12.32 Mb - asl3 Liguria

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INDICE
1
PREMESSE
pag. 3
1.1
QUADRO CONOSCITIVO GENERALE
pag. 3
1.2
OBIETTIVI E FINALITA’ DEL PROGETTO
pag. 3
1.3
LE CONNESSIONI CON ALTRI INTERVENTI ED OPERE
pag. 3
2
FATTIBILITA’ TECNICA
pag. 5
2.2
INDICAZIONI TECNICHE DI BASE
3
ED ESPLORAZIONI PREPROGETTUALI
pag. 10
DISPOSIZIONI NORMATIVE
pag. 25
2
1. PREMESSE
1.1 QUADRO CONOSCITIVO GENERALE
L’ASL 3 è una delle Aziende sanitarie più grandi d’Italia per popolazione servita e numero di
dipendenti e il suo compito primario è assicurare i livelli minimi essenziali ed uniformi di assistenza previsti nei Piani Sanitari Nazionale e Regionale. In sintonia con le linee guida della Regione Liguria, l’ASL 3 Genovese per migliorare e velocizzare l’attuale livello di diagnostica, ritiene indispensabile realizzare un moderno ed efficiente laboratorio di analisi
centralizzato in grado di rispondere in tempi brevi alle esigenze sanitarie presenti nel suo
territorio di competenza.
1.2 OBIETTIVI E FINALITA’ DEL PROGETTO
L’organizzazione dipartimentale è il modello di gestione operativa di tutte le attività dell’ ASL
3 ed in quest’ottica è stato creato il Dipartimento Interaziendale di Patologia Clinica al fine
di riorganizzazione e razionalizzare la diagnostica di Laboratorio dell’Area Metropolitana in
modo da garantire e coordinare lo sviluppo delle attività cliniche e tecnico-amministrative, di
ricerca, di studio e di controllo sulla qualità delle prestazioni.
Attualmente, all’interno dell’ASL 3, le indagini di Patologia Clinica vengono effettuate presso gli ospedali Villa Scassi di Sampierdarena ed Antero Micone di Sestri Ponente in strutture ormai vetuste che non rispondono sempre ai requisiti minimi previsti dal DPR 14 gennaio
1997 e non consentono l’ottimizzazione dei livelli assistenziali. Un modo razionale per raggiungere tale obiettivo è la realizzazione di un laboratorio di Patologia Clinica centralizzato
caratterizzato da migliori prestazioni, velocità di esecuzione migliorando nel contempo il
rapporto costi / benefici.
1.3 LE CONNESSIONI CON ALTRI INTERVENTI ED OPERE
In accordo alla programmazione aziendale che prevede di destinare i locali occupati attualmente dal laboratorio di analisi di Villa Scassi ad altro uso sanitario, visti gli interventi di
ristrutturazione in essere e tenuto conto degli spazi disponibili, delle necessità ed esigenze
dei territori di competenza dell’ASL 3 Genovese, si è proceduto ad effettuare uno studio di
fattibilità per la realizzazione del nuovo laboratorio metropolitano di Patologia Clinica approvato con deliberazione n. 122 del 5 marzo 2014 nel quale tenendo conto del rapporto
costo/benefici si è scelto l’area del padiglione a valle dell’ex P.O. Celesia di Genova Rivarolo.
3
Infatti quest’area rispetto ad altre possibili zone ha:
-
una maggiore disponibilità di superfici senza barriere architettoniche da utilizzare
come posteggi, depositi ed archivi;
-
la possibilità di prevedere eventuali successivi ampliamenti;
-
è attualmente libera e i lavori per la realizzazione del nuovo laboratorio non modificano l’attuale organizzazione sanitaria e, in attesa della nuova struttura,
l’ASL potrà continuare a fare lo stesso numero di esami di laboratorio nelle strutture attualmente utilizzare senza aumentare le liste d’attesa;
-
consente di concentrare in un solo edificio e sullo stesso piano tutte le attività di
laboratorio e ciò risulta ottimale per la tipologia del servizio fornito oltre a consentire un risparmio di risorse di personale.
.
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2. FATTIBILITA’ TECNICA
La realizzazione di un moderno laboratorio centralizzato di patologia clinica presso l’ex P.O.
Celesia dovrà fornire le migliori prestazioni, sia in termini di qualità del servizio che sotto il
profilo scientifico e funzionale.
Pad. A Valle
Ex P.O. Celesia
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Di seguito gli stralci cartografici del PUC e mappa catastale della zona interessata dalla ristrutturazione e alcune foto dello stato attuale:
Estratto PUC – ex PO Celesia
Mappa catastale – ex PO Celesia
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Alcune foto dello stato attuale dei luoghi
Zona laboratori primo piano pad. Valle
Zona studi medici
Zona ristoro
Zona laboratori
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Zona laboratori
Zona laboratori
Zona laboratori
Zona sala riunioni
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Di seguito una rappresentazione dello stato attuale della superficie lorda disponibile di circa
1.725 mq tutta utilizzabile; disposta su un unico piano, dotata di idonee uscite di sicurezza,
nonché degli spazi necessari alla realizzazione dei nuovi laboratori di analisi biochimiche a
rilevanza interaziendale; superficie sufficiente per realizzare dei laboratori di Patologia Clinica moderni e funzionali.
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2.2 INDICAZIONI TECNICHE DI BASE ED ESPLORAZIONI PREPROGETTUALI
La scelta del sito ha tenuto conto non solo dell’aspetto economico ma delle opportunità socio-tecnico-ambientali
vista anche la posizione piuttosto centrale rispetto al territorio
dell’ASL 3.
Gli interventi sono
mirati alla realizzazione di un moderno laboratorio di analisi biochimi-
che che disponga delle più avanzate strumentazioni attualmente disponibili che garantiscano un’eccellenza di standard tecnologici.
Tenuto conto delle indagini geologiche e strutturali già eseguite in passato ed allegate al
presente progetto preliminare dovrà comunque essere effettuata una verifica strutturale sismica del padiglione oggetto d’intervento al fine di adeguare lo stesso alla normativa antisismica o giungere quantomeno ad un miglioramento del comportamento antisismico complessivo. Tale tipologia di intervento è da prevedersi per i corpi individuati come corpo A e
corpo B nella relazione di calcolo relativa alla verifica statica effettuata dall’ing. Massimo
Morelli.
Si dovrà anche tener conto del peso delle apparecchiature di laboratorio che si
prevede d’installare.
Tali interventi necessari per la realizzazione dei nuovi laboratori dovranno essere già individuati e progettati in sede di progettazione definitiva e consisteranno in una ristrutturazione e
messa a norma degli spazi esistenti al primo piano del padiglione a Valle dell’ex P.O. Celesia e comporteranno sommariamente:
DEMOLIZIONI
DEMOLIZIONI E SMONTAGGI
-
smontaggio e smaltimento delle plafoniere, testa letto e di tutti gli impianti elettrici e
speciali (chiamata, impianto rivelamento fumi, lampade d’emergenza, ecc);
-
smontaggio di tutti gli avvolgibili, le rubinetterie, termosifoni, ecc.
