Apri il file Schede Biologia Marina 2

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POSIDONIA OCEANICA .................................................................................................................................. 2
HIPPOCAMPUS SP. ......................................................................................................................................... 3
SYNGNATHUS TYPHLE .................................................................................................................................. 4
PINNA NOBILIS ................................................................................................................................................ 5
HOLOTURIA SP................................................................................................................................................ 6
PEYSSONNELIA SQUAMARIA ....................................................................................................................... 7
HALIMEDA TUNA............................................................................................................................................. 8
CLATHRINA CLATHRUS................................................................................................................................ 9
MYRIAPORA TRUNCATA (FALSO CORALLO) ........................................................................................... 10
OPHIODERMA LONGICAUDUM ................................................................................................................... 11
APOGON IMBERBIS: RE DI TRIGLIE ........................................................................................................... 12
SOGLIOLA ...................................................................................................................................................... 13
CONDYLACTIS AURANTIACA...................................................................................................................... 14
MULLUS SURMULETUS E MULLUS BARBATUS: LE TRIGLIE................................................................. 15
TRACINA......................................................................................................................................................... 16
GOBIUS o GHIOZZO ...................................................................................................................................... 17
ACETABULARIA ACETABULUIM: CHLOROPHYTA .................................................................................. 18
BALANOPHYLLIA EUROPEA ....................................................................................................................... 19
PAGURO ......................................................................................................................................................... 20
CHONDRILLA NUCULA................................................................................................................................ 21
BAVOSE.......................................................................................................................................................... 22
OBLADA MELANURA: OCCHIATA .............................................................................................................. 23
POSIDONIA OCEANICA
Classe: Monocotiledoni
Ordine: Elobie
Famiglia: Posidoniacee
Essa appartiene alle piante superiori, in quanto è formata da un fusto (rizoma), radici e foglie, con organi di
riproduzione e fiori ben visibili. A Settembre fiorisce e dopo 6 – 9 mesi si stacca una specie di oliva, il frutto.
La loro crescita è di circa un centimetro all’anno. La si trova solo nel Mediterraneo, le praterie di Posidonia
sono uno degli ecosistemi più ricchi e al contempo più fragili del nostro mare. Le foglie, sono ricoperte da
epibionti tra cui anche alghe incrostanti. Vivono in questo ambiente molte specie animali: ricci, pesci,
cavallucci marini e molluschi che trovano cibo per ogni esigenza alimentare. La colorazione varia dal verde
chiaro delle foglie giovani, al verde brunasco delle foglie più vecchie.
E’ l’unica pianta con radici, foglie, fiori, la fioritura nno si verifica tutti gli anni (fra ottobre e dicembre). Dal
fiore si originano semi galleggianti di colore nero a forma arrotondata delle olive di mare. La luce fa vivere e
prolificare questa pianta. In autunno le foglie scure e vecchie cadono e arrivano alle spiaggie, lasciando
posto alle foglie + giovani e verde chiaro. E’ rilevatrice di una buona pulizia dell’acqua.
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HIPPOCAMPUS SP.
Classe: Osteitti
Ordine: signatiformi
Famiglia: signatidi
I cavallucci marini appartengono alla famiglia dei singnatidi, che include i pesci ago. Il corpo è protetto da
una corazza di anelli ossei, la bocca piccola, la coda lunga e prensile. Nel nuoto procedono in posizione
verticale, spingendosi con ondulazioni della pinna dorsale. Il capo è mobilissimo: questo è uno dei
pochissimi pesci ad avere un collo. Il sistema riproduttivo è unico: in un accoppiamento da kamasutra ittico
la femmina trasferisce le uova in un marsupio posto sul ventre del maschio ippocampo. Al babbo spetta il
compito di portare a termine la gravidanza, e di partorire cavallucci vivi. Notiamo che nei pesci il più delle
volte le cure della prole (quando esistono) spettano al maschio: la femmina, libera da impegni, può
concentrare tutte le sue energie nella produzione di nuove uova; la produzione dello sperma è meno
dispendiosa da un punto di vista energetico. Il sistema riproduttivo dei singnatidi è efficace in quanto limita le
perdite per mortalità precoce; d’altro canto un numero limitato di uova può essere custodito. Inoltre tutti gli
ippocampi sono conosciuti come animali che formano coppie fisse, fedeli al partner fino alla morte e oltre, e
questo è un grosso svantaggio: se uno dei due è catturato, l’altro difficilmente potrà tornare a riprodursi. Il
colore varia dal bruno all’ocra al grigio verdastro con macchie bianche e nere al giallo o rossi. La testa è ad
angolo retto con il corpo. In genere si attacca alle foglie della posidonia o alle alghe, nuota lentamente per
mezzo della pinna dorsale.
