Scheda 1 STRUTTURA DELLA CELLULA (1)

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SICILIANA
Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani
Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo
Scheda 1
STRUTTURA DELLA CELLULA (1)
Una cellula è composta essenzialmente da 3 parti:
1. MEMBRANA CELLULARE
2. CITOPLASMA
3. NUCLEO
STRUTTURA DELLA MEMBRANA CELLULARE
La membrana cellulare rappresenta quella struttura
che separa la cellula dall’ambiente esterno e ne regola
l’ingresso e l’uscita delle sostanze un pò come i muri di una casa
che separano l’esterno con l’interno e regolano, con le porte e le
finestre. l’entrata e l’uscita di persone, aria, materiali ecc.
La membrana cellulare è fatta, soprattutto da lipidi (sostanze
grasse) e proteine. Le molecole lipidiche hanno una caratteristica
particolare: presentano una parte idrofoba (non si lega con
l’acqua) e una parte idrofila (si lega facilmente con l’acqua). I
lipidi sono disposti in un doppio starato con la parte idrofila
(testa) verso l’esterno e l’interno della cellula, mentre la parte
idrofoba (coda) si trova all’interno della membrana. Le proteine si
trovano fra i lipidi e, se attraversano tutta la membrana sono
dette proteine intrinseche, mentre se non attraversano la
membrana, ma si trovano solo sulla parte esterna sono dette
proteine estrinseche.
CARATTERISTICHE E FUNZIONI DEL CITOPLASMA
Si definisce citoplasma quella parte della cellula compresa fra la membrana cellulare e il nucleo. Si presenta come una
sostanza gelatinosa, trasparente ed in continuo movimento. Esso è formato essenzialmente di acqua, Sali e altre
molecole organiche. Nel citoplasma si distinguono: una sostanza fondamentale e gli organuli citoplasmatici.
Nel citoplasma si svolge una intensa attività chiamata metabolismo cellulare, ossia una continua trasformazione di
natura chimica dei materiali contenuti. Gli organuli cellulari contenuti nel citoplasma svolgono precise funzioni molto
importanti per la vita cellulare. Potrebbero essere paragonati agli organi del corpo umano. Queste struttura sono
talmente piccole da risultare invisibili al microscopio ottico.
ORGANULI CELLULARI
FUNZIONE SVOLTA
Apparato del Golgi
Rielaborazione e secrezione di sostanze
Centrioli
Importanti per la divisione cellulare
Lisosomi
Digestione delle sostanze di scarto
Microtubuli - Microfilamenti
Sostegno (scheletro)
Mitocondri
Produzione di energia
Reticolo endoplasmatico
Trasporto di macromolecole
Ribosomi
Sintesi delle proteine
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Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org
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Scheda 2
STRUTTURA DELLA CELLULA (2)
ORGANULI CELLULARI
L'apparato del Golgi è stato scoperto nel 1898 dal medico Camillo Golgi. Esso è
formato da cisterne membranose appiattite, impilate le une sulle altre, la cui
funzione è la produzione di sostanze varie, infatti l’apparato del Golgi è
particolarmente sviluppato nelle cellule secretrici come il pancreas.
CARATTERISTICHE E FUNZIONI DEL CITOPLASMA
I centrioli sono 2 piccoli organelli a forma tubolare posti vicino al nucleo. Essi
svolgono una importantissima funzione durante la riproduzione cellulare o divisione.
I lisosomi sono di forma tondeggiantee, in base al tipo di cellula possono essere più o
meno numerosi. Essi contengono delle sostanze dette enzimi litici aventi funzione
digestiva, cioè di scomposizione di sostanze che penetrano dall’esterno della cellula,
oppure di scomposizione di parti cellulari non più utilizzate, oppure ancora
scomposizione di detriti cellulari. I poche parole i lisosomi sono gli operatori ecologici
della cellula.
