IL CASO DI ZINEB Bibliografia: ❖ Nigris, Pedagogia e didattica interculturale. ❖ Rogoff, La natura culturale dello sviluppo. Culture, contesti e linguaggi. ❖ Tarozzi, Dall'intercultura alla giustizia sociale. Per un progetto pedagogico e politico di cittadinanza globale. ❖ Bove, Capirsi non è ovvio. Dialogo tra genitori e insegnanti in contesti educativi interculturali. ZINEB • Ad oggi, Zineb ha 12 anni. È nata in Egitto da entrambi genitori egiziani. • Il padre è stato il primo a trasferirsi nel 2017. • Zineb è arrivata in Italia nel 2018, all’età di 8 anni, con mamma, fratello maggiore e un fratello minore ed è stata inserita nella classe seconda della scuola Primaria. • È stato scelto di inserirla in una classe precedente, con alunni di età anagrafica inferiore, perché Zineb non conosceva la lingua italiana. IN CLASSE TERZA 1/2 • Scuola Primaria di una città di circa 62.000 abitanti. • Protagonisti contesto classe: due insegnanti, una mediatrice e 20 alunni. • In classe ci sono due file di banchi da due e Zineb è seduta nell’ultimo posto al fianco di un bambino spagnolo, anche lui con difficoltà nella lingua. IN CLASSE TERZA 2/2 • Zineb non riesce e lavorare come il resto della classe per mancanza di materiale. • Episodio: Le insegnanti, per soccombere a questa situazione, decidono di parlare con i genitori con l’ausilio di una mediatrice culturale (Hasna). Scoprono la condizione economica davvero carente della famiglia e decidono di organizzare una colletta per garantire alla bambina il materiale scolastico necessario. • A livello didattico, per Zineb non sono previsti né cambiamenti di programma, né cambiamenti del sistema di valutazione → episodio quaderno pieno di segni rossi. LE INSEGNANTI • Un insegnante con diploma magistrale, l’altro con laurea in lettere. • A livello didattico Zineb visto come un problema e non come una risorsa educativa. • Assume un atteggiamento evitante (rimozione dello straniero) → lavora in maniera distaccata. SECONDA GENERAZIONE • Figlia di immigrati (entrambi i genitori stranieri) • Bilinguismo: Zineb parla sia la lingua madre che quella italiana. • Difficoltà nell’uso della lingua colta del paese ospitante, delle lingue di registro e delle lingue tecniche legate alle singole discipline scolastiche e difficoltà nell’espressione di un linguaggio «scolastico». • È stato richiesto ai genitori di parlare italiano anche a casa per rafforzare l’acquisizione della nuova lingua. RAPPORTO SCUOLA/FAMIGLIA • La maggior parte delle volte viene accompagnata dalla madre, la quale si mette sempre in fondo al cortile per aspettare la figlia. • Genitori poco presenti e partecipi alla vita scolastica. La madre parla poco l’italiano, il padre conosce meglio la lingua, ma è spesso a lavoro. • Dialogo scuola e famiglia: pochi incontri svolti grazie all’aiuto di Hasna, la quale ha cambiato turno per garantire la sua presenza nell’orario di uscita, per poter parlare con la madre. • L’invisibilità dei genitori non significa necessariamente assenza di interesse. ZINEB • L’alunna non viene motivata nell’apprendimento. Feedback negativi (episodio quaderno rosso). Così facendo l’insegnante non garantisce diritto allo studio, non pone Zineb nelle condizioni di sviluppare le proprie potenzialità e raggiungere successo formativo. • Profilo alunna resiliente: sceglie di impegnarsi, di superare gli ostacoli per raggiungere i propri obiettivi. Potrebbe far tutto questo per qualcuno (genitori o insegnanti). RIFLESSIONI • Terminologia utilizzata veicola stereotipi: «straniero» • Sfide evolutive che Zineb deve affrontare: o Apprendimento di una nuova lingua o Familiarizzazione con nuovi spazi, ritmi e regole o Elaborazione di una duplice identità culturale: considerando il suo background migratorio, giudizi e stereotipi associati alla sua persona, aspettative da parte della comunità e dei genitori. COSA FARE? STRATEGIE DA ATTUARE IN CLASSE • Educazione interculturale: riconoscere le diversità per favorire il dialogo tra culture diverse e quindi migliorare la relazione tra studenti. • Fare attenzione allo studente come individuo per permettere l’integrazione scolastica sia a livello relazionale, sia a livello cognitivo. • Svolgere lavori in coppia o a gruppi costruendo fiducia nei compagni e promuovendo progetti comuni (anche svolgendo attività extra-scolastiche) → favorire la conoscenza reciproca e un clima scolastico positivo. • Dare spazio e senso all’intreccio dei saperi informali e formali attraverso diversi metodi: narrativo; comparativo e del decentramento cognitivo; decostruttivo; del riconoscimento del debito culturale; dell’azione. • Costruzione di un contesto pluriculturale e plurilinguistico. PER L’INSEGNANTE • Decostruire gli stereotipi, andare oltre le semplificazioni per realizzare azioni inclusive. • Occorre «decentrarsi», abbandonare la propria visione etnocentrica per accogliere l’altro → prospettiva per contrasto. • Necessari progetti interculturali legati alla formazione degli insegnanti e degli studenti per favorire il dialogo interculturale → ma… in Italia vige un «modello fantasma». • Occorrono momenti di riflessione collegiale e a piccoli gruppi, costruzione di protocolli di accoglienza, informarsi sul fenomeno migratorio, modificare gli obiettivi didattici e il sistema di valutazione (Zineb è in Italia da un anno, quindi si può fare). • Occorre che garantisca equità e giustizia sociale a tutti i suoi studenti. • Allenarsi al dialogo: affinare il proprio sguardo, lavorare sul proprio lessico, porsi in ascolto. COSA FARE CON LA FAMIGLIA • Dare spazio alla voce delle famiglie: bagaglio di esperienze, credenze e saperi, che possono ampliare i nostri modi di pensare. • Importante il dialogo tra scuola e famiglia perché la relazione migliora la qualità dell’esperienza educativa. La mancata partecipazione incide sul benessere dei bambini. → si deve garantire un dialogo simmetrico. COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA • Importante è la cura degli spazi, dei tempi, dei modi dell’incontro, la scelta del linguaggio, la capacità di mettersi in ascolto usando uno stile comunicativo incentrato sull’altro e non giudicante. • Co-educazione: alleanza tra scuola, famiglia e comunità con uno scopo comune: scelta di obiettivi, co-costruzione di risposte da dare ai bambini, regole. • Proporre programmi educativi bilingue ai bambini e laboratori linguistici extrascolastici ai genitori. TUTTE QUESTE STRATEGIE PERMETTONO: • Un’educazione all’insegna della giustizia sociale: garantire il diritto all’istruzione a Zineb. • Agire realmente verso l’educazione interculturale e un’effettiva integrazione scolastica. • Formare menti multiculturali che sappiano riconoscere modelli culturali differenti dai propri e sviluppare una cittadinanza transnazionale. • Aumentare la conoscenza riflessiva anche sulla propria cultura.