Wolfgang Amadeus Mozart: personaggi luoghi e memorie in Trentino

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Rovereto
casaMozart
A.M.I. SEDE NAZIONALE
Via Mercerie 14 - 38068 Rovereto (TN)
Tel. ++39 0464 422719
Fax ++39 0464 438282
E mail: [email protected]
Internet: http://www.mozartitalia.org
Direttivo
Presidente: Arnaldo Volani
Vicepresidenti: Pierfranco Vitale e Lorenzo Zen
Segretario Generale: Giorgio Leoni
Tesoriere: Giampaolo Ferrari
Consiglieri: Marcello Abbado, Gherardo Casaglia,
Giacomo Fornari, Francesco Giammarco,
Hiroshi Ogi, Martina Stecherova
Direttore artistico
Margit Spirk
Comitato scientifico
Presidente: Rudolph Angermüller
Membri: Marco Murara, Bruno Bianco
Coordinatore scientifico: Giacomo Fornari
Collaboratrice scientifica: Marvi Zanoni
Segreteria
Elena Manfrini
Guglielmo Valduga
Presidente del Consiglio del Museo Civico e Sindaco di Rovereto
Dal 1991 la cospicua raccolta di opere d'arte del XV - XX secolo del Museo Civico di Rovereto, acquisite dal Comune di
Rovereto attraverso legati, donazioni e acquisti, è diventata a pieno titolo sezione del museo e attualmente comprende
dipinti, sculture, grafica e arti decorative, per un totale di oltre 2000 opere, tutte fotografate e schedate. In questi anni
diversi artisti e privati hanno contribuito a incrementare e a caratterizzare la raccolta, e grande è stato l’impegno
profuso per studiare e valorizzare attraverso restauri e pubblicazioni questo prezioso patrimonio. Quest’opera di
valorizzazione è confluita in una serie di preziose collaborazioni con enti e associazioni prestigiose, come la Querini
Stampalia o la Biennale di Venezia. Non è mancata la possibilità di ‘fare rete’ con le altre istituzioni trentine per mettere a
disposizione queste opere nell’ambito di mostre e manifestazioni nate per diffondere la conoscenza della storia del
territorio e delle grandi personalità nei vari campi dell’arte e della cultura di cui è stato culla. Solo nell’estate 2007, la
raccolta si è fatta testimonianza attiva con prestiti per mostre temporanee in diversi comuni trentini, a Trento, al Mart e
alla Galleria Civica di Arte contemporanea, ad Arco e Nago-Torbole, a Storo, con opere di Lucillo Grassi, Giuseppe
Balata, Attilio Lasta, Gino Pancheri, Iras Baldessari, Fortunato Depero, Guido Casalini, Elio Martinelli e Diego Costa. In
questa cornice nasce la collaborazione con la Associazione Mozart Italia per questa mostra. Dal ‘dato’ delle collezioni,
al pensiero, all’emozione, alla curiosità di un evento che permette di scoprire luoghi e personaggi incontrati da Mozart in
Trentino attraverso i dipinti della raccolta di Rovereto, una cittadina che continua a sorprendere per la vivacità di
incontri, scambi e contaminazioni culturali, che hanno lasciato traccia feconda nel suo ricco patrimonio.
Arnaldo Volani
Presidente Associazione Mozart Italia
Dopo un'interruzione di alcuni anni, l'Associazione Mozart Italia riprende l'attività espositiva – cornice e complemento dei
concerti – con una mostra iconografica dedicata ai personaggi conosciuti dai Mozart in Trentino. E' un omaggio che
vogliamo rendere a quei nobili e notabili illuminati che, a partire dal lontano 1769 e poi in altre occasioni, resero possibili i
brevi ma significativi soggiorni di Mozart nelle città trentine e sudtirolesi. A quel tempo la borghesia e la nobiltà del Trentino
meridionale potevano godere della ricchezza accumulata nei secoli precedenti con la produzione e il commercio della seta,
dedicando buona parte del loro tempo agli studi filosofici e musicali, all'erudizione storica ed alla filologia. La cultura dei
Lumi, nella sua accezione moderata e riformista promossa dalla Casa d'Asburgo, aveva conquistato anche le classi al
potere nelle regioni meridionali dell'Impero; di lì il fiorire di salotti e di accademie ed il rapido succedersi di occasioni
pubbliche e private di dibattito, atte ad accogliere le curiosità e le dissertazioni dotte degli intellettuali. Questa l'atmosfera
che i Mozart respirarono nelle loro soste lungo la Strada Postale del Tirolo, tramite geografico ma soprattutto ponte
culturale tra l'Italia e la Mitteleuropa. Il percorso che l'AMI propone con questa mostra vuole rimarcare quei fili sottili che sul
finire del XVIII secolo legarono tra di loro una cultura raffinata e la politica, di cui non pochi degli uomini incontrati dai Mozart
erano espressione. Un grazie al Museo Civico di Rovereto ed alla curatrice della mostra Paola Pizzamano e a quanti hanno
collaborato alla sua realizzazione.
MOZART E I PERSONAGGI INCONTRATI IN TRENTINO ALTO ADIGE
Rudolph Angermüller
Leopoldo Mozart e suo figlio Wolfgang Amadeus transitarono ben sei volte attraverso il Trentino, nel dicembre 1769, nel
marzo 1771, nell’ agosto e nel novembre del 1771, nell’ottobre del 1772 e nel marzo 1773. Nel 18. secolo un viaggio in Italia
simboleggiava – per chi abitava a nord delle Alpi – non solo il piacere dei sensi, eccessi, fantasia, sogno, la Sehnsucht, cioè
un misto fra aspirazione e nostalgia, ma anche l'antico, cultura, religione, clima piacevole, fonti con acque termali. L'Italia
equivaleva all'Arcadia, era la terra della pittura, della musica, del teatro, delle feste grandiose, del divertimento, il giardino
d'Europa, la terra delle delizie esotiche, del cielo azzurro, del sole caldo, dell'aria tiepida, della magnificenza dei colori,
della fertilità, della gioia di vivere. La terra ideale per un artista libero, per la libertà creatività. “Senza Italia non c'è arte” è
stato detto. Il 13 dicembre i Mozart lasciarono Salisburgo, giunsero a Brixen/Bressanone il 20 dicembre, il 21 a
Bozen/Bolzano, il 24 dicembre raggiunsero Trento e Rovereto, dove si fermarono per le feste natalizie. I due salisburghesi
non si fermarono ad Ala, che visitarono però il 17 e 18 agosto 1771. A Rovereto furono accolti dal barone Carlo Andrea
Cristani (deceduto nel 1806). Carlo Andrea e Giuseppe Nicolò suo fratello avevano studiato a Salisburgo, ed erano
conoscenti dei Mozart.
Il 25 dicembre furono invitati a colazione dal commissario ai confini d'Italia barone Giuseppe Nicolò Cristani de Rallo,
deceduto nel 1776, che aveva studiato il violino con Leopold. Giuseppe Nicolò fu poi trasferito a Milano, dove fece parte
del Consiglio di Finanza diretto dal conte Firmian.
