Identificazioni traumatiche

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Il trauma relazionale:
Implicazioni per la
psicopatologia e lo
sviluppo della
personalità
Riccardo Williams
“Sapienza”, Università di Roma
Trauma e relazioni
Il dibattito storico
• Trauma come MITO FONDATIVO
o come LEGGENDA DA SFATARE?
IL TRAUMA E LA NASCITA DELLA
CLINICA PSICOLOGICA MODERNA
Alcune concezioni psicopatologiche e
l’idea stessa di psicoterapia si
fondano sull’analisi dei fenomeni
psichici conseguenti a traumi di varia
natura: incidenti ferroviari, abusi
sessuali, maltrattamenti,
combattimenti, trascuratezza e cure
genitoriali fortemente inadeguate
JANET E L’AUTOMATISMO PSICOLOGICO
• permanenza nella coscienza di idee fisse sub-conscie
relative ad episodi traumatici che sono dissociate dal
resto ei fenomeni della soggettività e che, per questo, si
manifestano in forma simbolica e drammatizzata
attraverso automatismi comportamentali “inspiegabili” e
“incontrollabili” (cecità, paralisi, sordità, comportamenti
compulsivi, sonnambulismo) o mentali (amnesie,
offuscamenti della coscienza, personalità alternanti).
• trauma come “sistema psicologico che sfugge al controllo
della coscienza e si sviluppa in modo indipendente” (1886)
e che si instaura in presenza di un “restringimento del
campo di coscienza” dovuto alla debolezza costituzionale
del soggetto davanti al trauma.
. La terapia deve produrre l’intergrazione delle idee
dissociate nell’esperienza ordinaria di sè
Freud e Breuer (1892): “Studi
sull’isteria”
• Le isteriche soffrono di riminiscenze: ricordi
traumatici che si esprimono in modo inconsapevole
per la paziente irrompendo nel flusso di coscienza
come frammenti di pensiero scollegati dal
contenuto del discorso, come percezioni e
sensazioni non pertinenti al contesto attuale, come
sintomi o comportamenti che dissimulano la scena
traumatica.
• La cura dell’isteria necessita l’abreazione del
carico affettivo sperimentato dalla paziente nel
momento del trauma attraverso la presa di
consapevolezza dei ricordi dolorosi
FERENCZI E I TRAUMI NELLE
RELAZIONI INFANTILI
“ripetizioni quasi allucinatorie di esperienze traumatiche” (nelle
psicosi e nei disturbi di personalità)
“I bambini si sentono indifesi fisicamente e moralmente, la loro
personalità è ancora troppo debole per poter protestare, sia pure
solo mentalmente. La forza prepotente e l’autorità degli adulti li
ammutolisce, spesso toglie loro la facoltà di pensare. Ma questa
stessa paura, quando raggiunge il culmine, li costringe
automaticamente a sottomettersi alla volontà dell’aggressore, a
indovinarne tutti i desideri, a obbedirgli ciecamente, a
identificarsi completamente con lui”.
