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OMCeO Monza-Brianza
NEUROSCIENZE E COSCIENZA
giovedì 10 novembre 2016 Ore 19.00 – 23.30
le basi neurobiologiche
della coscienza e dell'immaginazione
riccardo fesce
centro di ricerca in neuroscienze
università dell’insubria - varese
s.i.s.p.i.
scuola di specializzazione in psicoterapia
con la proceudra immaginativa
coscienza
aspetti problematici
1) coscienza = principio soggettivo
→ impossibilità di invadere sperimentalmente la soggettività
→ fenomenologia e introspezione
→ individuazione dei vari aspetti, dei processi e dei meccanismi
2) terminologia
→ tutti hanno più o meno chiaro che cosa si intenda per coscienza
→ ma la coscienza si sviluppa lungo diversi “assi”, per i quali non
abbiamo neppure parole del tutto appropriate e specifiche
3) molteplicità
→ aspetti cognitivi e affettivi
→ riflessi filosofici: identità, soggettività e “qualia”
→ riflessi etici e giuridici: libero arbitrio, responsabilità
→ riflessi deontologici: presenza/assenza di coscienza, coma ...
coscienza …
termine molteplice
non chiaro dove cercarne base neuronale: troppi aspetti/funzioni diverse
aspetti “quantitativi” (in parte misurabili)
– intensità dell'attività cerebrale
– lucidità (dalla veglia attenta al coma profondo)
aspetti “qualitativi”
– percezione indefinita, olistica, intuitiva, implicita (di sé)
– percezione precisa, analitica, esplicita
contenuto
– presenza qui/ora, reattività contro meditazione, estasi mistica
– capacità cognitive (ritardo mentale, memoria, demenza,
confusione mentale)
coerenza e funzionamento
– esame di realtà
“dissociazione”
– coerenza cognitiva → disturbi del pensiero
– coerenza tra sfere emotiva e cognitiva → schizofrenia
gli “assi” della coscienza
1) “presenza”: attenzione, reattività agli stimoli
allerta → veglia vigile → fantasticheria → dormiveglia → sonno
→ meditazione profonda (aspetto legato a oggetto di coscienza)
2) intensità / lucidità dell'attività mentale,
attiva concentrazione → rilassamento mentale → obnubilamento →
→ confusione mentale → “perdita della coscienza” → coma (EEG)
3) accessibilità di attività e contenuti mentali
(aspetti psicodinamici “topici”)
4) attenzione selettiva come meccanismo di accesso alla coscienza
5) consapevolezza implicita / esplicita: inquadramento cognitivo e
possibilità di esplicitazione verbale dei contenuti psichici
→ ruolo di capacità simbolica, pensiero astratto, linguaggio
→ spesso forme “alte” di coscienza hanno connotazione di
indefinitezza, evanescenza e trascendenza
6) coscienza di sé e identità, “percezione di esserci”
→ percezione della proprietà del proprio corpo
delle proprie sensazioni, esperienze, emozioni
→ percezione di essere agente dei propri pensieri e atti
7) giudizio di realtà, distinzione interno/esterno
che cos'è la coscienza?
la capacità di costruire una rappresentazione interna della realtà… ?
(anche un computer può farlo...) … e di sé…?
la capacità di costruire una immagine interna coerente della realtà
esterna e di sé...?
perché ci è più facile attribuire la coscienza a una rana che non ad un
supercomputer o un robot?
forse ciò che per noi è implicito ma fondamentale nell'idea stessa di
coscienza è la prospettiva soggettiva:
– un vissuto emotivo e cognitivo personale
– una identità come sguardo soggettivo su sé e la realtà.
c'è, nella modalità di funzionamento dei neuroni e del SNC
qualche caratteristica che dà origine a questa differenza
che percepiamo in modo impreciso, difficile da esprimere a parole?
obiettivo:
individuare la modalità specifica con cui in neuroni
(e i circuiti neuronali nel cervello) elaborano le informazioni
individuare se e come questa modalità possa giustificare:
– le caratteristiche fondamentali del comportamento umano
(spontaneo e razionale)
– le caratteristiche fondamentali del comportamento cognitivo
(spontaneo, immaginativo, razionale)
– le caratteristiche strutturali e funzionali comuni ai linguaggi umani
(Noam Chomsky)
– le caratteristiche fondamentali dell'approccio relazionale
(“relazioni d'oggetto” in psicodinamica)
suggerire possibili relazioni tra queste modalità e funzioni e ciò che
chiamiamo “coscienza”.