-
demolizione di porzione di pavimenti per passaggio tubazioni impianti idrici e di
scarico;
-
demolizione dei pavimenti e delle piastrelle dei servizi igienici esistenti, compresi
wc, docce, vasche;
-
smontaggio e smaltimento di tutti i serramenti interni ed esterni;
-
apertura di varchi per posizionamento nuovi serramenti
-
demolizione di alcune tramezze per realizzazione nuovi open – space;
-
eliminazione barriere architettoniche: dislivelli di quote
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OPERE EDILI
ADEGUAMENTO ANTISISMICO:
-
consolidamento travi in cls solaio ai piani terra e primo piano dell'edificio.
-
Consolidamento dei solai del piano primo e secondo dell'edificio
-
consolidamento dei pilastri in c.a. al piano terreno e primo dell'edificio e necessari
ripristini anche in facciata.
-
Fornitura e posa in opera di controfodera costituita da una lastra in silicio tassellata
per riqualificazione e adeguamento alla resistenza al fuoco delle travi in cls preventivamente consolidate
OPERE EDILI
secondo le modalità indicate nel capitolato speciale parte integrante del progetto esecutivo approvato si prevedono;
-
realizzazione sottofondi pavimenti o ripristini di quelli esistenti;
-
realizzazione di murature, in mattoni e/o in cartongesso (con caratteristiche non inferiori a REI 60 nei locali da compartimentare) e nuove suddivisioni dei locali;
-
realizzazione di intonaci, rasature, coloriture
-
realizzazione di pavimenti in pvc e/o linoleum nei locali
-
realizzazione dei pavimenti gres porcellanato antiscivolo nei servizi igienici compresi quelli degli spogliatoi e nei depositi
-
realizzazione di servizi igienici per disabili
-
eliminazione dei dislivelli esistenti
SERRAMENTI
-
installazione secondo le modalità indicate nel capitolato speciale parte integrante
del progetto esecutivo approvato di nuovi/e:
avvolgibili in alluminio con un’anima di poliuretano espanso al fine di migliorare la capacità isolante.
finestre e porte finestre in alluminio con taglio termico
porte interne con requisiti estetici, funzionali, igienici e di sicurezza all'avanguardia per soddisfare le richieste più esigenti di questo settore.
porte REI certificate (minimo REI 60) per le zone e i locali da compartimentare
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CONTROSOFFITTI
tenendo conto delle modalità indicate nel capitolato speciale parte integrante del progetto esecutivo approvato si prevede la posa in opera di controsoffitti in tutti gli ambienti in fibra minerale opportunamente coibentati in
pannelli 60 cm x 60 cm, posati su struttura a vista che presentino buone
prestazioni di comfort ambientale e di assorbimento acustico. Tale tipologia di controsoffittatura consente una completa accessibilità agli impianti
soprastanti e sono praticamente esenti da manutenzione (in caso di danneggiamento i pannelli possono essere facilmente sostituiti).
realizzazione di controsoffitti REI in pannelli 60 cm x 60 cm negli ambienti
da compartimentare (archivi, depositi, scale, ecc) come previsto dal DM
del 19 marzo 2015.
OPERE IMPIANTISTICHE
Tutti gli impianti dovranno essere certificati e verranno realizzati secondo le modalità indicate nel capitolato speciale parte integrante del progetto esecutivo approvato, e tenendo conto
delle norme UNI vigenti. In generale gli impianti, per quanto possibile, dovranno essere accessibili e realizzati con distribuzione in controsoffitto per facilitare le manutenzioni ordinarie,
incidentali e aggiornative future:
VASCHE INTERRATE ACQUA
PIAZZA ESTERNA PAD. VALLE - QUOTA 66.71
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Impianto idrico/sanitario:
Nel presidio ci sono delle vasche interrate per l’alimentazione idrica a antincendio le cui botole di accesso sono visibili al Il punto di allaccio delle tubazioni dell’impianto suindicato avverrà sulla condotta principale proveniente dal gruppo di pompaggio che decorre all’esterno
al piano terreno al piano terreno dello stesso padiglione. Tutti i materiali utilizzati per gli impianti saranno conformi alle specifiche della normativa tecnica vigente ed avranno le caratteristiche indicate nel capitolato speciale d’appalto del progetto esecutivo.
TUBAZIONE ADDUZIONE ACQUA SANITARIA PADIGLIONE A VALLE
PROVENIENTE DAL
GRUPPO DI POMPAGGIO UBICATO
LOCALE TECNICO
PIAZZA ESTERNA
PUNTO INTERCETTAZIONE ACQUA SANITARIA
INGRESSO NORD – QUOTA 66,61
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impianto di smaltimento dei reflui delle apparecchiature di laboratorio e smaltimento rifiuti
solidi pericolosi
Il progetto dovrà prevedere la realizzazione di un impianto di scarico per lo smaltimento dei
rifiuti liquidi potenzialmente pericolosi, che saranno convogliati direttamente in vasche di
raccolta da posizionare in locale individuato al pian terreno dell’edificio potrebbero essere
interrate all’esterno dell’edificio.
Le condotte di scarico dovranno essere realizzate con materiali idonei in relazione alle caratteristiche chimiche, fisiche e batteriologiche dei liquami da smaltire. I liquami quando le
vasche saranno piene verranno smaltiti da ditta specializzata ed inviati in apposita discarica
autorizzata.
I rifiuti solidi pericolosi come urine, sangue, liquidi biologici, ecc.) analizzati verranno posti
provvisoriamente all’interno di appositi bidoni e stoccati poi in apposito locale al piano terreno dell’edificio dove verranno anch’essi smaltiti da ditta specializzata.
Impianti termici (cdz e riscaldamento)
INGRESSO SOTTOCENTRALE TERMICA
PIAZZALE ESTERNO PAD.
VALLE – QUOTA 66,61
LOCALE
CENTRALE TERMICA
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Il riscaldamento invernale sarà assicurato dall’impianto centralizzato presente nel presidio.
Tenuto conto della vetustà delle tubazioni esistenti si dovrà prevedere di realizzare un nuovo impianto partendo dal collettore di distribuzione presente nella sottocentrale termica che
si trova ubicata al piano terreno dello stesso edificio.
Occorre poi tener conto che i locali
destinati a laboratori d’analisi richiedono un elevato ricambio d’aria oltre al controllo delle
condizioni interne di temperatura e umidità relativa sia nel periodo estivo che invernale per
questo bisognerà realizzare un nuovo impianto con UTA e gruppo frigo ubicati sulla copertura dello stabile e raggiungeranno il primo piano con tubazioni e canalizzazioni esterne che
decoreranno prima verticalmente sul prospetto e poi si in orizzontale sopra il controsoffitto
andranno a condizionare i locali del nuovo laboratorio.
In relazione alle notevoli dimensioni dei locali (open-space), la soluzione impiantistica più
idonea sarà quella di prevedere degli impianti di condizionamento a tutt’aria esterna.
Al fine di avere un adeguato condizionamento degli ambienti il valore di ricambio d’aria
esterna consigliato sarà pari a 6 vol/h e occorrerà prevedere l’impiego di sola aria esterna, senza ricircolo, vista la possibile presenza di inquinanti (gas, reagenti, ecc.).
In caso di presenza di agenti biologici dei gruppi 3 e 4, con esclusione degli agenti di gruppo
3** (con doppio asterisco) secondo l’allegato XLVI del D. Lgs. 81/08, si dovrà prevedere
una pressione negativa degli ambienti rispetto all’esterno.
