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497
anno XLV
maggio 2015
€ 7,00
VINILE
volume SECONDO
Suono Stereo Hi-Fi
la più autorevole rivista audio
Poste Italiane Spa sped. abb. post.
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1, Comma 1, Roma,
aut. N. 140 del 2007 • mensile
50004
SUONO | 497 | MAGGIO 2015
per l’analogico: Clearaudio Ovation Wood, Esoteric E-03, Grado Prestige Silver 1, Nagra BPS, Ortofon Quintet Bronze, Van den Hul The Grail
4
Nascita, ascesa e oblio
Garrard History
Bernie Grundman
L’uomo dei master
1969 – 1976 Krautrock
Fantasia al potere
28/04/15 20:47
N. XXX
Editoriale
di Paolo Corciulo
Il Sacro Graal si nasconde
all’interno di un solco?
Detesto le espressioni stucchevoli almeno quanto le affermazioni
scontate e prevedibili (dove posso, le evito); per questo, una frase
come “la magia del vinile” potrebbe farmi venire perlomeno un
attacco di infantioli! Eppure, per varie ragioni, via via che questo
numero di SUONO si componeva ho cominciato a ricredermi sui
poteri soprannaturali del disco nero.
Innanzitutto, non si può non riflettere sulla grande, straordinaria
bellezza di un sistema, un modo di ascoltare la musica, fatto di
riti e procedure che, seppur desueti nell’era della velocità, stanno
tornando di moda e danno vita a un fenomeno di recupero del
passato che non ha precedenti. Non basta appellarsi al vintage
o alla passione di alcuni affinché nulla cada nell’oblio: la prepotente (in queste pagine cercheremo di definire quanto) ripresa
del vinile non ha paragone alcuno, perlomeno nella storia delle
tecnologie, dove standard e formati vengono consumati con una
sempre maggiore velocità. Finora, non si era mai tornati indietro:
consumato un formato, via con un altro.
Una seconda ragione del mio cambio di rotta è determinato
dalla ricchezza e dal fascino di tutto quel che gira (argomenti,
iconografia, prodotti, tendenze) attorno al vinile. Per “Vinile Vol.
1” (SUONO 485 – marzo 2014) avevamo attinto al materiale che
ci era più vicino, quello più “abbordabile” e a portata di mano;
ero pertanto convinto che raggruppare altrettanti temi di grande
interesse e fascino non sarebbe stato affatto semplice. Invece,
l’enorme patrimonio di letteratura che offrono gli archivi di
SUONO in merito si è rivelato un terreno particolarmente rigoglioso, tanto da costringerci, non senza rimpianto, a “tagliare”
almeno altrettanto materiale di quello pubblicato in questo Vol.
II; argomenti ugualmente pregni del nostro passato, di un’era
d’oro entusiasmante e di grande opulenza per la riproduzione
sonora che, ci consoliamo, torneranno buoni per “Vinile Vol. III”
(data di pubblicazione ancora da programmare). Un passato ricco
di stimoli e di elementi che potrebbe rappresentare comunque,
indipendentemente dalla “forma disco”, la base di un atteso e
necessario rilancio del settore.
Dal materiale e dalla conoscenza del passato (abbiamo tentato di
trasmettervela, speriamo di esserci riusciti) trasudano, infatti,
un entusiasmo e una positività, una pienezza di emozioni e soddisfazione nei mezzi a disposizione difficilmente rintracciabili
oggi; un’assenza, quest’ultima, che ha prodotto l’effetto quasi
paradossale di avvicinare oggi più che in passato il settore e i
raffinatissimi prodotti che lo compongono alla logica dell’elettrodomestico. Un processo conseguenziale ma sbagliato che ha
portato tutti quelli che lo hanno perseguito a cozzare contro un
muro; perché la riproduzione musicale di qualità è sangue e passione, è quel che siamo noi che scriviamo e voi che ci leggete e che
operate sul campo. Dimenticarlo è come applicare una formula
perfetta e asettica per ricostruire il sorriso della Gioconda, di per
sé unico ed encomiabile proprio per quella magia che non trova
sufficiente spiegazione nemmeno in milioni di parole...