OVVERO....
il cervello è solo un freddo sistema computazionale
che una “entità esterna metafisica” utilizza
per registrare la realtà esterna ed essere aiutata
a elaborare logicamente e reagire adeguatamente?
oppure esiste una modalità generale di funzionamento dei circuiti
neurali, che richiami le proprietà principali
– dell'attenzione selettiva
– della vita emotiva e delle “relazioni d'oggetto”
– del controllo del comportamento
– della struttura dei linguaggi naturali
– dei processi di elaborazione cognitiva
– del flusso del pensiero
– dell'attività immaginativa
… e possa quindi starne alla base?
come funzionano i circuiti nervosi?
ogni neurone è come una piccolissima batteria
(poco meno di 0,1 V differenza di potenziale,
cioè 1/15 di una pila AA)
che genera un continuo segnale elettrico,
fatto di impulsi a cadenza variabile.
il ritmo della sua attività dipende dalla integrazione
di tutti i segnali (fino a diverse migliaia)
che in ogni istante gli arrivano da altri neuroni
(un neurone non è acceso o spento
piuttosto,
in ogni momento suona una sua melodia)
che informazioni ci danno i nostri organi di senso?
e che cosa ne percepiamo? “pattern”, oggetti, relazioni?
nessun dato sensoriale viene “riprodotto” nel cervello.
non c'è, come ingenuamente si può pensare,
un'immagine di ciò che vediamo,
proiettata sul fondo della testa,
così che un osservatore interno
comodamente seduto
nel cervello
possa esaminarla...
qual è il vantaggio?
invarianza
riconoscimento
– perché non riconosco “dati elementari”
– ma relazioni,
– schemi di relazioni
relazioni e schemi che vengono tradotti
nelle “musiche” che in ogni momento
neuroni e circuiti nervosi “suonano”
e ogni “musica” neuronale può “riprodurre” le relazioni
che abbiamo riconosciuto nell'esperienza sensoriale
ad essere “riconosciuti”
sono “pattern”,
schemi di relazioni
molteplicità
relazioni spaziali
cardinalità
ordinalità
ordine
periodicità
relazioni geometriche
matematica
idea di SPAZIO
mille circuiti neuronali semplici predisposti
per rilevare specifiche relazioni
→ l'attività di ognuno di essi
“propone” il riconoscimento di una relazione
→ NOTA: c'è aspetto attivo – si tratta di una risonanza
tra informazione in arrivo e immaginazione
circuiti neuronali più “elevati” rilevano
schemi di relazioni
→ l'attività di ognuno di essi
“propone” il riconoscimento di uno schema
e via così fino a tutte le possibili letture
dei dati sensoriali
l'elaborazione (interpretazione) dei dati sensoriali
dati sensoriali → relazioni
neuroni e circuiti neuronali riconoscono relazioni e configurazioni di
relazioni, non oggetti
– il riconoscimento è processo attivo di confronto
con schemi interiori (immaginazione)
l'interpretazione dell'esperito nasce dal riconoscimento di “risonanza”
delle costellazioni e configurazioni complesse di relazioni
presenti nell'esperienza sensoriale con riproposizioni immaginative
di vissuti che sono stati associati a un valore / significato
è una interpretazione intrinsecamente “generica”, astratta
– intrinsecamente “concettuale”:
rappresentazione di un oggetto astratto,
non della istanza specifica che viene percepita
neurologia
i circuiti neurali non rilevano “dati”
i circuiti neuronali “riconoscono” relazioni
filosofia :
concetto
insieme (schema) di relazioni
(interne e con il contesto)
↔
oggetto
attualizzazione specifica
di uno schema di relazioni
i due emisferi
l'insieme delle relazioni spaziali e temporali permette una
rappresentazione “pittorica” (diretta, olistica, intuitiva) dell'oggetto o
dell'evento (emisfero destro)
l'insieme delle relazioni geometriche e strutturali permette
una rappresentazione “astratta”
(formale, descrittiva, logico-analitica)
dell'oggetto o dell'evento (emisfero sinistro)
in ogni caso la rappresentazione è “ricostruzione attiva”
– è costruzione endogena di una “impressione”
o di una struttura (insieme di relazioni) geometrico-logica
che permette di “appropriarsi” del dato sensoriale
e attribuirvi un senso ….
