caricato da Utente7792

Cesare Beccaria

annuncio pubblicitario
CESARE BECCARIA
(Milano, 15 marzo 1738 – Milano, 28 novembre 1794)
Nome completo: Cesare BECCARIA BONESANA
Padre: marchese Giovanni Saverio BECCARIA BONESANA
Madre: donna Maria VISCONTI da Rho
Studi: presso i Gesuiti, laurea in Giurisprudenza (Pavia, 1758)
Prima moglie: Teresa DE’ BLASCO (sposata il 22 febbraio 1761, contro
la volontà paterna; in breve tempo si riduce in miseria fino a chiedere al
padre la concessione degli alimenti; Teresa muore nel marzo 1774). Due
figlie: Giulia BECCARIA (sarà la madre di Alessandro MANZONI) e
Maria BECCARIA.
Seconda moglie: Anna BARNABA BARBO’ (sposata il 4 giugno 1774).
Un figlio: Giulio BECCARIA.
Carattere e personalità
Come ROUSSEAU è a tratti paranoico con sbalzi d’umore; personalità
indolente e carattere debole, poco brillante e poco portato alla vita sociale.
Lucido però nella presentazione delle sue idee, soprattutto quando scriver.
Produzione
Una sola opera scritta, Dei delitti e delle pene (marzo 1763-gennaio 1764),
in 42 capitoletti, pubblicato dall’editore COLTELLINI di Livorno) che
ispirerà più avanti il codice penale voluto dal Granduca PIETRO
LEOPOLDO DI TOSCANA. Stendhal ha scritto: Milano ha abituato gli
italiani a pensare in europeo; gran parte del merito sta a questo libro di
un 25enne.
DEI DELITTI E DELLE PENE
Scritto da BECCARIA, poi rivisto, integrato e migliorato da Pietro
VERRI. Prima edizione esaurita nell’ agosto 1764 e nel 1765 si arriva alla
terza.
Autore
- non un sovversivo (viene però chiamato socialista dalla polemica
clericale
- figlio di una nobiltà arrogante e altera (che fra l’altro gli crea
problemi per il matrimonio con una borghese)
- vive il dramma del RAPPORTO fra la sua classe e la libertà
intellettuale (così come era accaduto per PARINI e ALFIERI)
- attraverso varie letture si ispira a:
o Enciclopedisti e illuministi: DIDEROT, D’ALEMBERT,
CONDORCET
o Maestri del pensiero : VOLTAIRE, ROUSSEAU
- Non è né un ribelle, né uno spirito coraggioso, ma un cattolico
integrale, un buon suddito del suo Principe (Jemolo).
Opera, questa, frutto:
- del clima culturale di:
o Milano illuminista
o Il caffè di Pietro VERRI
o Aperture europee del Riformismo settecentesco
- ma non di una revisione sconvolgente della vita pubblica e civile.
1. Poche pagine, ma quasi un manifesto.
2. E’ una condanna della tortura e della pena di morte
3. E’ scritto con mano sicura da un uomo con scarse nozioni giuridiche
(la laurea pavese l’ha presa senza entusiasmo!), il che ha fatto anche
porre il problema: opera sua o di un collegio di autori? (in pratica:
è una finzione di un vasto movimento associativo?)
4. Viene stampato:
a. Non a Milano (per limiti e veti alla circolazione del pensiero,
durante la dominazione austriaca)
b. Ma - per evitare la censura - a Livorno (porto sicuro di rifugiati
politici e religiosi), nel luglio 1765.
5. Il libro circola subito in tutta EUROPA (da Parigi a Pietroburgo),
soprattutto nell’edizione francese dell’editore André MORELLET,
stampata due volte nello stesso anno 1766.
Considerazioni critiche
a. Libro e autore rappresentano un’ UNITA’ INSCINDIBILE (al
punto che BECCARIA viene convocato a Parigi, così che l’
Encyclopédie verrà anch’essa stampata a Livorno).
b. L’Autore resta UMILE:
- Rientra da Parigi a Milano per nostalgia di moglie,
famiglia e casa
- Respinge un invito di CATERINA DI RUSSIA che
intende fargli rivedere tutta la legislazione criminale russa
- Si limita a restare a Milano, dove è:
 Funzionario
 Professore (non di scienza criminale, ma di
ECONOMIA POLITICA, una cattedra istituita per
lui, detta di Scienze camerali alle Scuole Palatine di
Milano, dal 1° gennaio 1768).
