichici e le
riacutizzazioni di patologie croniche;
 garantire le consulenze psichiatriche in urgenza e nei confronti dei cittadini ricoverati
e al domicilio;
 intervenire nelle situazioni di spaesamento, tipiche della popolazione straniera
migrante, che presentino condizioni psicopatologiche riconducibili alla cultura di
appartenenza, tramite la predisposizione di specifici interventi.
______________________________________________________________________ 29
_________________________________________________________________________
Sono obiettivi generali del Dipartimento di Salute Mentale:
a) ridefinire la rete delle strutture di ricovero in regime di intensività e di estensività
presenti nell’ASL TO5 considerando sia l’ambito pubblico sia quello del privato
accreditato;
b) garantire attraverso la condivisione professionale percorsi di diagnosi e cura per il
trattamento territoriale delle condizioni di acuzie e post-acuzie a livello territoriale;
c) sviluppare interventi integrati definendo protocolli condivisi di assunzione in carico
con le strutture e i medici territoriali per i pazienti gravi multi-problematici;
d) elaborare percorsi diagnostici terapeutici assistenziali rivolti a pazienti con patologie
trattate all’interno del Dipartimento al fine di contenere la variabilità clinica e definire
la migliore sequenza di azioni degli interventi efficaci;
e) sviluppare campi professionali specifici per garantire ai cittadini un’offerta multiforme
ma non sovrapposta, capace di promuovere forme di collaborazione ed iniziativa
che superino la collocazione della sede prestazionale.
Il Dipartimento di Salute Mentale persegue inoltre gli obiettivi presenti nel P.S.N.
2006/08, fra i quali:
 l’attivazione di programmi di individuazione precoce delle psicosi schizofreniche;
 lo sviluppo di forme di prevenzione dei disturbi mentali attraverso l’individuazione
precoce di situazioni di rischio o disagio;
 il miglioramento della presa in cura dei pazienti;
 la realizzazione del sistema informativo in linea con il sistema informativo Nazionale
per la salute mentale;
 l’implementazione elaborazione, esecuzione e coordinamento di programmi
riabilitativi per le persone sofferenti di disturbi mentali, garantendo la salvaguardia e
la restituzione dei diritti fondamentali di cittadinanza;
 l’implementazione dei processi di qualità nei CSM;
 migliorare le capacità di risposta alle richieste di cura per i disturbi dell’umore.
Il Dipartimento è costituito dalle seguenti strutture:
•
Struttura complessa Unità Modulare Moncalieri-Nichelino;
•
Struttura complessa Unità Modulare Carmagnola-Chieri;
•
Struttura semplice dipartimentale Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura
(SPDC).
Il Dipartimento di Salute Mentale nella sua azione dovrà interloquire, in particolare, con il
Dipartimento dell’Urgenza-Emergenza per gli aspetti inerenti le urgenze psichiatriche;
- il Dipartimento di Patologia delle dipendenze per la gestione dei casi con cosiddetta
“doppia patologia” tossicologica e psichiatrica e la gestione delle situazioni familiari
multiproblematiche con coesistenza nello stesso nucleo di soggetti con patologia da
dipendenza e psichiatrica.
Il Dipartimento di Salute Mentale si rapporta per le attività integrate con il territorio
attraverso i Responsabili delle Branche specialistiche e i Referenti delle equipe territoriali
dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con il Direttore del Dipartimento e delle Struttura
Complessa.
______________________________________________________________________ 30
_________________________________________________________________________
Art. 61 – Il Dipartimento delle Patologie delle dipendenze
È istituito il Dipartimento funzionale di patologia delle dipendenze ai sensi della Dgr 596349 del 6-7-07 per affrontare tutti gli aspetti connessi all’abuso di sostanze.
Il Dipartimento ha le seguenti finalità:
- partecipare ad iniziative di promozione della salute nella popolazione
adolescenziale-adulta attraverso la programmazione di interventi sociali e
comunitari;
- stimolare lo sviluppo dell’informazione, della conoscenza e delle competenze sui
temi della patologia delle dipendenze nei riguardi dei cittadini, delle rappresentanze
sociali, degli operatori della sanità;
- sviluppare interventi di prevenzione nei riguardi delle persone, famiglie e
popolazione in generale per prevenire le condizioni di rischio per uso o dipendenza
da sostanze psicoattive, o altre situazioni comportamentali (gioco, alimentazione) in
grado di creare dipendenze;
- garantire l’assistenza alle persone e alle famiglie nelle quali la condizione di
dipendenza si è manifestata;
- sviluppare progetti terapeutici-riabilitativi e di reinserimento socio-lavorativo per le
persone dipendenti.
Il Dipartimento di Patologia delle dipendenze è costituito da un'unica struttura
complessa: Assistenza per le tossicodipendenze.
L’attività del Dipartimento di Patologia delle Dipendenze è strettamente connessa ai
Dipartimenti e alle strutture aziendali seguenti:
a) i Distretti Sanitari: per la continuità delle cure, per quanto attiene il rapporto con
l’assistenza sanitaria di base, l’assistenza domiciliare integrata e l’assistenza delle
patologie infettive in prevalenza associate eziologicamente ad uso endovenoso di
droghe (infezione HIV);
b) il Dipartimento di Medicina: per quanto attiene l’attività in regime di ricovero
ospedaliero dei soggetti con patologia da dipendenza;
c) il Dipartimento dei Servizi, per quanto attiene l’attività diagnostica tossicologica e sulle
patologie associate;
d) il Dipartimento dell’Urgenza-Emergenza, per quanto concerne l’assistenza alle
situazioni di intossicazione acuta e di sindrome astinenziale presso il Pronto Soccorso e
i DEA;
e) il Dipartimento Materno-Infantile per quanto attiene la gestione della gravidanza in
soggetti con patologia da dipendenza, la gestione delle problematiche dei minori
congiunti di persone con patologia da dipendenza, la gestione di situazioni familiari
multiproblematiche;
f) il Dipartimento di Salute Mentale per quel che riguarda la gestione dei casi con
cosiddetta “doppia patologia” tossicologica e psichiatrica e la gestione delle situazioni
familiari multiproblematiche con coesistenza nello stesso nucleo di soggetti con
patologia da dipendenza e psichiatrica.
Il Dipartimento di patologia delle dipendenze tramite l’Ufficio di coordinamento delle
attività territoriali si rapporta per le attività integrate con il territorio attraverso i Responsabili
delle Branche specialistiche e i Referenti delle equipe territoriali dei medici di medicina
generale e dei pediatri di libera scelta.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con il Direttore del Dipartimento.
______________________________________________________________________ 31
_________________________________________________________________________
Capo IV – L’Ospedale
Art. 62 - I Presidi ospedalieri
I Presidi Ospedalieri costituiscono la struttura tecnico funzionale mediante la quale
l’Azienda Sanitaria Locale TO5 assicura la risposta ai bisogni di salute per le situazioni di
urgenza ed emergenza cliniche, di condizioni di acuzie e per le condizioni di post-acuzie,
lungodegenziali e riabilitative che non possano essere affrontate in modo ugualmente
efficace ed efficiente da parte dei servizi territoriali.
L’assistenza ospedaliera viene erogata in regime di ricovero, ordinario e diurno in forma
coordinata ed integrata con i servizi territoriali.
Gli specialisti ospedalieri garantiscono anche attività ambulatoriale in stretta
collaborazione con le attività specialistiche territoriali.
L’attività ospedaliera viene effettuata nei tre presidi ospedalieri dell'ASL TO5:
υ
Ospedale Santa Croce di Moncalieri che gestisce anche l’attività di day-surgery
effettuata presso la sede distrettuale di Nichelino;
υ
Ospedale Maggiore di Chieri;
υ
Ospedale San Lorenzo di Carmagnola.
I tre presidi ospedalieri sono accorpati funzionalmente e costituiscono unitariamente i
presidi ospedalieri riuniti dell'ASL TO5.
La responsabilità igienico-organizzativa degli ospedali è a capo delle due strutture
complesse:
- Direzione sanitaria - Presidio di Chieri;
- Direzione sanitaria - Presidio di Moncalieri e di Carmagnola.
Al fine di rendere omogenei i comportamenti e gli indirizzi operativi in sintonia con gli
elementi della programmazione regionale e delle indicazioni della Direzione, l’espletamento
della funzione ospedaliera nei tre presidi necessita della presenza di un momento di
coordinamento strutturato aziendale facente capo all’Ufficio di coordinamento ospedaliero.
L’integrazione tra i Presidi ospedalieri e le specialità operanti è garantita attraverso
l’Ufficio di coordinamento ospedaliero, e l’organizzazione dipartimentale.
Il Direttore Generale individua le risorse da assegnare alla funzione ospedaliera, le linee
di attività, le modalità di azione e di comportamento gestionale.
Ai singoli presidi ospedalieri è attribuita autonomia tecnico gestionale ed economicofinanziaria con contabilità separata all'interno del bilancio dell'ASL ed è valorizzata in
termini di produzione secondo le tariffe associate al sistema di classificazione DRG.
Il Direttore generale provvede alla nomina del direttore di presidio, unico responsabile
medico-organizzativo dell’intera funzione ospedaliera pubblica, il quale risponde
direttamente alla Direzione Generale dell’ASL TO5 del budget assegnato.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con i Direttori dei Presidi Ospedalieri.
Art. 63 - I Presidi ospedalieri accreditati o provvisoriamente accreditati
Nell’ambito del territorio dell’ASL TO5 sono presenti tre strutture ospedaliere accreditate
o provvisoriamente accreditate:
• Casa di cura S. Luca;
• Casa di cura Villa Adriana;
• Casa di cura Villa di Salute.
Le attività delle strutture accreditate sono regolate da accordi regionali.
______________________________________________________________________ 32
_________________________________________________________________________
Nell’ambito degli accordi regionali le attività di ricovero delle strutture accreditate vanno
considerate a carattere integrativo rispetto a quanto svolto nelle strutture pubbliche.
Art. 64 – Le funzioni del Direttore di Presidio ospedaliero
Il Direttore di Presidio ospedaliero garantisce l’organizzazione della risposta ospedaliera
nell’ambito degli indirizzi strategici stabiliti dalla Direzione Generale, della disponibilità delle
risorse e del ruolo che assolve il presidio nella rete assistenziale ospedaliera.
Al Direttore di Presidio ospedaliero, sono attribuiti i seguenti compiti:
a) è responsabile degli aspetti igienico-organizzativi, della conservazione della
documentazione clinica, del coordinamento del sistema informativo del presidio,
dell'organizzazione complessiva dell'attività del presidio e dell’erogazione integrata delle
prestazioni sanitarie;
b) è responsabile del budget complessivo di presidio e coordina l'attività programmatica
dei Dipartimenti e dei Servizi operanti nel presidio;
c) svolge funzione di valutazione delle proposte programmatiche formulate dai Direttori di
Dipartimento in relazione alla programmazione aziendale;
d) partecipa alla definizione ed al monitoraggio dei livelli di qualità delle prestazioni in
collaborazione con i dipartimenti ospedalieri dirigendo le funzioni trasversali di supporto
tecnico-sanitario, per gli aspetti organizzativi e gestionali;
e) garantisce e coordina il percorso assistenziale ospedaliero rispetto alle esigenze di
salute del paziente;
f) valuta le necessità dei singoli Dipartimenti e i risultati raggiunti dagli stessi, in relazione
alle scelte strategiche di gestione aziendale e di presidio e agli obiettivi prefissati;
g) promuove l’organizzazione dei Dipartimenti e svolge una funzione di coordinamento tra
le articolazioni organizzative di Presidio;
h) coordina le funzioni interdipartimentali per garantire una stretta collaborazione e
realizzazione di programmi assistenziali;
i) partecipa allo sviluppo dei programmi di promozione della salute per le attività connesse
all’assistenza ospedaliera;
j) propone azioni correttive e migliorative della qualità di assistenza prestata onde offrire
migliori condizioni assistenziali;
k) favorisce l’interrelazione fra medici ospedalieri e medici del territorio per garantire la
continuità delle cure prestate e la loro appropriatezza;
l) vigila sul corretto svolgimento dell’attività libero professionale;
m) propone progetti di innovazione e di investimenti tecnologici coerenti con la
programmazione pluriennale definita dalla Direzione Generale;
n) assicura ogni altra attività prevista dalla normativa vigente e/o da disposizioni regionali o
dell’Azienda.