SUONO maggio 2015
3
Sommario
N. XXX
EDITORIALE di Paolo Corciulo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
ANTENNA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
INSIDE DENTRO LA MUSICA
ROSARIO BONACCORSO Istantanee erranti e melodiche di Daniele Camerlengo . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
IL TEATRO D’OPERA AD UNA SVOLTA? Le comparse della commedia di Pietro Acquafredda . . . . . 16
ROBERTO PROSSEDA Man Vs. Machine di Francesco Bonerba . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
NICOLA GAETA Quando la musica ha fatto BAM di Daniele Camerlengo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
DENNY ZEITLIN Il jazz è vivo e sta bene di Antonio Gaudino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28
N. 497
MAGGIO 2015
LA MAISON DE L’ÈCOUTE Ars Sonica di Federico Geremei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30
SELECTOR TUTTO IL MEGLIO IN ARRIVO SUL MERCATO
SPECIALE VINILE VOL. II
LA RICETTA DELLA FELICITÀ di Paolo Corciulo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
I PRIMI VAGITI: IL DISCO QUESTO S(C)ONOSCIUTO di Marino Mariani. . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
IL DISCO: ARRIVA L’HI-FI di Marino Mariani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
ANATOMIA DEL GIRADISCHI a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48
DUAL: LA STORIA di Carlo D’Ottavi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
GARRARD: LA STORIA di Paolo Corciulo e Maurizio Fava . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .60
IL PIÙ LONGEVO SONO IO: SONDEK di Paolo Corciulo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
VISITA AI BERNIE GRUNDMAN STUDIO di Paolo Corciulo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68
RECORD COVERS: LA CREATIVITÀ DEGLI LP di Antonio Gaudino e Francesco Bonerba . . . . 74
QUANDO NON C’ERA IL WALKMAN! di Paolo Corciulo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .82
COME NASCE UNA TESTINA di Paolo Corciulo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .86
FONORIVELATORE Grado prestige Silver 1 di Carlo D’Ottavi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .88
FONORIVELATORE Ortofon Quintet Bronze a cura della redazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .90
UNITÀ PHONO Esoteric E-03 di Carlo D’Ottavi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92
UNITÀ PHONO Nagra BPS a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94
UNITÀ PHONO Van den Hul The Grail a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96
GIRADISCHI Clearaudio Ovation Wood a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .98
GIRADISCHI Pro-Ject 2Xperience Classic 2M Red a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100
AMPLIFICATORE INTEGRATO Yamaha A-S2100 a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
DIFFUSORI Graham Audio LS 5 / 9 BBC Monitor a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108
DIFFUSORI Monitor Audio Gold 200 a cura della redazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
OLTRE IL ROCK a cura di Guido Bellachioma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
ESPERIENZE IN JAZZ a cura di Daniele Camerlengo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120
SECONDO NOI LA CLASSICA a cura di Pietro Acquafredda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124
KRAUTROCK a cura di Carlo Camilloni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126
ITALIA ROCK ‘70 a cura di Guido Bellachioma. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 140
SELECTOR SPECIALE VINILE
di Paolo
xxxxxx
Corciulo
xxxxxx
La ricetta della felicità
Finirà che scopriremo che il vinile ha più vite di un gatto. Nel frattempo, godiamoci una ripresa
oltre le più floride previsioni, seppur condizionata dai limiti endemici di tutto ciò che ruota attorno
al disco nero.
