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L'Italia industriale

L’Italia
industriale
Classe 5^CL anno scolastico 2014/2015
INDICE:
• STORIA DELL’INDUSTRIA ITALIANA DALL’UNITÀ AI GIORNI
NOSTRI
• FOCUS: DAL DOPOGUERRA AL BOOM ECONOMICO
• FOCUS: DEINDUSTRIALIZZAZIONE
• INDUSTRIA TESSILE ITALIANA DALLE ORIGINI AI GIORNI
NOSTRI
• DALL’UNITÀ D’ITALIA AI GIORNI NOSTRI: BREVE STORIA DELLE
INFRASTRUTTURE
• LA MOTORIZZAZIONE
• IL CAPITALE UMANO
• IL PROGRESSO TECNOLOGICO: UN RAPPORTO SEMPRE PIU’
STRETTO CON LA SCIENZA
• SITOGRAFIA
• BIBLIOGRAFIA
STORIA DELL’INDUSTRIA
ITALIANA
DALL’UNITÀ AI GIORNI
NOSTRI
Situazione pre-unitaria
L’Italia era un paese



agricolo
sottosviluppato
economia
frammentata
Nord
Sud
(latifondo)
1861: Unità d’Italia
1861: Regno d’Italia
Si impone
l’economia
piemontese
Si avvia l’industrializzazione
del paese
Emerge maggiormente
La differenza tra
Nord e Sud
1860-1880
Organizzazione industriale ancora di tipo artigianale
(arretrata)
politica liberista
Crescita industriale lenta
Dal 1878 politica protezionistica
La grande depressione
1873-1885
Paese arretrato
banche miste investono sull’economia
industriale nascente
(edilizia, ferrovie, prodotti primari)
Colpite dalla crisi europea
Adottate misure protezionistiche
Dal 1894 al 1907
Organizzazione moderna dell’industria
-Finanziamenti bancari
-Uso di energia elettrica
Aumento della produzione
Industriale italiana
Età giolittiana
• Decollo industriale  crescita settentrionale
(triangolo produttivo)
 fuga migratoria del Sud
 aumento produzione italiana
industriale
 crescita industria chimica,
elettrica, siderurgica,
idroelettrica (carbone
bianco), automobilistica
 sviluppo economico
 esportazioni di prodotti
industriali
1907: crisi finanziaria
Periodo di recessione economica
Alcune banche dichiarano bancarotta
Si diffonde il panico (del 1907)
Assalto agli sportelli
Prima guerra mondiale
Economia di guerra  Industria bellica (armi)
 Crescita settore meccanico,
siderurgico e chimico
 Sviluppo maggiore dell’area
nord-ovest
Biennio rosso (1919-1920)
Rivendicazioni da parte di
●
●
contadini
operai
Occupazioni fabbriche
Appoggio del Partito
Comunista italiano
Consigli di fabbrica
=
maturazione politica dei
lavoratori
Classi medie
Status minacciati dai
tumulti
Inflazione erode i loro
risparmi
Si erano riconosciuti nel
mito della guerra e
nella propaganda
nazionalista
Fondazione dei Fasci di
combattimento (1919)
Da parte di Benito
Mussolini
●
●
Combattentismo e
nazionalismo
Ex socialista
Espulso dal partito
a causa del suo
interventismo
Possidenti agrari usano
i Fasci per contrastare
le leghe di braccianti
1921
Partito Nazionale Fascista
Forze liberali si servono
dei Fasci contro il
movimento operaio
●
●
Cerca consensi nella
Chiesa e nella monarchia
Violenza organizzata
Spedizioni punitive
contro sedi sindacali
e di partito
Marcia su Roma (1922)
Emanuele III° incarica
Mussolini di formare
un nuovo governo
Inizio costruzione di un
regime totalitario
Prima fase liberista
(1922-1925)
●
●
●
●
●
●
Incoraggiata la libera concorrenza
Riduzione regolamentazioni economiche e
restrizioni al commercio
Riduzione tasse
Approvazione riforma fiscale favorente i grossi
capitali
Contenimento salari
Erogazione di crediti per agevolare la produzione
e gli investimenti
Passaggio da capitalismo di matrice liberale
(fondato su concorrenza e auto-organizzazione)
A capitalismo monopolistico
(lo stato si configura come organizzatore
dell'offerta e regolatore della domanda)
Svolta protezionista e
nazionalista (1925-1926)
●
Corporativismo
●
Dirigismo
●
Autarchia
Crisi Economica (1929)
Cause interne
●
Effetti depressivi della
rivalutazione della lira
Cause internazionali
●
'‘Giovedì nero'' (crollo
della borsa di Wall
Street)
●
●
●
●
●
Fallimento fabbriche
Aumento esponenziale della disoccupazione (da
300.000 a 1 milione)
Tagli ai salari
Produzione industriale scende del 15-25% (picchi
nelle industrie tessile, metallurgica e meccanica)
Intreccio fra banche e industria minaccia di
saltare
Creazione dell'Iri (1933)
IRI: istituto per la
ricostruzione industriale
Mette a disposizione
capitali pubblici
impedendo collasso
delle banche
Rileva pacchetti azionari
e partecipazioni
industriali
Lo stato diventa
proprietario di
imprese e banche
Statalizzazione del
sistema finanziario
Statalismo o dirigismo
= primato dello stato sulla società
Lo stato ha una posizione centrale
nell'economia del paese, controllando
produzione e collocamento risorse
''quota 90''
●
Rivalutazione della lira
●
Politica deflazionistica
●
●
Ridurre circolazione
moneta
Ridurre credito di
aziende e famiglie
Corporativismo
Piano ideologico:
●
●
Socializzazione
Collaborazione di
classe
Piano pratico:
●
●
Distruggere lo stato
liberale e il
movimento operaio
Repressione (e poi
abolizione) di
sindacati e scioperi
''Leggi fascistissime''
Scioglimento partiti e
sindacati
Capacità contrattuale
riconosciuta solo ai
sindacati fascisti
Confederazione dei
sindacati fascisti
Autarchia
= autosufficienza economica
Introdotta a causa delle
sanzioni economiche
imposte dalla Società
delle Nazioni
Ridurre il deficit
commerciale e i costi
della dipendenza
dall'estero
''piani autarchici'' del 1935-1937:
orientare verso il mercato interno investimenti e
produzione
Aspetti positivi
●
●
Sanzioni non
riguardano carbone e
petrolio
Sviluppo della ricerca
scientifica (chimica)
Aspetti negativi
●
●
Vengono a mancare
rifornimenti di
materie prime
Prodotti autarchici
hanno qualità
inferiore
Industria italiana della
seconda guerra mondiale
1936-39:aumento della produzione industriale
italiana (87% del 1934 107% del 1938) nel
settore:
 Meccanico (134%)
 Chimico (129%)
 Energetico (157%)
Ribasso nel settore tessile (83%)
Seconda Guerra Mondiale (1940-1945): aumento
produzione industriale italiana,+23%,nella costruzione di:




Siluri
Aerei
Armi
Carri armati
I settori protagonisti
dell’incremento
produttivo:
 Meccanico (197%)
 Elettrico ( 207.6%)
I settori minacciati
 Tessile (58.9%)
 Edilizio(36.3%)
:
1942: l’indice generale di produzione scende del 91%
Cause principali del ribasso:
 Bombardamentidanni ai trasporti e poli industriali
 Legislazione industriale di guerradivieto di
esportare materie prime e produrre beni non essenziali
1945: industrie maggiormente colpite dalla
guerra:





Siderurgica
Metallurgica
Petrolifera
Cantieristica
Elettrica
1946: stanziamento di 109 Milioni per la
ripresa industriale costante nel biennio
successivo(+ 65%)
Difficoltà del rilancio industriale italiano:
 Adeguamento dei costi interni rispetto a quelli
internazionali
 Riorganizzazione del sistema industriale
 Conversione dell’industria bellica pacifista
Industria del miracolo
economico
Con l’espressione “MIRACOLO ECONOMICO”, si
intende il periodo di sviluppo economico
caratterizzante gli anni ‘50 e ’60
FOCUS: DAL
DOPOGUERRA AL
BOOM ECONOMICO
Conseguenze del miracolo economico:
 Aumento produzione industriale (+31.4%):
autovetture 89%, meccanica di precisione 83%, fibre
tessili 66.8%
 Aumento del PIL : 1913-1950
1950-1970
1.3
5.4
 Dualismo:
 settore metallurgico: innovazioni-esportazioni
 tradizionale(alimentari, vestiario) esportazioni
(44%
33%)

Aumento reddito nazionale
 Aumento esportazioni(62.3% Europa/20% America)
 Consumismo: frigorifero, lavatrice, televisione,
auto
 Aumento energia elettrica
 Baby boom
 Divario Nord-Sud
Agricoltura
Industria
urbanizzazione interna
aumenta (33.2%
41.6%)
La crisi economica più
lunga (1962-1975)
• Situazione economica italiana territorialmente
disomogenea
• Istruzione parziale e arretrata e carenza di
strutture ed insegnanti
• Alti indici di disoccupazione, di lavoro minorile, di
emigrazione e salari bassi
• Sessantotto italiano: rivolte e
scontri, occupazione di istituti