JASPERS E L’AREA TRAUMATICA
• Le esperienze fortemente traumatiche
sono alla base di quegli “sviluppi” della
personalità che comportano una difficile
integrazione nelle regole di convivenza, nel
controllo degli impulsi e che spesso hanno
come controparte i fenomeni dissociativi
HARRY STACK SULLIVAN
• L’esperienza di annichilimento e
depersonalizzazione che connota gli stati
dissociativi va riferita al rapporto precoce
con la madre che “contagia” il bambino con
un’angoscia che egli non riesce a tollerare e
da cui si può difendere solo dissociandosi
dall’esperienza attuale e costruendo una
realtà illusoria alternativa in cui collocare
la propria identità e la propria vita di
relazione
BRITISH SCHOOL E TEORIA
DELL’ATTACCAMENTO
• Ruolo di separazioni e lutti precoci per lo
sviluppo di depressione e disturbi d’ansia
(Bowlby, 1969)
• La qualità dell’esperienza “reale” con
l’oggetto definisce il modello di relazione e
l’esperienza che l’individuo fa della propria
vita sogettiva: concezione del microtrauma cumulativo (Kahn, 1963)
Prospettiva pan-traumatista
• Il trauma è all’origine anche delle patologie
psichiche più gravi:
• Psicoanalisi interpersonale: madre
schizofrenogena
• Pragmatica della comunicazione: teoria del doppio-
legame
• Bruno Bettelheim: la madre-frigorifero propone al
futuro bambino autistico un’esperienza disumana
da cui egli si protegge con il ritiro dalla relazione
OLTRE IL TRAUMA
• NELLA PSICHIATRIA ORGANICISTA SI PRIVILEGIA
L’ORIGINE ENDOGENA (COSTITUZIONALE) DELLA
PATOLOGIA MENTALE
• SI CRITICA LA CONCEZIONE INGENUA DEL TRAUMA
COME SINGLE BLOW PER IL SUO MECCANICISMO E
AMBIENTALISMO RADICALE
• NELL’EPIDEMIOLOGIA PSICHIATRICA SI IDENTIFICA
IL TRAUMA CON UN GENERICO E A-SPECIFICO
FATTORE DI RISCHIO CHE PUÒ CONCORRERE, INSIEME
AD ALTRI FATTORI AMBIENTALI E GENETICI, A
DETERMINARE L’INSORGENZA DI UN DISTURBO
MENTALE.
FREUD E LA PSICOANALISI
• Freud continua a occuparsi del trauma ma ne modifica
radicalmente la concezione concentrandosi sull’origine
interna, intrapsichica o meglio corporea, dell’evento
traumatico
• Interesse per la rimozione come difesa, si trascurano i
processi dissociativi
• pur attribuendo al trauma interno un ruolo organizzante
nello sviluppo: il trauma è il segno dell’inconciliabilità tra le
esigenze dell’individuo e la realtà esterna: l’individuo vive
una condizione originale di inermità davanti alle richieste
che gli vengono dal corpo e dall’impossibilità di soddisfarle
nella realtà
• importanti osservazioni cliniche su nevrosi di guerra, sogni
traumatici, coazione a ripetere.
ALLE RADICI ANTROPOLOGICHE DELLE
POLARIZZAZIONI IDEOLOGICHE DEL
DIBATTITO
• MITIZZAZIONE DEL TRAUMA: tendenza dell’uomo a
trovare un colpevole (interpretazione morale del dolore),
identificare la fonte del dolore sul piano delle cause
concrete per poterle facilmente eliminare (dispositivi
magici descritti dall’antropologia, De Martino, 1959;
Ellemberger, 1970), idealizzare il passato e i luoghi
protetti davanti all’asprezza della vita (narcisismo dei
gruppi, Volkan, 2005; Kernberg, 2007)
• OBLIO DEL TRAUMA: tendenza dell’uomo e delle
collettività a negare il male di cui è egli stesso causa e la
propria responsabilità (Arendt, 1965; Cohen, 2001;
Ricoeur, 2000; Zimbardo, 2007)
LE PROSPETTIVE SCIENTIFICHE E
CLINICHE CONTEMPORANEE
• Anni ‘70 interesse per i reduci del Vietnam
• Nuovi metodi di indagine epidemiologica
• Ricerca sperimentale
• Ricerca neurobiologica e brain imaging
VERSO UNA DEFINIZIONE
FUNZIONALE DI TRAUMA
• Studi di Martin Seligman sulle condizioni di
inescapability: gli animali che vengono posti nella
condizione di non potersi sottrarre all’esperienza
dolorosa non riesco ad attivare adeguate difese e
strategie comportamentali quando si ritrovano nella
condizione traumatica originaria
• Valutazione soggettiva della condizione di impotenza
(helplessness) come evento che “mette in scacco” le
capacità affettiva, cognitive, comportamentali di
gestione dello stress acuto: perdita di controllo e
sensazione di essere sopraffatti dall’evento
• Nell’uomo il vissuto soggettivo di impotenza è connesso
all’impossibilità di sollecitare nelle figure di riferimento
una risposta adeguata che modifichi lo stato di angoscia
intollerabile: helplessness/hilflosigkheit= senza aiuto
La condizione traumatica coincide con uno stato di sopraffacente
perdita di controllo cognitivo, affettivo e comportamentale in
presenza di un afflusso delle emozioni e degli stimoli sensoriali
associati a uno stress acuto e della constatazione dell’impossibilità
di modificare e sottrarsi a questa condizione (la sensazione di
inescapability descritta da Seligman, Van der Kolk)
Il “ricordo affettivamente carico del trauma” non è il ricordo di una
specifica esperienza emotivamente sovrastante con l’ambiente
fisico, ma la rievocazione di una transazione prototipica, all’interno
di una relazione di attaccamento disorganizzato, con un ambiente
sociale non sintonizzato che ha provocato una grave disregolazione
dell’arousal (Schore, 2004).
