Stanneck, 2006

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International Congress of
the Italian Association of Companion
Animal Veterinarians
May 19 – 21 2006
Rimini, Italy
Next Congress :
62nd SCIVAC International Congress
&
25th Anniversary of the SCIVAC Foundation
May 29-31, 2009 - Rimini, Italy
Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers
53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
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Moderni approcci alla prevenzione
delle malattie trasmesse da vettori nel cane
Dorothee Stanneck
Med Vet, Dipl ECVP, Leverkusen, Germania
In medicina veterinaria si è solidamente affermato il
principio della prevenzione. La regola di base che la profilassi sia preferibile alla terapia, che si applica nel caso degli
animali da allevamento, deve essere attuata anche nella pratica dei piccoli animali, ogniqualvolta siano disponibili
prodotti idonei.
Negli ultimi anni, sta divenendo sempre più evidente
l’importanza di proteggere i nostri amici cani dalle malattie trasmesse dagli artropodi (CVBD, Canine Vector Borne
Disease), invece di cercare semplicemente di curare le
malattie dopo la loro insorgenza. Il controllo e la prevenzione delle malattie invece del loro trattamento è una strategia tradizionalmente ben consolidata negli animali da
allevamento, impiegando strumenti igienici e immunologici. Negli animali da compagnia, vengono comunemente
impiegate le vaccinazioni preventive nei confronti delle
infezioni virali. Ma la specifica categoria delle malattie
infettive trasmesse da vettori nei cani, che spesso hanno la
caratteristica di essere potenzialmente fatali e difficili da
prevenire, trattare o curare, accresce la necessità, e l’opportunità, di un differente approccio per la protezione dell’animale ospite nei confronti dei patogeni.
Le principali CVBD vengono trasmesse da zecche (Borrelia burgdorferi, Ehrlichia canis, Babesia canis, Hepatozoon), zanzare (Dirofilaria immitis) e flebotomi (Leishmania
infantum). Le più importanti malattie infettive trasmesse dalle zecche, che causano gravi malattie cliniche nei cani, sono
la babesiosi e l’ehrlichiosi, e in grado minore, le infezioni da
Borrelia burgdorferi e Rickettsia conorii. Comunemente le
infezioni causate da questi due agenti producono infezioni
subcliniche, diagnosticate mediante sieroconversione, e la
loro associazione alla malattia clinica è difficile da dimostrare nei cani. Inoltre i cani sembrano essere sensibili all’infezione da Coxiella burnetii (febbre Q) e alle encefaliti virali trasmesse dalle zecche, ma le segnalazioni di malattia clinica non sono frequenti. Altre infezioni canine trasmesse
dalle zecche sono causate da Haemobartonella spp., Bartonella spp., Francisella tularensis e agenti virali che provocano ad esempio l’encefalite.
I ditteri che trasmettono la dirofilariosi e la leishmaniosi
sono ben noti nell’Europa mediterranea e causano gravi
malattie; la leishmaniosi è inoltre importante come serbatoio
di infestazioni umane.
Dal punto di vista del metodo di prevenzione, le CVBD
possono essere suddivise in due gruppi: 1) la prevenzione
nei confronti del patogeno è possibile e consolidata o 2) la
prevenzione nei confronti del patogeno è impossibile per
diverse ragioni.
Il primo gruppo è costituito per lo più da una CVBD, la
dirofilariosi. La prevenzione di questo parassita cosmopolita
è ben consolidata mediante il regolare trattamento dei cani a
rischio, con lattoni macrociclici almeno durante la stagione
delle zanzare. Non è disponibile alcun vaccino per i cani
come importante strumento di controllo delle altre malattie
trasmesse dagli artropodi, ad eccezione di un vaccino contro
Babesia canis e, in alcuni paesi del mondo, contro Borrelia
burgdorferi. È da molto tempo che si attende un vaccino
contro Leishmania per il controllo di questa grave malattia
nell’uomo, ma attualmente non è ancora disponibile.