e lotte sindacali
Stagflazione : inflazione e stagnazione
Termine del sistema di Bretton Woods (1971)
Primo shock petrolifero (1973)
Crescita del costo delle materie prime e del
lavoro
• Politica di svalutazione sistematica della lira
•
•
•
•
• Aumento della presenza di gruppi pubblici
• Aumento del fatturato di imprese a capitale
straniero
• Fallimento dei finanziamenti all’industria
• Sottocapitalizzazione, bassa capacità tecnologica,
provincialismo
• Riduzione del capitale di rischio e indebitamento
bancario
Ristrutturazione industriale
(1975-1985)
• Attentati terroristici-mafiosi
• Scioperi
• Permanenza della disomogeneità economica
territoriale in Italia
• Crisi economica
• Diminuzione del PIL e discesa dell’inflazione
dovuti alla stagflazione
• Entrata in vigore del Sistema Monetario Europeo
SME (1979)
• Secondo shock petrolifero
• Aumento della spesa pubblica e della pressione
fiscale
• Da economia di massa ad economia di scopo
• Inizio del mercato di esportazione
(internazionalizzazione e globalizzazione della
concorrenza)
• Destrutturazione delle imprese
• Formazione di holding e distretti industriali
Politiche nazionali e rilancio
europeo (1985-1996)
•
•
•
•
Lotta alla mafia
Disordine sociale ed economico internazionale
Spinta inflazionistica
Forti aumenti salariali
• Crisi economica
eccesso di capacità produttiva
domanda stagnante
• Piano di bilancio europeo (1985)
• Trattato di Maastricht (1991)
• Uscita dalla SME (1992)
• Super svalutazione
della lira
• Privatizzazione delle imprese pubbliche e del
sistema bancario
• Franchising
• Non più indebitamento bancario MA società
quotate nei mercati internazionali
Privatizzazione
(1996-2001)
• Entrata nell’Unione Europea
• Diminuzione della classe media e aumento
delle famiglie in situazione di povertà
• Elevati tassi di immigrazione
• Sviluppo della borsa
• Oltre ¾ di occupazione data dalle piccole o
medie imprese
• Scatole cinesi
• Privatizzazione o liquidazione di imprese e
liberalizzazione dei servizi pubblici
• Società italiane interessate in settori non
innovative, basso contenuto tecnologico e
investimenti insufficienti
• Imprese italiane ancora a nocciolo familiare o
parentale
• Staticità
• Riduzione delle già piccole imprese italiane
Ultimo ventennio
(2001-2015)
• Entrata in vigore dell’euro
• Fase di declino con scarsa crescita del PIL e della
produttività e stagnazione
• Recessione e crisi economica (2008)
• Forte immigrazione
• Dualismo sempre più marcato tra imprese
operanti nel mercato internazionale e imprese
vincolate al mercato interno
• Diffusione di medie imprese
• Nascita di multinazionali tascabili
“Quarto capitalismo”
• Scarso investimento di ricerca e sviluppo
• Precarizzazione del lavoro
• Perdita di competitività nel mercato sempre più
globalizzato
• Eccessiva dipendenza dalle materie prime
• Ridotta meritocrazia
• Eccessiva burocratizzazione
• Pressione fiscale
• Processo di deindustrializzazione
Deindustrializzazione
• Delocalizzazione: fuga di capitali e aziende
all’estero
• Privatizzazione
spreco di ingenti capitali
consegna di imprese ad alta
tecnologia nelle mani di
investitori stranieri
• Alti tassi di disoccupazione
FOCUS:
DEINDUSTRIALIZZAZIONE
FOCUS: DAL
DOPOGUERRA AL BOOM
ECONOMICO
Economia e politica del post
guerra
L’ Italia del dopoguerra è caratterizzata da:
Criminalità
La volontà di ricostruzione dei cittadini italiani, seppur
forte, era stroncata dalla situazione economica:
Si verifica una ripresa dell’ attività politica e sindacale.
Vengono ricostituiti i vecchi partiti e ne sorgono di nuovi
Nel 1944 nasce la Cgil unitaria e vengono riorganizzate
Confindustria e Confagricola.
Gli affari di maggior
rilievo erano,
comunque, gestiti
dagli alleati.
Elezioni politiche italiane
2 giugno 1946
Prime elezioni dopo il periodo di dittatura fascista, in
cui votarono anche le donne.
Si votò per:
Risultati del voto:
1. Il Referendum
istituzionale, che
doveva
determinare la
forma dello stato,
decretò la sconfitta
della Monarchia a
vantaggio della
Repubblica.
2. In seguito all’elezione dei componenti
dell’Assemblea Costituente, entrò in vigore la nuova
Costituzione della Repubblica Italiana.
Ci fu la vittoria del partito centrista della Democrazia
Cristiana, guidato da Alcide De Gaspari.
Esso poteva godere di un
consenso di massa,
contando sull’appoggio
della Chiesa e degli Stati
Uniti d’America.
L’elettorato di sinistra si divise tra Partito Socialista
Italiano di Unità Proletaria e Partito Comunista
Italiano, ottenendo il 40% dei voti.
Il piano Marshall (ERP)
Che cos’è l’ERP?
Gli effettivi benefici registrati
• Aumento del 30% della
formazione lorda interna di
capitale;
• aumento produzione e
produttività agricola e
industriale;
• aumento del 66% delle
esportazioni europee
occidentali.
In che misura la ripresa è dovuta effettivamente all’ERP?
Il giudizio degli storici si suddivide in tre filoni:
I sostenitori:
I revisionisti:
considerano
l’ERP essenziale
per la rimozione
di tutti gli
ostacoli alla
ripresa europea.
-sostengono che
la ripresa
autonoma
dell’Europa fosse
già in atto prima
dell’ERP;
-ridimensionano
l’importanza del
contributo
americano.
Storici
contemporanei:
supportati da studi
recenti, giudicano
l’ERP insufficiente
per la ripresa
economica
europea.
Creazione dell’OECE
OECE: il maggiore propellente
per il boom economico
abolisce le restrizioni
commerciali fra i
Paesi europei aderenti
al Piano
favorisce l’integrazione
europea dei mercati
finanziario e del lavoro
Vigilia elezioni politiche 1948
Per evitare una possibile vittoria dell’opposizione:
1. La Chiesa arrivò a
irrogare la
scomunica contro i
comunisti italiani.
2. Gli Stati Uniti
mobilitarono
qualsiasi risorsa:
aiuti alimentari,
valorizzazione
dell’amicizia con
l’Italia, pubblici
appelli.
In risposta a questo viene costituito il Fronte
Democratico Popolare.
Per la prima volta la propaganda cartellonistica svolge
un ruolo importante.
Esito delle elezioni
Vittoria della
Democrazia
Cristiana:
Maggioranza
in Parlamento
Governo con
partiti di
democrazia laica
e socialista (Pri,
Pli, Psdi) guidato
da De Gasperi.
Cause della vittoria
1. I salariati erano
numericamente inferiori
alla sommatoria del non
salariati, degli
impiegati, dei
professionisti, dei
negozianti e dei piccoli
proprietari immobiliari.
2. Il voto politico
femminile, da poco
introdotto, era
condizionato dal
richiamo della Chiesa.
L'attentato a Togliatti
l 14 luglio 1948
Togliatti viene
gravemente
ferito da quattro
colpi di arma da
fuoco sparatigli
da un giovane
studente di
destra
La notizia dell'attentato si diffuse rapidamente nel
paese, suscitando immediate e spontanee reazioni
da parte dei militanti comunisti
Alcuni momenti di vera
e propria guerra civile
Sciopero generale
che bloccò il lavoro
nelle fabbriche
Manifestazioni e scioperi con
blocchi stradali e scontri.
Alla fine si contarono 16 morti (9 tra le forze
dell'ordine e 7 fra i dimostranti) e centinaia di feriti.
Per portare allo sviluppo industriale, stemperando la
forte resistenza dell’opposizione senza mettere a
repentaglio la maggioranza, si ricorse a una sorta di
“Riformismo apprensivo”
(definito così da Giorgio Mori)
1. Democrazia protetta
Vista dai dirigenti
della sinistra come
rinuncia allo
sviluppo
dell’industria
2. Politica per la liberalizzazione degli scambi con
partecipazione all’OECE
Rimane comunque in vigore la tariffa doganale
(1950) caratterizzata da un assetto protezionistico
3. Intensificazione dell’erogazione di “contributi di
produzione”
4. Sostegno privilegiato
all’edilizia abitativa
Vantaggio per molti
settori industriali
collegati ad essa
5. Provvedimenti volti ad
aggredire l’ancora
residente struttura
proprietaria e produttiva,
non solo al Sud.