In occasione di questo invito i Mozart furono presentati al conte Massimiliano Settimo di Lodron (1727–1797). Quest'ultimo
era stato dal 1760 canonico a Brixen/ Bressanone, dal 1764 a Trento. Fu decano e arciprete nella parrocchia di Villa
Lagarina, chiamata anche piccola Salisburgo. E’ merito di Massimiliano Settimo la decorazione della chiesa parrocchiale
dedicata a Maria Assunta di Villa Lagarina. Dopo la morte di suo fratello Domenico Antonio a Salisburgo si dimise dai suoi
impegni religiosi per prendere in mano le redini della casata in veste di secondogenito. Massimiliano Settimo accolse i
Mozart "con tutte le cortesie possibili ed immaginabili".
Alla sera del giorno di Natale venne allestito un concerto a casa del barone Giovanni Maria Todeschi (1730–1799). Il
barone aveva studiato legge a Vienna, aveva visitato tutta Europa, era membro dell'Accademia degli Agiati a Rovereto e
nel 1796 fu eletto presidente anziano del Consiglio Cittadino. Era proprietario della imperial-regia agenzia doganale. Nel
1768 fu inviato a Vienna dal Consiglio Cittadino per dirimere e sciogliere le difficoltà inerenti ai dazi sul consumo. In
quell'epoca conobbe anche i Mozart. Fu in casa sua, in via Mercerie 14 – via Tartarotti 7, che Wolfgang Amadeus tenne un
concerto alla sera. Il giorno di Santo Stefano, un martedì, furono invitati ad “un'allegra colazione” in casa di Giovan Battista
Cosmi, un vedovo che stava per sposare Costanza Giulia, la figlia di Andrea Vanneti. Il matrimonio era fissato di lì a tre
giorni. La colazione si tenne in via Rialto 17. Furono presenti anche la madre di Cosmi e tre sue sorelle. Leopold Mozart
così scriveva a sua moglie a Salisburgo: “Se fossimo rimasti più a lungo a Rovereto avremmo dovuto pernottare nella sua
casa, e se torniamo, vuole ospitarci lui.” Wolfgang, il pomeriggio, suonò l'organo nella chiesa parrocchiale di San Marco “e
sebbene solo 6 o 8 persone ne fossero al corrente, tutta Roveredo si era radunata alla chiesa, e due tipi robusti hanno
dovuto aprirci il cammino fino al Coro, dove abbiamo impiegato più di un quarto d'ora ad arrivare all'organo perché tutti
volevano essere in prima fila”.
Si presume che l'invito fosse stato fatto da Domenico Pasqui (1722-1780), direttore musicale, che era stato un allievo del
seminario di Salisburgo. Domenico Pasqui era noto per aver scritto oltre 50 messe e per essere stato l'autore dell'opera
“Arianna e Teseo”, presentata a Torino nel 1764.
I Mozart furono invitati con grande cordialità anche dal barone Gian Giulio Pizzini (1719–1779) con cui ebbero interessanti
conversazioni, dal medico e filosofo Gottardo Antonio Festi (1716–1775) gran estimatore di musica, dal dottor Giacomo
Antonio Bridi (1728–1799), consigliere a Milano, “buon pianista” e cantante. Egli era inoltre lo zio di Giuseppe Antonio
(1762–1779). Quest'ultimo dirigeva una banca, proprietà di suo padre, a Vienna. Nel 1786, in una rappresentazione
privata, cantò nell'”Idomeneo”, KV 366. In viale Trento 42, allora sede della sua casa, fece erigere nel giardino un tempietto
dedicato all'Armonia e due lapide in memoria ed in onore di Wolfgang Amadeus.
Il 17 agosto 1771 i Mozart giunsero ad Ala, dopo aver attraversato Rovereto e qui fecero visita a Giovani Battista Pizzini
(1731-1801) e a suo fratello Pietro(1745-1828), i nell’imponente palazzo di famiglia sito in via santa Caterina 2. I Mozart
tennero un concerto per i fratelli Pizzini. Il 18 agosto 1771 Leopold Mozart scriveva che ad Ala avevano fatta molta musica e
che solo alle 19 avevano potuto proseguire per Verona. Furono ripetutamente accolti in casa Pizzini; vi pernottarono l' 8/9
dicembre 1771, si fermarono dal 30 ottobre al 1. novembre 1771, festeggiando anche l'onomastico di Wolfgang il 1. di
ottobre. Ritornarono nel marzo 1773. Entrambi conoscevano anche altri personaggi trentini, come Domenico Paolo
Chiusoli (1711–1775), che aveva studiato a Salisburgo e che manteneva contatti epistolari con i Mozart; Giovanni Andrea
Francesco di Rallo (1707/13–1802) maestro di corte addetto ai giovani nobili, poi avevano contatti anche con la famiglia
Festi, ed inoltre con il giurista, scrittore politico e storico Carlo Antonio Pilati di Tassullo zu Draxberg (1733–1802). Anche lui
aveva studiato a Salisburgo. Sono interessanti i contatti intensi dei roveretani con Salisburgo, e i Mozart si può dire che
“giocassero in casa”. Entrambi furono accolti cordialmente, con deferenza e con molti onori.
WOLFGANG AMADEUS MOZART: PERSONAGGI, LUOGHI E MEMORIE IN TRENTINO
a cura di Paola Pizzamano
La mostra presenta nella sede dell'Associazione Mozart a Rovereto una selezione di riproduzioni fotografiche di ritratti,
luoghi e testimonianze che intendono ripercorrere la calorosa ed entusiastica accoglienza e ospitalità mista ad una
sincera ammirazione riservata a Wolfgang Amadeus Mozart, nei suoi tre passaggi dal 1769 al 1773 in Trentino. Con il
suo talento il giovane conquistò non solo un gran successo, ma anche amici ed estimatori documentati dai frequenti e
affettuosi rapporti intrecciati con molte famiglie della nobiltà e borghesia del Sud Tirolo impegnate tra Salisburgo,
Vienna e altre capitali europee, nella vita politica, economica, culturale e religiosa. I Lodron, Todeschi, Firmian, Pizzini,
Cristani, de Cosmi, Wolkenstein, d'Arco, animati dal culto del canto, della musica, dell'ospitalità e della cultura,
festeggiarono Wolfgang, accompagnato dal padre Leopold, nelle proprie dimore organizzando accademie musicali
alla presenza di nobili e borghesi.
Giuseppe Bridi e Giacomo Gotifredo Ferrari ne coltivarono, celebrarono e tramandarono, anche dopo la morte, il
ricordo e la grandezza, attraverso pubblicazioni e il cenotafio marmoreo a Rovereto.
Leopold Mozart (1719-1787)
L'originale del ritratto di Leopold Mozart è conservato a
Salisburgo nelle raccolte dell'Internationale Stiftung
Mozarteum, la fondazione fondata nel 1880 con la
missione di promuovere la conoscenza di Mozart e della
sua opera attraverso concerti, il museo, la biblioteca, gli
studi, mostre e pubblicazioni.
