aspetti generali della ricerca - Fondazione Gramsci Emilia Romagna

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Primi risultati
della ricerca
Patrocinio del Comune di
Bologna
Le giovani generazioni e il lavoro a Bologna:
realtà e aspettative
Primi risultati della ricerca
Fondazione Gramsci Emilia Romagna – Novembre 2015
+ Sommario
Premessa
La ricerca in sintesi
Alcuni dati e considerazioni generali
2
+ Premessa
Dal 2009, la Fondazione Gramsci ha costituito un laboratorio di ricerca
che portasse al centro dei suoi interessi le dinamiche sociali e
culturali che maggiormente si sviluppano nella nostra città.
La Fondazione Gramsci sin dalla sua nascita si è caratterizzata per un
duplice interesse strettamente interconnesso: da un lato, svolgere
con metodo transdisciplinare analisi su temi politici, storici, sociali
che caratterizzano la nostra epoca; dall’altro, raccogliere dati e
sviluppare interpretazioni che possano essere utili alle pratiche
politiche di chi amministra questa città e il suo territorio.
Nel 2011/2012 la Fondazione ha svolto un’indagine empirica con
l’obiettivo di individuare l’emergere del fenomeno
dell’impoverimento a Bologna (cfr: Callari Galli (a cura di), 2013.
Vedere la povertà. Una ricerca sui processi di impoverimento a
Bologna, Milano: Unicopli, 2013.
Nel 2014/2015 la nostra attenzione si è rivolta all’indagine delle
dinamiche del lavoro.
3
+ Premessa: da “Vedere la povertà” a “Conoscere le
giovani generazioni bolognesi”
I due verbi, vedere e conoscere indicano che uno stesso proposito anima il nostro
lavoro: strappare alcune realtà all’invisibilità. Con la prima ricerca si trattava della
povertà, di quella invisibile, nascosta, emergente, ancora lontana ma minacciosa
all’orizzonte di gruppi sociali che avevano impostato la loro vita e quella dei loro figli
su prospettive di un sicuro e raggiunto benessere. Con la seconda, che vi
presentiamo nelle sue linee di sintesi, si tratta di illuminare l’universo delle giovani
generazioni che abitano questa nostra città.
I seminari, come quello al quale vi abbiamo invitato, sono stati pensati come spazio
di riflessione utile all’analisi dei dati che in questi mesi stiamo sviluppando.
La popolazione di riferimento
Sono circa 70.000 i giovani compresi tra i 18 e i 34 anni oggi residenti nella città di
Bologna. Noi abbiamo indagato un loro sottoinsieme composto da oltre 1.000
giovani che vivono in città.
4
+ Premessa
Con questo incontro intendiamo aprire un dialogo tra una ricerca svolta
dall’Ufficio Statistico del Comune di Bologna sui dati presentati nelle
dichiarazioni dei redditi 2013 e la ricerca della Fondazione Gramsci.
Più precisamente, vogliamo accostare ai dati sui redditi dichiarati dai
cittadini di Bologna, le loro voci, i loro vissuti, la percezione che essi
hanno della situazione lavorativa della nostra città.
Il seminario prevede una presentazione del profilo generale dei giovani così
come è emerso dall’indagine, per poi concentrarsi su due temi più
specifici: le differenze di genere e l’influenza del grado di istruzione su
alcuni aspetti oggetto dell’indagine.
Per quanto riguarda la parte quantitativa della ricerca, i dati che verranno
illustrati sono quelli del campione anagrafico, ovvero il campione estratto
dall’anagrafe comunale tenendo conto di età, genere, cittadinanza e
quartiere di residenza.
Il campione “generalista” costituirà, invece, uno sfondo generale con cui
fare dialogare i dati del campione anagrafico e i dati della ricerca
qualitativa.
5
+ Premessa: metodologia di riferimento qualiquantitativa
Per la parte quantitativa, abbiamo raccolto oltre 1000 questionari: un utile sottoinsieme
che ben rappresenta il vasto ambito problematico che abbiamo inteso coprire e al tempo
stesso rivelatore delle profonde frammentazioni che caratterizzano la nostra società. Per
la parte qualitativa, abbiamo svolto gruppi di discussione e interviste che hanno coinvolto
quarantatre persone.