La Velocità dell'aria sarà 0,05 - 0,15 m/s
Classe di purezza: filtrazione ad alta efficienza con filtri aventi campo di efficienza 60-95%.
In caso si preveda la presenza di agenti biologici dei gruppi 3 o 4, con esclusione degli
agenti di gruppo 3** (con doppio asterisco) secondo l’allegato XLVI del D. lgs 81/08, si dovrà applicare quanto previsto dall’allegato XLVII del D. Lgs.- Testo unico sulla sicurezza
81/08 e successive modifiche ed integrazioni.
Impianti elettrici e speciali
Gli impianti saranno realizzati in conformità alla legge 186
del 1 marzo 1968, al D.M. n.
37/2008 e alle norme CEI vigenti per locali ad uso medico; ai fini antincendio dovranno
possedere in generale:
a) caratteristiche strutturali, tensione di alimentazione e possibilità di intervento
costituire pericolo durante le operazioni di spegnimento;
b) non essere causa o fonte di propagazione degli incendi.
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tali da non
L’impianto elettrico
SCHEMA
DISTRIBUZIONE
CABINA ELETTRICA
La distribuzione elettrica nell’ex PO Celesia è così distribuita:
•
punto di consegna Enel (cabina Enel è nella parte alta - dietro pad. a monte – zona nord ovest, cancello esterno – strada per Begato) con contatore,
trasformatori e sezionatori di linea-
•
la linea viene fatta confluire nel quadro di distribuzione e commutazione posto a fianco della portineria del presidio sanitario
•
da qui partono due linee, una lato monte, l’altra lato valle
•
le linee vengono suddivise ulteriormente in due quadri, lato nord e lato sud
dei due fabbricati
Q.E. GENERALE PAD. VALLE – LATO NORD
Q.E. GENERALE PAD. VALLE – LATO SUD
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Q.E. NORD E SUD
PAD. VALLE
QUOTA 66,71
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La linea principale del nuovo impianto elettrico può partire indifferentemente dal lato nord o
sud e attraverso un cavedio arriva al piano interessato.
Il laboratorio dovrà essere dotato di una rete di alimentazione stabilizzata e continua, mediante l’utilizzo di un gruppo di continuità in grado di fornire tutta l’energia necessaria agli
strumenti; per ragioni di sicurezza si dovrà prevedere un secondo gruppo di pari potenza
che interverrà solo in caso di manutenzione o di avaria del primo.
L’impianto dovrà prevedere i circuiti di distribuzione, i circuiti terminali, le apparecchiature di
protezione, sezionamento e comando, i quadri elettrici, e le prese a spina per
l’allacciamento degli utilizzatori mobili.
Caratteristiche illuminotecniche:
Illuminazione di esercizio:
300 lx illuminazione generale e servizi,
500-750 lx illuminazione laboratori.
Il quadro elettrico generale e quelli di piano dovranno essere ubicati in posizione facilmente
accessibile, segnalata e protetta dall'incendio.
Il progetto dovrà prevedere anche la realizzazione di pareti attrezzate per l’installazione delle apparecchiature di laboratorio secondo le indicazioni delle case costruttrici delle apparecchiature da installare e dei responsabili del laboratorio.
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La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza dell’impianto sarà attestata con la procedura
di cui alla D.M. n. 37/2008 e successive modifiche.
Oltre all’impianto elettrico si dovranno realizzare anche i seguenti impianti:
- antintrusone;
- rivelazione incendi;
- diffusione sonora;
- telefonico e reti dati;
- illuminazione di sicurezza.
Gli impianti di rivelazione fumi, allarme e diffusione dovranno disporre di impianti di sicurezza. L'alimentazione di sicurezza dovrà essere automatica ad interruzione breve (<0,5 sec)
per gli impianti di rivelazione, allarme e illuminazione e ad interruzione media (<15 sec) per
impianti idrici antincendio ed impianto di diffusione sonora. Il dispositivo di carica degli accumulatori sarà di tipo automatico tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore.
Impianto illuminazione di sicurezza
L'impianto di illuminazione di sicurezza dovrà assicurare un livello di illuminazione, non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio.
Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma, purché assicurino il funzionamento per almeno 2 ore.
Impianto antintrusione
L’impianto si comporrà sostanzialmente di una centrale di gestione a microprocessore a cui
fanno capo tutti i vari tipi di sensori di rilevamento in campo quali: radar ad infrarossi o multitecnologia, contatti magnetici sui serramenti, sensori a rottura su vetrine fisse, ecc. La centrale riceverà il segnale in modo continuo da ciascun sensore ed attiverà l’allarme della relativa zona di pertinenza in caso di necessità, con attivazione di segnalazione locale (sirena
interna ed esterna) e di chiamata telefonica ai numeri definiti dall’utente.
In particolare:
la centrale d'allarme potrà essere suddivisa in più blocchi funzionali opportunamente interconnessi come segue:
a) Circuiti di ricezione dei segnali di allarme (ingressi di allarme) e/o manomissione, sia sul
rivelatore sia sulla linea di interconnessione;
b) Circuiti di uscita, atti a comandare i dispositivi di allarme locali (sirene, lampeggiatori) o a
distanza (combinatori telefonici, avvisatori punto-punto per le Forze dell’ordine ecc.);
c) Organi di programmazione (tastiere di comando e programmazione), atti a consentire, in
fase di inizializzazione e successivamente in caso di modifiche operative e impiantistiche,
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l’introduzione dei parametri di impianto che definiscono, ad esempio, la configurazione dei
rivelatori, la loro suddivisione in zone, i tempi e le modalità operative;
d) Organi di segnalazione acustici, atti a fornire le informazioni relative allo stato di operatività e di funzionamento della centrale e dell’impianto da essa gestito;
e) Circuiti di elaborazione: circuiti di logica cablata o programmata atti a gestire, sulla base
dei dati di programmazione, le informazioni in arrivo dai circuiti in ingresso, al fine di evidenziare situazioni di allarme attivando dispositivi in uscita con le modalità previste;
f) Gruppo di alimentazione, costituito essenzialmente da un alimentatore e da una batteria di
accumulatori tale da consentire almeno l’alimentazione di tutti i circuiti interni della centrale
stessa. L’alimentatore deve essere progettato e dimensionato in modo che sia in grado di
caricare automaticamente la batteria allocabile fino alla sua massima capacità dichiarata; e
che sia in grado di caricare la batteria allocabile almeno fino all’80% della capacità dichiarata in 24 h, partendo dalla condizione di batteria scarica. L’alimentatore viene alimentato con
una tensione in ingresso di 220 VCA ed eroga in uscita una tensione continua di 13,8 V. La
corrente va calcolata in base all’assorbimento del modello dei rilevatori utilizzati nel sistema.
