MANIFESTO PER LA FELICITÀ
Come Passare dalla Società del
Ben-Avere a quella del Ben-Essere
Donzelli, 2010
Stefano Bartolini
Università di Siena
Il paradosso della felicità:
Gli americani sono sempre meno felici
L’affidabilità del benessere soggettivo
Le dichiarazioni soggettive di felicità sono
statisticamente affidabili. Infatti sono ben correlate
con misure della felicità di tipo oggettivo quali:
• Il numero e la durata dei ‘sorrisi autentici’, i c.d.
sorrisi di Duchenne.
• La risposta della pressione sanguigna e del ritmo
cardiaco allo stress,
• Malattie psicosomatiche come mal di testa o disturbi
digestivi.
• La risposta allo stress di misure della resistenza della
pelle
• Onde cerebrali misurate dai brain scanners
Misure oggettive di felicità
• Malattie mentali, suicidi, psicofarmaci,
alcolismo, droghe
• Impressionante la crescita di ansia e
depressione
Eppure la crescita ci ha
portato .....
... vite più lunghe e più
salubri
...tecnologie molto
utili
... possibilità di
viaggiare, ecc.
Però...
... !
…..la crescita economica sembra associata ad alcuni indesiderabili effetti
sul benessere
Gli americani lavorano sempre di più
Tendenze degli orari di lavoro in Europa continentale e USA
- 1955-2005, ore annuali medie -
Il paradosso della felicità si complica
Perchè gli americani lavorano sempre più se più
denaro non sembra portare più benessere?
Due studi cercano di rispondere usando dati del
trentennio 1975-2004
Perchè gli americani
sono sempre più infelici?
Bartolini, Bilancini e Pugno (2011):
la tendenza della felicità in USA 1975-2004 è
spiegata da quattro forze che agiscono in
direzioni contrastanti:
L’aumento del reddito
Il declino dei beni relazionali
Il declino della fiducia nelle istituzioni
I paragoni sociali
Il declino dei beni relazionali
I vari indicatori segnalano:
• aumento della solitudine, delle difficoltà
comunicative, della paura, del senso di isolamento,
della diffidenza, della instabilità delle famiglie, delle
fratture generazionali;
• diminuzione della solidarietà, della onestà, della
partecipazione sociale, dell’impegno civico;
• rarefazione dei rapporti amicali e di vicinato
• peggioramento del clima sociale.
Perchè gli americani
lavorano sempre più?
Bartolini e Bilancini 2010 (dati Usa 1972—2004)
mostrano che:
I poveri di relazioni lavorano di più
Gli individui cercano nel lavoro e nel denaro
una compensazione al peggioramento delle
loro condizioni relazionali.
I poveri di tempo sviluppano relazioni peggiori
Questo è un circolo vizioso: la povertà relazionale
causa la povertà di tempo e quest’ultima causa la
povertà relazionale
Perchè gli americani lavorano sempre
più se il denaro non compra la
felicità?
Una risposta
• Il declino dei beni relazionali ha giocato
un ruolo nel declino della felicità
dell’americano medio e nell’aumento
delle sue ore di lavoro
Povertà sociale vs. prosperità
economica
• Gli americani sono sempre più poveri di tempo e di
relazioni, di fiducia nelle loro istituzioni, di benessere.
Questi dati sono il sintomo di una profonda crisi sociale
• Ma gli USA conservano il fascino della prosperità
economica. Il tasso di crescita del PIL USA è stato più
elevato negli ultimi 25 anni rispetto ai grandi paesi
europei (tranne la GB).
Ma l’aumento del PIL è necessariamente un vantaggio?
La crescita NEG
Possiamo difenderci dal degrado dei beni relazionali ed
ambientali sostenendo delle spese.
Per sostenerle dobbiamo lavorare e produrre di più. Dobbiamo
cioè aumentare il PIL.
Ma la crescita economica può degradare i beni relazionali ed
ambientali.
