Verbi ausiliari, servili, pronominali A. Verbi ausiliari: Si tratta

annuncio pubblicitario
Verbi ausiliari, servili, pronominali
A. Verbi ausiliari:
Si tratta essenzialmente dei verbi essere e avere, che consentono la formazione dei tempi
composti con valore di passato.
Essere: per la maggioranza dei verbi intransitivi, per quasi tutti i verbi impersonali, per tutti
quelli riflessivi e intransitivi pronominali. Inoltre forma il passivo.
Avere: per tutti i verbi transitivi e per un certo numero di intransitivi
Ma: Ho dovuto accorgermi. x Mi sono dovuto accorgere.
In generale aveva implica un soggetto attivo (Ho camminato per 3 ore.). Con essere si
esprime lo stato in cui il soggetto si trova (È cresciuto.)
Il verbo intransitivo richiede essere quando il participio può essere usato come attributo (per.
es. treno arrivato poco fa). Avere con i verbi come camminare, viaggiare, dormire, piangere (i
loro participi non possono essere usati come attributi).
Essere si usa con i verbi impersonali e verbi che indicano fenomeni meteorologici:
Mi è sembrato di sentire un rumore.
La mattina è piovuto. anche: Ha nevicato tutta la notte.
L’ausiliare di un verbo che regga un infinito:
verbi servili: Ho lavorato. Ho dovuto lavorare. x Sono uscito. Sono dovuto uscire.
Ma se l’infinito è essere, l’ausiliare è avere: Ho voluto essere qui con te.
verbi pronominali: Ho ricordato bene il suo indirizzo. x Mi sono ricordato confusamente dei
vostri amici.
B. Verbi servili (dovere, potere, volere + sapere nel senso di ‘essere capace di’):
Indicano una particolare modalità:
dovere - esprime necessità, obbligo, probabilità: Devo dirti qualcosa. Devi essere onesto.
Oggi no è venuto a lezione, deve essere malato.
potere – esprime la possibilità, permesso, presenta fatto come possibile: Posso farlo, ma non
voglio. Puoi andarci se vuoi. Puà darsi..., può essere che/ è possibile che...
volere – volontà: Vorrei aiutarti, ma non posso. Vorrei andarci ma non è possibile.
Gli ausiliari con servili – a seconda dell’ausiliare del verbo che lo segue (all’infinito):
devo/posso/voglio tornare – sono dovuto/potuto/voluto tornare
devo/posso/voglio scendere dal treno - sono dovuto/potuto/voluto scendere dal treno
devo salire fino alla Rocca – sono dovuto salire fino alla Rocca
devo/posso/voglio scendere/salire le scale – ho dovuto/potuto/voluto scendere/salire le scale
I tratti che i verbi servili hanno in comune:
- la reggenza dei verbo all’infinito
- la collocazione mobile dei pronomi atoni (o prima del verbo servile o dopo l’infinito): Ti
devo dire che... Devo dirti che...
- l’identità di soggetti tra il verbo servile e infinito
C. Verbi pronominali
Si tratta di un verbo combinato con pronome personale atono.
- riflessivo diretto - tipo in cui il soggetto e l’oggetto coincidono: Mi lavo. Si veste bene. Si è
pettinata ed è uscita di casa. Uscirò dopo che mi sarò lavato e vestito.
Riflessivo indiretto usati con i verbi servili: Mi sono dovuto lavare. Ho dovuto lavarmi. Mi
sono voluta vestire bene. Ho voluto vestirmi bene. Maria, non ti sei potuta pettinare meglio?
Maria, non hai pottuto pettinarti meglio?
- rilessivo indiretto – l’azione verbale non si riflette direttamente sul soggetto, ma si svolge
nel suo interesse o per sua iniziativa. Il pronome atono non rappresenta un complemento
oggetto: Mi domando se ho sbagliato. Domando (agli altri)... . Mi lavo le mani. Mi lavo. Lavo
le mani (agli altri).
- riflessivi reciproci – esprimono un azione compiuta da due o più soggetti. Per la pluralità di
soggetto questa forma di riflessivo è possibile solo con le persone plurali (con la terza sg. solo
in presenza di un soggetto collettivo): Maria e Anna si salutano. Amatevi come compagni di
viaggio. Vieni a veder la gente quanto s’ama.
- intransitivi pronominali – i verbi in cui il pronome atono rappresenta un semplice
componente formale del verbo.
Uso è obbligatorio: accorgersi, attardarsi, vergognarsi:
So sono accorti subito della nostra presenza.
Me ne sono accorto troppo tardi.
Si è attardato in ufficio.
Uso è facoltativo: ricordare/ricordarsi, sedere/sedersi... La presenza del pronome atono può
comportare ina differente sfumatura di significato:
Ricorda bene il suo indirizzo. Le ha un nome facile da ricordare. Mi ricordo confusamente dei
vostri amici.
Sedere su una sedia, sedere a tavola, allo sportello, sedere alla turca. Mi siedo perché sono
stanco. Non stare in piedi, siediti.
L’uso del pronome atono comporta un radicale cambiamento del significativo:
annoiare/annoiarsi, addormentare/addormentarsi, offendere/offendersi, rivolgere/rivolgersi:
Le sue parole parole mi annoiano. Mi sono annoiato all spettacolo.
Ha addormentato il bambino con la ninna-nanna. Ieri mi sono addormentato tardi.
Il proiettile non ha offeso i centri vitali. La luce troppo forte offende la vista. Si è offesa
perché non l’ha salutata,
Ha rivolto i passi in una nuova direzione. Ho rivolto la chiave nella serratura. Ha rivolto gli
occhi al cielo. Appena chiamato, si rivolge. Si è rivolto a un passante per le informazioni.
Scarica