DEMO RASSEGNA STAMPA Martedì, 13 settembre 2016 DEMO RASSEGNA STAMPA Martedì, 13 settembre 2016 Economia 13/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 1 FABRIZIO GALIMBERTI Attenzione, la festa sta finendo 13/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 8 NICOLETTA PICCHIO «Leva fiscale per stimolare innovazione e produttività» 13/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 8 EM. PA Obama invita il premier «L' Italia grande alleato» 13/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 8 GIANNI TROVATI Padoan: dalla voluntary ­bis mi aspetto quasi 4 miliardi 13/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 8 CLAUDIO TUCCI Istat: a giugno 439mila occupati in più 13/09/2016 Italia Oggi Pagina 33 CINZIA DE STEFANIS Arrivano 200 milioni di euro per i contratti di filiera e di distretto 13/09/2016 Il Mattino Pagina 5 13/09/2016 La Repubblica Pagina 6 ROBERTO PETRINI Pensioni anticipate a 63 anni senza costi per i disoccupati BARBARA ARDU Lavoro, meno giovani a casa 13/09/2016 Il Giornale Pagina 1 FELICE MANTI FELICE MANTI Il Jobs Act dimostra che la matematica è solo un' opinione 13/09/2016 Il Giornale Pagina 3 5 7 9 14 16 18 20 Quell' attenzione ai sindacati per il «Sì» al referendum 13/09/2016 Il Giornale Pagina 7 4 13 La spesa per la riforma raggiunge i 20 miliardi 13/09/2016 La Repubblica Pagina 6 2 11 Niente taglio dell' Irpef per il 2017 Padoan gela le attese delle famiglie 13/09/2016 La Repubblica Pagina 6 1 GIAN MARIA DE FRANCESCO Confindustria continua a tifare Sì: se cade il governo l' economia... 22 Economia di Settore 13/09/2016 La Stampa (ed. Torino) Pagina 59 ALESSANDRO MANO L' acciaieria Cogne festeggia 100 anni con il canto della sua storica... 13/09/2016 Brescia Oggi Pagina 27 25 Alfa Acciai rafforza il business Preso il 70% della Tecnofil 13/09/2016 Brescia Oggi Pagina 18 MAGDA BIGLIA Stefana, l' ultimo appello è sferzante 13/09/2016 Corriere della Sera (ed. Brescia) Pagina 7 ROBERTO RAGAZZI Alfa Acciai rileva il 70% della Tecnofil ed entra nel business del filo... 13/09/2016 Messaggero Veneto Pagina 40 Il Consorzio tolmezzino: qui il lavoro aumenta nessun capannone sfitto 13/09/2016 Trentino Pagina 9 Mondini contro Provincia e Rurali 27 29 Alfa Acciai rinforza la filiera produttiva Suo il 70 per cento della... 13/09/2016 Giornale di Brescia Pagina 27 24 TANJA ARIIS 30 32 34 13 settembre 2016 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Economia TASSI E MERCATI Attenzione, la festa sta finendo La "sindrome da astinenza" si avvia a colpire l' economia mondiale? Assuefatti a dosi massicce di liquidità e a costi del danaro schiacciati sullo zero, i mercati paventano il ritiro dello stimolo monetario. Ogni esternazione dei membri della Fed viene esaminata al microscopio per leggere le avvisaglie di un rialzo dei tassi. A ogni dato della congiuntura viene chiesto con ansia: avvicina o ritarda il rialzo? Finora i messaggi non erano chiari, ma un altro aumento di un quarto di punto pare ora imminente. Sembra davvero poco per causare sconquassi. Dopo tutto, la buona salute dell' economia Usa è dietro ai recenti massimi storici di Wall Street. Ma non è tanto il quarto di punto che preoccupa, bensì la ripercussione di un aumento dei tassi sul valore delle obbligazioni, e la "strategia di uscita" dall' espansione monetaria. La Fed ­ e non solo la Fed ­ si è avventurata da tempo nella "terra incognita" della creazione di fiumi di liquidità e dei tassi a zero. Dopo aver aperto le chiuse della liquidità, riusciranno le Banche centrali a prosciugare quei laghi di moneta? Ci sono buone ragioni per pensare di sì. Le tecniche per il "prosciugamento" esistono. Ma esistono anche le incertezze, dato che si tratta di un' altra "terra incognita". Nel villaggio globale aleggiano poi altre ansie: le elezioni americane, l' indebolimento della Merkel, la crisi migratoria, gli strascichi di Brexit, gli echi di guerra fredda fra Russia e Usa, il terrorismo... E, come se non bastasse, sullo sfondo permane un "sistema immunitario" dell' economia che è stato indebolito dalla Grande recessione. Questa è finita, ma, adattando una metafora di Joseph Schumpeter, se uno è stato investito da un camion, non è che torni in salute quando il camion si ferma. Insomma, i problemi sono molto più grossi del quarto di punto prossimo venturo. Il problema non è di politica monetaria, ma di Politica con la P maiuscola. [email protected]. FABRIZIO GALIMBERTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 1 13 settembre 2016 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Economia Il dibattito. Boccia, Nannicini, Gallia e Giavazzi a confronto sulle strategie per l' economia «Leva fiscale per stimolare innovazione e produttività» ROMA La prima domanda è uguale per tutti: qual è il numero più incoraggiante e quello più preoccupante in questa situazione dell' economia italiana. Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, lo sintetizza in uno solo, quello del Pil, che «da una parte incoraggia, dall' altra ti abbatte perché è troppo poco». Tommaso Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ne indica due: il Pil «preoccupante perché è troppo lontano dalla media europea» mentre incoraggianti sono i numeri del mercato del lavoro, con l' Istat che proprio ieri ha diffuso un dato con il segno più per il secondo trimestre dell' anno. Una positività condivisa dall' economista Francesco Giavazzi, che mette come altro aspetto il numero degli investimenti in innovazione. Mentre Fabio Gallia, amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, sottolinea da una parte la capitalizzazione delle imprese e, in positivo, il risparmio degli italiani «un elemento di competitività del sistema» da indirizzare verso l' economia reale. Risposte sintetiche, che in pochi flash hanno messo in evidenza le grandi questioni che riguardano l' economia del paese. "Crescita e innovazione: una nuova agenda per il futuro dell' Italia", è il titolo del dibattito organizzato da Il Foglio Quotidiano e moderato dal direttore, Claudio Cerasa, al teatro Piccolo Eliseo. Tra un mese il governo presenterà la legge di bilancio: «Occorrono non politiche a costo zero, ma scelte selettive con le quali cominciare a delineare un intervento organico di politica economica», ha esordito Boccia, che ha commentato i dati Istat di ieri sull' occupazione: «Sono in linea con il percepito del Jobs act da parte delle imprese. Occorre andare avanti su questa linea perché in economia come in politica non c' è contemporaneità tra causa ed effetto. Vanno seguiti gli strumenti che danno effetti positivo sullo sviluppo occupazionale del paese». La premessa è quale paese vogliamo essere: «Se, come riteniamo, l' Italia deve essere un grande paese industriale occorre puntare a un' industria ad alto valore aggiunto, alta intensità di investimenti, alta produttività, e con una finanza aziendale moderna». Occorre «un' agenda a medio termine per costruire un paese competitivo, ha incalzato Boccia, sottolineando il tema della produttività: «Non chiediamo sussidi, ma incentivi di politica fiscale, come la detassazione del salario di produttività, che Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 2 13 settembre 2016 Pagina 8 <­­ Segue Il Sole 24 Ore Economia diano un indirizzo alla politica industriale». Su questo aspetto dal sottosegretario Nannicini è arrivata una conferma: nessun numero, ma l' affermazione netta che «dobbiamo fare uno sforzo enorme per recuperare una maggiore produttività, sgravare le imprese da oneri impropri e creare un ambiente favorevole affinché le aziende facciano innovazione». Secondo Giavazzi, una forte riduzione delle tasse sarebbe assolutamente necessaria, così come sono necessari gli investimenti delle imprese: «È vero che siamo quarti al mondo nella robotica, ma l' età media dei macchinari non è mai stata così elevata». Le imprese «stanno reagendo, investono, siamo la seconda potenza industriale europea, pur avendo handicap come il 20% in più di total tax rate, 30% in più di costo dell' energia, 30% in meno di produttività», ha affermato Boccia, aggiungendo che attivare gli investimenti è uno dei tasselli della strategia più produttività, più