Le popolazioni mondiali dei cavallucci marini sono in via di rarefazione, dovuta a diversi fattori: uno è lo
sfruttamento troppo intenso del loro ambiente da parte dell’uomo. Per molte specie infatti l’ambiente naturale
è rappresentato da fondi sabbiosi o coperti di piante marine, a pochissima profondità, dove facilmente le
attività umane provocano scompensi o disturbo. Un'altra causa di declino per molte popolazioni è la pesca
eccessiva cui sono sottoposte in estremo Oriente. Che ci faranno mai coi cavallucci marini? La risposta è:
una tisana. Per la medicina popolare cinese ippocampi e pesci ago, essiccati e polverizzati, sono considerati
un tonico, che ritarda gli effetti dell’invecchiamento, con effetti positivi sulla produzione di ormoni.
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SYNGNATHUS TYPHLE
Nome comune: Pesce ago cavallino
Classe: OSTEITTIDI
Ordine: SIGNATIFORMI
Famiglia: SIGNATIDI
Distribuzione: MEDITERRANEO E OCEANO ATLANTICO ORIENTALE FINO ALLA BRITANNIA
Descrizione e habitat: Si tratta di un pesce dalla forma allungata e dal muso alto e compresso lateralmente
che può raggiungere la lunghezza massima di 40 cm. Il corpo è formato da circa 50 anelli ossei cutanei. Il
muso è alto, la bocca tagliata quasi verticalmente è caratterizzata da una mascella inferiore molto
sviluppata. La pinna dorsale ametà corpo è molto sviluppata, mentre le pinne caudali, anale e pettorali sono
piccole. L’occhio è piccolo e all’altezza del muso. Vive nelle praterie di fanerogame (posidonie) vicino alla
costa e gli estuari dei fiumi. Il colore è variabile a seconda dell’habitat: si va da marrone scuro (facilmente
confondibile con la posidonia) al verde smeraldo o addirittura al giallo con screziature nere o rosso scuro.
Come tutti gli appartenenti alla famiglia Signatidi i maschi sono dotati di una borsa incubatrice dentro la
quale avviene la deposizione da parte della femmina.
Particolarità: E’ particolarmente interessante osservarlo durante la cattura delle prede che vengono aspirate
con una velocità impressionante. Mantiene la posizione verticale soprattutto durante la notte quando è
facilmente confondibile con una foglia di posidonia.
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PINNA NOBILIS
Classe: Bivalve
Ordine: mitiloida
Famiglia: pinnidi
Distribuzione: mediterraneo
Pinna nobilis è il più grande bivalve del Mediterraneo. Per nutrirsi e respirare pompa l'acqua nella cavità del
mantello mediante un sifone inalante e poi la emette attraverso uno esalante. Solitamente tra le valve che
sono molto epifitate, ricoperte cioè da altri organismi sessili, ospita dei gamberetti o dei granchietti simbionti.
Vive infissa nel fondo ancorata col lungo bisso. grande conchiglia triangolare, allungata, sottile e fragile con
la superficie cosparsa di lamelle squamose, più evidenti negli esemplari giovani. Un tempo col suo bisso si
confezionavano guanti. Nella classe Bivalvi i Molluschi hanno il corpo molle compresso lateralmente e la
conchiglia scissa longitudinalmente e formata da due valve con regione articolare (cerniera); il piede è
frequentemente un organo scavatore; la regione faringea è sprovvista di mascelle o radula. Il superordine
ospita Bivalvi con branchie trasformate in due paia di organi a forma di foglia causa il prolungamento
dell'asse e delle piume laterali anch'esse allungate tipo filamenti e fittamente disposte che servono per
filtrare l'alimento.
L'interno è madreperlaceo; il margine della cerniere è diritto e senza denti, al massimo con gibbosità; le
branchie sono prevalentemente di tipo pseudolamellibranchiale; si ancorano con bisso.
La conchiglia della Nacchera può superare gli 80 cm: per questo, per il collezionismo o la decorazione o
ancora la presenta rara di piccole "perline" irregolari (nei tessuti) di colore arancio o variabile e di nessun
valore commerciale, è stata ed è una specie oggetto di pesca essenzialmente da parte di subacquei con
gravi conseguenze sui popolamenti in moltissime zone costiere; in alcune regioni mediterranee comunque il
bisso viene lavorato ed utilizzato per creare tessuti. Le valve hanno il margine posteriore arrotondato, a
forma di arco, e presentano una ventina di coste radiali con scaglie a forma di canali e particolarmente
visibili negli esemplari giovani.. Il colore è bruno rossiccio con scaglie più chiare; l'interno è rossiccio bruno e
lucente con la parte anteriore madreperlacea.
E' (era) diffusa sui fondali sabbiosi dai 3 metri di profondità in giù, spesso presente in mezzo alle praterie di
Posidonia; le valve possono anche essere coperte da alghe tanto da renderne difficile l'identificazione; al suo
interno ospita un crostaceo decapode (Pinnotheres pinnotheres=P. veterum) come commensale.