La crescita NEG è un circolo vizioso: il degrado ambientale e
relazionale alimenta la crescita economica e questa alimenta il
degrado.
La crescita NEG è indesiderabile dal punto di vista del
benessere. La ricchezza di ciò che è privato è alimentata dal
degrado di ciò che è comune
Ricchezza
privata
Povertà
comune
Povertà
relazionale
Povertà
comune
Crescita: paragoni internazionali
Tassi di crescita del PIL, 1980-2000
Country
Average GDP annual
growth %
United States
2,015958
United Kingdom
2,030543
Italy
1,891657
France
1,843757
Germany
1,918091
Netherlands
1,926773
Sweden
1,768505
Denmark
1,633376
La crescita USA è di tipo NEG?
Usa (e GB) in confronto all’Europa continentale
mostrano (1980-2000) :
•
Maggior crescita
• Tendenze crescenti vs.
decrescenti degli orari di lavoro
Trends of relational goods 1980-2000
Trust - Uk
0
0
w1
w2
w3
w4
-0,1
-0,2
-0,3
Mean values
Demographic controls
-0,4
Familiar status
Education
-0,5
-0,6
-0,588
-0,596
-0,642
-0,7
-0,743
-0,8
-0,626
-0,644
-0,646
-0,66
Trends of relational goods 1980-2000
Putnam's group - Uk
0,4
0,224
0,185
0,2
0
0
w1
w2
w3
w4
Mean values
-0,2
Demographic controls
Familiar status
-0,4
Education
-0,6
-0,669
-0,8
-1
-0,776
-0,786
Happiness trends 1980-2000
Happiness - Uk
0
0
w1
w2
w3
w4
-0,05
-0,1
Mean values
-0,15
Demographic
controls
-0,182
-0,183
-0,2
Familiar status
-0,206
-0,232
Education
-0,25
-0,272
-0,3
-0,35
-0,297
-0,313
-0,32
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Trust - Germany
0,4
0,368
0,359
0,35
0,3
0,29
0,25
0,231
Mean values
Demographic controls
0,2
Familiar status
Education
0,15
0,1
0,05
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Putnam's group - Germany
1,2
1,1
1,098
1,01
1
0,948
0,8
Mean values
Demographic controls
0,6
0,535
0,522
Familiar status
Education
Economic
0,4
0,369
0,366
0,292
0,2
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:
SC & trends
SWB trends
in Europe
Happiness
1980-2000
Happiness - Germany
0,18
0,16
0,171
0,164
0,163
0,14
0,142
0,159
0,147
0,12
Mean values
0,1
Demographic controls
Familiar status
0,08
Education
0,06
0,04
0,02
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Trust - Italy
0,45
0,414
0,411
0,399
0,397
0,4
0,35
0,317
0,306
0,299
0,28
0,3
Mean values
0,25
Demographic controls
Familiar status
0,2
Education
0,15
0,1
0,05
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Putnam's group - Italy
1,4
1,233
1,2
1,145
1,035
1,015
1
0,841
0,808
0,8
Mean values
Demographic controls
Familiar status
0,623
0,619
0,6
Education
0,4
0,2
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:
SC & trends
SWB trends
in Europe
Happiness
1980-2000
Happiness - Italy
0,4
0,38
0,356
0,35
0,346
0,33
0,327
0,307
0,29
0,3
0,258
0,25
Mean values
Demographic controls
0,2
Familiar status
Education
0,15
0,1
0,05
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Trust - France
0
0
w1
w2
w3
w4
-0,05
-0,1
Mean values
Demographic controls
Familiar status
Education
-0,15
-0,2
-0,19
-0,195
-0,228
-0,25
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Putnam's group - France
1,4
1,297
1,2
1,197
1,045
1,031
1
0,998
0,99
0,966
0,949
0,93
0,862
0,8
Mean values
Demographic controls
Familiar status
0,6
Education
Economic
0,4
0,2
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:
SC & trends
SWB trends
in Europe
Happiness
1980-2000
Happiness - France
0,8
0,746
0,7
0,701
0,6
0,564
0,502
0,5
