Edilizia Sostenibile, un`opportunità per la categoria 34

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FEDER
COMATED
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FEDERCOMATED
Edilizia Sostenibile,
un’opportunità per la categoria
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a cura di Cecilia Bergamasco
il Commercio edile
marzo 2007
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COMATED
A di Nome e Cognome dell’autore
PAROLA
DI
PRESIDENTE
A di Giuseppe Freri
Un decreto
benefico
Finalmente l’efficienza energetica entrerà nelle nostre case. Nei
primi giorni di febbraio è stato
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 311,
di modifica dell’ormai noto decreto 192/05 sul rendimento
energetico nell’edilizia.
In queste pagine abbiamo voluto
fare il punto sul tema dell’efficienza energetica nell’edilizia e
aprire un dialogo su un tema che
nel futuro è chiamato a giocare
un ruolo sempre più importante.
Auspico che il precorso di confronto qui iniziato possa trovare
spazio anche al di fuori, in contesti concreti e operativi.
Con l’occasione voglio ricordare
che nell’ambito di Confcommercio sul tema energetico è stata
costituita una commissione
energia-ambiente a cui partecipiamo come Federcomated con
il nostro delegato Bernhard Hilpold. La Federazione dà un grande supporto a questa commissione che presenterà a breve uno
studio in merito che auspichiamo possa essere preso in esame
dalla commissione di Governo.
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marzo 2007
Edilizia Sostenibile,
un’opportunità
per la categoria
È entrato in vigore il nuovo decreto sul rendimento energetico nell’edilizia.
Si aprono per i commercianti di materiale edile nuove opportunità, dalla
consulenza alla certificazione energetica degli edifici. Ma il primo passo
deve essere la formazione
Il settore residenziale e terziario, composto
per la maggior parte da edifici,
rappresenta oltre il 40 per cento del
consumo finale di energia dell’Unione
europea. Si tratta di una voce, sul bilancio
energetico dei 25 Paesi, decisamente
incidente, soprattutto se si considera il
fatto che tale settore è in netta espansione
– a scapito di quello industriale – e i suoi
consumi di energia e le emissioni di
biossido di carbonio sono destinati ad
aumentare. In Italia la percentuale sale al
45 per cento con un incremento annuo dei
consumi del 2 per cento. Se consideriamo
che i cittadini europei trascorrono il 90
per cento della loro vita all’interno di un
edificio, pensare di migliorare le
prestazioni energetiche e il comfort di
abitazioni e uffici dovrebbe essere la
deduzione più logica.
La Commissione europea ha affrontato il
tema energetico nell’edilizia, prima con la
direttiva 93/76/Cee, e successivamente
con la direttiva 2002 /91/Ce con cui viene
dato l’avvio a un programma di
promozione del risparmio energetico in
edilizia. Un programma che passa
attraverso quattro distinte linee di azione:
indicazioni minime di rendimento
energetico per tutti i nuovi edifici in
funzione delle condizioni climatiche locali;
promozione dell’efficienza energetica negli
impianti di climatizzazione estiva; linee
guida per le analisi energetiche degli
edifici e, in fine, la certificazione
energetica negli edifici come principale
strumento di promozione dell’efficienza
energetica presso gli utenti finali.
Le novità nelle norme attuative
In Italia tale direttiva è stata recepita con
il decreto Legislativo numero 192 del 19
ottobre 2005. Il provvedimento, ancora
privo delle normative attuative successive,
ha introdotto alcune novità come
l’obbligatorietà del solare termico nelle
nuove strutture pubbliche, l’obbligo di
termoregolazione e di predispostone al
solare per qualunque intervento di nuova
edificazione o ristrutturazione.
Il decreto in questione si è inserito nel
contesto operativo della legge 10 del
1991 che prevede un sistema di
promozione dell’efficienza energetica in
edilizia molto ambizioso, ma che per oltre
quindici anni è rimasto sulla carta,
portando gli edifici italiani agli ultimi posti
in Europa in termini di efficienza
energetica.
Una situazione, per fortuna, destinata a
cambiare, dato che finalmente il 2
febbraio scorso è stato pubblicato in
Gazzetta Ufficiale il decreto Legislativo
numero 311 del 29 dicembre 2006
riportante «Disposizioni correttive e
integrative al decreto legislativo 19 agosto
2005, numero192, recante attuazione
della direttiva 2002/91/CE, relativa al
rendimento energetico nell’edilizia».
