intervista a margherita hack - Società astronomica ticinese

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MERIDIANA
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Figura di copertina : la grande nebulosa spirale di Andromeda fotografata da
Gerhard Klaus (Grenchen) al telescopio Schmidt D=200 mm f=458 mm con posa di
12 minuti, film Kodak TP2415.
Responsabili dei "Gruppi di studio" della Società Astronomica Ticinese
Gruppo Stelle Variabili
Gruppo Pianeti e Sole
Gruppo Meteore
Gruppo Astrofotografia
Gruppo Strumenti
Gruppo "Calina-Carona" :
A.Manna , via R.Simen 77 A, 6648. Minusio
S.Cortesi, Speco1a Solare Ticinese, 6605 Locamo 5
dott. A.Sassi, 6951 Cureglìa
dott. A.Ossola, via Beltramina 3, 6900 Lugano
E. Alge, via E.Ludwig 6, 6612 Ascona
F.Delucchi, La Betulla, 6911 Vico Morcote
Si ricorda che queste persone sono a disposizione dei soci e dei lettori della rivista,
per rispondere a quesiti inerenti all'attività ed ai programmi dei rispettivi gruppi.
Opinioni, suggerimenti, consigli ed interventi dei lettori in merito all'impostazione
tipografica ed ai contenuti di MERIDIANA , così come richieste di informazioni su
problemi attinenti all'astronomia e scienze affmi, sono da indirizzare alla Redazione,
presso : Specola Solare Ticinese , 6605 Locarno Monti.
Ricordiamo ai soci e ai lettori che la rivista è aperta alla collaborazione di tutti coloro
che ritengono di avere qualcosa di interessante da comunicare : esperienze di
osservatore, di astrofotografo, di costruttore di strumenti e accessori, di divulgatore o
di semplice curioso alle prese con problemi pratici o teorici concernenti tutti i rami
dell'astronomia . I lavori inviati saranno esaminati e pubblicati secondo lo spazio a
disposizione e dopo un vaglio critico da parte della redazione.
SOMMARIO No 80
Editoriale
Intervista a Margherita Hack
Assemblea della S.A. T
Rapporto d'attività
Il meccanismo della pulsazione stellare
Marte 1988
Campo osservativo GEOS
4U 1820-30
Attualità
Effemeridi
Cartina stellare e curiosità celesti
pag.
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n
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La responsabilità del contenuto degli articoli è esclusivamente degli autori
REDAZIONE :
S. Cortesi Locarno (capo redattore)
M.Bianda Ascona
F.Jetzer Bellinzona
S.Materni Bellinzona
A.Manna Minusio
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EDITRICE
Società Astronomica Ticinesel Specola Solarel6605 Locarno 5
STAMPA
Tipografia Sonetti Locarno
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La composizione dei testi è stata interamente eseguita su personal computer Macintosh Plus con
stampante Appie Laser-writer Plus
Importo minimo dell'abbonamento annuale (6 numeri): Svizzera Fr.lO.- Estero Fr.l2.Conto corrente postale 65-7028-6 (Società Asttonornica Ticinese)
Il presente numero di Meridiana è stampato in 600 esemplari
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MERIDIANA
EDITORIALE : le novità astronomiche del
1989
uesto primo numero del1989, nella sua parte divulgativa è dedicato alla cosmologia (intervista con Margherita Hack) ed alla fisica stellare (articoli di Paolo
Bernasconi e di Andrea Manna alle pagine 12 e 16). Completano il sommario le notizie
sull'attività della Società Astronomica Ticinese, una relazione sul campo osservativo
del GEOS, le abituali notizie di attualità astronomica/astronautica e le effemeridi. n
numero di pagine è stato aumentato di quattro per dar posto a tutto il materiale ;
approfittiamo dell'occasione per invitare ancora una volta tutti gli appassionati di
astronomia a voler collaborare attivamente per rendere più variato il contenuto della
nostra rivista. Facciamo notare che al presente numero è allegata la polizza di
versamento per l'importo dell'abbonamento 1989 ( ancora invariato).
Passiamo ora rapidamente in rassegna i principali avvenimenti astronomici previsti per l'anno entrante : per quel che riguarda le eclissi,ve ne sarà solo una di una certa
spettacolarità per le nostre regioni: quella totale di Luna del17 agosto. L'altra eclisse
totale di Luna di quest'anno (20 febbraio) non sarà visibile da noi, così come le due
eclissi parziali di Sole del7 marzo e 31 agosto. Circa la visibilità dei pianeti possiamo
dire che Mercurio, come sempre, continuerà il suo incessante saltellare da una parte
all'altra del Sole (elongazioni orientali: 9 gennaio, l maggio, 29 agosto, 23 dicembre
; elongazioni occidentali : 18 febbraio, 18 giugno e l Oottobre). Da maggio a dicembre
il nostro cielo serale sarà dominato, naturalmente verso occidente, dal brillante pianeta
Venere che, dopo la congiunzione eliaca del5 aprile, passerà dalla parte opposta del
Sole. Marte ormai si è allontanato dalla Terra, dopo la favorevolissima opposizione del
settembre scorso, e non sarà più un oggetto interessante almeno fino al1990. Giove si
potrà ancora seguire nei primi mesi dell'anno alla sera e, dopo la congiunzione eliaca
del6 giugno, riapparirà al mattino ad oriente per giungere di nuovo all'opposizione il
27 dicembre. Saturno infme potrà essere ammirato (così come Urano e Nettuno) per
tutta l'estate, purtroppo molto basso verso l'orizzonte meridionale, sempre nella
costellazione del Sagittario. IIS settembre Plutone si troverà nel punto della sua orbita
più vicina al Sole (a 4,435 miliardi di km)tuttavia sarà visibile solo con telescopi di
buona potenza (la sua magnitudine arriva infatti solo alla 13,7).
Naturalmente, sia nel cosmo più vicino a noi, sia nello spazio profondo dei mondi
stellari ed extragalattici, sono sempre possibili avvenimenti imprevisti e spettacolari
come l'apparizione di nuove comete brillanti o l'esplosione di stelle arrivate alla fine
della loro vita e che danno origine a quegli straordinari oggetti battezzati nove o
supernove. Non ci resta che attendere, come curiosi ma pazienti testimoni degli
spettacoli celesti.
Q
AUGURIAMO A TUTTI I NOSTRI LETTORI UN FELICE 1989
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La Redazione
MERIDIANA
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INTERVISTA A MARGHERITA HACK
Andrea Manna
argherita Hack non ha davvero bisogno di presentazioni. Nota in tutto il mondo per i prestigiosi contributi
scientifici e direttrice da alcuni lustri
dell'osservatorio astronomico di Trieste,
la professoressa italiana di origine svizzera è altresì conosciuta al grande pubbli. co grazie alle numerose opere di divulgazione astronomica. Dall979 è a capo
della rivista "L'astronomia".