Le batterie di accumulatori impiegate negli impianti
antipericolo devono essere di tipo sta-
zionario, a lunga durata e adatte al funzionamento in tampone; non sono ammesse le batterie di avviamento per autoveicoli. Se le batterie sono collocate all’interno dei contenitori delle
singole apparecchiature, esse devono essere di tipo ermetico. Le batterie di accumulatori
facenti parte dei gruppi di alimentazione di tutti gli apparati(esclusi quelli delle sirene per
esterno autoalimentate) devono avere una capacità tale da garantire, in caso di mancanza
della tensione di rete, un servizio regolare dell’impianto di allarme (autonomia):o per 4 h, se
il sistema è presidiato ed esistono sul luogo un alimentatore di riserva e personale tecnico in
grado di eseguire la sostituzione dell’alimentatore stesso; o per 8 h, se il sistema è vigilato
ed il personale tecnico incaricato è in grado di intervenire entro 4 h dalla ricezione
dell’allarme; o per 24 h, in tutte le altre condizioni salvo situazioni particolari di alto rischio o
prolungata mancanza della tensione di rete, che richiedono autonomie anche superiori.
g) Organi di comando, atti a fornire alla centrale i segnali che determinano gli stati di operatività della centrale stessa, sia i segnali che consentono il controllo della sua funzionalità.
h) Organi di registrazione, atti a fornire una documentazione cronologica e permanente per
gli stati di operatività dell’impianto e gli eventuali allarmi verificatisi;
i) Combinatore telefonico vocale/digitale per l’invio delle segnalazioni di allarme verso numeri privati o centrali operative di tele vigilanza.
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Impianto di rivelamento fumi
Nel presidio esiste già un impianto rivelamento fumi analogico a loop; al piano interessato
dai lavori il loop esistente dovrà essere smantellato e rifatto. Il sistema di rivelazione automatica dovrà avere la possibilità di effettuare automaticamente tutte le attuazioni necessarie
ad eliminare fonti di pericolo in ogni ambiente interessato da un principio di incendio: sgancio interruttori ai quadri elettrici, chiusura porte tagliafuoco, ecc.. L’alimentazione secondaria
sarà in grado di assicurare il corretto funzionamento dell’intero sistema ininterrottamente
per almeno 24h, nonché il contemporaneo funzionamento dei segnalatori di allarme interno
ed esterno per almeno 30 minuti a partire dall’emissione degli allarmi stessi (UNI 97955.6.4.1.).
I collegamenti della centrale di controllo e segnalazione con gli avvisatori di allarme esterni
dovranno essere realizzati con cavi resistenti all’incendio in conformità alla CEI 20-36 ( UNI
9795- 5.6.4.2).
Per le interconnessioni in cavo tra gli elementi in campo e la centrale di controllo e gestione
allarmi, bisognerà prevedere di utilizzare cavetterie del tipo non propagante la fiamma a
bassa emissione di sostanze tossiche CEI 20-22.
La distribuzione dei cavi dovrà avvenire canalizzazioni in pvc certificato, con posa in vista
con interposte scatole di derivazione e giunzione; il tutto in conformità alle Norme CEI 64-8
1÷7.
Per consentire una facile individuazione del tipo di impianto servito, tutta la cavetteria dovrà
essere contraddistinta con segnaletica specifica posta sui terminali.
Il progetto prevede di ampliare l’impianto esistente con la realizzazione di un nuovo loop a
servizio esclusivo del piano.
Tutti i locali anche non di uso comune saranno dotati di rilevatori di fumo. I rivelatori saranno
installati nei controsoffitti interessati dal passaggio di impianti che alimentano altri locali; sarà previsto un sistema di allarme, con pulsanti a rottura di vetro, per segnalare principi di incendio.
L'attivazione di un sensore attiverà un segnale di allarme in luogo presidiato, se entro 30
secondi tale allarme non verrà tacitato si attiveranno gli allarmi ottici ed acustici distribuiti
nel presidio;
il sistema generale di allarme si attiverà anche trascorsi 0,5 secondi dall'emissione di un segnale da due o più rivelatori, o da un pulsante manuale.
Asserviti all'impianto saranno i magneti di chiusura automatica delle porte REI;
Detto sistema di allarme funzionante ad energia elettrica, sarà provvisto di rete autonoma
da quella utilizzata per i servizi vari, e sarà collegato alla centralina di rivelazione incendio
in modo da garantire anche l'alimentazione in assenza di rete.
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I pulsanti a rottura di vetro ed i pannelli di allarme ottico e acustico, saranno collocati in
prossimità delle uscite ad ogni piano, uniformemente distribuiti.
Impianto di diffusione sonora
finalizzato alla trasmissione di musica diffusa o messaggi di servizio, così come di comunicazioni di emergenza o segnalazioni di pericolo si compone sostanzialmente di un rack di
amplificazione e ricezione/distribuzione dei segnali audio, che possono provenire da riproduttori multimediali (radio, lettori CD/DVD, o similari) o da punti utente (microfoni), che fanno
capo ad una distribuzione capillare in campo di diffusori sonori.
Impianti telefonico e rete dati
Gli impianti telefonici sono fondamentalmente gestiti da un centralino che riceve la/le linee
esterne fornite dal gestore, e le smista ai punti telefonici interni secondo le esigenze specifiche della Committenza (ad esempio: risposta dalla reception che gestisce le chiamate agli
utenti);
Gli impianti di trasmissione dati devono essere messi in comunicazione tra loro attraverso
una rete dati tipo rete ethernet che si realizza tramite dei punti di distribuzione (Switch) dai
quali viene sviluppata la distribuzione alle varie postazioni periferiche (prese dati).
I due impianti dovranno comunque essere realizzati in funzione delle direttive fornite
dall’ufficio ASL che si occupa di tale settore, in modo tale che l’impianto che integra la telefonia e la trasmissione dati, seguano un’ unica distribuzione del tipo rete ethernet, con possibilità di modifiche di destinazione d’uso dei vari punti terminali semplicemente con rapido
intervento sul quadri di rete.
Pertanto dovrà essere approntato un impianto in cablaggio strutturato per la trasmissione
dati e telefonia tale da soddisfare le esigenze operative della struttura considerata e
l’installazione dovrà comprendere: la rete interna con cablaggio strutturato in categoria 5E; il
centro stella del sistema con gli armadi per la centrale telefonica e apparati passivi di collegamento; il collegamento con gli armadi switching, di segmentanzione e permutazione di
zona; la realizzazione della rete terminale dagli armadi fino alle postazioni di lavoro; la fornitura e la posa in opera della centrale telefonica.
Nel locale di arrivo della rete esterna, dovranno essere previste e realizzati le
opere necessarie all’ingresso della rete pubblica all’interno dell’edificio.
Nel locale preposto, dovrà essere installato un armadio metallico in versione Rack per
l’alloggiamento delle apparecchiature di permutazione ottica e telefonica e la centrale telefonica prevista.
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Impianto fisso di spegnimento antincendio
La struttura è già dotata di un impianto di spegnimento fisso ad idranti UNI 45 che attinge
acqua dal gruppo di pompaggio esistente proveniente dalle vasche destinate a tale uso.
Nel piano interessato dalle lavorazioni si dovrà adattare l’impianto di spegnimento fisso esistente alle nuove esigenze ed eventualmente incrementarlo qualora il progettista lo ritenga
necessario; si dovrà comunque prevedere la sostituzione di tutte le cassette e degli idranti
UNI 45 esistenti, comprese le lance in dotazione ad ogni cassetta.
Nel presidio sono anche installati un numero adeguato di estintori a polvere e a CO2 che
dovranno essere ritirati prima dell’inizio del cantiere e reinstallati ed eventualmente integrati
a conclusione dei lavori.
