Programmazione dal POF al PEI [modalità compatibilità]

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ASSOCIAZIONE – senza scopo di lucro – PER LA FORMAZIONE E LA RICERCA
Ente di formazione per il personale della scuola accreditato dal M.I.U.R – Decreto del 2 agosto 2005
Per le competenze specifiche di alcuni suoi esperti da anni
organizza corsi di aggiornamento per gli insegnanti ed
educatori sui bisogni specifici e educativi (BES) e sulla
disabilità degli alunni. Per conto della Provincia di Milano, da
anni si occupa della formazione degli assistenti alla
comunicazione sui problemi posti dalla disabilità uditiva e per
la Provincia di Monza ha organizzato corsi per i docenti di
alunni con disturbi specifici del linguaggio (Dislessia …)
Sede c/o l’Ist. Zappa in viale Marche 71 20159 Milano
Tel. 0269431986 Fax 0260736871
[email protected]
www.aforisma.mi.it
La progettazione in presenza dell’alunno disabile
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO
Irene Menegoi Buzzi-Donato
[email protected]
[email protected]
Società odierna caratterizzata da una crescente
complessità
cultura
informazione
scuola
sanità
economia
I.Menegoi Buzzi
Caratteristiche della complessità
conoscenze
Difficoltà a dominare
informazioni
interrelazioni
Incertezza/disagio diffuso
I.Menegoi Buzzi
nella SCUOLA
• Incertezze nelle finalità
• Effetti indesiderati
• Sproporzione tra
mezzi impiegati
risultati ottenuti
I.Menegoi Buzzi
La scuola ha bisogno di nuove strategie
per migliorare i processi di insegnamento
Gli operatori della scuola non sempre riescono a reagire
positivamente ai cambiamenti
I.Menegoi Buzzi
Problema: trovare canali di comunicazione e
collaborazione con le altre agenzie educative
•
•
•
•
•
•
Famiglia
Parrocchia
Associazioni sportive
Strutture sanitarie
Enti locali
Insieme dei mass-media
Garantire ad ognuno in modo personalizzato il
SUCCESSO FORMATIVO
la Costituzione fa obbligo di
“rimuovere gli ostacoli di ordine economico
e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e
sociale del Paese”
Le scuole possono contare su
• consolidate esperienze di integrazione
• una tradizione di buone pratiche educative e
didattiche
Favorire un raccordo con le diverse istituzioni formative
I.Menegoi Buzzi
Gli insegnanti percepiscono sempre più
• la crescente nuova complessità del disagio
scolastico
• le varie condizioni personali degli alunni in
“difficoltà di apprendimento”
I.Menegoi Buzzi
Difficoltà nell’ambito dell’apprendimento
• Disturbi specifici dell’apprendimento (es.dislessia)
• Disturbi da deficit attentivo(con o senza iperattività)
• Ritardi nello sviluppo (per cause diverse)
• Difficoltà motorie
• Difficoltà emozionali (ansia, timidezza, depressione..)
• Problemi nell’ambito familiare
• Problemi linguistici e culturali (es. alunni immigrati)
I.Menegoi Buzzi
Nella comune percezione degli insegnanti pare
che questi casi aumentino sempre di più.
• maggiore capacità diagnostica degli specialisti.
• maggiore capacità osservativa e interpretativa
degli stessi insegnanti
I.Menegoi Buzzi
La consapevolezza dell’eterogeneità all’interno
delle classi
aumenta molto spesso l’ansia degli insegnanti, dei
dirigenti e delle famiglie.
I.Menegoi Buzzi
La complessità delle classi
L’integrazione degli alunni disabili (fino a poco tempo
fa i soli “diversi”) ha provocato nella scuola italiana
profondi mutamenti a diversi livelli:
• culturale: cultura dell’accoglienza e dell’integrazione
invece che cultura della separazione; cultura della
collaborazione tra pari invece che cultura della
competitività esasperata
• professionale: corresponsabilità e collaborazione tra
docenti e con altre figure professionali
P.Bosio
• progettuale: proiezione verso il progetto di vit
• didattico: attenzione ai bisogni individuali degli
alunni, progettazione mirata, obiettivi cognitivi, di
relazione, di autonomia, strategie didattiche
differenziate (strumenti e materiali per le
difficoltà di apprendimento), valutazione
formativa e sommativa
• nei rapporti con le famiglie: la famiglia come
partner, non come utente o come cliente
• nei rapporti con il territorio:
interistituzionalità e attenzione all’ecosistema
educativo
P.Bosio
Tutto questo può renderla maggiormente attrezzata
di fronte a classi sempre più “plurime”, specchio
fedele di una società ad alto livello di complessità.
