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isolamento passivo esempio monosospensione

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ESEMPIO DI APPLICAZIONE DELL’ISOLAMENTO PASSIVO DELLE VIBRAZIONI:
LA SOSPENSIONE DI UN VEICOLO STRADALE.
1. Premessa
Le ruote di un veicolo sono generalmente connesse al telaio mediante il sistema di sospensione che,
essendo deformabile, garantisce il contatto ruote-suolo anche quando il veicolo ha più di tre ruote
(sistema iperstatico). Le sospensioni sono costituite da un cinematismo, una molla ed uno smorzatore
ed hanno il compito di:
• consentire alla ruota di seguire le irregolarità del profilo stradale senza distaccarsi e quindi senza
che vi sia perdita di aderenza (le asperità della superficie vengono assorbite dalla deformabilità
del pneumatico); in tal modo il pneumatico e la strada possono scambiarsi le forze longitudinali
(traenti e frenanti) e quelle laterali che nascono in presenza di azioni trasversali (forza centrifuga
in curva, vento laterale, pendenza trasversale del suolo, . .) ;
• ridurre le accelerazioni cui sono sottoposti passeggeri ed oggetti trasportati;
• garantire l’assetto desiderato nelle diverse condizioni di marcia.
Le caratteristiche del sistema di sospensione influenzano pertanto sia la tenuta di strada che il confort
di un veicolo. La deformabilità della sospensione può comportare l’insorgere di oscillazioni del
veicolo che devono essere rapidamente smorzate dagli smorzatori (detti anche ammortizzatori).
2. Dinamica della monosospensione
Alcune utili indicazioni sul funzionamento di un veicolo munito di sospensioni vengono fornite dal
modello di monosospensione (o quarter car model, Fig.2.1a) costituito da ¼ della massa del veicolo,
m (massa sospesa), connessa ad una ruota mediante una sospensione di rigidità k e smorzamento  ;
nello schema viene indicato con mw la massa della ruota e degli organi ad essa solidali (massa non
sospesa) e con kw , w la rigidezza radiale e lo smorzamento della ruota con pneumatico.
Il sistema è ha due gradi di libertà; in prima approssimazione e possibile considerare la ruota rigida e
priva di massa risultando: mw  m/10 e kw 10 k. In tal modo si ottiene un sistema ad un sol grado di
libertà, i cui risultati possono considerarsi validi se la frequenza di eccitazione risulta minore della
seconda frequenza naturale del sistema.
Si supponga che la monosospensione proceda in rettilineo, a velocità costante V, su un profilo stradale
onduloso; l’ondulosità del profilo stradale è caratterizzata da una certa periodicità e quindi, in prima
approssimazione, si può considerare la sua armonica fondamentale di lunghezza d’onda L ed
ampiezza Xk (Fig. 2.1b). Tali grandezze dipendono dalla categoria della strada; ad esempio, le strade
con fondo di buona qualità (autostrade,..) presentano una armonica fondamentale avente lunghezza
d’onda pari a circa 5÷10 m ed una ampiezza di circa 5 mm. Lo schema può considerarsi valido se il
diametro della ruota è molto minore della lunghezza d’onda in modo che l’asse della ruota possa
seguire l’andamento del profilo (se risultasse, ad es., L<<D, la ruota toccherebbe solo le creste
dell’onda). Sulle stesse strade vi possono essere dei tratti caratterizzati da una lunghezza d’onda
dell’armonica principale notevolmente maggiore; ciò può accadere, per esempio, sui viadotti per la
presenza dei giunti tra le campate, posti a distanze generalmente comprese tra 25 e 40m.
2
m

k
v
m
k

Xk
mw
kw
w
L
a)
b)
Fig. 2.1
Il profilo stradale impone un moto verticale armonico all’asse della ruota che forza la massa sospesa
m a vibrare con un periodo T che dipende dalla velocità di avanzamento V e dalla lunghezza d’onda
L, risultando: T=L/V. Il moto relativo verticale tra l’asse della ruota e la massa m può valutarsi
immaginando di vincolare la massa m in modo che possa traslare solo lungo la direzione verticale ed
imponendo al profilo stradale un moto orizzontale con velocità orizzontale costante pari a –V
(Fig.2.2).
x
m
k
m