…. è “attività immaginativa
accanto a tutto ciò :
rilevanza affettiva
– il riconoscimento (tentativo) di ogni schema
è associato a una possibile colorazione emotiva
contestualizzazione
– riconoscimento, attribuzione di significato
e rilevanza vitale → influenzati da contesto
(ruolo dell'ippocampo)
plasticità
– i circuiti si modificano in funzione dell'attività
apprendimento
– si “impara” a riconoscere sempre nuovi schemi
e ad ognuno di essi viene associata una possibile
rilevanza / colorazione affettiva
in tutto questo riconosciamo :
la capacità endogena di attivare pattern di attività neuronali
– musiche e concerti di neuroni che riproducono esperienze
– attività immaginativa in senso lato
la dimensione “astratta”, concettuale
della traduzione interna della esperienza,
come incontro tra sensorialità e immaginazione
il substrato per una rappresentazione simbolica
e contestualizzata della realtà, e di sé nella realtà
(la elaborazione relazionale del dato esperienziale
– sensoriale o endogeno – trascende il singolo dato reale
nel contesto complessivo dell'immaginario)
la inevitabile attribuzione di valenza vitale, emotiva, affettiva
ad ogni esperienza – sensoriale, interna, immaginativa
ma dove nasce la inevitabile lettura di ogni musica neuronale
in termini di relazione soggettiva con essa?
comportamento
il riconoscimento di oggetti e l'individuazione della loro
localizzazione (rispetto a testa, occhi, mani) si accompagna alla
proposta di interazioni motorie
(relazioni comportamentali)
regioni premotorie: attivazione di circuiti
– che programmano movimenti (neuroni canonici)
– che programmano azioni (neuroni specchio)
comportamento
tra i mille programmi motori attivati dai mille stimoli esterni,
la selezione è sulla base
– della rilevanza emotiva/vitale (bottom-up)
– della attinenza al comportamento in atto (top-down)
la selezione non è cognitiva, è guidata dai nuclei della base,
che apprendono sulla base della esperienza
il “risultato” (successo, gratificazione risultante)
delle relazioni comportamentali sperimentate (euristiche)
comportamento “spontaneo”
(“pilota automatico”)
riconoscimento di pattern:
“risonanza” tra attività prodotta dall'input sensoriale
e attività corrispondente a una rappresentazione interna
(aree sensoriali)
ATTRIBUZIONE DI SIGNIFICATO
(aree associative)
(corteccia temporale)
RICONOSCIMENTO DI
OGGETTI
io
(corteccia parietale)
RICONOSCIMENTO DI
RELAZIONI SPAZIALI
(corteccia parietale)
oggetto
altro
oggetto
PROPOSTA DI RELAZIONE
COMPORTAMENTALE
movimento
(corteccia frontale
premotoria)
“neuroni canonici”
azione
SCHEMA (motorio)
COMPORTAMENTALE
azione
(corteccia frontale premotoria)
“neuroni specchio”
programma
motorio
localizzazione
e “mappatura”
esecuzione
immaginazione
prefigurazione
stimoli
oggetti
azioni altrui
immaginazione
proposta di
programmi
motori
input
sensoriali
motorie
comportamento
a fronte di novità, difficoltà, errore, insuccesso,
si genera una reazione di allerta:
– attivazione di aree di elaborazione emotiva
(“limbiche”, corteccia cingolata anteriore)
– attivazione di regioni prefrontali di controllo logico
razionale consapevole
il sistema della “memoria di lavoro” (attività razionale cosciente)
elabora strategie comportamentali alternative
!! questo vale non solo per il comportamento motorio
ma anche per il comportamento cognitivo
(flusso del pensiero, immaginazione)
in sintesi
il cervello non lavora su “dati” ma su relazioni
esistenza, classificazione, interpretazione di un oggetto
nascono dall'esame di relazioni tra i suoi elementi,
con la realtà circostante (contesto) e con il proprio corpo
all'oggetto, percepito in relazione con altri oggetti
e il proprio corpo, viene attribuita valenza emotiva e vitale
sulla base delle possibili relazioni con esso
valenza emotiva viene ugualmente compresa e attribuita
nell'esame delle relazioni di altri soggetti con l'oggetto
(ruolo dei neuroni specchio)
e nella prefigurazione immaginativa di relazioni
la valenza emotiva delle possibili relazioni con gli stimoli
e oggetti (qui e ora) guida un comportamento “spontaneo”
(di cui si può avere consapevolezza): comportamento “reattivo”
… e costituisce un meccanismo di selezione – “bottom-up” –
nella focalizzazione dell'attenzione cosciente
(essenzialmente l'attività del sistema “memoria di lavoro”)
associata
istintivamente
o appresa
riflessi
comportamenti istintivi
valenza
emotivoaffettiva
SNpc
associata
euristicamente
(esperienza)
stimolo
risposta
risultato
scopo
azione
risultato
comportamenti appresi
VTA → n.acc.
