erbe spontanee5

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ERBE SPONTANEE
Piccolo manuale tascabile per la conoscenza e l'uso di alcune erbe officinali
e dei preparati erboristici più comuni
MALVA
Malva Sylvestris
CAGARANZOLO
Chrysanthemum Coronarium
“Se non speri più, fermati e guarda un filo d'erba: guarirai da tutti i mali”
proverbio turco
Alcune erbe spontanee e la loro famiglia di
appartenenza:
MALVA
Malva silvestris - malvaceae
ORTICA
Urtica spp, Urtica dioica - urticaceae
CALENDULA
Calendula officinalis - asteraceae
PIANTAGGINE
Plantago major, plantago lanceolata - plantaginaceae
ALLORO
Laurus nobilis - lauraceae
PAPAVERO
Papaver rhoeas - papaveraceae
ELICRISO
Helicrisum italicum - asteraceae
PARIETARIA
Parietaria officinalis - urticaceae
CAGARANZOLO
Chrysanthemum coronarium; angiospermae
PABANZOLU
Hyoseris radiata - asteraceae
Proprietà e usi di alcune erbe:
MALVA
MALVA SILVESTRIS
Attività principali e impiego terapeutico: appartiene alla famiglia della
Malvaceae ed è una pianta perenne a fusto che si trova facilmente nei prati
e nei giardini e caratterizzata da fiori di color rosa-viola. Sono proprio le
infiorescenze ad essere utilizzate in ambito erboristico per le loro proprietà
curative. In esse, infatti, sono presenti alcune specifiche sostanze -dette
mucillagini- dotate di virtù calmanti e sfiammanti. Non a caso la parola malva
deriva dal verbo latino mollire, che signfica “ammorbidire”, rendere molle.
Ecco quali affezioni possono trarre beneficio dalla malva:
 tosse con catarro, allevia le infiammazioni delle prime vie aeree
 colite e sindrome dell'intestino irritabile
 stitichezza: le mucillagini della malva ammorbidiscono le feci e ne
favoriscono l’eliminazione in modo molto dolce, tanto che questo lassativo
naturale è indicato anche in gravidanza
 infiammazione del cavo orale, gengiviti e stomatiti
 laringiti e faringiti
 vaginiti
 irritazione della pelle, foruncoli
Tossicità:
Le mucillagini possono diminuire l'assorbimento intestinale di farmaci.
ORTICA
URTICA SPP., URTICA DIOICA
Attività principali e impiego terapeutico: antinfiammatoria, diuretica,
depurativa, tonico-stimolante, rimineralizzante.

uso interno: coadiuvante nei dolori articolari, infiammazioni delle vie
urinarie, acne.
 forma terapeutica: tintura madre, infuso e decotto
 uso esterno: lozione per capelli, punture di insetti, dermatite seborroica.
 forma terapeutica: decotto, unguento.
Tossicità: non rilevata, non somministrare a donne incinta, attenzione
all'azione urticante fogliare.
 unguento a base di strutto di maiale ed ortica fresca: friggere a fuoco
moderato l'erba fresca sminuzzata nello strutto per un minuto e lasciar
solidificare il composto per una notte; risciogliere e lasciare friggere ancora
pochi secondi a fuoco bassissimo (attenzione a non bruciare il preparato),
poi filtrare e lasciare solidificare.
CALENDULA
CALENDULA OFFICINALIS
Attività principali e impiego terapeutico: antinfiammatoria, antisettica,
cicatrizzante, antispasmodica, emmenagòga (facilita e regolarizza la
comparsa del flusso mestruale), coleretica (stimola la secrezione della bile
da parte delle cellule epatiche).

uso
interno:
irregolarità
mestruale,
dismenorrea,
forme
virali,
raffreddore, faringite.
 forma terapeutica: tintura madre, infuso e decotto.
 uso esterno: dermatiti, arrossamenti cutanei, geloni,vene varicose, punture
di insetti, occhi affaticati.
 forma terapeutica: decotto, macerato, oleolito, unguento.
Tossicità: solo in casi di sensibilità individuale.