Quasi 2 milioni
di ettari trasferiti
nelle mani di
coltivatori diretti
6. Istituzione della
Cassa del
Mezzogiorno
Dotare la regione delle
necessarie infrastrutture
Finanziare
sviluppo
industriale
7. Nuova legge tributaria
più equa distribuzione
del carico impositivo
giovò alle imprese più
dinamiche
Cause del boom economico
• Industrializzazione
• Aiuto alle regioni del sud con la «Cassa del
Mezzogiorno»
• Riforme dell’agricoltura
• Grande slancio dell’edilizia (+127%)
• Passaggio a un economia legata alle dinamiche dei
mercati europei
• Migrazione
• Spostamento della forza lavoro dal settore
agricolo a quello industriale
Incidenza di agricoltura e
industria sul PIL
Industria
Espansione
soprattutto nel
Nord-Ovest
I contadini
abbandonano
le terre per
lavorare
Introduzione di nuove
tecniche di produzione
Cassa del Mezzogiorno
Favorisce il crescere degli investimenti nel sud Italia,
soprattutto nei settori:
• Industriale
• Dei servizi
Migrazione
Tra il 1958 e 1963 oltre
un milione e mezzo di
italiani espatria per
trovare lavoro nei paesi
europei.
Il nuovo stile di vita
Grazie all’aumento dei
salari e al
miglioramento dello
stile di vita, iniziano a
cambiare i
comportamenti
quotidiani degli italiani
ed entrano nelle loro
case i beni di consumo
durevole.
Grazie alla recente
diffusione delle nuove
automobili e
all’ampliamento
autostradale, esplode il
fenomeno delle vacanze
di massa.
FOCUS:
DEINDUSTRIALIZZAZIONE
Che cos’è?
La deindustrializzazione è la riduzione o lo
spostamento di un’attività industriale.
I fattori della deindustrializzazione sono
principalmente:
• progresso tecnologico;
• deficit delle esportazioni;
• trasferimento di attività in altri paesi;
• automazione delle linee di montaggio;
• calo del prodotto interno lordo.
La crisi in Italia
Il processo di deindustrializzazione inizia a partire
dagli anni ‘80 per sfociare nella grande crisi del
2007-2008.
Le principali cause che sono state evidenziate
sono:
 inefficienza della pubblica amministrazione;
 alti costi energetici;
 problemi di accesso al credito;
 scarsa spesa in ricerca e innovazione;
 aumento dei salari lordi nominali.
La crisi attuale italiana si inserisce in un trend
di tipo ribassista e i principali elementi d’influenza
che hanno contraddistinto gli ultimi decenni sono:
a) l‘adozione della moneta unica europea dell’1
gennaio 2002;
b) la crisi finanziaria degli Stati Uniti del 2008;
c) l’esplosione della crisi del debito sovrano
italiano, nel 2011.
a) Prima dell’introduzione dell’euro:
 il modello dello sviluppo dell’economia italiana
era basato su:
-esportazioni;
-svalutazione competitiva della lira.
 l’economia e il saldo della bilancia commerciale
erano in crescita;
 Le aziende italiane erano competitive sul
mercato internazionale per:
-prezzi inferiori rispetto alla concorrenza (lira
moneta debole);
-qualità e made in Italy.
In seguito all’adozione dell’euro si ha:
 l’inizio del processo di globalizzazione dei
mercati delle economie;
 sviluppo del processo di internazionalizzazione
delle aziende italiane:
-è più conveniente portare prodotti semilavorati
all’estero in quanto si ha la diminuzione dei costi;
-le aziende più piccole falliscono;
-le aziende più grandi avviano processi di
delocalizzazione in paesi a basso costo di
manodopera.
b) La crisi dei mutui subprime è una crisi
finanziaria nata nel 2006 negli Stati Uniti in
seguito all’erogazione da parte delle banche di
prestiti ad alto rischio finanziario in favore di clienti
a forte rischio debitorio.
L’erogazione dei mutui subprime porta a:
 incremento degli acquisti nel settore
immobiliare;
 aumento della richiesta;
 impennata dei prezzi e dei valori delle abitazioni
nel 2007  bolla immobiliare;
 investimento del ricavato attraverso pacchetti
introdotti dalle banche sul mercato finanziario
mondiale (cartolarizzazione).
La bolla immobiliare
porta:
• al decremento della
domanda, seguito
dalla diminuzione del
valore delle abitazioni;
• al pignoramento
dell’immobile che,
essendo in fase di
svalutazione, non
permette alle banche
di rientrare nella
somma erogata 
mancanza di liquidità
 crollo delle banche
d’investimento
(Lehman Brothers).
Sede della Lehman Brothers,
New York
Le cause del fallimento delle aziende in rapporto
alla crisi:
mancanza improvvisa
di liquidità
•
-le banche, essendo in
crisi non concedono
finanziamenti
-le aziende sono
impossibilitate al
pagamento dei fornitori
e degli stipendi 
fallimento;
• pressione fiscale che
affligge le aziende.
Gli effetti sono:
 un rallentamento nel settore immobiliare;
 un aumento delle rate e delle insolvenze;
 incremento del numero di pignoramenti e delle
vendite immobiliari, generando così un aumento
dei prezzi.
In Italia, gli effetti principali derivati dallo
sgonfiamento della bolla finanziaria negli USA
sono:
 il reddito nazionale si è ridotto dal 2007 ad oggi di
quasi il 10%;
 la produzione industriale è diminuita di più di un
quarto;
 il debito pubblico è salito oltre il 130% in rapporto al
PIL;
 i giovani senza lavoro superano il 40%;
 la disoccupazione generale è del 13%.
L’Italia, essendo stata toccata dalla crisi
finanziaria, subisce:
 una pesante recessione (-5,2%) sia per il calo
della domanda estera, sia per i problemi
strutturali irrisolti;
 conseguenze sui mercati finanziari mondiali;
 effetti sull’economia reale (incremento della
disoccupazione).
c) I risultati negativi del debito pubblico italiano
sono:
 ipotesi di acquisto dei titoli da parte di stranieri;
 l’effetto spiazzamento, ossia l’aumento
progressivo dello Stato sul mercato delle attività
finanziarie, renderà sempre più difficile per il
settore privato accedere al risparmio per i propri
investimenti;
 l’aumento delle imposte, che potrebbe
determinare un effetto depressivo
sull’economia, disincentivante per gli
investimenti e l’occupazione;
 la trasmissione intergenerazionale del debito,
quindi le generazioni future potranno subire i
contraccolpi di un grosso indebitamento
avvenuto in epoche in cui non erano neanche
nate.
Le conseguenze
del debito pubblico
italiano sono
attualmente:
 l’aumento delle tasse;
 austerità ed
impoverimento dei
cittadini;
 disoccupazione: fra
disoccupati ufficiali e
cassaintegrati, il numero
dei senza lavoro supera i
7 milioni (Confindustria,
rapporto di dicembre
2013). La situazione più
grave si trova fra i 15 e i
24 anni dove la
disoccupazione colpisce il
40% dei giovani.
La crisi di settore
Dal 2008 più di 45.000 aziende hanno fallito e
molte sono state cedute ad altre imprese
straniere.
La scomparsa di singoli settori produttivi di
livello internazionale
e la mancata evoluzione di altri potenzialmente
eccellenti, sono identificabili come cause interne
principali del declino industriale italiano.
A titolo d’esempio saranno di seguito analizzati
casi concreti in questi ambiti:
 informatica;
 aeronautica;
 chimica;
 elettronica di consumo;
 aziende high tech elettromeccaniche;
 auto.
La rivoluzione tecnologica in campo informatico
avviata da Adriano Olivetti, all’interno
dell’omonima impresa, già negli anni ‘30, viene
stroncata dalla non lungimiranza di un “gruppo
d’intervento” che entra nel capitale dell’azienda di
Ivrea, in seguito alla morte di Olivetti stesso.
Alcune decisioni governative portano la discreta
industria aeronautica
italiana, capitanata da Alenia, alla sua totale
esclusione dal consorzio Airbus, il quale si rivelerà
uno dei casi di maggior successo industriale e
tecnologico nell’Europa degli ultimi cinquant’anni.
Lo sperpero di immensi capitali (quali
quelli provenienti dalla
nazionalizzazione dell’energia
elettrica) in progetti industriali
dissennati, è protagonista della
devastazione dell’industria chimica
nazionale.
La fusione tra Edison e Montecatini
(1966)
apre la via ad una serie di fusioni,
acquisizioni ed alleanze, con lo scopo
di:
• sopprimere la concorrenza
industriale;
• profittare dell’aiuto di Stato.
Incomprensioni “storiche” ostacolano il
riconoscimento delle potenzialità industriali della
radio di Guglielmo Marconi, il quale, dunque,
sviluppa il suo progetto in Inghilterra, e della tv a
colori, autorizzata dal governo con dieci anni di
ritardo (1977) su tutti i vicini europei.
Aziende high tech, quali
Nuovo Pignone
e Elsag Bailey, sono
cedute “per
fare cassa”
a concorrenti stranieri.
Le maggiori cause della crisi del gruppo torinese FIAT,
principale e, di fatto, unico marchio automobilistico
della Penisola su scala mondiale, vanno probabilmente
identificate nelle acquisizioni e diversificazioni industriali
avviate dalla famiglia Agnelli e Cesare Romiti all’inizio
degli anni ‘80.