Curiosità: La norma dei Bivalvi è di essere "sessili", cioè fissati alle rocce; spesso con una vera fune, il
"bisso". I molluschi conchigliati a due valve sono detti Bivalvi o Lamellibranchi, ma anche Acefali, cioè
"senza testa", perché il fatto di fissarsi a un oggetto o a una roccia li ha fatti degenerare al punto d'aver
perso la testa, insieme con gli organi della locomozione, di difesa e molti dei sensoriali. Nel loro cofanetto a
cerniera, essi sono animali molto semplici; aspettano cibo solo dall'acqua penetrante dallo spiraglio della loro
"porta" e sono indifesi contro un nemico capace di forzare le loro valve.
SCHEDE BIOLOGIA MARINA 2
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HOLOTURIA SP.
Classe: Crinoidei
Ordine: articolati
Famiglia: antedonidi
Distribuzione: Mediterraneo
Curiosità: Parente delle stelle, dei ricci e dei gigli di mare, vive su tutti i tipi di fondali, a tutte le profondità. Si
nutre di detriti che, una volta digeriti i microrganismi in essi presenti, vengono eliminati sotto forma di “collane
di sabbia”. Se disturbato, contrae il corpo ed arriva ad espellere parte dei suoi visceri che è poi in grado di
rigenerare (emette tubuli bianchi o rosei). Alcune specie sono commestibili: in oriente vengono considerate
una prelibatezza chiamata “trepang”.
Quando un bambino afferra un "cetriolo" rimane spesso sorpreso, addirittura disgustato di vederlo espellere,
talvolta con violenza, il liquido interno e le viscere. E' un riflesso di difesa, non per spaventare il nemico, ma
per contrarsi in una massa la più dura possibile.
Altro fatto straordinario: il Fierasfer, un pesciolino lungo e sottile che vive nell'interno delle Oloturie. Ne esce
fuori solo con paura, e al minimo allarme s'introduce velocemente nel suo rifugio. Non temete, l'Oloturia non
lo mangia; si ciba soltanto di minuscole prede, talvolta triturando fango nel tubo digerente. Queste masse
brunastre, tanto ignobili che in qualche zona d'Italia sono dette "escrementi di mare", possono acquistare
grazia e bellezza: la grazia delle piccole Oloturie natanti di alto mare il cui sacco è una borsa appesa sotto
l'ombrella dei tentacoli uniti da una membrana, il che le fa ritenere Meduse non trasparenti; la bellezza delle
Sinapte, Oloturie oceaniche, senza appendice motoria, la cui pelle liscia è di un rosa traslucido chiazzato di
bianco e di cui esili tentacoli hanno un effetto assai "decorativo".
Strisciano sul fondo servendosi dei brevi tentacoli per la raccolta del cibo. La riproduzione avviene in estate.
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PEYSSONNELIA SQUAMARIA
Classe: rodoficee
Ordine: gigartinali
Famiglia: peissonneliacee
Detta: rosa di mare
Ambiente: mediterraneo e atlantico nord orientale
Descrizione: tallo frondoso, liscio, a lamine orizzonatli a forma di piccolo ventaglio dai margini lisci oppure
lobati che si sovrappongono parzialmente crescendo. Si fissa al substrato tramite rizoidi pur rimanendo
parzialmente discosta. L’alga è poco calcificata, il colore varia tra il rosso scuro al rosso arancione con
striature concentriche e radiali + chiare.
Questo aggruppamento vegetale sciafilo si sviluppa sui rizomi e più in generale nel sottostrato della Prateria
a Posidonia oceanica. Si può trovare anche in tutto l'infralitorale su pareti o su fondali poco illuminati anche
caratterizzati da instabilità sedimentaria. Si riproduce tra l’autunno e l’inverno.
SCHEDE BIOLOGIA MARINA 2
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HALIMEDA TUNA
Nome comune: monetina di mare, fico d'india marino.
Classe: Ulvoficee
Ordine: Caulerpali
Famiglia: Alimedacee
Ambiente: in tutto il mediterraneo ma anche nell'atlantico e nell'indo pacifico
Descrizione: si presenta come una serie di articoli rotondi uniti in modo da farla assumere ad un piccolo fico
d'india, mentre i singoli segmenti fanno pensare ad una piccola moneta.
Può essere incrostata di calcare ed è fissata al substrato con sottili rizoidi da cui si ramifica in un unico piano
ma quasi sempre dicotomicamente, cioè ramificandosi in due parti. La colorazione è verde o verdegiallognola, ma in caso venga fortemente incrostata di calcare può assumere un'aspetto biancastro.
Caratteristiche della specie: quest'alga è possibile ritrovarla in mezzo alle rocce vive anche con dimensioni
minime, mentre può raggiungere in natura i 20 cm d'altezza e ogni segmento può misurare 20 mm di
diametro. In genere è un'alga fotofila, cioè che predilige la luce.
