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LE LOTTE GEMELLE: COMBATTERE IL CONTANTE PER CONTRASTARE IL
SOMMERSO*
di Daniele Di Giulio, Carlo Milani
17 giugno 2011
Il tema della lotta al sommerso è entrato stabilmente a far parte dell'agenda politica italiana. Diversi passi
sono stati fatti in questi anni ma rimane ancora molta strada da compiere. Un aiuto alla soluzione del
problema potrebbe derivare da un maggior utilizzo di strumenti di pagamento diversi dal contante. In questo
articolo mostriamo che una maggiore diffusione delle carte di credito e di debito potrebbe offrire un contributo
importante alla riduzione dell'economia sommersa.
1. La diffusione delle carte di pagamento in Italia
Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da un crescente utilizzo di nuovi strumenti di pagamento. Questo
fenomeno, che ha inizialmente riguardato principalmente l'economia statunitense, si è fortemente diffuso
anche in Italia: bancomat e carte di credito - ovvero la cosiddetta moneta di plastica o elettronica - stanno
progressivamente prendendo il posto del contante. Le carte stanno sostituendo/integrando anche gli altri
tradizionali strumenti di pagamento diversi dal contante (assegni, bonifici e RID).
In Italia la diffusione delle carte come strumento di pagamento si è notevolmente intensificata negli ultimi 1015 anni: i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) segnalano che nel nostro Paese la
percentuale di pagamenti effettuati tramite carta (di debito o di credito) è passata da circa il 15% nel 1998 al
40% nel 2008. Nello specifico, sulla base dei microdati forniti da Banca d'Italia, si evince che la percentuale di
famiglie in possesso della carta di debito è passata dal 41,8% del 1993 al 63,6% del 2008, mentre le carte di
credito hanno visto un aumento della loro diffusione dal 13,2 al 31,6%1. Anche la percentuale di utilizzo ha
subito un incremento significativo, soprattutto tra i possessori del bancomat: mentre nel 1993 solo il 9,3% dei
possessori utilizzava almeno una volta all'anno la carta di debito per effettuare pagamenti, nel 2008 il 73,8%
la utilizzava almeno una volta al mese.
Nonostante la diffusione della moneta di plastica stia significativamente crescendo, il numero di operazioni
effettuate con carte di pagamento nel nostro Paese risulta ancora molto contenuto nel confronto
internazionale. Prendendo ancora a riferimento i dati della BRI, si osserva che nel 2008 in Italia sono state
concluse 24,5 operazioni pro-capite con carte di pagamento, contro le 57 dell'Area euro, le 124,5 del Regno
Unito e le 191 degli Stati Uniti.
2. Il ruolo delle carte di pagamento nella lotta al sommerso
Un aspetto rilevante in tema di strumenti di pagamento è quello riguardante l'economia sommersa e la
cosiddetta “lotta al contante―. Le transazioni effettuate tramite banconote sono infatti completamente anonime,
mentre quelle effettuate tramite l'utilizzo delle carte non lo sono e per questo facilitano la tracciabilità dei
movimenti effettuati. Come emerge anche da alcuni studi2, la detenzione di banconote, specialmente di taglio
elevato, può avere tra le sue principali motivazioni proprio la volontà di evitare i controlli fiscali.
Aumentare la diffusione delle carte di pagamento in Italia, a discapito del contante, potrebbe dunque
determinare dei notevoli benefici in termini di lotta al sommerso. Nel grafico 1 abbiamo rappresentato a livello
regionale, per il periodo compreso tra il 1995 e il 2006, la relazione esistente tra la diffusione delle carte di
pagamento e il tasso di lavoro irregolare, proxy del livello di economia sommersa presente su base
territoriale. Dal grafico si riscontra come tra queste due variabili vi sia effettivamente un legame inverso.
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Grafico 1
Relazione tra il possesso di carte di debito/credito e il tasso di lavoro irregolare
nelle regioni italiane nel periodo 1995-2006
Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia e Istat.
Stimando empiricamente questa relazione è possibile valutare quale sarebbe l'impatto sul tasso di lavoro
irregolare, e quindi sull'economia sommersa, derivante da una maggiore diffusione delle carte di pagamento.
Dalle nostre stime econometriche3 emerge che un incremento di 10 punti percentuali della quota di famiglie
detentrici di carte di debito/credito avrebbe l'effetto di ridurre il tasso di irregolarità di mezzo punto percentuale.
Con riferimento alla situazione esistente negli ultimi anni di rilevazione, nell'ipotesi migliore in cui le carte di
debito/credito si diffondessero anche presso tutte quelle famiglie che ne sono sprovviste, l'economia
irregolare arriverebbe a perdere fino a due punti percentuali del suo bacino di utenza.
Posto che ogni punto di lavoro irregolare determina, in base ai dati Istat, circa un punto e mezzo di economia
non osservata, l'effetto in termini di emersione del sommerso è stimabile tra i 10 e i 40 miliardi di euro, pari
all'incirca tra il mezzo punto e i 3 punti di Pil, ovvero tra il 5 e il 15% circa dell'ammontare complessivo del
sommerso, così come stimato dall'Istat.
*Le opinioni espresse appartengono
esclusivamente agli autori e non sono quindi attribuibili
all'Istituto di appartenenza.
1. Complessivamente nel
2008 circa il 65% delle famiglie deteneva o una carta di debito o una
carta di credito.
2. Si veda Rogoff, K. (1998), “Blessing or curse? Foreign and Underground Demand for Euro Notes―, Economi
Policy - A European Forum, 261-303 e Goodhart, C., e Krueger, M. (2001), “The Impact of Technology on
Cash Usage―, discussion paper 374, Financial Markets Group, London School of Economics and Political
Science, London, UK.
3. Nello specifico abbiamo stimato un panel composto dalle 20 regioni italiane per gli anni 1996, 1999, 2001,
2003 e 2005. Le stime hanno tenuto conto del possibile problema di endogeneità tra il possesso delle carte di
pagamento ed il sommerso. Per maggiori dettagli si veda Di Giulio D. e Milani C., 2011, “Diffusione della
moneta di plastica e riflessi sull'economia sommersa: un'analisi empirica sulle famiglie italiane―, Abi, Temi di
Economia e Finanza, n. 3.
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