FIORE DI BACH CORRISPONDENTE
Corrisponde
al
rimedio
californiano
(Fes)
Calendula
e
francese
Calendula,
è utile a chi è troppo brusco, soprattutto verbalmente; aiuta una migliore espressione e
comunicazione verbale, a comprendere il reale significato del messaggio proprio e altrui, ad
esprimersi con dolcezza e cordialità. Per una maggiore coscienza del potere della parola.
PIANTAGGINE
PLANTAGO LANCEOLATA E PLANTAGO MAJOR
Attività principali e impiego terapeutico: antinfiammatoria, antiallergica,
emolliente, antisettica, bechica, cicatrizzante;

uso interno: affezioni allergiche e infiammatorie delle vie respiratorie
alte e dell'orofaringe, infezioni delle vie urinarie.
 forma terapeutica: tintura madre, infuso e decotto.
 uso esterno: flogosi delle mucose accessibili, punture di insetti,
ulcerazioni e abrasioni.
 forma terapeutica: decotto o macerato, oleolito, unguento.
Tossicità: solo in casi di sensibilità individuale.
ALCUNI PREPARATI ERBORISTICI
OLEOLITO
Le erbe, le spezie, gli agrumi, etc., macerati in olio di oliva extravergine o in
olio di girasole -spremuto a freddo, possibilmente biologico, più adatto per
pelli delicate- per preparati terapeutici o in oli più leggeri (vinaccioli, jojoba,
mandorle, riso, etc...), per massaggi o preparati cosmetici.
PREPARAZIONE
L'erba viene raccolta almeno il giorno prima e lasciata riposare in luogo
fresco e asciutto per evitare la formazione di muffe, viene messa in un
vasetto pulito e sterilizzato e ricoperta con l'olio, due dita sopra la stessa; si
lascia da una settimana ad un mese a macerare, alcune erbe come l'iperico
al sole, tutte le altre all'ombra o al buio.
TINTURA MADRE
La tintura madre (TM) è una
estrazione idroalcolica, ottenuta per
macerazione a freddo di materiale vegetale fresco, in una soluzione di
acqua e alcol. Questa preparazione rappresenta il punto di partenza di altri
preparati erboristici e galenici: per questa ragione è chiamata “madre” e può
essere ricavata da tutte le erbe officinali.
Le tinture madri sono utilizzate in fitoterapia per la cura di diversi disturbi e si
ottengono lasciando macerare lentamente a freddo, la parte comunemente
utilizzata (foglie, fiori, radici, cortecce, semi, resine), in modo da estrarre e
conservare le sue proprietà. Perciò da ogni specie vegetale si può ottenere
una specifica tintura madre, con le stesse attività della parte vegetale
utilizzata.
Queste soluzioni idro-alcoliche hanno una maggiore concentrazione di
principi attivi, rispetto alla tisana, in quanto con l'infusione o il decotto, in cui
il solvente è l'acqua, si estraggono solo i principi attivi idrosolubili. Infatti,
grazie alle proprietà estrattive dell’alcol, si possono ricavare anche quei
principi attivi non solubili in acqua, come ad esempio gli oli essenziali.
La tintura madre è un estratto di tipo erboristico; essa contiene inalterato il
fitocomplesso della pianta, cioè l'insieme dei suoi principi attivi. Gli effetti
cambiano in relazione alla pianta che è stata utilizzata per la preparazione,
perché le proprietà e le indicazioni d'uso sono le stesse della specie
vegetale da cui deriva.
Trattandosi di un tipo di estrazione liquida, l'assorbimento da parte
dell'organismo è pressoché immediato e per questo motivo tutte le principali
piante usate in erboristeria sono presenti sotto questa forma.
La "droga" è la parte di pianta in cui risiedono i principi attivi, che le
conferiscono le attività terapeutiche. Il concetto di droga ha acquisito una
nota accezione nel linguaggio comune, mentre in fitoterapia designa la
materia prima utilizzata nelle preparazioni erboristiche.
La tintura madre sfrutta l'azione sinergica dei principi attivi che concorrono
ad ottenere un determinato effetto. Le principali droghe possono essere
contenute dalla pianta intera (radici, fusto e foglie), dalla parte aerea (fusto e
foglie), oppure solamente dalle radici, foglie, fiori, semi, frutti, corteccia,
resine.