Mean values
Demographic controls
0,4
Familiar status
0,3
0,309
0,302
0,2
0,224
0,193
Education
0,1
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Trust - Sweden
0,6
0,528
0,527
0,5
0,481
0,4
0,407
0,393
0,397
0,375
Mean values
Demographic controls
0,3
Familiar status
0,235
0,234
Education
0,2
0,1
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Putnam's group - Sweden
3,5
3,086
3,039
3,038
3,036
3,032
3
2,5
Mean values
2
Demographic controls
Familiar status
1,5
Education
Economic
1,219
1,218
1,208
1,193
1,192
1
0,5
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:
SC & trends
SWB trends
in Europe
Happiness
1980-2000
Happiness - Sweden
0,7
0,633
0,608
0,607
0,6
0,5
0,465
0,464
0,463
0,461
0,4
Mean values
0,393
Demographic controls
Familiar status
0,3
Education
0,236
0,229
0,2
0,1
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Trust - Denmark
0,8
0,723
0,721
0,7
0,645
0,6
0,579
0,5
Mean values
Demographic controls
0,4
Familiar status
0,345
0,344
Education
0,3
0,238
0,201
0,2
0,1
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Putnam's group - Denmark
2
1,8
1,774
1,772
1,735
1,703
1,6
1,573
1,572
1,551
1,573
1,4
1,299
1,2
Mean values
Demographic controls
1
Familiar status
Education
0,8
Economic
0,6
0,4
0,2
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:
SC & trends
SWB trends
in Europe
Happiness
1980-2000
Happiness - Denmark
0,8
0,7
0,687
0,685
0,6
0,545
0,518
0,511
0,51
0,5
Mean values
0,433
0,416
0,4
Demographic controls
Familiar status
Education
0,3
0,2
0,1
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Trust - Netherlands
0,8
0,74
0,7
0,682
0,678
0,619
0,6
0,5
Mean values
0,4
0,417
0,401
Demographic controls
0,349
Familiar status
Education
0,3
0,2
0,1
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:ofsocial
capitalgoods
trends1980-2000
in Europe
Trends
relational
Putnam's group - Netherlands
2,5
2,088
2,005
2,003
1,986
2
1,5
Mean values
1,308
1,259
1,24
1,239
Demographic controls
Familiar status
1
Education
0,5
0
0
w1
w2
w3
w4
Results:
SC & trends
SWB trends
in Europe
Happiness
1980-2000
Happiness - Netherlands
0,7
0,607
0,6
0,6
0,5
0,476
0,475
0,445
0,4
0,397
0,373
0,391
Mean values
Demographic controls
Familiar status
0,3
Education
0,2
0,1
0
0
w1
w2
w3
w4
La crescita USA è di tipo NEG?
Usa (e GB) in confronto all’Europa continentale
mostrano (1980-2000) :
•
Maggior crescita
• Tendenze crescenti vs.
decrescenti degli orari di lavoro
•
Tendenza peggiore della felicità.
•
Tendenze peggiori dei beni
relazionali
Conclusione: è un quadro compatibile con la crescita NEG
Prudenza: scarsa qualità dei dati sui beni relazionali
Guard Labor as a Percentage of the Labor Force
Perchè può crescere il PIL?
Guard labor
Guard labor without unemployment
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
1890
1929
1948
1966
1979
1989
2002
Guard labor
Guard labor senza disoccupazione
Percentuale di “guard labor” sul totale del lavoro, Stati Uniti, 1890-2002
Fonte: Bowles e Jayadev, 2006
0%
Grecia
Stati Uniti
Regno Unito
Spagna
Nuova Zelanda
Australia
Belgio
Canada
Irlanda
Olanda
Italia
Portogallo
Austria
Norvegia
Danimarca
Svezia
Islanda
Svizzera
Guard Labor/Labor Force
Guard labor: confronti internazionali
30%
25%
20%
15%
10%
5%
Supervisori sul lavoro
Domande chiave
Perché in USA (e GB) i beni relazionali
peggiorano? E perché in Europa hanno una
tendenza migliore?