INDUSTRIA TESSILE
ITALIANA
DALLE ORIGINI AI
GIORNI NOSTRI
Protoindustria
• Produzione tessile originariamente localizzata
nelle piccole città o campagne dell’Italia
settentrionale (XVII secolo)
• Produzione rurale a domicilio affidata alle famiglie
contadine
• Rapporto mercante-agricoltore
•
•
•
•
•
Dipendenza dall’estero per materie prime
Dipendenza dalle risorse idriche
Tecnologia e forme organizzative arretrate
Manodopera a basso costo
Scarsa qualità dei prodotti
Nascita delle prime
protofabbriche
• Situazione italiana arretrata nei confronti degli
altri paesi europei, in quel periodo in pieno
sviluppo (XVIII secolo)
• Adozione dei telai a spoletta volante
• Manodopera più costosa
• Miglior qualità del prodotto
Sviluppo prevalentemente al nord:
• Contatti commerciali con i paesi europei
• Lunga tradizione manifatturiera
• Territorio ricco di risorse idriche
• Coltura di gelso e allevamento di bachi da seta
Nascita dell’industria
tessile
• Trasferimento delle attività in opifici (primi
decenni del XIX secolo)
• Peggioramento delle condizioni lavorative di
donne e minori, nonostante la politica di
paternalismo
• Necessità di contatto con i paesi più sviluppati
perché
• Mercato italiano prima dell’unione troppo ristretto
• Necessità di acquisizione di informazioni su
sistemi e tecnologie
• Esportazione e capitali alle imprese italiane
Industria tessile
post-unitaria
• Espansione dei mercati
• NORD-OVEST: centro dell’industrializzazione
tessile (“triangolo industriale”)
• Concessione di dazi protettivi
• Diffusione della macchina a vapore
• Fine della dipendenza da
risorse idriche
Meccanizzazione degli opifici
Integrazione delle fasi di lavoro
Paternalismo e nascita di attività sussidiarie
Salario
Attività agricola diventa per gli
operai sempre più marginale
• Abbandono della figura dell’artigiano qualificato e
assunzione di manodopera a basso costo non
specializzata
• Formazione di una classe operaia
•
•
•
•
Novecento
• Problematiche
Mercato interno
raggiunge limiti di
espansione
Crisi della produzione
basata sui salari bassi
Scoppio della I° Guerra Mondiale
Aspetti positivi:
• I cotonifici si
inseriscono nel
sistema di forniture
belliche
• Sviluppo meccanica
tessile
Aspetti negativi:
• Chiusura del
commercio estero
•Aumento della produzione e degli operai, fino al
60%, nell’industria tessile
•Manodopera esclusivamente femminile
1919: fine delle commesse belliche
Forte crescita
nella produzione
Sovrapproduzione
Riduzione dell' attività
Conflitti e
tensioni sindacali
Occupazione
fabbriche
1920-1925: recupero dei livelli prebellici
•
•
•
•
•
Forte sviluppo
Ripresa esportazioni
Crescita dimensionale cotonifici
Innovazioni (stampaggio e candeggio)
Nascita fibre sintetiche
• Quota 90
Interruzione del trend
positivo
Esportazioni meno
competitive
Crisi degli anni '30
Autarchia porta a
Concorrenza
esasperata
Numerose
chiusure e
fallimenti
Chi resiste
acquisisce i
concorrenti
Salvataggio da parte dell’IRI
Uso di materie
prime nazionali
Nuovi miscugli
con fibre
sintetiche
II° guerra mondiale
Industria tessile trae
vantaggio dalle
commesse militari
Vanificato dal periodo
bellico
• 232 filatoi distrutti
• 1331 telai danneggiati
• 30 % delle fabbriche
tessili inservibili
Dopoguerra (1948-1952)
ERP= european recovery
program
Processo di modernizzazione
o ''americanizzazione''
Fornitura merce
(cotone
grezzo)
Formazione o
apprendistato
negli USA
Finanziamenti
per
attrezzatura
L'Italia non è più concorrenziale con l'estero
• Impianti arretrati
• Liberalizzazione dei commerci
• Svolta liberista internazionale
Necessaria una riorganizzazione
dell'intero settore
Riorganizzazione del settore
Basata su:
• Forme di gestione
moderna
• Nuovi macchinari
Scompaiono:
• Assunzioni a vita
• Flessibilità su orari e
assenteismo
• Relazione
personalistica fra
dipendenti e
proprietari
Dinamiche paternaliste
Miracolo economico:
nascita moda italiana
• Fino agli anni '50
• Alta qualità italiana limitata alla seta
• Produzione di fibre artificiali o miste
limitata
1950: 'Sarti italiani e
industrie della lana
sfilano insieme'
Anni '50 e '60
Cambiano gli equilibri nella filiera del tessileabbigliamento
• Stilisti stessi si occupano della creazione dei
tessuti
• Alle aziende tessili non è permesso etichettare i
prodotti
• Collaborazione disegnatori- produttori
Diffusione del prêt-à-porter
• Aziende tessili producono per aziende industriali
(maggiore quantità)
• Imprese tessili non più riconoscibili
Ripresa del boom
economico-produttivo
(anni '70-'80)
Innovazioni nel processo di produzione
• Nuovi telai senza navetta (telai a pinze)
• Nuove fibre derivate dalla lana
• Nuovi metodi di tessitura e fissaggio
Mano d'opera ridotta
e meno qualificata
''autunno caldo'' del 1969
= Interruzione del boom economico e produttivo
Stagnazione economica
Aziende di grande distribuzione assumono ruolo
centrale
• Grandi quantità di merci
a prezzi bassi
• Bassa qualità
• Canali di
approvvigionamento dei
prodotti a livello mondiale
Strategia di adeguamento
per aziende ad integrazione
verticale ( anni '90)
Progressivo
decentramento
Affidare fasi
produttive a ditte
specializzate
Creazione impianti e
filiali all'estero
Estensione ad
abbigliamento prêt-àporter
Globalizzazione
Italia gioca un ruolo
fondamentale a livello
internazionale
●
●
2004: 7,6%
dell'export mondiale
17.000 milioni in
fatturato
Crisi di settore:
●
Da 19.215 a 16.869
(2001-2005)
Produzione tessile italiana
•
•
•
•
Seta
Cotone
Lana
Fibre sintetiche
Seta
•
•
•
•
Fibra proteica ricavata da bozzoli di bachi da seta
Produzione di tessuti pregiati
Centri principali del settore serico: Como e Milano
Declino della produzione dopo la prima guerra
mondiale
•
•
•
•
Alto costo di manodopera
Concorrenza di fibre chimiche
Terreni impiegati per altre colture
Como principale centro di trasformazione del
prodotto
Produzione della seta
Trattura:
• Raccolta dei bozzoli
• Prima cernita: essiccazione e spelaiatura
(eliminazione strato superficiale)
• Seconda cernita: crivellatura (classificazione per
grandezza) e macerazione (scioglimento della
sericitina)
• Trattura vera e propria
• Incannatura (da matasse a ronchetti)
• Stracannatura (da ronchetto a ronchetto con
pulitura del filato)
Filatura:
1. A catena:
• Prima torcitura
• Binatura
• Seconda torcitura
• Stagionatura
• Aspatura
2. A trama: uguale a quella a catena, senza la
prima torcitura
Tessitura
Trattura vera e propria:
• Immersione dei bozzoli in acqua calda
• Ricerca del capofilo di ogni bozzolo
• Accoppiatura di un numero variabile di capi
• Formazione del filo per attorcigliamento
• Raccolta del filo di seta su apposito aspo
Cotone
• Ricavato dalla peluria dei semi di Gossypium
• Migliore per la lavorazione industriale
• Più leggero ed economico
• Più omogeneo e resistente
• Coltivabile per più anni nello stesso terreno
• Spinning Jenny (Hargreaves, 1770)
• Water-frame, filatoio idraulico (Arkwright, 1769)
• Mule (Crompton, 1779)
• Aumento della produzione del filato
• Qualità superiore rispetto alla lavorazione a mano
• Centri principali: Legnano, Milano e Castellanza
Produzione del cotone
Preparazione:
• Raccolta del cotone
• Sgranatura
• Apritura
• Battitura
• Cardatura
• Pettinatura
• Stiratura
Filatura:
• Passaggio su banchi a fusi
• Filatura su filatoio ad anello (fibra tirata e ritorta
a formare il filo)
Tessitura e rifinitura
Lana
•
•
•
•
•
Mercato interno, niente concorrenza estera
Dazi protettivi (1887-1965)
Resistenza all’usura
Forte tenuta del calore
Centri principali: Biella, Schio e Prato
Produzione della lana
Preparazione della lana:
• Tosatura (in primavera)
• Cernita
• Lavaggio della lana
• Asciugatura
• Cardatura
• Pettinatura
Filatura:
• Pulitura
• Apritura e battitura
• Cardatura
• Pettinatura
• Stiro
• Filatura
• Torcitura
• Roccatura
Fibre sintetiche
Combinazioni di
●
●
●
Lana cardata e viscosa
Lana pettinata e
poliestere
Successivamente nylon
acrilico e poliestere
Utilizzate in via
sperimentale prima della
Seconda guerra mondiale
Decremento costo di
produzione anni '50
Caratteristiche particolari
●
Resistenza all'abrasione
●
Plissé o cordonata
●
Stabilità della fibra
●
versatilità
Realizzate con macchine per produzione
della lana
Anni '50
Alcune aziende mettono sul
mercato tessuti in seta e
fibra sintetica
●
Maggiore leggerezza
●
Costi minori
●
Particolare consistenza
DALL’UNITA’ D’ITALIA AI
GIORNI NOSTRI:BREVE
STORIA DELLE
INFRASTRUTTURE
Infrastrutture: il sistema
nervoso del paese
Assicurano
identità allo
stato
Permettono un
rafforzamento
delle aree
economiche e
industriali
Desiderio di
migliorare la rete
dei trasporti dopo
l’Unità d’Italia
Favoriscono
il commercio
I problemi post unitari…
• Cattiva gestione
• Problemi legati
all’ambiente e alla
morfologia
• Squilibrio fra Nord e Sud
Carenze qualitative e
quantitative nell’ambito
dei trasporti
Ritardo rispetto all’Europa.
