OMOSESSUALITA`

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OMOSESSUALITA’
L’omosessualità umana è stata accettata o rifiutata a seconda del particolare momento storico o della cultura
dominante. Nel mondo occidentale e mediorientale, l’etica, fortemente influenzata dalle tre grandi religioni
monoteiste, tende a rifiutarla come un peccato “contro natura”. La definizione contro natura fa pensare ad un
comportamento tipico della nostra specie e non condiviso dal resto del regno animale.
Lo scopo di questo articolo quindi, è capire se l’omosessualità sia una prerogativa degli esseri umani e, soprattutto, se
sia, in qualche modo, contraria alle leggi che governano la biologia, come l’evoluzione, e quindi possa esistere un
valido motivo per considerarla “contro natura”.
Cosa intendiamo per omosessualità? Atti sessuali o preferenze tra animali dello stesso sesso oppure azioni, come
allevare la prole, fra due individui dello stesso sesso non imparentati.
Sono stati osservati comportamenti riconducibili a quanto detto in precedenza almeno in 1500 specie di animali sia tra
i vertebrati sia tra gli invertebrati come le libellule o le cimici.
Molte specie di pesci, come i pagliaccio o i guppy, cambiano sesso raggiunta una certa età senza bisogno del chirurgo
plastico: il tipo di gameti prodotti, infatti, è controllato unicamente dagli ormoni.
Anche nei rettili osserviamo comportamenti particolari: almeno quindici specie di lucertole americane del genere
Aspidoscelis sono completamente partenogenetiche (ossia i piccoli si sviluppano da uova non fecondate) e non sono
mai stati trovati individui maschi. Nonostante tutto, queste lucertole non si negano i piaceri dei rapporti sessuali: gli
individui che hanno già deposto le uova, probabilmente a causa dell’aumentato livello di progesterone, sì comportano
da maschi e si avvicinano alle altre femmine. L’atto riproduttivo, sebbene inutile dal punto di vista dello scambio
genetico, è molto importante perché aumenta il livello degli ormoni in circolo e stimola l’ovulazione delle lucertole
che non avevano ancora deposto le uova. Infatti le femmine tenute in isolamento depongono un numero di uova
decisamente minore.
Nelle Hawaii vivono colonie di albatros di Laysan; circa un terzo di loro è formato da coppie di femmine che vivono
insieme per tutta la vita. Ciascuna femmina della coppia depone un uovo fecondato nel nido (segno che entrambe si
accoppiano anche con i maschi) ma decidono di covarne uno solo. esattamente come accade, nelle coppie maschio–
femmina. Anche in assenza di veri rapporti sessuali, possiamo parlare di coppie dal momento che le due femmine si
coccolano e si corteggiano come due coppie eterosessuali. Probabilmente questi uccelli formano coppie composte
solo da femmine perché nelle colonie osservate la percentuale di maschi è molto bassa, circa del 41%, e anche coppie
dello stesso sesso possono garantire maggiori cure parentali.
Anche i gabbiani formano spesso coppie di femmine sempre per lo stesso motivo: i maschi scarseggiano.
I cigni neri australiani formano coppie omosessuali ma questa volta di maschi. Per riprodursi formano un triangolo con
una femmina e, dopo che uno dei due si è accoppiato e la femmina ha deposto le uova, viene cacciata dal nido.
L’esploratore George Levick, uno dei pochi sopravvissuti alla spedizione che cercò di arrivare, senza riuscirci, al polo
sud nel 1912 e rimasto intrappolato per un’intera estate artica in quelle regioni, osservò nei maschi dei pinguini di
Adelia comportamenti omosessuali forse legati ad un bassa soglia di eccitabilità. Annotò tutto in greco ritenendo
(primo pregiudizio documentato) questi atti molto gravi. Quando tornò in patria scrisse la “Storia naturale dei pinguini
di Adelia” ma si guardò bene dal pubblicare i comportamenti omosessuali dei pinguini. Solo nel 2012 i suoi scritti
furono ritrovati e pubblicati dal curatore del museo di Storia Naturale di Londra.
Tra i mammiferi sono stati osservati comportamenti omosessuali utili a rinsaldare i legami sociali come nei bonobo o
nei delfini oppure, come per i leoni, dovuti ad una bassa soglia di eccitabilità.
Coppie di delfini dello stesso sesso hanno rapporti sessuali tra di loro (ma anche con le femmine) e possono rimanere
insieme anche per tutta la vita. Il sesso tra delfini maschi non è, evidentemente, finalizzato alla procreazione e
probabilmente serve a consolidare i rapporti sociali nella coppia.
Tra gli erbivori uno studio abbastanza accurato ha dimostrato che almeno il 10% degli arieti si rifiuta di accoppiarsi con
le femmine e un altro 20% si accoppia con entrambi i sessi.
Anche nell’homo sapiens esistono comportamenti omosessuali. Le cause dell’omosessualità sono neurologiche,
ormonali, genetiche o è solo libero arbitrio? Possono esistere vantaggi evolutivi nell’avere rapporti non fertili?
L’omosessualità è veramente contro natura? Cosa pensano gli scienziati?
Quali sono le cause dell’omosessualità? Alcune motivazioni come il libero arbitrio o il contesto sociale sembrano
effettivamente molto deboli in quanto la spinta alla riproduzione è molto ben radicata nei nostri geni per andarle
contro senza cause genetiche o fisiologiche. Al contrario è vero che se l’omosessualità fosse determinata solo da
fattori genetici, questi dovrebbero essere eliminati dalla selezione naturale.
Studi recenti di carattere neurologico si sono concentrati sullo sviluppo di particolari regioni dell’ipotalamo che
producono enzimi che possono influenzare i livelli di testosterone e quindi la preferenza sessuale, altri di carattere
genetico su una particolare regione del cromosoma X, altri ancora hanno studiato i fattori epigenetici, sostanze che
possono influenzare non direttamente i geni ma le loro modalità di espressione.
Anche il significato evolutivo dell’omosessualità è molto controverso. Potrebbe essere un collante sociale, come nei
bonobo o nei delfini o una semplice pratica come nei pinguini o nei leoni dovuta ad una bassa soglia di eccitabilità
utile in quanto permette di avere più possibilità di riprodursi appena si trova un partner dell’altro sesso.
Qualunque sia la causa che comunque non possiamo definirla contro natura in quanto praticata da molti altri animali,
l’accettazione senza moralismi o senza pregiudizi della sessualità altrui, umano, delfino, pinguino o gabbiano che sia,
sarebbe sicuramente il segnale che il mondo che ci circonda non è poi così spaventoso.
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