La presenza e la concentrazione di principi attivi in una droga dipende dalla
fase vegetativa della pianta, perciò la raccolta delle piante deve essere
effettuata in base alla specie, al suo ciclo vegetativo (periodo in cui la
pianta cresce, si riproduce, matura e va in stato di riposo) e della parte che
ci occorre. Per questa ragione la droga viene raccolta in un periodo ben
preciso detto "tempo balsamico". Nella maggior parte dei casi se la droga
è costituita da foglie o fiori, il periodo migliore per la raccolta coincide
normalmente nel momento della fioritura (meglio all’inizio); quando invece la
droga corrisponde alle radici o rizomi bisogna approfittare del periodo di
riposo vegetativo, che di solito avviene nel periodo invernale.
La tintura officinale è il macerato idroalcolico della pianta secca con un
rapporto di 1:5 e un titolo alcolico che va da 60° a 80°, o della pianta
fresca con un rapporto 1:7.
Preparazione
Dopo aver scelto la droga e averla raccolta nel suo preciso tempo
balsamico, bisogna metterla a macerare, ancora fresca, nel solvente. Nelle
tinture madri il solvente, come abbiamo detto, è costituito dall'alcol,
opportunamente ridotto di gradazione, mediante una una tabella che riporta
i parametri di diluizione, in modo da abbassare il volume alcolico al grado
desiderato. La gradazione media utilizzata per la soluzione idroalcolica è di
50° con variazioni a seconda del tipo di droga e del principio attivo, da 20°
a 80°.
Si utilizza alcol alimentare puro a 95° (quello per la preparazione dei liquori)
e si diluisce con acqua distillata fino ad arrivare alla gradazione opportuna
per la droga, su cui si interviene: foglie, radici, cortecce, semi hanno una
consistenza e tessuti differenti, per cui di volta in volta servirà una gradazione
più o meno alta.
La tintura madre è detta tale solo quando la quantità di droga fresca e la
quantità di solvente utilizzato sono in rapporto 1:10; 1kg di droga fresca per
10kg di solvente. Si definisce "madre" perché, oltre ad essere essa stessa
una preparazione, è la base per ottenere formulazioni "figlie".
Si parla semplicemente di tintura quando la droga, pur essendo fresca, non
è in rapporto 1:10 col solvente, ma generalmente in rapporto 1:3.
Si lascia a macerare in un vaso di vetro, al buio per almeno 3 settimane,
provvedendo ad agitare regolarmente. Dopo 21 giorni il macerato così
ottenuto viene sottoposto prima a filtraggio, poi, in seguito alla procedura di
spremitura, viene posto a riposo per almeno due giorni, in un luogo
completamente buio.
L’assunzione delle tinture madri, per la loro forma liquida, risulta innanzitutto
di assorbimento immediato, rispetto alle compresse o alle capsule. Vanno
prese in gocce (dalle 20 fino a 120 gocce al giorno), diluite in mezzo
bicchiere d’acqua e bevute generalmente lontano dai pasti. Tuttavia la
posologia e il momento di assunzione, per le quali consigliamo di consultare
un erborista, un naturopata o un medico olistico, dipendono dall’attività
terapeutica della pianta prescelta, mentre il periodo di impiego consigliato è
circa di 2 mesi.
Tabella per la diluizione dell’alcool con acqua distillata: nella seguente
tabella sono indicate le parti in peso di acqua, che sono necessarie per
ridurre 100 parti (in peso) di alcol di noto grado, ad un grado o percentuale
(in volume) inferiore. Si fissa nella prima linea orizzontale il grado dell'alcol da
diluirsi e nella prima colonna verticale quello dell'alcol da ottenersi: la cifra
che corrisponde all'incrocio delle rispettive linee, indica la quantità in peso
di acqua che di deve aggiungere a 100 parti (in peso) dell'alcol da diluirsi.
Esempio: per portare un alcol a 95° ad averne 70°, si devono aggiungere per ogni 100
parti di esso, 47,98 parti di acqua.
ENOLITO
Enolito è sinonimo di vino medicato, vino medicinale o tintura vinosa.
Stiamo parlando di una preparazione farmaceutica in cui le droghe, o i
principi attivi delle medesime, sono posti a macerare nel vino o solubilizzati
in esso; si ottiene così una soluzione idroalcolica dai potenziali impieghi
terapeutici. In genere, nella preparazione dell'enolito vengono impiegati vini
ad elevata gradazione alcolica (14°-16°), bianchi, rossi o liquorosi, poiché
consentono una migliore estrazione e conservazione.