valutazione
conciliazione
inibizione
scelta
cambiamento
inatteso
incoerenza
conflitto
difficoltà
valenza
emotivoaffettiva
OGGETTO
striato
controllo
esecutivo
RELAZIONE
CPF
SMA
psicodinamica
dal lavoro di Melanie Klein nella teoria psicodinamica
è divenuto centrale il concetto di “oggetto parziale”
(il seno materno, il viso e il sorriso…) cui viene attribuito
valore affettivo e gratificazionale
l'oggetto parziale può essere quindi “buono” o “cattivo”
compito del cervello (della psiche) nel suo sviluppo è riuscire a
integrare gli oggetti parziali in oggetti integri
l'oggetto parziale è buono o cattivo in funzione della relazione
che si instaura (gratificante o frustrante)
la valenza emotiva e vitale dipende dalla relazione
e viene “trasferita” sull'oggetto (parziale)
l'integrazione dell'oggetto è in processo faticoso, che richiede la
corretta ri-attribuzione delle diverse valenze emotive alle
diverse relazioni con uno stesso oggetto
valenza
emotivoaffettiva
+
RELAZIONE
OGGETTO
RELAZIONE
valenza
emotivoaffettiva
–
interferenza con
comportamento
“spontaneo”
valenza
emotivoaffettiva
+
RELAZIONE
valenza
emotivoaffettiva
interferenza con
comportamento
guidato da
giudizio di realtà
–
?
OG
GE TTO
OGGETTO
DISSOCIAZIONE
cognitivoemotiva
linguaggio
il lavoro di Noam Chomsky sui linguaggi naturali indica
che vi sono caratteristiche formali e strutturali invarianti
tra i pur diversissimi linguaggi naturali
un funzionamento cerebrale basato su elaborazione delle relazioni
richiede che la struttura cognitiva sia basata sulla possibilità di
rappresentare:
1 – la relazione
2 – oggetti/entità come costellazioni di relazioni
3 – caratterizzazione degli oggetti come termini (attivi o passivi)
di relazioni (spazio-temporali, causali)
4 – valenza emotiva, affettiva, vitale
richiede pertanto un sistema simbolico che possieda:
(A) termini verbali (1), (B) termini nominali (2),
(C) termini qualitativi e intensivi – attributi (4) –
(D) termini (avverbiali) in grado di modificare (1), (3) e (4)
e in più:
struttura (sintattico-grammaticale) che definisca la direzione delle
relazioni (3) e in generale le relazioni tra le rappresentazioni simboliche
linguaggio
dovranno esservi regole precise per strutturare la frase (sintassi) in
modo da chiarire la direzione della relazione
e la corretta attribuzione (attributo → sostantivo)
dovrà esserci variabilità morfologica dei termini
(prefissi, desinenze) per permettere di chiarire
il loro ruolo nella frase (contestualizzazione)
dovranno esservi regole che controllano la coerenza delle
modificazioni morfologiche dei vari termini (grammatica), e tali
regole non potranno essere arbitrarie ma dovranno (per coerenza)
rientrare in un numero finito di modelli grammaticali
dovrà esserci la disponibilità di più termini per indicare oggetti
rilevanti in modo da sottolinearne di volta in volta
una o l'altra valenza emotiva / vitale (e diversa contestualizzazione)
obiettivo:
individuare la modalità specifica con cui in neuroni
(e i circuiti neuronali nel cervello) elaborano le informazioni
individuare se e come questa modalità possa giustificare:
– le caratteristiche fondamentali del comportamento
umano (spontaneo e razionale)
– le caratteristiche fondamentali del comportamento
cognitivo (spontaneo, immaginativo, razionale)
– le caratteristiche strutturali e funzionali comuni
ai linguaggi umani (Noam Chomsky)
– le caratteristiche fondamentali dell'approccio relazionale
(“relazioni d'oggetto” in psicodinamica)
suggerire possibili relazioni tra queste modalità e funzioni e ciò
che chiamiamo “coscienza”.