L’
anno che si è chiuso da poco ha segnato nuovi e confortanti
auto-sussistenza (ci sono appassionati a cui il panorama di ofrisultati per la vendita degli LP nel mondo: negli States il
ferta è più che sufficiente per sanare la “sete” di musica), che
dato (9,2 milioni di pezzi) segna il raddoppio delle vendite
questo dato sia chiaro, in quanto condiziona le mosse degli attori
(+52%) rispetto al 2013, e la situazione
sul mercato: già oggi i numeri potrebbero
risulta analoga in Inghilterra. In entrambi
essere diversi, più elevati se si considera
i casi i dati di vendita si allineano a quelli
la domanda, invariati per quanto riguarda
ottenuti nel 1991 (USA) e nel 1995 (G.B.),
l’offerta, che sta sfiorando le sue massime
ovvero prima della grande crisi che aveva
possibilità. Negli anni, infatti, l’impoveportato il vinile quasi a un azzeramento.
rimento di tutto ciò che ruota attorno al
Si tratta, comunque, di volumi di vendita
vinile (e la prospettiva che esso letteralmolto lontani da quelli degli anni d’oro
mente scomparisse) non ha portato gli
dell’alta fedeltà e, soprattutto, che pesano
imprenditori di settore a investire in meper una percentuale minimale (2%) all’inrito. Il numero complessivo di fabbriche
terno dell’attuale mercato complessivo di
di stampa, così, ammonta attualmente a
vendita musicale.
una quarantina nel mondo; in tutti gli USA
Vendite LP e singoli negli anni.
È importante, al di là dell’ottimismo,
il 90% del vinile vergine proviene dallo
Come si vede la sproporzione con gli anni d’oro
della soddisfazione e dell’eventuale
stesso fornitore e scarseggiano i nastri
dell’Hi-Fi (anni ’70 e ’80) è evidente.
34
SUONO maggio 2015
MERCATO QUANTO PESA IL VINILE
mercato è certamente più ampia e l’offerta
in ritardo. I risultati del prossimo anno
potrebbero essere decisivi, perlomeno
per stabilire un nuovo e per certi aspetti
sorprendente trend di rilancio ulteriore
del vinile.
I molti artisti che si sono fatti portavoce in
questo ultimo periodo delle meraviglie del
1994 – 2014: venti anni di vendite degli LP.
vinile rappresentano perfetti testimonial;
analogici, le testine dei registratori e buolo confermano recenti ricerche che indivina parte degli elementi della filiera che,
duano nella fascia di consumatori tra i 18
con espressione tipicamente americana,
e i 25 anni il 22% degli acquirenti di vinile,
“sono cotti” (Infrastructure is Starting
mentre quella tra 25 e 35 copre il 26%.
to Choke Itself).
Se il trend continuerà nell’anno in corso,
Indipendentemente dal fatto che alcune
gli imprenditori cominceranno a trovare
cose siano ancora possibili (ad esempio,
“interessante” il mercato del vinile! Questo
ritornare a produrre testine per i registranon diminuisce certamente le difficoltà
tori professionali), quel 2% rappresenta
strutturali, perlomeno per una parte deltuttora un fattore di rischio insormontala filiera del disco nero: difficile pensare
bile per l’imprenditoria di settore. Certache qualcuno realizzi nuove fabbriche di
mente il messaggio di quest’anno (+50%)
stampa, metta su linee di produzione per
Status Symbol
non passerà inosservato ma la situazione,
nastri magnetici, ecc.
Il disco in vinile aveva e ha tutti gli elementi per
per certi versi, rischia di rappresentare il
Quel che è più grave è che nel frattempo
rappresentare uno status symbol. L’iconografia
del tempo è ricca di personaggi famosi che si
classico cane che si morde la coda!
sia andata in gran parte perduta la cultura
facevano fotografare vicino a un giradischi!