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8
CLATHRINA CLATHRUS
Classe Calcispongiae
Ordine Calcinee
Famiglia Clatrinidi
Spunga incrostante capace di formare cuscinetti composti da sottili tubuli convolti e intrecciati fra loro. Questi
tubuli traslucidi sono molli al tatto in quanto la parte calcarea è limitata alle spicole di forma quasi cilindrica.
Gli osculi sono posti all’estremità dei tubuli di maggiori dimensioni. La colorazione è sempre gialla vivace.
SCHEDE BIOLOGIA MARINA 2
9
MYRIAPORA TRUNCATA (FALSO CORALLO)
Classe: Gimnolemi
Ordine: Cheilostomati
Famiglia: Miriozoidi
Distribuzione Mediterraneo
Ambiente: Fondali rocciosi debolmente illuminati, in anfratti e grotte, da pochi metri sino a oltre 100 m.
Descrizione: Colonia arborescente molto caratteristica e ramificata in maniera dicotoma in tutte le direzioni.
I rami a sezione circolare sono robusti e tozzi e le loro estremità sono + larghe, sembrano troncate di netto,
vi è la presenza di numerosissimi pori sui rami.
Spesso è distinguibile un corto e tozzo tronco che si fissa al substrato. La colorazione varia dal rosso più o
meno brillante all'arancione che svanisce rapidamente fuori dall'acqua.
Color corallo vivo, gli esemplari morti sono color ruggine o color carta. Raggiungono i 12 cm d'altezza.
Presente nelle zone d'ombra della costa rocciosa, in particolare sul fondo dell'entrata delle grotte a partire da
1 m di profondità nonchè sui fondi duri secondari e sulle rocce a partire dai 20 m di profondità. Molto
comune.
Dimensioni: Può superare i 10 cm d'altezza
Biologia Le uova sono presenti tutto l'anno, mentre embrioni e larve sono stati osservati in febbraio e
marzo. Il falso corallo costituisce uno degli organismi più tipici dei fondali rocciosi meno illuminati. La sua
forma e il suo colore fanno si che tantissime persone lo scambino per corallo rosso anche se il briozoo si
ramifica dicotomicamente ed ha polipi di colore uguale allo scheletro.
SCHEDE BIOLOGIA MARINA 2
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OPHIODERMA LONGICAUDUM
Nome comune: Stella serpentina liscia
Classe: Ofiuroidei
Ordine: Ofiuri
Famiglia: Ofiodermatidi
Diffusione: mediterraneo ed atlantico orientale dalla bretagna alle azzorre
Descrizione e habitat: Piccolo corpo sub-pentagonale con cinque lunghe braccia cilindriche. La colorazione
è nera con un’intensità variabile direttamente proporzionale alla profondità alla quale vive l’animale.
Sul lato orale, nello spazio compreso fra ogni braccio, si scorgono 4 fessure genitali-restiratorie e questo
costituisce uno dei caratteri + distintivi della specie. Ogni segmento delle braccia porta 9 brevi aculei dalla
punta smussata. Il disco può presentare macchie e le braccia possono avere anellature.
Lo si trova sotto i sassi e in spaccature in fondali detritici e praterie di posidonia dalla superficie fino a 100
metri di profondità. Può raggiungere i 28 cm di diametro. Rimane nascosta in anfratti o sotto pietre per la sua
fotofobia.
Caratteristiche della specie : Sono molto più veloci degli asteroidi. Si riproducono dalla primavera
all’inverno.
SCHEDE BIOLOGIA MARINA 2
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APOGON IMBERBIS: RE DI TRIGLIE
Classe: Osteitti
Ordine: perciformi
Famiglia: apogonidi
Dove vive: L'apogon imberbis,è un pesce gregario che per la sua natura timida tenderà sempre a trattenersi
in zone buie e in anfratti rocciosi. Lo si può trovare da 1 metro(sottolitorale interno) fino a 200-250 metri(zona
afotica mesopelagica) e di solito lo si ritrova in vere e proprie comunità formate da molti individui. Di estate,è
più facile reperirlo in buchi o tane vicino alla superficie mentre d'inverno scende in profondità.
Descrizione:Il re di triglie non supera di solito i 15 cm ma si possono trovare esemplari adulti a notevoli
profondità di 18 cm.
La bocca è larga e gli permette di ingoiare prede grandi1/3 della sua grandezza. Il corpo è abbastanza tozzo
ma la sgargiante colorazione. L’occhio grande presenta duelinee chiare orizzontali; le punte delle pinne
anale e dorsale sono scure. La massa delle uova fecondate dal maschio vengono da quest’ultimo accolte in
bocca e le incuba per 8 giorni. La schiusa viene di notte.