competitività, più ricchezza da redistribuire, «in un percorso che parta dall' offerta per arrivare alla domanda». Per crescere occorrono risorse: il sistema industriale è troppo banco­centrico, ha detto Gallia. Le aziende, in particolare le medio­grandi, devono essere aperte all' ingresso di un partner: «Sono fiducioso, le imprese hanno capito che siamo davanti a un cambiamento strutturale, si stano attrezzando», ha detto Gallia, sottolineando l' impegno della Cassa Depositi e Prestiti nei confronti del sistema industriale, in particolare sul venture capital. «Si può crescere senza debito», ha insistito anche Boccia, rilanciando il progetto Elite, una vetrina per le Pmi che vogliono crescere. © RIPRODUZIONE RISERVATA. NICOLETTA PICCHIO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 3 13 settembre 2016 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Economia L' annuncio. Cena di Stato a Washington il 18 ottobre Obama invita il premier «L' Italia grande alleato» Sarà proprio Matteo Renzi ­ e l' annuncio è stato accolto non senza una punta di orgoglio a Palazzo Chigi ­ l' ultimo leader del mondo che Barak Obama riceverà alla Casa Bianca prima di lasciare l' incarico al vincitore delle elezioni presidenziali (si voterà l' 8 novembre). L' incontro, con tanto di cena di stato con le consorti al civico 1.600 di Pennsylvania Avenue a Washington, avverrà il 18 ottobre. La conferma, ieri, è venuta dalla stessa Casa Bianca. «Il presidente americano ospiterà Matteo Renzi per una visita ufficiale ­ ha detto il portavoce Josh Earnest incontrando la stampa ­. Sarà l' opportunità per confermare la forza della relazione con l' Italia e per scambiare visioni sul futuro dell' Europa». Sul tappeto il futuro dell' Unione europea dopo la Brexit, le prospettive della crescita economica globale e soprattutto la situazione in Libia e il ruolo dell' Italia nel Mediterraneo e nella lotta all' Isis. È di ieri la notizia che Roma invierà a Misurata 100 medici, con la protezione di circa 200 parà, per curare i soldati libici. Una accelerazione d' impegno italiano che Obama aspettava e che Renzi porterà in dote nell' incontro alla Casa Bianca insieme all' uso delle basi italiane per i caccia americani. «L' Italia è uno dei nostri alleati più stretti e più forti con cui collaboriamo su vari fronti ­ ha detto ancora Earnest ­, dal cambiamento climatico alla crisi dei rifugiati, per promuovere la sicurezza globale e un' economia inclusiva». © RIPRODUZIONE RISERVATA. EM. PA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 4 13 settembre 2016 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Economia Padoan: dalla voluntary ­bis mi aspetto quasi 4 miliardi ROMA Il bis della voluntary disclosure, il meccanismo battezzato nel 2014 per far tornare in Italia i capitali scappati all' estero, potrebbe nelle intenzioni del governo avvicinarsi a una replica anche dei risultati della prima tornata, che ha portato nelle casse dello Stato qualcosa più di 4 miliardi. A indicare l' obiettivo, o la speranza, dell' Esecutivo è stato ieri il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, che nel corso di un' intervista a «Porta a Porta» su Rai Uno ha fatto il punto sulla legge di bilancio in arrivo. Nel cantiere della manovra, compatibilmente con il calendario necessario a riaprire la strada per il rientro dei capitali, ci sarà appunto la nuova voluntary. I risultati della prima edizione, va ricordato, avevano superato le previsioni dei tecnici, portando in luce 59,8 miliardi sconosciuti al fisco e offrendo all' Erario almeno 3,8 miliardi più interessi e sanzioni. «Molti capitali sono già rientrati ­ ha premesso infatti il titolare di Via XX Settembre ­ e mi accontenterei di una frazione della cifra recuperata: spero di poter recuperare un po' meno di 4 miliardi». Dall' orizzonte della nuova legge di bilancio, invece, esce ufficialmente l' ipotesi di anticipare il taglio Irpef, che si era fatta strada nei mesi scorsi ma è inciampata anche nel peggioramento congiunturale da tradurre ora nella revisione delle stime di crescita con la nota di aggiornamento al Def. «La revisione dell' Irpef per ora è rinviata», ha confermato Padoan riportando di fatto la revisione dell' imposta sui redditi al 2018 dove la collocavano i programmi originari, ma il capitolo fiscale della manovra resta ricco e concentrato su investimenti e crescita, oltre che sul pluri­confermato stop alle clausole di salvaguardia che farebbero crescere l' Iva colpendo i consumi. Dovrebbe trovare spazio anche il prossimo anno, prima di tutto, il «super­ammortamento», che nella versione attuale permette di "scontare" dal reddito in dieci anni il 140% degli investimenti delle imprese in beni strumentali realizzati nel 2016: oltre alla sua replica, i tecnici studiano un meccanismo ancora più agevolato per gli investimenti nell' innovazione digitale delle imprese. Alla crescita serve anche la spinta ai contratti aziendali, che secondo Padoan vanno «sostenuti perché sono una fonte di di produttività e di competitività, ma anche di maggiore reddito a disposizione dei lavoratori». Sul punto, le ipotesi allo studio parlano di rafforzamento del bonus fiscale per i premi di produttività, che oggi sono detassati fino a 2mila euro (2.500 in caso di partecipazione «paritetica» nell' organizzazione del lavoro) per chi ha un reddito fino a 50mila euro: i tecnici lavorano per far crescere sia le somme che evitano il fisco sia i limiti di reddito dei beneficiari, e l' assetto finale dipenderà dalla geografia delle risorse che Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 5 13 settembre 2016 Pagina 8 <­­ Segue Il Sole 24 Ore Economia saranno distribuite fra i vari interventi. Il primo compito della manovra, del resto, sarà quello di dare un po' di vigore a un Pil che oggi si rivela meno dinamico del previsto. «La ripresa c' è ­ rivendica il ministro dell' Economia ­ anche se è debole; osserviamo che c' è una crescita dell' occupazione superiore a quella del Pil, ed è un buon segnale per il futuro». Una crescita un po' più robusta aiuterebbe anche a portare avanti le due direttrici chiave per gli orizzonti di finanza pubblica, puntate sulla riduzione di deficit e indebitamento. Ribadito l' obiettivo, il ministro per ora non si sbilancia nella sua traduzione numerica, anche perché il parametro di confronto dipenderà dalla riscrittura delle cifre nella nota di aggiornamento al Def. La prospettiva comunque è condivisa, sottolinea il ministro: «Sul deficit ­ spiega ­ non tiro la giacca a Renzi perché in genere quando parliamo non ce l' ha, ma è stato lo stesso premier a dire che io l' ho convinto a far scendere il deficit anziché farlo salire». Sul fronte delle entrate una dose di ossigeno è attesa dalla lotta all' evasione, chiamata secondo gli obiettivi ufficiali a portare 15 miliardi quest' anno (si veda Il Sole 24 Ore del 3 agosto) per far crescere ulteriormente i propri risultati nel 2017. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 6 13 settembre 2016 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Economia Lavoro. Il premier: «Il Jobs Act funziona» ­ I dati del secondo trimestre 2016 non tengono conto del calo di 63mila posti registrato a luglio Istat: a giugno 439mila occupati in più ROMA Dopo la frenata dei contratti stabili evidenziata venerdì scorso dal ministero del Lavoro, è arrivata ieri la fotografia dell' Istat sull' occupazione, sempre riferita al secondo trimestre dell' anno. Qui i numeri contengono qualche informazione in più: i posti complessivi sono cresciuti di 439mila unità rispetto ad aprile­giugno 2015, di cui quasi la metà, 223mila per l' esattezza, a vantaggio dei giovani tra i 15 e i 34 anni. Il numero di disoccupati è sceso di 109mila persone, e anche gli inattivi (tra cui gli "scoraggiati") sono risultati in forte frenata (­489mila unità). L' istantanea scattata ieri non tiene però conto dell' ultimo dato, relativo al mese di luglio, diffuso a fine agosto sempre dall' Istat, che ha evidenziato il primo stop dell' occupazione, con un calo congiunturale di 63mila posizioni; una contrazione che ha interessato quasi interamente donne e autonomi. I numeri del secondo trimestre dell' anno, ovviamente, non sono