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ARREDI
Al fine di rientrare nella spesa prevista e in un’ottica di risparmio una parte degli arredi presenti nei laboratori in attività potranno essere riutilizzati e saranno individuati
insieme a quelli da acquistare già nel progetto definitivo per tipologia e numero, tenendo conto delle esigenze del laboratorio e della distribuzione finale delle attrezzature di laboratorio. Dovrà comunque essere un sistema di arredo semplice e modulare che permetta di arredare gli spazi a disposizione con ridotte misure di ingombro
in profondità, impiegando comunque materiali e componenti di elevato grado qualitativo, certificati e nati per un impiego operativo giornaliero.
In questa fase preliminare si ipotizza la necessità di acquisire almeno :
•
n. 47 scrivanie con cassettiera lineari o ad angolo
•
n. 47 sedie per scrivanie con braccioli e seduta ergonometrica
•
n. 94 sedie senza braccioli
•
n. 20 armadi a due ante singoli e componibili con h. da 2,00 m e 0,85 m
•
n. 1 bancone per locale ricezione materiali e smistamento
•
n. 1 tavolo da riunione e relative seggiole
•
n. 16 banchi da lavoro con cassettiere
•
n. 10 portaombrelli
•
n. 55 sgabelli da laboratorio senza ruote
•
n. 40 attaccapanni
•
n. 1 tavolo locale ristoro e relative seggiole
•
n. 14 panche per spogliatoi
•
n. 66 armadi metallici con separazione interna per spogliatoio
•
n. 1 piastra elettrica - locale ristoro
•
n. 1 frigo - locale ristoro
•
n. 1 forno microonde – locale ristoro
•
n. 1 lavandino tipo cucina comprensivo di mobile - locale ristoro
•
n. 2 pensili a muro sopra lavandino - locale ristoro
•
n. 1 piastra elettrica – locale ristoro
•
n. 50 mensole locali laboratori porta materiali
•
n. 5 computer per locali zona 4 con le seguenti caratteristiche:
4 giga di RAM
500 giga di HARD DISK
64 BIT
• n. 5 stampanti a getto d’inchiostro per computer locali area 4
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ORGANIZZAZIONE LABORATORIO DI PATOLOGIA CLINICA
Oggi i laboratori dell’ASL 3 Genovese assicurano circa 1.200.000 accessi all’anno per una
produzione corrispondente a 7.000.000 test/anno, mentre la realizzazione del laboratorio
presso i locali dell’EX PO Celesia garantisce una nuova potenzialità strutturale ed organizzativa che consentirà di
arrivare a 2.500.000 accessi, che corrispondono a
circa
14.000.000 di test/anno, ovvero il doppio.
Al fine di raggiungere l’obiettivo preposto di seguito il nuovo laboratorio dovrà prevedere:
DISPOSITIVI PREANALITICI E ANALITICI
Per tutti i settori di questa è prevista la massima automazione al fine di garantire
l’ottimizzazione e la standardizzazione delle operazioni necessarie per l’esecuzione dei test
in tutte le fasi pre analitiche e analitiche, garantendo il lavoro in sicurezza degli operatori.
Il risultato atteso è quello di ottenere tempi di refertazione di poche ore dalla presa in carico
del materiale nella fascia oraria tra le 07.00 e 19.00 dal lunedì al venerdì; dalle ore 07 alle
ore 13 il sabato, salvaguardando sempre la buona qualità del dato. Il progetto ha quindi
analizzato tutte le possibili soluzioni che attuino gli scopi sopra citati.
Si prevede una suddivisione in macro spazi che individuano aree di attività differenti quali
Core-Lab, Settore ad Alta complessità diagnostica e Microbiologia Virologia.
Alcune zone, che dovranno essere già specificate nel progetto definitivo, saranno dotate di
dispositivi quali centrifughe refrigerate, microcentrifughe, bilancia elettronica di precisione,
pHmetro, microscopi e strumenti ed accessori per l’evaporazione dei campioni in relazione
alla soluzione progettuale definitiva. Sono stati quindi previsti frigoriferi a differente temperatura di esercizio per lo stoccaggio del materiale necessario alle attività giornaliera delle aree
medesime.
CORE-LAB
Il Core-Lab rappresenta il “cuore” del nuovo laboratorio nel quale dovranno trovare applicazione tutte le tecnologie con il più alto grado di automazione al fine di rispondere alla domanda dell’alto numero di pazienti ad esso afferenti sia interni alle strutture ospedaliere che
esterni.
In esso saranno svolte le attività preanalitiche e analitiche riferite ai settori di laboratorio tradizionalmente raggruppate come:
-
Chimica Clinica
– ZONA 2
-
Ematologia
– ZONA 2
-
Coagulazione
– ZONA 2
-
Elettroforesi
– ZONA 2
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-
Urine in automazione e manuali – ZONA 5
-
Immunochimica - ZONA 2
-
Ormoni e Marker – ZONA 5
-
Farmacologia e Droghe – ZONA 9
-
Autoimmunità e Allergologia – ZONA 3
-
Sierologia - ZONA 5
-
Infettivologica – ZONA 10
Il progetto del Core-Lab è incentrato sulla filosofia di lavoro a flusso continuo garantendo in
ogni istante i più alti standard di sicurezza degli operatori. La reingegnerizzazione di tutta
l’organizzazione prevede anche eventuali situazioni di criticità.
Al fine di garantire possibili approfondimenti diagnostici per i pazienti ambulatoriali sono state previste zone di magazzinaggio (zona 6) a temperatura controllata per le aliquote di siero
da conservare per 3 giorni, predisponendo per la gestione in maniera informatizzata del loro
stoccaggio per la corretta rintracciabilità.
SETTORE DIAGNOSTICO AD ALTA COMPLESSITÀ - SEZIONE CROMATOGRAFA – (ZONA 3)
Il settore identificato come area ad elevata complessità diagnostica comprendente la cromatografia analitica è articolata in macro aree di cui si delineano le caratteristiche generali.
AREA DI CROMATOGRAFIA ANALITICA
In questa area sono da eseguirsi le attività di cromatografia comprensiva delle fasi preparative e preanalitiche. E’ da ricordare che è prevista un’area a rilevanza amministrativa dedicata all’esecuzioni di accertamenti quindi sottoposta alle garanzie richieste dalle regole di una
catena di custodia: in primis il controllo degli accessi ai locali. In particolare si è prevista la
presenza di frigoriferi dotati di chiusura di sicurezza quando abbiano funzione di custodia
dei campioni analitici.
AREA PER ACCERTAMENTI SPECIALISTICI NON CROMATOGRAFICI
DI TOSSICOLOGIA E PATOLOGIA CLINICA (ZONA 9)
In questa area si è prevista l’esecuzione di accertamenti analitici specialistici eseguibili con
metodiche immunometriche o comunque per accertamenti non eseguibili per specifiche caratteristiche in ambito di core-lab.
ARRE ATTIVITÀ PREAMPLIFICAZIONE E POST AMPLIFICAZIONE GENOMICA
IN
TOSSICOLOGIA E FARMACOLOGIA PER LE COMPLESSIVE ATTIVITÀ DI DIAGNOSTICA MOLECOLARE (ZONA 10)
Questa area è strutturata in sotto zone, una zona di preparazione pre analitica, una zona
ove vengano svolte le attività di pre amplificazione ed una zona di post amplificazione.