Anche supponendo che questa impasse
orale di settore, quella che ha consentito, là
possa essere superata, ci sono però altri
dove le regole lasciano spazio all’esperienelementi che pesano sul possibile ulteriore sviluppo del disco
za, di realizzare buone incisioni al tornio e master soddisfacenti.
analogico. In positivo possiamo certamente annoverare un atQuel che sta accadendo e che presumibilmente accadrà è che parte
teggiamento culturale che, pensiamo, potrà solo intensificarsi nei
di queste lavorazioni avverranno con tecnologie attuali, annullanprossimi anni: se il mainstream è certamente votato a consumare
do il valore filologico dei prodotti vinilici odierni e, soprattutto,
musica nella sua forma liquida, prende sempre più corpo (in questo
abbattendone la qualità (per chi ritiene strenuamente che il vinile
e altri settori) la necessità, il desiderio di un prodotto “solido”,
sia migliore del digitale) e la diversità.
simbolico, collezionabile. Si tratta di un fenomeno culturale di
C’è, insomma, il rischio che parlare di LP, di vinile, di disco nero,
portata non estrema ma nemmeno modesta che oggi, e ancor più
sia solo parlare di “formati”, di una scatola il cui contenuto (su
in futuro, spinge i consumi verso una dimensione meno eterea
SUONO lo stiamo dicendo da tempo) non è necessariamente quello
di quella di Internet...
atteso sulla base del vestito con cui il prodotto viene presentato!
A questa “domanda” il vinile si presenta con un gap e un ritardo
Per certi versi l’anno in corso potrebbe rappresentare una sorta
prevedibili ma non per questo meno gravi: qualcuno ha cominciato
di spartiacque per determinare un orizzonte, una direzione, che
a ricondizionare vecchi apparecchi (vedi box) ma la richiesta di
al momento non è ancora facile individuare...
VINILE A MANO ARMATA
Immaginate la sorpresa di Chad Kassem, proprietario della Quality Record Pressings (QRP), una delle più grandi fabrice di vinile
che ha sede in quel di Salina (Kansas), quando è venuto a sapere
che in un magazzino di Chicago un numero imprecisato di presse per il vinile, utilizzate negli anni ’90 per la produzione di 78
giri bootleg destinati al mercato indiano, giacevano abbandonate. “È stato come aprire il caveau di Al capone!” ha detto Kassem,
prima di appropriarsi di dieci Hamilton, due SMT e una Lened,
che sono state subito restaurate e installate nei 20.000 mq della
QRP, che ora con 27 presse e un’attività di 24 ore al giorno è diventata una delle più grandi fabbriche del paese, sforzandosi di
far fronte all’enorme fabbisogno di dischi in vinile.
SUONO maggio 2015
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SELECTOR SPECIALE VINILE
di xxxxxx xxxxxx
Anatomia del
Xxxxxxxx
giradischi
Durante questi anni e nonostante il
progresso, il principio del funzionamento
del giradischi è rimasto il medesimo: un
supporto (il disco) sul cui è stato inciso un
solco che percorso meccanicamente da
una puntina produce un segnale sonoro.
Ma affermare che questo compito sia facile
da svolgere è assolutamente semplicistico...
I
l 29 novembre 1877 T. A. Edison costruì il fonografo, una
macchina che registrava e riproduceva suoni per mezzo di un
cilindro ricoperto di stagnola su cui scorreva un trasduttore
che prima incideva e poi, ripassandoci sopra, riproduceva i suoni
registrati. Successivamente arrivò il grammofono, nel 1931 il primo
giradischi elettrico e poi, negli anni ’50, il microsolco, sino ad arrivare
ai giradischi moderni che per primi hanno costituito l’anello iniziale
della catena per gli impianti di alta fedeltà.