Il provvedimento, come recita il testo, è
applicato, ai fini del contenimento dei
consumi energetici, «alla progettazione e
realizzazione di edifici di nuova
costruzione e degli impianti in essi
installati, di nuovi impianti installati in
edifici esistenti, delle opere di
ristrutturazione degli edifici e degli
impianti esistenti con le modalità e le
eccezioni previste ai commi 2 e 3;
all’esercizio, controllo, manutenzione e
ispezione degli impianti termici degli
edifici, anche preesistenti, secondo
quanto previsto agli articoli 7, 9 e 12; alla
certificazione energetica degli edifici,
secondo quanto previsto all’art. 6». Ma
non solo, sono infatti chiamati in causa
anche gli edifici esistenti, elemento
particolarmente importante dato il nostro
patrimonio edilizio poiché la maggior parte
delle attività nel settore sono rivolte alle
ristrutturazioni piuttosto che alle nuove
costruzioni. «Nel caso di ristrutturazione
di edifici esistenti, e per quanto riguarda i
requisiti minimi prestazionali di cui
all’articolo 4, – si legge nel testo del
decreto – è prevista un’applicazione
graduale in relazione al tipo di intervento».
A tale fine, il testo prevede diversi gradi di
applicazione a seconda del tipo di
intervento e della volumetria su cui si
interviene. La certificazione energetica è
dunque richiesta, oltre che per i nuovi
edifici, anche per quelli oggetto di
compravendita (a partire dal primo luglio
2007 per i passaggi di proprietà di interi
edifici superiori ai 1000 metri quadrati,
per arrivare al primo luglio 2009 per le
singole unità immobiliari).
Si tratta di una novità estremamente
importante, poiché consente di spingere il
Nella Provincia di Bolzano è
in vigore da alcuni anni la
legge «CasaClima» che
prescrive dei limiti per
quanto riguarda il consumo
energetico
(foto Matteo Thun e Partners)
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Per raggiungere certi standard di
consumo energetico è necessario
prendere in considerazione tutto il
sistema edificio e non singolarmente
le diverse parti
(foto Matteo Thun e Partners)
mercato verso l’acquisto di edifici a basso
consumo di energia, come del resto è già
avvenuto con gli elettrodomestici grazie
all’introduzione dell’etichetta energetica, e
per stimolare i costruttori verso edifici ad
alta efficienza energetica.
Norme più severe
per la dispersione termica
Il nuovo decreto introduce inoltre norme
più rigorose sui limiti di dispersione
termica dell’involucro. Vengono infatti
anticipati di un anno i livelli di isolamento
previsti nel precedente decreto Legislativo
per il 1/1/2009 e viene introdotta una
soglia più incisiva per il 2010.
Quest’ultimo obiettivo consentirà di
ridurre entro 3 anni i fabbisogni termici
dei nuovi edifici del 20-25 per cento
rispetto agli attuali valori.
Novità importanti anche sul versante degli
impianti. È previsto l’obbligo in tutti i
nuovi edifici del solare termico. Questa
misura creerà un mercato di 500mila
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metri quadrati l’anno di pannelli solari
entro il 2009, contro i 72mila del 2005.
Sempre per i nuovi edifici viene prevista
anche una superficie minima fotovoltaica.
Tutte queste misure consentiranno di
ridurre i consumi energetici, favoriranno la
crescita di una industria italiana del solare
e stimoleranno i progettisti e costruttori a
realizzare edifici con un’integrazione
architettonica degli impianti solari.
Il decreto prevede per gli immobili nuovi e
nel caso di ristrutturazioni di edifici di
superficie utile superiore a mille metri
quadrati, l’obbligatorietà di sistemi
schermanti esterni.
Il testo, in sinergia con i provvedimenti di
detrazione fiscale del 55 per cento per la
riqualificazione energetica dell’edilizia
esistente previsti nella legge Finanziaria
2007, lancia un potente segnale per lo
sviluppo dell’industria delle costruzioni. I
livelli di efficienza energetica richiesti per
i componenti degli edifici e degli impianti
rafforzeranno i comparti industriali
interessati e ne favoriranno la
competitività sul mercato internazionale.
Le misure adottate rappresentano, di fatto,
una vera e propria rivoluzione tecnologica
nel settore dell’edilizia. I benefici si
tradurranno presto in numeri. Secondo
l’esperienza della Provincia di Bolzano, il
consumo di una abitazione standard è
attorno ai 15-20 litri al metro quadrato
per ogni anno – per cui, se si considera un
alloggio 90 metri quadrati, i consumi
ammontano a 1,4-1,8 tonnellate/anno –,
mentre per un edificio costruito secondo
lo standard C della CasaClima in provincia
di Bolzano, il consumo è più che
dimezzato.