Non c'è praticamente avvenimento
celeste a proposito del quale non venga
richiesta una sua opinione da parte dei
mass media. Molti di noi ad esempio la
ricorderanno allo speciale di "Quark", la
trasmissione televisiva italiana condotta
da Piero Angela, nella notte dello storico
incontro di due anni fa tra la sonda Giotto
e la cometa di Halley.
E come dimenticare la sua "vis polemica" nei confronti dell'astrologia (che
sarebbe meglio defmire"astromanzia") e
dei suoi adepti (quindi gli "astromanti"):
una polemica talora aspra, è vero, ma non
per questo priva di onestà e di modi
garbati, a testimonianza di una serenità
intellettuale che, crediamo, sia stata
messa non poche volte a dura prova.
Margherita Hack è venuta a Locamo
ai primi del maggio scorso, su invito della
S.A.T.. Qui vi ha tenuto due conferenze
con grande successo di partecipazione :
una il pomeriggio per gli studenti del
Liceo e l'altra la sera, nella sala della
Sopracenerina, aperta al pubblico . Nel
breve lasso di tempo che separava l'ap-
M
puntamento pomeridiano da quello
serale, abbiamo rivolto alla scienziata
italiana alcune domande :
Quali, professoressa Hack, sono
oggi le teorie cosmologiche più diffuse e
quali fra queste ottengono maggior
credito fra i ricercatori ?
"Tutte le teorie cosmologiche attuali
concordano sul fatto che l'universo sia
stato originato dal Big Bang. L'idea dell'universo stazionario, dove nel corso dell'espansione viene creata materia con
velocità e in quantità tali che la densità
media dello spazio rimane costante , teoria ìn voga intorno agli inizi degli anni '60,
è stata "messa in pensione" dalla scoperta,
avvenuta nell965, della radiazione fossile a 3° K. Tale radiazione sarebbe ciò
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che resta dell'esplosione primordiale.
Infatti l'universo, inizialmente molto
piccolo e caldo, ha cominciato ad
espandersi esplosivamente. In seguito si è
andato raffreddando adiabaticamente,
cioè senza cedere calore "all'esterno",
quantunque non abbia senso parlare di
"esterno" in un universo. La presenza di
questa radiazione fossile è la prova
evidente dell'avvenuto Big Bang. Il
problema oggi è di capire se questo
universo che ha avuto un inizio e che è in
espansione, come prova la legge di
Hubble, sarà o meno in espansione all'infinito. In altre parole, noi sappiamo
che l'espansione va rallentando, però non
siamo in grado di dire se rallenta tanto da
arrestarsi un giorno oppure se continuerà
per sempre. Ora, per sapere questo, si dovrebbe trovare la relazione tra la velocità
di "fuga" (il "red-shift") e la distanza di
galassie molto lontane (cioè quelle che ci
mostrano il lontano passato, quando l'universo era più giovane), da confrontare con
l'analoga relazione per le galassie più
vicine, cioè quelle viste nel passato prossimo. E' quello che si tenta di fare oggi,
però le incertezze sulla misura delle
distanze sono ancora troppo importanti,
per cui non siamo ancora in grado di
stabilire con certezza tali relazioni. n fatto
che l'universo sia in espansione all'infinito oppure che sia oscillante dipende
altresì dalla quantità di materia presente.
Al di sopra di una certa densità l'universo
potrebbe richiudersi su se stesso, al di
sotto, si espanderebbe all'infinito. Thtta la
materia che riusciamo ad osservare oggi,
nelle stelle, nelle galassie e nelle nubi di
materia interstellare sembra una piccola
frazione di quella che sarebbe necessaria
ad un universo oscillante : ecco il problema della cosiddetta "massa mancante".
Che cosa può costituire questa massa mancante : i neutrini, le nane brune
scoperte di recente p.ell'infrarosso ·o la
massa oscura che circonda le galassie ?
Ammasso di galassie nella Chioma di Berenice (foto al riflettore da 4 m del Kitt Peak)
MERIDIANA
"E' un grosso problema. Siamo sicuri
che la materia "visibile" (ossia ché emette
onde elettromagnetiche) è molto minore
di quella che deve esistere nelle galassie
se la deduciamo dai calcoli sulle velocità
di rotazione in funzione della distanza dal
loro centro. Lo stesso vale per gli ammassi di galassie : questi ultimi, per rimanere
"legati" gravitazionalmente, devono possedere una massa molto superiore a quella
che si osserva. Si pensa così che circa il
90% della massa dell'universo non si
rivela attraverso le onde elettromagnetiche. Allora, che cos'è questa massa che
manca ? Spiegarla attraverso stelle di
piccola massa, come le nane scure, di
queste ne occorrerebbe una quantità
enorme; ancora peggio invocare la presenza di pianeti o di ipotetici buchi neri.
Allo stato attuale, i candidati più probabili a costituire questa massa mancante
sono delle particelle elementari, i
cosiddetti "ini", di cui però solo i neutrini
sono osservati effettivamente :per gli altri
(i fotini, i gravitini ecc.) siamo a livello di
ipotesi. Si pensa che i neutrini si siano
formati in gran quantità nella fase iniziale
dell'universo, quando sono avvenute numerose reazioni nucleari del tipo di quelle
che oggi avvengono nelle supernove. Si
calcola che oggi vi siano da l O a l 00
neutrini per cm3 nell'universo. Tuttavia
non conosciamo la massa di queste
particelle; se essa fosse davvero quella
misurata dai sovietici (mi pare l/l 000 o
2/1000 la massa dell'elettrone), allora i
neutrini sarebbere ampiamente sufficienti a far "chiudere" l'universo. Fino a
quando però non si misurerà con certezza
questa massa, non si può dire niente sulla
apertura o sulla chiusura dell'universo.
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Quale era la composizione chimica
dell'universo primitivo e come avvenne
la sintesi dei primi elementi ?
"Nei primi minuti di vita dell'universo
le condizioni erano tali da permettere solo
la trasformazione di idrogeno in elio, con
la formazione di piccole quantità di deuterio, elio3, elio4, e pochissimo litio7.
Tutti gli altri elementi si devono essere
formati in un secondo tempo, nell'interno
delle stelle, perchè le condizioni iniziali
non erano abbastanza calde nè sufficientemente dense. Infatti le osservazioni
dimostrano che i fatti si sono svolti pro-
l/famoso ammasso globulare dell'emisfero sud ,nella costellazione del Centauro
prio così, poichè, mentre gli elementi più
pesanti dell'elio e dell'idrogeno sono in
percentuali diverse nelle stelle più giovani in rapporto con quelle più vecchie,
l'elio è nella stessa percentuale in tutte le
stelle, sia giovani che vecchie.
Alla temperatura e alla densità presenti nei primi istanti nei primi istanti
dell'universo, si può calcolare la quantità
di elio che si doveva formare. Tale quantità è proprio quel 20% che si osserva
nella composizione delle stelle.
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Qual'è il significato della costante
di Hubble?