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AREA DI PREANALITICA
Una prima zona è finalizzata alla preparazione dei reagenti e materiali. In essa deve essere
verosimilmente presente almeno una cappa a flusso laminare verticale di sicurezza biologica oltre alle dotazioni ordinarie.
AREA DI PREAMPLIFICAZIONE
Una seconda zona per l’estrazione acidi nucleici dai campioni biologici e per l’allestimento
reazioni di amplificazione. Si ipotizza la presenza di cappe di sicurezza biologica, con predisposizione di una ulteriore cappa che dovrebbe essere presente e segregata in uno specifico spazio per essere dedicata esclusivamente al processo di aggiunta dell’acido nucleico alle miscele di amplificazione oltre alle dotazioni ordinarie.
AREA DI POST AMPLIFICAZIONE
La terza zona è dedicata all’area post amplificazione ed è costituita da due zone finalizzate
allo svolgimento delle attività di post amplificazione. Per l’attivazione di queste attività sono
stati previsti almeno due termociclatori, ed un termociclatore per la PCR-real time oltre ad
apparati elettroforetici ed occorrente per allestire gel di agarosio. Almeno un sistema di fotorivelazione di fotografia per la memorizzazione informatizzata delle immagini. Inoltre almeno
una bilancia di precisione, piastre agitanti riscaldanti.
Alla luce di quanto sopra esposto di seguito il layout funzionale relativo ad una prima ipotesi
- da sviluppare nelle successive fasi di progettazione - di realizzazione dei nuovi laboratori
di analisi centralizzati che si sviluppa su un unico piano e prevede una distribuzione delle
seguenti zone funzioni:
AREA DI MICROBIOLOGIA (ZONA 7)
In questa zona è dedicata all’identificazione dei microorganismi sia sulle urine che su qualsiasi altro
materiali biologico
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LEGENDA E PRE-DIMENSIONAMENTO NETTO DELLE ZONE PREVISTE
Zona 1
Zona 2
Zona 3
ACETTAZIONE – SMISTAMENTO - CHIMICA
104
COAGULAZIONE – EMOCROMI - VES - CHIMICA
162,5 mq
ELETTROFORESI
23,5 mq
EMOGLOBINE GLICATE
22,8 mq
AUTOIMMUNITA’
COORDINATORI SANITARI
Zona 4
mq
41 mq
13,5 mq
SEGRETERIA
19 mq
FIRMA REFERTI
33 mq
STUDI MEDICI
25,5 mq
SALA RIUNIONI
33,5 mq
URO – SIEROLOGIA - IMMUNOMETRIA
Zona 5
124 mq
URINE
CHIMICO - FISICO
Zona 6
CELLE FRIGORIFERE
DEPOSITI MATERIALI
DEPOSITI MATERIALI
DEPOSITI MATERIALI
12,5 mq
5,5 mq
3 mq
Zona 7
MICROBIOLOGIA
133 mq
Zona 8
LOCALE RISTORO
Zona 9
TOSSICOLOGIA
Zona 10
BIOLOGIA MOLECOLARE
Zona 11
SPOGLIATOI PERSONALE
Zona 12
SERVIZI INFORMATICI
Zona 13
AREE COMUNE
Per una superficie netta totale di
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54 mq
39,5 mq
35,5 mq
40 mq
96,5 mq
22 mq
459,5 mq
1503,30 mq
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In particolare il progetto del nuovo Laboratorio si presenta nella sua estensione su di un unico piano, dotato di quattro ascensori, tre accessi pedonali, scale antincendio , posteggi
adeguati sia per l'utenza che per il personale dipendente ( compreso quello dedicato alla logistica ).
L’area che si estende su una superficie lorda di circa 1725 mq, sarà destinata all'esecuzione di tutti gli esami ematologici e urinari esterni, interni (strutture ospedaliere ASL) di routine e gli esami specialistici di secondo e terzo livello inviati dai centri prelievo territoriali.
Dopo il check-in d'ingresso, informatico e strumentale, troviamo “l’accettazione smistamento”, (zona 1); qui i campioni da analizzare seguiranno un percorso unico verso la stazione
dedicata ai processi pre-analitici di tutti i campioni in arrivo (fase in completa automazione).
Contiguo alla zona “accettazione smistamento” è previsto un “open space” (zona 2) per le
stazioni ad alta cadenza analitica (aree siero e plasma) dove verranno eseguiti tutti i test di
“Chimica clinica”, “Ematologia” e “Coagulazione” sia di 1° e 2° livello. L'uso di un unico spazio potrà essere propedeutico ad eventuali riorganizzazioni volte ad una maggiore automazione (uso di catene analitiche). Accanto alle aree siero e plasma, operano i settori dedicati
all'elettroforesi delle plasma-proteine (diagnostica di 1° e 2° livello), “VES” diagnostica delle
Hb glicate, Hb patologiche e diagnostica dell'autoimmunità.
A ponente della zona “accettazione smistamento” è previsto un secondo “open space” (zona
3) per la diagnostica urinaria e dosaggi immunometrici .
A fianco della zona 3 si prevede un laboratorio di tossicologia (zona 9) e dei magazzini per
lo stoccaggio di provette, reagenti e celle frigorifere (zona 6).
Nella superficie più a ponente troveranno posto i locali dedicati alla diagnostica microbiologica (zona 7) con livelli di sicurezza adeguati che confineranno con l’area dedicata ai servizi informatici di laboratorio (zona 12); nelle vicinanze troveremo il settore della biologia
molecolare (zona 10).
Nell'ala sud troveranno posto le zone dedicate a spogliatoio (zona 11), la zona ristoro (zona 8) oltre che agli studi medici (zona 4) e sala riunioni (zona 4).
Il laboratorio dovrà essere dotato di una rete di alimentazione stabilizzata e continua, mediante l’utilizzo di un gruppo di continuità in grado di fornire tutta l’energia necessaria agli
strumenti; per ragioni di sicurezza si dovrà prevedere secondo gruppo di pari potenza che
interverrà solo in caso di manutenzione o di avaria del primo.
Il laboratorio sarà anche dotato di una rete informatica che collegherà gli strumenti alla segreteria e ai vari punti prelievo, sia territoriali che ospedalieri, al settore smistamento, e al
settore refertazione, consentendo in tal modo l’invio dei risultati direttamente ai reparti richiedenti ed ai centri prelievo sul territorio.
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Tenuto conto della normativa vigente sull’inquinamento e per la sicurezza degli operatori si
dovrà prevedere un impianto per lo smaltimento dei rifiuti liquidi potenzialmente pericolosi,
al quale dovranno essere collegati tutti gli strumenti di laboratorio utilizzati; i reflui saranno
convogliati direttamente in vasche di raccolta interrate o esterne (almeno due) dalla capacità ciascuna di 2500 litri. Il loro collocamento dovrà essere a valle del laboratorio per facilitare lo scolamento dei liquidi dentro cisterne (quota piano terra ex mensa) fuori terra o interrate.
I Rifiuti solidi pericolosi (urine, sangue, liquidi biologici, ecc) verranno posti all’interno di bidoni e stoccati in apposito locale al piano terreno dove verranno smaltiti.