I mitocondri sono considerati la centrale di energia per la cellula. Hanno una
forma allungata e presentano una doppia membrana. Quella esterna è lisci,
mentre quella interna presenta dei ripiegamenti detti creste mitocondriali. Fra le
creste è presente una sostanza detta matrice. I mitocondri sono molto numerosi
nelle cellule facenti parte di organi in cui viene consumata molta energia come le
cellule muscolari.
I mitocondri in presenza di ossigeno O2 demoliscono sostanze come zuccheri o
grassi liberando energia e anidride carbonica CO2 e acqua H2O. All’interno dei
mitocondri avviene, dunque la cosiddetta respirazione cellulare.
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Scheda 3
STRUTTURA DELLA CELLULA (3)
Il reticolo endoplasmatico è composta da una serie di tubuli e cisterne
intercomunicanti fra di loro e delimitate da membrane. Se sulla superficie del
reticolo endoplasmatico sono presenti dei ribosomi si tratta di reticolo
endoplasmatico granulare (o rugoso) oppure se i ribosomi non sono presenti
si tratta di reticolo endoplasmatico liscio. La sua funzione è quella della
sintesi delle macromolecole e del loro trasporto all’interno della cellula.
Il reticolo endoplasmatico granulare è molto sviluppato in quelle cellule
aventi una grande attività di produzione di proteine (per esempio nei
produttori di anticorpi), mentre il reticolo endoplasmatico liscio è sviluppato
nelle cellule produttrici di ormoni.
I ribosomi sono organelli di forma tondeggiante divisi in 2 parti una più
grande e una più piccola, Sono formati da proteine e RNA (Acido RiboNucleico) e sono responsabili della sintesi
(costruzione) delle proteine.
IL NUCLEO: STRUTTURA E FUNZIONI
Posto più o meno nella parte centrale della cellula, il nucleo ne rappresenta la parte più importante. Esso è separato
dal citoplasma da una doppia membrana provvista di pori che consentono gli scambi nucleo-citoplasma e viceversa. IL
nucleo è formato da un nucleolo a forma sferica e dal succo nucleare, una sostanza vischiosa che contiene altri
componenti fa cui, importantissimi, i cromosomi formati da filamenti di DNA (DeossiriboNucleic Acid o acido
deossiribonucleico) e responsabili della trasmissione dei caratteri ereditari.
Il nucleo può essere paragonato ad un centro direzionale in quanto dirige e regola tutte le funzioni cellulari come la
sintesi delle proteine e la divisione cellulare.
I CROMOSOMI
Sono delle strutture a bastoncino molto evidenti durante la
divisione cellulare. Ogni cromosoma è diviso in 2 cromatidi uniti
tramite il centromero. Strutturalmente un cromosoma è formato
da proteine e DNA (geni) e, pertanto, ogni cromosoma è
responsabile dei caratteri ereditari (colore dei capelli, degli occhi,
forma del viso, ecc.). Il numero di cromosomi è costante negli
individui della stessa specie, nelle cellule umane sono presenti 46
cromosomi di cui 23 derivati dalla madre e 23 derivati dal padre.
Qualsiasi variazione di numero o struttura dei cromosomi provoca
danni e alterazioni più o meno gravi all’organismo. Ad esempio la
sindrome di Down (mongolismo) è dovuta alla presenza di un
terzo cromosoma 21 (trisomia del cromosoma 21). Delle 23 coppie di cromosomi umani, le prime 22 sono dette
autosomi, mentre la ventitreesima o eterocromosomi è responsabile della determinazione del sesso. In particolare
nella donna la coppia di eterocromosomi presenta due cromosomi uguali (X-X) mentre nell’uomo la coppia di
eterocromosomi presenta due cromosomi diversi (X-Y).
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Scheda 4
DIVISIONE E FISIOLOGIA CELLULARE
La maggior parte delle cellule del nostro organismo è soggetta ad un continuo rinnovo, risulta perciò necessaria anche
una continua riproduzione cellulare.
In base all'attività riproduttiva, le cellule degli organismi superiori sono classificate in: labili, stabili, perenni.