(da: Progetto “Mondi possibili”, in “Buone prassi di integrazione
scolastica”, A. Canevaro, D. Ianes (a cura di), Erickson, Trento, 2001)
Quali strategie?
Ha ancora senso attivare una didattica “normale”
(rivolta ad una classe percepita sostanzialmente come
omogenea) con qualche aggiustamento dovuto alla
presenza di casi problematici?
La ricerca legata al mondo dell’integrazione elabora i
concetti di
- inclusione
- bisogni educativi speciali
- didattica della “speciale normalità”
La didattica della “speciale normalità”
Il concetto di inclusione
Il concetto di integrazione nel “senso comune”
pedagogico/scolastico comporta una relazione
asimmetrica, in cui un contesto accogliente e
attento integra al proprio interno una “diversità”
che ne accetta le regole. Questa presenza giunge
comunque a modificare anche profondamente, come
abbiamo visto, il contesto.
Il concetto di inclusione presuppone invece una
relazione simmetrica tra pari: se siamo tutti diversi,
ognuno con la propria identità, quali relazioni
potranno “tenere insieme” tutte queste diversità?
Una risposta viene dalla riflessione del gruppo Erickson, che
propone una “Pedagogia inclusiva” come capacità di risposta
a tutti i bisogni educativi.
Il concetto fondante di questa proposta è
il Bisogno educativo speciale BES
Il Bisogno Educativo Speciale (Special Educational Need) è
qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo ed
apprenditivo, espressa in un funzionamento (nei vari ambiti
della salute secondo il modello ICF dell’Organizzazione
mondiale della sanità) problematico anche per il soggetto, in
termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente
dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale
individualizzata.
(D. Ianes, Bisogni educativi speciali e inclusione, Erickson Trento, 2005), pag. 29)
P.Bosio
In questa definizione è possibile secondo l’autore far rientrare
tutte le molteplici e variegate difficoltà di apprendimento
presenti nelle classi oggi.
Il suo intento è quello di far riconoscere la pluralità dei
bisogni nella assegnazione delle risorse, legate per ora solo
alla certificazione di situazione di handicap secondo le
classificazioni mediche internazionali (ICD X, DSM IV).
La classificazione ICF, che dà conto del funzionamento di un
soggetto in relazione al suo contesto, sembra dare la
possibilità di una descrizione più vicina ai bisogni della
scuola.
Una osservazione degli alunni utilizzando il modello ICF
permette di costruire un profilo della classe in relazione ai
diversi Bisogni Educativi Speciali e di impostare quindi una
didattica della “speciale normalità”.
RAPPORTI INTRA E INTERISTITUZIONALI
L’integrazione dell’alunno disabile
richiede la progettazione di un intervento
complesso che coinvolge più figure, la
cui collaborazione è condizione
imprescindibile per la buona riuscita
dell’intervento
Il soggetto
con deficit
cognitivi
di relazione
vista-udito
motori
attiva
Procedure
richiedono
SCUOLA
Competenze
permettono
Profilo Funzionale
P.E.I. Progetto di vita
collabora
I.Buzzi Menegoi
FAMIGLIA
I.Menegoi Buzzi
SERVIZI
SANITARI
SERVIZI
SOCIALI
Accoglienza
Osservazione
Conoscenza
meccanismi
di apprendimento
Interventi
Metologici--didattici
Metologici
Rapporti inter e intra
istituzionali
Continuità
I.Menegoi Buzzi
Competenze
pedagogiche
Competenze
organizzative
Diagnosi
funzionale
Rapporti inter e intra istituzionali
Interventi terapeutici
e riabilitativi
I.Buzzi Menegoi
I.Menegoi Buzzi
Sussidi
Assistenza e tempo libero
Rapporti inter e intra istituzionali
I.Buzzi Menegoi
I.Menegoi Buzzi
Responsabilità educativa
Conoscenza della storia
familiare del bambino
I.Menegoi Buzzi
TRACCIA PER LE MODALITA’
DI ACCOGLIENZA
I.Menegoi Buzzi
*Prima dell’ingresso dell’alunno a scuola
Conoscenza
dell’alunno
• Documentazione
• Colloqui con i genitori
(con e senza l’alunno per
conoscere il contesto
familiare)
• Colloqui con gli
insegnanti precedenti
(conoscenza dell’alunno
e del contesto)
• Colloqui con gli
specialisti
• Visita alla scuola di
provenienza
I.Menegoi Buzzi
•
•
•
•
DF, PDF, PEI
Certif. della scuola
precedente
Schede di valutazion
Portfolio dell’alunno
•
• dall’alunno
•
Visita alla
scuola:spazi,persone
Incontri a fine anno con i
compagni della nuova scuola
?