Salisburgo, Internationale Stiftung Mozarteum
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Leopold Bode dipinse nel 1859 questo ritratto del giovane
Mozart ispirandosi al noto dipinto (collezione privata)
realizzato tra il 6 e il 7 gennaio del 1770 a Verona su
commissione di Pietro Lugiati (commissario generale di
Venezia), di discussa attribuzione agli artisti della famiglia
Cignaroli: prima a Felice, poi al nipote Domenico Saverio
Dalla Rosa e infine a Giambettino Cignaroli, il più anziano e
celebre pittore, direttore perpetuo dell'Accademia di pittura
locale dal 1764, studioso e teorico dell'arte, ricordato in una
lettera e negli appunti di viaggio di Leopold Mozart e che
morì il 1° dicembre del 1770.
Salisburgo, Internationale Stiftung Mozarteum
Rovereto
Il tredicenne Mozart, accompagnato dal padre Leopold, fu ospite gradito e ammirato dalla nobiltà e borghesia locale (R.
Lunelli, Mozart nel Trentino, in “Studi trentini”, 5, 1924, pp. 314-327; 7, 1926, pp. 1-27) che proprio in quegli anni viveva
un periodo di massimo splendore, grazie all'industria della seta e al commercio, coltivando le lettere, la musica e le arti
nei propri salotti e nella prestigiosa ed illustre Accademia degli Agiati.
I Mozart giungono a Rovereto all'albergo «Zur Rose» domenica 24 dicembre 1769. Erano stati raccomandati dal
Maresciallo di Corte al conte Settimo Massimiliano Lodron e Gian Giulio Pizzini, i quali coinvolsero parenti e amici nel
dare generosa e affettuosa ospitalità ai due musicisti, già conosciuti da alcuni roveretani in precedenti incontri a
Salisburgo e a Vienna, come Carlo Andrea Cristani, che corse subito a portare i saluti ed invitarli al pranzo di Natale per
conto del fratello governatore Nicolò, Giovan Battista Todeschi e Antonio Giacomo Bridi.
Nel susseguirsi di ospitalità, incontri, accademie musicali e allegre tavolate, nel 1769 Nicolò Cristani de Rallo, che
occupava la massima carica governativa cittadina, in qualità di capitano distrettuale, fu tra i primi a rendere omaggio ai
Mozart a Rovereto. Nel 1766, in qualità di consigliere della Reggenza dell'Austria Superiore, Vice Capitano del Circolo
di Rovereto e Commissario ai confini d'Italia per S. M. Imperiale e Regia apostolica, Cristani aveva descritto in lingua
tedesca la Pretura di Rovereto, offrendo un'immagine precisa della realtà locale. Il testo fu poi tradotto in lingua italiana
dall'amico Giovan Battista de Todeschi, altra figura di spicco della vita roveretana, organizzatore nel suo palazzo di
un'accademia musicale in onore del giovane Mozart, che contraccambiò dando un concerto.
Breve descrizione della Pretura di Roveredo del 1766, composta in lingua tedesca dall'illustrissimo Signor Nicolò de
Cristani de Rallo, Consigliere della Reggenza dell'Austria Superiore, Vice Capitanio del Circolo di Rovereto e
Commissario ai confini d'Italia per S. M. Imperiale e Regia apostolica, tradotta in lingua italiana da Giovanni Battista de
Todeschi, ed. 1893 (ed. 1988, a cura di A. Leonardi)
Alli confini Italiani della Contea del Tirolo nella così detta Valle Lagarina è situata la Pretura di Roveredo. Questa
comprende la Città di Roveredo con otto circonvicine Comunità: Lizzana, Sacco, Volano, Marco, Noriglio, Trembeleno,
Terragnolo e Vallarsa. Tutti questi luoghi presi assieme si chiamano la Pretura di Roveredo, perchè formano una solo
Giurisdizione e sono soggetti tutti ad un Pretore, il quale sempre in Roveredo risiede. […] La Città di Roveredo, Volano,
Lizzana, Marco e Sacco giaciono nella pianura e sulla strada Imperiale in guisa, che il passaggiere ritrova tutti questi
luoghi nel camminare dalla Germania in Italia: fuorchè Sacco, che resta fuori di strada sulla riva dell'Adige; Noriglio,
Trembeleno, Terragnolo e Vallarsa sono poste a Levante […] La campagna piana produce Vino, Grano, Tabacco,
foglia di bachi da Seta, e pochissimo Fieno: Gli stessi prodotti a proporzione danno li monti dalla falda sino alla metà
circa, più oltre somministrano legna da fuoco, alquanto fieno, e servono di pascolo nell'estate. […] Questo traffico
[della seta] è tanto importante, che per esso entra più denaro nella Pretura di quello che sorte per la naturale sua
scarsezza in guisa tale che la Pretura di Roveredo è debitrice a quello dello stato florido in cui si trova. […] La
Popolazione della Pretura secondo il censo dell'anno corrente 1766 consiste in 15002 anime, e le case misurate sono
1848 […]
Panorama di Rovereto e della destra Adige dal colle alle Porte
La litografia fu eseguita da Pietro Andreis (Rovereto 1794–Trento 1879),
l'architetto del Tempietto dell'Armonia nel Giardino Bridi, insegnante di disegno
nelle Scuole Normali e poi alla Reale, pittore e incisore, flautista dilettante,
direttore e presidente della Banda musicale cittadina, nonché conservatore dal
1855 al 1860 della Sezione di arti liberali del Museo Civico (cfr. Pizzamano, in Le
età del Museo, 2004, pp. 27 ripr., 237, 238, 248, 287).
La veduta di Rovereto, ripresa dal Colle alle Porte, è più tarda rispetto ai passaggi di Mozart, ma offre un'interessante
testimonianza della Val d'Adige e dello sviluppo urbanistico di Rovereto avvenuto a cavallo dei due secoli, con indicati i
principali edifici dell'epoca, compreso il Giardino Bridi e la Porta veronese scomparsa già nel 1824. La stampa è stata
eseguita ad Innsbruck per un calendario del 1825 ed è da collegare all'azienda litografica aperta più tardi, nel 1839, da
Andreis a Rovereto, “per apprendere la cui arte fu mandato dai suoi concittadini a Vienna”.
Nel 1841 Andreis stese la perizia delle stampe raffiguranti paesaggi e ritratti raccolte da Giuseppe Bridi, che con
testamento aveva lasciato la sua dimora con Giardino comprendente il cenotafio di Mozart alla Congregazione di
Carità locale.