... e le strategie per
risolverli:
Le ferrovie
1861-1866: volontà
modernizzare e
ampliare la rete
ferroviaria, migliorando
anche i tratti già
esistenti. Ciò sarà
possibile anche grazie
ad alcuni finanziamenti
provenienti dall’estero.
Le strade
1861-1871: desiderio
di aumentare il numero
delle strade,
soprattutto nel
meridione.
La subordinazione delle
rete stradale rispetto a
quella ferroviaria,
tuttavia, rendono
questo progetto meno
urgente e quindi più
lento nella sua
realizzazione.
I porti
Decisione di
migliorare,
modernizzare e
valorizzare i
numerosi porti già
esistenti, oltre a
costruirne di nuovi,
al fine di rendere
l’Italia uno dei paesi
più importanti per
quanto riguarda il
trasporto via mare.
Gli anni della maturazione
(1881-1913)
Ferrovie:
Strade:
Porti:
la rete cresce di
9000 km e si
dirama nei paesi
più piccoli,
avviandosi verso
l’elettrizzazione.
Ancora presenti,
però, situazioni
di degrado
consistente
aumento della
rete stradale,
miglioramento
dei rivestimenti e
crescita della
mobilità. Debutto
delle tramvie e
del motore
Miglioramento
e innovazione
dato
dall’utilizzo del
vapore.
Abbandono
della
navigazione
interna
Il primo dopoguerra
Il primo conflitto
mondiale porta un
arresto nei
finanziamenti utilizzabili
per le infrastrutture, in
quanto la necessità
principale era quella del
risanamento dei conti.
Il traffico terrestre e
marittimo, ma
soprattutto quello
ferroviario, subiscono
delle grosse perdite.
Dopo alcuni anni, però,
riprendono gli interventi di
miglioramento.
L’epoca fascista (1922-1943)
Mussolini privilegia i
trasporti e le vie di
comunicazione, al fine di
propagandare il suo
regime. E’ in questo
periodo che viene fondata
la AASS (Amministrazione
Autonoma Strade Statali)
e che nascono le prime
autostrade (Autostrada dei
Laghi, 1924, MilanoVarese). Il Fascismo
rappresenta quindi il
periodo di massimo
sviluppo per le
infrastrutture.
Il secondo
dopoguerra
Lo sviluppo acquistato durante
l’epoca fascista subisce una
battuta d’arresto dovuta al
conflitto mondiale. Le
infrastrutture esistenti vengono
gravemente danneggiate
Viene fondata l’Anas, con il
compito di restaurare le
infrastrutture distrutte: l’ obiettivo
viene raggiunto nel 1954, quando
l’azienda dà l’annuncio del
completamento dell’opera di
ricostruzione.
Dal ’60 al ‘90
Periodo caratterizzato soprattutto dalla nascita di
molte reti autostradali e di trafori che collegano
Nord e Sud ma anche l’Italia e i paesi stranieri.
Numerosi sono i decreti legislativi volti a rendere
queste nuove vie efficaci ed efficienti.
L’autostrada più importante realizzata in questo
periodo è l’Autostrada del Sole(1964).
Il presente: la
privatizzazione
Problemi finanziari e normative a
favore delle privatizzazioni
Il governo dà in
concessione ai privati le
infrastrutture autostradali
Investimenti da parte di
questi per la
manutenzione e il
miglioramento della
rete
Apertura della rete
ferroviaria a
operatori privati
Treni ad alta tecnologia
e nuovi servizi (alta
velocità): concorrenza
ai treni statali
Una prospettiva per il
futuro
Le infrastrutture sono costruite per rispondere a
una necessità di servizi espressa dal territorio e
non, come molti pensano, come opere ‘‘fini a se
stesse’’. Migliorare i trasporti significa quindi
migliorare la qualità di vita dei cittadini e
l’immagine stessa del paese; per questo, sarebbe
auspicabile puntare sull’efficacia di questo
sistema, migliorandolo e innovandolo, utilizzando
sistemi di trasporto moderni ed efficienti (es. alta
velocità) e puntando su una mobilità
‘‘intelligente’’ e sicura, volta a preservare il buon
funzionamento dello stato.
L’Italia prima della A1
• Tra il 1945 e 1950 in ogni settore dell’Italia post
bellica si sente la necessità di modernizzazione e di
ridurre la disoccupazione
• Sono gli anni in cui si discute sulle priorità del Paese
(industrie, case, ospedali e scuole), campagne di
sensibilizzazione spingono il Governo a privilegiare
nuove vie di comunicazione più moderne e sicure.
• La A1 è fortemente voluta dal Governo per il rilancio
dell'economia nazionale: costruire un'arteria di veloce
scorrimento da Milano a Napoli avrebbe accorciato i
tempi di collegamento e di conseguenza abbassato i
prezzi delle merci.
• Nel 1955 si giunge al “piano
decennale di sviluppo” voluto dal
Ministro delle Finanze Ezio Vanoni, dal
Ministro per i Lavori Pubblici Salvatore
Aldisio e dal suo successore
Giuseppe Romita.
• La 'legge Romita', la n. 463 del 1955, dà quindi il
via alle costruzioni autostradali a partire dalla
dorsale Milano-Napoli,
• Il “piano decennale di sviluppo” rappresenta la
chiave di volta dell'aumento dell'intensità di traffico
sulle strade italiane: fra il 1950 e il 1955, infatti, si
attesta sul 25% annuo, il più alto del mondo.
L’autostrada del Sole
• Nel 1950 viene costituita dall’IRI (Istituto per la
Ricostruzione Industriale) la Società Autostradale
Concessioni e Costruzioni S.p.a
• L’obiettivo era di partecipare insieme a FIAT, Pirelli,
AGIP e Italcementi alla costruzione dell’autostrada
• Sei mesi più tardi viene firmata la 1° convenzione
tra ANAS e Autostrade, secondo la quale Autostrade
si impegna a co-finanziare, costruire e gestire la A1
tra Milano e Napoli
• Per la realizzazione di questa opera il presidente
dell'IRI, Aldo Fascetti, chiama l'allora presidente
della Cementir, Fedele Cova
• 1956 Fedele Cova intraprende un viaggio
negli Stati Uniti per studiarne le
autostrade
• Nonostante i progetti relativi alla realizzazione
della dorsale non siano ancora definitivi, il 19
maggio del '56, il Presidente della Repubblica
Giovanni Gronchi, dà il via ai lavori dell'Autostrada
del Sole inaugurando il cantiere aperto di San
Donato Milanese
Lavori svolti nel 1959
• Costruzione del ponte
sul Po presso Piacenza
1958-1959
• Tratto Bologna - Firenze,
viadotto Merizzano 1959
• Tratto Bologna - Firenze,
viadotti Poggettone e
Pecora Vecchia 1959
• Il 24 dicembre 1959 viene inaugurata la prima
importante tratta da Milano a Bologna sud
(195km).
Bologna - Firenze: il tratto più
difficile
• La parte più complicata è la scalata dell’Appennino tra
Bologna e Firenze
• Per costruire il prima possibile questo tratto si
reclutarono dei montanari
• Dal punto di vista ingegneristico, la costruzione del
viadotto sul torrente Aglio con 80m di altezza è stata
una grandissima scoperta per i costruttori italiani
• 37 aree infatti sono a rischio di
frana: 2km del tratto vengono
sostituiti dalla “variante Banzole”,
una galleria di circa 1.300m)
• Il 1 dicembre 1960 viene inaugurata la
Bologna - Firenze
Tratto Firenze - Roma
• Il ponte sull’Arno presso Levano
a sud di Firenze
• 1962 costruzione del
ponte sul Tevere presso
Baschi nel tratto Firenze Roma
• Viadotto San Giuliano presso Fiano
Romano 1962, tratto Firenze-Roma
• 1963 tratto Firenze – Roma, ci
sono ancora lavori presso lo
svincolo di Attigliano
• Tratto percorribile tra Firenze
Roma, Pian del Voglio
Tratto tra Roma e Napoli
• Il 22 settembre del 1962 viene completato anche il
tratto tra Roma e Napoli
Fine dei lavori
• Il 4 ottobre del 1964 un nugolo di autorità sbarca dalle
berline presidenziali: viene aperto l’ultimo tratto
dell’Autostrada del Sole tra Orvieto e Chiusi
• Alla cerimonia di apertura sono intervenuti il
Presidente del Consiglio Aldo Moro, Il Ministro per i
Lavori Pubblici Giacomo Mancini e quello delle
Partecipazioni Statali Giorgio Bo
• l'intera opera è ultimata con: tre mesi di anticipo
sul previsto, un costo di 270 miliardi e collega
Milano con Napoli con un’autostrada lunga 755 km
• La A1 rappresenta il più grande progetto
infrastrutturale dell'Italia postbellica, ha portato e
porta numerosi vantaggi all'economia nazionale in
tutti i settori
• Inizialmente non erano in molti a utilizzare la
nuova grande via di collegamento, nonostante le
autovetture in Italia fossero 5 milioni
• In una intervista Mario Pasetti, esattore, ricorda
che il primo giorno egli distribuì il primo biglietto
alle 17.00 dell’ 8 dicembre
1958 a una Fiat 1100
LA MOTORIZZAZIONE
Il Primo Novecento
L’ automobile non
viene prodotta in serie
Prezzo elevato
Prodotto elitario
Non vi sono strade adatte al
transito delle automobili
1899, viene fondata la Fiat, che conta 35 operai
e una produzione di 24 vetture all’ anno.