La ricerca contemporanea evidenzia come esperienze traumatiche
ripetute nell’ambito di relazioni significative determinano delle
conseguenze di lungo corso sullo sviluppo della personalità, sul senso di
identità, sulla psicopatologia e sul modo di vivere i rapporti interpersonali
e le dinamiche affettive.
L’importanza degli effetti di questi traumi relazionali o traumi
“microcumulativi” è legata alla predisposizione che gli esseri umani hanno
a modulare situazioni di intenso stress attraverso specifiche figure di
riferimento.
La perdita di una di queste figure, una loro forte inadeguatezza o
comportamenti francamente violenti, abusanti, umilianti costituiscono un
elemento fortemente traumatico poiché l’individuo è privato della
possibilità di modulare lo stato soverchiante attraverso la figura di
riferimento.
L’individuo è intrappolato in un dilemma senza soluzione tra
l’avvicinamento a alla figura protettiva e la fuga dal persecutore.
PSICOPATOLOGIA DEL TRAUMA
• Conseguenze specifiche sul piano psicopatologico: PTSD,
PTSD-complesso, risposte dissociative
• Diferenze individuali nelle risposte ai traumi: fattori
protettivi e resilience
• Ruolo del trauma nello sviluppo di patologie tradizionali:
disturbi d’ansia e depressione, disturbi del comportamento
alimentare e d’abuso di sostanze, condotte impulsive,
autolesive, TS, disturbi organici
• Impatto di traumi precoci e prolungati sullo sviluppo della
personalità: senso dell’identità, modelli di relazione,
regolazione degli stati affettivi, capacità di riflessione
• Modalità di funzionamento traumatico e disturbi di
personalità
CARATTERSTICHE DEL PTSD
• IPER-AROUSAL: sintomi vegetativi, insonnia,
irritabilità, startle reaction
• FENOMENI INTRUSIVI: flashback, immagini,
pensieri, sensazioni e percezioni
• OTTUNDIMENTO AFFETTIVO: numbing,
distanziamento affettivo,
• EVITAMENTO: evitamento attivo dei reminder del
trauma e ritiro sociale
PTSD
A)
B)
C)
D)
DSM -IV-R
Esposizione a traumi che implicano una minaccia di morte o
all’integrità fisica per la persona o per figure significative.
Ri-esperienza automatica e coattiva dell’evento traumatico: ricordi,
flashback, incubi notturni, comportamenti automatici, percezioni
sensoriali, reazioni di disagio o iper-reattività a stimoli che
riproducono in forma reale o simbolica la scena traumatica.
Evitamento persistente degli stimoli associati al trauma: evitamento
concreto di stati interni o situazioni esterne associate al trauma;
stati generali di ottundimento emotivo; ridotto interesse e
parteciazione affettiva; sintomi dissociativi (depersonalizzazione,
derealizzazione)
Aumentata reattività psicofisiologica (IPER-AROUSAL): stato di
allarme prolungato; reazioni neurovegetative; difficoltà di
addormentamento; irritabilità;
PSICOPATOLOGIA DISSOCIATIVA
• Alterazione della coscienza di sé in
rapporto al mondo che può prendere
diverse forme:
- Amnesia dissociativa
- Depersonalizzazione
- Derealizzazione
- Confusione dell’identità
- Disturbo dell’identità
La dissociazione comporta sempre:
- un restringimento del campo di coscienza: l’attenzione è
catturata da un aspetto unico del campo percettivo.
