Terapia farmacologia dei Disturbi d`Ansia

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Associazione per la Ricerca
sulla Depressione
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Sito: www.depressione-ansia.it
Terapia farmacologia dei Disturbi d’Ansia
di Salvatore Di Salvo
Nella terapia dei Disturbi d'Ansia il semplice impiego di farmaci ad azione direttamente ansiolitica,
come le benzodiazepine (BZD), si è dimostrato insufficiente nel controllo dei quadri clinici e si è
sempre più diffuso l'impiego di farmaci appartenenti alla classe degli antidepressivi.
Le benzodiazepine posseggono un effetto ansiolitico diretto ed immediato: riducono l'ansia nel giro
di 20-30 minuti dall' assunzione per effetto della loro azione sul neurotrasmettitore GABA.
L'effetto è rapido e marcato nei confronti della sintomatologia ansiosa acuta, come nell'Attacco di
Panico, ma nel trattamento a lungo termine è certamente molto meno incisivo e spesso inefficace in
senso preventivo. Ciò è conseguente al fatto che nei Disturbi d'Ansia sono coinvolti, a livello di
neurotrasmettitori cerebrali, non solo il GABA, ma anche la serotonina e la noradrenalina ed è
questo il motivo per cui gli antidepressivi che agiscono su questi due neurotrasmettitori, risultano
efficaci nella cura a lungo termine.
Per alcuni farmaci antidepressivi triciclici è descritta un'azione ansiolitica rapida. In realtà, l'effetto
ansiolitico iniziale è più esattamente definibile come sedativo. Si tratta di un effetto specificamente
antistaminico, per alcuni aspetti efficace per rapidità d'azione, ma privo di reale significato
terapeutico in termini di trattamento a lungo termine dei Disturbi d'Ansia.
Nella maggior parte dei trattamenti con antidepressivi ad azione più selettiva, quali SSRI e SNRI,
l'inizio dell'assunzione del farmaco coincide non con un effetto ansiolitico, ma con una "sindrome
da attivazione", consistente in aumento di vigilanza e di attivazione motoria ed emotiva e a volte
anche di temporaneo aumento della stessa sintomatologia ansiosa. Ciò si verifica nelle prime 2-3
settimane di terapia, durante il tempo di latenza, che è il tempo che intercorre tra l'inizio
dell'assunzione degli antidepressivi e i primi miglioramenti dei sintomi depressivi. La sindrome da
attivazione è conseguente all'aumento di disponibilità nelle cellule nervose della serotonina e
noradrenalina dopo le prime assunzioni di farmaci e al conseguente aumento della stimolazione dei
recettori postsinaptici.
Tende all'attenuazione spontanea nel corso del trattamento e risponde comunque positivamente
all'associazione di benzodiazepine.
L'effetto degli antidepressivi non è direttamente ansiolitico, in quanto alla singola assunzione di
farmaco non corrisponde una riduzione dell'ansia. Il loro effetto si esplica invece su quelle
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condizioni più complesse che sono alla base delle differenti forme cliniche, quali il Disturbo da
Attacchi di Panico e il Disturbo ossessivocompulsivo, in cui appare centrale il ruolo svolto dalla serotonina.
Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)
I dati disponibili indicano un miglioramento significativo in una percentuale di casi variabile tra il
35% e il 60%. Per quanto riguarda la durata del trattamento va considerato che, nella terapia del
DOC, i farmaci mostrano un tempo di latenza di 1-3 mesi prima di fornire una risposta terapeutica
soddisfacente.
Gli antidepressivi che hanno dimostrato efficacia nella terapia del DOC appartengono al gruppo dei
triciclici e degli SSRI. Questi ultimi vengono considerati farmaci di prima scelta soprattutto quando
è necessario un trattamento ad alti dosaggi per un tempo prolungato. L'associazione delle BDZ è
indicata per il trattamento sintomatico iniziale dell'ansia che si accompagna alla sintomatologia
ossessiva.
Disturbo d'Ansia Generalizzata (GAD)
La ricerca sulla terapia farmacologica dell'ansia si è orientata prevalentemente sugli effetti delle
benzodiazepine e degli antidepressivi. Le BDZ sono le molecole maggiormente utilizzate nel
disturbo in quanto svolgono il loro effetto con rapidità (20-30 minuti dopo l'assunzione), con scarsi
effetti collaterali e buona tollerabilità, ma con il rischio di dipendenza nei trattamenti a lungo
termine e di fenomeni di astinenza successivi a sospensioni brusche. La terapia deve essere
continuata per almeno 6 mesi prima di iniziare la riduzione del dosaggio. Diversi studi hanno
confermato l'efficacia dei triciclici, degli SSRI e degli SNRI nel GAD a dosaggi simili a quelli
richiesti nel DAP e nei disturbi depressivi. L'associazione di BDZ e antidepressivi comporta una più
rapida risoluzione dei sintomi.
Fobia Sociale e Fobie Semplici
La letteratura offre pochi dati riguardo alla durata ottimale del trattamento nella FS. Alcuni studi
sull'efficacia degli antidepressivi nella FS concludono che, analogamente a quanto avviene per la
depressione, la scelta più prudente sembra essere quella di sospendere il trattamento dopo 6-12 mesi
dalla stabilizzazione del miglioramento. Gli studi sul trattamento della fobia sociale con SSRI
hanno evidenziato nel complesso una soddisfacente efficacia di questa classe farmacologica,
utilizzando dosi terapeutiche più alte di quelle utilizzate nella depressione. Nel caso di presenza di
ansia generalizzata è preferibile associare agli SSRI una BDZ.
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