Lettera di Leopold Mozart alla moglie
Verona, 7 gennaio 1770
[…] Appena arrivati a Roveredo un certo Cristani, che recitò al Collegio Rupertino la parte femminile nella
commedia (“Il figlio di Catone”), è venuto a vederci e ad invitarci, a nome di suo fratello, a pranzo per l'indomani. E
chi è questo fratello se non Nicolaus Cristani, che era a Salisburgo presso il sig. precettore dei paggi, il consigliere
concistoriale Cristani, e mio allievo al violino? Questi è la prima personalità a Roveredo e in tutta la regione, di cui
è il balivo in nome di Sua Maestà l'Imperatrice. Te lo ricorderai certamente, egli alloggiava presso i paggi. Appena
arrivati da lui, ha detto che Wolfgang ti rassomigliava e che si ricordava benissimo delle tue buone maniere. E chi
abbiamo trovato li? Il conte Septimo Lodron, il consigliere concistoriale Cristiani, un certo Pilati, Vesti, ecc. I primi
due sono venuti dalla Villa di proprietà di un conte Lodron, appena giunta la notizia da Insprugg del nostro viaggio
a Roveredo. Puoi facilmente capire la nostra gioia reciproca di rivederci dopo 19, 20 e più anni, e come lieto era il
pranzo, durante il quale arrivò il domestico del sig. v. Cosmi e ci invitò a pranzo per il giorno dopo. Anche questo fu
gioioso, essendo il sig. v. Cosmi un vedovo in procinto di sposarsi, cosa che fece un paio di giorni dopo la nostra
partenza. Ho conosciuto la sua vecchia madre e tre sorelle. Se fossimo rimasti a lungo a Roveredo, ci disse,
avremmo dovuto abitare da lui, e se fossimo tornati, ci avrebbe ospitati di buon grado. Il sig. barone Pizzini e il sig.
conte Lodron, ai quali eravamo stati raccomandati dall'Ecc. Maresciallo di Corte, ci hanno onorato con ogni
inimmaginabile cortesia. La nobiltà ha dato un concerto presso il sig. barone Todesci. E chi è questo barone
Todesci se non colui che il sig. Giovanni ci aveva portato una volta a Vienna per ascoltare Wolfgang? Forse te lo
ricordi. E' inutile descrivere tutto il prestigio che ne ha ricavato Wolfgang. L'indomani pomeriggio siamo andati a
suonare l'organo nella chiesa principale; e sebbene solo 6 o 8 persone ne fossero al corrente, tutta Roveredo si
era radunata alla chiesa, e due tipi robusti hanno dovuto aprirci il cammino fino al Coro, dove abbiamo impiegato
più di un quarto d'ora ad arrivare all'organo perché tutti volevano essere in prima fila. Siamo rimasti 4 giorni a
Roveredo. Questa cittadina non è grande, ed una volta era un posto molto scadente, ma la diligenza degli abitanti,
per la maggior parte occupati nella viticoltura e nella tessitura della seta, l'ha resa accogliente. Vi sono molte case
spaziose e v'è molta gentilezza con gli estranei.
A Rovereto durante i quattro giorni di sosta, il giovane Mozart dopo avere pranzato a Natale presso Cristani, in serata
diede un concerto nel salotto del barone Giovambattista Todeschi accompagnato dalla nobiltà che si dilettava in
accademie musicali e per l'occasione gli aveva reso sincero omaggio. Il giorno successivo, fu invitato a pranzo in casa
de Cosmi e nel pomeriggio suonò nella Chiesa di San Marco, acclamato da tutta la cittadinanza. Il 27 gennaio in serata
ripartì per Verona.
Nella città della quercia il padre Leopold annota le persone incontrate: il governatore Nicolò Cristani con la moglie, il
fratello Carlo Andrea e lo zio canonico Giovanni Andrea, i Conti Settimo e Domenico de Lodron, il Barone Pizzini con la
moglie e il figlio, il barone Todeschi, il dottor Bridi, il segretario delle poste Chiusole, il signor De Cosmi con la fidanzata,
tre sorelle e sua madre, tre signori delle famiglia Festi, il signor Rosmini, il signor Pilati, il maestro della cappella
musicale della chiesa di San Marco don Domenico Pasqui, il signor Angelo Negri e l'oste Lutz dell'Albergo “Alla Rosa”
con la moglie, la figlia Rosa e il piccolo Jackerl.
Nicolò Cristani de Rallo (Rallo 1731 - Milano 1776)
Apparteneva ad una nobile famiglia della Val di Non. Studiò a Salisburgo al Collegio Imperiale dei Nobili, allievo di
violino di Leopold Mozart. Nel 1753 fu nominato Barone e socio dell'Accademia degli Agiati. Nel 1766 scrisse Breve
descrizione della Pretura di Roveredo. Nel 1769, quando invita a pranzo i Mozart, è capitano distrettuale. Con loro
mantenne sempre cordiali contatti e li incontrò nuovamente nel 1772 a Milano, dove era consigliere del Governo
austriaco.
Carlo Andrea Cristani de Rallo
All'arrivo dei Mozart, corre all'albergo per portare i saluti e l'invito di suo fratello Nicolò, capitano distrettuale, per il
pranzo di Natale. Studente al Collegio Rupertino di Salisburgo, è ricordato da Leopold Mozart per aver cantato nel ruolo
di ancella nella commedia Des Cato Kind. Fu consigliere del Principe Vescovo di Trento.
Giovanni Andrea Cristani de Rallo (1713-1793)
Nel 1751 Franz Lattanz von Firmian disegnò il ritratto di
Giovanni Andrea Cristani, che fu inciso da Franz Schaur a
Salisburgo. Dottore in teologia e giurista, studioso di scienze
naturali, Cristani fu dal 1734 consigliere concistoriale a
Salisburgo, dal 1739 al 1748 precettore presso il Collegio dei
nobili a Salisburgo. Zio di Nicolò Cristani e di Carlo Antonio
Pilati. Egli giunse da Villa Lagarina, insieme al conte Settimo
Lodron, al pranzo di Natale in casa Cristani. Leopold Mozart
lo rivide con gioia, dopo quasi vent'anni dal primo incontro.
Carlo Antonio Pilati di Tassullo zu Draxberg (1733-1802)
La stampa di Delvait raffigura Carlo Antonio Pilati (Tassullo,
Val di Non, 1733-I802), dottore in legge, filosofo, politico,
viaggiatore, studioso, letterato, autore di molte opere e della
Riforma d'Italia (1767), apprezzata da Voltaire e da Pietro
Verri, ma condannata dal Sant'Uffizio e dal Tribunale di
Trento. Studiò al Rupertinum di Salisburgo dal 1747 al 1753,
poi a Lipsia laurendosi in diritto civile. Nel 1758 insegnò a
Göttingen e fu nominato accademico Agiato. Nel Natale del
1769 è invitato al pranzo in casa Cristani, suo parente.
Grande viaggiatore scrisse Voyages en differens pays de
l'Europe en 1774, 1775 & 1776, ou, Lettres ecrites de
l'Allemagne, de la Suisse, de l'Italie, de Sicile et de Paris,
1777. Rientrato a Trento, dal 1801 presiede il Consiglio
Superiore del Trentino e del Tirolo meridionale.