C’è qualche differenza nei modelli economici,
sociali e culturali che motiva queste differenze?
Il ruolo della cultura:
la cultura del consumo
Essere consumisti significa dare una elevata
priorità nella vita a:
• soldi, consumo, successo
Bassa priorità a:
• affetti, relazioni in generale, solidarietà,
comportamenti pro-sociali in generale ecc.
Cultura del consumo e benessere:
evidenza dalla psicologia sociale
Le persone consumiste:
• sono meno felici
• hanno maggiori sintomi di ansia, di
irritabilità
• maggior rischio di depressione
• guardano più televisione
• hanno una salute peggiore
Cultura del consumo e relazioni:
evidenza dalla psicologia sociale
Gli individui più consumisti hanno relazioni
peggiori con gli altri
Sono meno:
• generosi,
• empatici
• cooperativi
Hanno maggior tendenza a:
•la amicizia strumentale
•il cinismo
•la sfiducia negli altri
Perchè peggiorano le relazioni?
La diffusione dei valori del consumo
• USA: percentuale degli studenti universitari
che ritengono che una ottima situazione
economica sia un obiettivo essenziale della
vita
• 39% nel 1970
• 74% nel 1995
Nel 1995 era divenuto l’obiettivo principale della
vita.
Stati Uniti: percentuale di individui che identifica le
voci elencate come componenti della ‘buona vita’
1975 1991
_____________________________________________
• Un mucchio di soldi
38
55
• Un lavoro pagato molto più della media 45
60
• Matrimonio felice
84
77
• Lavoro interessante
69
63
Cultura del consumo: Europe vs. US
(dati WVS)
Cultura del consumo: Europe vs. US
(dati WVS)
Cultura del consumo: Europe vs. US
(dati WVS)
Cultura del consumo: Europe vs. US
(dati WVS)
Pubblicità, identità, felicità
• “Sono un pubblicitario. Farvi sbavare è la mia missione. Nel
mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la
gente felice non consuma” (Frederic Beigbeder, celebre
pubblicitario)
• “Compro, dunque sono. La marca definisce il consumatore.
Siamo ciò che vestiamo, che mangiamo, che guidiamo. La
collezione di marche che assembliamo intorno a noi è
divenuta tra le più dirette espressioni della nostra
individualità,” (Il presidente di una grande multinazionale di
prodotti di consumo)
• “La pubblicità, quando è ben fatta, fa sentire alla gente che
senza un prodotto sono dei perdenti” (Nancy Shalek,
presidente della Shalek Agency)
Il disagio dei
giovani
Negli Stati Uniti ogni
nuova generazione,
rispetto alla
precedente:
• si dichiara meno
felice
Il disagio dei
giovani
Ogni nuova generazione
• ha una maggior
probabilità di malattie
mentali
Il disagio dei giovani
Ogni nuova generazione
• ha relazioni peggiori
Il disagio dei giovani
Ogni nuova
Generazione
• ha maggiori
valori del
consumo
Il problema sono le nuove generazioni
Negli USA ogni nuova generazione rispetto
alla precedente:
• si dichiara meno felice
• ha una maggior probabilità di malattie
mentali
• ha relazioni peggiori
• ha maggiori valori del consumo
CHE COSA E’ CAMBIATO
NELLA VITA DEI BAMBINI?
La vita di bambini e ragazzi
negli ultimi decenni è cambiata
Abbiamo creato per loro una vita da piccoli
adulti
• Crescente pressione sul tempo
Nati per lavorare?
• Crescente pressione commerciale.
Nati per comprare?