La Fiat e la produzione di
massa
1923, viene
inaugurato lo
stabilimento del
“Lingotto” a
Torino, dotato
di impianto di
montaggio a
catena.
L’ automobile intanto, prodotta in
serie,inizia a diffondersi anche in
strati sociali medi, ma ancora
lentamente.
Da questo
momento
la
Fiat assume un
ruolo
fondamentale
nello sviluppo
industriale
italiano, in
particolar modo
durante la
ricostruzione
dell’ industria
del dopoguerra.
Era Fascista
Diminuzione dei contatti
con l’ estero
Rallentamento dello
sviluppo tecnologico
L’ automobile diventa
simbolo del regime
Nuovo ruolo dell’
industria
automobilistica
Strumento di propaganda
Periodo bellico
Industria votata alla
produzione bellica
Innovazione tecnologica
La Fiat produce aerei, motori
navali e carri armati (Fiat 3000)
Dopoguerra: ripresa
economica
Necessità di riavviamento e ricostruzione
La produzione bellica ha mantenuto attivi gli
stabilimenti automobilistici
L’ industria automobilistica traina la ripresa economica
Boom dell’ automobile
Avviamento al boom economico
L’ automobile:
fenomeno di massa
Mito della velocità
Sviluppo tecnologico
Fenomeno mediatico
Competizioni
automobilistiche,
nascita di
autodromi:
Monza (1922),
Imola(1951).
Diffusione dell’ automobile
nella società
Cause
• Necessità di spostarsi
per lavorare
• Prezzi di vetture e
carburante più
accessibili
• Tenore di vita più
alto: villeggiatura,
spostarsi per
divertimento.
Effetti
• Creazione di auto
accessibili a tutti
• Differenziazione dell’
offerta: utilitarie,
macchine sportive
• Automobile come
status-simbol
Motorizzazione
come simbolo di sviluppo
Nascono, in risposta
alle esigenze delle
grandi masse, modelli
come la 500 e la 600
(Fiat), o mezzi a due
ruote come la Vespa e
la Lambretta;
emblemi, nel periodo
dello sviluppo, di
emancipazione e
apertura, soprattutto
fra i giovani.
Nel 1963 si
contava un’
autovettura
ogni 11
abitanti: un
nucleo
familiare su
due
possedeva un’
auto con cui
spostarsi.
Autostrada:
circolo virtuoso dello sviluppo
Larga diffusione
delle vetture dopo il
Boom economico
Costruzione di strutture
adeguate:
Autostrada del Sole (1964)
Arricchimento della
popolazione
Impulso ai mercati,
impulso all’ edilizia,
bisogno di manodopera
Gare per appalti,
favoreggiamenti
politici
Clientelismo
Mezzi pubblici
Industrializzazione
Urbanizzazione
Sviluppo rete trasporti pubblici
(metropolitana, autobus, tram)
Riduzione sprechi,
traffico e costi,
creazione posti di
lavoro
L’ auto dopo il boom
economico (anni ’80/’90)
Stabilizzazione economica. L’ industria automobilistica
rimane il vertice dell’ economia italiana.
Fiat traina l’ economia: il gruppo Fiat Auto ingloba altre
case automobilistiche italiane (Lancia, Ferrari, Alfa,
Abarth). Diffusione degli stabilimenti Fiat all’ estero.
Investimenti nello sviluppo tecnologico delle vetture:
sicurezza e velocità.
Nascita delle World Car:
si cerca di creare un
prodotto
valido globalmente: Fiat
Palio.
Terzo millennio: il nuovo
valore dell’ automobile
Diffusione capillare dell’ automobile
Nuove politiche ambientali e
riduzione dei consumi
L’ automobile smette di
essere simbolo di progresso
e comincia a rappresentare
un eccesso, soprattutto nelle
metropoli.
Nascono le auto ecologiche:
elettriche, ibride.
Inquinamento
Consumi elevati
Il confronto con l’ UE
Numero dei veicoli ogni 1000 persone
nel 2009, secondo la ricerca Istat
700
600
500
400
300
200
100
0
Declino dell’ industria
automobilistica
Crisi economica del 2008
Perdita, in Italia, dell’
elemento trainante dell’
industria
Diminuzione drastica
delle vendite
Declino gruppo FIAT
Fusione con società
straniere, nasce la
FCA (2014)
La Vespa: l’origine del mito
italiano
Da più di sessant’anni la
Vespa, nata da un’idea
di Enrico Piaggio, è
protagonista della
mobilità e del costume
in Italia e nel mondo; è
un esempio di
immortalità nella storia
del design industriale,
tanto da sconfinare
dall’ambito di semplice
prodotto per la mobilità
e diventare un’icona
della storia del costume.
Dalle gite fuoriporta...
Il primo modello di Vespa rimane in produzione per
tutto l’anno 1947.
Grazie alla Vespa si
può cominciare
a muoversi in città,
su strade non
asfaltate, in
campagna e in
località balneari.
... al prototipo militare!
A partire dagli anni
’50, periodo in cui
l’economia è
ormai in crescita,
molte case
produttrici si
dedicano alla
costruzione di
mezzi dedicati
all’uso militare,
tra cui la Piaggio.
Tuttavia la Vespa rimane allo stato di prototipo.
Gli ultimi modelli
I nuovi modelli, come la GTS e la GTS super, sono
le Vespa più grandi, potenti e avanzate
tecnologicamente mai
realizzate dalla casa
produttrice. Nonostante
esternamente esse
possano sembrare ben
lontane dalla linea
originale, le forme
sinuose e l’altissima
qualità tengono alto il
nome del marchio
italiano.
“Comprai la mia Vespa 125 nel 1963, avevo solo
diciassette anni. La pagai con i miei primi guadagni,
lavoravo ed ero il più giovane della compagnia a
possederne una; mi chiamavano il “bocia”. La comprai
per comodità, per andare a lavorare e a trovare la mia
fidanzata, che divenne poi mia moglie. La domenica
andavamo in montagna, al passo Rolle (prov. di
Trento), anche se nevicava! Qualche volta andavamo
anche al mare. Ora che mia moglie non c’è più, uso la
mia Vespa solo per divertimento, per andare ai raduni.
Da qualche anno l’ho rimessa a nuovo perché l’avevo
abbandonata, ma da quando l’ho acquistata non l’ho
mai modificata. La mia Vespa rappresenta il ricordo
della giovinezza, non la venderei mai. Forse un giorno la
regalerò a mio nipote, a patto che la tratti bene!”
(Conegliano, Igino, 69 anni)
La 500: un cambio epocale
La FIAT 500 nasce nel
1936 come “auto per
tutti”, per soddisfare la
ricerca dell’auto minimale
per motorizzare l’Italia e
viene chiamata “500
Topolino”.
La 500 occupa gli scenari
automobilistici dall’anno di
creazione al 1972 e la FIAT
produce ben 16 esemplari
diversi, tra cui la famosissima
FIAT Nuova 500.
“Ovunque andiate, al mare o ai monti, la 500 vi sarà
amica fedele. La 500 è tecnicamente
modernissima, economica e maneggevole. Queste
le doti che vi faranno entusiasti della FIAT 500!”
Così recita il primo spot della 500 trasmesso dalla Rai
nel 1957. La pubblicità
fa leva sul fatto che
l’automobile permetta
a tutti di raggiungere
la montagna o le
spiagge nei giorni
festivi e la rende un
simbolo di libertà e
indipendenza.
Il ritorno nel
mercato
Nel 1972 la produzione si interrompe; tuttavia essa
viene ripresa nel 2006 e un anno dopo ricomincia
la commercializzazione della 500, esattamente
cinquant’anni dopo la nascita dell’automobile.
Nel novembre 2007 vince il premio “Auto
dell’anno” e l’anno successivo diventa “Auto
d’Europa”. Stimola inoltre una forte concorrenza.
IL CAPITALE UMANO
Introduzione
al capitale
umano
• Cos’è il capitale umano?
• Quando nasce il concetto
di capitale umano ?
• Le prime teorie sul
capitale umano: William
Farr
• Da cosa dipende il
capitale umano?