stati influenzati da questi nuovi dati; e ciò fa nutrire qualche preoccupazione su un mercato del lavoro che, finora, ha viaggiato su livelli superiori rispetto alla crescita economica. E ora è in affanno. Certo, il dato trimestrale è un po' più solido del dato mensile; ed è positivo che tra i giovani c' è stata una maggiore partecipazione al mercato del lavoro considerati i 252mila «Neet» in meno rispetto al secondo trimestre 2015 (la situazione è confermata però meno rosea per le donne, con sei mamme su 10 che restano a casa, senza studiare e senza lavorare). Il governo, nel commentare i dati di ieri, ha visto il bicchiere mezzo pieno: per il premier, Matteo Renzi, «migliora la situazione per i giovani. I posti in più da febbraio 2014 sono 585mila e ciò significa che il Jobs act funziona». Sulla stessa lunghezza d' onda il ministro, Giuliano Poletti. Opposti i commenti di M5s e Fi secondo cui le riforme dell' esecutivo non hanno avuto effetti. Il punto è che l' incremento degli occupati nel periodo aprile­giugno è legato quasi esclusivamente al mondo dei servizi; l' industria sta continuando a rimanere ferma, e le ore di straordinario non hanno ripreso a correre. La sensazione, se si guarda anche al dato sui contratti fissi in frenata, è che, senza un Pil robusto e con lo sgravio sui contratti stabili ridotto, la situazione sia difficile. I sindacati sono preoccupati; e dalla maggioranza, anche Maurizio Sacconi (Ap), incalza il governo: «La manovra di ottobre è fondamentale; e lì ci aspettiamo interventi strutturali su crescita e lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 7 13 settembre 2016 Pagina 8 <­­ Segue Il Sole 24 Ore Economia CLAUDIO TUCCI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 8 13 settembre 2016 Pagina 33 Italia Oggi Economia Arrivano 200 milioni di euro per i contratti di filiera e di distretto Assegnati dal Cipe 200 milioni di euro per i contratti di filiera e di distretto. Il programma deve essere articolato in diverse tipologie di interventi in relazione all' attività svolta dai soggetti beneficiari, in modo da coprire l' intera filiera e dimostrare l' integrazione fra i differenti soggetti in termini di miglioramento del grado di relazione organizzativa, commerciale e in termini di distribuzione del reddito. È con la delibera Cipe del 1° maggio 2016 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 9 settembre 2016 n. 211) che sono stati assegnati al ministero delle politiche agricole i 200 milioni di euro per i contratti di filiera e di distretto a valere sul fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca. Con il dm dell' 8 gennaio 2016 prot. n. 1192 i tecnici delle politiche agricole hanno invece definito i criteri, le modalità e le procedure per l' attuazione dei contratti di filiera e di distretto. Programmi ammissibili. Possono essere ammessi alle agevolazioni i contratti di filiera e i contratti di distretto che prevedono programmi con un ammontare delle spese ammissibili compreso tra 4 e 50 milioni di euro per la realizzazione di investimenti in attivi materiali e attivi immateriali nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria, investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli e la commercializzazione di prodotti agricoli, investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non agricoli, partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità, misure promozionali a favore dei prodotti agricoli e progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo. Gli interventi ammissibili possono riguardare una o più unità produttive relative a uno stesso soggetto beneficiario e devono essere realizzati entro 4 anni dalla data di sottoscrizione del contratto di filiera o del contratto di distretto. Tipologia di contributi. Le agevolazioni saranno concesse nella forma di contributo in conto capitale e di finanziamento agevolato. Per usufruire del finanziamento agevolato, i beneficiari dovranno ottenere anche un finanziamento bancario ordinario pari al 50% del costo degli interventi ammissibili, esclusi i finanziamenti destinati alla partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e alle misure promozionali a favore dei prodotti agricoli per i quali i provvedimenti potranno stabilire una diversa quota di finanziamento bancario ordinario, comunque non inferiore al 10%. La combinazione delle due forme di agevolazione (contributo in conto capitale e finanziamento agevolato) sarà stabilita in base a elementi obiettivi, quali la localizzazione del beneficiario, la dimensione dell' impresa, le Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 9 13 settembre 2016 Pagina 33 <­­ Segue Italia Oggi Economia caratteristiche della filiera interessata, la tipologia e l' entità dell' intervento e l' importo dell' aiuto richiesto. Presentazione domanda. La domanda che il soggetto proponente degli accordi di filiera e di distretto dovrà presentare al ministero delle politiche agricole, usando obbligatoriamente gli appositi modelli allegati al provvedimento in commento, dovrà contenere come minimo l' indicazione dei soggetti beneficiari e delle dimensioni delle imprese, la descrizione del contratto di filiera o di distretto e delle caratteristiche tecnico­economiche dei singoli progetti, compresa la loro ubicazione e le date di inizio e di fine, l' importo dell' aiuto necessario per realizzarli e i costi ammissibili. Gli aiuti potranno essere cumulati con altri aiuti, purché tale cumulo non porti al superamento dell' intensità massima o dell' importo massimo dell' aiuto applicabile. © Riproduzione riservata. CINZIA DE STEFANIS Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 10 13 settembre 2016 Pagina 5 Il Mattino Economia Niente taglio dell' Irpef per il 2017 Padoan gela le attese delle famiglie Confermata la riduzione al 24% di Ires­Iri e la proroga del super­ammortamento ROMA. Finisce in soffitta l' ipotesi di anticipare già al 2017 il taglio dell' Irpef, o anche solo una parte. Ad archiviare il progetto è stato direttamente il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, parlando ieri sera a Porta a Porta. Il taglio dell' Irpef, ha spiegato il ministro, «per il momento è rinviato, ma continuiamo a ridurre la pressione generale che è scesa di un punto dal 2013». L' intervento sulle aliquote, in realtà, era stato indicato da Matteo Renzi come obiettivo per il 2018, mentre per il 2017, sin dall' inizio, il premier aveva deciso di puntare sulla riduzione delle tasse alle imprese tramite il taglio dell' Ires dal 27,5% al 24%. Nelle scorse settimane il vice ministro dell' Economia, Enrico Morando, aveva proposto quanto meno di indicare nella prossima manovra che tipo di taglio sull' Irpef il governo avrebbe fatto dal 2018, proprio come avvenuto con l' Ires. Ma anche questa ipotesi sembra adesso tramontata. Padoan ha anche spiegato di non avere preclusioni ad un' ipotesi di «aliquota flat», anche se ha giudicato questo tipo di impostazione difficile da attuare. Il ministro, poi, ha rivendicato di aver convinto Renzi a non far salire il deficit. Parole che vanno interpretate. L' impegno con l' Ue per il prossimo anno, è di portare il deficit all' 1,8% del Pil. Un obiettivo difficile da mantenere anche solo per la minor crescita che dovrà essere inserita nell' aggiornamento del Def, il documento di finanza. Renzi, per spingere l' economia, avrebbe voluto portare il deficit fino al 2,7­2,8%, a ridosso del limite del 3%. Padoan lo avrebbe convinto a confermare il percorso di riduzione anno su anno. Siccome nel 2016 il rapporto dovrebbe chiudersi al 2,3%, è probabile che nell' aggiornamento del Def si tenti di stare leggermente sotto questa soglia. Il ministro ha anche parlato di alcune voci che dovrebbero servire a copertura della manovra da 25 miliardi di euro che il governo si appresta a fare. La principale è la riapertura della voluntary disclosure, il rientro dei capitali esportati illecitamente all' estero. L' edizione dello scorso anno ha permesso allo Stato di incassare poco oltre 4 miliardi di euro. Padoan ha ammesso di attendersi dalla nuova versione un gettito di «un po' meno di 4 miliardi». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 11 13 settembre 2016 Pagina 5 <­­ Segue Il Mattino Economia Il ministro si è poi soffermato a commentare i dati sull' andamento dell' occupazione che, ha spiegato, «è superiore alla crescita del Pil». Per Padoan «è l' indicatore che il Jobs act sta funzionando». Sgombrato il campo dalla riduzione dell' Irpef, il ministro ha voluto invece indicare quello che sicuramente ci sarà nella prossima manovra di bilancio. La prima conferma è il rinnovo dei super ammortamenti «che», ha detto, «hanno funzionato». Sostegni arriveranno inoltre per «gli investimenti, la produttività e la competitività». L' idea è quella di favorire ulteriormente i premi di risultato, sulla falsariga di quanto già fatto quest' anno, ma con un probabile ampliamento. «I contratti a livello aziendale», ha aggiunto Padoan, «devono essere sostenuti, sono fonte di crescita della produttività, della competitività e del reddito dei lavoratori». a. bas. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 12 13 settembre 2016 Pagina 6 La Repubblica Economia I COSTI 20 mld La spesa per la riforma raggiunge i 20 miliardi IL COSTO della riforma del lavoro si misura sugli sgravi contributivi riconosciuti alle aziende disposte ad assumere a tempo indeterminato. Una misura che, per il biennio 2015­16, secondo la Uil vale 20 miliardi (15 nel 2015 più 4,3 nel 2016) che al netto degli effetti fiscali (i contributi fiscalizzati non sono deducibili dal costo del lavoro) diventano 15 miliardi (11,7 nel 2015 e 3,3 per 2016). Nel 2016 i vantaggi riconosciuti all' impresa si sono praticamente dimezzati e ciò ha influito sul numeri di contratti firmati. «L' occupazione è aumentata appena qualcosa in più rispetto al Pil e a quanto assicurato da un normale turn over» commenta Guglielmo Loy segretario confederale della Uil. «Valeva la pena di fare scelte più selettive, come avevamo chiesto, premiando di più chi assume donne, giovani e punta al Sud. Con i risparmi si potevano fare più politiche attive e tagliare il cuneo fiscale». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Il costo per due anni è di circa 20 miliardi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 13 13 settembre 2016 Pagina 6 La Repubblica Economia Il piano. Si avvicina l' accordo governo­sindacati e dal rientro dei capitali possibili quattro miliardi Pensioni anticipate a 63 anni senza costi per i disoccupati ROMA. L' accordo sull' anticipo pensionistico, dopo il vertice di ieri tra governo e sindacati, è ormai ad un passo dal traguardo. L' ultima mediazione prevede che potranno accedere al cosiddetto Ape tutti quei lavoratori (350 mila il primo anno, secondo le stime del governo) cui mancano tre anni e sette mesi alla pensione di vecchiaia. Dal 1° gennaio 2017, se l' accordo verrà firmato il 21 settembre, potranno andare in pensione, pagando una rata ventennale, i lavoratori con 63 anni di età. Il prestito sarà sperimentato per due anni e la spesa prevista non dovrebbe superare per questo i 400 milioni di euro. L' ultima ipotesi di mediazione che il governo ha messo sul tavolo del confronto con Cgil, Cisl e Uil al ministero del Lavoro prevede un ritocco della proposta in entrata che invece indicava la possibilità di lasciare il lavoro attraverso il prestito pensionistico a 63 anni e 7 mesi, dunque allontanava la pensione di 7 mesi rispetto all' intesa di massima raggiunta ieri. Nel giorno in cui, per la prima volta, il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, ha quantificato in circa quattro miliardi l' ammontare delle risorse recuperabili attraverso la cosiddetta voluntary disclosure, cioè il rientro volontario dei capitali detenuti all' estero. Secondo le indiscrezioni emerse dal vertice di ieri sarebbero confermate tutte le agevolazioni per consentire un accesso all' Ape senza costi per i disoccupati, i disabili e i lavoratori privi di ammortizzatori sociali. In questo caso l' intera rata di ammortamento andrebbe a carico dello Stato. Si lavorerebbe anche per includere in questo beneficio i lavori particolarmente pesanti (si fa l' ipotesi dei lavoratori dell' edilizia, della scuole di infanzia, macchinisti ed infermieri) purché l' importo della pensione sia inferiore 1.200 euro netti, 1.500 euro lordi. Da questo livello in su, invece, potrebbe profilarsi una mini­rata dell' 1% al mese per ogni anno di anticipo. «Fiducioso» sul raggiungimento di un accordo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: «All' inizio della prossima settimana si dovrebbe essere vicini a una definizione precisa». «Soddisfatto del dialogo con i sindacati », ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini. Quanto all' Ape volontaria resta la penalità della rata ventennale che oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese per ogni anno di anticipo. Nel dettaglio il sistema di anticipo pensionistico permetterà a tutti i lavoratori Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 14 13 settembre 2016 Pagina 6 <­­ Segue La Repubblica Economia nati tra i 1951 e il 1954 di andar via in anticipo di uno, due o tre anni e sette mesi, accollandosene però in parte il costo. Infatti, chi richiede il beneficio sottoscrive un prestito previdenziale ventennale, che avrà un costo variabile a seconda dell' ammontare della pensione e della durata dell' anticipo. Questa flessibilità sarà molto conveniente per le categorie disagiate, potrebbe invece essere molto costosa, fino al 25% dell' importo della pensione per coloro che volontariamente decideranno di lasciare il lavoro. Sul tavolo dell' incontro anche il tema dei lavoratori precoci e quello dei lavori usuranti. Si tratta ancora tuttavia sul meccanismo con cui consentire a quei lavoratori che hanno iniziato tra i 14 e i 18 anni, di poter uscire dal lavoro con 41 anni di contributi, mentre per gli usuranti si lavora ad una modifica della normativa per ampliare la platea dei beneficiari. Sul tema della riforma pensionistica è intervenuto ieri anche il ministro Padoan: «Ci stiamo occupando di quelle più basse». Il titolare dell' Economia ha ribadito che nella prossima legge di Bilancio non ci sarà il taglio dell' Irpef: «Per il momento la riduzione dell' Irpef è rinviata» al 2018. Una mano alla legge di Bilancio italiana arriverà tuttavia dalla Commissione di Bruxelles. Nel suo discorso sull' Unione che terrà domani a Strasburgo, il presidente Jean­Claude Juncker annuncerà il raddoppio delle risorse per il piano investimenti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA " L' AFFONDO Il problema delle pensioni è l' equità: ci sono persone, come i politici, con assegni del tutto ingiustificati Presidente dell' Inps " LA REPLICA La Consulta ci invita ad essere cauti sulle pensioni alte, la politica deve riuscire ad autoregolarsi Ministro del Lavoro. ROBERTO PETRINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 15 13 settembre 2016 Pagina 6 La Repubblica Economia Lavoro, meno giovani a casa Nel secondo trimestre 189.000 occupati in più, mentre gli under 35 inattivi sono scesi per la prima volta dal 2008 Renzi soddisfatto: "Il nostro governo ha creato 585.000 posti". Calano i ragazzi che non studiano né lavorano ROMA. Lavoro, si cresce. Poco, ma va meglio. Non che si torni ai livelli pre­crisi ancora ben lontani, ma qualcosa si sta muovendo. A certificarlo sono i dati Istat sull' andamento del mercato del lavoro del secondo trimestre 2016. Tre mesi in cui è salito il numero degli occupati e, per la prima volta da ben quattro anni, è il lavoro dei giovani a risvegliarsi. Su base annua nella fascia di età 15­34 anni, sono stati creati 223mila posti. Gli occupati totali salgono di 439mila unità in un anno, con la crescita tendenziale che arriva al 2% e i disoccupati scesi di 109mila unità. L' aumento dell' occupazione riguarda soprattutto i dipendenti, sia a tempo indeterminato (+308 mila) sia a termine (+72 mila), mentre continuano a diminuire i collaboratori. Una discesa, quest' ultima, dovuta alle norme più stringenti sui contratti di collaborazione, che le aziende sono costrette a trasformare in rapporti stabili. Sale anche l' occupazione femminile, ma soprattutto al Nord, mentre scende il numero degli scoraggiati, così come ha ripreso a salire il lavoro autonomo, ma senza