- Una compartimentalizzazione dell’esperienza: non sono
accessibili ricordi, percezioni e vissuti relativi a sé, all’altro e
al mondo esterno che non rientrano nei “parametri” del
campo di coscienza dissociato.
- L’automatismo e la rapidità della “commutazione” da uno
stato di coscienza all’altro che fanno perdere al soggetto il
“centro” della propria esperienza.
LE PROSPETTIVE EVOLUTIVE
• Gli studi clinici sui traumi prolungati di tipo II:
ripetizioni coattive delle scene traumatiche;
credenze personali; fenomeni dissociativi; giochi
traumatici in assenza di simbolizzazione
• Il modello evolutivo della dissociazione: il problema
della transizione di stato nel primo anno di vita
• Il dibattito sulla natura dell’attaccamento
disorganizzato: oltre la paura; la disregolazione
affettiva; le identificaizoni hostile-helpless
I traumi prolungati nei bambini:
osservazioi cliniche (Terr, 1990)
• Ripetizioni comportamentali coatte degli scenari
traumatici
• Assenza di gioco simbolico
• Credenze negative su di sé e sfiducia verso il
mondo esterno e verso il futuro
• Sentimenti di rabbia, paura, vergogna
• Aspetti dissociativi e auto-ipnosi
• Sintomi somatoformi, alessitimia, dolore
ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
• Aspetti dissociativi alla Strange Situation
• Correlazioni tra attaccamento disorganizzato e sintomi
dissociativi in età adulta
• Identificazioni hostile-helpless: triade: vittima-persecutoresalvatore
• Attaccamento disorganizzato e disregolazione affettiva
• Modello dell’attaccameto disorganizzato: dalla regolazione
degli stati di paura alla regolazione dei passaggi di stato e
dello stress psicofisologico: dissociazione come reazione
precoce al trauma
IL DISTURBO POST-TRAUMATICO
COMPLESSO
-
Attaccamento
-
Senso dei confini compromesso
Sfiducia e sospettositˆ
Difficoltˆ interpersonali
Difficoltˆ a sintonizzarsi con gli stati emotivi degli altri
Difficoltˆ nellÕassumere la prospettiva altrui
Funzioni biologiche
-
Problemi nello sviluppo senso-motorio
Analgesia
Disturbi nella coordinazione, nellÕequilibrio, nella regolazione del tono corporeo
Somatizzazione
Vari problemi medici (ad es., dolore pelvico, asma, problemi dermatologici, disturbi
auto-immuni, pseudo-colpi apoplettici)
Regolazione affettiva
-
Difficoltˆ nellÕautoregolazione emotiva
Difficoltˆ a identificare ed esprimere i sentimenti
Incapacitˆ nel comprendere e descrivere i propri stati interni
Difficoltˆ nel comunicare desideri e bisogni
Dissociazione
Alterazione dello stato di consapevolezza
Amnesia
Depersonalizzazione e derealizzazione
Due o pi฀stati distinti di consapevolezza
Compromissione della memoria episodica
I.
Controllo comportamentale
II.
Incapacitˆ a modulare gli impulsi
Comportamenti auto-distruttivi
Aggress ivitˆ etero-diretta
Modalitˆ patologiche di auto-confortarsi
Disturbi nel sonno
Disturbi alimentari
Abuso di sostanze
Eccessiva compiacenza
Comportamenti oppositivi
Difficoltˆ a capire e aderire alle regole
Ripetizione degli eventi traumatici in specifici comportamenti o nel gioco (temi di
violenza, sessuali, ecc.)
Area cognitiva
III.