STRUMENTAZIONE IN DOTAZIONE
Avendo da poco ultimato le gare per l’acquisizione dei nuovi strumenti è presumibile che,
tenuto conto dei tempi di approvazione del progetto esecutivo ed inizio lavori, nel nuovo laboratorio verranno installate le strumentazioni in dotazione ai vari laboratori dislocati sul territorio dell’ASL., pertanto i progettisti dovranno tener conto delle caratteristiche delle apparecchiature in essere.
COAGULAZIONE
Per l’esecuzione di questi test vengono utilizzati due strumenti della ditta Siemens, esattamente:
Sysmex CS-2x 00i System
Sysmex CS-5100 System
Lo CS-2x00i è uno strumento interamente automatico con scarico diretto nell’impianto di
convogliamento alle vasche di raccolta. Deve operare in ambiente con temperatura dai 15°30° C, con una umidità compresa tra i 30% e 85%.
Il peso di questa unità è di 132 Kg.
Il CS-5100 è uno strumento interamente automatico, di potenzialità maggiore rispetto al
precedente anch’esso con scarico diretto nella rete di raccolta, deve operare in ambiente
con le stesse caratteristiche del precedente.
Il peso di questa unità è di 362 Kg
EMOCROMO
Per l’esecuzione di questi test vengono utilizzati tre strumenti della ditta Siemens con la
possibilità di essere incrementati di un’unità in futuro.
Vengono denominati ADVIA 2120i e devono operare in ambiente con temperatura tra 18°e
35°C; sono interamente automatici con scarico nell’impianto di raccolta sotto vuoto mediante contenitore di raccolta.
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Il loro peso è di 236 Kg ciascuno
CHIMICA CLINICA
Per l’esecuzione di questi test vengono utilizzati tre strumenti automatici della ditta Abbott
esattamente:
-
Due Architect ci 16200 Plus
-
Un Architect c 16000 Plus
Per il funzionamento necessitano di utilizzo di acqua
deionizzata
circa 25 L/h per
l’Architect il 16200, e 54 l/h per il 16000; entrambi scarico direttamente nell’ impianto di raccolta; la temperatura ambiente in cui devono operare può variare dai 15° ai 30 ° C.
Il loro peso è pari a di: 1215 Kg per il 16200 e 701 Kg e il ci 16000.
ELETTROFORESI
Per l’esecuzione di questi test vengono utilizzati quattro strumenti della ditta Sebia:
-
due Cappilarys 2 flex piercing
-
due Hydrasys 2 scan
I Cappilarys sono strumenti automatici con scarico diretto nell’impianto di raccolta non necessitano di particolari condizioni e il loro peso è di 50 Kg ciascuno
Gli Hydrasys sono considerati preparatori multiparametrici semiautomatici, sono provvisti di
scarico diretto nella rete di raccolta in vasche, e hanno un peso di 30 Kg.
HB GLICATE E VES
In questo settore oltre all’esecuzione delle HB glicate e le Ves troverà posto anche uno
strumento per il processo
delle micropiastre, automatico con scarico direttamente
nell’impianto di raccolta. Il peso suo è di 95 Kg.
Le Ves verranno processate da due strumenti della ditta Diesse , senza scarico perché
provvisti di un loro contenitore interno monouso, del peso ciascuno di 80 Kg.
Le Hb glicate verranno processate da due strumenti automatici i Capillarys Sebia 2 Flex
Piercing con scarico diretto nell’impianto di smaltimento, e al pari dell’elettroforesi non necessitano di particolari condizioni il loro peso è di 50Kg ciascuno; si prevede inoltre uno
strumento per le Hb glicate patologiche, peso circa 20 Kg.
SMISTAMENTO
In questo settore si provvede allo smistamento delle provette provenienti dall’accettazione a
tutti i settori del laboratorio. Tutto questo viene garantito da due strumenti Genesis FE 500
della ditta Tecan; detti strumenti scaricano una piccola quantità di liquidi pericolosi che può
essere convogliata direttamente nelle vasche di raccolta. Il loro peso è di 620 Kg ciascuno.
Il settore successivo è composto da una grande “ open space” ove sono situati tre settori:
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URO/SIEROLOGIA
Questi esami vengono determinati mediante due strumenti Liason XL della ditta Diasorin,
sono strumenti completamente automatici con scarico adattato all’inserimento nell’impianto
di raccolta, necessitano di temperatura non superiore ai 28°C e il loro peso è di 300 Kg ciascuno compreso il gruppo di continuità.
Abbinato a questi strumenti vi è anche un altro strumento per la determinazione del sangue
occulto; anche questo è provvisto di scarico diretto nell’impianto centralizzato, la sua denominazione è NS-PLUS della ditta Adaltis; il suo peso è di 58 Kg
IMMUNOMETRIA
Queste determinazioni vengono eseguite da una catena formata da quattro Advia Centaur
xp e due Versacel. Sono strumenti completamente automatici con scarico diretto
nell’impianto di raccolta, devono operare con una temperatura non superiore ai 30°c e
un’umidità dal 20% al 70% .
Advia Centaur rappresentano gli strumenti di esecuzione esami, mentre le due Versacel sono le stazioni che provvedono allo smistamento delle provette in modo automatico fra i quattro Advia. Il peso dei Centaur xp è di 500 Kg ciascuno; mentre il peso delle Versacel è di
320 Kg.
URINE CHIMICO FISICO
La determinazione dell’esame delle urine e il chimico fisico vengono garantiti da tre strumenti; Aution Max Ax 4030 della ditta Menarini, hanno scarico diretto nell’impianto di raccolta, devono operare a una temperatura non superiore ai 30° C con una umidità non superiore
al 80%. Il peso è di 45 Kg complessivo ciascuno.
BIOLOGIA MOLLECOLARE:
In questo settore il lavoro viene eseguito da due tipologie di strumenti, due della ditta Roche, e tre della ditta Diesse.
1 Il Cobas AmpliPrep HCV test della ditta Roche “realtime”; è strumento automatico con
scarico in tanica, con rilevatore di livello, necessita di trattamento dei liquidi di scarico. Il
suo peso è di 200Kg.
2 Cobas TAqMan48 ditta Roche strumento automatico, lavora in parallelo al precedente,
non produce scarico, il suo peso è compreso in quello precedentemente evidenziato.
3 Due strumenti Corus della ditta Diesse automatici scarico in tanica interna ed hanno un
peso di 50Kg ciascuno.
4 Seramat ditta Diesse strumento automatico con scarico in tanica da 20 l , possibilità di
collegamento con impianto di scarico centralizzato, il suo peso è di 120 Kg.
5 Cappa a flusso del peso di 110 kg
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MICROBIOLOGIA
In questo settore vengono lavorate tutte le crescite di batteri su urine e su altri liquidi biologici. Il settore è composto da diverse strumentazioni:
- Due Bactalert della ditta Biomerieux per l’incubazione e la lettura di emoculture e micobatteri, il loro peso è di 191 Kg ciascuno.
- Un strumento Alfred della ditta Alifax, automatico del peso di 115 Kg
- Due strumenti Vitek 2XL della ditta Biomerieux strumenti automatici, non necessitano
di particolari situazioni ambientali; il loro peso è di 145 Kg ciascuno.