Posizioni politiche
Le parole che lo identificano al meglio sono ragione e umanità.
1. RAGIONE
- Riscoperta dagli Illuministi, si identifica con la virtù:
Qualunque tu sii, o chimera o verità, vieni, virtù, a
invilupparti nella mia scienza (BECCARIA, ispirato alla
Nouvelle Heloise di ROUSSEAU).
- E’ la ragione che si oppone a miti e tabù di una tradizione
dogmatica.
(Calamandrei sostiene che BECCARIA fu nel campo della
legislazione penale, essenzialmente un moralista e un
rivoluzionario)
2. UMANITA’
Sempre Calamandrei: uomo d’azione che da sé solo, armato di quel
piccolo libro, abbatté i patiboli e scardinò le porte delle prigioni per
far penetrare un raggio di umana pietà.
Il dogma morale è l’amore dell’umanità.
Quest’opera è:
- Per la causa dell’umanità (BECCARIA)
- Per seguire la filosofia del cuore, al di sopra di quella
dell’intelletto.
Valutazione di Giovanni Spadolini:
 La parola “umanità” genera l’aggettivo “umanitario”.
 Solo l’attacco ai princìpi rivoluzionari del 1789, a cavallo fra
le due guerre, trasforma questa parola in espressione
dispregiativa e beffarda.
 In tempi di realismo politico, diventa diffusa e corrente la
facile satira contro i filantropi delle loro ipocrite
svenevolezze, indegne dei popoli che sono o si credono forti
(Calamandrei)
 Tutto ciò fino alla suprema aberrazione della “razza eletta”.
 Da questo vedere riflessa nella libertà di ogni uomo la
propria libertà nasce quel mazziniano senso della giustizia
di cui furono alimentati i sacrifici che fece il nostro
Risorgimento.
 Là dove manca in questo modo l’umanità, che è insieme
amore delle eguali libertà per tutti gli uomini, anche l’amor
di patria diventa abominevole terrorismo di razza.
(Calamandrei)
Siamo all’origine del nuovo umanesimo laico.
La distinzione che BECCARIA fa fra delitto e peccato avvia uno dei più
essenziali processi di secolarizzazione del mondo moderno.
Reazione all’opera
- La prima viene dalla FRANCIA: Parigi, capitale ideale
dell’Europe raisonnable, diventa la città speculare della
Milano di BECCARIA:
a. Nel 1763, egli scrive il suo Traité sur la tolérance
per condannare il fanatismo legato a una
legislazione penale arcaica e oscurantista. (Casus
belli, l’ affaire Calas: caso giudiziario di un
protestante condannato a morte per aver ucciso –
forse – il figlio convertito al Cattolicesimo).
b. Nell’ estate 1764, il giovane autore milanese
redige un Commentaire all’opera, uscita anonima
dalla tipografia livornese dell’abate
COLTELLINI.
- Pian piano è coinvolta tutta l’ EUROPA.
 Fate che i lumi accompagnino la libertà, esorta
BECCARIA.
- VOLTAIRE la definisce un piccolo libro che vale in
morale quanto valgono in medicina quei pochi rimedi che
sono atti a dare un sollievo ai nostri mali.
La posizione di Milano
1. Milano è la città italiana delle prime riforme civili
2. Con Pietro e Alessandro VERRI e BECCARIA (tre amici
inseparabili anche dal punto di vista ideologico), questa città stimola
la cultura d’Oltralpe con nuovi fermenti.
3. Essa ha una sintonia stretta con Parigi: un Illuminismo razionalista e
antidogmatico/antisuperstizioso che, influenzato dal Cristianesimo,
diffonde il nuovo senso di uguaglianza umana e di solidarietà
sociale senza i quali “nessuno può dirsi cristiano”.
Un paradosso
1. BECCARIA è accusato, per il suo libro, di offesa ai dogmi della
Chiesa.
2. Il monaco vallombrosano Ferdinando FACCHINEI, dal canto suo
difende la pena di morte in difesa del dogma. Nel 1765 pubblica le
Note e osservazioni sul libro intitolato Dei delitti e delle pene, che
contribuiscono a far mettere il trattato di BECCARIA all’ Indice dei
libri proibiti nel 1766, a motivo della distinzione fra peccato e reato.