Difficoltˆ nella regolazione dellÕattenzione e nelle funzioni esecutive
Labilitˆ temporale della curiositˆ
Difficoltˆ nellÕelaborazione di informazioni nuove
Difficoltˆ nel focalizzarsi su un obiettivo e nel portare a termine un compito
Carenza della costanza dellÕogge tto
Difficoltˆ nel pianificare e nel fare previsioni rispetto al futuro
Problemi nel capire il senso di responsabilitˆ
Difficoltˆ di apprendimento
Disturbi nello sviluppo del linguagg io
Compromissione dellÕorientamento spazio-temporale
Concetto di s฀
M ancanza di un senso di s฀continuo e prevedibile
M ancanza del senso di separatezza
Disturbi nellÕimmagine corporea
Scarsa au tostima
Senso di colpa e vergogna
ENDOFENOTIPO RELAZIONALE DEL BPD: (Gunderson,
American Journal of Psychiatry, 2008): relazioni caotiche,
alternanza di stati di idealizzazione e svalutazione, intolleranza
alla solitudine e iper-sensibilità al rifiuto
- Determinato nelle interazioni sociali anche se sostenuto da
componenti ereditabili.
- Implicazioni cliniche tipiche: , regressioni transferali, episodi
psicotici transitori, controtransfert, manipolatività, assenza di
confini nella relazione.
- Spiegano l’efficacia di trattamenti psicodinamici e cognitivi.
- Analoghi a forme di attaccamenti insicuri invischiati
(clinginess e iper-vigilanza relazionale) e disorganizzati (caos,
confusione, terrore della dipendenza).
- Precipita sintomi degli altri due endofenotipi: instabilità
affettiva (disforia, ricorrenza episodi depressivi) impulsività
(disregolazione degli impulsi, condotte auto-lesive, tentativi di
suicidio).
TRAUMI RELAZIONALI E FENOMEOLOGIA
BORDERLINE
-INTOLLERANZA ALLA SOLITUDINE E IPER-SENSIBILITA’ AL
RIFIUTO: impossibilità della relazione nell’ambito della relazione intima.
- DIFFICOLTA’ DI MODULAZIONE DELLA DISTANZA: episodi psicotici
transitori tengono il paziente lontano dall’oggetto traumatico di cui sente di
avere disperatamente bisogno.
- VISSUTO DI SE’: impregnazione di emozioni negative (rabbia, impotenza,
colpa, vergogna)
- IDENTIFICAZIONI TRAUMATICHE: rappresentazioni alternanti di tipo
HOSTILE-HELPLESS relative al sé e all’oggetto.
- INTERIORIZZAZIONI dell’oggetto alieno
DEFICIT DI COMPRENSIONE DEGLI STATI MENTALI
• IDENTITA’ E VISSUTO DI SE’ (Frawley, Davies, 1999):
colpa, vergogna, impotenza e rabbia inespressa legati
all’attribuzione a sé degli eventi traumatici: necessità di
mantenere viva un’immagine protettiva e salvifica del
genitore.
• Identificazioni hostile-helpless (Lyons-Ruth, 1998): il
bambino si identifica con gli stati di estrema impotenza
(genitori con gravi disturbi psichiatrici) o percepita
ostilità (genitori abusanti e maltrattanti)
•
•
•
Sé alieno il bambino apprende a dare un nome e una rappresentazione ai
propri stati emotivi attraverso la rappresentazione (rispecchiamento) che
ne fornisce il genitore. Quando il genitore vive emozioni spaventose o
entra in risonanza con le emozioni negative del bambino questi sviluppa una
rappresentazione di sé in cui gli stati fortemente negativi sono l’unica
possibile esperienza della realtà e delle relazioni: equivalenza psichica.
Queste rappresentazioni costituiscono il nucleo dell’identità aliena da cui il
bambino può difendersi solo attribuendole all’altro: quando questa
proiezione fallisce si rischia l’annichilimento del senso di esistenza poiché
l’identità collassa sul vissuto mostruoso o terrorizzato.
In questo tipo di contesti relazionali traumatici il bambino non crea una
capacità stabile di riflettere sui propri stati interni e di differenziarli da
quelli degli altri: il percorso di differenziazione dell’identità è gravemente
distorto e c’è un’interferenza con il processo di soggettivizzazione che si
sviluppa a partire dall’adolescenza.
SCRIPT TRAUMATICO (Meares, 1999)
“I ricordi dell’intrusione originaria vengono riattivati
dalle successive circostanze della vita.