Conformemente, il secondo gruppo è costituito dalla
grande maggioranza delle CVBD. La sola possibilità di proteggere l’animale da queste malattie è interrompere il processo di trasmissione dal vettore all’ospite. I cicli dei patogeni e le specifiche relazioni vettore-patogeno-ospite non
sono in tutti i casi compresi al 100%, ma tutti hanno una
caratteristica in comune: la protezione dai vettori si traduce
in una prevenzione della trasmissione dello stadio infestante
da parte del vettore. Poiché solitamente la trasmissione si
verifica durante l’assunzione di un pasto di sangue da parte
del vettore, un farmaco protettivo nei confronti di una
CVBD deve avere un’efficacia abbastanza rapida da prevenire il morso o la puntura, e l’assunzione di un pasto di sangue, da parte di una zecca o un flebotomo infestati. La velocità di trasmissione è differente per i diversi patogeni nei
diversi ospiti. Per esempio, un flebotomo avrà un contatto
con l’ospite di soli pochi secondi, durante i quali deve avvenire una trasmissione di successo, contrariamente alle zecche che in certe fasi mostrano una suddivisione dei pasti e
quindi la trasmissione può verificarsi dopo numerose ore o
anche più tardi. Inoltre, il tempo impiegato affinché avvenga
la trasmissione del patogeno differisce tra i differenti generi
di zecca e da patogeno a patogeno: per esempio la rapida trasmissione di Babesia ed Ehrlichia, che inizia dopo 2 ore, si
contrappone alla lenta trasmissione di Borrelia, che richiede
circa 18 ore per essere trasmessa. Poiché in molti casi la
cinetica della singola trasmissione non è sufficientemente
nota e una singola zecca può veicolare diversi patogeni, il
trattamento preventivo deve essere abbastanza efficace da
tenere sotto controllo persino lo scenario peggiore.
Esiste un ampio spettro di insetticidi e acaricidi disponibile negli ambulatori dei piccoli animali, nei negozi di animali o nei supermercati che afferma di essere efficace nei
confronti di numerosi artropodi. Sebbene sia fuor di dubbio la loro efficacia parassiticida verso i loro target, è
importante indagare se questi prodotti siano idonei nella
prevenzione delle CVBD nei cani. Un insetticida o un aca-
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ricida ad azione lenta può influenzare la quantità di sangue
che viene prelevata da un cane infestato oppure può ridurre la dimensione di una popolazione parassitaria su un cane
trattato o nell’ambiente in cui questo vive, ma non sarà
efficace nel difendere l’animale dalla trasmissione delle
CVBD. Per quanto riguarda questo aspetto, i repellenti o i
farmaci con un’azione estremamente rapida devono rappresentare la prima scelta. Le nozioni apprese ad esempio
durante il trattamento della malaria nell’uomo devono
essere applicate anche per casi simili in medicina veterinaria, tenendo presente i requisiti specifici degli animali
rispetto ai pazienti umani. Non sarà possibile né tenere un
cane costantemente sotto una zanzariera né trattarlo ogni 8
ore con uno spray repellente o costringerlo a stare in casa
dopo il sorgere del sole. Pertanto il cane deve essere protetto per un periodo prolungato ed essere al sicuro dagli
attacchi degli artropodi. Ciò può essere fornito solo attraverso principi attivi con spiccate proprietà antifeeding, specialmente certi piretroidi. Nell’ambito di questo gruppo, il
piretroide sintetico permetrina è ben conosciuto nell’impiego umano per impregnare tende, abiti o altri fibre tessili utilizzate nell’ambiente domestico.
Da un lato la permetrina agisce da potente repellente grazie al suo cosiddetto effetto “hot foot” e d’altro canto possiede un’efficacia abbattente molto rapida. L’associazione di
questi due effetti previene con successo la puntura e/o il
morso di importanti artropodi vettori.
Negli ultimi anni ciò è stato dimostrato in numerosi parassiti per una soluzione spot-on contenente permetrina/imidacloprid: la repellenza, misurata come efficacia antifeeding, è
stata dimostrata in numerosi flebotomi (Phlebotomus papatasi, P. perniciosus, Lutzomyia longipalpis), mosche (Stomoxys calcitrans) e zanzare (Aëdes spp. e Culex spp.), per un
periodo di numerose settimane dopo un singolo trattamento
spot-on con permetrina.
Per numerose zecche (Ixodes ricinus, Rhipicephalus sanguineus, Dermacentor spp.) è stata dimostrata una repellenza, determinata come rapida rimozione dei parassiti dall’ospite (2 ore dopo la reinfestazione) per un periodo di 3-4 settimane dopo il trattamento.
Inoltre, sono stati effettuati numerosi studi sulla trasmissione vettore-ospite che hanno dimostrato con successo l’efficacia protettiva del trattamento spot-on: in questi studi i
cani sono risultati completamente protetti dalla trasmissione
di Borrelia burgdorferi e Anaplasma phagocytophilum da
parte di Ixodes scapularis.
Riassumendo, è necessario tenere qualsiasi cane, che viva
in aree endemiche per le zecche e/o per i flebotomi o che
viaggia con il proprio padrone in quelle aree, sotto la costante protezione di tali potenti agenti antifeeding durante l’intera stagione in cui gli artropodi sono attivi. Pertanto è necessario avere tali prodotti in un formato comodo da applicare,
come una soluzione spot-on applicata mensilmente, cosicché il proprietario sia sempre disposto a trattare l’animale
ogniqualvolta sia necessario.
Un cane protetto da questo scudo repellente avrà migliori
probabilità di vivere indisturbato dalla minaccia prodotta
dalle CVBD.
Bibliografia
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