Per il religioso, BECCARIA ha offeso la religione e l’autorità
sovrana.
a. Dopo che l’Autore si spaventa temendo un processo per eresia,
i fratelli VERRI lo confortano e pubblicano una Risposta allo
scritto del monaco.
Origini dell’opera
Sono individuabili nel Discorso sulla vita e le opere di Beccaria (1854) di
Pasquale VILLARI (edizioni LE MONNIER), che ne cura la prefazione
all’opera:
1. Studio della filosofia classica che delude BECCARIA (osservandone
gli aridi sillogismi che nascondono il vero più che svelarlo)
2. Studio della letteratura, in cui l’Autore vede solo imitazioni delle
frasi cui i maestri vogliono piegare il discepolo.
3. Scoperta delle Lettres persanes di MONTESQUIEU (a 22 anni):
a. BECCARIA si sente nato per la filosofia, ma per una filosofia
diversa (derivata dall’Illuminismo francese):
- Io devo tutto a me stesso… ai libri francesi:
D’ALEMBERT, DIDEROT, HELVETIUS, BUFFON,
nomi illustri che non possono sentirsi pronunziare senza
essere commosso (Beccaria).
 C’è già un incontro fra ITALIA e EUROPA.
4. L’amicizia e la frequentazione dei fratelli VERRI : Alessandro, per il
suo ufficio di protettore dei carcerati, ha spesso l’occasione
stigmatizzare i frequenti errori giudiziari, l’irregolarità dei
processi e la crudeltà delle pene, oltre all’abuso della tortura,
l’incertezza delle prove e degli indizi, insomma lo stato deplorevole
del diritto e della procedura penale.
Il pensiero
1. Influenzato soprattutto da LOCKE, HELVETIUS, ROUSSEAU e
CONDILLAC (sensismo), ma soprattutto dagli Enciclopedisti,
VOLTAIRE e DIDEROT.
2. Parte dalla teoria contrattualistica del diritto (ispirata al Contratto
sociale di ROUSSEAU), secondo cui la società si basa su un
contratto sociale teso a:
a. salvaguardare i diritti degli individui
b. garantire così l’ordine.
3. Il delitto è in pratica definito come una violazione del contratto
(visione laica) e non come offesa alla legge divina (versione
religiosa).
4. La società gode pertanto di un diritto di autodifesa, da esercitare in
misura proporzionale al delitto commesso (principio del
proporzionalismo della pena).
5. Accantona parzialmente la tesi umanitaria di VOLTAIRE, volendo
dimostrare pragmaticamente l’inutilità della tortura e della pena di
morte, più che la loro ingiustizia.
6. Sposa la teoria utilitaristica : utile come movente e metro di
valutazione di ogni azione umana. (Se dimostrerò non essere la
morte né utile né necessaria, avrò vinto la causa dell’umanità,
Beccaria).
7. Sostiene la laicità dello Stato
8. Adotta come metodo di indagine quello analitico-deduttivo (proprio
della matematica)
9. L’esperienza è da intendersi in termini fenomenici (approccio
sensista).
10.
L’uomo è una macchina intelligente capace di razionalizzare le
pulsioni che la sua natura edonistica gli stimola sottoforma di
“fluidi”. Il legislatore, da abile architetto, deve predisporre sanzioni e
premi in funzione preventiva, tenendo sotto controllo tali fluidi. La
sanzione, comunque, per BECCARIA, deve essere idonea e sicura a
garantire la difesa sociale, ma nel contempo mitigata e rispettosa
della persona umana.
Posizione sulla pena di morte
Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica
volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse
medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un
pubblico assassinio (Beccaria)
La pena di morte, una guerra della nazione contro un cittadino, è
inaccettabile perché il bene della vita è indisponibile, quindi sottratto alla
volontà del singolo e dello stato.
Inoltre, essa:
- Non è un vero deterrente
- Non è assolutamente necessaria in tempo di pace.
Lo stesso criminale teme più l’ergastolo o una schiavitù rispetto alla morte
comminata per legge.
A chi assiste a un’esecuzione, poi, la pena di morte può:
a. Apparire come uno spettacolo: e così indurisce gli animi, rendendoli
più inclini al delitto
b. Suscitare compassione: così non rafforza il senso di obbligatorietà
della legge e il senso di fiducia nelle istituzioni.