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12
SOGLIOLA
Classe: Osteitti
Ordine: pleuronettiformi
Famiglia: soleidi
Le sogliole sono sicuramente tra i pesci più ricercati per la bontà delle loro carni. Nel Mediterraneo vi sono
12 specie o sottospecie di questo genere, di cui otto sono rappresentate anche nelle acque italiane. La
sogliola vive su fondi arenosi e fangosi fino a qualche decina di metri di profondità. Raggiunge i 45 centimetri
di lunghezza. Pesce piatto ovale con occhi sul lato destr. L’occhio superiore è molto vicino al margine
dorsale. Il muso è + o – prominente oltre la bocca che è piccola e lievemente incurvata. La pinna dorsale è
estesa dal muso alla caudale cui è unita da una membrana. L’anale è qausi altrettanto lunga. Le pinne
pettorali sono presenti in entrambi i lati del corpo.
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CONDYLACTIS AURANTIACA
Classe: Antozoa
Sottoclasse: Hexacorallia
Ordine: Attiniari
Famiglia: Actinidie
Specie: Condylactis aurantiaca
Corpo a righe rosse e vaniglia o arancione, disco orale grigio-verde con i tentacoli di color chiaro e le punte
viola. Vive su fondali sabbiosi dove si insabbia in parte. Specie esclusivamente mediterranea. Raggiunge i
26 cm di diametro. I tentacoli sono retrattili e bnon fanno vedere il disco basale con il quale si attacca a un
sasso o a una conchiglia infossata. In genere sono 100 tenatcoli disposti du 4 file. Sulla parte superiore sono
presenti delle ventose forse per aderire al substrato. La bocca è violacea.
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MULLUS SURMULETUS E MULLUS BARBATUS: LE TRIGLIE
Classe: Osteitti
Ordine: Perciformi
Famiglia: Mullidi
Dove vivono: Nella fascia costiera di tutto il Mediterraneo.
Descrizione: Le triglie sono pesci dall’aspetto inconfondibile, dal bel colore rosso-arancio e giallo e dai
lunghi baffi bianchi, che sono barbigli tattili e le servono per individuare il cibo nel sedimento. Hanno il corpo
fusiforme leggermente compresso lateralmente e coperto di grosse squame sottili.
La triglia di scoglio (mullus surmuletus) ha profilo arrotondato e raggiunge dimensioni maggiori, fino a 40 cm
e 1 kg di peso, ma gli esemplari che incontreremo comunemente andranno dai 4 ai 25 cm. Vive su roccia,
sabbia e morzata, spesso in vicinanza di posidonia.
La triglia di fango (mullus barbatus) sara’ generalmente un incontro meno frequente per il subacqueo,
vivendo in genere su fango e a profondita’ maggiori.
Caratteristiche della specie: Le due specie hanno comportamento identico: vivono in stretto contatto con il
fondo, grufolando continuamente col muso il sedimento in cerca di vermi che costituiscono il loro cibo
preferito.
Se non disturbati, potremo osservare i branchi di triglie posate sul fondo in posizione di relax; in questo caso
la loro colorazione sara’ piu’ sgargiante del solito e grosse bande rosse appariranno sulla livrea.
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TRACINA
Classe: Osteitti
Ordine: Perciformi
Famiglia: Trachinidi
Può raggiungere i 50 cm di lunghezza. Corpo allungato e compresso, capo non molto grosso; muso breve e
bocca grande, obliqua e protrattile con mascella inferiore leggermente prominente. Una grossa spina
velenifera è presente sull’opercolo. La prima pinna dorsale è anch’essa dotata di spine velenifere. La
colorazione è grigio-giallastra su dorso e fianchi con macchie scure. Vive su fondali sabbiosi, sabbio-fangosi
e detritici, da pochi metri sino a circa 100 m. La Tracina tende a rimanere infossata nei sedimenti lasciando
sporgere soltanto la testa in attesa delle prede. Si tratta di una specie che è bene imparare a riconoscere per
evitare le dolorosissime ferite inferte dalle sue spine velenifere. E’ pericolosa.
Sulle pinne dorsali dell’animale sono presenti spine che possono conficcarsi nelle carni, in genere degli arti
inferiori e del piede. La puntura induce una ferita che sanguina molto e provoca dapprima un forte dolore,
che raggiunge il massimo dopo un’ora circa. Inoltre viene immesso nel corpo un veleno che può dare sintomi
generali come nausea, vomito e svenimento
Cosa fare: Bagnare la ferita con abbondante acqua salata
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GOBIUS o GHIOZZO
Classe: Osteitti
Ordine: Perciformi
Famiglia: Trachinidi
Habitat
E’ un pesce socievole che vive in gruppo. In genere, è frequente nella fascia delle risorgive dove trova acque
mosse a fondo ghiaioso. Presso le rive si può trovare sotto le pietre. Si ciba di piccoli invertebrati.