Un impegno per tutta la filiera
«La Federazione – commenta Giuseppe
Freri, Presidente di Federcomated –
accoglie con favore ed entusiasmo il nuovo
decreto relativo al rendimento energetico
nell’edilizia. Il tema dell’energia è per noi
di indubbio interesse. Il provvedimento
coinvolge il mondo delle costruzioni,
impegnando tutta la filiera, ma quello che
è importante è che si tratta di una
disposizione finalizzata verso il
consumatore finale con l’obiettivo di
migliorare la qualità e il comfort
abitativo».
Anche Mario Verduci, Segretario Generale
di Federcomated, vede con occhio positivo
il nuovo decreto: «Salutiamo
positivamente la nuova legge – dice
Verduci -, che è importante per i nostri
associati ma anche per il Paese perché
incentiva la riduzione degli sprechi
energetici attraverso l’utilizzo di materiali
che migliorano le prestazioni energetiche
degli edifici». Il Segretario generale
ricorda tuttavia che la legge non può
trovare la piene operatività perché manca
dei decreti attuativi. Federcomated è stata
ed è molto attenta alla questione
dell’efficienza energetica nell’edilizia,
tanto che nell’ambito di Confcommercio è
stata costituita una Commissione EnergiaAmbiente che segue da vicino tutte le
tematiche del settore e a cui partecipa
anche un delegato di Federcomated, nella
persona di Bernhard Hilpold, presidente
dell’Ascomed Bolzano. Proprio nell’ambito
della Commissione è stato redatto uno
studio sul tema energetico, che verrà
presentato a Roma e con l’auspicio che
possa essere preso in considerazione in
sede di Governo. Dal punto di vista
operativo – sottolinea il Presidente – la
nuova situazione normativa rappresenta un
incentivo all’impiego di materiali più
avanzati nelle applicazioni edili. Come
distributori, il provvedimento è quindi
un’occasione di marketing di prodotti
innovativi che permettono un maggiore
risparmio energetico, un vantaggio per la
salute e un più elevato comfort per
l’utente finale.
«Il decreto sul rendimento energetico
nell’edilizia – conclude Freri – ha aperto la
possibilità per la nostra Federazione di
realizzare un sogno: fare in modo che i
rivenditori di materiali edili possano
diventare dei certificatori energetici».
Delle potenzialità della certificazione
energetica per la categoria dei rivenditori
ne è convinto anche Verduci, che tuttavia
ricorda la necessità di fare formazione
presso gli operatori. Per Federcomated il
decreto rappresenta quindi un’occasione
di notevole business. È una normativa
molto importante per tutti gli operatori:
dagli artigiani alle Pmi, all’utente finale;
ma soprattutto rappresenta un’opportunità
per migliorare l’ambiente in cui viviamo e
risparmiare l’uso di fonti di energia, di cui
l’Italia non ne è certo ricca.
Giuseppe Freri,
presidente di Federcomated
Mario Verduci,
segretario generale di
Federcomated
CASACLIMA
Nella Provincia di Bolzano è in vigore da alcuni anni la legge «CasaClima» che prescrive
dei limiti per quanto riguarda il consumo energetico. Lo standard C (richiesta minima)
equivale a un consumo di 7 litri di gasolio al metro quadrato di superficie di una
abitazione all’anno. Per le categorie superiori (Oro, A e B) è stata introdotta l’etichetta
energetica «CasaClima» (Oro, A e B) e i compratori esigono ormai solo edifici di classe A
e B o addirittura Oro, con consumi minimi rispetto agli edifici esistenti nel resto del nord
Italia. Giusto per dare un’idea, CasaClima Oro è una casa passiva e non ha bisogno di
energia per il riscaldamento, CasaClima A equivale a 3 litri di gasolio al metro quadrato
all’anno e la CasaClima C equivale a 5 litri di gasolio al metro quadrato all’anno.
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Un’opportunità per i rivenditori
Bernard Hilpold,
presidente Ascomed di
Bolzano
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Ma vediamo, più nel dettaglio cosa
significa e quali opportunità apre il nuovo
decreto sul rendimento energetico
nell’edilizia, recentemente apparso in
Gazzetta Ufficiale.
Per meglio comprendere tali riflessi
abbiamo interpellato per primo proprio
Bernhard Hilpold, Presidente di Acomed
Bolzano e rappresentante di Federcomated
nell’ambito della Commissione EnergiaAmbiente di Confcommercio.
«Il decreto 192/05, aggiornato con il nuovo
decreto 311 del 29 dicembre 2006 e
apparso in Gazzetta ufficiale il 2 febbraio
scorso – spiega Bernhard Hilpold –
rappresenta per tutti i rivenditori edili
un’opportunità perché apre un nuovo
ambito di azione, quello della consulenza».