LABILI:
Presentano una vita breve e perciò è necessaria la continua formazione di cellule nuove che vadano a
rimpiazzare quelle che muoiono o che sono eliminate dall'organismo (continuo rinnovo cellulare). Alcuni
esempi di cellule labili sono i globuli rossi (vita media circa 120 gg.), gli spermatozoi, i cheratinociti (cellule
della pelle), ecc.
STABILI: Si moltiplicano continuamente solo durante l'accrescimento, per poi rallentare anche di parecchio il loro
ritmo di divisione. Esempi tipici sono le cellule ghiandolari (fegato, pancreas, salivari), le cellule
connettivali, ecc. Queste cellule però hanno la capacità di riacquistare la loro attività mitotica in casi
particolari (ad esempio per la rigenerazione epatica).
PERENNI: Sono molto differenziate e perdono presto la capacità di dividersi, il loro numero tende perciò a diminuire
con l'età; quelle che invece sopravvivono hanno una vita molto lunga che può coincidere con quella
dell'individuo. Esempi sono le cellule nervose.
Tutte le cellule dell’organismo si riproducono per mitosi; le cellule germinali (uova e spermatozoi), invece, si
riproducono per meiosi
LA MITOSI
Nella prima fase si ha una duplicazione dei cromosomi,
successivamente la cellula comincia a dividersi mentre i
cromosomi si dirigono verso le due parti in divisione
ottenendo cosi, alla fine della divisione due cellule figlie
aventi la stessa quantità di materiale genetico. Molto
abbondanti sono le mitosi le possiamo che si svolgono
nelle cellule dell'epidermide soggette più di altre ad un
rapido rinnovo per desquamazione e piccole ferite.
LA MEIOSI
Processo un po' speciale di divisione (è una doppia
divisione cellulare preceduta da una sola duplicazione del
DNA) che si verifica nelle gonadi (ovaio e testicolo)
durante la maturazione delle cellule germinali e che ha
come risultato la formazione di cellule con la metà del
numero di cromosomi della cellula madre: 23 nel caso
dell’organismo umano.
FISIOLOGIA CELLULARE
Con il termine metabolismo si intende l'insieme di tutte
attività che svolge la cellula e che sono indispensabili per
la
sua sopravvivenza e la sua riproduzione. Specifici enzimi controllano lo svolgimento di queste reazioni che si
distinguono in:
• catabolismo: tutti i processi di demolizione che portano alla produzione di energia.
• anabolismo: energia e prodotti demoliti sono utilizzati nuovamente per la costruzione di nuove sostanze.
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Scheda 5
I TESSUTI (1)
L’organismo umano è formato da cellule tutte figlie
dello zigote cioè la cellula uovo fecondata dallo
spermatozoo. Ogni cellula, pertanto, possiede lo stesso
patrimonio genetico. Allora, come mai una cellula
sanguigna risulta profondamente diversa di una cellula
ossea o di una cellula nervosa? Una semplice
spiegazione si può trovare nel fatto che fra in due
cellule diverse si sono manifestate informazioni
genetiche diverse. Questa particolare differenziazione
nella manifestazione del materiale genetico va sotto la definizione di differenziamento cellulare. In particolare questa
differenziazione o diversità di manifestazione delle informazioni genetiche comincia a manifestarsi già dalla prime fasi
della formazione dell’embrione.
Nell’embrione le numerose cellule si dispongono in tre strati o foglietti
embrionali da cui deriveranno i diversi tessuti e quindi i diversi organi
dell’organismo umano. In particolare:
1. ectoderma: da cui si formerà il tessuto nervoso e il tessuto epiteliale con
tutti gli annessi
2. mesoderma: da cui si formerà il tessuto connettivo, il tessuto osseo, tessuto
muscolare, vie urogenitali e sistema circolatorio
3. endoderma: da cui si formeranno le mucose, la via gastro-intestinale e
relative ghiandole le vie respiratorie e della vescica urinaria.
