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POWER
LIGHTING
I “motori” per la luce
di domani
Marco Peretta
Business development manager
RECOM Electronic GmbH
Non ci sono dubbi: i LED sono la sorgente
luminosa del futuro. Scoperti circa 40 anni fa come
elementi di visualizzazione debolmente luminosi,
sono sulla buona strada per diventare i principali
protagonisti nel campo dell’illuminazione. Moduli
driver ad alta efficienza hanno qui un’importanza
simile a quella di un motore per un’auto, poiché
permettono di generare “luce elettronica” da
qualsiasi fonte di tensione
C
hi si ricorda ancora degli indicatori a LED dei primi multimetri a batteria di 40 anni fa? La luminosità di un indicatore
a LED bastava appena per una misura alla luce del giorno. Chi
avrebbe allora pensato che i LED avrebbero potuto illuminare
salotti, strade e capannoni industriali? Tanto più che si tratta
di semiconduttori che non vogliono adattarsi alla rete di illuminazione a corrente alternata. Nel frattempo la luminosità di un
array multichip non teme più confronti e la moderna tecnologia
di driver si occupa di generare, da qualsiasi tensione continua o
alternata, quella corrente continua e costante che i LED trasformano in piacevole luce, così come il motore che permette all’auto
di convertire in mobilità benzina, diesel, gas ed elettricità (Fig. 1).
Tecnologia buck/burst come soluzione ibrida
La luminosità di un singolo LED può essere sufficiente per una
torcia tascabile, ma per illuminare un posto di lavoro o uno studio sono necessari un gran numero di LED. Collegare tutti i LED
in parallelo, come avviene con le lampadine, non è molto utile, in
quanto sono semiconduttori con curva caratteristica non lineare, la cui tensione di soglia può differire di diversi decimi di Volt
persino per i prodotti della stessa serie. Un esercizio in parallelo
avrebbe quindi come conseguenza valori di illuminazione molto
diversi, fino al termine anticipato di funzionamento dei LED con
la soglia più bassa. Se i LED vengono invece collegati in serie,
li attraversa la stessa corrente e la luminosità è assolutamente
uguale. Ciò ha però lo svantaggio che quando occorre una maggiore luminosità sono necessarie tensioni superiori, non sempre
disponibili – si pensi all’illuminazione di garage e di vialetti dei
giardini. Nel caso ideale la tensione di alimentazione della lampada proviene “off the grid” da un accumulatore caricato da un
piccolo generatore solare o eolico.
Si supponga che si tratti di un comune accumulatore da 12 V.
Fig. 1 - Come il motore per la macchina, il driver per LED svolge un ruolo
essenziale per efficienza, aspettativa di vita e performance del sistema
luminoso complessivo
A pieno carico, all’inizio della notte fornisce forse 14 V. Sottratto
1V per il driver a corrente costante significa che si possono far
funzionare solo 4 LED. Quando la tensione diminuisce però di 2
Volt, la luce si spegne.
Una migliore alternativa prevede l’uso di un driver buck/boost
innovativo, come quello sviluppato da RECOM con l’RDB-12 (Fig.
2), che permette di ottenere dai 12 V nominali dell’accumulatore
una tensione di oltre il doppio, sufficiente ad alimentare una
catena di 8 LED con corrente costante, anche se la tensione
scende di notte fino a 8 V. I driver della famiglia RBD-12 lavorano però anche nella modalità buck convenzionale su tensioni
decisamente superiori a quella necessaria della catena e sono
pertanto l’”ibrido dei motori a LED”. I primi due modelli presentano una corrente costante di 350 mA e 500 mA e una potenza
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fino a 20 Watt. Il rendimento di punta
raggiunge il 92% – un valore eccezionale per questi convertitori utilizzabili
in modo veramente flessibile.
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i driver per LED si ha per il momento
un limite “economico” di 60 Vcc, poiché valori superiori significano requisiti superiori di sicurezza e protezione
e quindi costi superiori. Con la nuova
Tendenza verso tensioni ancora
famiglia RCD-48 RECOM sfrutta fino
superiori
in fondo le tensioni entro questo limiCi sono due possibilità di aumentare
te. I nuovi driver “High Voltage”
il flusso luminoso emesso da una
alimentano catene con un massimo
sorgente d’illuminazione: o vengono
di 17 LED, correnti costanti di 350,
impiegati LED più potenti e la corrente
500, 700, 1200 mA e un intervallo
viene aumentata per es. da 350 mA
di tensione d’ingresso da 9 a 60 V.