Caratteristiche
Il suo corpo è tozzo, sgraziato, di piccole dimensioni che variano dai 4 ai 13 cm. di lunghezza, con una
grande testa ed occhi sporgenti; l’apertura della bocca è notevole, ampia e adornata di spesse labbra. La
colorazione dorsalmente è grigio-bruno scura, mentre i fianchi hanno sfumature più scure o più chiare. La
pinna caudale è arrotondata , mentre quelle ventrali sono unite a formare una specie di ventosa con cui i
ghiozzi aderiscono al substrato; le pinne pettorali, invece, sono molto ampie.
Riproduzione
Il periodo riproduttivo va da maggio a luglio, durante il quale, sia i maschi che le femmine, assumono una
livrea di colori vivaci. E’ caratteristico il sistema di corteggiamento dei ghiozzi; il maschio costruisce una
specie di nido che ricava dal fondo, scavando con le pinne pettorali e la bocca. Quindi comincia il
corteggiamento anche con l’emissione di una serie di ultrasuoni. La femmina entra a deporvi le uova e il
maschio le feconda. Nel nido possono entrarvi sucessivamente anche altre femmine le cui uova verranno
fecondate dal maschio. Questi poi le custodisce senza mai abbandonare il nido. Dopo 12-15 giorni le uova
schiudono.
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ACETABULARIA ACETABULUIM: CHLOROPHYTA
Classe: Ulvoficee
Ordine: Dasicladali
Famiglia: Polifisacee
E’ un alga verde, di colore tra bianco e verdognolo e dalla caratteristica forma a ombrellino. L'alga è
fortemente incrostata di calcio, da cui la sua colorazione variabile dal bianco al verde-azzurro. Costituita da
un'unica cellula gigante, possiede il nucleo nella porzione basale dello stelo, mentre l'apice reca un dischetto
raggiato che altro non è che l'organo riproduttore. In seguito alla liberazione delle spore, l'alga si riduce al
solo stelo durante l'inverno, ma riforma l'ombrellino nella primavera successiva. Cresce in colonie in zone
illuminate e riparate su fondali rocciosi, pietre e ciottoli, principalmente a basse profondità, può spingersi
però fino a una trentina di metri di profondità.
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BALANOPHYLLIA EUROPEA
Classe: Entozoi
Ordine: Madrepori
Famiglia: Dendrofillidi
I ricercatori anglosassoni amano definire i coralli come "inventive reproducers" per sottolineare come questi
organismi possano impiegare le più svariate modalità riproduttive. Essi si riproducono sia sessualmente
(mediante cellule specializzate per la riproduzione, cioè spermatozoi e uova) sia asessualmente (senza la
produzione di spermatozoi e uova). Nel caso della riproduzione sessuale, nella condizione più semplice,
esistono colonie maschili (che producono spermatozoi) e colonie femminili (che producono uova),
spermatozoi e uova vengono rilasciati liberi in acqua dove avviene la fecondazione. E' ovvio che affinché ci
sia l'incontro dello spermatozoo con l'uovo, le colonie maschili e le colonie femminili debbano rilasciare in
mare le loro cellule riproduttive nello stesso istante, ci deve cioè essere una sincronia.
Come avviene questa sincronizzazione essenziale? Tali coralli rilasciano le cellule riproduttive subito dopo il
tramonto. Ma quale tramonto? Ogni giorno termina con un tramonto! La risposta è nella luna: il tramonto
seguito da una notte di luna piena. Ma quale luna piena? Tutti i mesi c'è una luna piena! La risposta (ultima e
definitiva) è nella temperatura: la notte di luna piena coincidente con il periodo di rapido incremento della
temperatura dell'acqua che si verifica dopo l'inverno.
Dopo la fecondazione dell'uovo da parte dello spermatozoo, comincia lo sviluppo embrionale che porta
rapidamente (dopo qualche ora) alla formazione di una larva (planula) che di regola è planctonica. La
planula si disperde in mare per giorni, settimane, o anche mesi a seconda delle specie. Dopo questo periodo
di vita pelagica, si fissa su un substrato duro e comincia a sintetizzare lo scheletro di carbonato di calcio,
dando origine al primo polipo della colonia.
La riproduzione asessuale è la modalità riproduttiva che porta alla formazione della colonia a partire dal
primo polipo derivato dalla planula planctonica e fissato al substrato duro di cui accennavo poc'anzi. Il primo
polipo da origine ad un secondo polipo, che darà un terzo, e poi un quarto, via via fino ad avere le migliaia e
migliaia di polipi formanti l'intera colonia. Tale modalità riproduttiva non prevede la nascita dei polipi
mediante spermatozoi e uova, ma più semplicemente il nuovo polipo nasce dai tessuti del polipo genitore
che, in un punto del corpo, si organizzano e si sviluppano in un nuovo elemento della colonia che rimane
collegato al genitore stesso: tale processo di riproduzione asessuale si chiama gemmazione. Tutti i polipi di
una colonia sono quindi derivati asessualmente dal primo polipo che si è generato dalla metamorfosi della
planula fissatasi al substrato duro, hanno tutti la stessa identica informazione genetica, costituiscono quindi
un clone.