dipendenti. E' così che il tasso di disoccupazione va giù, ma sempre con i decimali, 0,6 punti rispetto allo stesso trimestre del 2015. E cala anche il numero dei Neet, i giovani che non studiano e non lavorano. Un risultato che secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, è da attribuire al programma Garanzia giovani, che ha dato a molti nuove opportunità di lavoro. Certo non è proprio una vittoria, perché il tasso di disoccupazione giovanile in Italia, rispetto ai Paesi Ocse, rimane alto. Ma a luglio, ricorda l' organizzazione parigina, Italia e Spagna sono i Paesi che hanno abbattuto di più il tasso di disoccupazione. Tanto basta al premier Matteo Renzi per festeggiare su Twitter: «Da inizio nostro governo: più 585 mila ha scritto ­ il Jobs act funziona ». E su questo punto è in sintonia con Pier Carlo Padoan. «L' occupazione ­ dichiara in serata il ministro dell' Economia a Porta a Porta ­ è in crescita, segno che il Jobs act sta funzionando». E anche per il leader degli industriali Vincenzo Boccia, i dati dell' Istat confermano che il Jobs Act ha funzionato. Una sintonia che non piace a sindacati e opposizioni, anche perché rimane il problema della crescita zero, che certo non è un segno positivo per il mercato del lavoro. La Cgil con Roberto Sanna, spiega Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 16 13 settembre 2016 Pagina 6 <­­ Segue La Repubblica Economia che «non esiste alcuna statistica che dimostri che il Jobs act abbia funzionato». Per Guglielmo Loy della Uil, il problema è la crescita perché «con un Pil quasi immobile è complicato aspettarsi una risalita significativa dell' occupazione». E anche l' ex ministro del Lavoro Sacconi gela l' entusiasmo del governo e con i dati: «Sappiamo già che a luglio c' è stata una battuta d' arresto». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Il premier e il ministro Padoan: "La riforma è efficace" D' accordo Confindustria, ma i sindacati: non c' è la riprova. BARBARA ARDU Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 17 13 settembre 2016 Pagina 1 Il Giornale Economia I CONTI CHE NON TORNANO Il Jobs Act dimostra che la matematica è solo un' opinione La disoccupazione è in calo, «il #JobsAct funziona», twitta il premier Matteo Renzi di buon mattino, dopo che l' Istat certifica che nel secondo trimestre gli occupati sono aumentati di 189mila unità. Ma com' è possibile? Facile. I dati Istat sono «superati» da quelli usciti solo tre giorni fa dal ministero del Lavoro che invece certificava il (... ) (...) fallimento della riforma del mercato del lavoro: le assunzioni ­ quindi i nuovi posti di lavoro ­ sono calate dell' 8,9% rispetto al primo trimestre del 2015; i contratti avviati a tempo indeterminato si sono ridotti di circa 163mila unità, ovvero il 29,4% in meno. Anche i contratti di collaborazione sono crollati (­25,4%) mentre sono aumentati del 26,2% gli avviamenti in apprendistato, l' anticamera del lavoro a tempo indeterminato, tanto che degli 84mila contratti a tempo diventati «stabili» (ma sarebbe meglio dire «a tutele crescenti») 62.705 sono contratti a tempo determinato e 21.629 contratti di apprendistato. Il tutto con un picco dei licenziamenti (+7,4%) e a fronte di sei miliardi di incentivi nel 2015 che invece nel 2016 sono stati azzerati. Poi ci sono i voucheristi, che lavorano saltuariamente. Questi sono i dati veri, ma per ammorbidirli basta un gioco di prestigio. Si spacciano per nuove assunzioni a tempo indeterminato le trasformazioni di contratto fatte per incassare gli incentivi. Alla fine dei 189mila quelli «veri» sono 46mila. Licenziare tanto è un attimo, e si è visto. D' altronde siamo in Italia, terra di navigatori, santi, poeti e manipolatori seriali di numeri. In Italia la matematica è un' opinione, plasmabile secondo i dettami della propaganda. Non fanno eccezione gli ascolti in tv, i sondaggi e persino le stesse elezioni, quando piuttosto del dato secco si preferisce lambiccarsi in stravaganti paragoni, tipo «erano Europee, non Politiche». La disoccupazione è il terreno perfetto dove consumare il reato di lesa aritmetica, dove 2+2 non fa 4 ma un numero compreso tra 2,99999 e 3,00001. Intanto perché i disoccupati non sono tutti uguali. Ci sono i Neet, ad esempio, acronimo di Not engaged in Education, Employment or Training, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. I bamboccioni, secondo la sfortunata definizione dell' ex ministro dell' Economia Tommaso Padoa­Schioppa. Due milioni di persone, che a sua volta si divide ­ secondo le fredde leggi della Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 18 13 settembre 2016 Pagina 1 <­­ Segue Il Giornale Economia statistica ­ in disoccupati tout court, forze di lavoro potenziali (gente che è appena uscita dall' università, per dire) e inattivi. Basta manipolare il dato sui presunti bamboccioni per far quadrare i conti. È la matematica al tempo di Renzi. Chissà quando diventerà materia d' esame nella Buona scuola. Felice Manti. FELICE MANTI FELICE MANTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 19 13 settembre 2016 Pagina 3 Il Giornale Economia Quell' attenzione ai sindacati per il «Sì» al referendum Roma Forse sboccia l' amore, anche se un po' «a tempo». Così da non potersi propriamente parlare di nuova stagione della concertazione, come fu con Prodi. Il mandato pervenuto da Palazzo Chigi, si sa, è piuttosto quello di recuperare quanto più possibile il malcontento sociale. Quello delle pensioni, poi, è tra gli argomenti più spinosi per chiunque, figurarsi per Matteo Renzi. Al punto che il giovane premier ieri, proprio mentre entrava nel vivo la trattativa con i sindacati per i trattamenti previdenziali e la possibilità di anticiparli (a pagamento), dedicava un pensierino anche a chi «ha maturato molti anni ma non ha ancora i requisiti previsti dalla riforma Monti­Fornero». Dunque, i famosi «esodati» dimenticati dal peggiore ministro della storia potrebbero vedersi riconoscere un trattamento di favore: «nella legge di Stabilità ci saranno misure per agevolare loro la pensione», ha promesso Renzi. Non è che l' ultima delle «attenzioni» particolari rivolte alle categorie che «servono» per conquistare consenso in vista del referendum. Lo stesso ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, insisteva ieri sul rebus delle «pensioni più basse», mentre quello del Lavoro, Giuliano Poletti, nonostante la buona volontà, non riusciva proprio a dare buoni segnali alla leader della Cgil, Susanna Camusso, e al presidente dell' Inps, Tito Boeri. Entrambi convinti che la partita pensionistica vada condita con il massimo dell'«equità», e dunque anche con il ricorso a misure straordinarie per i vitalizi d' oro, specie quelli dei politici (cosa che toglierebbe brodo di coltura anche al populismo grillino, negli auspici di Palazzo Chigi). E invece Poletti ieri ha dovuto ricordare che ci sono molte sentenze della Consulta, sia sulle pensioni più alte che sul prelievo di solidarietà, che impediscono di farlo. «Dobbiamo tener conto del panorama ed essere molto cauti», si è giustificato. Ma insomma è chiaro che il governo è impegnato a testa bassa per concedere quanto possibile ai sindacati. In particolare alla Cgil, che nei giorni scorsi ha optato per una formula morbida, un «No» alla riforma Boschi senza grandi entusiasmi, né interventi diretti nei comitati, nonostante il corposo impegno del leader della Fiom, Maurizio Landini, e del vecchio capo della sinistra antagonista, Giorgio Cremaschi. Indicazione di massima che potrebbe alla fine essere sfumata fino alla vaporosità, in presenza di buon accordo sulle pensioni e nei prossimi rinnovi contrattuali. Di «polpetta avvelenata» a proposito dell' anticipo pensionistico parla invece il Movimento Cinque stelle. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 20 13 settembre 2016 Pagina 3 <­­ Segue Il Giornale Economia «Invece di riformare alla radice la legge Fornero e consentire ai giovani di entrare e svecchiare il nostro sistema produttivo ­ è scritto in un documento dei parlamentari grillini ­, il governo si concentra su meccanismi che lasciano in braghe di tela i futuri pensionati e che favoriscono la solita lobby di banche e assicurazioni. Incapaci di tagliare le pensioni d' oro e i vitalizi dei soliti privilegiati, i partiti sanno sempre come fare cassa quando si tratta di previdenza: la soluzione è bastonare i normali cittadini». Parere negativo anche dalla Lega, che con il leader Matteo Salvini vede chiara la liaison tra governo e sindacati, «uniti per dare ai lavoratori l' ennesima fregatura: per andare in pensione prima di quanto previsto dall' infame legge Fornero, si dovrà sottoscrivere un prestito ventennale con una banca, che arriverà a costare al pensionato fino a 200 euro al mese. Una truffa! Chiedere un prestito per riavere i propri soldi versati allo Stato». RooS. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 21 13 settembre 2016 Pagina 7 Il Giornale Economia LA RICHIESTA: DETASSAZIONE Confindustria continua a tifare Sì: se cade il governo l' economia soffre Boccia schiera gli imprenditori a sostegno di esecutivo e riforme Roma «Abbiamo deciso di votare Sì al referendum costituzionale per ragioni legate alla visione economica del Paese». Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ieri a Roma nel corso di un convegno organizzato dal Foglio ha ribadito l' appoggio dell' associazione imprenditoriale al governo Renzi. Certo, i toni utilizzati sono stati meno apocalittici di quelli delle previsioni macroeconomiche di Viale dell' Astronomia dello scorso luglio, ma il sostegno a Renzi è deciso e convinto. «Il monocameralismo deliberante dà stabilità e la stabilità è una condizione prioritaria per noi». Se dovesse vincere il No, «non è che crolla il Pil», ma l' eventuale caduta del premier «sarebbe un cattivo segnale per il mercato e per lo spread». Al dibattito ha partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Tommaso Nannicini, che ha ascoltato con interesse le osservazioni del suo interlocutore. Il Sì di Confindustria, infatti, non è gratis. «È erroneo pensare che politiche a costo zero si risolvano i problemi», ha aggiunto Boccia sottolineando che se si vuole incrementare la produttività del lavoro, «servono risorse o non si fa niente. In pratica, gli imprenditori chiedono, soprattutto, detassazioni per i contratti aziendali e per gli investimenti. «Gli imprenditori hanno voglia di investire e credono nel Paese e il mercato ha bisogno di imprese che crescano per difendere le loro posizioni», ha chiosato Boccia tracciando una sorta di lista della spesa in vista della prossima legge di Bilancio. Nannicini ha confermato che la prossima manovra interverrà sul salario di produttività (ossia gli sgravi sui premi di produzioni che potrebbero essere elevati fino ai 70­80mila euro di reddito annuo lordo) e sul superammortamento. La consonanza tra Palazzo Chigi e Viale dell' Astronomia non si limita a questi capitoli. «Se vogliamo restare un Paese industriale, allora dobbiamo decidere su quali settori puntare per essere competitivi», ha aggiunto Boccia tracciando una sorta di cronoprogramma dell' azione di governo riassumibile con la formula «più produttività più salari più consumi più Pil» e invitando a calibrare gli incentivi alla politica industriale. Boccia ha infine esternato il proprio sostegno alla posizione Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 22 13 settembre 2016 Pagina 7 <­­ Segue Il Giornale Economia europea del governo auspicando un chiaro no all' austerity di modo che «la politica economica non vada in direzione contraria a quella monetaria». Per Renzi si tratta di un sostegno importante, ma assecondare imprese e sindacati per ottenere appoggio elettorale potrebbe, alla lunga, rivelarsi una scommessa perdente. GIAN MARIA DE FRANCESCO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 23 13 settembre 2016 Pagina 59 La Stampa (ed. Torino) Economia di Settore L' azienda è uno dei simboli di Aosta L' acciaieria Cogne festeggia 100 anni con il canto della sua storica sirena Il simbolo della Cogne, l' acciaieria che con cinque nomi diversi ha attraversato un secolo di storia di Aosta, è stato per gli abitanti del capoluogo valdostano la sua sirena. Per festeggiare il centenario dell' azienda il suono che segnava giornate e serate tornerà a sentirsi sabato 24 e domenica 25 settembre. Cent' anni fa l' Ansaldo decise di aprire uno stabilimento lungo la Dora, ad Aosta, alla confluenza dei percorsi del ferro proveniente da Cogne, del carbone di La Thuile e delle altre materie prime da altre vallate. Oggi la Cogne acciai speciali, gruppo Marzorati, continua la sua produzione con un migliaio di dipendenti e celebra la sua storia. Gli appuntamenti Ieri è stata inaugurata una mostra con 23 pannelli fotografici piazzati sotto i portici del municipio, nella centralissima piazza Chanoux. Sabato 24 si terrà una festa per tutti, alla Cittadella dei giovani, con la premiazione dei dipendenti che hanno fatto la storia ­ tra i quali Alberto Jammaron, 101 anni, uno in più della fabbrica in cui ha lavorato ­ e la sirena che tornerà a cantare dopo quasi 30 anni, alle 17,45. Domenica 25 sarà «festa in famiglia»: i 1000 dipendenti potranno invitare parenti e amici a visitare il grande stabilimento. Per l' occasione la Cogne si fermerà, ma suoni e gesti della lavorazione dell' acciaio saranno riproposti in video. «L' attività produttiva sarà ferma ­ dice l' ad Monica Pirovano ­ sia per motivi di sicurezza, sia perché non ci sembrava corretto che qualcuno lavorasse mentre i colleghi visitano l' azienda». Per Aosta la Cogne è un pezzo di storia. L' assessore comunale alle Finanze Carlo Marzi l' ha definita «la più importante centenaria aostana». Pirovano aggiunge: «Lo stabilimento è parte integrante della città. Per questo abbiamo voluto una festa che coinvolgesse sia chi lavora, sia chi sta all' esterno». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI. ALESSANDRO MANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 24 13 settembre 2016 Pagina 27 Brescia Oggi Economia di Settore L' OPERAZIONE. La spa di San Polo (gruppo Siderurgica Investimenti) rileva il controllo della società di Gottolengo Alfa Acciai rafforza il business Preso il 70% della Tecnofil Si realizza un' integrazione a valle : questo consentirà di esprimere «una grande potenzialità, che ora non è completamente utilizzata» L' Alfa Acciai spa di San Polo in città ­ leader del mercato italiano del tondo per cemento armato ­ rafforza ulteriormente il proprio business, nell' ambito della strategia tesa a investire nell' efficienza e maggiore qualità del proprio sistema produttivo. La società ha ufficializzato di aver rilevato il 70% della Tecnofil spa: l' azienda do Gottolengo è tra più importanti trafilerie in Italia, specializzata nel trafilato zincato, nel filo ramato, cotto, plastificato e bandelle, per applicazioni che spaziano dall' edilizia, all' elettrodomestico e all' automotive fino a tantissime altre di uso quotidiano. TECNOFIL, nata nel 1994, occupa 120 addetti in un moderno stabilimento di 40.000 mq coperti di proprietà, con un volume d' affari di 37,9 milioni di euro nel 2015 (chiuso in utile per oltre 330 mila euro), destinato a salire quest' anno a 50 mln di euro. La spa, spiega una nota, ha sviluppato negli anni la vocazione verso l' innovazione dei processi e la costante ricerca di soluzioni tailor­made declinate per infiniti impieghi dei 400 clienti tra Europa, America, Asia, Africa e Oceania. Con la divisione Machinery completa l' offerta e il supporto tecnico personalizzato. L' importo ufficiale dell' operazione non è stato reso noto: l' Ufficio Studi di Siderweb, sulla base dell' ebitda, ha stimato il valore complessivo di Tecnofil tra 20 e 22 milioni di euro. «La proprietà di Tecnofil ­ viene evidenziato nella nota ­ ha ritenuto saggiamente di poter sviluppare ulteriormente l' azienda combinandosi con Alfa Acciai. La gestione dell' azienda verrà assicurata, in continuità, dall' attuale direzione, che ha saputo sostenere lo sviluppo in questi anni, e potrà beneficiare del pieno supporto del management del gruppo Alfa Acciai». Il risultato, quindi, sarà un' integrazione a valle, tra l' acciaieria produttrice di vergella, materia prima utilizzata da Tecnofil, e gli impianti di trafila, «al fine di potere esprimere la grande potenzialità, attualmente non completamente utilizzata».ALFA