Negli anni Settanta il luogo comune secondo cui il compito del giradischi fosse, appunto, semplicemente quello di… girare il disco, fu
spazzato via (principalmente per opera di Ivor Tiefenbrun e Julian
Vereker) e tutto il mondo dell’Hi-Fi si rese conto dell’importanza di
ḊGDUHDOO¶DPSOL¿FD]LRQHXQVHJQDOHSXOLWRDOORVFRSRGLRWWHQHUH
una riproduzione di alta qualità musicale. Mentre negli anni ’50 - ’60
si potevano acquistare giradischi accessoriati con un certo numero
di comodissimi automatismi, paradossalmente proprio in quegli
anni di estremizzazione progettuale la produzione di giradischi si
è orientata verso macchine di tipo completamente manuale; tutto
ciò proprio per evitare che con dispositivi meccanici, a volte anche
complessi e rumorosi, s’inquinasse il segnale musicale. Da qui parte
lo sviluppo, lo studio e la ricerca sui diversi tipi di metalli e/o leghe,
sulle varie soluzioni idonee all’abbattimento delle vibrazioni e delle
ULVRQDQ]HVSXULHFKHWDQWRLQÀXLVFRQRQHJDWLYDPHQWHVXOULVXOWDWR
VRQRUR¿QDOH,OSURJUHVVRLQFDPSRHOHWWURQLFRKDLQROWUHSHUPHVVR
di sviluppare e applicare a basso costo sistemi che risolvessero in
modo soddisfacente i delicati problemi legati soprattutto alla gestione
48
SUONO maggio 2015
del cuore pulsante del giradischi vale a dire il motore.
In tale situazione di sviluppo tecnico e in un periodo storico di
forte spinta tecnologica in campo mondiale (non dimentichiamoci
che si era appena andati sulla luna e la scienza astronautica stava
compiendo grandi passi in avanti), i giradischi hanno cominciato a
prendere anche forme estetiche di stampo hi-tech; rappresentativo
è il mitico Transcritptor Electronic che con il plexiglass e i lucidi
acciai utilizzati per la sua costruzione è diventato anche un oggetto
G¶DUUHGDPHQWRWDQWRGDHVVHUHLQVHULWRQHOOHLQTXDGUDWXUHGL¿OP
come Arancia Meccanica di Stanley Kubrik.
Senza dubbio, la parte più importante del giradischi è il motore.
Il motore di un giradischi è di tipo elettrico e può essere sincrono
a corrente alternata, oppure asincrono a corrente continua senza
collettore giacché sostituito da un circuito elettronico che ne cambia
periodicamente la polarità. Nel motore a corrente alternata la velocità di rotazione è costante perché è proporzionale alla frequenza
della tensione che è sempre stabile, e costante anche al variare della
tensione elettrica, quest’ultima maggiormente esposta a variazioni
anche di importante entità. Per quanto sopra, è facile derivare una
semplice relazione in cui: Xn è il numero di giri; F è la frequenza di
tensione; Cp le coppie di poli magnetici che si vogliono utilizzare
nel motore:
Xn = 60 x F : Cp
Dato che la frequenza di tensione è costantemente di 50 Hz, ecco
che facilmente possono essere ottenuti 375 giri da questo motore
utilizzando 8 coppie di poli: 375 = 60 x 50 : 8.
IL GIRADISCHI COM’È FATTO
1
Il motore elettrico è dunque un meccanismo elettromagnetico ed
è costituito (¿J) da uno statore che è la parte statica in cui sono
VWDWL¿VVDWLJOLDYYROJLPHQWLFKHTXDQGRSHUFRUVLGDHQHUJLDHOHWWULFD
creano un campo magnetico; un rotore che ruota intorno a un asse
FKHIDGDSHUQRLQFXLVRQRVWDWL¿VVDWLLSROLPDJQHWLFLXQtelaio
di contenimentoFKHR̆UHODVWUXWWXUD¿VVDDOORVWDWRUHHLOperno
VXFXLLOURWRUHSXzJLUDUH3HULOVXRPRYLPHQWRLOPRWRUHHOHWWULFR
sfrutta il ben noto fenomeno della repulsione dei poli magnetici dello
VWHVVRVHJQRFDULFKHPDJQHWLFKHSRVLWLYHVLUHVSLQJRQR$TXHVWR
SXQWRVHPEUHUHEEHWXWWRLQRUGLQHPDLQH̆HWWLQRQqFRVuSHUFKp
XQVL̆DWWRPRWRUHPDQFDGLspuntoFLRqLOPRWRUHQRQVLDYYLDLQ
TXDQWROHIRU]HHOHWWURPDJQHWLFKHLQVWDXUDWHWUDLOURWRUHHORVWDWRUH
TXDQGRSHUFRUVRGDHQHUJLDHOHWWULFDVLHTXLYDOJRQRJHQHUDQGRXQD
condizione di equilibrio statico; inoltre la forza motrice generata non
VDUjVẊFLHQWHDIDUJLUDUHLQPRGRFRVWDQWHLOSLDWWRGHOJLUDGLVFKL
6HQ]DGLOXQJDUHWURSSRLOGLVFRUVRVWUHWWDPHQWHWHFQLFRSHUULVROYHUH
LVXFFLWDWLSUREOHPLVLGHYHGRWDUHLOURWRUHGLXQulteriore avvolgimentoSDUWLFRODUHLQJUDGRGLDXWRDOLPHQWDUVLVHLPPHUVRLQXQ
FDPSRPDJQHWLFRPHQWUHORVSXQWRYLHQHDVVLFXUDWRGDDFFRUJLPHQWL
di tipo elettronico.