Non tutti i coralli sono coloniali, ve ne sono alcuni solitari, cioè il polipo invece di cooperare in una colonia
con migliaia di altri polipi vive come individuo isolato. fra questi Balanophyllia europaea è abbondante sulle
coste rocciose, illuminate e a bassa profondità. Inoltre in Balanophyllia europaea la fecondazione dell'uovo
non avviene in acqua libera, ma all'interno del corpo del corallo dove prosegue il successivo sviluppo
embrionale. Il polipo genitore incuba gli embrioni in via di sviluppo. Questi ultimi quando raggiungono lo
stadio larvale di planula, atto a condurre una vita libera, fuoriescono dalla bocca del genitore per condurre la
fase di dispersione. Dopo un certo periodo di tempo la planula aderisce al substrato duro dove compiendo la
metamorfosi da origine ad un nuovo polipo solitario
E’ un madreporario solitario dall’aspetto ovale e per lo più ristretto al centro simile ad un 8. E’ più largo che
alto, di colore bianca brunastra; il polipo è rosso bruno giallastro per la presenza di alghe simbionti.
SCHEDE BIOLOGIA MARINA 2
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PAGURO
Classe: crostacei
Ordine: Decapodi
Famiglia: Paguridi
Curiosità: il Paguro Bernardo è un crostaceo marino, chiamato anche "bernardo eremita" poiché ha
l'addome molle e lo infila, per proteggerlo, in conchiglie vuote, che poi trascina con sé.
Quando un Crostaceo muta, si ritira in un angolo protetto e nascosto poiché per diversi giorni resterà senza
difesa. I Paguri si possono dunque considerare come dei Crostacei che hanno preso l'abitudine di rifugiarsi
in una conchiglia la cui protezione si dimostrò così efficace che il corpo non ebbe più bisogno di un
"prefabbricato" formato da una conchiglia in prestito. La cambiano ogni volta che lo richiede il loro sviluppo, e
anche secondo l'umore. Vedere tali maneggi è uno dei più curiosi spettacoli di un acquario. Il Paguro
esamina una dopo l'altra le conchiglie messe a sua disposizione, le esplora con le antenne, le misura con le
chele, le gira e le rigira, ne palpa l'orifizio quasi per assicurarsi che la madreperla sia ben liscia; quindi, fatta
la scelta, raddrizza la conchiglia afferrandone i bordi con le chele e con un salto brusco entra nella nuova
dimora, quasi volesse ridurre al minimo il tempo nel quale l'addome è offerto indifeso ai nemici. Quindi fa un
piccolo galoppo di prova per assicurarsi che l'abito sia ben adattato. Talvolta passa a un'altra conchiglia e ne
prova anche diverse.
E' impossibile strappare l'ospite alla dimora; al minimo allarme vi ritira le zampe; se poi lo si afferra, esso si
ritira nell'ultima spira aggrappandosi con due uncini che porta all'estremità dell'addome e si farà lacerare
piuttosto che lasciarsi prendere. Per vederlo nudo bisogna agire con astuzia: per esempio battendo a lungo
sul tetto fino a rendere la casa inabitabile. O agire con violenza, rompendo la conchiglia. Il Paguro appare
allora con le due chele, di cui la più grossa serve da "porta" alla casa; con le 8 zampe, di cui le ultime
atrofizzate per la loro posizione all'interno della conchiglia, la vita strozzata e l'addome ridotto a una
minuscola salsiccia.
Sulla conchiglia possono fissarsi anche Idrozoi, Briozoi, alghe e soprattutto Anemoni. E' particolarmente
notevole il caso di questi ultimi perché vi è un reciproco scambio di servizi tra l'Anemone e il Paguro. Il primo
trae profitto dalle passeggiate accrescendo in tal modo la probabilità di trovare cibo; il Paguro approfitta dei
tentacoli velenosi che paralizzano le sue prede; e il Celenterato beneficia ancora delle prominenze del
Crostaceo, il che non impedisce a questi, se si dà un buon boccone all'Anemone, di rubarglielo, uscendo per
l'occasione quasi completamente dalla sua casa.
La testa ha due peduncoli oculari robusti molto lunghi e dilatati in punta, gli occhi sono bluastri e i peduncoli
striati dal bianco al rosso; la chela sinistra è + sviluppata dell’altra ma in entrambe la punta è nera o gialla.
Le chele e le zampe sono munite di peluria.
