Amore senza handicap

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14 marzo 2004
AVVENIRE
Meeting dei gruppi di spiritualità della
«Nostra famiglia». Migliaia di genitori
chiamati a passare dalla scienza
della carità alla sapienza della croce
Amore senza handicap
DI LUCIANO MOIA
C
hi è convinto che la croce sia
soltanto dolore e patimento
non ha capito nulla del messaggio di Cristo. La croce, nell'ottica
della famiglia, è soprattutto fedeltà
a una vocazione, capacità di sostenere la prova del tempo, coerenza
con la promessa pronunciata. In una parola: amore. Lo sosteneva sia
don Luigi Monza, fondatore della
"Nostra famiglia", per il quale è ormai in fase conclusiva il processo di
canonizzazione: «Amarsi tra loro come le parti del corpo mistico di Cristo, tacendo ogni sofferenza ed ogni
offesa ricevuta». E ancora: «La santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinaria-
mente bene le cose ordinarie». Principi che da oltre mezzo secolo sono
diventati le parole-chiave per migliaia e migliaia di coppie entrate in
contatto con quell'arcipelago del bene rappresentato dalle diverse realtà
della "Nostra famiglia".
Oggi l'intuizione di don Luigi Monza si è trasformata nel più importante ente italiano per l'assistenza e
la cura dei bambini. È presente i 18
regioni italiane e 5 Paesi del mondo,
con 35 sedi in Italia che seguono oltre 16 mila casi. Sedicimila famiglie
che per un tempo più o meno lungo - spesso per tutta la vita - sono
chiamate a confrontarsi con il mistero della sofferenza, anche per dare senso alla "chiamata speciale' in
cui sono coinvolte. Per questo, or-
mai da anni, la "Nostra famiglia" ha
sollecitato i nuclei familiari che fanno capo ai vari centri di riabilitazione e di cura a ritrovarsi in gruppi di
spiritualità familiare per verificare
insieme, con la riflessione e con la
preghiera, come sia possibile passare dalla scienza della carità alla sapienza della croce.
Da ieri tutti i gruppi delle varie aggregazioni sono riuniti nella sede
storica della "Nostra famiglia" a Bosisio Parini (Lecco) per l'incontro annuale sul tema «La santità del quotidiano delle famiglie». Spiritualità e
condivisione, sfida sul terreno del
quotidiano e luogo per comprendere con gli strumenti più adeguati e
con l'aiuto di vari esperti (vedi box a
fianco) il senso di un percorso di fe-
SI PARLA DI: LA NOSTRA FAMIGLIA
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14 marzo 2004
AWENIRE
de dove, soprattutto all'inizio, gli ostacoli sembrano vette insormontabili. «Abbiamo voluto questo incontro - spiegano Maria Pia e Roberto
Zanchini, delegati per la spiritualità
familiare dei gruppi che fanno capo
alla "Nostra famiglia" - anche come
spazio di riflessione per ridarci forza e vigore, ma anche come luogo
per comprendere che il Signore ha
condiviso con noi il mistero di Nazareth». I coniugi Zanchini, un figlio
di 22 anni, sono l'esempio concreto
di una famiglia che ha deciso di percorre con coraggio la strada della solidarietà e dell'accoglienza. Da tem-
po sono i coordinatori a Como di una delle case famiglia dell'associazione dove sono accolti soprattutto
ragazzi con disabilita mentali. «Og-
gì viviamo con 8 ragazzi, oltre ad lina donna con un figlio piccolo, anche lei affetta da problemi psichici»,
Spesso si pensa che nelle case famiglia la coppia responsabile sia chiamata ad esercitare la paternità e la
maternità nei confronti di tutti gli ospiti presenti. «Invece - spiegano i
due esperti - il nostro compito è
quello di trasmettere loro la nostra
immagine di famiglia accogliente,
condividendo con semplicità tempi
e incombenze della casa». In questa
prospettiva la famiglia diventa davvero parabola di un amore trascendente e il senso della generazione
come dono, accoglienza e comunione acquista tutto il sapore della
tenerezza di Dìo che sì china sulle
ferite di anime e di corpi. -
Coppie e sofferenza
nel cuore del mistero di
Nazareth
GregorioVivaldelli, giovane
biblista dì Trento, sposato e
padre di quattro figli, aprirà
stamattina il meeting della
"Nostra famiglia" a Bosisio
Parini (Lecco) con una relazione
su «Immagini bibliche della
famiglia, figura domestica della
vita cristiana», È poi previsto
l'intervento di don Franco
Giulio Brambilla, docente di
antropologia teologica sul tema:
"La famiglia e il mistero di
Nazareth. Infine la celebrazione
conclusiva presieduta da don
Luigi Mezzadri, postulatore della
causa di beatificazione di don
Luigi Monza. Ieri, nella prima
giornata del convegno, erano
intervenuti Enzo Bianchì, priore
di Bose e la direttrice generale
della "Nostra famiglia", Gabriella
Zanella. All'incontro prendono
parte i gruppi di volontariato e
le associazioni di spiritualità
della grande realtà fondata nel
1946 da don Monza. Innanzi
tutto ie "case famiglie", poi le
famiglie "Cana", i gruppi di
spiritualità per genitori, i gruppi
''Giovani coppie", le famiglie del
"gruppo amici" e le famiglie degli
operatori.
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