8QDOWURWLSRGLPRWRUHHOHWWULFRqTXHOORDFRUUHQWHFRQWLQXDLOFXL
PRWRqLQYHFHSURSRU]LRQDOHDOODtensione elettrica applicata e non
DOODIUHTXHQ]D/DWHQVLRQHHOHWWULFDSHUzqHVWUHPDPHQWHYDULDELOH
HLQVWDELOHLQROWUHSHUXQFRUUHWWRIXQ]LRQDPHQWRTXHVWRWLSRGLPRWRUHQHFHVVLWDGLXQFROOHWWRUHFKHLQYHUWDSHULRGLFDPHQWHGLƒOD
GLUH]LRQHGHOO¶HQHUJLDJHQHUDQGRSHUDOWURIRUWLGLVWXUELHOHWWULFLOXQJR
LOFLUFXLWRHOHWWULFRGRYXWLVRSUDWWXWWRDOORVIUHJDPHQWRGHLFRQWDWWL
VWULVFLDQWLVHQ]DFRQWDUHFKHVRQRLQROWUHQHFHVVDULXQRVWDELOL]]DWRUH
GLFRUUHQWHHXQFLUFXLWRHOHWWURQLFRSHULOVHUYRFRQWUROOR8QDYROWD
ULVROWLLVXGGHWWLSUREOHPLLOPRWRUHDFRUUHQWHFRQWLQXDSXzJLUDUH
HVDWWDPHQWHDOQXPHURGLJLULYROXWL
$YHQGRDGLVSRVL]LRQHXQPRWRUHFKHVLPXRYHFRQVẊFLHQWHSRWHQ]D
DXQQXPHURFRVWDQWHGLJLULqQHFHVVDULRSRLWUDVPHWWHUHTXHVWR
PRYLPHQWRDOpiatto. Il piatto è di forma generalmente circolare ed
KDLOFRPSLWRGLSUHVWDUHODVHGHLGRQHDDOGLVFRLQYLQLOHHGLJLUDUH
a una frequenza di 33 giri e un terzo.
