Dichiarazione ambientale del prodotto “pelle conciata”

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Distretto Conciario Toscano
DICHIARAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTO
1m2 di Pelle Conciata
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1.
SCOPO DELLA DICHIARAZIONE
Il presente documento è rivolto a tutti i soggetti interessati a comprendere e verificare quale sia
l’impatto sull’ambiente generato nell’intero ciclo di vita dalla pelle conciata. Il documento fornisce
una quantificazione attendibile delle prestazioni ambientali del prodotto, secondo una metodologia
scientifica che contempla gli impatti del ciclo di vita del prodotto, la Life Cycle Assessment – LCA (ISO
14040-14044). Il calcolo delle prestazioni ambientali è stato condotto secondo la metodologia
Product Environmental Footprint (PEF) così come definita nella Raccomandazione 2013/179/UE della
Commissione del 9 aprile 2013 e secondo le regole definite dal documento Product Environmental
Footprint Category Rules (PEFCR) ad oggi in bozza e in corso di definizione.
2.
DESCRIZIONE DEL DISTRETTO
Il Distretto Conciario di Santa Croce sull’Arno, ai sensi dell’Art.36 della legge 317/91 e come
modificato dall’Art. 6 comma 8 della legge 140/99, è individuato dalla Delibera 69/00 della regione
Toscana, racchiude un’area situata in Toscana Centrale comprendente i comuni di Bientina,
Castelfranco di Sotto, Montopoli Valdarno, Santa Croce sull’Arno, Santa Maria a Monte e San Miniato
nella Provincia di Pisa e Fucecchio nella Provincia di Firenze.
Il comprensorio del cuoio è situato nella piana del Valdarno inferiore. Il centro vitale di quest’area,
estesa per circa 233 km2, può essere identificato nel territorio di Santa Croce sull’Arno, che
raggruppa il maggior numero di aziende operanti nel settore, suddivise tra concerie e aziende conto
terzi. In questo distretto il settore conciario impiega circa 10.000 addetti occupati in 400 concerie,
integrate da un indotto di circa 400 aziende conto terzi. Le aziende totali del distretto sono circa 540
così suddivise: 284 concerie/cuoifici, 126 aziende di lavorazione c/terzi con fasi ad umido e 130
aziende di lavorazione c/terzi senza fasi ad umido.
Le tipologie di attività conciaria più diffuse nel Distretto sono la concia per pelle destinata a calzature,
pelletteria, arredamento, abbigliamento e quella per cuoio da suola.
3.
DESCRIZIONE DEL PRODOTTO
3.1. Unità Funzionale
L'unità funzionale è rappresentata da 1 m2 di pelle conciata.
L’unità funzionale si basa sulla produzione nell’anno 2015 e rappresenta l’unità di riferimento di tutti
i risultati della presente dichiarazione.
3.2. Descrizione del Processo Produttivo
Il processo produttivo della concia viene suddiviso comunemente fra fasi appartenenti ai reparti ad
umido e fasi appartenenti ai reparti di rifinizione.