• Crescente povertà relazionale
La pubblicità e i bambini
• “La pubblicità, quando è ben fatta, fa sentire alla gente che senza un
prodotto sono dei perdenti.... I ragazzi sono molto sensibili a questo ... ciò
apre le loro vulnerabilità emotive. Ed è molto facile da fare con i ragazzi
perchè sono emotivamente i più vulnerabili” (Nancy Shalek, presidente
della Shalek Agency)
• “Ci sono solo due modi per aumentare i clienti: o li sposti sulla tua marca
o li cresci fin da piccoli” (James U. Mc Neal, professore di marketing alla
Texas A&M)
• “Tutti ormai capiscono qualcosa che è molto logico e basilare, cioè che
quando possiedi un ragazzo giovane, lo possiedi per molti anni a venire.
Le imprese dicono: ‘hey, voglio possedere ragazzi sempre più giovani’ “
(Mike Searles, presidente della Kids ‘R’).
• “Quando abbiamo i ragazzi come obiettivo noi della General Mills
seguiamo il modello della Procter and Gamble ‘dalla culla alla tomba’. Noi
crediamo nel prenderli da piccoli e tenerli tutta la vita” (Wayne Chilicky,
dirigente della General Mills).
Le origini del pensiero pubblicitario
• “Per attirare l’attenzione delle masse” la pubblicità
“deve limitarsi a un piccolo numero di assunti e
ripeterli costantemente”; “nessun cambiamento
deve modificarne il tenore”; “ogni pubblicità in
affari e in politica consegue il suo successo nella
durata”; “(la pubblicità) deve sempre fare appello al
sentimento e molto poco alla ragione”; “il suo livello
spirituale deve essere tanto più basso quanto
maggiore è la massa da raggiungere”
(Adolf Hitler, La mia battaglia, cap.6)
Le origini del pensiero pubblicitario
• La pubblicità è “l’arte dell’argomento semplice
in un linguaggio popolare”; “l’arte della
ripetizione costante”; “l’arte di sapersi
rivolgere agli istinti, alle emozioni, ai
sentimenti e alle passioni popolari”, l’arte di
presentare i fatti sotto l’apparenza della
oggettività”, “l’arte di occultare fatti non
graditi”, “l’arte di mentire pur essendo
credibile”.
(Da un discorso di Goebbels)
Ridurre la pubblicità
• In Svezia sono state proibite le pubblicità rivolte ai bambini in
tv e il tempo che le televisioni commerciali dedicano ai programmi per l'infanzia non supera la mezz'ora al giorno.
• in Norvegia, Austria e nelle Fiandre (Belgio), essi sono stati
eliminati prima e dopo i programmi per bambini (in mezzo,
come da noi, non ci sono mai stati!).
• In Grecia sono vietate tutte le pubblicità dei giocattoli in
qualsiasi momento della giornata e tra non molto potrebbero
scomparire tutti gli spot che si rivolgono ai giovani che non
hanno raggiunto i 18 anni.
Ridurre la pubblicità
• Proibire la pubblicità ai bambini e agli
adolescenti
• Ridurre la quantità di programmi diretti ai
bambini e agli adolescenti
• Tassare pesantemente la pubblicità,
specialmente televisiva
... e poi, non solo limiti
Esempio: “lo spot impossibile”
Conclusione
• Perchè la crescita ha tradito le sue promesse di darci
il benessere e il tempo?
• Perchè la nostra organizzazione sociale non tiene in
alcun conto della dimensione relazionale della vita.
• Gli Stati Uniti ci offrono l’esempio estremo degli
effetti sulla felicità e sul tempo di questo tipo di
organizzazione economica, sociale e culturale
Terapie: politiche per la felicità
Come costruire una economia ed una società più
attente alla dimensione relazionale della vita?