modalità specifica con cui circuiti neuronali nel cervello elaborano
le informazioni:
– riconoscimento, apprendimento, analisi di relazioni
– ricerca di coerenza e di corrispondenza con una
immagine interna (aspetto attivo, creativo, soggettivo)
inevitabile colorazione emotivo / affettiva a fronte
di ogni proposta di riconoscimento / interpretazione
(colorazione soggettiva e personale)
contestualizzazione per una rielaborazione integrata e coerente
dell'insieme delle informazioni sensoriali e delle loro valenze
emotive (singolarmente e nelle loro relazioni reciproche) → ai
sistemi di analisi cognitiva appare “l'insieme contestualizzato”,
non i dati originali …
appare cioè un “vissuto”, non solo un “esperito”
obiettivo:
suggerire possibili relazioni tra queste modalità e funzioni e ciò
che chiamiamo “coscienza”
una relazione chiave consiste nel fatto che i sistemi
– di elaborazione affettiva (stato d'animo) e
– di elaborazione cognitiva (pensiero)
lavorano non su dati ricevuti passivamente ma su una
“contestualizzazione soggettiva”
una relazione chiave consiste nel fatto che l'informazione
in arrivo viene confrontata con produzioni endogene
(creative, immaginative) per essere valutata e interpretata
obiettivo:
suggerire possibili relazioni tra queste modalità e funzioni e ciò
che chiamiamo “coscienza”
una relazione chiave consiste nel fatto che riconoscimento e
interpretazione sono basati su aspetti pittorico-olistici
e su insiemi di relazioni geometrico-strutturali-logiche
– ovvero su generalizzazioni concettuali
– ovvero in termini concettuali
una relazione chiave consiste nel fatto che oggetti
e eventi esterni reali (o immaginati) sono esaminati
e interpretati in termini di possibile relazione (motoria o cognitiva)
con essi e di colorazione affettiva di tale relazione …
(ovvero in termini soggettivi)
coscienza “primaria” e “estesa”
l'animale che ha un cervello dovrebbe avere simili capacità
ovviamente la chiarezza, complessità e coerenza dell'immagine di sé e
della realtà dovrà essere ridotta
ma, specialmente in animali evoluti, chiaramente deve esserci una
forma di coscienza in termini di:
– percezione del proprio corpo, della posizione
– percezione di dolore e emozioni
– percezione di una “proprietà” delle proprie azioni
una forma di coscienza (più o meno sommaria)
di essere qui ed ora, provare sensazioni, emozioni, agire
(“coscienza primaria”)
coscienza “primaria” e “estesa”
che c'è in più nell'essere umano?
la gestione organica del tempo: riordinare gli eventi in sequenze
temporali e causali, su diverse scale temporali
la capacità di manipolare il tempo come fosse uno spazio, nel quale ci si
può muovere avanti e indietro
la capacità di prefigurare grazie a questo strategie complesse
su diverse scale temporali
la cognizione della persistenza degli oggetti (>18-24 mesi),
e la cognizione della realtà e di sé non solo qui e ora, ma ….
la cognizione della realtà come un qualcosa che evolve nel tempo,
con relazioni causali anche su tempi molto lunghi
la cognizione di sé come essere unitario e persistente nel tempo
(diacronico), come soggetto di una storia
in altre parole la capacità di narrare una storia su di sé
e sulla realtà (“coscienza estesa”)
ma se una macchina-cervello anziché registrare dati
individua relazioni e schemi di relazioni
ne estrae un quadro interpretativo coerente e logico
vi associa una valenza emotiva e operativa
e simulando, prefigurando, immaginando ne deduce strategie,
progetti, desideri …
in altre parole:
se la macchina cervello sa trasformare la percezione della realtà
in una narrazione fatta di relazioni logiche, affettive, operative
…
questo costituisce una elaborazione soggettiva
del vissuto esperienziale
di fronte a questa capacità di narrare soggettivamente una storia,
occorre davvero qualcuno/qualcosa che la legga?