Le prime fasi appartengono ai reparti ad umido e sono:
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1. Ricevimento Pelle: La pelle grezza che arriva in azienda per entrare nel ciclo produttivo è trattata
con agenti conservanti per impedire i processi putrefattivi;
2. Stoccaggio Pelle: le pelli grezze, giunte in azienda sono stoccate in magazzini dotati di
refrigeratori che, nella stagione calda, garantiscono un livello di temperatura tale da impedire la
putrefazione della pelle;
3. Sezionatura e/o Rifilatura: le pelli vengono generalmente dissalate per eliminare la parte di sale
depositata solo meccanicamente sulla pelle. Si procede poi con la sezionatura o sagomatura,
dividendo la pelle in sezioni per ricavarne il groppone, ossia la parte centrale utilizzata nel
processo produttivo. Le sezioni laterali (spalle e fianchi), denominati commercialmente
“frassame”, vengono utilizzate per la produzione di pelle per tomaia, pelletteria ecc.;
4. Rinverdimento: ha l’obiettivo di reidratare la pelle dopo che a seguito della salatura ha perso il
suo naturale contenuto di umidità, inoltre si eliminano le impurità costituite da sangue, sterco e
altro materiale estraneo;
5. Calcinazione – Depilazione: la depilazione ha lo scopo di solubilizzare l’epidermide e il pelo in
modo da poterli separare facilmente dal derma. Al contrario nella calcinazione vengono
modificate le fibre dermiche, in modo da prepararle a ricevere le sostanze concianti;
6. Scarnatura ed eventuale Spaccatura in Trippa: la scarnatura ha l’obiettivo di eliminare i resti del
tessuto sottocutaneo (carniccio) dal lato interno (carne) delle pelli. La spaccatura in trippa
invece divide la pelle in due sezioni: una parte superiore più pregiata (fiore) ed una parte
inferiore (crosta) poi destinata a lavorazioni e usi diversi;
7. Purga (Decalcinazione – Macerazione): in questa fase la pelle si libera dai prodotti usati durante
la calcinazione, si riduce il gonfiamento delle pelli. La macerazione ha lo scopo di rimuovere
completamente i residui di cheratine del pelo e dell’epidermide;
8. Pickel: Il trattamento di pickel porta il pH delle pelli verso valori acidi (2,5-3,2) necessari per
preparare le proteine alle fasi successive di concia. L’intensità con la quale viene svolta questa
operazione dipende molto dal tipo di concia che verrà effettuata in seguito e dal tipo di articolo
da realizzare;
9. Concia: ha lo scopo di stabilizzare irreversibilmente la pelle, che da materiale putrescibile
diviene imputrescibile. La concia al vegetale si caratterizza per l’uso di prodotti di origine
vegetale quali estratti di castagno, mimosa e quebracho, i quali vengono utilizzati in funzione
delle loro caratteristiche e dell’articolo finito che si vuole produrre. Il bagno di concia al vegetale
viene convogliato direttamente al depuratore consortile tramite la fognatura industriale;
10. Pressatura: è finalizzata all’eliminazione di buona parte dei liquidi che la pelle ha assorbito
durante la concia;
11. Spaccatura in Conciato: la pelle viene “spaccata” orizzontalmente per avvicinarsi allo spessore
del “fiore” richiesto;
12. Rasatura: lo spessore della pelle viene uniformato per tutta la sua superficie;
13. Riconcia, Neutralizzazione, Tintura, Ingrasso: La neutralizzazione (o disacida) è un’operazione
che viene eseguita essenzialmente per ridurre l’acidità libera della pelle conciata. Lo scopo della
riconcia è quello di conferire alle pelli la necessaria ed uniforme pienezza e la capacità di
conservare la consistenza. La tintura si realizza attraverso un trattamento in botte, di durata
variabile a seconda del tipo di tintura utilizzata. Infine l’ingrasso è realizzato con un trattamento
in botte con sostanze grasse di varia natura (vegetale, animale, sintetica) per migliorare le
qualità organolettiche delle pelli.
Appartengono ai reparti di rifinizione le seguenti fasi:
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1. Messa a Vento: la spianatura della pelle, l’operazione viene eseguita con macchine, che in un
unico passaggio eseguono sulla pelle tre interventi per eliminare dalla pelle una buona parte
dell’acqua.
2. Sottovuoto: l’acqua contenuta nelle pelli si trasforma in vapore facilitando una rapida
asciugatura delle stesse che vengono così anche stese completamente.
3. Essiccazione: eliminare l’umidità residua delle pelli
4. Palissonatura: ha lo scopo di ammorbidire la pelle in tutti i suoi punti
5. Volanatura: ha lo scopo di ammorbidire la pelle e conferire al fiore una grana particolare
6. Smerigliatura e spolveratura: Le pelli possono essere smerigliate dal lato carne per pulire le pelli
da residui di tessuto sottocutaneo, o da lato fiore per ottenere il cosiddetto nabuk (con il
caratteristico effetto scrivente) o una pelle dal fiore corretto.