Da quanto detto risulta chiaro che pur contenendo tutte le informazioni
genetiche, le cellule del corpo umano non sono esattamente uguali, ma
differiscono per proprietà strutturali e funzionali. Le cellule, inoltre, non sono
distribuite a caso nel nostro organismo, ma cellule simili per struttura e funzione tendono a riunirsi insieme a formare
i tessuti. E’ possibile classificare i tessuti dell’organismo umano in:
1. tessuto epiteliale;
2. tessuto connettivo;
3. tessuto muscolare;
4. tessuto nervoso.
TESSUTO EPITELIALE
È costituito da cellule di forma regolare e quasi geometrica, che
aderiscono le une alle altre. Le cellule che costituiscono il tessuto
epiteliale svolgono funzioni di rivestimento, di secrezione e
sensoriale. Nei vertebrati questo tessuto costituisce, in particolare, il rivestimento interno ed esterno della maggior
parte delle superfici corporee. In qualunque posto si trovino, i tessuti epiteliali sono separati dai sottostanti mediante
una membrana basale non cellulare, di natura fibrosa. L'epitelio, a differenza del connettivo sottostante, non è
vascolarizzato.
(continua nella scheda successiva)
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Scheda 6
I TESSUTI (2)
(Segue dalla scheda precedente)
TESSUTO EPITELIALE
Gli epiteli si possono classificare in:
1. epiteli di rivestimento si classificano in base alla forma delle loro cellule
ed alla loro disposizione in uno o più strati. Tra gli epiteli di rivestimento
sono molto diffusi nel nostro organismo gli epiteli pavimentosi formati
da cellule molto appiattite. Esiste un epitelio pavimentoso semplice (che
si trova per esempio nel peritoneo) e un epitelio pavimentoso
stratificato molto più comune : esso forma infatti lo strato esterno della
pelle. La parte mediana del tubo digerente (un tratto dell'esofago, lo
stomaco e buona parte dell'intestino) è rivestita invece da epitelio
cilindrico semplice, formato da un unico strato di cellule che in sezione
appaiono quadrate o rettangolari. Un epitelio più specializzato è
l'epitelio vibratile caratteristico delle prime vie respiratorie (laringe,
trachea, bronchi) : le sue cellule, di forma analoga a quella dell'epitelio
cilindrico, rivolgono verso il lume dell'organo un ciuffo di ciglia simili a
microscopici peli. Queste ciglia, immerse in una sostanza mucillaginosa,
si muovono in modo coordinato sempre nella stessa direzione, e
permettono in tal modo al rivestimento mucoso di scorrere verso l'alto
come una scala mobile. Le vie respiratorie possono così liberarsi da corpi
estranei (per esempio granuli di fuliggine), i quali si fissano allo strato
mucoso e vengono trasportati all'esterno anziché andare a finire nei
polmoni.
2. epiteli ghiandolari si possono considerare epiteli di rivestimento che si
sono infossati e specializzati nella secrezione. Una ghiandola è un canale
rivestito da epitelio: vi si distingue un adenomero (porzione secernente) ed un dotto escretore che ha il compito
di riversare il secreto all'esterno. Se la porzione secernente è dilatata la ghiandola si chiama acinosa; se ha lo
stesso calibro del dotto la ghiandola si chiama tubolare. Le cellule ghiandolari elaborano sostanze varie che
versano all'esterno (per esempio le ghiandole sudorifere) o in cavità comunicanti con l'esterno (per esempio le
ghiandole gastriche). Esiste anche un altro tipo di ghiandole, dette ghiandole endocrine, le quali versano il loro
secreto nel sangue. Di esse e dei loro secreti che sono gli ormoni. Il secreto
di una ghiandola può essere necessario all'organismo (per esempio quello
delle ghiandole del tubo digerente) o, invece, esso può rimuovere sostanze
nocive (ghiandole sudorifere). In quest'ultimo caso si parla piuttosto di
escrezione, anziché di secrezione.