Molte le ricerche che hanno oggi l’obiettivo di indicare quali sono i vissuti lavorativi
degli italiani, giovani e meno giovani, quali siano le loro aspettative e i loro timori per il
futuro che li attende, come guardano ad esso. E sono ricerche ampie, che per lo più
decidono di disegnare scenari che investono la totalità del paese. Sono ricerche quasi
esclusivamente quantitative, basate su questionari riempiti spesso via web con campioni
che puntano sul rigore statistico per poter allargare all’intero paese le informazioni
raccolte su qualche migliaio di questionari. E per individuare orientamenti generali,
tendenze aurorali, modelli culturali che declinano sono di grande importanza e rilievo.
La nostra ricerca - che riguarda un territorio assai ristretto in confronto a quello
nazionale o regionale e che al dato quantitativo accosta il dato qualitativo - si propone
la ricostruzione di una realtà più circoscritta, volendo dall’intensità e dallo spessore dei
dati raccolti poter disegnare un quadro che sia utile per innestare su questa conoscenza
pratiche e politiche di intervento utili e finalizzate a risolvere problemi presenti e vissuti
come quotidianità dai giovani bolognesi.
6
+ Premessa: obiettivo della nostra ricerca
Ripetiamo tutti come un mantra che il lavoro è cambiato, ma quali siano le modalità di
questo cambiamento, quali complessità di situazioni profondamente diversificate esso
implichi, in che misura influenzi il mondo dei valori, i diversi aspetti della vita
familiare, affettiva e sociale, rimane vago e indeterminato.
Si creano tipologie che cercano di descrivere gli atteggiamenti del mondo giovanile nei
confronti del lavoro: ed ecco i “Congelati”, gli “Avanguardisti”, i “Moderni solitari”, i
“Tradizionali con brio”, gli “Indifferenti”.
Anche con i nostri dati questo sarà possibile e probabilmente troveremo anche noi le
modalità per chiudere i nostri intervistati in categorie suggestive. Tuttavia, usando la
lente del rapporto che i diversi gruppi del campione stabiliscono – a livello reale o a livello
immaginario – con il lavoro, ci proponiamo l’obiettivo di individuare le loro modalità di
vivere il mondo dei valori, di esplorare quali siano i loro sentimenti nei confronti dei legami
familiari, amicali e sociali, quali i loro comportamenti nella vita quotidiana, l’uso del tempo
libero, la loro visione del futuro.
Abbiamo cercato di individuare i molti orientamenti che le diverse realtà –
sessuali, etniche, regionali, di classe sociale, di istruzione – contengono e dispiegano, con
il proposito di dare voce ai bisogni, alle ansie, ai desideri di innovazione, alla creatività
delle nuove generazioni bolognesi.
7
+
8
La ricerca in sintesi
+ Metodologia “ibrida”
Il progetto di ricerca si basa
su una metodologia
“ibrida” ottenuta
dall’incrocio di tre
elementi:
a)
Analisi qualitativa;
b)
Analisi quantitativa
c)
Ricercatori con
professionalità
differenti
9
Ricercatori con
professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
+ La ricerca in sintesi
14
componenti il gruppo di ricerca
43
giovani intervistati o partecipanti ai focus group
1.000
persone hanno partecipato al questionario
10
+ Gruppo di ricerca
11
Professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
Il gruppo di ricerca è coordinato da Matilde Callari Galli (antropologia) e
Davide Conte (economia) coordinamento operativo. E’ composto da:
Gianluigi Bovini (statistica); Alessandro Caspoli (sociale); Gabriella Cioni
(sociologia); Francesca Crivellaro (antropologia); Cristiana De Santis
(linguistica); Giovanna Guerzoni (antropologia), Danielle Londei
(linguistica); Natascia Nuzzo (ricerca sociale), Licia Reggiani (linguistica);
Giuseppe Scandurra (antropologia); Siriana Suprani (storia); Leonardo
Tancredi (sociale). Franco Chiarini (statistica) per il supporto metodologico
nell’ impostazione, somministrazione e analisi dei dati del questionario.