Oggi come oggi, il produttore può offrire
solo i materiali presenti nel suo portafoglio
di prodotti e l’utilizzatore finale, dal canto
suo, tende a essere attento all’aspetto
pratico e non è sempre aggiornato sulle
novità introdotte nel mercato. Il rivenditore,
invece, può diventare un tramite e offrire
un servizio di consulenza su quelle che
sono le diverse scelte di materiali che il
mercato offre, anche in funzione delle
normative vigenti, che spesso introducono,
come nel caso del decreto Legislativo 311,
importanti novità nel modo di progettare e
costruire un edificio. «Dalla nostra parte –
commenta Hilpold – abbiamo il vantaggio
di essere una figura generalista, con
un’ampia panoramica del settore e del
mercato. Se siamo in grado di cogliere
questa congiuntura si apre per noi un
nuovo business con la possibilità di
evolvere le nostre competenze e le nostre
mansioni». Il decreto, poiché si applica sia
alle nuove realizzazioni sia alle
ristrutturazioni di edifici esistenti, di fatto,
introduce due ambiti di azione e il
cittadino è coinvolto in prima persona,
soprattutto se si tratta di ristrutturazioni.
Tuttavia nella maggior parte dei casi
l’utente finale non ha le competenze per
poter gestire un intervento secondo le
procedure corrette previste dalla
normativa. È evidente che il cittadino,
quando deve fare un intervento
sull’isolamento termico e acustico della
propria abitazione, necessita di un
consulente a cui rivolgersi poiché deve
sapere quali materiali utilizzare e in che
modo. Il rivenditore potrebbe quindi offrire
un pacchetto di consulenza «chiavi in
mano», supportando il cliente nella scelta
dei materiali e nelle modalità migliori per
avere una casa che sia a «regola» di
certificazione energetica.
«La nuova normativa – sottolinea Hilpold –
prevede infatti che vi sia un prodotto
completo, ovvero che si affronti il
contenimento dei consumi energetici in
tutti i suoi aspetti, da quello degli impianti
termici a quello degli isolamenti, e per
isolamenti si intendono il tetto, le
pavimentazioni e le pareti comprensive di
serramenti».
Per raggiungere certi standard di consumo
energetico è infatti necessario prendere in
considerazione tutto il sistema edificio e
non singolarmente le diverse parti,
viceversa si rischia di avere una struttura
con evidenti perdite di efficienza dal punto
di vista energetico.
È chiaro che in tale contesto la figura del
rivenditore assume nuova importanza, ma
tuttavia per offrire un servizio di consulenza
in questo ambito sono necessari adeguati
livelli di conoscenza e informazione della
materia. Oggi sono ancora pochi i
rivenditori in grado di proporsi come
consulenti per l’edilizia energeticamente
sostenibile ed efficiente. Se il
commerciante decide di offrire un servizio
di consulenza e muoversi in tale direzione è
bene che consideri di investire in
formazione del personale, perché questo
possa acquisire il necessario know how. «Si
tratta di un investimento oggi – dice
Hilpold -, ma che sicuramente si trasforma
in una risorsa e in un’opportunità di
business in un futuro nemmeno troppo
lontano».
Un servizio completo dalla consulenza
alla fornitura
Dello stesso parere è anche Alessandro
Bilancino, Presidente di Ascomed Firenze:
«La nostra categoria, come distributori,
rispetto alle altre realtà della filiera edile si
pone in una posizione importante nei
confronti del decreto che recepisce la
direttiva europea, poiché possiamo
assumere un ruolo di consulente. Non ci
limitiamo solo a vendere materiale, ma
siamo anche in grado di proporre differenti
soluzioni a seconda delle esigenze del
cliente. E questo possiamo farlo – spiega
Bilancino – perché, a differenza di chi
produce, progetta o costruisce, abbiamo
una visione più ampia delle soluzioni
presenti sul mercato».
Giovanni Pietro Leoni, Presidente di
Ascomed Sassari, così commenta l’entrata
in vigore della normativa: «Il nuovo
decreto non è motivo di preoccupazione,
ma nemmeno un’opportunità. Abbiamo
incontrato i progettisti con cui abbiamo
rapporti consolidati, per vedere le nuove
tendenze, ed è emerso che esistono
materiali che costano di meno e sono
migliorativi, rispetto ad altri che costano di
più e non apportano particolari vantaggi».