(LED a 1 W) a 700 mA (LED a 2 W) Fig. 2 - La famiglia RBD-12 (in alto) commuta automati- Il modello più potente dispone di un
camente, a seconda della tensione di alimentazione, da contenitore metallico e fornisce fino
o vengono collegati in serie più LED
buck a boost, mentre la famiglia RCD-48 può alimentare
che lavorano con una tensione supe- catene fino a 17 LED
a 70 Watt. Tutti i driver della famiriore. I driver finora disponibili non
glia sono disponibili a scelta con
potevano superare tensioni da 36 a
piedini per il montaggio su circuiti
40 V – quindi raggiungevano il loro limite per catene da 10 a 12 stampati oppure cablati e dimmerabili in modo sia analogico
LED. I moderni array multichip lavorano già oggi con tensioni sia digitale. Una sorgente di riferimento incorporata permette
intorno ai 4V o superiori e da parte dei produttori di LED sono una facile attenuazione tramite potenziometro e alimenta sengià in discussione tensioni molto superiori.
sori o controllori esterni per permettere possibilità d’impiego
A causa della prescrizione SELV (Safe Extra Low Voltage) per addizionali.
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Attenuazione TRIAC senza sfarfallio fino a zero
A casa e in ufficio ci si è abituati ad attenuare l’intensità dell’illuminazione per creare un’atmosfera piacevole. Ciò avviene senza
problemi per le lampadine a incandescenza, ma per i LED non è
tanto semplice. La conseguenza è che potenti driver a corrente
alternata con circuiti PFC attivi e TRIAC preinstallati finora si
potevano attenuare in modo solo molto limitato. La causa del
problema è in genere il circuito PFC del driver combinato con
il carico dei LED, ridotto in confronto a quello delle lampadine
a incandescenza. Mentre il circuito PFC cerca di prelevare dalla
rete, tramite un gran numero di impulsi, una corrente circa sinusoidale con la posizione di fase corretta, i TRIAC reagiscono in
modo molto sensibile a impulsi di corrente estranei. Soprattutto
se è necessaria una forte attenuazione, i circuiti PFC poco costosi hanno difficoltà a mantenere il timing corretto. Inoltre il basso
carico dei LED non garantisce una corrente continua attraverso
il TRIAC. Di conseguenza se la luminosità si riduce vistosa-
Tabella 1 - Le tre nuove tecnologie di driver a confronto – informazioni
dettagliate al sito www.recom-electronic.com
Fig. 3 - Il RACT20 si può attenuare dal 100% fino a zero senza sfarfallio e in modo lineare
mente, molti prodotti di bassa qualità presentano un fortissimo
sfarfallio. A ciò si aggiunge un altro problema dovuto al sistema:
i dimmer TRIAC sono solo attenuabili fino al 10%, in modo che
la corrente durante un semiperiodo non se ne vada completamente. Poiché le lampadine a incandescenza, come dice il
nome, sono più corpi che emettono calore, che fonti luminose,
con il 10% dell’intensità di corrente non producono più luce e
ciò basta per un’attenuazione del 100%. Per i LED non è così: il
10% di corrente significa il 10% di resa luminosa. Poiché l’occhio
umano si adegua rapidamente a condizioni più scure, questo
10% dei LED viene ancora percepito come piuttosto luminoso.
Se per il passaggio ai LED non si vogliono sostituire gli eserciti di
TRIAC installati, il lato dei driver deve compensare questo effetto. Nella serie RACT20 di RECOM ciò è riuscito alla perfezione
– attenuazione dei LED fino a zero senza sfarfallio. Esattamente
come si è abituati con le lampadine. A tale scopo è stato
necessario sviluppare alcuni circuiti addizionali, uno dei quali,
denominato “Dynamic PFC”, si occupa di adeguare all’angolo
di fase della regolazione dell’angolo di attivazione la larghezza
e numero degli impulsi di attivazione. Per questo il vincolo di
fase viene “misurato” con precisione da un secondo circuito. Al
contrario invece la maggior parte dei driver al momento disponibili filtrano la tensione d’ingresso tagliata con l’aiuto di grandi
condensatori elettrolitici, con conseguenze molto negative per
l’aspettativa di vita dei prodotti, in quanto l’elettrolita impiegato
evapora nel corso del tempo – in particolare alle alte temperature presenti nelle vicinanze del corpo di raffreddamento dei
LED. Nei driver RACT20 (Fig. 3) non vengono perciò utilizzati
condensatori elettrolitici d’ingresso. Altre finezze tecniche, come
l’efficiente alimentazione elettrica interna, riducono la potenza
dissipata e consentono temperature di esercizio superiori.
Nella tabella 1 vengono riportate le caratteristiche salienti delle
nuove famiglie di driver per LED di RECOM. Tutte e tre le nuove
famiglie di driver sono certificate e ora dispongono di un termine di garanzia di 5 anni. I principali distributori possono fornire
dei campioni.
I driver per LED, dunque, sono fondamentali per l’efficienza e
l’affidabilità dei moderni sistemi di illuminazione. Analogamente
all’automobile, in cui diversi principi di motore occupano proprie nicchie di mercato, i driver per LED sono come motori di
moderni sistemi di illuminazione specializzati per determinati
compiti. RECOM tiene conto di questa tendenza presentando allo
stesso tempo tre principi molto diversi. Informazioni dettagliate
e schede tecniche sono disponibili per il download al sito www.
recom-electronic.com.■
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