•
Incontro con il Dirigente
•
GLH o Funz. Obiettivo o Ins.
di sostegno
• Farsi conoscere
• dalla famiglia
I.Menegoi Buzzi
presentazione della scuola
POF
presenza e utilizzo dell’I.S.
• al GLH della scuola
• Farlo conoscere
• Alla Commissione formazione
classi e proposte assegnazione
dell’insegnante di sostegno
• ?se opportuno ai genitori? (non
direttamente, ma per eventuali
iniziative da avviare)
I.Menegoi Buzzi
*Dopo l’ingresso dell’alunno a scuola
• Fase di avvio
- Collocazione negli spazi (l’alunno nella classe, la
classe nella scuola/evitare le barriere)
- Inserimento con i compagni
- Ricerca di strumenti utili
- Definizione dell’orario che tenga conto dei tempi di
attenzione dell’alunno e dell’organizzazione delle
attività (lavoro con il gruppo classe, a piccoli gruppi,
individuale…)
I.Menegoi Buzzi
• Obiettivi
• P.E.I.
• Attività (quali, come,
con chi) e scelte
metodologiche
• Verifiche e valutazione
I.Menegoi Buzzi
Cosa dice l’Atto di indirizzo
E’ rivolto alle Regioni (e Province autonome) che devono
attivare le unità sanitarie e/o sociosanitarie locali (o altre
strutture sanitarie con cui abbiano convenzioni e accordi)
Definisce “chi fa che cosa” in relazione all’attuazione degli
art.12 e 13 della Legge 104, quindi a:
• segnalazione e certificazione
• diagnosi funzionale
• profilo dinamico funzionale
• piano educativo individualizzato
• verifiche
Uno sguardo al POF
Nella scuola dell’autonomia non gli allievi in
situazione di handicap, ma la categoria della
diversità deve collocarsi al centro del Piano
dell’ Offerta Formativa: quest’ultimo, nelle sue
coordinate generali, deve essere attento a dare
soddisfazione dei bisogni formativi di tutti gli
alunni, comunque sia declinata la loro
condizione individuale (soggetti “normali”, in
situazione di handicap o di disagio, stranieri,
superdotati.
(M.Pavone,Educare nelle diversità. Percorsi per la gestione
dell’handicap nella scuola dell’autonomia,Brescia, Ed. La Scuola,
2001, p.43)
Proposta
Un esempio: Francesco A.
Diagnosi clinica: distorsione psicotica
Diagnosi funzionale, area cognitiva: lieve
ritardo cognitivo determinato dalla difficoltà a
mantenere l’attenzione e dalla limitata
capacità di ascolto
P.Bosio
Proposta
Profilo Dinamico funzionale, asse cognitivo
Obiettivo a lungo termine: incrementare i
tempi di attenzione e la capacità di ascolto
Articolazione in sottobiettivi in relazione alle
discipline, alla situazione osservata in
partenza, alle potenzialità di Francesco, agli
obiettivi della classe
P.Bosio
Proposta
Piano Educativo Individualizzato
Proposta di unità didattiche/di apprendimento
nelle varie discipline (giochi manipolatori
finalizzati, racconti, conversazioni, giochi
motori ; forte coinvolgimento emotivo e
graduale allungamento dei tempi…)
Verifica nei tempi e nelle modalità definite
preventivamente
P.Bosio
Proposta
Cosa mettiamo nel Portfolio?
Valutazione: descrizione delle competenze di attenzione
di Francesco (condizioni e tempi), a cura di tutti i docenti
dell’équipe pedagogica
Orientamento: il docente aiuta Francesco, attraverso
strategie adeguate, a confrontare i suoi tempi di attenzione
iniziali con quelli finali e a riflettere sul percorso fatto;
insieme verbalizzano, Francesco disegna
Documentazione: Francesco sceglie, con l’aiuto del
docente, i prodotti che gli piacciono di più tra quelli fatti nel
percorso (disegni, storie, giochi, musiche, percorsi motori
rappresentati…) e cerca di spiegare i perché delle scelte; il
docente verbalizza
P.Bosio
dal POF ...