"La costante di Hubble descrive come
cresce la velocità di allontanamento delle
galassie in funzione della loro distanza.
Oggi è compresa tra 55 e 100 km al
secondo ogni milione di parsec, ossia
ogni 3,3 milioni di anni luce. Siccome
l'universo è in espansione, facendogli
compiere il cammino a ritroso nel tempo
si trova che a un certo momento doveva
essere concentrato in un piccolo volume.
stema consiste nel confrontare la teoria
dell'evoluzione stellare con l'osservazione delle stelle stesse. Con questo metodo, secondo l'età delle.stelle contenute
negli ammassi globulari ( che sono le
stelle più vecchie), si ottiene un'età dell'universo che dovrebbe essere superiore
ai 15 miliardi di anni. Tuttavia anche le
teorie dell'evoluzione stellare hanno un
margine di incertezza, quindi oggi non
possiamo defmire questo dato importantissimo che è l'età dell'universo con una
Una coppia di galassie nell'Orsa Maggiore: M82 (irregolare) e M81 (spirale)
Si può quindi dire che l'inverso della costante di Hubble è una misura dell'età dell'universo: questa viene calcolata fra i 12
ed i 20 miliardi di anni a seconda che si
prenda l 00 o 55 come costante di Hubble.
Quali sono gli altri sistemi per
stabilire l'età dell'universo?
"Ci sono vari sistemi. Ad esempio
quello che si basa sull'abbondanza di certi
elementi radioattivi che hanno un periodo
di decadimento abbastanza lungo da poter
servire da metodo di datazione relativamente preciso. Thttavia si tratta di una
procedura piuttosto insicura. Un altro si-
precisione migliore di ±3 miliardi d'anni.
A quali risultati, professoressa
Hack, si è giunti studiando la supernova esplosa nella Piccola Nube di
Magellano nell987 ?
"Per la prima volta si è potuto registrare con sicurezza l'arrivo di neutrini
prodotti dall'esplosione della stella. Ci
sono almeno tre rivelazioni avvenute
simultaneamente, che garantiscono al
l 00% trattarsi di neutrini della supernova.
La teoria prevedeva che dovessero essere
espulsi in una frazione di secondo, quindi
avrebbero dovuto arrivare tutti insieme,
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invece sono arrivati nel giro di 13
secondi.Anche per questo fatto vi sono
varie spiegazioni : i neutrini potrebbero
essere stati diffusi dal gas della supemova
in fase di violenta espansione; potrebbero
avere masse leggermente diverse gli uni
dagli altri, per cui quelli con massa maggiore avrebbero viaggiato un po' più lentamente. Come ogni nuovo fatto osservativo, se da un lato porta delle conferme
alle teorie, dall'altro apre nuovi quesiti.
Per esempio nelle teorie sull'evoluzione
stellare : si credeva che questo tipo di supemova fosse originata da una stella gigante rossa. Invece sembra che prima dell'esplosione la stella fosse una gigante
blu. Per coerenza con le attuali teorie evolutive c'è chi sostiene che in effetti la stella
era una gigante rossa che, "poco" prima
dell'esplosione, ha perso il suo involucro
gassoso esteso e freddo per controbilanciare la maggiore produzione di energia
nel suo nucleo centrale che andava riscaldandosi "rapidamente" : l'involucro freddo sarebbe così stato espulso prima della
vera e propria esplosione, lasciando così
visibile la parte più interna e più calda, di
colore blu. Questo passaggio da gigante
rossa a gigante blu può aver avuto inizio
centinaia di anni fa(intervallo di tempo
irrilevante nella vita di una stella), m.a
allora i nostri telescopi e le tecniche
osservative non erano sufficientemente
potenti per evidenziare il colore di una
stellina così distante" (ricordiamo che la
Piccola Nube di Magellano dista da noi
170 mila anni luce).
E sui buchi neri, che cosa può dirci,
professoressa ?
"I buchi neri sono qualcosa di più di
una semplice ipotesi. Si pensa che siano
ciò che rimane dopo l'esplosione di una
stella supermassiccia, quando la materia
collassata del nucleo è concentrata in una
regione tanto ridotta di spazio per cui la
velocità di fuga supera quella della luce:
neanche la luce può perciò uscire da
questa regione dove il campo gravitazionale è tanto intenso. Considerate le
distanze interstellari, è impensabile che
un'altra stella passi per caso vicino ad un
buco nero, perlomeno la probabilità di un
simile evento è estremamente bassa. Però
se un buco nero è il compagno di una stella
normale, ossia nel caso di un sistema
binario legato gravitazionalmente, allora
se ne può vedere l'effetto : infatti il buco
nero solleverebbe sulla stella compagna
delle enormi maree con dei getti di materia che verrebbe "risucchiata" dal buco
nero. Le stelle normalmente ruotano tutte
su se stesse per cui la materia che si stacca
dalla compagna di un buco nero conserva
un certo momento angolare ; quest'ultimo provoca a sua volta un movimento
spiraleggiante nella materia che viene risucchiata dal buco nero e che va a formare quello che si definisce un disco di
accrescimento. Per attrito e per la viscosità della materia, il disco si riscalda fino
a temperature molto alte, milioni e decine
di milioni di gradi, in modo da emettere
raggi gamma e X, prima di sparire nel
buco nero. Sono queste le radiazioni che
osserviamo e che ci permettono di dedurre la presenza di un buco nero. Sembra
che lo stesso meccanismo sia il responsabile della grande quantità di radiazioni
che proviene dal centro di certe galassie
molto lontane o dai quasar : vi si potrebbe
celare un buco nero molto massiccio".
(continua)
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MERIDIANA
ASSEMBLEA S.A.T. 1988
Andrea Manna
L'assemblea annuale della Società Astronomica Ticinese, tenutasi sabato 26 novembre a
Vico Morcote, alla presenza di una trentina di
soci, non ha registrato particolari colpi di scena
o novità. Il tutto, per così dire, si è svolto
all'insegna dell'ordinaria amministrazione, se si
esclude la nomina del sottoscritto alla carica di
segretario, in sostituzione del dimissionario
Marco Cagnotti.
I lavori sono stati introdotti dalla relazione
del presidente, riportata integralmente in questo
numero di Meridiana, ma della quale possiamo
evidenziare qualche punto. Per esempio, alla stabilità del numero dei soci fa riscontro il lento ma
continuo aumento degli abbonati alla nostra rivista, rinnovata nella veste tipografica e nei contenuti."Qualche lettore - ha ricordato Cortesi - ci
ha contestato lo scarso contenuto quantitativo".
