Nintedanib, il farmaco che aiuta a sconfiggere il cancro alle

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Nintedanib, il farmaco che
aiuta a sconfiggere il
cancro alle ovaie
Da uno studio pubblicato su The Lancet Oncology è
risultato che il farmaco Nintedanib sembra efficace per
il trattamento del tumore ovarico avanzato in
combinazione con la normale chemioterapia di prima
linea.
La terapia ha consentito di migliorare la
sopravvivenza senza effetti indesiderati particolarmente
gravi.
Andreas du Bois dell’Oslo University Hospital,
coordinatore dello studio, spiega: «Nintedanib è un
triplo inibitore orale con effetto anti-angiogenetico
delle angiochinasi presenti nei recettori per il fattore
di crescita dell’endotelio vascolare (Vegfr), in quelli
per il fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR) e per
i fattori di crescita derivati dalle piastrine (Pdgfr)».
Segue in basso
Al trial randomizzato e controllato Ago-Ovar 12 hanno
preso parte 9 centri di 22 paesi diversi. Il campione
era rappresentato da 1.366 donne mai trattate prima con
la chemioterapia e sottoposte a intervento chirurgico.
Le donne sono state assegnate a un trattamento con 6
cicli di carboplatino più paclitaxel a cui è stato
aggiunto Nintedanib 200 mg oppure a placebo due volte al
giorno nei giorni 2-21 di un ciclo di 3 settimane, per
un massimo di 120 settimane.
«Dai risultati emerge una sopravvivenza libera da
progressione mediana di circa due settimane più lunga
con Nintedanib, ossia di 17,2 mesi nel gruppo trattato
con l’anti-angiogenetico contro i 16,6 mesi del gruppo
placebo», scrivono gli autori.
I benefici maggiori sono stati a vantaggio delle donne
con basso carico tumorale post-operatorio. La
sopravvivenza in questo caso si è attestata a 27,1 mesi
con Nintedanib contro i 20,8 mesi del placebo.
Il farmaco ha causato lievi disturbi gastrointestinali,
in particolare diarrea, oltre ad alcuni eventi avversi
di tipo ematologico come la neutropenia, l’anemia e la
trombocitopenia. Tre donne nel gruppo Nintedanib hanno
perso la vita a causa di effetti collaterali legati al
farmaco contro un solo decesso nel gruppo di controllo.
«Anche se l’anti-angiogenetico è per ora registrato solo
per l’uso nel tumore polmonare, questi risultati
indicano che l’angiogenesi è un bersaglio valido anche
nel cancro ovarico», conclude du Bois.
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