Il Direttore di Presidio attraverso l’Ufficio di coordinamento delle attività ospedaliere
partecipa alle seguenti attività di negoziazione:
•
con le Direzioni distrettuali, per la definizione di eventuali specifici bisogni da soddisfare
mediante l’attività ospedaliera e per definire le modalità di continuità assistenziale sia
per le ammissioni e sia per le dimissioni dei pazienti;
•
con la Direzione Generale, per la definizione delle risorse e l'attribuzione del budget
annuale per il Presidio e per ciascun Dipartimento, nell'ambito della programmazione
aziendale.
______________________________________________________________________ 33
_________________________________________________________________________
Limitatamente agli aspetti di integrazione e di coordinamento funzionale, si determina
un rapporto di sovra-ordinazione del Direttore di Presidio nei confronti dei Direttori di
Dipartimento operanti nel presidio e delle Strutture complesse non facenti parte di
Dipartimenti.
Il Direttore di Presidio ospedaliero vigila sul rispetto dei requisiti previsti per
l’accreditamento delle strutture e dei professionisti che operano nei Presidi Ospedalieri,
nonché sulle condizioni relative alla sicurezza delle strutture e delle persone fisiche
Le Direzioni di Presidio ospedaliero sovrintendono le attività di gestione del rischio, di
committenza interna, di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza dei sistemi di produzione.
Art. 65 – L’ Ufficio di coordinamento dei Presidi ospedalieri
La presenza di tre presidi ospedalieri nel territorio dell’ASL TO5 necessita della
istituzione di un momento di coordinamento strutturato aziendale facente capo ad un
Direttore di Presidio Ospedaliero con la funzione di sviluppare metodologie di accesso ai
servizi, procedure operative condivise, percorsi assistenziali trasversali tra i presidi
ospedalieri al fine di garantire equità e maggiori capacità di offerta assistenziale.
Le funzioni e le attività che fanno capo a tale Ufficio sono:
1. elaborazione della proposta annuale del Programma delle attività ospedaliere;
2. indicazioni sugli aspetti di maggiore criticità delle attività ospedaliere, dell’erogazione
e della accessibilità delle prestazioni;
3. elaborazione dei programmi di attività annuali di integrazione con le attività
territoriali;
4. indicazioni sull’innovazione e monitoraggio delle prestazioni;
5. indicazioni sullo sviluppo tecnologico;
6. monitoraggio e valutazione del complesso delle attività ospedaliere;
7. valutazione degli aspetti economico-gestionale dell’attività ospedaliera aziendale;
8. promozione e riferimento percorsi assistenziali inter-ospedalieri;
9. riferimento per lo sviluppo dei percorsi assistenziali territorio-ospedale-territorio;
10. riferimento per la rete ospedaliera sovraziendale;
11. gestione trasporti inter-ospedalieri;
12. gestione trasporti territoriali;
13. sede della commissione infezioni ospedaliere;
14. sede della commissione buon uso del sangue;
15. sede della commissione prontuario terapeutico;
16. sede della commissione ospedale senza dolore.
L’Ufficio di coordinamento dei presidi ospedalieri (UCPO) rappresenta sia per l’interno
aziendale sia per l’esterno il punto di riferimento al quale rappresentare problemi operativi o
criticità alle quali corrispondere.
Al coordinamento partecipano:
a) i Direttori dei Presidi ospedalieri;
b) i Direttori di Dipartimento operanti nei Presidi ospedalieri.
L'UCPO è integrato per le tematiche afferenti
• alle relazioni con i Distretti dal coordinatore dell’Ufficio di coordinamento assistenza
territoriale;
• a specifiche attività dal Direttore del dipartimento o della struttura complessa
interessata o dai responsabili delle branche specialistiche o dai riferimenti delle
equipe territoriali dei medicina di medicina generale o dei pediatri di libera scelta.
L’UCPO rappresenta il riferimento per la funzione territoriale aziendale e per le strutture
ospedaliere extra aziendale e del privato accreditato.
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_________________________________________________________________________
Art. 66 – Il Dipartimento dell'Urgenza-emergenza
Per lo svolgimento e l’organizzazione delle funzioni dell’emergenza-urgenza attraverso
Pronto Soccorso ospedalieri è istituito il Dipartimento dell'Urgenza-Emergenza.
La funzione di urgenza/emergenza nei Presidi ospedalieri si esplica attraverso
l’organizzazione delle attività di
- Pronto soccorso del presidio ospedaliero di Carmagnola;
- DEA di 1° livello dei presidi ospedalieri di Chieri e Moncalieri.
L’attività del Dipartimento dell’Urgenza viene espletata utilizzando il personale medico
delle strutture di Medicina, Chirurgia e Anestesia/Rianimazione dei rispettivi presidi, oltre al
personale infermieristico e di assistenza specificatamente assegnato.
Garantiscono il proprio apporto alla funzione del Dipartimento dell’Urgenza-Emergenza
anche il Dipartimento Materno-infantile attraverso l’impiego di personale (medico,
infermieristico ed ostetrico) spazi, attrezzature e materiali, il Dipartimento Salute Mentale
nonché il personale del Dipartimento dei Servizi.
Il Direttore del Dipartimento con la condivisione dei Direttori delle Strutture Complesse di
Medicina, Chirurgia e Anestesia e rianimazione propone alla Direzione Generale il piano
annuale delle attività per la gestione del Pronto soccorso di Carmagnola e dei DEA di
Moncalieri e Chieri nel quale deve essere definita:
- la capacità di risposta alla domanda assistenziale diversificata in relazione al grado di
urgenza e al livello organizzativo del presidio ospedaliero;
- l’organizzazione dell’assistenza in regime di emergenza-urgenza collegata alla rete
ospedaliera intra ed extra-aziendale per assicurare le risposte ai bisogni sanitari di
emergenza-urgenza di ogni grado di complessità.
Il Dipartimento deve intraprendere azioni al fine di:
a) garantire il funzionamento adeguato del triage attraverso un’attività infermieristica
basata su protocolli predefiniti, riconosciuti ed approvati, al fine di definire le priorità
assistenziali e garantire la presa in carico di tutti gli utenti;
b) incentivare l’elaborazione, condivisione ed applicazione dei percorsi diagnostici
terapeutici assistenziali al fine di contenere la variabilità clinica e definire la migliore
sequenza di azioni efficaci per ottenere i migliori risultati operativi;
c) sviluppare campi professionali specifici per garantire ai cittadini un’offerta multiforme
e differenziata tesa all’integrazione professionale promuovendo forme di
collaborazione tra tutte le sedi operative in cui viene esercitata la funzione.
Costituiscono il Comitato di Dipartimento dell'Urgenza-Emergenza i responsabili delle
strutture:
•
DEA del Presidio ospedaliero di Moncalieri;
•
DEA del Presidio ospedaliero di Chieri;
•
Pronto soccorso del Presidio ospedaliero di Carmagnola;
• Dipartimento di Area Chirurgica;
• Dipartimento di Area Medica;
• Dipartimento Materno-Infantile;
• Dipartimento Salute Mentale;
• Dipartimento Servizi;
• Un coordinatore in rappresentanza delle professioni sanitarie del comparto.
Sono invitati a partecipare alle sedute, in relazione all’ordine del giorno, senza diritto di
voto:
a) Il coordinatore dell’Ufficio di Coordinamento Assistenza Territoriale;
______________________________________________________________________ 35
_________________________________________________________________________
b) 1 rappresentante dei medici di continuità assistenziale operante nell’ASL TO5;
c) 1 rappresentante dei medici dell’emergenza-118 operante nell’ASL TO5.
d) i responsabili di strutture semplici facenti parte di strutture complesse appartenenti al
dipartimento stesso;
e) i responsabili di strutture, semplici o complesse, anche non appartenenti al
dipartimento, ma con essi interagenti;
f) i referenti delle equipe territoriali dei medici di medicina generale; dei pediatri di
libera scelta e delle branche specialistiche dei medici convenzionati;
g) i rappresentanti di enti, associazioni e categorie professionali che interagiscono con
il dipartimento.
La partecipazione alle sedute del Comitato dei soggetti di cui al punto precedente è
decisa di volta in volta dal Direttore di dipartimento.
Il Dipartimento di emergenza e accettazione dei Presidi ospedalieri di Chieri e
Moncalieri e il Pronto soccorso di Carmagnola sulla base del proprio livello di capacità di
risposta garantiscono nel proprio Presidio ospedaliero le seguenti risposte:
•
apertura 24 ore su 24;
•
interventi di emergenza-urgenza medica, chirurgica, ostetrica e pediatrica;
•
rinvio al domicilio del paziente, a seguito della valutazione medica, di laboratorio e
strumentale ritenuta necessaria, per la prosecuzione delle cure;
•
trasferimento presso una struttura residenziale a seguito della valutazione medica, di
laboratorio e strumentale ritenuta necessaria, per la prosecuzione di cure e
assistenza non garantibili al domicilio;
•
osservazione a breve e trasferimento dei pazienti in unità specialistiche dello stesso
Presidio ospedaliero, in altri Presidi ospedalieri dell’ASL TO5 o in presidi extraaziendali;
•
supporto diagnostico.strumentale, 24 ore su 24.
In considerazione della tipologia dei tre Presidi ospedalieri e dell’attuale consolidata
organizzazione dei DEA di Moncalieri e Chieri e del Pronto Soccorso di Carmagnola si
rende necessaria una riorganizzazione progressiva alla luce delle nuove indicazioni
contenute nella D.G.R. n. 48-8609 del 14.04.2008 (“D.C.R. n. 137-40212 del 24.10.2007
Piano socio-sanitario regionale. Linee guida per la revisione dei sistemi di emergenzaurgenza sanitaria”); tenuto conto della necessità di implementare le risorse umane
necessarie e sviluppare professionalità indispensabili per corrispondere alle indicazioni
regionali.
Il progetto di ridefinizione dell’organizzazione della funzione di urgenza-emergenza deve
svilupparsi a partire dalla condizione specifica aziendale caratterizzata da:
- tre presidi ospedalieri di media-bassa grandezza (120 – 160 – 190 posti letto);
- tre strutture di pronto soccorso con livelli operativi diversi (25.000 – 35.000 e 45.000
accessi);
- un rapporto tra numero di ricoveri di provenienza dal Pronto Soccorso (10.000) e
numero di ricoveri totali (14.000) che in alcuni reparti supera l’85% del totale.
Il percorso progettuale:
a) nel corso del 2008
- individuerà nell’ambito delle Strutture complesse di medicina e chirurgia dei tre
presidi ospedalieri, i medici destinati in via privilegiata all’attività di Pronto soccorso
pur rimanendo nell’organico delle Strutture complesse di appartenenza;
- selezionerà un riferimento gestionale per l’attività del Pronto soccorso di ogni
Presidio ospedaliero;
b) nel corso del 2009
- valuterà gli elementi positivi e negativi che saranno emersi nell’azione svolta;
______________________________________________________________________ 36
_________________________________________________________________________
c) nel corso del 2010
- definirà il modello organizzativo specifico più confacente alla realtà operativa
aziendale tenuto conto delle indicazioni regionali di cui alla richiamata D.G.R. n. 488609 del 14.04.2008.
Il Dipartimento dell’urgenza-emergenza rappresenta il riferimento per le relazioni con la
struttura sovraziendale 118 inerente l’organizzazione territoriale dell’urgenza-emergenza.
Il Dipartimento di urgenza-emergenza nella sua azione dovrà interloquire, in particolare,
con
1. l’ Unità coronarica e le Terapie intensive;
2. il Dipartimento delle Patologie delle dipendenze per quanto concerne l’assistenza
alle situazioni di intossicazione acuta e di sindrome astinenziale presso il Pronto
Soccorso e i DEA;
3. il Dipartimento della salute mentale
Il Responsabile del DEA del Presidio ospedaliero di Chieri e Moncalieri e del Pronto
soccorso di Carmagnola vengono nominati dal Direttore Generale.
Art. 67 – Il Dipartimento di Area medica
È istituito il Dipartimento di Area Medica dell'ASL TO5.
Il Dipartimento di Area Medica garantisce lo svolgimento coordinato della funzione
assistenziale medica all’interno dell’Azienda.