La causa di questa situazione é nota ai soci, in
quanto a tutte le riunioni della S.A.T. la redazione moltiplica gli inviti alla collaborazione
con lavori originali, anche se modesti, ma frutto
delle esperienze personali a livello osservativo,
costruttivo e divulgativo. Cortesi ha poi ricordato il successo che hanno avuto le conferenze
della prof. Margherita Hack, svoltesi a Locamo
nel maggio scorso. Egli ha pure ringraziato quei
soci che tengono serate informative o corsi di
astronomia, come Fausto Delucchi e Francesco
Fumagalli all'osservatorio Calina di Carona,
Andrea Manna e Nicola Beltraminelli al Centro
Ecologico di Acquacalda. Oltre a queste attività,
il Centro "Uomo-natura" ha organizzato in
agosto gli ormai consueti appuntamenti col
cielo, quest'anno a cura dell'astronomo di Merate, Ennio Poretti e dello stesso presidente.
Sulla situazione economica del sodalizio, il
cassiere Alberto Casal ha così riassunto : la
stabilità è ottima, le entrate e le uscite sono in
pareggio, quindi il saldo attivo dell'anno scorso
è rimasto praticamente invariato, sia per quel che
concerne la cassa della società che per quel che
riguarda l'amministrazione di Meridiana. A
proposito della rivista, il socio Vaccai auspica, se
in futuro le finanze Io permetteranno, la pubblicazione a colori.
Soddisfacente l'attività dei vari "gruppi di
lavoro" della S.A.T .. A "tirare" sono soprattutto
i variabilisti e gli astrofotografi.
Per l'assenza giustificata del dott. Alessandro Rima, presidente dell'ASST/AIRSOL, è
toccato a Cortesi riferire brevemente sull'attività
delle due associazioni, concentrate nella rimessa
in funzione dell'osservatorio "Istituto Ricerche
Solari Locamo" e nella ricostruzione del telescopio con tubo evacuato.
Edi Alge, responsabile del gruppo
"strumenti", ha ricordato che la "Materialzentrale" della società svizzera ha pubblicato
una nuova lista del materiale astronomico oggi
disponibile, tanto delle parti staccate per la
costruzione in proprio degli strumenti (specchi,
lenti, oculari, tubi, parti di montature,
motorizzazione, elettronica ecc.), quanto dei
telescopi completi.
Circa l'attività futura, oltre alla continuazione delle iniziative già intraprese e collaudate,
il presidente invita il nostro ex segretario, dott.
Filippo Jetzer, ricercatore al CERN di Ginevra a
tenere una conferenza su soggetto astronomico,
Jetzer si dichiara d'accordo. In chiusura viene
complimentato il nostro ex presidente e socio
onorario, dott. prof. Rinaldo Roggero, che è stato
eletto vice segretario dell'Unione Intemazioanle
degli Astrofili (UIA).
Dopo l'assemblea e la cena in comune,
servita nello stesso ristorante "La Sorgente'', i
soci dott. A.Ossola, dott. A.Sassi, F.Delucchi
F.Fumagalli e M.Bardotti hanno mostrato e
illustrato originali diapositive a colori di oggetti
celesti e terrestri, mentre Claudio e Edi Alge
hanno eseguito dimostrazioni di un nuovo
programma didattico-astronomico al P.C. Atari
con monitor a colori.
MERIDIANA
11
RAPPORTO PRESIDENZIALE presentato all'assemblea generale della Società
Astronomica Ticinese del 26 novembre
1988 a Vico Morcote
Sergio Cortesi
Come d'abitudine, dividerò il mio bilancio
d'attività di quest'anno in tre punti principali :
l) il movimento soci
2) l'attività divulgativa
3) l'attività scientifica.
l) per quel che riguarda il prjmo nuoto, il1988
è stato caratterizzato dalla stabilità del numero
dei soci e di un incremento del l 0% del numero
degli abbonati alla nostra rivista, infatti abbiamo
a) soci abbonati a "Orion"
b) soci senza "Orion"
c) solo abbonati a Meridiana
Totale
34 (33)
115 (117)
305 (275)
454 (425)
(tra parentesi le corrispondenti cifre dell987).
Questi numeri dimostrano chiaramente che i
"nuovi venuti" ritengono troppo impegnativa
l'iscrizione alla società e normalmente preferiscono la semplice sottoscrizione all'abbonamento della rivista. E' poi una costatazione già
fatta in passato, e che può dispiacere ai dirigenti
della società centrale, che solo una minoranza
dei nostri aderenti è pure iscritta alla S.A.S. : la
ragione di questo fatto risiede nell'essere la
rivista "Orion" (organo ufficiale di quella società) redatta quasi esclusivamente in tedesco,
lingua ostica a buona parte dei ticinesi.
2) circa le attjyjtà djyul~:atjye e sociali, ci sono
da segnalare, in ordine cronologico, le seguenti
manifestazioni da noi organizzate o alle quali
abbiamo partecipato :
al conferenze della direttrice dell'osservatorio
astrofisico di Trieste, Margherita Hack , all'ini-
zio di maggio al liceo di Locarno per gli allievi
(ca.300 presenze) e per il pubblico, nella sala
della S.E.S. a Locarno (un centinaio i presenti).
b/ partecipazione di sei soci all'assemblea generale della Società Astronomica Svizzera a Ginevra, a fine maggio, in cui il dott. Alessandro
Rima, socio fondatore della SAT e membro del
suo comitato, è stato nominato membro onorario
della società centrale per la sua opera a favore
dell'astronomia nel nostro cantone e in particolare per il "salvataggio" dei due osservatori
solari locarnesi.
d organizzazione di riunioni pubbliche di osservazione celeste al Calina di Carona.
d/ corsi di astronomia elementare : alla Specola
per il D.P.E.(màrzo e ottobre con il sottoscritto);
alCalina (luglio, con F.Fumagalli).
el attività divulgative al "Centro ecologico uomo-natura" di Acquacalda, all'inizio del mese di
agosto, con la settimana vacanza-natura "Porte
aperte al cielo" (a cura dell'astronomo di Merate,
Ennio Poretti, da noi invitato) e il week-end
''Passeggiata nel cielo" con il sottoscritto.
f/ l'organizzazione di serate delle "porte aperte"
alla Specola ed al Calina, in occasione della
giornata svizzera dell'astronomia, per i 50 anni
della S.A.S., in settembre, con la partecipazione
complessiva di 250 persone.
g/ la partecipazione del sottoscritto a due trasmissioni televisive della domenica pomeriggio
in marzo e aprile, nonchè varie interviste alla
Radio della Svizzera Italiana e ad emittenti
private regionali. Sui giornali locali sono poi regolarmente apparse notizie della nostra attività
divulgativa.
hl la continuazione della pubblicazione della
12
MERIDIANA
nostra rivista bimestrale MERIDIANA, nella
nuova veste tipografica, sempre alla ricerca di
miglioramento e di puntualità nell'apparizione.
Una critica a questo proposito ci è stata rivolta da
alcuni abbonati: il contenuto della rivista sembra
piuttosto scarso dal punto di vista quantitativo.
La risposta è subito data : mancano i collaboratori che ci possano fornire in continuazione
materiale originale e quindi dobbiamo arrangiarci con quel poco che riusciamo a racimolare,
anche perchè non ci piace andare a scopiazzare
troppo nelle altre pubblicazioni del ramo.