Sulle opportunità offerte dal decreto ne è
convinto Salvatore Fortunato, Presidente di
Ascomed Lecce, ma non sono poche anche
le difficoltà. «Sicuramente la nuova
normativa rappresenta un’opportunità, ma
è necessario possedere una preparazione
adeguata. Per i rivenditori – sostiene
Fortunato – il decreto rappresenta
l’occasione di offrire al cliente un servizio
completo, dalla consulenza alla fornitura
del materiale; ma purtroppo tale
opportunità è ancora in fase embrionale,
poiché attualmente non esistono le
condizioni, anche perché gli acquirenti non
sono preparati ad affrontare costi maggiori.
Credo ci vorranno ancora almeno tre anni
perché questo mercato possa
effettivamente trovare la sua collocazione».
In linea anche Carmela De Masi, Presidente
di Ascomed Roma: «La Federazione crede
fortemente in questa nuova via, poiché è
consapevole dell’importanza di riuscire a
ritagliarsi uno spazio in tale ambito. La
distribuzione deve rivedere l’intero sistema,
e oggi dobbiamo fare molta strada,
soprattutto dobbiamo puntare sulla
formazione. Si tratta di un provvedimento
normativo molto importante, ma non
sconvolgerà il settore, come invece è
avvenuto con le agevolazioni Iva».
Considerando nel dettaglio il decreto,
perché questo possa essere pienamente
messo in pratica devono essere emanati i
Alessandro Bilancino,
presidente Ascomed di
Firenze
Piero Giovanni Leoni,
presidente Ascomed di
Sassari
Salvatore Fortunato,
presidente Ascomed di
Lecce
Carmela De Masi,
presidente Ascomed di
Roma
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Andrea Biagioni,
presidente Ascomed
di Pesaro e Urbino
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decreti attuativi, previsti per il mese di
marzo. «Noi auspichiamo, oltre a una
celere pubblicazione dei decreti attuativi –
spiega Hilpold -, anche che le disposizioni
non diano troppa autonomia a Regioni e
Province in materia regolatoria; ma
piuttosto definiscano degli standard
applicabili a tutto il territorio nazionale.
Viceversa si rischierebbe un proliferare di
normative differenti in tema di
certificazione energetica. Si creerebbe un
ginepraio in cui tutta la filiera, dal
progettista al rivenditore al costruttore, non
saprebbe più come districarsi. Giusto per
fare un esempio, il criterio che usiamo in
Trentino Alto Adige andrebbe bene anche
per la Sicilia».
L’Italia è caratterizzata da differenti zone
climatiche e strutture abitative, e questo
può rappresentare un problema, soprattutto
nel caso di interventi di ristrutturazione.
«Quando si parla di ristrutturazione di
palazzi – spiega De Masi -, con interventi
per il miglioramento dei rendimenti
energetici si deve pensare a lavori che
prevedono profondi sconvolgimenti anche
degli ambienti interni, per questo oggi
l’utente non è particolarmente propenso a
effettuare tale tipologia di intervento. Di
fatto oggi il mercato è influenzato dalla
realtà abitativa, è evidente – continua la
Presidente di Ascomed Roma – che se si è
in presenza di edifici di piccole dimensioni,
come le villette, applicare un sistema a
cappotto è molto più semplice rispetto a
farlo, per esempio, su grandi palazzi che
sono poi le abitazioni tipiche di città come
Roma e Milano. In situazioni come queste
è più difficile intervenire».
Da un punto di vista di mercato con
l’introduzione dei criteri di efficienza
energetica nell’edilizia, le opportunità di
crescita dei fatturati sono notevoli. Il caso
dell’Ascomed di Bolzano ne è una prova
concreta: lo scorso anno ha registrato un
aumento del fatturato del 25 per cento
legato alla vendita di materiale edile ad
alte prestazioni energetiche. Ma non solo,
aumenta anche il numero di prodotti che è
possibile offrire al cliente. Esistono oggi
nuovi laterizi, con componenti innovative,
ultramoderne e naturali. Si parla quindi di
nuovo sviluppo del settore sia in termini di
quantità, sia in termini di qualità.
«È indubbio che per il mondo dell’edilizia –
commenta Andrea Biagioni, Presidente di
Ascomed Pesaro e Urbino – il decreto
rappresenta una grande opportunità di
mercato, anche solo in termini di volumi
del materiale venduto. Il testo prevede
infatti valori di isolamento termico molto
maggiori di quelli attuali e questo implica
un aumento del materiale isolante richiesto
dal mercato».