Massimiliano Settimo Lodron (1727-1796)
Giovan Battista Lampi raffigurò attorno al 1779 Massimiliano Settimo Lodron,
l'illustre personaggio della prestigiosa famiglia aristocratica di Salisburgo che aveva
stretti rapporti con la famiglia Mozart. Figlio del conte imperiale Hieronymus Joseph,
Massimilliano studiò dal 1744 all'Università di Salisburgo. Nel 1760 divenne
canonico della cattedrale di Bressanone, nel 1764 di Trento. Dal 1751 al 1796
arciprete della Chiesa di S. Maria Assunta di Villa Lagarina, che fece ampliare e
decorare (E. Chini, in I Lodron a Villa Lagarina, 2003, p. 24). Alla morte del fratello
Domenico Antonio, avvenuta a Salisburgo, rassegnò le dimissioni dalle cariche
ecclesiastiche per dedicarsi, in qualità di anziano del suo casato,
all'amministrazione del maggiorascato della secondogenitura (R. Angermüller, in
Paris Lodron. Dal Trentino a Salisburgo, 2003, pp. 55-56).
Domenico Antonio Lodron (1728-1806)
Castello del Buonconsiglio
Monumenti e collezioni provinciali
Fratello di Massimiliano Settimo, si dedicò all'attività militare, cavaliere dell'ordine di
Malta, tenente del Sud Tirolo. Nell'incontro a Rovereto con i Mozart nel 1769
preparò per loro una lettera di presentazione indirizzata al conte Gian Luca
Pallavicini-Centurioni.
Maria Aloisia Lodron
Il ritratto raffigura la contessa Maria Aloisia Lodron che studiò musica con Anton
Cajetan Adlgasser e con Wolfgang Mozart. Per Aloisia, sua sorella Josepha e sua
madre la contessa Antonia Maria, Mozart compose a Salisburgo nel febbraio del
1776 il concerto in FA maggiore per tre pianoforti KV 242. “Nella composizione di
quest'opera Mozart tenne presente che, mentre la contessa e sua figlia Aloisia
avevano dimostrato notevoli capacità pianistiche, la tecnica di Maria Giuseppa non
era preparata al meglio. Perciò incentrò la sostanza musicale sul primo e secondo
pianoforte, mentre il terzo lo trattò benevolmente concedendo anche a Maria
Giuseppa la possibilità di accompagnare il brano. Il concerto KV 242 è stato pensato
esclusivamente per un salone salisburghese aristocratico” (R. Angermüller, in Paris
Lodron. Dal Trentino a Salisburgo, 2003, p. 61).
Trento, collezione privata
Antonio Giacomo Bridi (Rovereto, 1725-1799)
Laureato in legge a Padova nel 1746, consigliere titolare a Milano, amico di Girolamo Tartarotti e dei Vannetti, del conte
Pio Fedele Wolkenstein e del conte Carlo Firmian, presso il quale il 4 gennaio 1771 cantò nella piccola accademia in cui
Wolfgang suonò “un nuovo concerto, bello e difficile” (cfr. A. Basso, I Mozart in Italia, 2007, pp. 506-7). Buon
clavicembalista e cantante dilettante, frequentò la famiglia Mozart, incontrò padre e figlio durante le soste a Rovereto e
a Milano. Zio di Giuseppe Antonio, che poi diventerà amico fraterno di Wolfgang.
Gian Giulio Pizzini von Thuerberg (1719-1779)
E' una copia del ritratto di Gian Giulio Pizzini (Rovereto 1719-1779) eseguita nel 1910
da Attilio Lasta per l'Accademia degli Agiati. Possidente, clavicembalista dilettante,
con studi a Padova e a Praga, accademico Agiato dal 1751, Gian Giulio fu nominato
barone nel 1754. Amava esibirsi con il clavicembalo nelle accademie musicali private
ma anche nelle feste pubbliche cittadine. Abitava nel Palazzo su piazza Malfatti, con
entrata dalla piazza del Suffragio, 27, dove insieme alla moglie Anna Giulia Piomarta e
un figlio, accolse i Mozart nel 1769 e nuovamente nel 1771.
Rovereto, Accademia degli Agiati
Giovanni Battista Todeschi (Rovereto 1730-1799)
Studiò legge a Vienna, fu poi lettore all'università di Bologna. Rientrato a Rovereto, con
i fratelli si occupò dell'Agenzia Imperial Regia per la spedizione delle merci dai dazi di
Rovereto e di Sacco, riscuotendo una provvigione. Dal 1752 è accademico Agiato, con
il nome di Tindanio compone dei sonetti. Nel 1797 fu nominato preside del Consiglio
Civico. Dalle lettere di Leopold alla moglie si desume che i Mozart avevano già
incontrato a Vienna Giovan Battista Todeschi: esattamente nel mese di febbraio del
1768 quando il roveretano vi andò per tutelare i diritti della sua Agenzia che con la
riforma teresiana del sistema tributario rischiava di essere soppressa. Con diplomazia
egli ottenne il mantenimento dell'Agenzia, con alcune limitazioni, e il titolo di barone
per sé, i tre fratelli e i discendenti, che ebbe valore legale a partire dal 22 maggio.
Durante il primo soggiorno dei Mozart a Rovereto organizzò la sera del 25 dicembre
del 1769 nel proprio palazzo un'accademia musicale (via Mercerie 14 – Via Tartarotti
7), dove Wolfgang si esibì conquistando onori.
Rovereto, collezione privata
Domenico Pasqui (Rovereto 1722-1780)
Studiò musica con lo zio materno Padre Nicolò Gerosa, maestro di cappella della chiesa di S. Marco; poi teologia a
Trento prendendo gli ordini nel 1747. Durante il periodo trascorso presso il Collegio rupertino di Salisburgo compose
suonate. Oltre agli studi di musica, si dedicò anche alla pittura e alla matematica. Alla morte dello zio Gerosa, gli
subentrò come maestro di cappella di S. Marco attuando un ampliamento degli orchestrali e un rinnovamento del
repertorio musicale. All'arrivo dei Mozart, la cappella era composta da 19 stipendiati, allievi e dilettanti. Apprezzato
musicista e compositore, Pasqui fu chiamato nel 1765 a suonare a Innsbruck per le nozze dell'arciduca Leopoldo
d'Austria con Maria Luisa di Borbone, dove conobbe Hasse, per il quale scrisse la Messa di Santa Maria. Hasse
contraccambiò componendo un Miserere a quattro voci, violino e organo. Pasqui morì nel 1780 lasciando tutta la sua
musica alla Chiesa di S. Marco, poi in gran parte dispersa.
Gottardo Antonio Festi (Rovereto 1716-1775)
Letterato e tenore, sacerdote, maestro di musica e professore di lettere al Ginnasio di Rovereto, cofondatore
dell'Accademia degli Agiati. Cantante con il fratello Andrea della Cappella musicale di S. Marco. Con i fratelli
Francesco Simone e Giuseppe Antonio incontrò i Mozart durante il primo soggiorno a Rovereto.