... al PEI
ISCRIZIONE ALUNNI
Ruoli e impegni
a.
b.
c.
d.
Raccolta di informazioni
dai genitori e
presentazione del servizio
scolastico
Coordinamento progetto
continuità
Raccolta e compilazione
documenti
Formazione delle classi
IDENTIFICAZIONE DEL CASO
•
Diagn. clinica e D. Funzion.
Funzioni, abilità, facoltà cognitive
compromesse.
Uso di farmaci e protesi. Terapie
•
Documenti scolastici
Schede personali. P.E.I. Lavori svolti e
Verifiche
CONOSCENZA DELL’ALUNNO
•
Colloqui con: docenti precedenti,
assist.sociali, operatori psicosanitari
Abilità e difficoltà. Interventi e consigli
•
Colloqui con i genitori
Storia dell’alunno, Esperienze scolast.
precedenti. Aspettative
I.Menegoi Buzzi
dal POF...
…al PEI
ANALISI DELLA SCUOLA
ANALISI DEL
TERRITORIO
esigenze formative alunni
mappature risorse interne
e esterne: professionali,
umane, strumentali e
finanziarie
aspettative delle famiglie
risorse laboratori e progetti
analisi rapporti e
funzionalità interazioni tra
scuola e ente locale, sc. e
neuropsichiatria
Valutazione gestione risorse
interne
(SEGUE)
CONOSCENZA DIRETTA
DELL’ALUNNO
•
ANALISI DEI LIVELLI DI
PARTENZA relativi a:
A) ASPETTI COMPORTAMENTALI :
- osservazioni informali
- osservazioni sistematiche
scopi: caratterizzare i modelli
comportamento
individuare i comportamen
=ti da stimolare e da
disattivare
(SEGUE)
(SEGUITO)
CONOSCENZA DEL CONTESTO
SCOLASTICO
ANALISI DELLE RISORSE E DEI BISOGNI
DELLA SCUOLA
• materiali e sussidi didattici
• locali da utilizzare a disposizione
• eventuali barriere architettoniche
• disponibilità e collaborazione del personale docente e
non docente
I.Menegoi Buzzi
CONOSCENZA DIRETTA DELL’ALUNNO
(SEGUITO)
ANALISI DEI LIVELLI DI PARTENZA relativi a:
B) ASPETTI COGNITIVI/STRUMENTALI mediante:
- prove d’ingresso nelle varie discipline
scopi: valutare il reale sviluppo cognitivo e le tappe strumentali
raggiunte
rilevare ambiti e livelli di possibilità
individuare ritmi di apprendimento
individuare le difficoltà
I.Menegoi Buzzi
Dal POF...
PROGETTAZIONE PERCORSI FORMATIVI
Organizzazione e coordinamento scuola
- assegnazione delle risorse alle classi
- definizione di incarichi al personale
- definizione strumenti per la
progettazione
- definizione modalità per il
coordinamento della progettazione:
monitoraggio delle attività,
calendario incontri,
- destinazione risorse del fondo di
istituto
- definizione coordinamento degli
ins. di sostegno e degli assistenti
educatori e volontari civili
- pianificazione lavori del GLH
- rapporti con reti territoriali o
associazioni
- linee guida e referenti per
l’orientamento degli alunni
…al PEI
Profilo dinamico funzionale
(docenti,operatori sociosanitari,famiglia, art.12 punto
5 legge 104/92)
PIANO EDUCATIVO
INDIVIDUALIZZATO
Programmazione educativodidattica
- obiettivi comportamentali
- obiettivi cognitivi
- obiettivi comuni alla classe e
non
- contenuti-metodi-strumenti
- intervento di sostegno:
tempi, modalità, luoghi,
collaborazioni, criteri di
valutazione
Dal POF...
…al PEI
PROGETTAZIONE EDUCATIVA
PROGETTAZIONE EDUCATIVA
•
Definizione delle modalità
di valutazione degli
apprendimenti
•
Indicazioni di formazione
per i docenti
•
Messa a disposizione di
tecnologie e metodologie
innovative con supporto per
la loro implementazione
Indicazioni e linee guida per il
P.E.I.
- Definizione tempi e
monitoraggio del PEI
- Definiz. delle modalità di
valutazione degli
apprendimenti
- Indicazioni di formazione per i
docenti
- Indicazioni o supporto per
diverse tipologie di disabilità
-
+
- Messa a disposizione di
tecnologie e metodologie
innovative
Dal POF...