,OVLVWHPDGLWUDVPLVVLRQHSLLQYRJDqTXHOORDFLQJKLD¿J) che
SHUPHWWHGLULVROYHUHDOFXQLSUREOHPLGLWLSRPHFFDQLFRGLWUDVPLVVLRQHGHOUXPRUHHGLYLEUD]LRQLJHQHUDWHGDOPRWRUH/RVYDQWDJJLR
2
consiste in un tempo di reazioneSLXWWRVWROXQJRFLRqO¶LQFDSDFLWjGL
UDJJLXQJHUHODYHORFLWjHVDWWDLQWHPSLEUHYLVVLPLDFDXVDGHOO¶H̆HWWR
IUL]LRQHGHOODFLQJKLDDYYROWDDOcontro piattoFKHqXQSODWRUHOORSL
SLFFRORVXOTXDOHYLHQHSRJJLDWRLOSLDWWRYHURHSURSULR/¶XVRGHO
piatto e del contro piatto risulta un’ottima scelta per l’abbattimento
GHOOHYLEUD]LRQLWUDVPHVVHGDOPRWRUHODGLYHUVDIRUPDHLGLYHUVL
PDWHULDOLXWLOL]]DWLLQIDWWLR̆URQRXQDVRUWDGLRVWDFRORDOODSURSDJD]LRQHGHOOHYLEUD]LRQL
9ROHQGRRWWHQHUHXQWHPSRGLUHD]LRQHTXDVLQXOORVLGHYHQHFHVVDriamente ricorrere alla trazione diretta (¿J) e quindi all’uso di un
motore asincrono la cui puleggia è direttamente applicata al perno del
3
SLDWWR4XHVWRWLSRGLWUDVPLVVLRQHYLHQHXWLOL]]DWRSHUDSSDUHFFKLDWXUHGLWLSRSURIHVVLRQDOHVRSUDWWXWWRQHJOLVWXGLUDGLRIRQLFLHQHOOH
discoteche (almeno per quelle che usano ancora sorgenti analogiche)
SURSULRSHUFKpVLKDODQHFHVVLWjGLDYHUHGLVSRQLELOLLPPHGLDWDPHQWH
i giusti giri di esercizio. Le controindicazioni per questa tipologia sono
GDULFRQGXUUHDGDOWLYDORULQHJDWLYLGLUXPRUHHYLEUD]LRQLLQQHVFDWL
dal contatto diretto del piatto con il motore elettrico.
Il terzo sistema è quello a puleggia (¿JFKHXWLOL]]DPRWRULD
FRUUHQWHDOWHUQDWDGHYROYHQGRO¶LQFDULFRGLWUDVPLVVLRQHDXQDVHULH
di pulegge demoltiplicatici il cui contatto è assicurato da gomma dura
4
RUDUDPHQWHGDLQJUDQDJJL&RQTXHVWRWLSRGLVLVWHPDLOWHPSRGL
UHD]LRQHqTXDVLLPPHGLDWRPDQRQYLHQHULVROWRVHQRQLQPLQLPD
SDUWHLOSUREOHPDGHOUXPRUHHGHOODWUDVPLVVLRQHGHOOHGHOHWHULH
YLEUD]LRQLGHOPRWRUH,QROWUHODJRPPDXVDWDSHULOFRQWDWWRWUD
le pulegge si usura e si deforma facilmente creando problemi di
ḊGDELOLWjIDFHQGRLQROWUHLQVRUJHUHXOWHULRULULVRQDQ]HVHPSUH
LQGHVLGHUDWH$OORVFRSRGLOLPLWDUHO¶LQVRUJHUHGLWDOLSUREOHPDWLFKH
SUONO maggio 2015
49
SELECTOR SPECIALE VINILE
di Paolo
xxxxxx
Corciulo
xxxxxx
e Maurizio Fava
La triste parabola
del miglior giradischi
al mondo
Milan o Inter, Coppi o Bartali, Agostini o Hailwood? E, per uno sparuto gruppo di giovanotti agli inizi
degli anni ’70: Thorens o Garrard?
A
lle porte dell’era d’oro dell’alta fedeltà le scelte erano quelle:
andava per la maggiore il trittico Thorens, Marantz e A.R. o
le inevitabili alternative. Per quel che mi riguarda il percorso
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era un appassionato, e fu lui a introdurmi all’Hi-Fi: benestante (lavorava già!), era sempre un passo avanti a me. Ascoltavo un prodotto
a casa sua e me ne innamoravo; così mettevo da parte la paghetta e i
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lui era già passato a uno migliore! A un certo punto Nino approdò
al Garrard 401: era inevitabile che io, che vivevo a quel punto con
il desiderio di smarcarmi, con il primo stipendio scelsi Thorens...