Il compito fondamentale del Dipartimento di Area Medica è di garantire
•
lo sviluppo delle interelazioni tra le specialità mediche al fine di garantire percorsi di
diagnosi e cura di elevata efficacia;
•
un utilizzo integrato delle risorse disponibili al fine di rendere maggiormente
efficiente la risposta al cittadino;
•
la ricerca, la definizione e il consolidamento di riferimenti extra-aziendali di livello e
complessità maggiori di quelli presenti nell’ASL TO5 al fine di costruire una rete intra
ed extra-aziendali di relazioni professionali che permetta al cittadino di disporre di
percorsi diagnostici e terapeutici completi.
I luoghi e le modalità dell’attività in cui il Dipartimento di Area Medica esplica la sua
attività sono:
a) ambulatori specialistici;
b) day-service;
c) day-hospital;
d) reparto.
Sono obiettivi generali del Dipartimento di Area Medica:
a) aumentare il livello di appropriatezza dell’assistenza limitando i ricoveri individuati ad
alto rischio di inappropriatezza e trasformando quelli svolti per l’effettuazione di sola
attività diagnostica di livello più semplici in day service;
b) incentivare l’organizzazione dei posti letto per aree a differente intensità di cura,
compresa l’utilizzazione comune del day service, con l’uso integrato delle risorse delle
discipline coinvolte;
c) ridefinire le attività svolte individuando le aree professionali da sviluppare favorendo lo
sviluppo professionale degli operatori e il miglioramento qualitativo delle prestazioni
rese;
d) incentivare l’elaborazione, la condivisione e l’applicazione dei percorsi diagnostici,
terapeutici ed assistenziali con il coinvolgimento dei medici del territorio al fine di
migliorare le capacità complessive delle risposte cliniche ed assistenziali;
e) garantire al paziente ricoverato un adeguato approccio multidisciplinare e d’équipe
valorizzando, altresì, la necessità di sviluppare relazioni individualizzate con il paziente;
______________________________________________________________________ 37
_________________________________________________________________________
f) coordinare ed integrare lo sviluppo di campi professionali nelle singole specialità e nelle
diverse sedi affinché non si registrino sovrapposizioni che provocano efficacia limitata e
diseconomie operative.
Il Dipartimento è costituito dalle seguenti strutture complesse:
•
Medicina interna di Carmagnola;
•
Medicina interna di Chieri;
•
Medicina interna di Moncalieri;
•
Cardiologia che comprende la medicina cardiovascolare di Chieri
•
Nefrologia e Dialisi che comprende le diverse articolazioni territoriali della dialisi;
•
Neurologia;
•
Oncologia;
•
Diabetologia
L’attuale struttura semplice dipartimentale Medicina del Lavoro sarà oggetto di revisione
considerando la possibilità di partecipare funzionalmente ad un’organizzazione
sovraziendale in considerazione della limitatezza del territorio dell’ASL TO5 e della reale
possibilità di svolgere adeguatamente le propria funzione.
La struttura semplice dipartimentale Medicina Cardiovascolare rientra nell’ambito della
struttura complessa di Cardiologia le cui modalità organizzative saranno oggetto di
specifico atto.
La struttura dell’organizzazione dipartimentale così definita avverrà progressivamente
sia per gli aspetti inerenti lo sviluppo delle strutture complesse sia per il superamento di
strutture complesse e semplici dipartimentali.
Il Dipartimento di area medica nella sua azione dovrà interloquire, in particolare, con il
Dipartimento delle Patologie delle dipendenze per quanto per quanto attiene l’attività in
regime di ricovero ospedaliero dei soggetti con patologia da dipendenza.
Il Dipartimento di Area Medica si rapporta con il territorio, tramite l’Ufficio di
coordinamento delle attività territoriali, per le attività integrate attraverso i Responsabili delle
Branche specialistiche e i Referenti delle equipe territoriali dei medici di medicina generale
e dei pediatri di libera scelta.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con il Direttore del Dipartimento e delle Strutture
Complesse.
Art. 68 – Il Dipartimento di Area chirurgica
È istituito il Dipartimento di area chirurgica dell'ASL TO5.
Il Dipartimento di area chirurgica garantisce lo svolgimento coordinato e lo sviluppo della
funzione assistenziale connessa all’attività delle sale chirurgiche.
Il compito fondamentale del Dipartimento di area chirurgica è di garantire
•
l’organizzazione delle sale chirurgiche in modo da sviluppare un buon livello di
efficienza operativa;
•
la distribuzione dei tempi di utilizzo delle sale operatorie tra le specialità chirurgiche
presenti in Azienda in modo da permettere una migliore capacità di risposta per le
urgenze e per l’attività di elezione;
•
lo sviluppo di proposte per garantire un migliore e, se necessario, più prolungato utilizzo
delle sale operatorie;
•
un utilizzo integrato della sala operatoria indipendentemente dalla sede della struttura
specialistica e dalla tipologia contrattuale dei professionisti interni all’Azienda;
______________________________________________________________________ 38
_________________________________________________________________________
•
l’utilizzo delle sale operatorie anche da parte di professionisti esterni all’ASL TO5 per
garantire processi di confronto professionale e di maggiore capacità di gestione delle
problematiche cliniche che permetta al cittadino di disporre di percorsi terapeutici
completi.
I luoghi e le modalità dell’attività in cui il Dipartimento delle cure chirurgiche esplica la
sua attività sono:
a) le sale operatorie dei tre presidi ospedalieri;
b) la sala operatoria per il day-surgery di Nichelino.
Sono obiettivi generali del Dipartimento di Area chirurgica:
a) aumentare il livello di capacità produttiva delle sale chirurgiche;
b) incentivare l’organizzazione delle sedute operatorie in modo integrato;
c) ridefinire i tempi di attività delle sale operatorie;
d) garantire al paziente condizioni ambientali ed organizzative adeguate a standard
operativi di buona sicurezza;
e) definire procedure di sicurezza per l’attività operatoria che salvaguardino la salute dei
pazienti e degli operatori.
Il Dipartimento è costituito dalle seguenti strutture complesse:
•
Chirurgia di Carmagnola;
•
Chirurgia di Chieri;
•
Chirurgia di Moncalieri;
•
Otorinolaringoiatria;
•
Ortopedia e Traumatologia di Chieri;
•
Ortopedia e Traumatologia di Moncalieri;
•
Urologia;
•
Anestesia Terapia Antalgica di Carmagnola;
•
Anestesia e Rianimazione e Terapia Antalgica di Chieri;
•
Anestesia e Rianimazione e Terapia Antalgica di Moncalieri.
Il Dipartimento di Area Chirurgica nella sua azione dovrà interloquire, in particolare, con
i Responsabili delle ginecologie.
Il Dipartimento di Area Chirurgica si rapporta con il territorio per le attività integrate
attraverso i Responsabili delle Branche specialistiche e i Referenti delle equipe territoriali
dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con il Direttore del Dipartimento e delle Strutture
Complesse.
Art. 69 – Il Dipartimento Materno-infantile
È istituito il Dipartimento Materno-infantile dell'ASL TO5.
Il Dipartimento Materno-infantile garantisce lo svolgimento coordinato della funzione
assistenziale materno-infantile all’interno dell’Azienda attraverso:
•
lo sviluppo delle interelazioni tra le specialità dipartimentali al fine di garantire percorsi di
diagnosi e cura di elevata efficacia;
•
un utilizzo integrato delle risorse disponibili al fine di rendere maggiormente efficiente la
risposta al cittadino;
•
la ricerca, la definizione e il consolidamento di riferimenti extra-aziendali di livello e
complessità maggiori di quelli presenti nell’ASL TO5 al fine di costruire una rete intra ed
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_________________________________________________________________________
extra-aziendali di relazioni professionali che permetta al cittadino di disporre di percorsi
diagnostici e terapeutici completi.
I luoghi e le modalità dell’attività in cui il Dipartimento Materno-infantile esplica la sua
attività sono:
a. ambulatori specialistici;
b. consultori;
c. day-service;
d. day-surgery;
e. reparto;
f. pronto soccorso pediatrico;
g. pronto soccorso ostetrico.
Sono obiettivi generali del Dipartimento Materno-infantile:
a. aumentare il livello di appropriatezza dell’assistenza limitando i ricoveri
individuati ad alto rischio di inappropriatezza e trasformando quelli svolti per
l’effettuazione di sola attività diagnostica di livello più semplici in day service;
b. incentivare l’organizzazione dei posti letto per aree e/o per sedi a differente
intensità di cura, compresa l’utilizzazione comune del day service, con l’uso
integrato delle risorse delle discipline coinvolte;
c. ridefinire le attività svolte individuando le aree da sviluppare favorendo lo
sviluppo professionale degli operatori e il miglioramento qualitativo delle
prestazioni rese;
d. incentivare l’elaborazione, la condivisione e l’applicazione dei percorsi
diagnostici, terapeutici ed assistenziali con il coinvolgimento dei medici del
territorio al fine di migliorare le capacità complessive delle risposte cliniche ed
assistenziali;
e. garantire alla mamma e al bimbo ricoverato un adeguato approccio
multidisciplinare e d’équipe valorizzando, altresì, la necessità di sviluppare
relazioni individualizzate con il paziente;
f. coordinare ed integrare lo sviluppo di campi professionali nelle singole specialità
e nelle diverse sedi affinché non si registrino sovrapposizioni che provocano
efficacia limitata e diseconomie operative;
g. definire progetti di interventi di promozione della salute, di prevenzione e di
informazione sulla contraccezione rivolti, in particolare alle fasce adolescenziali
in collaborazione con le strutture scolastiche del territorio;
h. costruire momenti di riferimento e di sostegno per le donne della terza età.
Il Dipartimento materno-infantile è costituito dalle seguenti strutture:
•
Ostetricia e Ginecologia di Carmagnola;
•
Ostetricia e Ginecologia di Chieri;
•
Ostetricia e Ginecologia di Moncalieri;
•
Pediatria di Chieri;
•
Pediatria di Moncalieri
•
Pediatria di Carmagnola;
•
Neuropsichiatria infantile;
•
Consultori materno-infantili
Nell’ambito del Dipartimento materno-infantile è organizzata nel presidio ospedaliero di
Moncalieri l’attività sovra-zonale di Terapia intensiva Neonatale e di servizio di trasporto di
emergenza neonatale, ai sensi della DGR 3-6466 del 23 luglio 2007.
______________________________________________________________________ 40
_________________________________________________________________________
Nell’ambito della ridefinizione e riorganizzazione dei Consultori materno-infantili sarà
identificata una struttura operativa e il relativo responsabile.
Il Dipartimento materno-infantile nella sua azione dovrà interloquire, in particolare, con il
Dipartimento di Area chirurgica, per l’attività inerente le ginecologie, con il Dipartimento
dell’urgenza-Emergenza per le attività di pronto soccorso pediatrico e ostetrico, con l’Ufficio
di Coordinamento delle Attività territoriali per la ridefinizione e riorganizzazione dei
Consultori materno-infantili.
Il Dipartimento materno-infantile si rapporta con il territorio, tramite l’Ufficio di
coordinamento delle attività territoriali, per le attività integrate attraverso i Responsabili delle
Branche specialistiche e i Referenti delle equipe territoriali dei medici di medicina generale
e dei pediatri di libera scelta.
Il Dipartimento materno-infantile nella sua azione dovrà interloquire, in particolare, con il
Dipartimento delle Patologie delle dipendenze per quanto per quanto attiene la gestione
della gravidanza in soggetti con patologia da dipendenza, la gestione delle problematiche
dei minori congiunti di persone con patologia da dipendenza, la gestione di situazioni
familiari multiproblematiche.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con il Direttore del Dipartimento e delle Strutture
Complesse.
Art. 70 – Il Dipartimento della Post-acuzie
È istituito il Dipartimento della Post-acuzie dell'ASL TO5.
Il Dipartimento della Post-acuzie garantisce lo svolgimento coordinato della funzione
assistenziale ospedaliera connessa alla fase della post-acuzie.
Il Dipartimento della Post-acuzie garantisce lo svolgimento coordinato della funzione
assistenziale di post-acuzie all’interno dell’Azienda attraverso:
•
lo sviluppo delle interelazioni tra le specialità dipartimentali al fine di garantire percorsi di
cura e riabilitazione di elevata efficacia partecipando al processo di riorganizzazione
delle attività riabilitative di cui alla Dgr 10-5605 del 2-4-2007;
•
un utilizzo integrato delle risorse disponibili al fine di rendere maggiormente efficiente la
risposta al cittadino;
•
la definizione condivisa con i reparti di acuzie del percorso di continuità assistenziale;
•
la ricerca, la definizione e il consolidamento di riferimenti extra-aziendali al fine di
costruire una rete intra ed extra-aziendali di relazioni professionali che permetta al
cittadino di disporre di percorsi di cura e riabilitazione completi;
•
lo sviluppo di percorsi di continuità assistenziale dall’ospedale al territorio condividendo
le scelte con le strutture e i medici del territorio con riferimento alle indicazioni regionali
di cui alla Dgr 72/2004.
