caricato da Utente907

psicologia del lavoro 1

GRUPPO
Definire il concetto di gruppo non è poi cosi semplice in quanto non esiste un unico significato, ma
diversi a seconda delle discipline e degli orientamenti.
Dal punto di vista psicologico un “gruppo” è un insieme di persone interdipendenti che perseguono
un fine comune entro il quale esistono delle relazioni psicologiche reciproche, esplicite o implicite,
che portano le persone ad influenzarsi reciprocamente.
Il gruppo inoltre è dotato di coesione e stabilità con l'obiettivo di creare relazioni tendenzialmente
pacifiche e durevoli tra gli individui che lo compongono. Per quanto riguardale dinamiche
motivazionali all’interno dei gruppi, bisognaindagare la percezione di ciò che accomuna i membri di
un gruppo (scopo comune, obiettivi, attività, qualità).
Per esempio, l’influenza che viene esercitata su un individuo per il fatto di appartenere a un certo
gruppo può essere molto forte in alcuni casi, come per la nazionalità o l’etnia. Molti comportamenti
della persona possono essere spiegati dal fatto di avere una determinata nazionalità, quindi abitudini,
linguaggi, gusti, valori, in breve una certa cultura. In altri casi l’essere membro del gruppo influenza
il comportamento solo in certi momenti e superficialmente: chi partecipa a un progetto lavorativo ne
rispetta i termini e le scadenze, ma una volta giunto al termine le sue motivazioni cambiano. Infine ci
sono situazioni in cui può essere considerata quasi nulla l’influenza esercitata sull’individuo dal fatto
di essere membro di un gruppo, in special modo se quest’appartenenza non è soggettivamente
percepita: chi sta aspettando l’autobus può non sentirsi affatto accomunato agli altri, insieme ai quali
eventualmente si trovi. In tale situazione, potrebbe diventare di preminente interesse osservare
l’influenza che deriva non già dall’appartenenza al gruppo ma dal comportamento di ognuno degli
altri individui (si ricordi l’apprendimento sociale di Bandura).
Lewin a tal proposito considera il gruppo"un insieme dinamico, costituito da individui che si
percepiscono vicendevolmente come più o meno interdipendenti per qualche aspetto”; infatti egli
considera il gruppo come qualcosa di diverso dalla somma dei singoli membri: ha la sua struttura
propria, fini peculiari e relazioni particolari con gli altri gruppi. Quel che ne costituisce l'essenza non
è quindi la somiglianza o la dissomiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì la loro indipendenza.
Ciò significa che un cambiamento di stato di una sua parte o frazione interessa lo stato di salute di
tutte le altre.
Il gruppo esiste, pertanto, quando gli individui divengono consapevoli che, in qualche modo, il loro
destino è collegato a quello del gruppo; è proprio il concetto di “interdipendenza del destino” che
Lewin vuole far emergere nel frammento sopra menzionato. Nel gruppo di lavoro, oltre alla
interdipendenza del destino emerge un altro aspetto caratterizzante, che si può definire
“interdipendenza del compito”, quando cioè esiste un obiettivo da raggiungere, un compito da
assolvere, tale che i risultati di ciascun membro hanno implicazioni per i risultati degli altri.
Questa interdipendenza può essere definita “positiva”, quando dà luogo all’instaurarsi di sentimenti
di cooperazione e coesione tra i membri, favorendo una migliore prestazione del gruppo; oppure
“negativa”, quando prevale la competizione che conduce a insicurezza, riduzione della coesione e
peggioramento della prestazione complessiva.
COMUNITÀ
Tradizionalmente in sociologia il termine comunità viene usato per definireun insieme di individui
che condividono uno stesso ambiente fisico e presentano determinate dinamiche relazionali
riconosciute come tali dagli individui stessi.
Negli studi classici di Tonnies3 la comunità (Gemeinschaft) viene identificato come il modello sociale
prevalente della società arcaica in contrapposizione alla società (Gesellschaft) dell’età moderna,
all’interno di un quadro teorico che vede nel passaggio alla società moderna l’esito di un processo di
razionalizzazione che pone in rilievo gli interessi e i bisogni del singolo e la loro realizzazione. Il
progresso costituisce quindi una perdita dei valori caratterizzanti la comunità, ossia senso di
appartenenza, fratellanza ed empatia.
Durkheim al contrario, reputa il passaggio alla società moderna come una transizione positiva, come
una liberazione dalla solidarietà meccanica della comunità che fondava sulla similarità degli individui
e su posizioni sociali ascritte.