Giovan Battista de Cosmi
Proprietario di un filatoio, mandò il 25 dicembre 1769 un servitore a casa Cristani per invitare i Mozart il giorno seguente
a pranzo. Giovan Battista riservò ai Mozart grande ospitalità, invitandoli a soggiornare da lui nei viaggi futuri, come
ricorda Leopold: “Se ci fossimo fermati più a lungo a Rovereto, avremmo dovuto alloggiare presso di lui; se ci capitasse
di venire un'altra volta, dovremmo scendere a casa sua”. “All'allegra tavolata” i Mozart conobbero l'intera famiglia
Cosmi, le tre sorelle, la madre e la fidanzata Costanza Giulia Vannetti che Giovan Battista sposò il 29 dicembre
seguente.
Piazza e chiesa di San Marco
Il disegno di Domenico de Ballarini (Cracovia 1802 – Rovereto 1891), direttore
delle Poste a Rovereto, socio e donatore del Civico Museo (cfr. Pizzamano, in
Le età del Museo, 2004, pp. 240, ripr. 241, 289), che si dilettò nella pittura di
paesaggio e nella ritrattistica, è di grande interesse documentario perché
raffigura il cuore religioso della città della quercia com'era ai tempi del passaggio
di Mozart: la chiesa di san Marco, con la facciata precedente all'attuale, e la
fontana dell'Aurora.
Nella chiesa vi era la cappella musicale composta da musicisti e cantanti, diretta
da don Domenico Pasqui, che era finanziata dal Consiglio civico e fu sciolta per
motivi economici il 18 luglio 1783.
Wolfgang Amadeus Mozart
Il dipinto raffigura un fanciullo con violino tra le mani ed è stato pubblicato nel
2001 come ritratto del giovane Mozart da Marina Botteri (Dal ritratto napoleonico
di corte al ritratto napoleonico. Domenico Zeni, 2001, pp. 98-99), sulla base
delle caratteristiche fisiognomiche e in particolare dell'anello al mignolo della
mano sinistra, con opale e diamanti, donato al musicista non da Maria Teresa
ma dal Principe Fürstemberg (cfr. R. Angermüller, in Mozart, 2006, pp. 103-105),
confrontandolo con il noto ritratto al clavicembalo in collezione privata attribuito
a Giambettino Cignaroli (M. Botteri Ottaviani, in Mozart, 2006, pp. 107-119).
Dopo una prima attribuzione a Giambettino Cignaroli (1706-1770), la studiosa lo
ha assegnato di recente al fratellastro Giandomenico (Verona 1724-1793), in
relazione al secondo soggiorno veronese di Mozart nel 1771 (Ibidem).
Rovereto, Museo Civico
Ala, Palazzo Pizzini
Dopo aver soggiornato a Rovereto, i Mozart giunsero ad Ala, ospiti di Giovanni Battista Pizzini de Puteo (1731-1801) e
di suo fratello Pietro (1745-1828). Anche nei successivi viaggi in Italia sostarono ad Ala nel Palazzo Pizzini: nel 1771
diedero un concerto e al ritorno vi pernottarono; nel 1772 trascorsero insieme ai due fratelli Pizzini “allegramente” il
giorno dell'onomastico di Wolfgang.
Lettera di Leopold Mozart alla moglie
Verona 18 agosto 1771
Avrai giusto ricevuto la mia breve lettera da Bolzano. Adesso ti scriverò più dettagliatamente. Il primo giorno della nostra partenza fu
confusionario a regola d'arte, a Kaltern, nell'intervallo in cui il cocchiere dava del fieno al cavalli, noi mangiammo in piedi un paio di pezzetti di
carne affumicata e bevemmo un buon boccale di Merzen Bier. A Waidring mangiammo una minestra e bevemmo una discreta St.
Johanserbier. A St. Johanne cenammo e il giorno 14 pranzammo alla foresteria di Kundel e pernottammo a Innsbruck. Il giorno 15 a
mezzogiorno arrivammo a Seinach e in serata a Bressanone; il 16 a mezzogiorno eravamo a Bolzano e in nottata raggiungemmo Trento. Il
giorno 17 alle ore 9 del mattino arrivammo a Rovereto pensando di raggiungere in serata Verona e lungo il tragitto fare una sorpresa a
mezzogiorno al sign Piccini ad Ala. Noi saremmo anche arrivati giusti per mezzogiorno se prima non ci fossimo fermati a lungo dal barone
Pizzini a Rovereto, dove ci raggiunse anche il dottor Bridi e così partimmo per le 10,30 e sulla nostra strada trovammo molti imprevisti:
incrociammo la carrozza del signor Lolli, il famoso violinista, e per questo motivo i cocchieri si scambiarono i cavalli ed inoltre lungo il tragitto i
contadini ci procurarono parecchi rallentamenti nelle strade strette. Per questi motivi arrivammo dai signori Piccini ad Ala dopo le ore 13.00
ed io mi decisi già prima di arrivare da lì di fermarmi da loro, siccome non volevo rischiare, con il grande caldo, di giungere a Verona per l'ora
dell'Ave Maria, quando le porte della città si chiudono, siccome potevamo andare a messa ad Ala, senza cambiarci, piuttosto che recarci a
Verona. Ad Ala ci intrattenemmo con della musica o meglio noi intrattenemmo loro, così solo oggi verso le ore 7 partimmo da Ala per Verona:
arrivammo verso le 12,30 dai signori Luggiati dove pranzammo verso le ore 13. Dopo pranzo tutti erano andati a dormire ed io occupai
questo tempo per scribacchiare con una penna d'oca questa lettera, sotto un gran caldo. Avevano convinto pure me ad andare a dormire ma
il mio riposo è durato soltanto mezz'ora. Ora ti devo dire che io nella mia fretta ho dimenticato di portare alcune suonate per pianoforte e per
trio ad un mio buon amico a Milano, che ci ha fatto molti favori. Quando adesso viene il signor Troger a Salisburgo preparale e consegnale a
lui cosicché me le possa portare. Nannerl deve cercare due trii, uno di Joseph Hyden ex F con violino e violoncello ed un ex C Wagenseil NB
con variazioni e quella di Adlagasser ex G la piccola Cassazione di Wolfgang ex C e alcune buone suonate di Ruttini per esempio da E b o dal
D x. Nannerl deve averle per forza, in quanto le suona; queste suonate sono presenti negli spartiti di Ruttini delle suonate di Norimberga.
Presenta i nostri ossequi al signor Troger e pregalo di presentarvi al conte von Firmian a cui porgerete i nostri complimenti, noi siamo molto in
obbligo con lui; non dimenticatevelo. Il più presto possibile vi scriverò da Milano, statemi bene, vi bacio 100.000 volte
Lettera di Leopold Mozart alla moglie
Ala 8 dicembre 1771
Ala, 8 dicembre 1771
[...] Oggi alle 4 pomeridiane siamo arrivati qui felicemente da Verona presso i signori Pizzini dove passeremo la notte, per continuare poi
domani il nostro viaggio. Domani però dovremo fermarci a Trento per fare alcune commissioni che ci hanno dato a Milano. Con tutta
probabilità, quando leggerai queste righe, noi staremo avvicinandoci a Salisburgo dove arriveremo la sera stessa se non prima ancora.