I luoghi e le modalità dell’attività in cui il Dipartimento della Post-acuzie esplica la sua
attività sono i reparti ospedalieri e in collaborazione con i servizi territoriali (attraverso
l’Ufficio di coordinamento delle Attività territoriali) partecipa alla costruzione e alla
progettazione delle risposte assistenziali domiciliari e residenziali.
Sono obiettivi generali del Dipartimento della Post-acuzie:
a) aumentare il livello di appropriatezza dell’assistenza ospedaliera limitando i ricoveri
alle effettive necessità garantite dalla struttura ospedaliera ed organizzando la
continuità assistenziale verso le strutture residenziali territoriali o il domicilio a
seconda delle condizioni del paziente;
b) ridefinendo l’organizzazione delle attività di ricovero per aree e/o per sedi in
relazione al differente obiettivo assistenziale che si persegue;
c) sviluppare i contenuti professionali degli operatori e il miglioramento qualitativo delle
prestazioni rese individuando le aree maggiormente critiche;
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_________________________________________________________________________
d) incentivare l’elaborazione, la condivisione e l’applicazione dei percorsi terapeutici e
riabilitativi ed assistenziali con il coinvolgimento dei medici del territorio al fine di
migliorare le capacità complessive delle risposte cliniche ed assistenziali;
e) garantire al paziente ricoverato un adeguato approccio multidisciplinare e d’équipe
valorizzando, altresì, la necessità di sviluppare relazioni individualizzate con il
paziente;
f) coordinare ed integrare lo sviluppo di campi professionali nelle singole specialità e
nelle diverse sedi affinché non si registrino sovrapposizioni che provocano efficacia
limitata e diseconomie operative;
g) concordare con i reparti ospedalieri nella fase di acuzie e con le strutture territoriali il
percorso assistenziale che preveda l’attivazione delle risorse professionali in modo
appropriato per garantire la maggiore efficacia del risultato possibile.
Il Dipartimento della Post-acuzie è costituito dalle seguenti strutture:
•
Recupero e Rieducazione Funzionale di Carmagnola;
•
Recupero e Rieducazione Funzionale di Chieri;
•
Recupero e Rieducazione Funzionale di Moncalieri;
•
Geriatria
Nell’ambito del Dipartimento della Post-acuzie è compresa l’attività di Cure Palliative.
Le attività di competenza delle strutture complesse di recupero e rieducazione
funzionale attengono ad ambiti operativi non esclusivamente della post-acuzie che sono
garantite nei rapporti funzionali tra i servizi coinvolti.
La Struttura complessa Geriatria assume al suo interno anche la gestione diretta della
Lungodegenza di Carmagnola e dei rapporti con le strutture di lungodegenza degli altri
Presidi ospedalieri interni ed esterni all’Asl TO 5.
L’attività delle Cure Palliative, in considerazione dell’elevato rapporto (ma non esclusivo)
con problematiche attinenti alla disciplina oncologica sarà connessa alla Struttura
complessa di Oncologia.
L’organizzazione delle attività di Cure Palliative condurrà alla definizione delle
caratteristiche e tipologia della struttura.
Il Dipartimento della Post-acuzie nella sua azione dovrà interloquire, in particolare, in
ambito ospedaliero con il Dipartimento di Area medica e il Dipartimento di Area chirurgica
per garantire la continuità assistenziale ospedaliera; in ambito territoriale con l’Ufficio di
coordinamento delle Attività territoriali per garantire i percorsi di continuità assistenziale con
il territorio.
Il Dipartimento della Post Acuzie si rapporta con il territorio per le attività integrate
attraverso i Responsabili delle Branche specialistiche e i Referenti delle equipe territoriali
dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con il Direttore del Dipartimento e delle Strutture
Complesse.
Art. 71 - Dipartimento dei Servizi
È istituito il Dipartimento dei Servizi dell'ASL TO5.
Il Dipartimento dei Servizi garantisce lo svolgimento coordinato della funzione
diagnostiche di supporto alle attività assistenziali sia nei riguardi delle strutture ospedaliere
sia nei confronti delle richieste territoriali.
Il Dipartimento dei Servizi garantisce lo svolgimento coordinato della funzione
diagnostica di supporto alle strutture ospedaliere e territoriali attraverso:
______________________________________________________________________ 42
_________________________________________________________________________
•
lo sviluppo delle interelazioni tra le specialità dipartimentali e le strutture specialistiche
ospedaliere e le strutture territoriali al fine di garantire percorsi operativi di elevata
efficacia;
•
l’impulso ad un utilizzo integrato delle risorse disponibili al fine di rendere maggiormente
efficiente la risposta al cittadino;
•
la definizione condivisa con i reparti specialistici ospedalieri di procedure e metodologie
operative che garantiscano un’elevata efficienza tale da partecipare alla necessità di
rendere l’ospedalizzazione più breve;
•
la definizione condivisa con le strutture e i medici territoriali di procedure e metodologie
operative che garantiscano un’elevata efficienza tale da garantire percorsi diagnostici
più brevi;
•
la ricerca, la definizione e il consolidamento di riferimenti extra-aziendali al fine di
costruire una rete intra ed extra-aziendali di relazioni professionali che permetta al
cittadino di disporre di percorsi diagnostici completi.
L’interlocutore organizzativo-gestionale territoriale è rappresentato dall’Ufficio di
Coordinamento delle Attività Territoriali.
I luoghi e le modalità dell’attività in cui il Dipartimento dei Servizi esplica la sua attività
sono le strutture ospedaliere e territoriali.
Sono obiettivi generali del Dipartimento dei Servizi:
a) aumentare il livello di appropriatezza delle indagini diagnostiche;
b) ridefinire le tipologie di prestazioni per le specifiche sedi evitando sovrapposizioni
per quelle prestazioni di maggiore complessità;
c) sviluppare i contenuti professionali degli operatori e il miglioramento qualitativo delle
prestazioni rese individuando le aree maggiormente critiche;
d) incentivare l’elaborazione, la condivisione e l’applicazione dei percorsi diagnostici
coinvolgimento i medici del territorio e le strutture specialistiche ospedaliere al fine di
migliorare l’appropriatezza d’uso delle risorse disponibili;
e) definire con l’area territoriale un sistema di relazioni gestionali che riduca al minimo
le fasi dell’accesso e della refertazione ed implementi sistemi di restituzione della
refertazione direttamente al domicilio o al proprio curante;
f) stimolare sinergia di scala e di specializzazione sviluppando l’integrazione delle
risorse dipartimentali disponibili;
g) sviluppare il grado di utilizzo delle tecnologie disponibili aumentando l’accessibilità;
h) coordinare ed integrare lo sviluppo di campi professionali nelle singole specialità e
nelle diverse sedi affinché non si registrino sovrapposizioni che provocano efficacia
limitata e diseconomie operative.
Il Dipartimento dei Servizi è costituito dalle seguenti strutture complesse:
•
Radiodiagnostica di Carmagnola;
•
Radiodiagnostica di Chieri;
•
Radiodiagnostica di Moncalieri;
•
Medicina Nucleare;
•
Patologia Clinica di Carmagnola
•
Patologia Clinica di Chieri;
•
Patologia Clinica di Moncalieri;
•
Anatomia Patologica;
•
Farmaceutica ospedaliera
Il Dipartimento dei Servizi nella sua azione dovrà interloquire, in particolare, con i
Dipartimenti operanti in Ospedale per ottimizzare i rapporti operativi; con l’Ufficio di
Coordinamento delle Attività territoriali per garantire procedure e relazioni efficaci.
______________________________________________________________________ 43
_________________________________________________________________________
Il Dipartimento dei Servizi si rapporta con il territorio, tramite l’Ufficio di coordinamento
delle attività territoriali, per le attività integrate attraverso i Responsabili delle Branche
specialistiche e i Referenti delle equipe territoriali dei medici di medicina generale e dei
pediatri di libera scelta.
Il Dipartimento dei Servizi nella sua azione dovrà interloquire, in particolare, con il
Dipartimento delle Patologie delle dipendenze per quanto attiene l’attività diagnostica
tossicologica e sulle patologie associate.
La S.C. Farmaceutica ospedaliera si rapporterà con la S.C. Farmaceutica Territoriale
per sviluppare processi funzionali comuni che possano garantire l’ottimizzazione delle
risorse, delle procedure e degli spazi.
In particolare per l’organizzazione dei Laboratori di Patologia Clinica sarà necessario
procedere alla riorganizzazione delle attività sulla base della D.G.R. n. 19-6647 del
3.08.2007 sviluppando specifiche funzioni nelle tre sedi operative.
L’attività di tossicologia di 2° livello dovrà far riferimento al Centro Regionale Antidoping
di Orbassano come indicato dalla D.G.R. n. 19-6647 del 3.08.2007.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con il Direttore del Dipartimento e delle Strutture
Complesse.
Capo V – LE ORGANIZZAZIONI TRASVERSALI
Art. 72 – Le funzioni trasversali
La presenza di figure professionali specifiche in molte articolazioni aziendali nelle quali,
congiuntamente ad altri professionisti, garantiscono le attività connesse alla struttura di
erogazione, non permette di sviluppare percorsi professionali autonomi, di verificare il
contenuto qualitativo delle prestazioni, di utilizzare al meglio le risorse disponibili, di
orientare lo sviluppo delle attività nei campi professionali di maggiore criticità.
In tali condizioni, in cui la figura professionale esercita il proprio ruolo in contesti
organizzativi differenziati e trasversali nelle diverse aree in cui si articola l’attività dell’ASL
TO5, è necessario ricollocare tali professionalità nell’ambito di specifiche strutture
organizzative.
I Servizi definiti a tal proposito hanno il compito generale di
a) individuare nel proprio ambito professionale e nel contesto delle funzioni e delle
attività aziendali le tendenze allo sviluppo e i settori di maggiore criticità;
b) valutare e promuovere progetti formativi e di aggiornamento necessari ad adeguare i
professionisti all’evolversi delle condizioni operative e dei bisogni dei cittadini;
c) sovrintendere alla distribuzione delle risorse professionali nelle diverse articolazioni
aziendali;
d) proporre sulla base di valutazioni di priorità l’implementazione della risorsa
professionale;
e) proporre l’identificazione di responsabilità interne al Servizio o congiuntamente con il
Direttore della struttura che organizza le attività i professionisti che possono assolvere a
compiti di responsabilità.
Art. 73 – Il Servizio di Psicologia
Con determinazione del Direttore Generale n. 1404 del 23 ottobre 2001, in
ottemperanza alla Legge Regionale n. 61/’97 e alla D.G.R. n. 52-29953 del 13.4.2000, è
stato istituito il Servizio di Psicologia dell’ASL TO5, articolato nelle sedi distrettuali di Chieri,
Carmagnola, Moncalieri e Nichelino.
______________________________________________________________________ 44
_________________________________________________________________________
Il Servizio di Psicologia è presente, con i propri professionisti, nell’ambito di molteplici
aree di attività: consultori materno-infantili, neuropsichiatria infantile, patologie delle
dipendenze, salute mentale, promozione della salute, assistenza clinica, area minori.
Nell’ambito delle strutture nelle quali operano gli psicologi si sviluppa e si realizza
l’integrazione con le professionalità interne aziendali e con l’area socio-assistenziale.
Gli psicologi partecipano nelle specifiche articolazioni aziendali, congiuntamente agli
altri professionisti, all’elaborazione dei progetti operativi e delle attività specifiche sotto la
diretta organizzazione del Direttore della struttura.
Il Servizio di Psicologia:
a) partecipa alla valutazione dei bisogni di assistenza psicologica della popolazione;
b) concorda le priorità di intervento con i responsabili delle strutture operative e con
I responsabili delle relative equipe specialistiche territoriali;
c) identifica le specificità territoriali;
d) assegna, da un punto di vista funzionale, le risorse alle rispettive strutture
operative concordando con i Direttori il livello delle attività;
e) gestisce le relazioni gerarchiche al suo interno;
f) valuta le attività svolte nelle singole strutture operative da un punto di vista
qualitativo e quantitativo in accordo con i Direttori delle strutture in cui operano gli
psicologi;
g) definisce i bisogni formativi e di aggiornamento nell’ambito del piano aziendale
annuale;
h) concorda gli inserimenti per i tirocini universitari;
i) propone alla Direzione Generale lo sviluppo delle attività e progetti innovativi e di
ricerca;
j) garantisce la gestione dei progetti o specifici finanziamenti assegnati al servizio di
psicologia.