Tipicamente, queste circostanze sono o contestuali
o affettive. Gli eventi attivanti contestuali sono
esterni. Nella situazione terapeutica essi
caratteristicamente emergono quando il terapeuta
inavvertitamente riproduce, in forma minore, un
aspetto dell’ambiente originariamente
traumatizzante”
IL CORPO TIENE IL CONTO: LA
NEUROBIOLOGIA DEL TRAUMA
BRUCE PERRY
Esperienza infantile ed espressione
del potenziale genetico: cosa ci dice
la trascuratezza del bambino sulla
controversia
Natura-Ambiente,
2001
I PRINCIPI DELLO SVILUPPO
• EPIGENETICO
• SEQUENZIALE
• USO-DIPENDENTE
• FINESTRE DI OPPORTUNITA’ E
VULNERABILITA’
8 PROCESSI DELLO SVILUPPO
NEUROBIOLOGICO
-
NEUROGENESI
-
MIGRAZIONE
-
DIFFERENZIAZIONE (specializzazione)
-
APOPTOSI
-
ARBORIZZAZIONE
-
SINAPTOGENESI E DISTRIBUZIONE RECETTORIALE
-
PRUNING: “scultura” sinaptica
-
MIELINIZZAZIONE
MODELLO NEUROARCHEOLOGICO
• Eventi traumatici di varia natura influenzano in periodi
sensibili la regolazione dei geni che guidano i processi di
maturazione, plasticità e organizzazione del Sistema
Nervoso Centrale (Perry, 2000):
• quanto più a lungo il bambino resta in un ambiente avverso,
quanto più precoce e marcata è la privazione, tanto più i
suoi deficit risulteranno indelebili e profondi.
• tanto più precoce tanto più generalizzato allo sviluppo de
SNC; tanto più prolungato tanto più diffuso e resistente al
cambiamento: sviluppo QI; nanismo psicosociale; disturbi
neuropsichiatrici gravi: autismo e psicosi infantili
ATTACCAMENTO E SOCIETA’
“Il bagno somatosensoriale di stimoli olfattivi, visivi, uditivi, gustativi e
tattili di un caregiver amorevole fornisce ripetutamente la stimolazione
sensoriale necessaria al neonato per esprimere il proprio potenziale
genetico nel formare e mantenere relazioni sane. Questa prima e
fondamentale relazione è il legame di attaccamento”.
• “Il potenziale genetico per un funzionamento socioemotivo sano, per
provare empatia, condividere, investire nel benessere della comunità, si
esprimeva meglio nei bambini che vivevano in gruppi di cacciatoriraccoglitori, in famiglie estese o all’interno di comunità molto unite
piuttosto che nella compartimentazione tipica del nostro mondo
moderno”.
- I traumi influenzano la struttura, le connessioni funzionali tra
diverse aree del SNC e la funzionalità dei circuiti dei
neurotrasmettitori e dei neuropeptidi che regolano le diverse
attività del cervello.
- In questo modo può risultare compromessa l’attività di quelle
aree o di quelle reti che consentono l’elaborazione
dell’esperienza traumatica e i più generali processi di
adattamento all’ambiente esterno
- E’ possibile evidenziare che le alterazioni neuropsicologiche
prodotte dai traumi corrispondono alle diverse caratteristiche
della psicopatologia post-traumatica
BESSEL VAN DER KOLK
IL CORPO TIENE IL CONTO:
Introduzione alla Psicobiologia del
Disturbo Post-Traumatico da Stress
I. EFFETTI PSICOFISIOLOGICI
A. Risposte autonomiche del SNA estreme a stimoli che rievocano il trauma
B. Iper-reattivitˆ a stimoli intensi ma neutrali (perdita della discriminazione degli
stimoli)
1. M ancata abituazione della risposta acustica dÕallarme (startle)
2. Risposta alle intensitˆ sonore sottosogliari
3. Profilo elettrico ridotto nei potenziali corticali collegati allÕevento
II. EFFETTI NEURO-ORM ONALI
A. Noradrenalina (NA), altre catecolammine
4. Catecolammine urinarie elevate
5. Aumento della risposta metabolica NA plasma alla yohimbina
6. Sotto-regolazione dei recettori adrenergici
B. Glucocorticoidi
7. Diminuzione dei livelli di glucocorticoidi inattivi
8. Diminuzione della risposta glucocorticoide dello stress
9. Sotto-regolazione dei recettori glucocorticoidi
10. Iper-sensibilitˆ al desametasone a basso dosaggio
C. Serotonina
11. Diminuzione dellÕattivitˆ della serotonina negli animali traumatizzati
12. Migliori risposte farmacologiche agli inibitori selettivi della ricaptazione
della serotonina
D. Oppioidi endogeni
13. Aumento della risposta oppioide a stimoli che ricordano il trauma
14. Condizionabilitˆ dellÕanelgesia indotta da stress
E. Ormoni diversi: Effetti sulla memoria
15. NA, vasopressina: consolidamento dei ricordi traumatici
16. Ossitocina, oppioidi endogeni: Amnesie
A.