Gli enoliti possono essere preparati:
 per estrazione di droghe vegetali mediante macerazione: i vini
medicinali che si ottengono vengono anche chiamati tinture vinose; si
possono impiegare droghe secche o droghe fresche.
 per diluizione di un estratto con vino: si usa di solito un estratto
fluido, di più facile preparazione e di maggiore costanza compositiva;
bisogna tuttavia tenere conto della diminuzione del tasso di
solubilizzazione passando da un estratto fluido, ottenuto sulla base di
una estrazione con alcool a 60°-90°, a quello che utilizza un solvente
vinoso a titolo alcolico di 15°-16°.
 per soluzione diretta di farmaci o di principi attivi nel vino.
Negli enoliti, il rapporto droga/solvente varia normalmente tra il 5 (5
grammi di droga per 100 ml di vino) ed il 20%. Il periodo di macerazione è
generalmente lungo, perlopiù variabile dai 5 ai 15 giorni. I vini medicinali
vanno conservati al freddo ed in bottiglie di vetro scuro; vanno quindi
consumati nel giro di qualche settimana, in misura di un bicchierino, due
otre volte al giorno. Proprio per questa loro scarsa conservabilità, gli enoliti
sono ormai quasi caduti in disuso.
I vini rossi si usano per le droghe contenenti tannini, che vengono potenziati
da quelli del vino rosso (azione astringente); viceversa, il vino bianco si
impiega in sostituzione al rosso in tutti quei casi in cui i tannini farebbero
precipitare le sostanze di interesse medicinale; il vino bianco è anche
tradizionalmente indicato per preparazioni diuretiche. I vini liquorosi, come il
marsala, servono per l'estrazione dei principi attivi da droghe contenenti
grandi quantità di resine.
Per l'identificazione delle erbe e le preparazioni erboristiche si consigliano i
seguenti testi:
 Aldo Domenico Atzei O.F.M., Le piante nella tradizione popolare della
Sardegna, C.Delfino Ed.. Roma 2009
 Aldo Domenico Atzei O.F.M., Appunti di flora ed erboristeria della Sardegna,
Libreria scientifica internazionale, Sassari
 Enrica Campanini, Piante medicinali in Sardegna, Ilisso Edizioni, Nuoro
2009
 Selezione del Reader's digest, AA.VV., Ediz., Segreti e virtù delle piante
medicinali
 Libro completo dei rimedi naturali, Giunti Ed.
 Luciano Zambotti, Le tisane terapeutiche, Ediz. Tecniche nuove
 F.Mearelli-Scrignani, Terapia moderna con tinture madri, Ediz. Planta
Medica
Questi preparati hanno il vantaggio di non essere testati sugli animali e di
tornare completamente in natura, reinserendosi armoniosamente nei cicli.
Attenzione dunque a non disperdere nel l’ambiente gli imbal laggi ed a
riutilizzarli il più possibile. Questo piccolo libretto non ha scopo di lucro, può
essere liberamente riprodotto e divulgato.
Si ringrazia per la sua realizzazione Graziel la Puggioni, studentessa del
Corso di Scienze Naturopatiche del Centro studi, ricerca e formazione
discipline bio-naturopatiche MamaTerra Sardegna, sperimentatrice ed al leata
del mondo del le erbe officinali e dei loro usi medicamentosi e in sostegno al la
salute. Si ringraziano anche le lezioni del le erboriste Liciana e Gabriela
Lapia e l'Azienda Montricos di Nuoro.
Grazie del la lettura.
L'Associazione MamaTerra Sardegna e la comunità che la compone, compie negli ultimi anni
un percorso di abbandono del nocivo e del superfluo, del la riscoperta del la ruralità e del le
sue tradizioni di rispetto, del le sue ricette, la sua musica, i suoi rituali, in costante dialogo
col miracolo del la vita. Si anela ad una dimensione costante di ricerca, di studio, di viaggio,
di riconciliazione e di senso di missione. Chiunque voglia è benvenuto ad unirsi nel
cammino.
Sardegna, gennaio 2016
www.mamaterra.it
[email protected]
mamaterrasardegna.blogspot.it
fb. MamaTerra Sardegna
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