Il Direttore del Servizio di Psicologia trova nell’ambito dell’Ufficio di coordinamento delle
attività territoriali il luogo nel quale si definisce la distribuzione e la definizione delle risorse
professionali.
Il Direttore del Servizio di Psicologia concorda con i singoli Direttori delle strutture
operative nelle quali sono presenti gli psicologi e con il responsabile della branca
specialistica le necessità e il grado di soddisfazione assistenziale da garantire.
Nell’ambito del Servizio di Psicologia è istituita la Conferenza dei Responsabili di sede e
presieduta dal Direttore del Servizio, con compiti di programmazione ed organizzazione
delle attività comuni e di predisposizione di protocolli operativi uniformi per le attività
essenziali.
La specifica organizzazione delle strutture semplici e della definizione degli incarichi
professionali sarà oggetto di revisione con il Direttore della Struttura Complessa.
Art. 74 - Il Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della
Prevenzione e della Professione Ostetrica
E' istituito il Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della Prevenzione e
della Professione Ostetrica dell'ASL TO5 ai sensi della Dgr 42-4062 del 17/10/2006 quale
struttura semplice in staff alla Direzione Generale aziendale che per lo svolgimento di
questa funzione si avvarrà della Direzione sanitaria aziendale.
Confluiscono nel Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della
Prevenzione e della Professione Ostetrica le professionalità sanitarie (infermiere, ostetrico,
______________________________________________________________________ 45
_________________________________________________________________________
tecnico di laboratorio, tecnico di radiologia e tecnico di riabilitazione) e gli operatori addetti
alla prestazioni alberghiere presenti nelle diverse articolazioni organizzative aziendali.
Il Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della Prevenzione e della
Professione Ostetrica esercita le seguenti funzioni:
•
pianificazione del fabbisogno delle risorse umane e materiali in coerenza con gli obiettivi
aziendali;
•
assistenza diretta e indiretta, all'erogazione delle prestazioni, al controllo e valutazione
delle prestazioni nonché alla ricerca;
•
alberghiera, volta a rendere confortevole la permanenza della persona/cittadino/
paziente all'interno della struttura;
•
raccolta, elaborazione, diffusione delle informazioni finalizzate a fornire l'assistenza
infermieristica;
•
valutazione delle prestazioni e del potenziale in un'ottica di ottimizzazione;
•
programmazione e controllo dei carichi di lavoro;
•
studio, progettazione ed implementazione di protocolli e procedure atti a standardizzare
le prestazioni erogate, nell'ottica del miglioramento continuo della qualità dell'assistenza;
•
proposizione delle necessità formative e di aggiornamento nell’ambito del programma
annuale;
•
didattica partecipando alla costruzione dei momenti formativi e di aggiornamento;
•
ricerca proponendo progetti esecutivi di intervento.
Il Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della Prevenzione e della
Professione Ostetrica è posto in staff alla Direzione Generale dell’ASL TO5, al fine di
contribuire e partecipare alla programmazione, organizzazione ed indirizzo dei processi per
il governo clinico assistenziale.
La Direzione del Servizio infermieristico tecnico, della riabilitazione, della prevenzione e
della professione ostetrica è affidata ad un professionista in possesso dei requisiti specifici
come definiti dal DPCM del 25/1/2008.
Il Dirigente del Servizio Infermieristico Tecnico, della Riabilitazione, della Prevenzione e
della Professione Ostetrica:
•
concorre alla elaborazione delle strategie aziendali proponendo le strategie del Servizio;
•
definisce il fabbisogno complessivo della risorsa umana;
•
individua i criteri per il monitoraggio della gestione del budget;
•
verifica il grado di uniformità dei livelli assistenziali raggiunti da i vari settori operativi;
•
propone modelli di implementazione qualitativa dell'assistenza infermieristica;
•
fornisce pareri e collabora direttamente con il Direttore Sanitario d'ASL TO5;
•
risponde del raggiungimento degli obiettivi di qualità e quantità del Servizio;
•
promuove la cultura dell’integrazione organizzativa e della pratica multiprofessionale;
•
concorre a garantire la piena integrazione tra i diversi soggetti deputati qall’erogazione
delle prestazioni nei percorsi assistenziali, sanitari e socio-sanitari.
Da un punto di vista operativo il Dirigente del Servizio Infermieristico Tecnico, della
Riabilitazione, della Prevenzione e della Professione Ostetrica svolge un ruolo di carattere
prevalentemente programmatorio e di supporto alle strategie aziendali per gli aspetti
inerenti l’attività assistenziale.
Il Direttore Sanitario a seguito di valutazione congiunta con il Dirigente del Servizio
Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della Prevenzione e della Professione
Ostetrica propone al Direttore Generale la strutturazione interna del Servizio, la nomina dei
collaboratori e l'attribuzione delle specifiche responsabilità.
______________________________________________________________________ 46
_________________________________________________________________________
Capo VI - LE STRUTTURE DI SUPPORTO AMMINISTRATIVO
Art. 75 - Principi generali
Le strutture di supporto mettono a disposizione del complesso dei servizi aziendali le
risorse necessarie a svolgere i propri compiti.
Le strutture di supporto garantiscono la funzionalità interna dell’organizzazione
aziendale mettendo a disposizione il personale, le tecnologie, le attrezzature, le strutture e i
servizi nonché il loro mantenimento.
Nell’ambito delle strutture di supporto vanno considerati anche le attività che
garantiscono il rispetto delle regole normative e finanziarie nelle relazioni contrattuali
interne ed esterne all’ASL TO5.
Art. 76 - Il Dipartimento delle Risorse e della spesa
E' istituito il Dipartimento delle Risorse e della spesa dell'ASL TO5.
La funzione generale tecnico-professionale-amministrativa organizzata all’interno del
Dipartimento delle risorse e della spesa sviluppa la sua attività in due indirizzi generali:
a) diretto supporto alle funzioni e alle attività dei servizi per mettere a disposizione le
necessarie risorse (personale, beni, strutture, reti di comunicazione) al fine di garantire
l’effettuazione delle prestazioni;
b) gestione complessiva delle regole finanziarie e delle regole di relazione.
Gli obiettivi del Dipartimento delle risorse e della spesa sono:
- garantire attraverso metodi e procedure validate e condivise, in modo coordinato ed
integrato, ed in relazione alla disponibilità finanziaria predeterminata la messa in
disponibilità alle strutture aziendali del personale, dei beni, dei servizi, delle strutture
e delle reti di comunicazione;
- definire e garantire i processi di relazione tra i servizi del Dipartimento e i servizi
operativi;
- individuare, definire e organizzare le fasi procedurali amministrative comuni tra i
servizi del Dipartimento con particolare attenzione alle procedure di gara.
Confluiscono nel Dipartimento delle Risorse e della spesa le strutture complesse
amministrative:
•
Amministrazione del Personale
•
Approvvigionamento e Logistica
•
Tecnico
•
Reti di comunicazione (fono-audio-video-informatico) e tecnologie.
•
Contabilità Generale e dei Costi
•
Affari Generali e Legali
Amministrazione del Personale
La missione della struttura è quella di supportare i servizi aziendali rispetto a tutte le
problematiche inerenti l’amministrazione del personale, sia dipendente che a rapporto
convenzionale (medici di assistenza primaria, pediatri di libera scelta, specialisti
ambulatoriali, medici di continuità assistenziale, medici di medicina dei servizi), oppure a
rapporto di lavoro flessibile (liberi professionisti, collaborazioni coordinate e continuative,
personale in somministrazione, borsisti ecc.), provvedendo al reclutamento e alla gestione
dello stato giuridico ed economico dello stesso nelle varie forme contrattuali, adeguando
tale attività alle necessità concrete ed immediate dei dirigenti responsabili delle strutture.
______________________________________________________________________ 47
_________________________________________________________________________
I compiti principali della struttura sono:
 gestione delle procedure inerenti l’acquisizione del personale in tutte le forme
compatibili da un punto di vista normativo;
 stipulazione dei contratti individuali di lavoro;
 gestione delle presenze;
 gestione del trattamento retributivo di base ed accessorio;
 gestione degli aspetti previdenziali e dei finanziamenti autorizzati;
 gestione dei procedimenti disciplinari;
 coordinamento delle procedure relative alla libera professione;
 monitoraggio del budget generale e del rispetto dei limiti di spesa.
Approvvigionamento e Logistica
La missione della struttura è :
 di garantire a tutte le strutture dell'azienda i beni e i servizi necessari per
l'espletamento delle loro funzioni;
 di programmare e pianificare, secondo gli indirizzi della Direzione Generale, gli
approvvigionamenti e gli investimenti nel proprio ambito operativo) che si rendono
necessari al fine del conseguimento degli obiettivi aziendali;
 di gestire e monitorare il budget di spesa relativo ai servizi a gestione propria;
 di monitorare il budget di spesa delle strutture operative relativamente ai propri
servizi.
 di organizzare l'area logistico alberghiera.
Le principali funzioni a cui deve assolvere il Servizio Approvvigionamento e Logistica
sono:
 gestione procedure (gare, appalti) per acquisizione beni e servizi;
 predisposizione dei capitolati;
 emissione di ordine per acquisti "una tantum";
 gestione controllo fatture;
 monitoraggio budget e dei rispetto dei limiti di spesa;
 gestione dei servizi di supporto non sanitari quali: cucina, lavanderia, portineria,
pulizia, magazzino, trasporti.
Il monitoraggio dell’utilizzo dei beni o dei servizi resi disponibili alle strutture operative
secondo il contratto stipulato viene fatto in stretta collaborazione con le strutture
operative.
Tecnico
La missione del sevizio Tecnico è quella di garantire alle strutture operative e ai cittadini
che usufruiscono delle sedi aziendali di operare in condizioni adeguate e di utilizzare in
sicurezza impianti e le strutture aziendali utilizzate per lo svolgimento delle attività.
Le specifiche funzioni alle quali deve corrispondere il servizio tecnico sono:
•
gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria delle sedi, degli impianti generali
in uso attraverso
a) la predisposizione dei capitolati in collaborazione con le strutture operative
utilizzatrici e con i servizi del Dipartimento coinvolte;
b) lo svolgimento delle procedure relative alle gare d’appalto per l’affidamento dei
lavori;
c) l’emissione degli ordini per l’attivazione di interventi;
d) la gestione, il controllo della contabilità dei lavori, gli ordini e le fatture; e delle
attrezzature elettromedicali;
•
gestione degli investimenti strutturali mediante la programmazione degli interventi,
l’effettuazione delle gare d’appalto per l’affidamento della progettazione dei lavori (da
svilupparsi internamente o con l’ausilio di professionisti esterni);
______________________________________________________________________ 48
_________________________________________________________________________
•
•
•
•
controllo dei cantieri a livello della sicurezza, direzione dei lavori e liquidazione stati
avanzamento;
verifiche e controlli elettrici dalle norme per la sicurezza degli impoianti, dei fabbricati e
delle attrezzature;
di gestire e monitorare il budget di spesa relativo ai servizi a gestione propria;
di monitorare il budget di spesa delle strutture operative relativamente ai propri servizi.
Reti di Comunicazione (fono-audio-video-informatico) e tecnologie
La missione della struttura Reti di comunicazione e tecnologie è quella di permettere
nelle diverse forme la comunicazione interna ed esterna associate alle prestazioni delle
tecnologie garantire interscambi professionali e migliorare le relazioni con il cittadino
attraverso i diversi punti di contatto.
La struttura garantisce ai diversi servizi dell'ASL TO5 il supporto tecnico per individuare
le soluzioni tecnologicamente adeguate alla risoluzione di problemi connessi alle
comunicazioni e alla struttura informatica necessaria allo svolgimento della propria funzione
a garanzia che l’organizzazione dei dati , la loro elaborazione e la fruizione delle
informazioni sia coerente con le necessità dei cittadini, dei professionisti e, più in generale,
dell’Azienda.