7. Rifinizione: Lo scopo della rifinizione è di migliorare l’aspetto e le caratteristiche prestazionali
(resistenza all’acqua, allo sporco, al graffio, ecc.) del pellame
8. Rifilatura, Misurazione, Imballo e Spedizione.: Concluse le fasi di lavorazione le pelli arrivano al
magazzino spedizione dove vengono selezionate, rifilate, misurate, imballate e spedite. La
rifilatura o sforbiciatura consiste nell’eliminazione della pelle di inestetismi marginali, quali
brandelli o sformature.
3.3. Confini del Sistema
I confini del sistema comprendono tutte le fasi che, dall’approvvigionamento delle materie prime,
conducono alla produzione di 1 m2 di pelle conciata.
In particolare il sistema comprende le seguenti fasi del ciclo di vita:
 la fase di produzione e il trasporto della pelle grezza dagli impianti di macellazione;
 la fase di macellazione e la fase di preparazione delle pelli
 il trasporto alle aziende del distretto conciario
 la fase di produzione della pelle conciata
E’ esclusa dal sistema dal fase di distribuzione del prodotto finito.
3.4. Periodo e Fonte dei Dati
Si chiarisce che lo studio LCA che ha dato origine alla presente Dichiarazione Ambientale di Prodotto
si riferisce alla produzione di pelle conciata nel Distretto Conciario Toscano nell’anno 2015.
I dati utilizzati per lo studio LCA sono stati raccolti tramite questionari e misurati tramite sopralluoghi
presso gli stabilimenti produttivi di un campione di aziende facenti parte del Distretto Conciario
Toscano. I dati mancanti sono stati integrati con dati secondari, sia provenienti da banche dati che da
letteratura.
Sono stati utilizzati dati primari (cioè raccolti direttamente nei siti produttivi) per la modellazione del
processo conciario, dei trasporti della materia grezza dal sito di produzione alla conceria, per la
produzione di tannini vegetali e per la depurazione di acque reflue provenienti dal processo di
concia.
Dati di letteratura sono stati utilizzati per la modellazione dei prodotti enzimatici, per tutti gli altri
prodotti chimici e vettori energetici sono stati utilizzati dati da database.
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4.
DICHIARAZIONE DELLE PRESTAZIONI AMBIENTALI
Tutti i dati quantitativi di seguito riportati si riferiscono alle unità funzionali scelte per la presente
Dichiarazione Ambientale di Prodotto, ovvero 1 m2 di pelle conciata al vegetale.
Nella tabella sotto riportata sono anche indicati i contributi percentuali di impatto delle fasi del ciclo
di vita della pelle:

upstream che comprende gli impatti relativi alla produzione e l’approvvigionamento delle
materie prime;

core che comprende gli impatti relativi ai consumi idrici, energetici, di prodotti chimici, di
materiali di packaging, le emissioni, i rifiuti, le acque reflue e i processi esternalizzati.
IMPATTI POTENZIALI
Categoria d'impatto
Unità
Totale
Upstream
Core
Climate change_fossil
kg CO2 eq
33,24
54%
46%
Climate change_bio
kg CO2 eq
13,61
92%
8%
Ozone depletion
kg CFC-11 eq
6,63E-06
15%
85%
Human toxicity, non-cancer effects
CTUh
5,62E-05
93%
7%
Human toxicity, cancer effects
CTUh
2,25E-06
77%
23%
Particulate matter
kg PM2.5 eq
3,29E-02
76%
24%
Ionizing radiation HH
kBq U235 eq
1,14
52%
48%
Photochemical ozone formation
kg NMVOC eq
1,11E-01
49%
51%
Acidification
molc H+ eq
1,04
90%
10%
Terrestrial eutrophication
molc N eq
4,15
97%
3%
Freshwater eutrophication
kg P eq
6,78E-03
84%
16%
Marine eutrophication
kg N eq
3,10E-01
92%
8%
Freshwater ecotoxicity
CTUe
125,84
82%
18%
Land use
kg C deficit
314,05
87%
13%
Water resource depletion
m3 water eq
8,38E-01
18%
82%
1,63E-02
31%
69%
Mineral, fossil & ren resource depletion kg Sb eq
5.