Sull'attività scjeotjfica riferiranno i responsabili dei vari "Gruppi di lavoro". Mi basterà
ricordare qui la continuazione delle fruttuose ricerche sulle stelle variabili da parte di una mezza
dozzina di nostri osservatori che si sono dedicati
ai tre classici campi della fotometria : visuale,
fotografica e fotoelettrica. I nostri contributi
osservativi sono stati regolarmente inviati agli
enti internazionali centralizzatori di tali attività,
ossia il GEOS europeo e la IAPPP statunitense.
Anche l'osservazione delle superfici planetarie
di Marte e di Giove sono continuate da parte del
sottoscritto e di pochi altri, i cui resoconti sono
stati pubblicati, o lo saranno, nella nostra rivista.
Altro gruppo attivo, quello di astrofotografia che
fa capo al dottor Ossola, di cui ammireremo tra
breve gli ultimi risultati.
Per discutere i programmi e coordinare l'organizzazione di queste attività, il comitato della
società si è riunito tre volte quest'anno, in febbraio, maggio e ottobre.
Termino la mia relazione ringraziando i membri
del comitato e della redazione di Meridiana che
mi hanno aiutato in gran parte delle attività citate
e collaborato alla buona riuscita delle varie
manifestazioni.
Uno scorcio del telescopio da 500 mm. della Specola Solare Ticinese attrezzato per la fotometria
f otoelettrica, comprendente, sulla destra, il riflettore Dall-Kirkham da 256 mm ed il cercatore
Newton da 100 mm. Nel fuoco dei riflettori maggiori sono ista/lati i due fotometri fotoelettrici a
sensori solidi (color alluminio chiaro a/fuoco Nasmyt de/500 mm, color nero a/256 mm), mentre
a sinistra, sul tavolo, si vedono l'elaboratore AIM (con la tastiera), l'interfaccia , le scatole di
alimentazione e i convertitori A/D dei fotometri.
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MERIDIANA
IL MECCANISMO DELLA PULSAZIONE
ST.ELLARE
Paolo Bernasconi
partire dal ventesimo secolo, è stato fatto molto per studiare le caratteristiche di variabilità della luminosità
delle stelle, compiendo assidue osservazioni per ricavare curve di luce che successivamente sarebbero passate nelle mani dei teorici. MERIDIANA ha sovente
trattato il tema, ma sarebbe peccato il non
poter integrare i risultati in una cornice un
poco più teorica.E' pertanto mio desiderio
apportare, molto succintamente, un piccolo contributo a un tale livello di comprensione.
Le stelle variabili possono essere suddivise in quattro grandi classi :
-le variabili geometriche: sistemi di due
o più componenti, che nel corso delle loro
rivoluzioni vengono totalmente o parzialmente eclissate proprio lungo la linea di
vista dell'osservatore.
-le variabili rotanti : sono stelle che, nel
corso della loro rotazione attorno al proprio asse, presentano all'osservatore regioni superficiali alternativamente più o
meno luminose. Le pulsar sono un caso
limite di questa categoria.
- le variabili eruttive : sono stelle che
mutano di luminosità per improvvise e
violente esplosioni, che possono interessare prevalentemente gli strati superficiali (novae), oppure le regioni più profonde (supernovae).
-le variabili pulsanti, che mutano la loro
luminosità a causa del variare del loro rag-
A
gio (e quindi della superficie emittente).
E' di queste ultime che ci interesseremo
nel presente articolo.
Una stella"normale", come potrebbe
essere il Sole, trova la sua stabilità nell'antagonismo di due forze : quella gravitazionale, che tenderebbe a comprimere la
stella, e quella della pressione di radiazione che, originantesi nel nucleo a seguito delle reazioni di fusione atomica,
tenderebbe a farla espandere. Per tutto il
periodo in cui il combustibile (idrogeno)
è a disposizione, un simile equilibrio è
molto stabile. Se, per una qualche ragione, la stella dovesse comprimersi o espandersi, le forze citate tenderebbero a riportare il sistema in equilibrio. Si avrebbe un
moto armonico (una sequenza di espansioni e contrazioni), se non fosse per il
sopraggiungere di un progressivo rallen-
m
r
f
y
..
,
IU
Rf CYG
Osservazioni visuali (AA VSO) delle oscillazioni
di luminosità di una stella pulsante di tipo Mira
(RT Cyg). Il periodo è di ca. 190 giorni.
14
MERIDIANA
tamento, causato dalle forze viscose di
attrito, che riporterebbero la stella alla
condi;zione originaria. Per spiegare l'esistenza di stelle pulsanti è pertanto necessario identificare sia una causa che rompa
l'equilibrio citato, sia un meccanismo che
impedisca alle forze di attrito di livellare
e smorzare l'oscillaziore.
A rompere l'equilibrio ci pensa l'evoluzione stellare. Le scorte di idrogeno nel
nucleo non sono inesauribili. Quando
queste iniziano a scarseggiare, la stella si
contrae, aumentando la propria temperatura centrale a favore di un possibile,
ulteriore stadio di esistenza, questa volta
più breve, caratterizzato dalla fusione e
trasformazione dell'elio in carbonio. Un
tale evento metterebbe in oscillazione la
stella, che però per il processo di smorzamento viscoso, tenderebbe in breve tempo ad arrestarsi. A impedire questo fenomeno interviene un processo particolarmente efficiente che concerne le regioni
interne di ionizzazione* della stella.
Come noto, la temperatura del gas
aumenta con la contrazione (in una stella
la temperatura decresce dal centro verso
le regioni periferiche). Se la temperatura
diviene sufficientemente elevata da indurre la ionizzazione di un'intera regione
sotto la superficie, risulta che parte dell'energia verrà inizialmente utilizzata per
tale processo, lasciando tale regione più
fredda. Successivamente questo gas verrebbe riportato, per diffusione, alla temperatura del gas circostante, assorbendo
perciò l'eccesso di energia (ciò che stiamo
descrivendo è il medesimo meccanismo
alla base del funzionamento delle macchine termiche). Accade in tal modo che
quando la stella ritorna ad espandersi, il
*ionizzazione: perdita di elettroni da parte degli atomi
+3
+?d
Curva di luce ridotta di "delta Cep" (classica
stella pulsante regolare)
processo riceve un nuovo impulso che
vincerà le forze di attrito e proveniente
dall'eccesso di energia; questo ora si
libera dalla regione e se quest'ultima si
trova a sufficiente profondità, l'eccesso
può portare all'espansione ulteriore degli
strati esterni. Una simile descrizione
permette di interpretare sia le curve di
luce più semplici, sia quelle più complesse di talune variabili. Esistono infatti
tre zone di ionizzazione: una, quella dell'idrogeno, si forma alla temperatura di
ca. l O000° K, le altre due, quelle dell'elio,
si formano a 12 000° K, rispettivamente
40 000° K. Sono i loro reciproci contributi che, sommandosi, possono permettere ai teorici di risalire alla decifrazione
di talune curve di luce più complicate.