Svizzera batte Inghilterra uno a zero? Thorens, nonostante le molte
vicissitudini, c’è ancora; Garrard praticamente no (dal 1997 la Loricraft,
gestita da due appassionati, si limita per lo più a rigenerare apparecchi
d’epoca della casa, avendone rilevato il nome dalla brasiliana Gradiente che ne era proprietaria per i modelli 501 e 601). Sarebbe però
riduttivo stabilire chi aveva ragione e chi no solo in base ai risultati...
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Di certo c’è che Garrard ha nobili natali: le origini dell’azienda risalgono al 1721 e la vedono ovviamente impegnata in tutt’altro: la
Garrard and Company aveva il compito di occuparsi della cura e
della manutenzione dei gioielli della Corona! L’azienda era nota per
le sue realizzazioni artigianali nella progettazione e produzione di
gioielli, oro e argenteria. La disponibilità di macchine di precisione
indusse successivamente l’esercito inglese a richiedere alla Garrard,
in occasione della prima guerra mondiale, la realizzazione di telemetri
di precisione: a Willesden, nell’area nord-ovest di Londra, in locali
precedentemente utilizzati come lavanderia, nasce così la Garrard
Engineering and Manufacturing Company Ltd.!
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questa azienda, anche perché l’arrivo di un giovane promettente
ingegnere (Herbert Slade) consente un’“apertura” verso la produzione di motori a molla per il nascente mercato dei grammofoni.
L’attività si espande e diventa necessaria una sede più grande che viene
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SELECTOR SPECIALE VINILE
di Paolo
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La storia del giradischi più
longevo, l’LP12, coincide con
la fugace meteora del prodotto che,
in qualche modo, come che siano andate le
cose, va considerato il suo antesignano. Sondek story:
l’affascinante avventura del giradischi che cambiò
l’Hi-end, anche quello italiano…
Il più longevo sono io!
L
a verità sul più longevo prodotto Hi-Fi (data di nascita:
1973 – data di morte: ancora da determinare) probabilmente
non la conosceremo mai. La versione più accreditata vuole
che nel 1971 Hamish Robertson, fondatore l’anno prima di Ariston
Audio, si sia rivolto alla Castle Precision Engineering per realizzare il
suo giradischi… La Castle era un’azienda specializzata in meccanica
di precisione (il Regno Unito è uno dei paesi più avanzati da questo
punto di vista) che opera principalmente come terzista: sue le pale
in titanio per le turbine dei motori aereonautici della Rolls Royce
o i dischi dei freni delle Bentley e delle Rolls! Proprio dalla Castle
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su un sistema brevettato a cuscinetto con singolo punto di appoggio.
Il giradischi, che vide la luce nello stesso anno, era l’Ariston RD 11.
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che la Castle era ed è di proprietà della famiglia Tiefenbrun: diretta
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Ivor e Marcus (quest’ultimo la dirige tutt’ora). Sembra che sia stato
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proprio Ivor, appassionato di Hi-Fi, a convincere il padre a realizzare
il giradischi e che abbia contribuito alla realizzazione dell’RD11. La
passione per l’Hi-Fi deve poi aver “contaminato” la famiglia perché
nel tempo la Castle, oltre a rappresentare l’incubatrice per i prodotti
Linn, ha realizzato altre incursioni nel settore Hi-Fi realizzando
alcune parti meccaniche del coassiale Tannoy e collaborando con
SME. In tempi più recenti la Linn, dopo aver costruito la sua fabbrica modello di Waterfoot, vi ha spostato alcuni macchinari (quelli
necessari alla realizzazione del piatto e di altri elementi torniti) per
la lavorazione dell’LP-12.
Comunque sia, la commessa per la Ariston deve aver acceso la
scintilla in Ivor Tiefenbrun in quanto due anni più tardi, complici
gli eventi, nasce il Sondek LP12. Diciamo complici gli eventi perché
nel 1973 Robertson vende la Ariston alla Dunlop ed è probabilmente
nel periodo di interregno che l’RD11 diventa LP12, prodotto da una
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Non è un mistero che i due giradischi fossero praticamente identici;
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