Appena ricevuta questa lettera, apri lo stanzino perché non sia freddo, ma ben temperato. Così Wolfango potrà dormire sempre nello
stanzino e non nella camera interna e tenere aperta la porta perché rimanga sempre temperato. Risponderò a voce a quanto mi domandi
nelle quattro lettere che ho trovate a Verona. La cosa non è senza importanza: ecco quanto per ora ti posso dire.
Statemi bene, baci infiniti da noi
Wolfgang Amadeus Mozart
Il ritratto raffigura Wolfgang Mozart con l'insegna dell'Ordine dello Sperone d'oro
conferitogli da Clemente XIV il 4 luglio 1770, anno in cui dal 10 ottobre entra a far
parte dei magistri compositores dell'Accademia Filarmonica di Bologna, grazie
all'aiuto di Padre Giovanni Battista Martini, il celebre compositore, storiografo e
teorico della musica, punto di riferimento per molti musicisti del tempo. Fu inviato
nel 1777 da Leopold Mozart a Padre Martini, che possedeva una ricca biblioteca e
una quadreria di ritratti di musicisti, pervenute in gran parte al Museo
Internazionale e biblioteca di Bologna.
E' una preziosa testimonianza del proficuo e amichevole rapporto di stima
intercorso tra Leopold, Wolfgang Mozart e Padre Martini, documentato da altri
doni e lettere (cfr. A. Basso, I Mozart in Italia, 2007, pp. 602-605)
Le memorie tra ricordo e celebrazione
Bologna, Museo internazionale e
Biblioteca della Musica
Quando Mozart diede nel 1769 a Rovereto i due concerti, Giuseppe Antonio Bridi aveva solo sei anni, ma grazie allo zio
Antonio Giacomo ebbe in seguito modo di frequentarlo tanto da divenirne amico fraterno. Dopo la precoce scomparsa del
musicista, Bridi gli dedicò molte testimonianze di affetto e di stima, mantenendone e celebrandone la grandezza e il
ricordo.
Un altro celebre roveretano Giacomo Gotifredo Ferrari – che grazie ad una raccomandazione dell'amico Bridi poté
perfezionare la sua inclinazione musicale a Napoli con il celebre Paisiello – nel 1830 pubblicò la propria autobiografia
dedicando a Mozart alcune pagine di elogio e di sincera ammirazione.
Giuseppe Antonio Bridi (Rovereto 1763-1836)
Figlio di Antonio, proprietario di una tintoria a Rovereto, e nipote del dottor Antonio Giacomo, Giuseppe fu battezzato in San
Marco alla presenza di Giulio Pizzini e Rosina Cosmi, suoi padrini. Allievo di Domenico Pasqui, alternò a Vienna, dove si
era trasferito dal 1781, la passione per il canto e per la musica con l'attività di banchiere. Strinse amicizia con il chitarrista
Giuliani, Maurizio Dietrichstein, compositore, sovrintendente al teatro di corte e poi direttore della biblioteca di corte, il
cantante inglese Michael Kelly, e i maggiori musicisti del tempo, Haydn, Paisiello e in particolare Mozart cui dedicò un
perpetuo ricordo marmoreo a Rovereto. Dopo la morte di Mozart, continuò i rapporti con la moglie Costanza fino al 1833, e
con il figlio Carlo facendogli pervenire a Milano diverse musiche e il pianoforte del padre. Con il secondo marito di Costanza
stese la prima biografia del musicista.
Apprezzato frequentatore dell'ambiente musicale viennese, Bridi si esibì nel salotto della signora von Rittersburg, con il
principe Lobkowitz, protettore di Beethoven, mentre nel 1786 partecipò nel palazzo Auersperg alla rappresentazione
dell'Idomeneo KV 366 (libretto scritto nel 1780 dall'abate-poeta trentino Giovanni Battista Varesco) che Mozart ritoccò per
adattarlo alla sua voce. Il conterraneo e amico musicista Ferrari dedicò a Bridi due partiture: una si vede nel dipinto già della
famiglia Sartorelli “grand air avec instruments / compose par / Jacques Godefroy Ferrari / pour son intime ami / Joseph
Antoine Bridi”.
Mecenate dell'arte e della musica, collezionista di stampe raffiguranti ritratti e vedute, nel 1826 Bridi inviò alla Società degli
amici della musica di Vienna le biografie dei compositori roveretani Pasqui e Ferrari.
Dai salotti aristocratici di Vienna, portò ed alimentò a Rovereto il ricordo della grandezza di Mozart creando nel giardino
della sua villa suburbana un luogo della memoria e degli affetti, nel culto dell'Arcadia, tra la varietà di piante, tempietto,
urne, lapidi commemorative dedicate ai suoi genitori e agli amici cari (Mozart e il poeta parmense l'abate Bondi, precettore
a Vienna dei figli dell'Arciduca Ferdinando e bibliotecario di Beatrice d'Este), tra ruderi antichi sparsi, vasi con la statua
dell'Aurora dello scultore Sartori che fin dal 1760 ornava l'antica fontana di Piazza San Marco.
Giuseppe Antonio Bridi
Il ritratto di Giuseppe Bridi fu eseguito da Antoine Putseo, consigliere imperiale e
direttore dell'Accademia di Belle Arti di Vienna. Il Bridi lo collocò tra le “dolci
memorie domestiche, ritratti e epigrafi di cari trapassati” nella chiesa di Maria
“Refugium Peccatorum”, costruita nel Giardino di Rovereto.
Giuseppe Antonio Bridi
Brevi notizie intorno ad alcuni più celebri compositori di musica.
Cenni sullo stato presente del canto italiano. Rovereto, Marchesani 1827
Rovereto, Giardino Bridi, ora De Probizer
Rovereto, viale Trento 42
Da Vienna, tra il 1810 e 1820, dove risiedeva, Bridi acquistò a Rovereto la villa
Lodron, la palazzina Partini e la casa colonica in Cittadella, facendone un
edificio unico, con facciata “tinta a scacchi gialli e rossi, gaiamente armonizzati
tra loro, offriva un ampio ingresso, che metteva subito in una sala signorile,
mentre ai due lati due belle gradinate portavano al primo piano. Il lato ponente
della Villa era aggraziato da una torricella da cui si saliva al belvedere”. La villa,
distrutta nel corso della guerra, era ubicata in un ampio terreno di nove ettari, in
lieve pendio, ricco di vegetazione, anche molto rara, dove Bridi, “meritevole
estimatore e proteggitore degl'ingegni Tirolesi” (B. G. Stoffella Dalla Croce, Il
tempietto dell'Armonia nel giardino suburbano del sig. Bridi, 1827), volle
costruire un tempietto per celebrare la propria passione per il canto, la musica, le
arti e la poesia, e gli amici più cari scomparsi, in primis Mozart, “della cui
confidenza e amicizia non posso che andar superbo per tutta la mia vita” (Bridi,
Brevi notizie intorno ad alcuni..,1927).