E' chiaro che non è sempre possibile
descrivere, con tale modello, il comportamento di tutte le stelle variabili pulsanti.
Molte sottoclassi di queste, con comportamento alquanto bizzarro, attendono ancora un quadro teorico che ne spieghi le
caratteristiche. E' comunque perlomeno
positivo e incentivante già essere riusciti
a tanto.
MERIDIANA
15
MARTE 1988 RIPRESO AL PIC DU MIDI
da "Sky and Telescope" , gennaio 1989
Presentiamo qui due delle migliori immagini di Marte che
siano mai state riprese da un osservatorio terrestre. Si tratta della riproduzione di "fotografie"
registrate per mezzo dei nuovi
sensori elettronici CCD al riflettore da 106 cm di apertura dell'osservatorio francese del Pie ·du
Midi, situato a 2400 m di quota
nei Pirenei. Grazie alla grande
sensibilità dei nuovi sensori, il
tempo di esposizione ha potuto
essere ridotto a 5/100 di sec, così
da poter approfittare della eccezionale calma dell'atmosfera
che già in passato aveva permesso ad abili osservatori visuali l' osservazione di fmi dettagli sulla superficie del rosso
pianeta. Con la nuova tecnica si è potuto sfruttare per la prima volta tutto il potere
risolutivo del telescopio da l m in
immagini che rivaleggiano con i migliori disegni eseguiti ai più grandi
strumenti e nelle migliori condizioni
dai migliori osservatori. Nella prima
immagine(dell'Il settembre) si vede
la calotta polare sud piccola ed irregolare (su quell'emisfero di Marte
era estate) ed al centro la grande
macchia scura del Mare Erythraeum
con a sinistra Margaritifer S. e Sinus
Meridiani, mentre a destra si scorge
Solis Lacus. Nella immagine qui di
fianco(del 26 settembre), si vede al
centro la famosa Syrtis Major, a
sinistra il Mare Cimmerium e a
destra l'inizio del Sinus Sabaeus.
MERIDIANA
16
3 9 EDIZIONE DEL CAMPO GEOS ITALIA
Andrea Monno
ieci notti di osservazione, dal l Oal
20 di agosto, più o meno novanta
ore di lavoro (soltanto due giorni di
cattivo tempo) per un totale di circa
diecimila (sic) stime di variabili eseguite
da una dozzina di osservatori . . . . Tutto
questo al Campo GEOS, edizione 1988,
tenutosi come l'anno precedente in
località "Casa del Romano" (provincia di
Genova), ad un'altitudine di 1400 m.s/m.
Il campeggio è stato organizzato da
due membri genovesi del GEOS e vi
hanno partecipato una ventina di astrofili,
la maggior parte italiani, uno svizzero ed
un francese. Fra questi anche i soci della
S.A.T. Francesco Acerbi, Antonio Maraziti e lo scrivente. Come d'abitudine,
durante il campo , oltre all' astronomia
D
si è praticato anche del calcio (a prescindere dal terreno di gioco, lo sport appena citato ha fatto scendere di qualche
chilo il peso di diversi astrofili impegnati:
mens sana in corpore sano !) Purtroppo
accanto alle note positive, ne dobbiamo
menzionare una meno felice : la fessurazione al piede sinistro del sottoscritto
(il fatto è avvenuto nel tentativo di recuperare il pallone rotolato per un'erta
scarpata). Per non tediare in modo eccessivo il lettore, ecco il bilancio, in chiave sinottica, di quello che è stato ottenuto
al campo (ricordiamo che il gruppo
disponeva dei seguneti strumenti : due
Schmidt-Cassegrain da 20 cm , un
Dobson da 30 cm , tre riflettori da 114
mm e vari binocoli) :
Foto di gruppo dei baldi giovani del GEOS a "Casa del Romano" (durante le
osservazioni notturne la tenuta era un po' meno estiva)
MERIDIANA
l) stelle variabili
osservate :50
stime eseguite: ca. 10 000
2) comete osservate (con stima della luminosità):
- P!fempel2 (1987g) : aspetto estremamente diffuso, non sempre stimabile.
(10-12-14 agosto: magn. 9,5/9,3)
- Machholz (1988j) (14 -18 -19 agosto:
magn.8,4/8,on ,9)
- Shoemaker-Holt-Rodriquez (1988h)
(12-13-17-18 agosto: magn.13,7/13,5)
- Shoemaker-Holt (1988g) (16 agosto:
magn.13,7)
3) meteore (Perseidi : P , sporadiche: s)
10 agosto: 19 P
11 "
: 32 P+ 57 s (3h di osservaz.)
12 "
:40P+106s(5hdi "
)
13
34 s (2h di
Il
Il
17
4) bolidi :
a) 13 agosto, ore 23h40 T.U.
lunghezza traiettoria apparente: 13°ca.
magn. stimata : ca. -6
scia persistente di colore azzurro
b) 17 agosto, inizio 20h16m45s, fme
20h17m02s T.U.
magn. stimata : tra -8 e -9 ,
diametro : 15"
traiettoria apparente di 129° (inizio a
metà tra alfa UMa e alfa UMi, fme all'altezza di zeta Cap); colori variabili:
giallo, verde, azzurro ; scia persistente
di color rosso ; velocità costante.
Questo bolide è stato visto praticamente da tutti i partecipanti al campo.
n commento fmale all'esperienza del
campo :ne valeva la pena , anche solo per
i contatti umani con gli altri astrofili.
)
mv
6.00
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o A. Marazill
e A. Manna
8.00
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RZCas
H ago•to 1988
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cf> •
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A
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6
G. Mazza
o
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t.
m1n
23h04
T.U.
30
21h
30
22b
30
23b
30
21h
Grafico delle stime visuali del minimo di RZ Cas de/14 agosto 1988, eseguite,
durante il campo GEOS, da 4 osservatori indipendenti.
18
MERIDIANA
4U 1820-30
Andrea Manna
.
N
on è il numero di telefono del
Cremlino o della Casa Bianca e
nemmeno quello in codice dei rispettivi
servizi segreti. Si tratta della denominazione di un sistema binario scoperto
recentemente con un periodo orbitale di
appena 11 minuti, il più breve fino ad oggi
conosciuto. Per essere più precisi la sigla
4U 1820-30 indica una sorgente di raggi
X dì popolazione II, tra le più brillanti e
studiate, sita nell'ammasso globulare
NGC 6624.