B.
C.
D.
E.
II.
EFFETTI NEURO-ANATOM ICI
Diminuzione del volume dellÕippocampo
Attivazione dellÕamigdala e delle strutture connesse durante i flashback
Attivazione delle aree sensoriali durante i flashback
Diminuzione dellÕattivazione dellÕarea BrocaÕdurante i flashback
M ancata lateralizzazione dellÕemisfero destro
III.
EFFETTI IM M UNOLOGICI
A. Aumento del rapporto CD45 RO/RA
La reazione allo stress e l’Asse
Ipolamo-Ipofisi-Cortico-Surrene
• Gli eventi stressanti in condizioni normali aumentano la secrezione di
ormoni steoridei (CORT) il quale ha un effetto di inibizione e
modulazione della risposta stressante.
• In soggetti traumatizzati l’effetto modulatore del CORT è fortemente
ridotto a causa della ridotta produzione di CORT, ridotta presenza di
recettori per l’CORT nell’ippocampo (la struttura che inibisce gli altri
centri di risposta allo stress)
• In soggetti traumatizzati risultano attenuati gli effetti di automodulazione prodotti da neurotrasmettitori quali adrenalina,
noradrenalina, serotonina (iper-arousal e impulsività) a causa di una
ridotta presenza di recettori nel SNC.
• In soggetti traumatizzati risulta aumentata la produzione di oppiodi
endogeni che risultano implicati nel processo di analgesizzazione tipico
delle risposte dissociative
ALLAN SCHORE
LA DISREGOLAZIONE
DELL’EMISFERO DESTRO:
attaccamento raumatico e psicopatogenesi del Disturbo PostTraumatico da Stress
ATTACCAMENTO E REGOLAZIONE
AFFETTIVA
Traumi cronici nella matrice dell’attaccamento
interferiscono con la maturazione funzionale
dell’emisfero destro (corteccia orbito-frontale
destra) che svolge un ruolo di inibizione sui
processi di attivazione stressante del sistema
limbico, della formazione reticolare (arousal) e
dell’asse Ipotalamo-Ipofisi-Cortico-Surrene:
viene meno la possibilità di stabilire un equilibrio
tra attivazione simpatica (prontezza/iperarousal) e parasimpatica (riposo/dissociazione)
del SNA
Trauma e memoria
McFarlane e Yehuda (2000), “la caratteristica principale delle sindromi
traumatiche è che elementi reali o simbolici riattivano strutture di
memoria traumatiche, legate a stati affettivi intensi, che determinano
il comportamento e la percezione nel presente” (p. 900).
Elevati livelli di CORT determinano la degenerazione delle cellule
ippocampali: la struttura in cui avviene l’immagazzinamento del ricordo
episodico.
Le esperienze traumatiche vengono memorizzate solo a livello implicito
(amigdala): tracce attuali dell’episodio traumatico attivano le
componenti sensoriali (immagini, sensazioni fisiche) ed emozionali
(stati affettivi) del trauma senza che sia possibile ricostruire il
contesto del ricordo attraverso la memoria episodica.