Critico è invece Giovanni Leoni, «Non credo
che a oggi ci possa essere un maggior
fatturato legato a questa tipologia di
materiali. Attualmente – spiega Leoni –
l’aumento di fatturato è legato all’aumento
dei prezzi della materia prima che dalla
fine del 2005 all’inizio di quest’anno è
cresciuto in modo sconsiderato, in
particolare l’acciaio e il ferro. Perché si
possa avere un incremento del fatturato a
seguito della vendita materiale isolante, vi
deve essere una maggior informazione
verso il cliente finale». «È chiaro che
materiali innovativi e di maggior qualità
costano di più – sottolinea Hilpold – e
questo si traduce in un maggior costo
iniziale per la realizzazione dell’edificio, ma
è ormai comprovato che nel giro di due o
tre anni si ha il rientro dei costi, grazie ai
risparmi energetici ottenuti. Con questo
nuovo modo di costruire, i consumi
energetici sono contenuti e di conseguenza
anche la spesa energetica, si riducono
inoltre le emissioni di anidride carbonica –
gas responsabile dell’effetto serra -, e si
ottiene un miglior comfort ambientale e una
maggior salubrità degli ambienti».
NORME E LEGGI PER IL RISPARMIO
ENERGETICO NELL’EDILIZIA
• La legge 10/91
La legge italiana 10/91 prevedeva un attestato per il risparmio energetico degli edifici,
che non è stata applicata in quanto mancavano le disposizione attuative.
• Direttiva Ce91/2002
La direttiva Europea 91/2002 prevede che dal 2006 tutte le abitazioni siano munite di
un attestato energetico che ha una validità di dieci anni. Questo attestato certifica il
consumo energetico annuo dell’edificio.
• Decreto Legislativo 19/08/2005 numero 192
Definisce i criteri, le condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche
degli edifici. Applicando la legge 10/91, il decreto ministeriale del 27/07/2005,
nonché la direttiva Ce 91/2002.
Materiali edili certificati
Parlando di qualità dei prodotti, questa è
assicurata dal marchio CE, poiché tutto il
materiale utilizzato per l’isolamento termico
e acustico deve essere certificato e dotato
di una scheda tecnica riportante le
caratteristiche del prodotto. È una sicurezza
per il venditore, ma anche una tutela per il
cittadino. Poiché «oggi esiste una vera e
propria frenesia da parte dei produttori, che
immettono sul mercato sempre nuovi
prodotti, non sempre validi – commenta
Alessandro Bilancino-. Va quindi fatta una
cernita su quelli che sono i prodotti presenti
e va fatta pensando al futuro. Il rivenditore
deve quindi effettuare delle scelte
considerando la gestione del materiale per
tutto il suo ciclo di vita, e non solo per
l’utilizzo nell’immediato. Non dobbiamo
dimenticare – sottolinea Bilancino – che tali
materiali saranno presenti nelle abitazioni e
dovranno quindi garantire salubrità e
comfort. In questo ambito noi, come
rivenditori, abbiamo un ruolo importante:
possiamo scegliere di non tenere materiali
scadenti, ma solo prodotti che assicurino
qualità e sicurezza». «Oggi esistono dei
problemi dal punto di vista tecnico, poiché i
progettisti stanno progettando ancora con i
vecchi criteri – incalza Salvatore Fortunato -.
Le opportunità sono tante, anche solo per
poter ampliare la nostra offerta di prodotti,
ma se il progettista non incomincia a
introdurre i nuovi criteri di progettazione noi
non possiamo avanzare proposte di nuovi
prodotti, che magari costano di più e che
quindi dal cliente vengono visti come un
tentativo da parte nostra di vendere materiale
più costoso». Parlando di prescrittori, anche
De Masi afferma che «i progettisti sono
sensibili solo alle imposizioni di legge, per
questo sono più attenti alla costruzione dei
nuovi edifici, mentre rispetto all’esistente
sono ancora legati ai vecchi criteri del
costruire».
Chi certifica gli edifici?
Il decreto prevede, come detto, la
certificazione dell’edificio, questo significa
che dovranno esserci enti – a livello
provinciale – addetti alla certificazione, con
un albo dei certificatori accreditati. «A
Bolzano per esempio è presente CasaClima –
ricorda Hilpold – e tutte le certificazioni sono
rilasciate secondo lo standard di CasaClima.
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Anche a Milano, la Provincia di Milano ha
creato una struttura di certificazione,
chiamata Sacert, con un suo albo di
certificatori titolati a rilasciare la
certificazione energetica dell’edificio». La
certificazione energetica rappresenta una
vera e propria opportunità per i
commercianti edili. «Noi abbiamo le
potenzialità per diventare certificatori
energetici – sottolinea Alessandro Bilancino
– e fornire una più appropriata consulenza
per quanto riguarda l’impiego di materiali
edili più adeguati a ogni differente
situazione. È questa per noi un’importante
occasione, perché possiamo essere veicolo
d’informazione e di cultura e non pensare
solo al mero guadagno». Guarda alla
certificazione energetica anche Andrea
Le giornate delle imprese
della distribuzione edile
Genova e Savona
«Vendere attraverso il rivenditore» è stato il
titolo della seconda giornata del rivenditore
edile organizzata a Genova dalla
Federazione Nazionale lo scorso 3 febbraio,
per incontrare gli associati del capoluogo
ligure e di Savona.