…al PEI
PROGETTAZIONE EDUCATIVA
Programmazione
educativo-didattica
annuale e periodica:
•
•
•
•
•
conoscenza contesto classe
conoscenza singoli alunni
definizione obiettivi a
medio/lungo termine
metodologia e scadenze
criteri di valutazione
- Indicazioni e linee guida per il
P.E.I.
- Definizione tempi e monitoraggio
della realizzazione del PEI
- Definizione delle modalità di
valutazione degli
apprendimenti
- Indicazioni di opportunità di
formazione per i docenti
- Indicazioni o supporto per
l’approfondimento di tipologie
di disabilità o situazioni
particolari di integrazione
- Messa a disposizione di
tecnologie e metodologie
innovative con supporto per la
loro implementazione, criteri
di valutazione
STESURA DEL PIANO DI LAVORO
INDIVIDUALIZZATO
PROGRAMMANDO:
• obiettivi comportamentali
• obiettivi cognitivi relativi ai vari ambiti
disciplinari
• obiettivi comuni alla classe e non
• contenuti
• metodi
I.Menegoi Buzzi
INTERVENTO DI SOSTEGNO
• Tempi:
- calendario, ore a disposizione, ambiti di utilizzo, frequenza
• Modalità organizzativa degli interventi:
- lavoro con la classe, lavoro di gruppo, lavoro individuale
• Luoghi:
- in classe, fuori classe, uscite didattiche
• Interazione tra docenti:
- compresenza, interventi separati, organizzazione, ore non
seguite dall’insegnante specializzato,definizione accordi per
verifiche, valutazioni …
I.Menegoi Buzzi
Segue:
• Incontri scuola-famiglia
• Incontri scuola operatori servizi sociali e
riabilitativi
I.Menegoi Buzzi
dal POF...
CRITERI VALUTAZIONE SCUOLA
•
•
•
•
•
Esiti della realizzazione dei
progetti
Coinvolgimento genitori ed
esperti, collaborazione tra i
docenti, coordinamento attività di
classe
Valutazione del coordinamento:
supporto ai docenti, validità delle
strutture e attrezzature attivazione
laboratori e progetti, supporto
della segreteria ecc.
Valutazione delle relazioni con
l’esterno: ente locale, scuole
interessate al passaggio, ASL,ecc
Valutazione risultati scuola con
utilizzo strumenti per la
valutazione della qualità
dell’integrazione e
l’individuazione di aree di criticità
…al PEI
VALUTAZIONE FINALE
ALUNNO
Accordo tra docenti, famiglia,
operatori socio-sanitari:
Rapporto tra aspettative e esiti
• Condizioni effettive di
sviluppo dell’integrazione
e dell’autonomia
• Criticità presenti e aspetti
imprevisti
• Verifica della
convergenza delle
valutazioni degli sviluppi
in atto fatte dai docenti,
dagli esperti e dai genitori
•
Risultati positivi/negativi
• Ipotesi per il futuro
RELAZIONE FINALE
In accordo tra docenti, famiglia, ASL (terapista di
riferimento)per:
-valutazione funzionale (risultati positivi o
abilità emergenti)
-valutazione finale della scuola (obiettivi
formativi raggiunti)
- ipotesi per il futuro
I.Menegoi Buzzi
In sintesi
Criteri generali
• collegialità e inter-professionalità
• innesto nella programmazione di classe
• scansione in obiettivi a breve, medio e lungo termine
(educativi,psicologici, medico-riabilitativi, assistenziali)
• uso di metodologie e strumenti differenziali
Fasi
• Preliminare:segnalazione del caso, costituzione del gruppo di
lavoro interdisciplinare
• Conoscenza della D.F., stesura del P.D.F.(analisi capacità e
definizione dei bisogni)
• Stesura degli obiettivi del piano e raccordo con la classe
• Interventi coordinati, verifiche in itinere e finali
E dopo la scuola?
L’orizzonte non può essere circoscritto alla scuola
occorre guardare il più in là possibile, nel futuro,
nelle dimensioni dell’essere adulto, con i vari ruoli sociali
L’alunno disabile sarà in grado di autoprogettarsi?
Occorre “pensare” in prospettiva futura per un
PROGETTO DI VITA
la famiglia, il ragazzo, gli insegnanti, gli operatori sociali
insieme
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