ACCIAI fa parte del gruppo riconducibile alla Siderurgica Investimenti srl ­ guidato da Amato Stabiumi e Ettore Lonati; il bilancio consolidato dello scorso esercizio si è chiuso con ricavi per 1,059 miliardi di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 25 13 settembre 2016 Pagina 27 <­­ Segue Brescia Oggi Economia di Settore euro e un utile netto superiore ai 10 milioni di euro ­: lo stabilimento di San Polo realizza, oltre al tondo per cemento armato, vergella da rete e da trafila dal 1962 ed è fra i primi produttori nazionali in questo settore. «È sopravvissuto alle varie selezioni della specie e continua ad avere, in questo ambito, impianti ampiamente competitivi e totalmente ammortizzati, anche grazie agli investimenti completati in agosto di quest' anno ­ conclude la nota ­. Prima della crisi, a pieno regime il gruppo Alfa Acciai produceva 800 mila tonnellate di vergella, mentre attualmente, dopo la scelta aziendale di adeguare l' attività al consumo, ne realizza solo cinquecentomila, quindi con una ampia riserva disponibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 26 13 settembre 2016 Pagina 18 Brescia Oggi Economia di Settore NAVE. Il Consiglio comunale aperto convocato davanti all' unica azienda del gruppo rimasta senza futuro ha rilanciato la mobilitazione Stefana, l' ultimo appello è sferzante Confermato il presidio a oltranza dello stabilimento Il leader Fiom: «Il bando libero non lascia più alibi ai nostri imprenditori rimasti troppo alla finestra» Riaccendere l' attenzione sul caso Stefana e lanciare un ulteriore appello all' imprenditoria bresciana e italiana, alla siderurgia perché non venga buttata via la storia di un' azienda, di un paese, la professionalità di tanti lavoratori. Questo il senso del Consiglio comunale apertoconvocato ieri dall' Amministrazione civica di Nave davanti ai cancelli dell' azienda in via Bologna. Nello spazio dove un tempo i dipendenti parcheggiavano le bici, le sedie si sono riempite ai piedi di un lungo tavolo con i consiglieri e il sindaco Tiziano Bertoli. Fra gli ospiti, altri primi cittadini della valle, il presidente della Comunità montana Massimo Ottelli, il consigliere provinciale delegato al Lavoro Gianluigi Raineri, il consigliere regionale Gian Antonio Girelli, i parlamentari Miriam Cominelli, Guido Galperti. LE ISTITUZIONI sono state e restano dalla parte degli addetti (la cui voce è stata portata dalle Rsu) che da quasi due anni presidiano le sede di Nave, l' unica rimasta invenduta, con bando in scadenza il 20 del mese. E ci resteranno anche se il bando andrà deserto, l' hanno ribadito tutti, in primis il sindaco che, invece, non ha mancato di sottolineare «il silenzio assordante della famiglia Stefana, i comportamenti nella prassi concordataria che faranno rivoltare nella tomba Quinto Stefana che ha reso grande la fabbrica nata nel 1924 come fucina di Antonio, il capostipite. Una fabbrica la cui storia si intreccia con quella del paese fatta di ferro e fuoco». Tiziano Bertoli ha ricordato il sostegno della comunità col tavolo subito creato nel gennaio 2015, assieme ai colleghi di Montirone e Ospitaletto, fino alla recente realizzazione del fondo anticrisi, 250mila euro da Comune di Nave, Comunità montana, Provincia. Ciò che egli si augura, come se lo augurano i lavoratori, da 276 diventati 158, è un futuro siderurgico come quello della sede di via Brescia, già fatta ripartire da Feralpi, con due turni in agosto. Le speranze sono riposte nell' appetibilità del bando che non fissa cifre per l' offerta di acquisto né per quella di affitto, «un' appetibilità che non lascia alibi ai nostri imprenditori, alla cosiddetta siderurgia del nord che ha taciuto di fronte a una proposta turco­ tedesca», secondo Francesco Bertoli, leader della Fiom. Anche sul fronte della ricerca di ammortizzatori non si mollerà. Lo ha ribadito Roberto Farina della segreteria Fim, visto che nuove Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 27 13 settembre 2016 Pagina 18 <­­ Segue Brescia Oggi Economia di Settore possibilità si stanno delineando a livello nazionale nella discussione con i sindacati. Il consigliere Cesare Frati ha mandato un pensiero anche ai poveri creditori che perderanno quasi l' 80 per cento, Luca Senestrari, ex sindaco, ha sollecitato ancora attenzione massima, fino alla soluzione totale. IMPEGNO HANNO promesso i politici a vario livello sulla questione degli ammortizzatori che interessa anche i 190 di Ospitaletto passati a Esselunga che non riuscirà a bonificare e predisporre il polo logistico in due anni e ha chiesto invano un anno in più di cassa integrazione. o. MAGDA BIGLIA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 28 13 settembre 2016 Pagina 7 Corriere della Sera (ed. Brescia) Economia di Settore L' acquisizione Alfa Acciai rinforza la filiera produttiva Suo il 70 per cento della Tecnofil Il gruppo siderurgico Alfa Acciai si rafforza, acquisendo il 70 per cento della bresciana Tecnofil, tra le più importanti trafilerie in Italia, leader nella produzione di bandelle per l' edilizia, trafilato zincato, filo ramato per il settore automotive ed il comparto elettrodomestici. Nata nel 1994 a Gottolengo, l' azienda occupa attualmente centoventi dipendenti in un moderno stabilimento di 40mila metri quadrati e ha volumi d' affari in crescita: 40 milioni di euro nel 2015, che quest' anno saliranno a 50 milioni. Negli anni ha sviluppato la vocazione verso l' innovazione dei processi produttivi e conta quattrocento clienti tra Europa, America, Asia, Africa e Oceania. «La proprietà di Tecnofil ­ si legge in una nota ­ ha ritenuto di poter sviluppare ulteriormente l' azienda unendosi ad Alfa Acciai. La gestione dei cicli produttivi verrà assicurata, in continuità, dall' attuale direzione, che ha saputo sostenere lo sviluppo in questi anni, e potrà beneficiare del pieno supporto del management del gruppo Alfa Acciai». L' acciaieria punta quindi ad una integrazione di prodotti tra la vergella (materia prima utilizzata da Tecnofil) e gli impianti di trafila. Lo stabilimento di San Polo ­ che produce tondo per cemento armato, vergella da rete e da trafila dal 1962 ­ ha resistito alla grande crisi iniziata nel 2009, non rinunciando al costante ammodernamento degli impianti. Il gruppo Alfa Acciai, ha chiuso il 2015 con fatturato di 1,059 miliardi di euro ed un utile netto di oltre 10 milioni: prima della crisi produceva 800mila tonnellate di vergella l' anno, mentre attualmente, dopo la scelta aziendale di adeguare la produzione al consumo, produce solo 500mila tonnellate, «con ampia riserva di produzione ed impianti competitivi e totalmente ammortizzati» si ricorda in una nota. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 29 13 settembre 2016 Pagina 27 Giornale di Brescia Economia di Settore Alfa Acciai rileva il 70% della Tecnofil ed entra nel business del filo zincato Obiettivo: diversificare e investire in produzioni a «valle». La guida resta al vecchio management BRESCIA. Integrazione delle produzioni a valle. È la strada, per certi versi obbligata, che stanno intraprendendo in questi anni molti gruppi siderurgici italiani (e bresciani, tra questi c' è ad esempio la Feral pi) con l' obiettivo di diversificare (prodotti e mercati) e soprattutto sviluppare sinergie. L' ultima operazione in questo senso è stata messa a segno da Alfa Acciai. Il colosso italiano del tondo per cemento armato (con un fatturato di un miliardo e 59 milioni, dati 2015), ha annunciato di avere acquisito il 70% del capitale della bresciana Tecnofil, realtà di Gottolengo presieduta da Felice Zacco ed oggi tra le principali trafilerie in Italia nel trafilato zincato, nel filo ramato, cotto, plastificato e bandelle, per applicazioni che vanno dall' edilizia, all' elettrodomestico, fino all' automotive. La società di Gottolengo. La Tecnofil, venne fondata nel 1994 da Angelo, Domenico e Felice Zacco; occupa circa 120 dipendenti nello stabilimento di circa 40.000 mq coperti di Gottolengo. Un' azienda in salute ed in crescita che nel 2015 ha registrato ricavi per 37,9 milioni (erano 36,7 del 2014), mentre le previsioni per il 2016 sono di toccare i 50 milioni; il Mol nel 2015 è stato di 2,6 milioni; reddito