• Collegamento tra capitale
umano e istruzione
secondo Theodore Schultz
• L’importanza del capitale
umano
• Il capitale umano secondo
il Nobel Gary Becker
• Il primo rapporto sul
capitale umano
internazionale
Cos’è il capitale umano?
Il capitale umano è l’insieme delle
capacità, competenze, conoscenze,
abilità professionali e relazioni
possedute dall’individuo e acquisite
mediante l’istruzione e l’esperienza
lavorativa, che non sono sostituibili in
quanto intrinsecamente elaborate dal
soggetto che le possiede. Consentono,
oltretutto, l’ottenimento del reddito. Il
capitale umano è considerato come
parte del patrimonio delle singole
imprese e una delle più preziose risorse
economiche.
Quando nasce il concetto di
capitale umano ?
Il concetto di capitale
umano è da molto nella
bocca degli economisti,
quali W. Farr, ma
acquisisce una notevole
attenzione e viene
ulteriormente
sviluppato nel 1960 da
teorici come T. W.
Schultz, G. Becker e J.
Mincer.
Le prime teorie sul capitale
umano: William Farr
William Farr voleva
ricercare un nuovo
sistema impositivo per
l’Inghilterra basato sulla
capacità di guadagno del
lavoratore nell’arco della
vita lavorativa. Secondo
Farr la stima del capitale
umano individuale è
possibile attraverso
l’analisi delle informazioni
sui redditi da lavoro, da
considerarsi come
entrate guadagnate da
una determinata età fino
alla morte.
Nella tabella sono riportati i dati riguardanti l’Italia nel
.
2008
Da cosa dipende il capitale
umano?
Il capitale umano è strettamente collegato al livello
d’istruzione. Controllare la dotazione di capitale umano
significa porre attenzione ai livelli d’istruzione superiore e
secondaria, in quanto la quantità di istruzione è uno dei
fattori più importanti nel determinare una crescita rapida.
Collegamento tra
capitale umano e
istruzione secondo
Theodore Schultz
Theodore Schultz era un economista americano (1902-1998
che vinse il premio Nobel per l’economia nel 1979. In alcune
sue pubblicazioni ha stipulato il valore economico
dell’istruzione. Sostenendo che l’istruzione impone all’individuo
norme e precetti di condotta importanti per la società.
Attraverso l’istruzione viene forgiata nell’individuo una forma
mentis adatta alle istituzioni moderne. Il sistema educativo
stabilisce il “capitale umano”.
L’importanza del capitale
umano
Il capitale umano ha un
ruolo fondamentale
all’interno dei processi di
sviluppo. Una buona
dotazione di capitale
umano innalza i livelli di
produttività e può
colmare il divario con i
paesi della frontiera
tecnologica. Il capitale
umano è da considerare
come una variabile
fondamentale per ogni
economia nazionale.
Il capitale umano secondo il
Nobel Gary Becker
Gary Becker vinse il premio
Nobel nel 1982 grazie ai suoi
studi sul capitale umano. In
occasione del Festival
dell’economia di Trento del
2007 sostenne : “ Il capitale
umano è sempre più
importante, perché non basta
possedere petrolio e materie
prime per prosperare. […] Il
XXI secolo segnerà la
rivoluzione del capitale
umano e la conoscenza sara –
è già- il fondamento di ogni
aspetto della vita umana”.
Il primo rapporto sul capitale
umano internazionale
Il World Economic
Forum ha pubblicato
nel 2013 il primo
rapporto sul capitale
umano
internazionale,
ovvero una classifica
che valuta la capacità
dei vari paesi di
valorizzare i propri
lavoratori. All’interno
di questa classifica
l’Italia si trova al
37esimo posto.
Politiche sociali e
dinamiche demografiche
italiane
• Unificazione (1861 –
1901)
• Età Giolittiana (1901
– 1914)
• Epoca Fascista e
provvedimenti
effettivi (1922 –
1943)
• Baby Boom (1950 –
1965)
• Dinamiche
demografiche attuali
• Quadro generale
Evoluzione della popolazione
residente in Italia dopo l'Unità.
Elaborazione di dati ISTAT.
Unità
All’indomani dell’Unità, la
popolazione totale
ammontava a circa 22
milioni. Negli ultimi decenni
dell’Ottocento, la crescita fu
molto lenta. A ciò
contribuirono fattori come la
massiccia emigrazione e
l’elevata mortalità infantile.
Il quadro demografico,
pertanto, era quello tipico di
un Paese in via di sviluppo,
con un’alta percentuale di
popolazione in età lavorativa
e una bassa di anziani.
Età Giolittiana
Durante il primo decennio del Novecento, si
promulgarono una serie di iniziative di
matrice socialista, volte a migliorare le
condizioni di vita dei lavoratori e a
incrementare la natalità. Tale politica fu
proseguita anche nel periodo fascista.
• Estensione dell'assicurazione per gli
infortuni sul luogo di lavoro
• Misure di tutela per i minori e le donne
lavoratrici
• Aumento degli stanziamenti per la scuola
• Rilancio della conquista della Libia per
ovviare al problema dell’emigrazione, con
scarso successo
Epoca Fascista
«Massimo di natalità e minimo di mortalità»
Uno degli obiettivi
fondamentali del fascismo
era la tutela e
l’incremento della stirpe,
stabilendo una forte
interdipendenza fra la
grandezza dello Stato e il
numero dei suoi cittadini.
Mussolini, infatti, affermò
di voler allontanare lo
spettro della denatalità,
che affliggeva l’Europa del
primo dopoguerra.
Provvedimenti effettivi
La politica sociale del fascismo si tradusse in misure
di tutela concrete come: difesa morale
dell’istituzione della famiglia, agevolazioni fiscali
per i nuclei familiari numerosi, provvedimenti per la
protezione della maternità e dell’infanzia (sussidi,
regolamentazioni più chiare dei diritti in ambito
lavorativo, servizi di assistenza ospedaliera
gratuiti), limitazione dell’urbanesimo, risanamento
edilizio delle case popolari, lotta contro piaghe
sociali come la tubercolosi e la malaria,
investimenti massicci nel settore agricolo e nelle
opere pubbliche (la spesa complessiva fu di 32
miliardi di lire), allo scopo di decrementare la
disoccupazione e di disciplinare l’emigrazione
interna.
Baby Boom
Nella prima metà degli anni
’50, come molti altri paesi
europei, l’Italia sperimentò
una fase di crescita
economica. Essa, unita a
due processi distinti, quali
l’abbassamento dell’età
media al matrimonio e alla
nascita dei figli, provocò
una variazione positiva
della fecondità di primo
ordine (primogeniti). Una
volta esaurita la spinta di
questi processi, il tasso si
ridusse drasticamente.
L’ampia disponibilità di
manodopera a basso costo
favorì enormemente
l’industrializzazione italiana.
Dinamiche
odierne
Dagli anni ‘70 in poi,
l’effetto «baby boom» si
esaurì, lasciando emergere
la preannunciata inversione
di tendenza. I fattori che
concorrono al basso tasso
di fecondità (attualmente
1,35 figli per donna) sono
molteplici: le difficoltà
economiche, la crisi della
famiglia tradizionale (a cui
concorre la conquista di
alcuni diritti come l’aborto
e il divorzio), la mancanza
di una chiara politica
demografica.
Un Paese
vecchio
L’effetto complessivo dello
squilibrio demografico
italiano è una notevole
sproporzione del numero di
cittadini anziani rispetto a
quello dei giovani, in quanto
il ricambio generazionale
richiederebbe almeno 2,1
figli per donna. La media
nazionale cresce lievemente
grazie al contributo delle
madri immigrate (con un
tasso del 2,4), ma in
quarant’anni l’Italia ha perso
circa il 50% delle nascite.
Emigrazione italiana
temporizzazione
1880-1925
2000-oggi
1946-1971
Periodo 1880-1925
 Chi espatriava: persone non qualificate
 Motivi: pessime condizioni lavorative e
malcontento politico
 Verso dove: Stati europei più sviluppati e
Stati oltreoceano (soprattutto USA,
Argentina e Brasile)
 Come: tramite agenzie di espatrio e
compagnie di navigazione
 Conseguenze dell’emigrazione
• In Italia:
o Nascita del Commissariato Generale
dell’emigrazione nel 1901
o Problemi economici nel Meridione
o controllo sul movimento migratorio da
parte del Regime Fascista dal 1931
• Nei Paesi d’arrivo:
o Limitato accesso degli stranieri negli USA
Periodo 1946-1971
 Chi espatriava: persone qualificate
 Motivi: ridotte possibilità lavorative nei
luoghi d’origine
 Verso dove: Città italiane e Stati europei
più sviluppati; Stati oltreoceano
(soprattutto USA, Argentina e Brasile)
 Come: autonomamente o tramite le
agenzie di espatrio
 Conseguenze dell’emigrazione
•
o
o
o
In Italia (zona Nord-est e Centro-Sud):
Calo demografico
Perdita di capitale umano e di manodopera
Disfunzioni nelle economie regionali e
nazionali
• Nei Paesi d’arrivo:
o Grande urbanizzazione nell’Italia Nordoccidentale
o Notevole incremento demografico
o Manodopera, con buon grado di istruzione,
a basso costo
Periodo 2000-oggi
 Chi espatria: persone altamente qualificate
(Brain drain)
 Motivi: crisi economica, crescita della
disoccupazione e scarsi investimenti in diversi
ambiti lavorativi
 Verso dove: Paesi con migliori condizioni di
lavoro e maggiori remunerazioni (es.