La scoperta di questo particolare
sistema doppio, lontano dalla Terra 20
mila anni luce, avvenne nell'agosto del
1986, a diversi mesi di distanza dalla fme
della fase operativa del satellite europeo
per l 'astronomia a raggi X ,EXOSAT. Tra
gli obiettivi scientifici principali del satellite, lanciato nel maggio del1983, era
previsto lo studio approfondito delle
sorgenti di raggi
di popolazione
EXOSAT ha operato per quasi tre anni,
raccogliendo importanti informazioni su
più di 2000 sorgenti cosmiche di raggi X
sia all'interno che all'esterno della nostra
Galassia. L'orbita del satellite attorno alla
terra era inoltre molto grande (pari a circa
2/3 della distanza tra la Terra e la Luna) ed
eccentrica: ciò permetteva per la prima
volta di osservare una sorgente di raggi X
ininterrottamente per tempi fmo a quattro
giorni. La caratteristica suddetta dell'orbita di EXOSAT ha consentito di
rilevare la natura binaria di altre dieci
sorgenti di raggi X di popolazione II,
x
n.
L'orbita di Exosat, inclinata di ca. 90°
sull'eclittica, con apogeo a 190 mila km e
perigeo a 350 km.
attraverso l'osservazione di una variazione orbitale del flusso radiativo,
modulazione che non era stato possibile
rivelare con i precedenti satelliti. n
periodo orbitale della maggior parte di
questi sistemi risultava compreso fra 3 e
10 ore . In un paio di casi era addirittura
inferiore, seppur di poco, ad un'ora. Si
trattava quindi di sistemi binari "stretti".
Che relazione esiste fra la natura
binaria di questi oggetti e l'emissione di
raggi X? In questi sistemi una stella
ordinaria perde materia (attraverso un
forte vento stellare o per via deli'a ttrazione gravitazionale esercitata dalla
compagna) che in parte viene catturata nel
campo gravitazionale dell'altra stella del
sistema, appunto una stella di neutroni. Si
assiste così alla formazione di un disco di
accrescimento le cui zone più interne
MERIDIANA
trasferiscono parte del momento angolare
(cioè della rotazione) del disco alla stella
di neutroni. Durante questo processo, la
materia proveniente dalla compagna
libera un'enorme quantità di energia nella
banda dei raggi X (fino a circa l 00'000
volte la luminosità del Sole), in quanto
accelerata dall'intensissimo campo gravitazionale della stella di neutroni e si
riscalda fino a temperature di diversi
milioni di gradi.
Le stelle di neutroni sono anch'esse
fortemente magnetizzate ed in rapida
rotazione. In prossimità della loro superficie, dove vengono raggiunte le temperature più elevate, la materia in accrescimento viene incanalata verso i poli
magnetici e la rotazione della stella
genera un segnale di raggi X e radio
(pulsar radio). Grazie a questo fenomeno
detto dei pulsatori a raggi X, è stato astri
19
possibile misurare per la prima volta la
massa delle stelle di neutroni. I valori
trovati, compresi tra circa I e 2 masse
solari, sono in ottimo accordo con la
teoria.
4U 1820-30 è la prima sorgente di
raggi x e di popolazione n, presente in
un ammasso globulare, costituita da una
stella collassata, molto probabilmente
una stella di neutroni con una massa circa
uguale alla massa del Sole e con un campo
magnetico relativamente debole. La stella
che le orbita attorno è, molto probabilmente, una nana bianca con una massa
pari a circa 1/20 quella del Sole e con un
raggio 4 volte quello della Terra. Inoltre,
secondo la teoria , le due stelle dovrebbero orbitare tra loro ad una distanza pari
ad 1/3 della distanza Terra/Luna. Siamo
dunque in presenza di un sistema in·cui lo
scambio di materia avviene tra due astri
Porzione della carta stellare "Tirion 2000" con, al centro, l'ammasso globulare
NGC 6624 (costellazione del Sagittario) nel cui interno è situata 4U 1820-30
20
MERIDIANA
compatti: una stella di neutroni e una nana
bianca. La perturbazione dello spaziotempo provocata dal movimento orbitale
delle due stelle, genera l'emissione di
onde gravitazionali prevista dalla teoria
della gravitazione di Einstein. Si tratta
della più alta intensità in onde gravitazionali finora determinata per una
binaria.
Questi due fatti hanno un'importante
implicazione evolutiva, in quanto la teoria prevede che il trasferimento di materia
dalla nana bianca alla stella di neutroni e
l'emissione di onde gravitazionali provochino un graduale allontanamento delle
due stelle, rivelabile attraverso un rallentamento del periodo orbitale. Viceversa,
se il sistema contenesse una stella di neutroni che accresce materia da una stella
normale (eventualità che abbiamo escluso), le due stelle tenderebbero ad avvicinarsi ed il periodo orbitale ad accelerare.
Per quanto concerne l'origine di 4U
1820-30, i modelli più accreditati parlano
di una stella di neutroni, frutto dell'evoluzione di una delle stelle massicce (oggi
tutte estinte) dell'ammasso globulare
NGC 6624, che dopo avere vagato per
diversi miliardi di anni all'interno dell'ammasso, si è scontrata pressochè frontalmente con una stella gigante rossa.
Dopo la collisione, gli strati più esterni e
rarefatti della gigante rossa sono stati gradualmente espulsi, mentre il suo nucleo di
elio ha dato luogo alla formazione di una
nana bianca in un' orbitra strettissima
attorno alla stella di neutroni.
- Per ulteriori informazioni cfr. Luigi STELLA, "La scoperta di un sistema
binario con periodo orbitale di 11 minuti" in "Scienza e Tecnica" Manuali Mondadori.
CROLLO DEL RADIOTELESCOPIO DI G.REEN BANK (USA)
l
La sera del 15 novembre scorso,
senza nessun preavviso, è crollata
la grande antenna parabolica da 92
m. di uno dei maggiori radiotelescopi del mondo, quello del
"National Radio Astronomy
Observatory" di Green Bank, W est
Virginia.
In servizio da più di 25 anni, il paraboloide metallico grande come
un campo da calcio, si è accartocciato su se stesso in un fracasso
apocalittico. Sembra che la causa
del disastro sia da attribuire alla corrosione ed alla stanchezza del metallo che è stato sottoposto a
sforzi alternati per resistere alle copiose nevicate ed ai forti venti di questi lunghi anni di servizio. Per
fortuna, nello sconquasso non si è verificato nessun danno alle persone. Nella foto qui sopra si vede
ciò che resta della grande struttura in profilati di acciaio ripiegata grottescamente e, nel piccolo
inserto, il radiotelescopio "prima della cura" (da "Sky and Telescope", gennaio 1989).