L’attività della struttura garantisce il supporto alle strutture operative per:
•
attività di analisi dei fabbisogni di automazione;
•
assistenza alle strutture interne nella definizione dei requisiti hardware e software da
installare;
•
diagnosi di malfunzionamento della strumentazione con attivazione di interventi di
manutenzione;
•
progettazione di nuove soluzioni informatiche e tecnologiche funzionali al sistema
informativo aziendale e al suo sviluppo;
•
la gestione delle risorse tecnologiche;
•
la gestione e il monitoraggio del budget di spesa relativo ai servizi a gestione
propria;
•
il monitoraggio del budget di spesa delle strutture operative relativamente ai propri
servizi.
Contabilità generale e dei costi
La missione della struttura è quella di contribuire alla verifica dell’andamento dei costi
aziendali controllandone la corrispondenza agli impegni di bilancio.
Onde sviluppare una maggiore consapevolezza della rilevanza dei costi sostenuti ed
attivati dalle singole strutture viene rilevato il costo determinato dalle specifiche funzioni
assistenziali, dalle aree aziendali ed dalle strutture organizzative.
Compiti specifici della struttura Contabilità finanziaria e dei costi sono:
•
addivenire ad una corretta situazione economico-patrimoniale dell'ASL TO5;
•
predisporre i bilanci pluriennale, di previsione e di consuntivo;
•
predisporre, controllare e monitorare i budget economici dei Centri di responsabilità
aziendali.
Affari Generali e Legali
La missione della struttura è quella di fornire supporto giuridico/amministrativo alla
direzione aziendale al fini di garantire la legittimità degli atti e delle attività dell’Asl TO 5.
Le principali funzioni della struttura Affari Generali e legali sono:
•
gestione della segreteria della direzione aziendale e dei seguenti organismi:
Conferenza dei sindaci, Collegio sindacale, Collegio di direzione e Consiglio dei
sanitari;
______________________________________________________________________ 49
_________________________________________________________________________
•
gestione del servizio per la tenuta del protocollo informatico, della gestione dei flussi
documentali e degli archivi, previsto dal DPR 445/2000;
•
gestione delle procedure per l’adozione delle determinazioni;
•
supporto giuridico e tutela legale con riferimento
- al contenzioso giudiziale e stragiudiziale;
- alla stipula di accordi e convenzioni;
- alle ordinanze ingiunzioni per sanzioni amministrative in materia sanitaria;
- al recupero dei crediti;
- al trattamento dei dati personali e sensibili.
Capo VII – LE STRUTTURE DI STAFF DELLA DIREZIONE AZIENDALE
Art. 77 - Principi generali
Le strutture di staff, assolvono ciascuno ad una funzione specializzata di grado di
complessità differenziata; in tal modo le funzioni possono essere organizzate in strutture
complesse, semplici o uffici.
Le strutture di staff dipendono gerarchicamente e funzionalmente dall'organo a cui
fanno capo: Direttore Generale, Direttore Amministrativo e Direttore Sanitario.
Le strutture di staff, sulla base delle indicazioni del Direttore a cui fanno riferimento,
assumono decisioni ed emanano direttive di istruzione relativamente all'area di propria
competenza.
Il personale dirigenziale che opera nelle strutture di staff è individuato direttamente dalla
Direzione aziendale, tenuto conto della particolare condizione connessa al ruolo fiduciario
che deve intercorrere tra la Direzione e il personale.
Art. 78 - Gli organi di staff del Direttore Generale
Sono poste in staff al Direttore Generale le seguenti strutture:
1. Ufficio Comunicazione;
2. Commissione di vigilanza delle strutture sanitarie e socio-assistenziali;
3. Struttura complessa: Prevenzione e Protezione dai rischi;
4. Ufficio tutele;
5. Struttura semplice: Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della
Prevenzione e della Professione Ostetrica.
Per gli aspetti inerenti il Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della
Prevenzione e della Professione Ostetrica vale quanto definito nell’art. 74.
Ufficio Comunicazione
La missione dell’Ufficio Comunicazione è quella di contribuire attraverso modalità
comunicative differenziate ad informare i cittadini e il personale aziendale sulle attività ed
iniziative aziendali.
L’Ufficio Comunicazione
•
cura la comunicazione interna attraverso il periodico aziendale InSalute;
•
gestisce il sito aziendale www.aslto5.piemonte.it;
•
si rapporta con i media informativi;
•
supporta la gestione di iniziative promosse ed organizzate dai servizi;
•
contribuisce alla stampa di pubblicazioni promosse dai servizi;
•
effettua ricerche sui bisogni e le aspettative della popolazione;
•
gestisce la rete degli URP e la linea verde per le informazioni telefoniche aziendali;
•
garantisce l’aggiornamento della Carta dei servizi aziendali.
______________________________________________________________________ 50
_________________________________________________________________________
Alla presente struttura, è demandata pertanto la gestione dei rapporti istituzionali con i
cittadini e le associazioni di volontariato e di rappresentanza della società.
L'orientamento alla qualità e la centralità del cittadino presuppongono la realizzazione di
un sistema di ascolto finalizzato ad analizzare le aspettative, i bisogni ed il livello di
soddisfazione dei cittadini, attraverso la raccolta sistematica di informazioni, suggerimenti,
osservazioni, denunce, reclami.
Il sistema è un processo dinamico e interattivo che acquisisce dati e informazioni con
continuità.
L’attività di ricerca ed indagine viene svolta direttamente dall’Ufficio Comunicazione o
attraverso l’attività di altre strutture.
L’Ufficio Comunicazione direttamente opera per
a) la valutazione dl grado di soddisfazione dei servizi territoriali e ospedalieri;
b) la valutazione dei reclami, delle segnalazioni e dei suggerimenti dei cittadini
pervenuti attraverso le diverse forme.
L'attività di ricerca e di analisi produce report semestrali od annuali che permettono,
attraverso la discussione con i cittadini, i servizi e la Direzione Generale, di identificare i
cambiamenti per il miglioramento della qualità dei servizi.
Commissione di vigilanza delle strutture sanitarie e socio-assistenziali
L'attività di vigilanza della Commissione sui presidi socio-assistenziali, socio-sanitari e
socio-educativi, consiste nella verifica e nel controllo della corrispondenza alla normativa
vigente dei requisiti strutturali, gestionali ed organizzativi.
La Commissione esercita questa funzione anche come attività di promozione e stimolo
propositivo per migliorare la funzionalità delle strutture e l'erogazione dei servizi.
La funzione di vigilanza sui presidi si esplica in due specifici momenti:
• quello "autorizzativo" inerente il rilascio, la modifica, la sospensione e la revoca
dell'autorizzazione al funzionamento;
• quello "ispettivo" inerente la valutazione dei requisiti (strutturali, gestionali e funzionali)
di funzionamento posseduti.
La funzione di vigilanza, come definito nel decreto legge n. 1 del 08/01/2004 “Norme per
la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della
legislazione di riferimento”, comprende le seguenti attività tecnico-amministrative:
a) il rilascio, la modifica, la sospensione e la revoca del titolo autorizzativo all'esercizio dei
servizi e delle strutture di cui all’art. 26, comma 1 del D.L.;
b) la verifica ed il controllo dei requisiti strutturali, tecnici e gestionali, previsti per la
tipologia di appartenenza dei servizi e delle strutture, dalle norme nazionali e regionali;
c) il controllo e la verifica della qualità dell'assistenza erogata nei confronti della generalità
degli assistiti mediante indicazioni tecniche ed operative che consentano la revisione
della qualità delle prestazioni e dei servizi per il miglioramento continuo degli stessi;
d) la verifica della conformità dei presidi e dei servizi offerti agli obiettivi della
programmazione regionale e locale;
e) la promozione della riconversione dei presidi ove ne ricorrano i presupposti.
La composizione della Commissione è definita con atto del Direttore generale.
Struttura complessa Servizio di Prevenzione e Protezione
La missione della struttura è quella ridurre il potenziale rischio che incorre il personale
nel rapporto con la struttura aziendale e le sue attività.
E’ parte integrante del Servizio di prevenzione e protezione l’attività del medico
competente.
______________________________________________________________________ 51
_________________________________________________________________________
Le funzioni del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi investono sia le
condizioni ambientali in cui si svolge l’attività sia le condizioni psico-fisiche della persona in
relazione alla specifica attività a cui è addetta.
Nei riguardi delle condizioni ambientali il Servizio di Prevenzione e Protezione ha la
funzione di:
•
provvedere ad individuare e classificare i fattori di rischio connessi alla struttura
aziendale e alle sue attività;
•
individuare le misure di sicurezza necessarie a garantire la salubrità negli ambiti di
lavoro;
•
individuare i sistemi di sicurezza;
•
elaborare le procedure di sicurezza relative all'attività di antincendio, emergenza e
pronto soccorso;
•
valutare i dispositivi di protezione individuale;
•
organizzare programmi di formazione ed informazione per i lavoratori;
•
pianificare annualmente gli interventi di prevenzione sulla base della classificazione,
sull’incidenza e sulla potenzialità del rischio;
•
predisporre le pratiche di sicurezza antincendio per tutti gli edifici aziendali soggetti al
rilascio del Certificato Di Prevenzione Incendi ovvero al loro adeguamento normativo.
Nei riguardi delle condizioni psico-fisiche del dipendente, secondo quanto previsto
dall’art. 31 del D.L.gs 81/2008, il Servizio di Prevenzione e Protezione, attraverso l’opera
dei medici competenti, ha la funzione di:
a) valutazione delle condizioni psico-fisiche del personale generiche;
b) valutazione delle condizioni psico-fisiche su richiesta del dipendente o dell’Azienda al
fine di giudicare la corrispondenza del proprio stato con l’attività lavorativa e
dell’ambiente di lavoro;
c) valutazione periodica dei dipendenti soggetti a particolari e specifici rischi;
d) valutazione delle caratteristiche dell’ambiente di lavoro al fine di contribuire a
ridurre/eliminare i possibili rischi per il dipendente.
Il Servizio di prevenzione e protezione verifica l'idoneità tecnico-professionale delle
imprese appaltatrici.
Il Servizio di prevenzione e protezione, in caso di infortunio, procede all’indagine
conoscitiva attivando le strutture per la rimozione della causa.
Nella sede del Servizio di prevenzione e protezione è depositato il registro degli infortuni
aziendale.
Ufficio tutele
La missione è quella di garantire e provvedere, per le persone sottoposte alla tutela
del Direttore Generale, alla gestione degli aspetti della vita sociale che la persona non è più
in grado di soddisfare autonomamente.
Art. 79 - Gli organi di staff del Direttore Amministrativo
•
•
Sono posti in staff al Direttore amministrativo le seguenti strutture:
Struttura complessa: Organizzazione e sviluppo delle risorse umane;
Struttura complessa: Patrimoniale;
Struttura complessa: Organizzazione e sviluppo risorse umane
La missione della struttura è quella di partecipare alla valorizzazione delle risorse
umane attraverso la ricerca costante della motivazione, dell’innovazione, dello sviluppo
dell’autonomia e del benessere organizzativo.
Alla struttura sono pertanto demandate le seguenti funzioni:
______________________________________________________________________ 52
_________________________________________________________________________
1. Motivazione e sviluppo delle risorse umane
1.1. analisi dei cambiamenti professionali;
1.2. valutazione e monitoraggio della dotazione organica;
1.3. analisi e valutazione delle varie forme di acquisizione delle risorse;
1.4. sviluppo professionale e della carriera e gestione delle attività relative al diritto di
studio;
1.5. gestione del sistema delle relazioni sindacali;
1.6. gestione dei processi di valutazione delle posizioni, dei profili, del potenziale e delle
prestazioni e dei correlati sistemi retributivi attraverso:
- definizione del complesso dei processi di valutazione e verifica inerenti il personale;
- predisposizione del piano degli obiettivi annuali e verifica del raggiungimento a
sostegno dell’attività del Nucleo di valutazione;
- costruzione dei processi per la definizione, monitoraggio e valutazione del sistema
degli obiettivi;
- predisposizione delle procedure delle valutazioni dei dirigenti e del personale in
generale.
2. Gestione dei processi formativi
2.1. costruzione della definizione dei bisogni formativi per personale in collaborazione
con i dipartimenti, i distretti sanitari e le direzioni dei presidi ospedalieri;
2.2. definizione dei criteri per la pianificazione formativa, progettazione, organizzazione
ed erogazione dei corsi di formazione approvati dal Comitato Scientifico aziendale;
2.3. promozione, definizione e gestione dei processi formativi e di aggiornamento;
2.4. reperimento e gestione dei fondi provenienti da enti esterni (Regione, Provincia,
etc.);
2.5. gestione amministrativa-contabile del budget complessivo per la formazione
professionale aziendale.