Germania e Argentina)
 Come: autonomamente o tramite associazioni
specializzate per l’espatrio
 Conseguenze dell’emigrazione
• In Italia:
o Perdita di capitale umano altamente
qualificato
o Approvazione della «Legge Controesodo» nel
2010
o Blocco dell’innovazione tecnico-scientifica
•
o
o
o
Nei Paesi d’arrivo:
Sviluppo economico
Progressi tecnico-scientifici
Concorrenza tra la forza lavoro immigrata e
quella locale
IL PROGRESSO
TECONOLOGICO: UN
RAPPORTO SEMPRE PIU’
STRETTO CON LA SCIENZA
Aspetti generali
• inizio indicativo durante la seconda rivoluzione
industriale (1870)
• Consente alle imprese di ridurre il costo di
produzione
• Porta alla creazione di nuovi segmenti di mercato
in cui operare
• Incrementa la redditività, la competitività e
l’occupazione
• Incominciano inoltre ad essere
differenziati i significati di
invenzione ed innovazione:
È una nuova
idea che non
era mai stata
realizzata
materialmente
Invenzione
Innovazione
È la
traslazione di
una
invenzione in
un nuovo
prodotto
Progresso
Tecnologico
Innovazioni
radicali
Innovazioni
incrementali
Innovazioni
modulare
Modificano la
produzione
creando un
nuovo mercato
Es. Macchina
a vapore
Cambiamenti
di piccolo
impatto sui
componenti di
sistema
Es. Barre di fibre
rinforzate per gettate di
cemento
Innovazion
i strutturali
Cambiamenti
di grande
impatto sui
componenti di
sistema
Es. Cemento autocompattante
Migliorano la
produttività e
il costo dei
prodotti
Es. Robot
da cucina
Durante l’era del progresso tecnologico molte
sono state le invenzioni e le innovazion che
hanno rivoluzionato il mondo intero. Esse
sono:
• Acciaio
• Industria chimica
• Industria tessile
• Industria alimentare
• Dinamite
• Elettricità
• Motore a scoppio
• Fonografo
• Telefono
• Internet e relativi apparecchi
Acciaio
• L’acciaio sostituisce il ferro nella costruzione di opere
pubbliche, come rotaie, navi, automobili, cannoni, …
etc.
• Viene anche utilizzato per la costruzione di grandi
edifici, e tra questi, della Tour Eiffel, realizzata in
occasione dell’esposizione universale di Parigi (1889)
Industria chimica
• La chimica crea il gas da illuminazione,
catrami, coloranti, cementi, nuovi
esplosivi, i primi fertilizzanti artificiali,
capaci di potenziare la produttività
agricola, l’ammoniaca, il cloro, gomme
sintetiche isolanti per cavi elettrici, le
prime materie plastiche. Con la ricerca
sui medicinali e i disinfettanti nasce la
moderna industria farmaceutica, che
consente di combattere con nuove armi
la lotta contro le malattie.
Industria tessile
• Grazie allo sviluppo della
chimica è stato possibile
iniziare a produrre delle fibre
tessili
• Esse poi sono state aggiunte a
lana o cotone, che creano un
prodotto di qualità minore ma
più versatile
• Sempre grazie alla sempre più
grande conoscenza della
chimica è stato possibile
lavorare queste fibre
attraverso dei procedimenti,
come il candeggio
Industria alimentare
• Grazie agli studi svolti, Pasteur dimostra il
processo della fermentazione attraverso i germi,
che portano al procedimento della
pastorizzazione
• Altri studi portano al processo del congelamento
• Infine l’inscatolamento diventa l’avvento
principale, e porta alla possibilità di trasporto a
grande distanza
Pastorizzazione,
congelamento e
inscatolamento
Apertura
di nuovi
mercati
Portano a
Possibilità
di salvezza
da carestie
varietà di
alimentazio
ne
Possibilità
maggiore di
vita,
soprattutto
per bambini
Dinamite
• Nel 1867 viene creata da Alfred Nobel,
con l’intento di aiutare il progresso,
velocizzando, per esempio, lo scavo di
miniere e passaggi fra montagne
• Purtroppo l’uso che ne viene in seguito
fatto porta Nobel ad un intento di
redenzione, che crea l’omonimo premio,
finanziato dai ricavati della scoperta
Elettricità
• Nel Settecento Alessandro Volta
realizza la prima pila. Ma l’utilizzo
pratico dell’elettricità dipende dalla
soluzione di grandi problemi
ingegneristici, poiché altro era
generare energia elettrica in
laboratorio e altro produrne in
quantità e renderla disponibile per le
fabbriche e le città. Risultano
decisive in proposito le invenzioni
della turbina, della dinamo e dei
materiali isolanti.
• Dagli anni ottanta dell’ottocento diviene possibile
immagazzinare, distribuire e trasmettere l’elettricità
• Essa viene utilizzata per illuminare, per riscaldare,
per la locomozione e per la costruzione di nuove
macchine
Negli anni 1860-1880 si verificarono degli sviluppi
che permisero di giungere:
• Alla dinamo (trasformatore del movimento di un
corpo dentro un campo magnetico in corrente)
• Alla batteria
• Ai motori elettrici (trasmettitori e distributori di
energia a distanza)
Motore a scoppio
• Un’innovazione destinata a cambiare
radicalmente la vita quotidiana degli
abitanti della Terra fu la realizzazione di
un motore dalle dimensioni contenute,
leggero e potente, dotato di una
flessibilità molto maggiore della
macchina a vapore: il motore a scoppio.
• I primi tentativi risalgono al 1860.
Venticinque anni più tardi, le prime
automobili dotate di un motore a scoppio
dalla struttura simile a quella odierna
venivano prodotte dai tedeschi Daimler e
Benz. All’inizio queste macchine non
riuscivano a superare i 20 km all'ora, ma
il motore a scoppio si dimostrò
incomparabilmente più efficace della
macchina a vapore.
Fonografo
• Apparecchio capace di registrare e
produrre suoni
• Realizzato da T. A. Edison nel
1877
• l’operazione di lettura viene fatta
riportando il cilindro nella
posizione iniziale facendo
ripercorrere allo stilo il solco inciso
precedentemente
• Attraverso il cambiamento delle
superfici di riproduzione ( ad es :
cartone ricoperto di cera dava una
più precisa incisione) e il
miglioramento di tecnica si passa
all’incisione con onde magnetiche
• Fino ad arrivare alla
digitalizzazione del suono intorno
al 1980
Telefono
Tipologie
In base al
funzionamento
• Meccanico
• Elettrico ( radiotelefono )
• Ottico
In base
all’installazione
• Fisso ( con o senza filo)
• Mobile (veicolare,
trasportabile, portatile )
In base
all’impianto
telefonico
utilizzato
• Satellitare
• Cellulare
• Dal 1881 i primi ad utilizzare servizi telefonici
erano imprenditori e banchieri
• Viene utilizzato anche per facilitare la
comunicazione nella prima e nella seconda
guerra mondiale, infatti la trasmissione di
coordinate agli areoplani facilitava l’assalto al
nemico
• Nel 1923 in Italia 5 concessionari private (
Stipel, Telve, Timo, Set, Teti) si spartiscono il
territorio italiano
• Anni ‘50 con il boom economico , gli investimenti
in questo settore aumentano : designer per il
telefono (colore, materiale, forma, ecc… )
cercano di colpire l’uso sociale di questi
apparecchi
• Oggi grazie anche alla rete internet è nato il
fenomeno del Voice Over IP( voce tramite
protocollo internet) telefonate tramite
connessione internet
Internet
• Le origini di Internet risalgono agli anni
’60, nel mezzo della Guerra Fredda tra
USA e URSS
• l’A.R.P.A (Advanced Research Project
Agency) permettedi studiare un sistema
di rete in grado di mantenere il
collegamento via computer tra le varie
basi militari in caso di guerra nucleare
• Nasce così una rete decentralizzata
chiamata Arpanet che permette lo
scambio di dati tra sistemi collegati
• A questa rete vi accedono alcune
Università Americane ed enti governativi
• Nascono le News che danno la
possibilità a gruppi con stessi
interessi di commentare e discutere
sui fatti accaduti
• Nel 1983 c’è la creazione di due reti:
– MILNET
– INTERNET:
• Nel 1992 Tim Berners-Lee , propone
un sistema che consente la
pubblicazione e la gestione di
Ipertesti
• Nel 1994 viene rilasciata
l’autorizzazione alle società
commerciali di connettersi alla rete e
renderla raggiungibile da chiunque.
Diventano di uso comune diversi
apparecchi tecnologici, che hanno
cambiato lo stile di vita delle persone:
• Elettrodomestici (lavastoviglie ,
lavatrice, televisione, microonde,
frigorifero, condizionatore…)
• Computer, tablet, kindle
• Cellulare, smartphone
SITOGRAFIA
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