Nella splendida cornice di Villa Spinola,
sulla collina di Albaro, sotto le preziose
volte affrescate del piano nobile, si è infatti
riunito un folto pubblico che ha incontrato i
Presidenti provinciali, Mario Trotta e Giulio
Delfino, insieme ad altri dirigenti e
rappresentanti locali e nazionali.
L’obiettivo dell’incontro, illustrato dal
Presidente Nazionale di Federcomated
Giuseppe Freri, non è solo quello di
riconoscersi in un’identità di gruppo che
abbia un suo ruolo specifico nel settore, ma
soprattutto quello di aprirsi agli altri attori
della filiera delle costruzioni, per cooperare
nella ricerca di uno sviluppo economico e
qualitativo del mercato che sia in grado
Biagioni, secondo cui: «la certificazione
energetica rappresenta un’importante
opportunità, ma si deve passare attraverso un
primo step che è quello della formazione e
dell’informazione sul territorio, da realizzare
in partnership con realtà che oggi sono già
pronte ad affrontare il tema in questione».
Sensibilizzare l’opinione pubblica
Perché il mercato dell’efficienza energetica
possa effettivamente prendere piede ci
vorranno dai 3 ai 5 anni, spiega Hilpold.
Tuttavia vi sono oggi strumenti che
incentivano l’applicazione dei criteri di
efficienza energetica, come la nuova
finanziaria che prevede una riduzione del 55
per cento dell’imposta, e fino a un massimo
di 100mila euro, per gli interventi di
anche di contribuire al benessere generale
della società. È infatti fuor di dubbio che la
filiera delle costruzioni sia, nel nostro
Paese, uno dei fattori trainanti dell’economia
e che, al suo interno, il ruolo del rivenditore
– ma sarebbe meglio dire del ‘distributore’
come ha tenuto a sottolineare nel corso dei
lavori Paolo Beneggi, presidente di
Sercomated – giochi un ruolo determinante,
in quanto punto di incontro di tutti gli attori
in gioco: industrie produttrici, imprese e
applicatori, progettisti e utenti finali. Questo
ruolo, in grado di incidere su questioni
fondamentali per la nostra epoca come la
tutela dell’ambiente e la salvaguardia della
salute di operatori e fruitori, può essere
svolto solo da una rete capillare diffusa sul
territorio (e mai quindi direttamente dal
produttore) che goda di un contatto diretto
con il pubblico, di cui di fatto influenza le
scelte. Ma se nei Paesi commercialmente
evoluti del Nord Europa tale ruolo è
riconosciuto e premiato, in Italia si tende
spesso a sminuirne il valore, riducendo il
punto vendita a un semplice luogo di
smistamento dei prodotti. Perché il mercato
Nella foto da sinistra: Mario Trotta, presidente Ascomed di Savona; Giuseppe Freri, presidente di
Federcomated; Mario Verduci, segretario generale di Federcomated e Giulio Delfino, presidente
Ascomed di Genova
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riqualificazione energetica effettuati entro il
31/12/2007. «Il principio è indubbiamente
buono – commenta Hilpold -, ma credo che
il metodo non sia dei migliori. Si tratta
infatti di un arco di tempo troppo ristretto,
sarebbe stato meglio prevedere incentivi
meno elevati ma su un periodo ti tempo più
lungo. Alle condizioni attuali si crea una
vera e propria corsa nel tentativo di riuscire
a utilizzare le agevolazioni, senza contare
poi che è possibile usufruire degli sgravi
fiscali solo se l’intervento di riqualificazione
energetica è certificato. Oggi – aggiunge
Hilpold – non ci sono ancora le competenze
necessarie perché vi possano essere dei
certificatori energetici su tutto il territorio
nazionale. Il precorso formativo è partito
troppo tardi». Non solo il percorso formativo
possa riconoscere l’importanza del ruolo del
distributore è necessario che esso per primo
si ‘apra’ nei confronti della sua stessa
categoria (collaborando e interagendo con i
propri concorrenti) ma anche e soprattutto
delle altre parti che interagiscono nel settore.