RIFERIMENTI
Per la realizzazione dello studio LCA e della presente Dichiarazione Ambientale di Prodotto sono stati
utilizzati i seguenti documenti:
o
o
o
COMMISSION RECOMMENDATION of 9 April 2013 on the use of common methods to
measure and communicate the life cycle environmental performance of products and
organisations;
PEFCR for Finished Leather v.3.2;
Banca dati Ecoinvent v.3 (http://www.ecoinvent.ch);
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o
Cradle-to-Gate Environmental Assessment of Enzyme Products Produced Industrially in
Denmark by Novozymes A/S; Per H. Nielsen et al.; Int J LCA 2006
6.
GLOSSARIO
ACIDIFICAZIONE: abbassamento del pH di suoli, laghi, foreste, a causa dell’immissione in atmosfera
di sostanze acide, con conseguenze dannose sugli organismi viventi (es. “piogge acide”)
ASSOTTIGLIAMENTO DELLA FASCIA DI OZONO: degradazione della fascia di ozono stratosferico, che
funge da barriera contro la componente ultravioletta dei raggi solari, per opera di composti
particolarmente reattivi, che si originano da clorofluorocarburi (CFC) o da clorofluorometani (CFM).
La sostanza usata come riferimento per l’ODP (Ozone Depletion Potential) è il triclorfluorometano, o
CFC-11.
ECOTOSSICITÀ: Impatti tossici su un ecosistema, che danneggiano le singole specie e modificano la
struttura e la funzione dell’ecosistema.
EFFETTO SERRA (GWP100): fenomeno di riscaldamento globale dell’atmosfera, calcolato per i
prossimi 100 anni, dovuto all’emissione in atmosfera di gas ad effetto serra quali anidride carbonica
(CO2), metano(CH4), protossito di azoto (N2O), ecc.
EUTROFIZZAZIONE: riduzione dell’ossigeno presente nei corpi idrici e necessario per gli ecosistemi a
causa dell’eccessivo apporto di sostanze nutrienti quali azoto e fosforo
FORMAZIONE DI SMOG FOTOCHIMICO: formazione di ozono a livello di superficie terrestre dovuto
all’immissione in atmosfera di idrocarburi incombusti e ossidi di azoto in presenza di radiazione
solare. Tale fenomeno è dannoso per gli organismi viventi, ed è spesso presente nei grandi centri
urbani
IMPOVERIMENTO DELLE RISORSE – ACQUA: Uso di m3 di acqua connesso alla scarsità locale di acqua.
LCA: Life Cycle Assessment, è una metodologia regolata dagli standard ISO 14040 che mira a
quantificare il carico energetico e ambientale del ciclo di vita di un prodotto o una attività, attraverso
la quantificazione dell’energia e dei materiali usati e delle emissioni (solide, liquide e gassose)
rilasciate nell’ambiente, dall’estrazione delle materie prime fino allo smaltimento dei rifiuti finali.
RADIAZIONE IONIZZANTE: Effetti negativi sulla salute umana causati da emissioni radioattive.
TOSSICITÀ PER GLI ESSERI UMANI: Effetti negativi sulla salute degli esseri umani causati
dall’assunzione di sostanze tossiche per inalazione di aria, ingestione di cibo/acqua, penetrazione
cutanea.
TRASFORMAZIONE DEL TERRENO: Utilizzo e trasformazione del territorio con attività quali
agricoltura, costruzione di strade, case, miniere, ecc. L’occupazione del suolo considera gli effetti
della destinazione del suolo, la superficie del territorio interessato e la durata della sua occupazione
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(variazioni della qualità moltiplicate per superficie e durata). La trasformazione del suolo considera
l’entità delle variazioni delle proprietà del suolo e la superficie interessata (variazioni della qualità
moltiplicate per la superficie).
UNITA’ FUNZIONALE: è l’unità di misura alla quale si riferiscono tutti i risultati riportati nella EPD.
Tale grandezza serve come termine di paragone per confrontare i dati presentati in due o più EPD
relative a prodotti appartenenti ad una specifica categoria omogenea di prodotto/servizio, ossia
contraddistinti dalla medesima PCR
Data 22.06.2016
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