- Una cappa per coloritura vetrini e un termostato per lo sviluppo delle colture batteriche
del peso ciascuna di 100 kg
Si evidenziano inoltre una cappa aspirante per micobatteri di tipo Microflow classe 2 del peso di 190 Kg, una cappa per feci del tipo Janus del peso di 70 Kg ed un Previcolor per la
colorazione dei gram del peso di 18Kg.
LOCALE CELLE FRIGORIFERE E DEPOSITI
Nel magazzino troveranno posto almeno 5 celle frigo del peso ciascuna di 13ci saranno a
disposizione anche 3 piccoli depositi compartimentati per i materiali necessari al laboratorio
3 PIANO FINANZIARIO DELL’OPERA, TEMPI DI REALIZZAZIONE
Tenuto conto che con del. n. 122 del 5/3/2014 è stato approvato lo studio di fattibilità per la
realizzazione dei nuovi laboratori di Patologia clinica si è reso necessario poter disporre di un
finanziamento attinente ai costi di realizzazione della nuova struttura
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pari a complessivi
€ 3.030.000,00 così come risulta dal quadro economico dopo riportato. Tale finanziamento è stato richiesto, ai sensi del D. Lgs. 502/92 e ssm, alla Regione Liguria con delibera n. 207 del 10 aprile 2014 ed ottenuto con delibera n. 741 del 12 dicembre dello
stesso anno, mediante la sottoscrizione con l’Unicredit, di un contratto di mutuo.
Non si prevede un’articolazione dell’intervento in stralci funzionali e fruibili ma la realizzazione dei lavori in un unico lotto.
Per i calcoli estimativi si è fatto riferimento al preziario dell’Union Camere Liguri anno
di riferimento 2014; si precisa che i nuovi prezzi sono stati ottenuti analizzando e parametrando i costi relativi ad interventi di ristrutturazione (rinforzi strutturali) e di impiantistica (rifacimento di impianti termici, CDZ, elettrici e speciali, ecc.) eseguiti, con
analoghe modalità in altri presidi dell’ASL 3
Per quanto attiene i previsti tempi di realizzazione dell’opera si ritiene che essa possa
essere ultimata in 540 giorni solari, a cui vanno aggiunti i tempi per la progettazione e
l’esperimento della relativa gara d’appalto, come di seguito:
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4 DISPOSIZIONI NORMATIVE
In fase progettuale bisognerà tenere conto delle normative vigenti in materia di costruzioni,
impianti elettrici/speciali, termico-idrici con particolare riferimento alle normative sul risparmio energetico ed antincendio e dovranno essere prese in considerazione in particolare:
•
DPR 14 Gennaio Decreto del presidente della repubblica 14 gennaio 1997 - Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e
di Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private.
•
D. Lgs. 19/08/2005 n.192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento
energetico nell’edilizia;
•
D. Lgs. 29/12/2006 n.311 Disposizioni correttive ed integrative al D. Lgs. 19/08/2005 n.
192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia
•
Regolamento Regione Liguria 8 novembre 2007 n.6 “Regolamento di attuazione
dell’articolo 29 della legge regionale 29 maggio 2007 n.22 (norme in materia di energia).
•
Linee guida ISPESL del 2000 per la definizione degli standard di sicurezza e di igiene
ambientale;
•
DM del 18/09/2002 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private e Decreto del 19 marzo 2015;
•
D.P.R. n. 380/2000: testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia
edilizia;
•
D.M. 14/01/2008: Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni;
•
D.Lgs.n.42/4: codice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dell’art. 10 della L.6 /7
2002 n. 137.
Norme impiantistiche
•
Legge 186 del 01-03-1968: Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazione ed impianti elettrici ed elettronici;
•
Legge 5 Marzo 1990 n.46: norme per la sicurezza degli impianti e DPR 447/91 in attuazione;
•
Decreto 22.01.2008 n.37: regolamento concernente l’attuazione dell’art11-quaterdecies,
comma 13, lettera a)della legge n.248 del 2.12.2005, recante riordino delle disposizioni in
materia di installazione degli impianti all’interno degli edifici;
•
Tutte le Norme del comitato elettrotecnico Italiano applicabili al caso specifico (CEI);
37
•
Legge 791: Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità europee (n.73/23/CEE)
relativa alle garanzie di sicurezza che devono possedere il materiale elettrico destinato
ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione – 18/10/77;
•
Direttiva CEE 73/25: direttiva bassa tensione – Legge 18/10/1987;
•
Direttiva CEE 89/334: direttiva compatibilità elettromagnetica;
•
Direttiva 9/37/CE 22/06/1978 – DPR 24/07/1996 n. 459;
•
Legge 9 gennaio 1991 n° 9 e 10 e D.P.R. 26 agosto 1993 n° 412 modificato dal D.P.R.
551/99; D. Lgs 19/08/2005 n. 192 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia; D. Lgs. 29/12/2006 n. 311 Disposizioni correttive ed integrative al D. Lgs 19/08/2005 n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia
•
Regolamento Regione Liguria 8 novembre 2007 n. 6 “Regolamento di attuazione
dell’articolo 29 della legge regionale 29 maggio 2007 n. 22 (norme in materia di energia).
•
Norma UNI correlate alle verifiche energetiche;
•
Decreto ministeriale 1.12.1975- Raccolte R-H e Circolari applicative ISPESL;
•
DPCM 5.12.1997 Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici;
•
Norma UNI 8199: “Misura in opera e valutazione del rumore prodotto negli ambienti dagli
impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione”;
•
Normativa e legislazione antincendio e regolamenti specifici dei comandi locali dei VV.F.;
•
Norme UNI in ambito di asservimenti idrici e di defluenza;
•
Norme EN81 armonizzate (Direttiva 95/16/CE): ascensori, scale mobili;
•
UNI EN81-1 regole di sicurezza per la costruzione e l’installazione di ascensori elettrici.
L'attività edilizia sul territorio comunale è disciplinata dalla legge, nonché dal Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.), dal Regolamento Edilizio e dalle normative di settore.
Sono in particolare disciplinati dalla L.R. 06.06.2008 n. 16, nonché dal Piano Urbanistico
Comunale:
•
i contenuti e le modalità di presentazione delle domande di permesso di costruire, delle
denunce di inizio attività e loro varianti, delle SCIA, nonché gli adempimenti comunali
per la definizione delle pratiche edilizie;
•
l'indicazione degli elaborati progettuali e documentali da allegare alle domande di permesso di costruire e alle denunce di inizio attività;
•
gli adempimenti a carico del titolare del titolo abilitativo, del progettista, del committente, del costruttore e del Direttore dei Lavori, nonché degli uffici comunali preposti alla
vigilanza nelle varie fasi di esecuzione delle opere assentite;
•
la definizione dei requisiti igienico-sanitari ed ecologico-ambientali delle costruzioni;
38
•
Le possibili zone interessate dai lavori vengono classificate nel PUC come Zone F Servizi e strutture pubbliche di interesse generale, - sottozone FF.
La realizzazione di nuovi servizi è subordinata a una verifica del bilancio degli standard urbanistici che assicuri un'adeguata ripartizione tra le diverse categorie di servizi, in relazione
allo stato di attuazione del P.U.C. e ai fabbisogni. Nel caso di specie unitamente alle relative
norme progettuali, esecutive e dimensionali la ristrutturazione edilizia è consentita trattandosi di edifici già adibiti a servizio pubblico.
39
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