Rovereto, collezione privata
Cenotafio di W. A. Mozart
Rovereto, Giardino Bridi
Nell'ampio giardino all'inglese d'ispirazione romantica, con una “[…] varietà de' colti, del bosco, del prato, de' viali coperti e
scoperti, or dirittissimi, or tortuosi, che per li poggi e per la pianura vanno incrocicchiandosi; e gli alberi e l'erbe e i fiori d'ogni
maniera da lontane contrade qui trapiantati; e i casini, e le grotte, e le capanne, e gli ombrosi frascati, e gli erbosi seggi, e i
pietosi monumenti, e le finte rovine, e le capaci stanze degli agrumi, e le vedute amenissime che per tutti i versi lo
circondano […]” (Stoffella, 1827), Bridi volle dedicare all'amico Mozart un monumento sepolcrale composto da una lapide
con iscrizione in tedesco e sovrastante urna neoclassica, posto contro un rudere di grotta con arco, e accanto un'altra
lapide più piccola dove il roveretano fece scolpire i loro due nomi, simbolo di un'amicizia profonda.
Nel 1825 Bridi incaricò Pietro Andreis di costruire un nuovo progetto del Tempietto dell'Armonia, in sostituzione del
precedente, e il pittore rivano Giuseppe Craffonara di eseguire la decorazione ad affresco, secondo un programma che
intendeva celebrare la sua passione per la musica e la sua amicizia con Paisiello, Haydn e in particolare con W.A. Mozart,
sostenuto dall'intento di “allettare i nostri compatrioti a proteggere le belle arti, e gl'ingegni de' Tirolesi che le coltivano”.
Andreis ideò il nuovo tempietto “secondo l'uso degli antichi” adottando l'ordine dorico, modulato dal numero sette, in
sintonia con gli intenti e il programma del committente che scelse anche il soggetto dell'affresco dipinto dal Craffonara
(entrambi danneggiati durante la guerra) raffigurante sulla volta della cupola Apollo che dispensa corone di alloro ai
genietti, destinate ai sette musicisti ritratti negli spicchi.
Nel giardino fu costruita nel 1828 una chiesetta dedicata a Maria “Refugium Peccatorum”, come la villa originaria in stile
neo-gotico, abbellita sulla volta da affreschi del pittore roveretano Domenico Udine, mentre sull'altare fu collocata una
pala eseguita dal Craffonara. All'interno sulle pareti erano conservate “dolci memorie, ritratti e epigrafi” e il suo ritratto
disegnato da A. Putseo (collezione privata). All'esterno dell'abside Bridi fece dipingere un canone da lui composto a tre
voci con testo di Metastasio.
Con testamento olografo 16 luglio 1836, nell'intento di preservare e donare ai suoi compaesani quanto costruì a
memoria di una vita vissuta intensamente nel culto dell'arte e della musica, Bridi dispose: “voglio e ordino che il mio
stabile detto Giardino Bridi o alle Palazzine composto di più pezzi da me acquistati facenti ora un corpo solo tutto unito
sia conservato nello stato in cui si troverà al momento della mia morte comprese le cose in esso giacenti. La
Rappresentanza comunale della città di Rovereto avrà il diritto d'invigilare e promuovere, occorrendo, questa
conservazione...”.
Venere con Cupido e il Tempietto dell'Armonia nel Giardino Bridi
Il disegno fu eseguito dal pittore trentino Giulio de Cesare (cfr. Pizzamano, in Le età del
Museo, 2004, pp. 239, ripr. 240, 261, 268), amico di Fortunato Zeni, nel mese di
dicembre del 1844, anno in cui le proprietà Bridi furono messe all'asta dalla
Congregazione di Carità e acquistate dalla famiglia Masotti.
Rovereto, Museo Civico
Giacomo Gotifredo Ferrari
(Rovereto 1763 - Londra 1842)
Figlio di un commerciante della seta. Fin da giovane manifesta particolare interesse per la
musica che studia con il maestro Pulli e poi presso il convento di Marienberg a Coira. Alla
morte della madre ritorna a Rovereto, ma più che occuparsi dell'attività commerciale è
interessato al teatro e alla musica proposta nel Teatro sociale locale appena inaugurato
(1784). Su suggerimento del canonico di Colonia Venceslao di Lichtenstein, decide di
dedicarsi completamente alla musica e con una lettera di presentazione dell'amico Bridi
giunge a Napoli per frequentare il celebre compositore operistico Giovanni Paisiello, con il
quale stringe una sincera amicizia, e Gaetano Latilla. Inizia poi a viaggiare, frequentando
salotti e teatri, con soggiorni a Parigi fino al trasferimento nel 1792 a Londra, alternando la
frequentazione di teatri e salotti aristocratici all'attività di maestro di canto e di compositore.
Nell'estate del 1799 ritorna in patria e compera le rovine del castello di Lizzana. Rientrato a
Londra fu nominato insegnante alla Scuola musicale e ammesso come maestro di canto alla
corte di S.A.R. la Principessa di Galles, e compose Rinaldo d'Asti. Si sposò con Vittoria
Henry, la celebre pianista e maestra presso la corte londinese.
Nella sua autobiografia Ferrari – scritta nel 1830 e dedicata a Sua Maestà Giorgio III, re della
Gran Bretagna – definì Mozart “il compositore più eminente che mai sia comparso”.
Aneddoti dedicati e interessanti occorsi nella vita di Giacomo Gotifredo Ferrari, Seguin, Londra 1830
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Unione Commercio Turismo
e Attività di Sevizio
Sezione Autonoma Di Rovereto
PASSAMANI
s.n.c.
FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO
DI TERNTO E ROVERETO
di PASSAMANI ROBERTO & C.
MARMI E GRANITI
STIFTUNG
SALZBURG
Regione
Trentino Alto Adige
Provincia Autonoma di
Trento
Comprensorio della
Vallagarina
Internationale Stiftung
Mozarteum Salzsburg
Comune di
Rovereto
Comune di
Isera
Comune di
Villa Lagarina
Comune di
Nogaredo
Si ringraziano gli enti, le istituzioni museali e tutti i collezionisti
privati, per la gentile autorizzazione a riprodurre le opere
Ala, Biblioteca Civica
Ala, Comune
Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca Della Musica
Rovereto, Accademia degli Agiati
Rovereto, Biblioteca Civica e Archivi Storici di Rovereto
Rovereto, Museo Civico
Salisburgo, Internationale Stiftung Mozarteum
Trento, Castello del Buonconsiglio Monumenti e collezioni provinciali
Bin Ebisawa
Famiglia Lodron
Famiglia De Probizer
Famiglia Todeschi
Si ringrazia per la gentile collaborazione
Ezio Chini
Gabriele Bartoletti
Claudia Beretta
Marina Botteri
Franco Finotti
Franco Marzatico
Evgeni Vasilev
Gabriele Weber
Riproduzioni fotografiche su tela ed allestimento mostra
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Wolfgang
Amadeus
Mozart:
personaggi
luoghi e
memorie in
Trentino
mostra
iconografica
a cura di Paola Pizzamano
Rovereto
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via Mercerie, 14
dal 15 settembre
a Natale 2007
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