Eccezioni per BECCARIA:
Il ricorso alla pena capitale può essere necessario solo quando
l’eliminazione del singolo sia il vero e unico freno per distogliere gli altri
dal commettere delitti (come per gli istigatori di tumulti o tensioni sociali),
ma ciò potrebbe verificarsi solo in due casi:
1. Il soggetto fosse un individuo molto potente
2. In caso di guerra civile
Esempio esplicativo di tali eccezioni:
 LUIGI XVI: condanna richiesta da Maximilien de ROBESPIERRE
(all’inizio contrario alla pena capitale, ne fece poi un uso
spropositato).
o BECCARIA prende per questo le distanze, da Illuminista
moderato, dalla Rivoluzione Francese dopo il 1793.
Posizione sulla tortura
L’Autore definisce la tortura l’infame crociuolo della verità e la confuta
con varie argomentazioni:
- Essa viola la presunzione di innocenza, perché un uomo
non può chiamarsi reo fino alla sentenza del giudice
- Consiste in un’afflizione, dunque è inaccettabile:
 se il delitto è certo, porta alla pena stabilita dalla
legge
 se è incerto, non si deve tormentare un possibile
innocente
- Non è operativa perché induce a false confessioni (l’uomo
stremato dal dolore, arriverà ad affermare il falso per non
soffrire ulteriormente)
- E’ posto addirittura in condizioni peggiori del colpevole
- Non porta all’emenda del soggetto, né lo purifica agli
occhi della collettività
Caratteri della sanzione
La sanzione da comminare deve possedere alcuni precisi requisiti:
1. Prontezza: la vicinanza temporale dalla pena al delitto
2. Infallibilità: certezza della risposta sanzionaria da parte delle
autorità
3. Proporzionalità: in rapporto al reato, ma difficile da realizzare
(anche se auspicabile). Per ottenerla, bisogna tener conto di alcuni
fattori:
a. Danno subito dalla collettività
b. Vantaggio che comporta la commissione di tale reato
c. Tendenza dei cittadini a commettere tale reato.
4. Durata: deve essere adeguata
5. Pubblica esemplarità: la destinataria vera della sanzione è la
collettività, che constata la non convenienza all’infrazione
6. La minima delle possibili nelle date circostanze
Assolutamente da bandire è la vendetta
Le amnistie e la grazia possono essere usate ma con cautela.
Dunque, il fine della sanzione:
- NON E’ quello di affliggere
- MA E’ quello di:
 Impedire al reo di compiere altri delitti
 Intimidire gli altri dal compierne altri.
Dunque per BECCARIA una dolcezza della pena è da contrapporsi a una
pena violenta.
Cronologia essenziale
1. 1762: scrive e pubblica a Lucca (stimolato da Pietro
VERRI) il saggio Dei disordini e dei rimedi delle
monete nello Stato di Milano nel 1762
2. 1770: Scrive il saggio Ricerche intorno alla natura
dello stile (idea forte: la scrittura agisce sulle
passioni)
3. 29 aprile 1771: eletto Consigliere del Supremo
Consiglio dell’Economia
4. 17 gennaio 1791: membro della Giunta per la
riforma del sistema giudiziario civile e criminale
5. 1804: stampa postuma degli Elementi di economia
pubblica
Morte
Cesare BECCARIA muore a Milano il 28 novembre 1794 a 56 anni, per
un colpo apoplettico. Al suo funerale è presente il nipote Alessandro
MANZONI.
Sepolto nel Cimitero della Mojazza, fuori Porta Comasina, in una
sepoltura popolare (accanto a Giuseppe PARINI).
Citazioni significative
i. BECCARIA ha liquidato gli ultimi avanzi di barbarie
(Voltaire)
ii. Questo libro basta ad assicurare all’autore un nome
immortale. Che filosofo! Che verità! Che logica!
(D’Alembert)
iii. Sarebbe colpa il rimanere insensibile al merito di un
concittadino, che con calda e animosa filosofia osò
perorare la causa degli uomini peggio trattati, e la
perorò non senza pericolo e con esito felice: la tirannia
ne impallidì: l’umanità palpitante fece ascoltata la sua
voce: gli strazi, le torture, le atrocità furono tolte o
diminuite in tutte le procedure: e questa è l’opera di un
libro solo (Pietro Verri)
iv. Il trattato di BECCARIA è non più che una cosaccia
scritta molto bastardamente (Giuseppe BARETTI)
Scarica