Rivendicando il suo essere ‘tramite’, anello
che unisce una stessa catena, il distributore
può svolgere un’azione fondamentale
d’informazione-formazione che costituisce per
gli stessi prodotti un plusvalore d’importanza
strategica. Forti di queste convinzioni, gli
organizzatori della giornata hanno organizzato
per gli addetti ai lavori è iniziato troppo
tardi, ma anche il percorso di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
«Oggi i nostri clienti – commenta Salvatore
Fortunato – non sono ancora in grado di
recepire il risparmio energetico nell’edilizia
come una questione determinante e
soprattutto come un investimento per il
risparmio di domani. Purtroppo ci troviamo
ancora molto impreparati dal punto di vista
culturale».
«E per il futuro – aggiunge De Masi –
confidiamo nell’intelligenza del cittadino,
che incrementi la sua sensibilità nei
confronti del tema energetico e sia più
propenso a utilizzare fonti energetiche
rinnovabili come il solare termico e il solare
fotovoltaico».
una tavola rotonda, moderata da Mario
Verduci direttore generale di Federcomated,
proprio con l’obiettivo di aprire un dialogo tra
le parti. Al dialogo, che sin dalle prime
battute si è rivelato estremamente vivace,
sono stati invitati a partecipare rappresentanti
dell’industria, Enrico Grasso di Mapei e
Bianco di Weber & Broutin, delle imprese,
Antonio Fabbri di Consedil e Marchese della
Cna, il vicepresidente dell’Ordine degli
architetti di Genova Claudio Casarini,
l’analista del settore dei prodotti vernicianti
Vieri Barsotti e, naturalmente, i rappresentati
di Ascomed e Federcomated. Discutere vuol
dire anche fare emergere le relative
insoddisfazioni e immediatamente sono venuti
a galla i problemi connessi, per esempio, alla
pratica delle industrie di vendere,
direttamente con propri agenti, i prodotti alle
imprese (erodendo mercato ai rivenditori di
zona), o di queste ultime di consorziarsi in
gruppi di acquisto che aumentano il loro
potere contrattuale nei confronti delle
industrie (saltando anche in questo caso i
punti vendita); la scarsità d’informazioni
trasmesse dalle industrie ai rivenditori
soprattutto in relazione ai prodotti nuovi o di
alto contenuto tecnologico; il ritardo nei
pagamenti da parte di un numero sempre
maggiore di imprese…
Tuttavia, tutte le parti sono ben consapevoli
che il punto vendita sia il luogo deputato alla
formazione degli applicatori, alla trasmissione
delle informazioni alla committenza
(progettisti e utenti finali), di volta in volta
show room di esposizione e dimostrazione dei
prodotti. «Il rivenditore è l’anello che collega
la qualità della produzione alla qualità
dell’applicazione… luogo privilegiato di
offerta e di dimostrazione del prodotto e delle
sue performances» ha affermato Vieri Barsotti
a conclusione del suo intervento.
Mentre Beneggi ha ricordato come il
distributore possa fornire un aiuto
considerevole alle imprese nella selezione del
prodotto più idoneo alle singole applicazioni,
consentendo risparmi immediati e fornendo
soluzioni alternative per soddisfare la
clientela.
Flavia Trivella
il Commercio edile
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LE PAGINE
FEDER
COMATED
L’organizzazione confederale nazionale con sede a Roma
che, attraverso le ASCOM (Associazioni Commercianti)
provinciali, coordina le iniziative politico-sindacali del
Commercio, del Turismo e dei Servizi.
Le differenti categorie merceologiche sono raggruppate
in Federazioni.
La Federazione nazionale dei Commercianti di Materiali
Edili, che coordina l’attività delle Ascomed provinciali
(Associazioni commercianti materiali edili)
È l’Associazione provinciale di categoria degli imprenditori
della distribuzione. A questa associazione i professionisti
del settore possono iscriversi, partecipando così alle
attività suggerite da Federcomated e dal Consiglio direttivo.
È il braccio operativo di Federcomated. Unico esempio
in Europa, Sercomated è la società di servizi della
Federazione nazionale, al cui tavolo partecipano sia i soci
distributori, sia i soci produttori. Sercomated studia e
mette in pratica i servizi per le imprese della distribuzione, come i corsi di formazione professionale, la
certificazione, iniziative di studio e convegni pensati e
realizzati appositamente per gli associati.
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il Commercio edile
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ISCRIVERSI ALLA
FEDERAZIONE NAZIONALE
DEI COMMERCIANTI
DI MATERIALI EDILI
È IL PRIMO PASSO
PER LA QUALIFICAZIONE
DELLA PROPRIA
ATTIVITÀ COMMERCIALE.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI
CONTATTATE LA SEGRETERIA
DI FEDERCOMATED
AL NUMERO 027750203
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