coscienza come ricerca di coerenza
– incoerenza → dissociazione
– esame di realtà
elaborazione sensoriale
estrazione di pattern
“riconoscimento”
interpretazione
programmazione motoria
coordinazione
feedback - monitoraggio
COSCIENZA
coerenza “sincronica”
elaborazione emotiva
“AGENZIA”
PERCEZIONE IMMEDIATA
IMMANENTE DI SE'
(coscienza “primaria”)
ESAME DI REALTA'
coerenza “diacronica”
coerenza tra
attesa e osservazione
“consequenzialità”
PENSIERO
logico-verbale
e/o immaginativo
estensione narrativa del sé
(coscienza “estesa”)
L'Immaginario
l'elaborazione dell'informazione sensoriale consiste
nel “riconoscimento” di pattern
cui attribuire un significato,
in modo da interpretare, dare senso
(trasformare l'informazione in conoscenza)
s.i.s.p.i.
ma per “riconoscere”
bisogna “CONOSCERE”
avere già incontrato
la elaborazione dell'esperienza, parallela,
porta ad apprendere
riconoscere: avere già incontrato e “imparato”
riconoscere: elaborazione dell'esperienza
basata su ciò che si è appreso in precedenza
e che deve essere riproposto attivamente
alternanza tra due percezioni / interpretazioni
alternanza... ma perché?
diverse proposte di interpretazione
“da dentro” (attività endogena)
una elaborazione dell'esperienza basata
su proposte endogene di interpretazione
attive,
creative
i neuroni generano “risposte” elettriche
ma che cosa produce la prima “risposta” ?
stimoli sensoriali...
e se no, si spegne tutto ?
il sonno, i sogni, il gioco!
i neuroni non possono starsene
distesi al sole a riposare...
la percezione è un incontro:
esperienze, risonanze
riconoscimento
i circuiti leggono a modo loro,
imparano e provano a riproporre,
e se “risuonano”, riconoscono
ritrovo nella realtà l'immagine mentale
ma tutto ciò avviene
anche senza input
ricordi immagini idee
che pullulano nei vari circuiti cerebrali
e in ogni momento molte possibili
vie da percorrere
l'instancabile attività dei neuroni
con o senza input sensoriale
non smettono di inseguire
ogni possibile richiamo
ecco l'immaginario,
questo gioco dei neuroni
che provano a raccontarsi la vita
creatività
che c'è di creativo in senso stretto?
è ricombinazione, rilettura
che crea nuove intuizioni
non occorre che i neuroni
inventino schemi inauditi di scarica
per leggere la realtà
in modi nuovi e imprevisti
l'immaginario
un continuo ridisegnare
letture e ricordi
risonanze, richiami
combinazioni originali, incerte,
ambigue, molteplici e indefinite,
a precisare, esplicitare
s.i.s.p.i.
ma noi chi siamo?
ciò che la coscienza legge esplicitando,
oppure i mille significati e richiami
che pullulano nell'immaginario?
se il pensiero non è finalizzato,
obbligato alla realtà, all'azione,
il controllo consapevole si rilascia
e la creatività dell'immaginario
mostra ciò che si agita sotto la superficie
senza che neppure lo sappiamo
s.i.s.p.i.
chi siamo? ... e chi possiamo essere?
una qualunque delle mille interpretazioni possibili
di ciò che si agita là sotto
forse domani diversa da oggi
forse domani capace di affrontare ciò
a cui oggi non sappiamo far fronte
e così, dalla creatività dell'immaginario
la capacità di giocare e l'ironia
la resilienza
saper costruire progetti sempre nuovi
tener viva la splendida capacità,
del bambino che è in noi,
di reinventarsi ogni giorno
s.i.s.p.i.
OGGETTI
riconoscimento
collocazione
(aree sensoriali)
(regioni parietali)
RELAZIONE possibile
parietale
insula
coloraz. emotiva
affettiva motivazionale
VTA
S.Nera
Attivazione SCHEMA
COMPORTAMENTALE
(schema AZIONE)
premotorie
(“mirror”)
+
Attuazione
comportamento
elaborazione emotiva
(limbico)
prefigurazione
motivazione (prefrontale)
scelta / inizio
facilitazione/inibizione
inizio
nuclei
conciliazione
della
coordinamento
base
fluidità
“switching”
motorie
novità
incoerenza
difficoltà
conflitto
INTERVENTO COGNITIVO
INTENZIONALE su
facilitazione/inibizione
inizio
“switching”
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