È necessario e possibile cambiare:
• Scuola
• Città
• Lavoro
• Sanità
• Media
• Democrazia
• La nostra cultura
Cambiare le città
• Per 5000 anni le città sono state pensate come
punto di aggregazione
• L’evoluzione recente:
– Il declino degli spazi relazionali
– Centri commerciali come spazi relazionali
– Il traffico: la città per le macchine
• La città moderna è un punto di aggregazione
solo per la produzione ed il consumo
• Le vittime principali: diseguaglianze
generazionali
Cambiare le città: spazio e trasporti
• I cardini del problema sono
l’organizzazione dello spazio pubblico e
dei trasporti
• Le relazioni hanno bisogno di spazio
pubblico pedonale di qualità
• Le relazioni hanno bisogno di essere
protette dal traffico, specialmente in città
pensate per le macchine
Cambiare la scuola
La scuola insegna:
• Il tempo per produrre non è un tempo per star bene
• La passività nei confronti della propria formazione
• Subordinare alle esigenze della produzione le proprie
esigenze fisiche
• La fretta
• A competere
• Un rapporto con il potere
• Che le motivazioni intrinseche non sono importanti
La scuola che funziona:
Liberal Arts Colleges
• “Knox ha una inclinazione unica per l’auto-espressione, lo
scambio di idée e la discussione tollerante. Gli studenti
sono incoraggiati ad intraprendere i loro personali
progetti di ricerca, partecipare a programmi fuori dal
campus, persino progettare le loro specializzazioni.....
Knox è anche un posto impegnato dove gli studenti
partecipano attivamente alla gestione dell’università ed i
problemi del giorno sono apertamente – e
rispettosamente – discussi dentro e fuori dalle classi.
Acquisterai la libertà di fiorire .... svilupperai il tuo piano
di studi personale modellato unicamente sui tuoi fini
formativi e sulle tue aspirazioni nella vita.... (Questo) ti
darà la completa padronanza della tua formazione”
Cambiare il lavoro
Il benessere sul lavoro
USA: La soddisfazione per il lavoro non è aumentata negli ultimi 30 anni
nonostante l’incremento delle retribuzioni
100
90
80
15
70
60
10
50
40
30
5
20
10
0
0
1972
1974
1976
1978
1982
1984
1986
1988
1990
1993
Anno
s oddis fazione per il proprio lavoro
Salario m edio per occupato
1996
2000
2004
Salario medio per occupato
Soddisfazione media per il proprio lavoro
20
Cambiare il lavoro
La soddisfazione per il lavoro aumenta con:
• la qualità delle relazioni sul lavoro (la fiducia)
• la percezione di controllo sul proprio lavoro
• la opportunità di esprimere le proprie capacità
• la varietà dei compiti svolti
Cambiare il lavoro:
cosa dovremmo fare?
• Ridisegnare il contenuto dei processi di lavoro in
modo da renderli più interessanti.
• Aumentare il grado di discrezionalità ed autonomia
dei lavoratori
• Aumentare la compatibilità tra il lavoro ed altre sfere
della vita.
• Migliorare il contenuto relazionale della vita
lavorativa. La cultura d’impresa
• Ridurre ciò che nella organizzazione del lavoro
produce stress: pressione, controlli, incentivi
Più felici ma meno produttivi?
• Secondo molti economisti stress, insoddisfazione,
pressioni, tensioni, competizione, conflitti e relazioni
difficili, lavori ripetitivi e noiosi sono il prezzo da
pagare per una elevata produttività
• Ma gli studi di psicologia delle organizzazioni non
confermano questa convinzione
• Lavoratori più soddisfatti hanno più elevata la
“cittadinanza organizzativa”, cioè la capacità di
cooperazione con gli altri e con l’organizzazione in cui
si lavora in modi che non sono strettamente connessi
ai compiti assegnati
Soddisfazione sul lavoro e produttività
Gli studi sulla “cittadinanza organizzativa” mostrano che
lavoratori più soddisfatti sono:
• Più pratici, collaborativi ed amichevoli
• Cambiano meno frequentemente lavoro
• Si assentano di meno, sono più puntuali e disposti ad
aiutare i colleghi
• Il benessere dei lavoratori predice anche la
soddisfazione dei clienti
• Queste correlazioni sono più forti in lavori
relativamente complessi
I limiti degli incentivi
• Premi e controlli tendono a spostare la efficienza
della prestazione su ciò che è misurabile a discapito
di ciò che non lo è
• Gli incentivi funzionano bene quando la prestazione
è altamente misurabile e quando il lavoro è
estremamente noioso e ripetitivo
• Ma questo non è il caso generale
• Il messaggio: non è possibile costruire una
economia efficiente del tutto priva di incentivi. Ma
dobbiamo invertire la tendenza a considerarli tutto
ciò che conta.