In base alla modalità di secrezione le ghiandole si classificano in:
a. olocrine: l’intera cellula dopo aver accumulato il prodotto di sintesi è
eliminata, costituendo essa stessa il secreto
b. apocrine: citoplasma apicale degli elementi secernenti viene eliminato
assieme al prodotto di secrezione che
contiene. Un esempio è dato dalla
ghiandola mammaria.
c. merocrine: sono le più comuni. In
questo tipo di secrezione solo il
prodotto viene riversato all’esterno e la
cellula secernente rimane integra
(continua nella scheda successiva)
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Scheda 7
I TESSUTI (3)
(Segue dalla scheda precedente)
TESSUTI CONNETTIVI
In questo gruppo di tessuti le cellule non sono disposte a stretto contatto tra loro, ma sono immerse in un materiale di
composizione e di consistenza variabile, detto sostanza intercellulare. I connettivi vengono divisi in diversi gruppi:
• tessuto connettivo propriamente detto: avente funzione meccanica
• tessuto adiposo: avente funzione meccanica e di nutrimento
• tessuto cartilagineo: avente funzione meccanica
• tessuto osseo: avente funzione meccanica
• umori circolanti: avente funzione di nutrimento e trasporto
TESSUTO CONNETTIVO PROPRIAMENTE DETTO
Si distingue in:
1. tessuto connettivo lasso: le fibre presentano una disposizione
"lassa ed intrecciata"; è il tipo di connettivo più diffuso, si trova
negli spazi liberi tra organi e tessuti, svolgendo funzione di
connessione;
2. tessuto connettivo denso: le fibre (soprattutto collagene) sono
abbondantissime e danno perciò molta consistenza al tessuto.
TESSUTO ADIPOSO
La cellule di questo tessuto, voluminose e tondeggianti, sono
chiamate adipociti e sono ripiene di una goccia lipidica circondata da
un sottile strato di citoplasma con il nucleo schiacciato contro la
membrana cellulare. La sostanza fondamentale di questo tessuto è
scarsa. Le funzioni del tessuto adiposo sono:
1. trofica (o di nutrimento): forma di riserva energetica
2. meccanica: cuscinetti ammortizzatore contro urti e traumi;
3. termoregolatrice: un cuscinetti termicamente isolanti;
4. plastica: conferisce forma al corpo (soprattutto fianchi e glutei)
TESSUTO CARTILAGINEO
È costituito da cellule dette condrociti, immerse in un'abbondante
sostanza amorfa intercellulare, da essi stessi sintetizzata, formata da
fibre collagene e da una matrice amorfa gelatinosa.
Le principali caratteristiche di questo tessuto sono la solidità, la
flessibilità e la capacità di deformarsi limitatamente. La cartilagine
forma l'abbozzo per la maggior parte delle ossa dello scheletro
umano, nonché nelle metafisi durante l'accrescimento corporeo
(cartilagine di coniugazione), le quali successivamente verranno
mineralizzate e sostituite da tessuto osseo. Nell'adulto la cartilagine
permane in corrispondenza delle superfici articolari, nei dischi
intervertebrali, nello scheletro del padiglione dell'orecchio esterno, partecipa alla formazione della trachea e dei
bronchi, nella sinfisi pubica e nei menischi. Si forma inoltre in seguito a fratture in qualsiasi fase della vita. In tutte le
zone in cui è localizzata, fatta eccezione per le superfici articolari, la cartilagine è rivestita da un involucro costituito da
tessuto connettivo denso fibroso detto pericondrio. La cartilagine non è vascolarizzata e non è innervata, la diffusione
avviene invece attraverso la matrice.
(continua nella scheda successiva)
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Scheda 8
I TESSUTI (4)
(Segue dalla scheda precedente)
TESSUTO OSSEO
E’ il tessuto dell’organismo umano più duro e resistente.
E’costituito da cellule disperse in un'abbondante matrice
extracellulare, costituita da fibre e da sostanza amorfa calcificata,
cioè formata anche da minerali. Nell'osso si distingue una parte
esterna compatta e una interna di tessuto spugnoso, dalla
caratteristica struttura trabecolare, leggera ma in grado di
resistere a tensioni molto elevate. È un errore considerare l'osso
come una struttura rigida di semplice sostegno meccanico: le
cellule sono soggette a un continuo rimaneggiamento e
rinnovamento.