3. Gestione dei processi relativi all’elaborazione, applicazione e vigilanza dei codici di
comportamento e del codice etico aziendale.
4. Gestione dei processi per la rilevazione e il miglioramento del benessere organizzativo
5. Sostegno ai processi di miglioramento della qualità nei servizi attraverso:
5.1 diffusione a tutti i livelli dell’ASL TO 5 della cultura della qualità, anche attraverso
l’organizzazione di eventi, momenti formativi, gruppi di lavoro ed elaborazione di
documenti;
5.2 progettazione, sperimentazione, realizzazione e controllo di piani e programmi
finalizzati al miglioramento della qualità dei servizi erogati;
5.3 promozione e supporto metodologico alle strutture sanitarie per la costruzione dei
percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali;
5.4 sviluppo dell’analisi sistemica dei processi organizzativi aziendali per la
razionalizzazione e semplificazione delle procedure;
5.5 gestione dei sistemi qualità e coordinamento delle attività di valutazione interna ed
esterna;
5.6 promozione e diffusione di progetti e programmi per lo sviluppo delle competenze
e delle abilità nella comunicazione interpersonale quale elemento della qualità
relazionale.
Struttura complessa: Patrimoniale
La missione della struttura è quella di gestire le proprietà mobiliari ed immobiliari
dell'ASL TO5 nonché la gestione contrattuale con i proprietari degli immobili utilizzati
dall'azienda stessa.
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_________________________________________________________________________
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
Le funzioni esercitate dalla struttura attengono a:
gestione del patrimonio immobiliare in disponibilità dell’Azienda a vario titolo;
iniziative di natura contrattuale per acquisto-vendita del patrimonio stesso;
esecuzione delle pratiche amministrative e la gestione dell’archivio inerente la
riconversione del patrimonio immobiliare;
stipula/disdetta dei contratti di locazione passiva ed attiva;
inventario dei beni disponibili ed indisponibili e fuori uso;
gestione registro consegnatari dei beni mobili;
gestione delle assicurazioni aziendali;
gestione donazioni.
Art. 80 - Gli organi di Staff del Direttore Sanitario
Il Direttore Sanitario, per l’esercizio delle proprie funzioni, si avvale del supporto
organizzativo e operativo degli Uffici di staff:
1. Struttura complessa: Sistema informativo;
2. Struttura complessa: Controllo di Gestione;
Struttura complessa: Sistema informativo
La missione della Struttura complessa Sistema informativo è quella di garantire che il
sistema aziendale raccolga, elabori ed archivi le informazioni necessarie alla gestione
interna ed esterna dei flussi informativi per:
a) contribuire alle scelte di indirizzo della Direzione Generale;
b) fornire il ritorno informativo alle strutture organizzative, necessario alle proprie
valutazioni;
c) garantire processi di integrazione informativa a sostegno della continuità assistenziale;
d) rispondere al debito informativo nei confronti di livelli sovra-ordinati.
La Struttura Sistema Informativo fornisce alla Direzione Generale il supporto tecnico
necessario per:
a) definire la struttura del sistema informativo (tipologia dei documenti, rintracciabilità,
aggiornamento, destinatari, modalità di diffusione e di raccolta, validità del sistema
nella sua interezza e del dato, archiviazione);
b) individuare i bisogni informativi dell’azienda;
c) definire le linee guida per la raccolta degli elementi informativi che le strutture
debbono produrre;
d) verificare che gli elementi informativi siano prodotti secondo adeguati livelli di qualità
(riproducibilità, accuratezza, completezza);
e) proporre la modifica dei sistemi di rilevazione delle informazioni per adeguarli ai livelli
di qualità;
f) organizzare la diffusione e l’utilizzo delle informazioni.
La Struttura Sistema Informativo provvede a:
a) effettuare verifiche periodiche della validità e della qualità del sistema informativo
aziendale e ad elaborare proposte di revisione dello stesso;
b) strutturare i piani di elaborazione e di restituzione dei dati ai diversi soggetti
interessati;
c) organizzare i flussi informativi nei riguardi del Sistema sanitario;
d) gestire le richieste di informazioni provenienti da soggetti esterni al Sistema
sanitario;
La Struttura Sistema Informativo :
- partecipa all’elaborazione delle relazioni con Enti e soggetti esterni per la parte
riguardante flussi informativi e interoperabilità;
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_________________________________________________________________________
-
partecipa alla valutazione di soddisfazione degli utenti (interni ed esterni)
relativamente al sistema informativo;
è riferimento aziendale per gli aspetti di garanzia della privacy della conservazione e
della trasmissione dei dati (modalità di accesso, riservatezza).
Struttura complessa: Controllo di Gestione
La missione della Struttura è quella di elaborare ed analizzare le informazioni sulle
attività messe in essere dai servizi con il fine di verificarne l'efficacia, l'efficienza e
l'economicità per poter avviare, eventualmente, interventi gestionali di correzione che
salvaguardino il rapporto tra i costi sostenuti e i risultati ottenuti.
La Struttura complessa Controllo di Gestione
•
elabora il sistema di rilevazione dati per l’ottemperanza ai debiti informativi esterni e per
la costruzione delle informazioni necessarie all’attività della Direzione Generale e delle
strutture aziendali;
•
monitorizza i dati ricevuti verificando che corrispondano a livelli qualitativi adeguati;
•
elabora e dati e analizza le informazioni per
a) valutare le capacità dell’organizzazione sanitaria aziendale a corrispondere ai
bisogni di salute;
b) rilevare il livello di attività delle strutture aziendali per misurarne le capacità e la
corrispondenza all’atteso;
c) definire il costo delle strutture e delle attività prodotte in relazione alle risorse
attivate;
d) proporre decisioni coerenti all’analisi effettuata.
Capo VIII – La Disciplina del Conferimento degli incarichi
Art. 81 – I principi generali per il conferimento degli incarichi
L'ASL TO5, nell'affidamento degli incarichi dirigenziali e considerando il ruolo rilevante
nell’attuazione degli obiettivi strategici e dei programmi, si attiene ai seguenti criteri di
ordine generale:
•
capacità di corrispondere agli indirizzi della Direzione Generale nel dare attuazione ai
programmi con le risorse umane, finanziarie e strumentali assegnate;
•
capacità di perseguire il pubblico interesse;
•
capacità relazionale, con particolare riferimento ai rapporti con l'utenza, alla disponibilità
collaborativa, alla volontà di integrazione professionale, alla consapevolezza della
comunicazione intra ed extra aziendale;
•
capacità di aggregazione del consenso sui valori, principi e obiettivi dichiarati dall'ASL
TO5;
•
capacità di gestione delle risorse umane, finanziarie e professionali nella realizzazione
degli obiettivi aziendali, in relazione a risultati conseguiti;
•
capacità di utilizzo delle risorse disponibili sulla base della messa in atto di principi del
buon uso, della sobrietà, dell’efficacia e dell’efficienza nei risultati;
•
capacità di sensibilizzare i propri collaboratori a garantire condizioni di umanizzazione
della struttura e delle relazioni con gli utenti;
•
aver frequentato e superato corsi di formazione manageriale ex art. 16-quinquies del
Dlgs 229/1999 relativi in particolare all'organizzazione e alla gestione dei servizi sanitari,
______________________________________________________________________ 55
_________________________________________________________________________
ai criteri di finanziamento e ai bilanci, alla gestione delle risorse umane e
all'organizzazione del lavoro, agli indicatori di qualità dei servizi e delle prestazioni;
•
aver partecipato con continuità a corsi di aggiornamento professionale obbligatori e
facoltativi;
•
aver effettuato positivamente percorsi di servizio connessi alla tipologia dell’incarico da
svolgere;
•
aver svolto efficacemente mansioni superiori nell’ambito dell’incarico da svolgere;
•
avere un "curriculum" maturato negli ultimi cinque anni valorizzato per gli aspetti
formativi ed esperienziali, per il contenuto e le caratteristiche delle pubblicazioni, per
l’attività didattica, per lo svolgimento di attività sperimentali e di ricerca, per il complesso
delle conoscenze correlate all'incarico da conferire.
Gli incarichi sono conferiti con atto motivato sulla base dei criteri anzidetti.
Entro 6 mesi dalla data di adozione del presente Atto sarà approvato il Regolamento
aziendale che disciplina i criteri generali per l’affidamento, il mutamento e la revoca degli
incarichi.
Art. 82 – La tipologia degli incarichi
Il Direttore Generale procede al conferimento delle seguenti tipologie di incarichi:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
j)
Direttore di dipartimento;
Direttore di struttura complessa;
Direttori di Distretto;
Direttori di Presidio Ospedaliero;
Responsabili di struttura semplice;
professionali anche di alta specializzazione; di consulenza, di studio e ricerca,
ispettivi, di verifica e di controllo;
professionali, con riferimento ai dirigenti con meno di cinque anni di servizio,
all'interno della struttura di assegnazione e caratterizzati dallo sviluppo di attività
omogenee che richiedono una competenza specialistica e funzionale di base della
disciplina di appartenenza;
Dirigente del Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della Prevenzione
e della Professione Ostetrica;
incarichi ex art. 15 septies D.Lgs. 502/92 e s.m.i.;
incarichi ex art. 7 c. 6, D.Lgs. 165/01 e s.m.i.
Gli incarichi di direzione di dipartimento, di struttura complessa, di distretto, di presidio
ospedaliero e di struttura semplice sono conferibili ai soli dirigenti con rapporto di lavoro
esclusivo.
In relazione all’impegno richiesto per lo svolgimento degli incarichi di direzione di
dipartimento, di struttura complessa, di distretto e di presidio ospedaliero non sono
autorizzabili convenzioni con Enti o con strutture esterne che prevedano la riduzione
dell’impegno orario nell’Azienda sanitaria.
Gli incarichi professionali di alta specializzazione, di cui al punto f), si riferiscono
alle articolazioni funzionali delle strutture complesse individuate nel presente atto aziendale
in quanto rappresentative di elevate competenze tecnico-professionali produttive di
prestazioni quali/quantitative complesse nell'ambito della disciplina e dell'organizzazione
interna della struttura cui afferiscono;
Gli incarichi conferiti a tempo determinato di cui all’art. 15 septies del Dlgs. 30-12-92, n.
502 e s.m.i sono affidati secondo quanto indicato all’art. 84
______________________________________________________________________ 56
_________________________________________________________________________
Art. 83 – Le modalità di conferimento degli incarichi
Tutti gli incarichi di cui al precedente articolo sono conferiti dal Direttore Generale.
Direttore di Dipartimento
L’incarico di Direttore di dipartimento è conferito secondo le procedure previste dall’art. 17bis del Dlgs 229/99 ed è individuato tra i dirigenti con incarico di direzione di una delle
strutture complesse aggregate nel dipartimento. Il Direttore di Dipartimento incaricato
rimane titolare della struttura complessa cui è preposto.
L’incarico di Direttore di dipartimento ha durata minima di tre anni.
Al termine dell’incarico di Direttore di dipartimento lo stesso può essere rinnovato o
interrotto nel caso in cui le condizioni organizzative, gestionali, programmatorie fossero
modificate.
Direttore di struttura complessa
L’incarico di Direttore di struttura complessa sanitaria è attribuito secondo le modalità
previste dall’art. 15 e seguenti del Dlgs 229/1999, previo espletamento delle procedure ex
DPR 484/1997, per un periodo da 5 a 7 anni, con facoltà di rinnovo per lo stesso periodo o
per periodo più breve, in relazione agli esiti delle verifiche dei risultati e delle attività attuate
ai sensi, del succitato decreto e della normativa contrattuale.
L’incarico di Direttore di struttura complessa tecnico-professionale-amministrativa è
attribuito con le stesse procedure relative al Direttore di struttura complessa sanitaria per
quanto applicabili ed in relazione alle norme contrattuali.
L’incarico di Direttore di Struttura Complessa viene affidato in via preferenziale a
professionisti con rapporto esclusivo.
Direttore di distretto
L’incarico di Direttore di distretto è conferito in base ai requisiti ex art. 3-sexies del D.Lgs.
502/92 e s.m.l..