k
v
x(t)
O G
Ok
x k(t)=X kcos( t)
Fig. 2.2
Ci si riconduce allo schema di figura 2.2b; la traccia dell’asse della ruota (Ok) è forzata a muoversi
lungo la direzione verticale con legge armonica:
xk (t ) = X k cost .
Risultando:  =
2
2
=
T
L /V
; corrispondente frequenza vale: f =
V
.
L
Di conseguenza, la massa m assume la seguente legge di moto:
x(t ) = X cos(t −  )
essendo:
- X = Xk A , l’ampiezza del moto (A = coefficiente di amplificazione);
3
-
ϕ, il ritardo di fase del moto della massa x(t) rispetto al moto imposto all’asse della ruota
xk(t);
L’ampiezza del moto della massa sospesa m può desumersi della trasmissibilità dello spostamento,
definita come rapporto tra l’ampiezza dello spostamento imposto alla ruota e l’ampiezza del moto
della massa m. Dallo studio dei sistemi vibranti è noto che la trasmissibilità dello spostamento assume
la seguente espressione:
T=
X
=
Xk
   

1 +  2
  cr n 
2
2
 2     
1 −
 + 2

 2     
cr
n


n 

2
Nella figura 2.3, sono rappresentate le curve della trasmissibilità in funzione del rapporto  / n , per
diversi valori del rapporto di smorzamento :


 =
=
 cr 2 km
Poiché risulta:  / n = f / f n = V /(Lfn ) , si ha che, per un assegnata lunghezza d’onda, la trasmissibilità
di una monosospensione, avente frequenza naturale fn, dipende dalla velocità di avanzamento V.
Dal grafico si evince che:
- indipendentemente dallo smorzamento, la trasmissibilità è sempre unitaria in corrispondenza
del valore 2 del rapporto delle frequenze;
- l'adozione delle sospensioni consente di ridurre la trasmissibilità dello spostamento se il
rapporto delle frequenze è maggiore di 2 ; in tali condizioni la trasmissibilità aumenta al
crescere di ;
- per valori del rapporto delle frequenze minori di 2 , l'introduzione delle sospensioni
incrementa la trasmissibilità degli spostamenti; la presenza dello smorzatore consente di
contenere l’ampiezza X del moto verticale della massa sospesa
- se lo smorzamento assume valore infinito (assenza di sospensione), la trasmissibilità assume
valore unitario per ogni valore della velocità.
4
Fig. 2.3
Al variare della velocità di avanzamento si ha risonanza quando la frequenza f della forzante eguaglia
la frequenza naturale fn del sistema; ciò avviene per un valore della velocità di avanzamento detta
velocità critica di avanzamento:
Vcr = L  f n .
In tali condizioni l’ampiezza dalle oscillazioni della massa sospesa possono essere più o meno
amplificate a seconda dello smorzamento degli ammortizzatori.
Le frequenze fisiologicamente tollerate dall’uomo sono comprese nell’intervallo 12 Hz; per tale
motivo le sospensioni dei veicoli vengono proporzionate in modo che le frequenze naturali ricadano
nell’intervallo suddetto.
Una monosospensione avente frequenza naturale di 1 Hz, che avanza su un profilo armonico con
lunghezza d’onda L=5m, ha quindi una velocità critica pari a: Vcr=5m/s=18km/h; se invece la
lunghezza d’onda del profilo stradale è pari a 30m (es. transito su un viadotto) si ha: Vcr = 30m/s =
108km/h.
Dal diagramma di figura 2.3 si vede che al crescere della velocità di avanzamento l’ampiezza del
moto verticale della massa sospesa tende ad annullarsi; è importante però valutare anche l’andamento
dell’accelerazione verticale al variare della velocità V poiché da essa dipendono le forze d’inerzia
verticali. Al crescere della velocità di avanzamento infatti si riduce l’ampiezza del moto ma aumenta
la pulsazione del moto e di conseguenza il modulo dell’accelerazione X2 della massa sospesa. Per
avere un buon compromesso tra piccola ampiezza del moto e bassa accelerazione si dimostra che il
rapporto cr deve valere circa 0.354.
Esempio di dimensionamento:
Se il veicolo ha una massa M=1200kg, la massa sospesa della monosospensione vale circa: m=300kg.
Per avere una frequenza naturale di 1Hz la rigidezza equivalente della sospensione deve valere:
K=(2*)2 * 300 = 11844 N/m
Scegliendo: c=0.3, si ha:
 =   √𝑚 ∗ 𝐾  =  Ns/m.
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Dal diagramma della trasmissibilità per c=0.3 e per il valore fissato di n=2* si ottiene un
massimo valore di trasmissibilità pari a T= 1.9946 in corrispondenza del rapporto di pulsazione n
= 0.9295
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