Il tessuto osseo forma le ossa, che concorrono a costituire lo
scheletro dei vertebrati, svolgendo una funzione di sostegno del
corpo, di protezione degli organi vitali (come nel caso della cassa
toracica) e permettendo, insieme ai muscoli, il movimento. Inoltre,
il tessuto osseo costituisce un'indubbia riserva di calcio da cui
l'organismo attinge in particolari momenti di bisogno per mezzo di
una coordinazione ormonale. Nelle estremità delle ossa lunghe (le
epifisi) le ossa ospitano il midollo osseo rosso, tessuto emopoietico
costituito da cellule staminali che subiscono mitosi: per evitare che
tale tessuto subisca variazioni di temperatura tali da influenzare la
mitosi stessa, esso viene ospitato nella porzione più interna delle
epifisi dell'osso.
UMORI CIRCOLANTI
Il sangue e la linfa sono considerati tessuto connettivo con sostanza
intercellulare liquida. La loro funzione è essenzialmente trofica (o di
nutrimento).
•
•
Il SANGUE
Nell'organismo umano sono presenti circa 5 litri di sangue. Il
sangue è formato da due parti: un liquido detto plasma formato
essenzialmente da acqua, e in cui è sciolta un'infinità di sostanze ed
un gran numero di cellule in esso sospese. Le cellule del sangue
sono:
• globuli rossi: cellule prive di nucleo e si chiamano emazie,
svolgono la funzione di trasporto dell'ossigeno dai polmoni
verso i tessuti e di una parte dell'anidride carbonica dai tessuti ai polmoni, che provvedono all'espulsione del gas
all'esterno del corpo. I globuli rossi sono prodotti dal midollo osseo rosso (eritropoiesi), hanno una vita media di
120 giorni e vengono distrutti dal fegato e dalla milza (eritrocateresi).
globuli bianchi: detti anche leucociti. La funzione principale è quella di preservare l'integrità biologica
dell'organismo tramite l'attuazione di meccanismi di difesa diretti contro microorganismi patogeni di varia natura
(virus, batteri, miceti, parassiti) e contro corpi estranei penetrati nell'organismo previo superamento delle
barriere costituite dalla cute e dalle mucose.
piastrine: dette anche trombociti. Sono specializzate nei fenomeni di emostasi, cioè impediscono la perdita di
sangue a seguito di una lesione. Inoltre hanno un ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue.
(continua nella scheda successiva)
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Scheda 9
I TESSUTI (5)
(Segue dalla scheda precedente
LA LINFA
La linfa è un liquido a reazione debolmente alcalina, che circola nel sistema
dei vasi linfatici. È costituita essenzialmente da acqua, proteine, elettroliti,
grassi, e da elementi figurati, soprattutto linfociti.
Normalmente è un liquido trasparente o leggermente giallognolo (emolinfa),
ma la sua composizione può variare a seconda della provenienza. Il
movimento della linfa nel sistema linfatico è dovuto in parte all'attività della
muscolatura liscia presente nelle pareti dei vasi linfatici, in parte ad altri
fattori quali la contrazione dei muscoli scheletrici, la pulsazione dei vasi
sanguigni, la pressione negativa intratoracica, la contrazione del diaframma
ecc. Per la presenza di valvole nel lume dei vasi linfatici, il movimento della
linfa è unidirezionale. Parallelo al sistema cardiocircolatorio, il sistema
linfatico si oppone ad eccessivi accumuli di fluidi nei tessuti ed è considerato il
baluardo di difesa del nostro organismo. Lungo le vie linfatiche esistono
infatti degli organi, chiamati linfonodi, capaci di produrre i cosiddetti linfociti,
una serie speciale di globuli bianchi deputata all'eliminazione dei
microrganismi ostili. Quando l'organismo sta combattendo un'infezione i
linfonodi accelerano la sintesi e la trasformazione di questi linfociti,
aumentando così di volume e diventando apprezzabili e dolenti al tatto (da
qui l'espressione "avere i linfonodi ingrossati").
