Al LAC la nuova regia di Emma Dante “Bestie di

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Al LAC la nuova regia di Emma Dante “Bestie di scena”
e la Compagnia di danza Aterballetto
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Lugano, venerdì 17 marzo 2017
Dopo il debutto al Piccolo Teatro di Milano, andrà in scena al LAC martedì 21 e mercoledì 22 marzo
alle ore 20:30 “Bestie di scena”, la prima regia di Emma Dante per il Piccolo Teatro, in coproduzione
con Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo, Festival di Avignone.
Sul palcoscenico solo gli attori, nudi. Un’opera teatrale insolita, senza testo, in cui nel girone
dell’inferno un gruppo di anime espia la colpa: camminano in cerchio, avvinghiati gli uni agli altri, nudi,
lenti; prigionieri delle convenzioni, dei tic, delle nevrosi collettive, non riescono più a uscire di scena.
Li illumina lo sguardo della regista e autrice, donna di teatro, che plasma fino al possesso il corpo
vivo di chi è in palcoscenico.
“Lo spettacolo – afferma Emma Dante – ha assunto il suo vero significato nel momento in cui ho
rinunciato al tema che avrei voluto trattare. Volevo raccontare il lavoro dell’attore, la sua fatica, la sua
necessità, il suo abbandono totale fino alla perdita della vergogna e alla fine mi sono ritrovata di
fronte a una piccola comunità di esseri primitivi, spaesati, fragili, un gruppo di “imbecilli” che, come
gesto estremo, consegnano agli spettatori i loro vestiti sudati, rinunciando a tutto. Da questa rinuncia
è cominciato tutto, si è creata una strana atmosfera che non ci ha più lasciati e lo spettacolo si è
generato da solo. (…) Senza storie da raccontare, né costumi da indossare, le bestie di scena si
muovono maldestramente come al principio di tutto, obbligandoci a dare peso, volume e ingombro al
nostro sguardo. Siamo noi a scegliere sin dall’inizio se accoglierli o rifiutarli. Gli “imbecilli” che ci
stanno di fronte non fanno altro che partecipare istintivamente a movimenti scanditi dal ritmo in cui i
muscoli e i riflessi sono sollecitati e tesi a raggiungere uno stadio in cui è il corpo a pensare. Sul
palco vuoto, dentro una scatola nera delimitata da un fondale e sei quinte, il corpo di queste anime
avvinghiate in una ronda silenziosa diventa il custode di un segreto. L’uscita è vietata, dalla quinta
arrivano segnali di fuoco e da questo recinto le bestie non potranno più uscire. Dopo aver affrontato
svariate prove, dalla quinta arriverà l’ennesimo comandamento, l’ultimo, il più terribile. Solo allora gli
“imbecilli” disubbidiranno. Sceglieranno di restare nudi in schiera davanti a noi. La loro scoperta sarà
di essere sempre stati nudi e di non essere stati altro che quello. Non avrà più senso raccogliere,
coprirsi, compiere altre azioni ma semplicemente stare, e guardare”. (Emma Dante)
Nello spettacolo gli attori sono chiamati a muoversi in scena in nudo integrale. Se ne consiglia la
visione a un pubblico maggiore di 16 anni.
Sabato 25 marzo alle ore 20:30 la compagnia di balletto e danza contemporanea Aterballetto
presenta un magnifico programma in tre parti, caratterizzato da una danza intesa come dinamica e
forma nello spazio, incarnazione di risonanze espressive e estetiche, nonché dialettica con la musica.
In “Upper-East-Side”, il coreografo italiano Michele Di Stefano riflette sulla matematica della “frase”
coreografica, la sua collocazione all’interno di un sistema, la sua riproducibilità nel tempo e le
conseguenze che essa produce. Sulla musica di Lorenzo Bianchi Hoesch, la danza si costruisce
come un’architettura, riempiendo e disegnando lo spazio scenico con linee e motivi sempre diversi.
Dalla grammatica alla geografia, l’informazione viaggia per creare un impatto linguistico nello spazio,
in un continuo desiderio di scambio, per far vivere la danza come una condizione ambientale,
esplorativa.
14’20’’ è il titolo della seconda coreografia, che dura appunto 14 minuti e 20 secondi. “La nostra vita
sembra essere scandita dal tempo – afferma il coreografo ceco Jirí Kylián – ma “tempo” è un
termine molto astratto. Non sappiamo cosa sia il tempo. Abbiamo creato macchine che misurano il
tempo in maniera molto più accurata rispetto a prima, ma diversi filosofi ci dicono che il tempo non
esiste; ci insegnano che il tempo è solo un’invenzione degli esseri umani. Tutto ciò è possibile, ma
una cosa è certa: il nostro tempo è scandito da due brevissimi momenti, il momento in cui nasciamo
e quello in cui moriamo”. L’opera non riguarda solo il tempo, ma affronta anche altri temi quali la
velocità, l’amore e l’invecchiamento.
Il terzo pezzo, “Antitesi”, racchiude la volontà del coreografo greco Andonis Foniadakis di mettere in
gioco i contrari: locale e globale, lento e veloce, maschile e femminile, astratto e concreto, antico e
attuale. Barocca e contemporanea, la musica italiana scelta dal coreografo lega tra loro compositori
connessi emozionalmente, superando le barriere tra la classicità e la contemporaneità.
In “Antitesi” Giovan Battista Pergolesi, Domenico Scarlatti, Giuseppe Tartini convivono e collidono
con Giacinto Scelsi e Fausto Romitelli offrendo alla danza un oceano di brani in cui due ballerini sono
immersi e fluttuano lanciandosi nello spazio tra aggressività e dolcezza, liberi di muoversi al ritmo del
respiro nel dispiegarsi organico ma non quotidiano, denso e trasparente insieme, dell’azione.
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Informazioni e prevendita
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Contatti stampa
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