L'incarico di Direttore di distretto è conferito dal Direttore generale a seguito di avviso da
pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, sulla base di una rosa di candidati
idonei selezionati da un'apposita commissione.
La composizione della commissione e le procedure di revoca dell'incarico sono disciplinate
dall'art. 15 ter del decreto leg.vo 229/99, così come modificato ed integrato dal decreto
leg.vo n. 254 del 28 luglio 2000.
Alla selezione possono partecipare i professionisti in possesso dei seguenti requisiti:
•
5 anni di esperienza nei servizi territoriali con incarichi direttivi;
•
attestato di formazione manageriale nel campo dell'organizzazione e gestione dei
servizi territoriali (in sede di prima applicazione, l'attestato può essere presentato entro i
24 mesi successivi alla nomina);
•
i medici convenzionati, da almeno 10 anni, ai sensi dell'art. 8 comma 1 del Dlgs 229/99,
in possesso dell'attestato di formazione manageriale nel campo dell'organizzazione e
gestione dei servizi sanitari.
Inoltre i candidati devono possedere un curriculum formativo e professionale adeguato alla
complessità e rilevanza dell'incarico, dal quale emerga:
a) capacità di analisi, valutazione e progettazione di sistemi organizzativi complessi e del
relativo contesto;
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_________________________________________________________________________
b) capacità di gestire un sistema articolato di funzioni e relazioni: cioè capacità di
assumere le decisioni e le responsabilità conseguenti, di programmare azioni
adeguandole al cambiamento e identificando le priorità degli interventi per l'attuazione
degli obiettivi stabiliti dagli organi di direzione politica;
c) capacità di gestione coordinata di risorse umane, strumentali, finanziarie;
d) capacità relazionali, all'interno ed all'esterno dell'organizzazione;
e) capacità di negoziazione, comunicazione, interazione con le diverse componenti del
sistema organizzativo;
f) capacità di operare in modo integrato e collaborativo per accrescere l'efficienza del
sistema, finalizzata anche al miglior soddisfacimento delle esigenze del cittadino.
L'incarico ha durata di 5 anni, ed è rinnovabile.
Direttore di Presidio Ospedaliero
Le modalità di affidamento dell’incarico sono le medesime che regolano gli incarichi di
struttura complessa.
Direttore di struttura semplice
L’incarico di Responsabile di struttura semplice è conferito a dirigenti con un minimo di
cinque anni di attività, su proposta
- del Direttore di dipartimento (nel caso di struttura semplice a valenza dipartimentale)
condivisa dal Direttore di struttura complessa di appartenenza del dirigente interessato;
- del Direttore di struttura complessa di appartenenza
sulla base di valutazione positiva delle attività professionali espletate e dei risultati
conseguiti effettuata ai sensi e per gli effetti previsti dal Dlgs 229/1999.
L’incarico ha una durata non inferiore a tre anni e non superiore a cinque anni, in relazione
al contenuto professionale dell'incarico, con facoltà di rinnovo, con atto scritto e motivato.
Incarichi professionali con almeno cinque anni di attività
Gli incarichi di natura professionale a dirigenti con almeno cinque anni di attività, vengono
conferiti su proposta del Direttore della struttura complessa di appartenenza, sulla base di
valutazione positiva delle attività professionali espletate e dei risultati conseguiti effettuata
ai sensi e per gli effetti previsti dal Dlgs 229/1999.
L’incarico ha una durata non inferiore a tre anni e non superiore a cinque anni, in relazione
al contenuto professionale dell'incarico, con facoltà di rinnovo, con atto scritto e motivato.
Incarichi professionali con meno di cinque anni di attività o anzianità
Gli incarichi di natura professionale a dirigenti con meno di cinque anni di attività e decorso
il periodo di prova, vengono conferiti su proposta del Direttore della struttura complessa di
appartenenza, sulla base di valutazione positiva delle attività professionali espletate e dei
risultati conseguiti effettuata ai sensi e per gli effetti previsti dal Dlgs 229/1999.
Il conferimento dell’incarico va ricoprire precisi ambiti di autonomia professionale
progressivamente ampliati a seguito di valutazione e verifica.
L’attività dell’incaricato va svolta nel rispetto degli indirizzi del Direttore della struttura
complessa di riferimento sviluppando funzioni di collaborazione e corresponsabilità nella
gestione delle attività.
L’incarico integra il contratto individuale stipulato all'atto dell'assunzione.
L’incarico ha una durata non inferiore a tre anni e non superiore a cinque anni, in relazione
al contenuto professionale dell'incarico, con facoltà di rinnovo, con atto scritto e motivato.
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Dirigente del Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della Prevenzione e
della Professione Ostetrica
L’incarico è affidato secondo le norme indicate dal DPCM 25-1-2008.
Incarichi ex art. 15 septies D.Lgs. 502/92 e s.m.i.
Gli incarichi sono affidati secondo quanto indicato all’art. 84.
Incarichi ex art. 7 c. 6, D.Lgs. 165/01 e s.m.i.
Gli incarichi professionali e di consulenza sono affidati con le modalità e procedure di cui
all’art. 7 c. 6, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dall’art. 46 del D.L. 25
giugno 2008, n.112, convertito con modificazioni nella Legge n. 133 del 6 agosto 2008.
Art. 84 – Affidamento degli incarichi dirigenziali di cui all’art. 15 septies
del Dgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e s.m. e i.
Il presente articolo disciplina l’affidamento di incarichi dirigenziali a tempo
determinato a personale dipendente e non dipendente secondo le previsioni e nei limiti di
quanto stabilito dall’art. 15-septies del d.lgs. 30 dicembre 1992, n.502.
Non si applicano alla fattispecie le diverse disposizioni dell’atto aziendale riguardanti
la dirigenza, ove non espressamente richiamate.
Incarichi dirigenziali a tempo determinato per funzioni di particolare rilevanza e di interesse
strategico
In attuazione di quanto disposto dall’art. 15- septies, c.1, del d.lgs. 30 dicembre 1992, n.
502 e s.m. e i., l’Azienda può stipulare contratti per l’affidamento di incarichi dirigenziali a
tempo determinato per l’espletamento di funzioni di particolare rilevanza e di interesse
strategico.
Per tali si intendono le funzioni comportanti direzione o responsabilità di Struttura
Complessa o funzioni equiparate, ovvero le funzioni che richiedano particolari e specifiche
competenze di difficile reperimento.
Il numero massimo degli incarichi conferibili è pari al due per cento della dotazione
organica dei profili dirigenziali, calcolata secondo le indicazioni regionali, arrotondato
all’unità superiore.
Gli incarichi sono conferiti a laureati di particolare e comprovata qualificazione
professionale che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati o aziende
pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni
dirigenziali apicali o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale,
culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post-universitaria, da
pubblicazioni scientifiche o da concrete esperienze di lavoro e che non godano del
trattamento di quiescenza.
Altri incarichi dirigenziali a tempo determinato.
In attuazione di quanto disposto dall’art. 15-septies, c.2, del d.lgs. 30 dicembre 1992, n.502
e s.m. e i., l’Azienda può stipulare contratti per l’affidamento di incarichi dirigenziali a tempo
determinato per l’espletamento di funzioni dirigenziali, relativi a profili diversi da quello di
medico.
Il numero massimo degli incarichi conferibili è pari al cinque per cento della dotazione
organica dei profili dirigenziali, esclusa la dirigenza medica, calcolata secondo le indicazioni
regionali, arrotondato all’unità superiore.
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Gli incarichi sono conferiti ad esperti di provata competenza che siano in possesso del
diploma di laurea e di specifici requisiti coerenti con le esigenze che determinano il
conferimento dell’incarico e che non godano del trattamento di quiescenza.
Gli incarichi dirigenziali a tempo determinato di cui al presente articolo sono conferiti con
le seguenti modalità alternative:
• scelta diretta del Direttore Generale, formalizzata e motivata con apposito
provvedimento relativamente alla sussistenza dei requisiti ed alla natura e tipologia
dell’incarico;
• selezione pubblica effettuata dall’Azienda mediante procedimento definito da
apposito regolamento ovvero affidata a Società del settore. E’ consentito il ricorso a
eventuali forme di pubblicità.
L’affidamento dell’incarico dirigenziale a tempo determinato comporta l’instaurazione di
un rapporto di lavoro dipendente a tempo determinato e, riguardo a quanto disposto per gli
incarichi di particolare rilevanza e di interesse strategico, esclusivo.
Tra l’Azienda e l’incaricato viene stipulato un contratto individuale di lavoro in forma
scritta dal seguente contenuto minimo:
a) Definizione dell’incarico affidato e specificazione delle obbligazioni assunte dei
programmi e degli obiettivi generali assegnati;
b) Data di inizio e data di cessazione del rapporto di lavoro, per una durata variabile
da due a cinque anni;
c) Previsione, per i soli incarichi di particolare rilevanza e di interesse strategico,
della risoluzione di diritto del contratto d’incarico alla scadenza del terzo mese
dalla cessazione, per qualsiasi ragione, del direttore generale, salvo formale
conferma da parte del subentrante;
d) Orario di lavoro e disciplina delle assenze,
e) Trattamento economico complessivo, da commisurarsi al trattamento spettante,
per funzioni assimilabili, al personale dipendente con contratto di lavoro a tempo
indeterminato e con esclusione delle voci retributive “ad personam”;
f) Facoltà di recesso delle parti contraenti
g) Collocamento in aspettativa senza assegni con riconoscimento dell’anzianità di
servizio per tutta la durata dell’incarico nel caso di affidamento di incarico a
dipendente dell’Azienda.
Ad integrazione delle precedenti disposizioni e in applicazione dell’art. 19, comma 6, del
T.U. n. 16/2001, l’Azienda può stipulare contratti a tempo determinato per incarichi
dirigenziali con soggetti che, pur in assenza del diploma di laurea, siano dotati di spiccate
doti di professionalità, a seguito di un confronto comparativo tra più possibili candidati
interessati e in possesso dei requisiti richiesti. Tali incarichi presuppongono che i soggetti
prescelti non vengano preposti ad una struttura organizzativa, con compiti di
organizzazione della stessa, ma, ai sensi dell’art. 15- octies del d.lgs. 30 dicembre 1992,
n.502 e s.m. e i, abbiano ad oggetto l’attuazione di progetti finalizzati, preventivamente
inseriti dall’Azienda nei propri programmi di attività.
Capo IX – La libera professione intramuraria
Art. 85 - Libera professione intramuraria
La S.C. Amministrazione del Personale è competente e riferimento aziendale per la
procedura autorizzativa ai dipendenti interessati all’ effettuazione dell’attività libero
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professionale, al controllo del rispetto degli orari, del rispetto delle incompatibilità, della
liquidazione delle competenze.
Concorrono con la S.C. Amministrazione del Personale alla gestione della attività libero
professionale: i Direttori di Presidio Ospedaliero, i Direttori di Distretto, il Direttore del
Dipartimento di Prevenzione.
I Direttori di Presidio Ospedaliero, attraverso l’Ufficio di coordinamento dei Presidi
ospedalieri,
“vigilano sul corretto svolgimento dell’attività libero professionale” ed
identificano gli spazi interni ai Presidi Ospedalieri e gli orari nei quali risulta possibile
svolgere, nel rispetto delle norme di riferimento, l’attività stessa.
I Direttori di Distretto, attraverso l’Ufficio di coordinamento delle attività territoriali,
vigilano sul corretto svolgimento dell’attività libero professionale nei locali di pertinenza
distrettuale, identificano gli spazi e gli orari nei quali risulta possibile svolgere, nel rispetto
delle norme di riferimento, l’attività stessa.
Il Direttore del Dipartimento di Prevenzione vigila sul corretto svolgimento dell’attività
libero professionale nei locali e nei luoghi di pertinenza delle Strutture Complesse del
Dipartimento, identifica gli spazi e gli orari nei quali risulta possibile svolgere, nel rispetto
delle norme di riferimento, l’attività stessa.
Il Regolamento aziendale relativo all’attività libero-professionale, in attuazione delle
indicazioni nazionali (Legge 3 agosto 2007, n. 120 “Disposizioni in materia di attività liberoprofessionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria”) e regionali (Accordo del 26
giugno 2008 tra l’Assessore regionale alla Tutela della Salute e Sanità e le OO.SS. della
Dirigenza Medica e Veterinaria e SPTA) sarà adottato entro il 30 novembre 2008 ed entrerà
in vigore il 1° gennaio 2009.
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