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REMY CHARLIP
L A
Fortunatamente
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ORECCHIO ACERBO
T R A M A
D E L L O
S T E S S O
A U T O R E
· Niente, illustrazioni Eric Dekker,
orecchio acerbo 2007
La sua produzione comprende diversi
titoli, al momento non tradotti in Italia.
«
DAI 5 AI 7 ANNI
N el giorno del suo compleanno Ned rischia la vita più volte di seguito.
Ha la tendenza ad infilarsi in imprese difficili e a cavarsela, non sembra affatto
adatto a una vita da bradipo, è amante del volo, del nuoto e della corsa.
In prima pagina è invitato a una festa. Parteciperebbe se non intervenissero,
a impedirglielo, cause di forza maggiore: voli in aereo, scoppi di motore,
lanci d'emergenza, paracaduti che si bucano, tigri che lo inseguono, tunnel
da attraversare. Semplicemente, gli capita di partire con certe idee e di atterrare
altrove. A colpi alterni di fortuna e di sfortuna, Ned si avventura da solo in luoghi
che cambiano colore a seconda del grado di catastrofe. Sulla parola
“fortunatamente” il mondo è a colori, sul suo contrario è in scala di grigi.
Il finale è di segno positivo e riporta
a sorpresa il protagonista
nel luogo da cui forse,
senza fantasia, non
sarebbe mai partito,
il salotto di casa
sua. Una folla
di invitati sorridenti
ha gli occhi sul
bambino, che ricambia
cordialmente, prima
del taglio della torta
e della consegna dei regali.
Fortunatamente un giorno Ned ricevette una lettera che diceva:
“Sei invitato a una festa a sorpresa.”
Ma sfortunatamente la festa era in Florida e lui era a New York.
Fortunatamente un amico gli prestò un aeroplano.
Sfortunatamente esplose il motore.
Fortunatamente nell'aeroplano c'era un paracadute.»
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P R O L U N G A M E N T I
· Altri albi dal ritmo molto
incalzante:
Philippe Corentin, Papà!,
Babalibri 1999
Istvan Banyai, Zoom, Il Castoro 2003
William Wondriska, Tutto da me,
Corraini 2010
Thé Tjong-Khing, Tortintavola.
Ma la torta dov'è?, Beisler 2011
· Altre storie in cui la sfortuna
e la fortuna si alternano:
Peter Newell, Il libro sbilenco,
orecchio acerbo 2007
Mario Ramos, Il lupo che voleva
essere una pecora, Babalibri 2008
Hans Christian Andersen,
Maria Giacobbe, Joanna Concejo,
I cigni selvatici, Topipittori 2011
· Per altri viaggi che portano
lontano:
David Wiesner,
Sector 7, Edizioni
Il punto d'incontro
1999
Maurice Sendak, Max nel paese
dei mostri selvaggi, Babalibri 2004
Fabian Negrin, La vita intorno,
Salani 2009
Bob Gill, Una mongolfiera
per un archibugio,
Phaidon 2010
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COMMENTO
L E
G R A N D I
D O M A N D E
D E L
P rogettare rivoluzioni in vitro ha sempre prodotto esiti catastrofici, la storia
moderna e contemporanea ne sono testimoni. Effetti rivoluzionari, invece,
ha sortito e seguita a sortire la lettura di certi albi illustrati da parte di bambini e
adulti. Libri che non salvano i destini né del mondo né della vita, ma che cambiano
la nostra percezione di entrambi una volta per sempre. Non sono pochi, ad aprire
gli occhi, gli albi che appartengono a tale famiglia. Uno lo abbiamo in mano,
lo ha scritto nel 1964 un disegnatore ballerino e scardina in modo inoffensivo
molti schemi su cui siamo spesso seduti. Per esempio, riposiziona l'uso di due
avverbi abusati e sbiaditi rispetto ai loro significati originari, “fortunatamente”
e “sfortunatamente”; non milita a favore di una visione colorata, opposta
a una visione in scala di grigi, o viceversa, ma propone di fare attenzione a queste
alternanze cromatiche e di sviluppare ottiche adeguate ad apprezzarne
somiglianze e differenze; si diverte in modo paradossale con un'infanzia che gioca
con i paradossi, senza che venga perciò turbato il rapporto con le realtà
non immaginarie; da conoscitore profondo dei bisogni e delle attitudini corporee,
il suo autore non concepisce che il corpo stia fermo, anzi, ne promuove
incessantemente il movimento e incoraggia imitazioni da parte dei lettori.
Fortunatamente è progettato in modo tale che il succedersi di momenti tranquilli e
momenti agitati, cieli sereni e cieli annuvolati, luoghi aperti e luoghi chiusi, prove
facili e prove difficili, incontri piacevoli e incontri sgradevoli, scelte sicure e scelte
pericolose, imprima un ritmo tipico alla lettura. Il personaggio di Ned resta
indimenticabile anche per questa sua propensione al salto, al rimbalzo,
movimento che, per associazione, compiono anche le idee, mentre la vista
e l'udito vengono a conoscenza delle peripezie affrontate dal bambino.
La copertina è riassuntiva delle evoluzioni descritte e offre una
metafora brillante: all'infanzia non spetterebbe di precipitare
nel vuoto, né di
schiantarsi al suolo,
ma di calarsi nella propria
biografia con il paracadute
e di serbare memoria,
un domani, di grandi
altezze raggiunte.
1. Quanto contano le scelte
personali, quanto la fortuna
e la sfortuna? Supponiamo
che all'origine di certi malanni
non vi sia sfortuna, bensì
superficialità e trascuratezze.
Sapere ciò non allevia la gravità
di certe situazioni, tuttavia libera
dalla paura di rimanere schiacciati
dalla sorte. Le conseguenze
dell'incuria quasi mai piombano
improvvise, pensiamo alla velocità
con cui si manifestano le sfortune
di Ned. Tutt'al più
avanzano similmente
alle lumache per poi
esplodere in mano, quando
ormai hanno raggiunto proporzioni
elefantiache. Fortuna e sfortuna
durano il tempo di un colpo,
come pretendere di non darsi
da fare quando i colpi
scarseggiano? Secondo i tarocchi
e secondo Charlip, esse hanno
molte facce.
2. Che tipo di solitudini sperimenta
Ned? Ned compie un viaggio
solitario, spinto da correnti
differenti che, favorevoli o contrarie,
battono allo scopo di farlo avanzare
nella sua storia, non di bloccarlo.
La solitudine che Ned prova è tra le
più interessanti nel panorama delle
sfumature con cui si manifesta
questo prodotto dell'animo umano.
Essa è creativa. Non nasce per
isolare dal mondo, ma per abitarlo;
non per deprimersi, ma per
rallegrarsi; non per lasciare il foglio
biografico bianco di inesperienza,
L I B R O
L I B R O
ma per disegnarlo, scarabocchiarlo,
scriverlo con le proprie mani.
3. Cosa c'entra lo sport con il libro
di Charlip? C'entra. Perché Ned,
privato del corpo elastico
che si ritrova e dell'atletismo
che dimostra in più frangenti,
si romperebbe prima o poi qualche
arto oppure annegherebbe.
Pur consapevoli che molte delle sue
azioni si giocano nell'ambito
del paradosso e non dipendono
dall'agonismo, il suo personaggio
porta con sé le vicende di un corpo
energico, scattante, resistente,
agile, affatto incline alla pigrizia,
felice di stare all'aperto, pieno
di buone idee.
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