TESSUTO MUSCOLARE
Il tessuto muscolare è formato da cellule
allungate, dette fibre muscolari o
fibrocellule, che presentano una spiccata
capacità di contrazione, in risposta a stimoli
diversi: nervosi e ormonali.
Il tessuto muscolare è in relazione con il
sistema nervoso ed inoltre è molto
vascolarizzato perché ha bisogno di un
continuo apporto di ossigeno e nutrimento,
indispensabili per la sua contrazione. La
cellula muscolare contiene dei caratteristici
elementi contrattili detti miofilamenti,
formati da molecole proteiche di actina
(filamenti sottili) e di miosina (filamenti
spessi). E' importante ricordare che le cellule
muscolari sono particolarmente ricche di
mitocondri.
Il tessuto muscolare si divide in:
• liscio: involontario
• striato: volontario. Si divide in:
o scheletrico
o pellicciaio
• cardiaco: involontario
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I TESSUTI (6)
(Segue dalla scheda precedente)
TESSUTO MUSCOLARE LISCIO
È formato da cellule molto allungate o fibrocellule con estremità affusolate
ed una parte centrale ispessita, dove si trova il nucleo. Nel loro citoplasma si
trovano i miofilamenti di actina e miosina, disposti longitudinalmente ma in
modo irregolare, tanto da non determinare quella caratteristica "striatura"
tipica del tessuto muscolare striato. Tra le fibrocellule c'è del tessuto
connettivo.
Il tessuto muscolare liscio è detto anche involontario perché l'organismo
non può controllare con la volontà la sua azione, infatti, i muscoli lisci sono
sotto il controllo del Sistema Nervoso Autonomo e permettono i movimenti
anche quando riposiamo o dormiamo. Lo troviamo a livello delle pareti di
organi cavi come: apparato digerente (movimenti peristaltici), apparato
urogenitale, ma anche nel sistema vascolare, nei dotti delle ghiandole e
nell'apparato tegumentario (dove forma il muscolo erettore del pelo). Il
tessuto muscolare liscio presenta contrazioni lente, ritmiche e di una certa
durata.
TESSUTO MUSCOLARE STRIATO
È formato da fibre muscolari striate di forma cilindrica che risultano
dall'unione di diverse cellule (sincizio); presentano perciò sotto la
membrana numerosi nuclei, e all'interno de citoplasma i filamenti contrattili,
che si dispongono in modo alternato e molto regolare, tanto che,osservate
al microscopio, danno un caratteristico aspetto striato con bande chiare e
scure a questo tessuto. Il processo di scivolamento
dei filamenti di miosina in quelli di actina determina il
fenomeno della contrazione del muscolo.
Il tessuto muscolare scheletrico è in rapporto con lo
scheletro. Il tessuto muscolare pellicciaio è
superficiale e sottocutaneo.
Il tessuto muscolare striato va a costituire i muscoli
volontari che determinano i movimenti delle diverse
parti del corpo e la locomozione; è detto perciò
anche volontario per il motivo che la sua azione è
controllata dalla volontà: è innervato dal S.N.C.
(Sistema Nervoso Centrale). La muscolatura striata
presenta contrazioni rapide e violente che
necessitano di un notevole apporto di energia.
MECCANISMO DI CONTRAZIONE
La struttura del sarcomero è la chiave per
comprendere come si contrae una fibra muscolare. I filamenti spessi costituiti da miosina sono situati nella zona
centrale del sarcomero, mentre quelli sottili costituiti da actina sono ancorati alle estremità e si estendono verso il
centro dove si sovrappongono parzialmente ai primi. Durante la contrazione del muscolo i filamenti di actina si
agganciano alle teste dei filamenti di miosina e si muovono verso il centro del sarcomero che si accorcia.
(continua nella scheda successiva)
Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia
Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org
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