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CHONDRILLA NUCULA
Classe: Demospongie
Ordine: Astroforidi
Famiglia: Condrosidi
Caratteristiche morfologiche: Singolare per l’aspetto caratteristico a piccoli cuscinetti ravvicinati, uniti tra
loro ma sempre distinti, che talvolta ricoprono anche 50 centimetri quadrati in modo generalmente
orizzontale. Di colore marrone, è liscia e lucida, morbida; si incide facilmente con l'unghia. E' comune.
Ambiente: E' presente in pochi metri d’acqua, in siti rocciosi e soleggiati; non di rado vive epibionte su
Microcosmus e rizomi di Posidonia. Il suo apparato filtrante le consente di vivere anche in acque ricche di
materia in sospensione. La colorazione è dovuta alla presenza di alghe simbionti nei suoi tessuti, e quando
mancano perché è in grotta dove la luca è assente, fanno assumere alla spugna un colore biancastro.
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BAVOSE
Classe: Osteitti
Ordine: Perciformi
Famiglia: Blennidi
Condividono lo stesso habitat dei ghiozzi con una particolare predilezione, però, per le scogliere naturali
basse. Non è raro vederli nelle pozze, fuori dal mare, mentre sembrano camminare sulle forti pinne ventrali
giugulari. L’assenza della vescica natatoria li aiuta in questo loro comportamento.Tra i Blennidi, i più comuni
da noi sono la Bavosa ruggine (Parablennius gattorugine ) , la più grossa bavosa del Mediterraneo, la
Bavosa pavone (Lipophyrs pavo), che raggiunge i 15 cm. circa, e la Bavosa occhiuta (Blennius
ocellaris).E’ facile distinguere le bavose dai ghiozzi per l’assenza di scaglie, le ventrali sempre separate tra
loro e abbondanza di muco a protezione della pelle.
Caratteristiche anatomiche: Sono animali per lo più marini, molto agili e difficili da catturare. Sono animali
piuttosto allungati con le pinne ventrali ridotte o mancanti, e il corpo ricoperto di una sostanza mucosa che
ha fruttato il nome di Bavose. Il corpo presenta tonalità cromatiche varianti tra il giallo chiaro e il bruno
intenso che costituiscono la livrea sia per il mimetismo che per il dimorfismo sessuale. Mancano della
vescica natatoria.
Riproduzione. La riproduzione è sessuata. Le uova vengono emesse durante tutta la stagione primaverile e
talvolta sino all'inizio di quell'estiva. La femmina le deposita sulla parte superiore o inferiore degli anfratti
rocciosi, dei corpi cavi o nei gusci delle conchiglie, dove attechiscono fortemente. Durante il periodo
dell'accoppiamento questi animali presentano colori brillanti, i maschi diventano gialli, verdi, rossi o marroni.
Alimentazione. La nutrizione è tra le più svariate che si conoscano; si cibano, infatti, di qualsiasi organismo
animale e accidentalmente anche di alcune alghe verdi tra le quali l'Ulva rigida.
Habitat. I Blenni vivono in acque poco profonde e si muovono con le pinne. Alcune volte escono dall'acqua e
rimangono sulle rocce, distesi al sole.
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OBLADA MELANURA: OCCHIATA
Classe Osteitti
Ordine Perciformi
Famiglia Sparidi
Ambiente: Comune lungo scogliere, su fondali sabbiosi o sabbioso-fangosi e praterie di fanerogame fino ad
una quarantina di metri di profondità. Le occhiate si concentrano in grossi banchi nelle acque più superficiali
Descrizione e caratteri distintivi: Il corpo è ovale, lievemente compresso lateralmente, simmetrico e non
molto alto. Il muso è breve, la bocca piccola e obliqua, con mandibola leggermente sporgente. L'occhio è
grande, la pinna caudale è forcuta con lobi acuti. Sul peduncolo caudale è evidente una macchia nera a
forma di sella bordata di bianco. La colorazione è grigio-argentata, più scura dorsalmente più chiara lungo i
fianchi, dove si notano molto bene la linea laterale e delle linee longitudinali più scure.
Dimensioni: fino a 30 cm di lunghezza, ma di solito di circa 20 cm.
Note biologiche e comportamentali: Generalmente sono pesci gregari, che si possono osservare anche
lungo la colonna d'acqua ad una certa distanza dal fondo. E' una specie onnivora, si nutre principalmente di
piccoli invertebrati. In Mediterraneo si riproduce tra aprile e giugno. Sono in prevalenza animali gonocorici,
cioè a sessi separati, ma ci sono anche ermafroditi proterandrici (ovvero individui che maturano prima come
maschi e poi diventano femmine). La macchia nera caudale è immediatamente riconoscibile nei piccoli
lunghi solo 1 cm.
Distribuzione: Mediterraneo, Mar Nero (rara), Atlantico orientale (dal Golfo di Guascogna all' Angola,
Madeira, Canarie, Is. Capo Verde).
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