MERIDIANA
21
Anticipata la messa In orbita dello
"Space Telescope•
Programma 1988 all'Osservatorio
CALINA di Carona
La NASA ha annunciato in ottobre di aver
riprogrammato il lancio dello "Hubble Space
Telescope"(HST), anticipandone la data dal
febbraio 1990 al dicembre 1989. Ciò è stato
possibile grazie alla concomitanza di diversi
fattori, tra i quali la razionalizzazione del carico
utile e la collaborazione degli enti preposti all'assegnazione delle orbite dei satelliti artificiali.Lo
HST è un progetto portato a termine con la
cooperazione dell'ente spaziale europeo (ESA).
n telescopio spaziale è il primo dispositivo
scientifico che sarà messo in servizio dalla navetta dello Space Shuttle. A metà degli anni '90
si prevede una parziale sostituzione delle apparecchiature di rilevazione con altre ad avanzata
tecnologia che sono allo studio e in fase di
sperimentazione in questi anni. Tale operazione
sarà effettuata durante un appuntamento in orbita con un secondo Space Shuttle. Si stanno inoltre collaudando nuovi sistemi di controllo da
Terra di tutta la manovra dello Space Telescope.
La Società Astronomica Ticinese ha fissato i
seguenti appuntamenti :
Eccezionale aHività solare .
Lo scorso mese di dicembre è stato caratterizzato da una eccezionale ripresa dell'attività
solare. Come ab biamo già affermato in un precedente numero della nostrari vista (MERIDlANA
N°77,pag. 14), il ciclo solare N°22 è nettamente
accelerato rispetto alle previsioni. n numero di
Wolf (R),tradizionale indice dell'attività solare,
è passato dalle 50 unità dell'inizio del1988 alle
90 nei mesi primaverili, per arrivare a 125 in
autunno e addirittura a ca. 180 (numero provvisorio) in dicembre. Alla Specola Solare Ticinese, il 22 dicembre, sono stati osservati 19
gruppi e contate ben 274 macchie, con un
numero di Wolf (provvisorio) R=278. Per
"ritornare nella media", nei prossimi mesi l'attività dovrebbe stabilizzarsi provvisoriamente o
addirittura tendere un po' al ribasso, per riprendere Iena in estate-autunno. Come detto, la punta
massima dell'attuale ciclo è stata prevista per
settembre 1989, con un numero di Wolf(valore
"lisciato") attorno al170.
sabato Il marzo, a partire dalle 20h :
serata di osservazione collettiva al
riflettore da 300 mrn , con possibilità
di ammirare, oltre la Luna, le abituali
curiosità celesti stagionali.
sabato 15 aprile, a partire dalle 20h :
seconda serata di osservazione collet
tiva con gli stessi oggetti della prima
sabato 13 ma&&io e sabato 15lu&lio,
a partire dalle 15h: osservazione collettiva delle macchie solari
sabato 10 e;iue;no a partire dalle 21h :
terza serata di osservazione collettiva
delle curiosità celesti stagionali.
In caso di cattivo tempo le riunioni non
avranno luogo. Con tempo incerto telefonare,
dopo le 19h, al responsabile : Fausto Delucchi
(091/69 21 57).
Oltre a queste serate di osservazione
collettiva, a partire dal mese di marzo, ogni
primo venerdì del mese, si terranno delle
riunioni di carattere informativo e con possibilità
di fare delle osservazioni. Queste serate si
terranno con qualsiasi tempo.
CORSO D'ASTRONOMIA PER
PRINCIPIANTI :
da lunedì 10 a sabato 15 luglio , a partire
dalle 19h30
(introduzione teorica e pratica). Docente :
Francesco Fumagalli, Varese
(tel.096/ 21 23 38)
Iscrizioni : all'Osservatorio Calina, 6914
Carona (tel.091/68 83 47 o 68 52 22)
MERIDIANA
22
Effemeridi per gennaio e febbraio 1989
Visibilità dei pianeti :
MERCURIO
: visibile di sera nella prima quindicina di gennaio, in congiunzione eliaca il26, visibile in febbraio al mattino, il giorno 18 alla
sua massima elongazione occidentale.
VENERE
: ancora visibile al mattino, verso la fine di febbraio sarà ormai così
vicina al Sole da divenire inosservabile.
MARTE
: grazie al suo movimento apparente verso est , prolunga il periodo di visibilità serale, anche se oramai al telescopio non appare
più che un insignificante dischetto di meno di l O". Passa dai Pesci
all'Ariete e si avvicina al pianeta gigante :
GIOVE
: nel Toro, domina ancora tutte le nostre notti invernali con il suo
calmo splendore bianco-oro , altissimo nel cielo e quindi in posizione favorevole allo studio telescopico delle sue strisce nuvolose e dei suoi 4 satelliti principali.
SATURNO, URANO e NETTUNO si trovano nella costellazione del Sagittario,ancora praticamente invibili, tranne Satumo che comincerà a mostrarsi timidamente al mattino, in febbraio, in congiunzione con
Venere il16 gennaio.
Fasi lunari
:Luna Nuova
Primo Quarto
Luna Piena
Ultimo Quarto
il 7 gennaio ed il 6 febbraio
il14 gennaio ed ill3 febbraio
il 21 gennaio ed il 20 febbraio
il 30 gennaio ed il 28 febbraio
Eclisse totale di Luna : il 20 febbraio , invisibile dalle nostre regioni
Stelle filanti
: in questo bimestre è annunciato un solo sciame di meteoriti :
quello delle Bootidi (o Quadrantidi) dal l o al6 gennaio con
un massimo al 3 gennaio, quando si potranno contare da 50 a
100 apparizioni all'ora.
·
MERIDIANA
23
N
15 gennaio 23h00 TMEC
s
15 febbraio 21hOO TMEC
Osservazione telescopica del pigneta Giove
Anche i possessori di piccoli telescopi (per intenderei, quelli con aperture da 80 mm
se rifrattori e 110 mm se riflettori) potranno dedicarsi con diletto, quest'inverno,
all'osservazione della superficie nuvolosa del pianeta gigante, approfittando della sua
grande elevazione sopra il nostro orizzonte che favorisce immagini calme. Bastano dai
l 00 ai 150 ingrandimenti per potere scorgere non solo le due principali bande scure che
fiancheggiano l'equatore, ma anche dettagli come pennacchi e ondulazioni dei loro
bordi, ispessimenti e tratti più scuri, nonchè le altre bande più sottili e, con qualche
difficoltà in questi anni, la famosa Macchia Rossa. Per poterla vedere, bisogna
naturalmente che questa enigmatica formazione atmosferica passi nell'emisfero di
Giove rivolto alla Terra. Dato che il suo periodo di rotazione è di circa IO ore. (per la
precisione 9h55m) basta tenere sotto sorveglianza il pianeta per almeno un paio d'ore
e per 3 sere di fila : anche un osservatore sfortunato la potrà così sicuramente scorgere
(il suo colore quest'anno è estremamente pallido e un piccolo strumento la mostrerà più
che altro come una insenatura nel bordo sud della Banda Equatoriale Sud).
G.A. 6601 Locarno
Corrispondenza : Specola Solare, 6605 Locarno 5
CELE5TRnn ~
•
ZEI~~
ATTENZIONE :
~f/iiki]
BAUSCH & LOMB (j)
i prezzi dei telescopi U.S.A. sono ora fortemente
ribassati a causa del favorevole tasso di cambio del dollaro
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