Conclusione: motivazioni intrinseche e
cultura dello stress
• L’intera organizzazione economica e sociale è
basata su una sottovalutazione delle motivazioni
intrinseche e questo è basato sulla nostra cultura
• Una volta dimenticate le motivazioni intrinseche
ciò che rimane è la cultura della stress. Ci dice
che lo stress è un modo di condurre le situazioni,
guidare le persone, risolvere i problemi. È la
stessa cultura che guida la formazione dei
bambini, come l’organizzazione d’impresa, come
tutta l’organizzazione socio-economica
Cambiare la nostra cultura:
il senso della possibilità
• “Il cervello umano ha inventato l'alternativa,
cioè la capacità di progettare cambiamenti.
Per l'uomo il possibile precede il reale. Questo
rende gli umani capaci di adattare l'ambiente
alle necessità che riconoscono come proprie,
prima fra tutte quella di rendersi la vita più
facile e più godibile” (Renato Palma)
La nostra cultura
• “Le scelte culturali e formative delle società
avanzate privilegiano sistematicamente la
capacità di adattamento individuale,
prendendo l’ambiente economico e sociale
come un dato, a discapito della capacità di
adattare tale ambiente prendendolo invece
come un prodotto umano (il senso della
possibilità)” (Renato Palma)
Cambiare la sanità
• Come si può migliorare la salute della gente?
• La risposta istintiva in genere é: ciò che conta
è la ricchezza di un paese e la porzione di
questa che viene spesa in sanità
È una risposta sbagliata
Non c’è relazione tra l’aspettativa di
vita e la spesa sanitaria pro-capite
Risultati dall’epidemiologia
• La spesa sanitaria è solo uno degli elementi che determinano
la salute
• La felicità gioca un ruolo dominante nella salute degli individui
e delle popolazioni
• Esempio: lo studio sulle suore: negli anni 30 a un gruppo di
giovani suore venne chiesto di scrivere delle brevi autobiografie. Queste sono state recentemente analizzate sotto il
profilo delle emozioni espresse.
• Il 90% del quarto di suore che avevano espresso le emozioni
più positive era ancora vivo all’età di 85 anni. Ma solo il 34%
del quarto di suore che avevano espresso le emozioni più
negative era ancora vivo
Risultati dall’epidemiologia
• Gli epidemiologi sono anche perfettamente
consapevoli del legame tra salute e relazioni
• La salute, la mortalità, l’aspettativa di vita
sono fortemente correlate con la qualità
dell’esperienza relazionale
• Avere amici, amori, partecipare a gruppi e
associazioni, avere una identità, sostegno
ed integrazione sociale protegge la salute
La prevenzione delle malattie
• Spendiamo troppo in cura e troppo poco in
prevenzione
• La prevenzione più importante la si fa fuori dal
sistema sanitario ed è la promozione delle relazioni
• Spendiamo cifre enormi in un modo che crea
malessere e poi rispendiamo cifre enormi per
riparare ai danni prodotti dal malessere
• Inoltre: importanza della relazione tra il medico e il
paziente. I dottori curano le malattie e non i malati
Molti psicologi e psichiatri rifiutano l’idea che
la società nel suo insieme potrebbe essere
malata. Assumono che il problema della salute
mentale in una società è solo quello degli
individui «inadeguati» e non quello di una
possibile inadeguatezza della cultura stessa.
Erich Fromm da The Sane Society (1955)