operativo di 490mila euro; l' utile nel 2015 è stato pari a 334mila euro in crescita rispetto ai 137mila euro. La società di Gottolengo. La Tecnofil, venne fondata nel 1994 da Angelo, Domenico e Felice Zacco; occupa circa 120 dipendenti nello stabilimento di circa 40.000 mq coperti di Gottolengo. Un' azienda in salute ed in crescita che nel 2015 ha registrato ricavi per 37,9 milioni (erano 36,7 del 2014), mentre le previsioni per il 2016 sono di toccare i 50 milioni; il Mol nel 2015 è stato di 2,6 milioni; reddito operativo di 490mila euro; l' utile nel 2015 è stato pari a 334mila euro in crescita rispetto ai 137mila euro. Investimento. Alla base della crescita del fatturato e dell' espansione nei mercati esteri di Tecnofil ci sono i costanti investimenti in innova zione e la ricerca di soluzioni tailor­made declinate per infiniti impieghi dei suoi 400 clienti tra Europa, America, Asia, Africa e Oceania. L' ultimo investimento sul sito di Gottolengo è dello scorso anno (ed entrato a regime nel 2016): ovvero l' installazione ed il revamping Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 30 13 settembre 2016 Pagina 27 <­­ Segue Giornale di Brescia Economia di Settore del secondo impianto di zincatura che ha affiancato l' impianto esistente. Grazie al nuovo impianto la società ha potuto introdurre anche lo zinco alluminio ampliando le referenze e quindi facendo il suo ingresso nei settori dell' imballaggio, dell' agricoltura e dell' edilizia. La partnership. In una nota Alfa Acciai spiega che la gestione dell' azienda di Gottolengo verrà assicurata, in continuità, dall' attuale direzione (nel cda di Tecnofil accanto a Felice Zacco fino a ieri c' erano Roberto Fenocchio, Simone, Andrea e Daniele Zacco), ma potrà beneficiare del pieno supporto del management del gruppo Alfa Acciai. Grandi le potenzialità delle sinergie a valle della parnership: la vergella prodotta da Alfa Acciai verrà utilizzata dagli impianti di trafila della Tecnofil. // ROBERTO RAGAZZI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 31 13 settembre 2016 Pagina 40 Messaggero Veneto Economia di Settore Il Consorzio tolmezzino: qui il lavoro aumenta nessun capannone sfitto Dati confortanti dalla mappatura eseguita dal Cosilt A tenere è il comparto industriale, con 248 occupati in più di Tanja Ariis wTOLMEZZO Le zone industriali di Amaro, Tolmezzo Sud e Villa Santina occupano oggi 3 mila 500 persone. Lo segnalano il presidente del Cosilt (Consorzio per lo sviluppo industriale di Tolmezzo), Mario Gollino, e il suo direttore Danilo Farinelli: lo dicono i dati della mappatura eseguita per la prima volta dal Consorzio sulle 205 aziende che operano in tali aree e che proseguirà ora sul resto della Carnia. Gollino e Fanelli evidenziano che, in controtendenza rispetto ad altre aree del Friuli, in Carnia il comparto industriale tiene. Mostrano l' ultimo rapporto elaborato dalla Cisl Alto Friuli sul fronte occupazionale: nel settore industriale, senza l' ambito costruzioni, il saldo triennale (dal 2013 al secondo trimestre del 2016) assunzioni/cessazioni in Carnia è positivo con un + 248 unità. La dimensione delle 205 aziende è varia: si va dalla grande industria a medie e piccole industrie. Automotive ha la dotazione massima raggiunta finora in termini di organico: 900 lavoratori, di cui 750 a tempo indeterminato e 150 con contratti flessibili. A ottobre il Cosilt completerà per essa un capannone industriale dotato di innovativi impianti tecnologici per fanaleria di alta gamma. Tra le medie imprese Gollino e Fanelli citano l' esempio positivo della Gortani. L' azienda ha richiesto al Cosilt collaborazione per ampliare di 10 mila mq il proprio capannone ad Amaro. Oggi impiega 120 dipendenti e ne sono previsti altri 20. Da Amaro Gortani sta sbaragliando la concorrenza, con i suoi innovativi serbatoi per l' enologia in acciaio inox, autoclavi di spumantizzazione e vinificatori, inserendosi bene anche nel boom del prosecco. La cantina La Delizia di Casarsa ha appena rinnovato tutti i suoi impianti di produzione con le vasche Gortani. Una piccola azienda innovativa è Helica ad Amaro, che con le sue tecnologie avanzate nelle rilevazioni geolocalizzate ha commesse dall' Europa, ma anche da India e Oman. Ha 30 dipendenti, quasi tutti ingegneri, molte le donne. A Villa Santina indicano Villa Food: ha 15 dipendenti e sviluppato due brevetti notevoli con l' Università di Udine relativi alla pastorizzazione a freddo e cottura sottovuoto a bassa temperatura degli alimenti, allungando la conservazione del prodotto finito anche fino a 90 giorni Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS Continua ­­> 32 13 settembre 2016 Pagina 40 <­­ Segue Messaggero Veneto Economia di Settore senza conservanti e mantenendo intatti i sapori. Disponibili più di 100 ricette e monoporzioni. Le commesse arrivano così da gestori di servizi mensa e ristorazione, linee aeree, alberghi, tant' è che Villa Food, segnalano, ha chiesto al Cosilt altri due capannoni. «Noi ­ assicura Gollino ­non abbiamo un solo capannone sfitto e stiamo ricevendo ancora nuove richieste di insediamento». Altre tre aziende friulane sono interessate ad avviare attività in Carnia. Scade intanto il 19 settembre l' indagine conoscitiva del Cosilt tra le aziende su 10 lotti urbanizzati di sua proprietà. Il capannone di Coopca?È di interesse per il Cosilt,ma è imbrigliato nelle procedure legate alla nota vicenda. ©RIPRODUZIONE RISERVATA. TANJA ARIIS Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 33 13 settembre 2016 Pagina 9 Trentino Economia di Settore Mondini contro Provincia e Rurali Maxi causa da 50 milioni di euro dell' imprenditore per il mancato rilancio del gruppo industriale TRENTO È una richiesta di risarcimento da 50 milioni di euro quella che l' imprenditore Paolo Mondini, presidente della Mondini spa e vice presidente dell' Unione commercio e turismo, ha avanzato nei confronti della Provincia di Trento e delle Rurali di Rovereto e Lavis. La vicenda è emersa nelle ultime ore, con la decisione della giunta provinciale di nominare un proprio avvocato e resistere in giudizio. Dalla delibera emerge anche il coinvolgimento dei due istituti di credito che ­ secondo le accuse di Mondini ­ non avrebbero sostenuto la sua azienda in un piano di rilancio, pregiudicando in questo modo l' intervento di Trentino Sviluppo all' interno di un piano di lease back sul capannone di Gardolo. Da parte di Mondini ieri non è giunta nessuna dichiarazione su una vicenda che si presta a più chiavi di lettura: i telefoni dell' azienda suonavano infatti a vuoto e l' imprenditore ­ raggiunto al telefono cellulare ­ ha detto semplicemente di non essere intenzionato a rilasciare alcuna dichiarazione. I fatti oggetto della causa risalgono a un paio di anni fa quando Mondini ­ in un momento di particolare difficoltà per la sua azienda, specializzata nella lavorazione e nella distribuzione di prodotti siderurgici ­ ebbe una serie di incontri con il presidente della giunta provinciale, Ugo Rossi, e con l' assessore all' industria, Alessandro Olivi. Ma anche se ci fossero state rassicurazioni sull' intervento provinciale (attraverso Trentino Sviluppo) questo non si è comunque realizzato. L' operazione Mondini infatti venne inserita in un piano di attività di Trentino Sviluppo, ma non venne poi formalizzata in seguito al venire meno delle condizioni poste dalla società provinciale, tra cui la fiducia delle banche. Per questo ora Mondini parte all' attacco di Provincia e dei due istituti di credito che ­ a suo dire ingiustamente, viste le garanzie che era in grado di fornire ­ non avrebbero appoggiato il rilancio aziendale. Una causa di cui colpisce l' entità (circa 50 milioni di euro) e che si può leggere in due modi: la mossa di un' azienda che non ha più nulla da perdere, ma anche (fa intendere chi conosce bene Mondini) l' attacco di un imprenditore al sistema del credito e alla gestione dei contributi pubblici. Ma la citazione a giudizio è un atto giudiziario (e non politico) e sarà il tribunale quindi a ricostruire e valutare l' intera vicenda. Primo appuntamento in aula il 4 ottobre. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 A CURA DI ASITNEWS 34