Le esperienze traumatiche vengono rivissute (re-living) in modo
inconsapevole come se fossero delle esperienze attuali
NEUROSCIENZE DEL
TRAUMA
La disregolazione dell’emisfero
destro
Attaccamento traumatico e psicopatogenesi del
disturbo post-traumatico da stress
Allan N. Schore
Allan N. Schore sintetizza alcuni temi dello sviluppo
cercando di creare un ponte tra:
•
•
•
Conoscenze sui processi di maturazione neurobiologica
Organizzazione neurobiologica delle funzioni di regolazione
emotiva
Conoscenze derivate dalla cornice teorica dell’attaccameto
Ve go o i di ati dei lega i t a ualità dell’atta a e to e sviluppo
neurobiologico
Lo scopo è quello di inquadrare l’insieme di
fattori che determinano lo svilupparsi di
specifiche modalità di risposta allo stress.
Queste, infatti, risultano dipendere dal sistema
neurobiologico di risposta al pericolo che
l’individuo ha sviluppato a partire dalle
esperienze dei primi anni di vita, mediate dalla
relazione di attaccamento con la principale
figura di accudimento.
I circuiti di risposta allo stress
• Iniziano a formarsi già nel periodo pre- e post natale e
dipendono fortemente dall’emisfero destro
È do i a te ell’ela o azio e dell’i fo
controllo delle reazioni a queste
azio e so iale, e otiva e o po ea e el
È connesso con: Sistema Nervoso Autonomo
Sistema limbico
“iste a di egolazio e dell’a ousal
La parte della maturazione dell’emisfero destro legata
all’esperienza risulta dunque direttamente influenzata
dall’ambiente di attaccamento nei primi due anni di vita
•
Stress eccessivo in questo periodo si associa ad influenze avverse
sullo sviluppo del cervello
Trauma relazionale → Patte
a lu go te
i e di eattività auto o i a allo st ess
↓
Cambiamenti neuronali strutturali
•Una conseguenza è una precoce perdita di capacità di autoregolazione delle emozioni che
dete i a u a i apa ità el egola e l’i te sità e la du ata degli affetti.
Un attaccamento di tipo traumatico, che viene a formarsi nel periodo di
maggior plasticità del cervello, può dunque determinare le basi per una
vulnerabilità alla disfunzione nel periodo di stress e una
predisposizione al Disturbo Post-Traumatico da Stress.
•
soggetti con PTSD risultano avere disfunzioni a
carico dell’emisfero destro nella regolazione delle emozioni
La Corteccia prefrontale destra se
Amigdala destra
a i apa e di
odula e le fu zio i dell’
•Ela o a le esp essio i fa iali spave ta ti e la pau a o vista
•È implicata nelle reazioni di soprassalto causate dalla paura.
•È implicata nella risposta patologica allo stress
Trauma precoce
disregolazione dell’emisfero destro
organizzazione immatura della personalità
Deboli capacità di coping
P edisposizio e all’ipe attivazio e o alla disso iazio e
NEUROBIOLOGIA
DELL’ATTACCAMENTO SICURO
Nell’interagire, madre e bambino,comunicano attraverso i
segnali prodotti dal Sistema Nervoso Autonomo (Sistema
simpatico; Sistema parasimpatico)
La sensibilità materna agisce da organizzatore esterno della
regolazione biocomportamentale del bambino
Rispondendo in maniera sincrona, asincrona o tramite una
ipa azio e
i te attiva la madre permette al bambino di esperire stati di attivazione positivi
e/o negativi che vanno a determinare il legame di attaccamento di quella
specifica coppia e le emozioni ad esso legate.
Lo stile di attaccamento
(determinato dalla combinazione di predisposizioni temperamentali del
bambino e uno specifico ambiente di accudimento)
influenza direttamente la maturazione
del sistema limbico (SNC) e del SNA
•
Elabora
le
informazioni
partendo dalle emozioni che
guidano il comportamento e
permette al cervello di
Determina le risposte somatiche
delle emozioni
adattarsi all’ambiente
Entrambi sono regolati dall’ emisfero destro che, influenzato dall’espe ie za
proveniente dalla relazione di attaccamento, forma ampie o povere
connessioni limbico-autonomiche
• In accordo con quanto proposto da
Bowlby,
le
capacità
regolatorie
internalizzate del bambino si sviluppano in
relazione al comportamento materno
Modella i sistemi di reazione allo stress del bambino
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