Dall'altra parte Simmel sostiene che la società moderna ha iniziato una suddivisione del sistema in
più Gesellschaft che ha portato ad un aumento della possibilità di instaurare relazioni sociali,
favorendo una personalità piu sociale nonostantesia esposta ad una sovrastimolazione che può rendere
l'individuo alienato
Successivamente a questo, nacquero altri contributi teorici al fine di apliare il concetto di comunità
per identificare un insieme di individui che condividessero un’identità comune (fondata sulla
presenza di interessi, storia comune, ideali condivisi, tradizioni e/o costumi) e il raggiungimento di
obiettivi generali o precisi.
Recentemente, grazie allo sviluppo dei concetti verso una dimensione identitaria e con il progresso
tecnologico, si inizia a considerare la comunità come un insieme di individui che hanno sviluppato
un’identità grazie a comunicazioni efficienti, obiettivi comuni e norme di comportamento condivise,
tutto ciò nonostante l’assenza di contatto fisico o da vicinanza geografica. Un esempio ne sono le
comunità virtuali di internet.
ORGANIZZAZIONE
Per organizzazione si intende una forma di azione collettiva reiterata basata su processi di
differenziazione e di integrazione tendenzialmente stabiliti e intenzionali.
Per differenziazione si intende una divisione dei compiti attribuiti ai singoli individui di volta in volta.
Anche nel mondo delle organizzazioni questo insieme di ruoli che possiamo definire come una sorta
di gruppo, tende ad avere una stabilizzazione e consolidazione, le quali potranno essere messe in
discussione solo in caso delle presenza di disfunzioni o crisi di prestazioni.
L’integrazione, è necessaria analizzarla sotto i molteplici processi che la compongono:
 Gerarchia: il capo deve garantire una coerenza tra gli sforzi compiuti dai suoi subordinati e
con le mansioni delle altre parti dell’organizzazione
 Norme e procedure: hanno il compito essenziale di integrare i comportamenti di ogni
individuo in modo autonomo, senza quindi dover ricorrere ogni volta al capo
 Tecnologie: hanno la funzione di ordinare e definire tempi e modalità delle varie attività in
modo sequenziale
 Schemi e strategie
 Valori assoluti e professionali
Si ritiene necessario, ora, approfondire la dimensione organizzativa in cui è inserita l’attività del
lavoratore e il suo rapporto con il gruppo e il team, tenendo conto del fatto che un individuo vi entra
in relazione mediante le interazioni quotidiane.
L’organizzazione4, quindi, non è qualcosa di separato e di contrapposto agli uomini, bensì è il
prodotto di modelli ricorrenti di interazioni che si ricostituiscono proprio attraverso le interazioni
quotidiane.
La conseguenza e l’importanza dei rapporti in ambito motivazionale, è stata evidenziata dalla
Zucchermaglio, la quale definisce le organizzazioni come insieme di “comunità di pratiche” e non
semplicemente come insieme di individui.
Tali comunità sono caratterizzate da tre dimensioni:
1. Un impegno reciproco (mutual engagement), ciò significa che l’appartenenza alla comunità
è data dalla condivisione di uno stesso impegno.
2. L’impresa comune (a joint enterprise) che tende a evidenziare l’aspetto della negoziazione,
essenziale perché si possa parlare di una comunità di pratiche. Ma avere degli obiettivi comuni
non è tanto il punto di partenza quanto il risultato di un processo di interazione negoziale che
ha origine da un impegno reciprocamente condiviso.
3. Il repertorio condiviso (a shared repertoire) che sottolinea la centralità della costruzione
collettiva di risorse per la sussistenza e replicazione della organizzazione.
Molte persone ritengono che le organizzazioni riescono a mettere in atto negli individui un processo
di self-identity (identificazione di se stessi) e un supporto emozionale. Ciò avviene grazie al fatto che
in quest’ambito l’individuo ha la possibilità di entrare in contatto con le altre persone e le loro storie,
le loro regole e procedure formali, i loro codici informali di comportamento, le norme di
abbigliamento ecc.
Tutti questi elementi contribuiscono a configurare un senso di appartenenza che influisce in modo
particolare in ambito motivazionale; questo senso di appartenenza è noto con il termine di
cittadinanza organizzativa o di personalità organizzativa. Con questi due termini si intende, quindi,
l’effetto positivo dell’influenza sociale sul comportamento lavorativo. La stessa influenza però può
scaturire un effetto negativo portando a fenomeni come il conformismo e l’inerzia sociale.
Sitografia
https://www.tesionline.it/v2/appunto-sub.jsp?p=1&id=111
http://www.psicologiadellavoro.org/?q=content/il-gruppo-e-la-motivazione
https://sociologia.tesionline.it/sociologia/glossario.jsp?GlossarioID=3342
http://www.psicologiadellavoro.org/?q=content/il-gruppo-e-la-motivazione