Le differenti professionalità presenti nel gruppo di lavoro hanno permesso
di sviluppare uno studio in grado di cogliere la multidimensionalità del
tema oggetto di ricerca andando oltre le parziali analisi di scenario e di
problematicità specifiche.
+ Analisi qualitativa
12
Professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
L’analisi qualitativa è stata implementa tramite interviste in
profondità e tramite focus group.
Lo schema impiegato è sintetizzabile in quattro temi:
Profilo personale;
Percorso formativo e condizione lavorativa;
Diventare adulti;
Aspirazioni.
+ Analisi qualitativa:
13
Professionalità
differenti
profilo dei partecipanti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
Da febbraio 2015, il gruppo di ricerca ha preso contatto con diverse realtà istituzionali e
associative di Bologna (ARCI, Centro Interculturale “Zonarelli”, Libera, ecc…) che hanno svolto un
ruolo cruciale nell’identificazione dei potenziali interlocutori.
Altri interlocutori sono stati progressivamente identificati e coinvolti nel corso della ricerca.
Gli impegni lavorativi e le difficili conciliazioni quotidiane hanno, in parte, complicato la
partecipazione degli interlocutori ai gruppi di discussione. Per questa ragione, i dati acquisiti
attraverso i focus group (23 persone coinvolte) sono stati integrati con quelli raccolti attraverso
interviste semi-strutturate in profondità (20 persone coinvolte).
Numero complessivo giovani intervistati o partecipanti ai focus group: 43. Età media: 23 anni
Genere
Partecipanti alla analisi qualitativa
suddivisi per luogo di nascita (tot. 43)
Nati all’estero
15
Femmine
Nati province Italiane
Nati a Bologna
11
43%
17
Maschi
57%
+ Analisi quantitativa
14
Professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
L’analisi quantitativa è stata sviluppata tramite l’implementazione di un questionario on line.
Concretamente, la metodologia ci ha visto predisporre un questionario composto da 50 item che
sono stati a loro volta elaborati per costituire la trama per focus group e per interviste in profondità
rivolti a testimoni privilegiati, scelti per la loro esperienza di vita o di lavoro nell’universo giovanile.
Sono stati perseguiti due differenti percorsi di indagine quantitativa:
Il primo rivolto ad un campione estratto dall’anagrafe comunale, pesato sulla base di
determinate caratteristiche (genere, età, luogo di residenza…). Questo campione è definito
nella nostra ricerca “campione anagrafico”;
Il secondo costituito da un sottoinsieme della popolazione 18-34 anni ottenuto inoltrando il
questionario via email, facebook e twitter di EELL a imprese, associazioni, cittadini. Questo
campione è definito nella nostra ricerca “campione generalista”;
Contrariamente al campione “anagrafico”, i rispondenti al questionario generalista evidenziano
alcune e inevitabili sovra e sotto rappresentazioni di determinate categorie di rispondenti rispetto
alla popolazione di riferimento. Si tratta di fenomeni preventivati. I risultati dell’indagine del
campione “anagrafico” saranno utilizzati anche per validare quanto emerso dal campione
“generalista”.
+ I giovani a bologna: un mosaico di esperienze
I partecipanti alla ricerca qualitativa e i rispondenti al questionario
generalista appartengono a vari mondi (risposte domanda q1) che qui
vengono sintetizzati..
Istituto
tecnico
Liceo
Alcune
imprese
del
territorio
Flash
giovani
Istituto
profess
.
Centro
intercult.
Zonarelli
Utenti
social
networ
k
Arci
Agesci
Iperbol
e
…
Fond.
Gramsc
i E. R.
15
+ Analisi quantitativa: profilo dei partecipanti al
16
questionario
Si descrive il profilo dei due campioni utilizzati per la ricerca
Rispondenti al questionario rivolto al
sottoinsieme della popolazione 18-34
Rispondenti campione Anagrafico
Età media dei risponderti: 27,8 anni
Età media dei risponderti: 27.8 anni
Genere: maschi 48,4 % e femmine 51,6 %
Genere: maschi 33,9 % e femmine 66,1 %
Nazionalità: italiana 86,7 % e straniera 13,3%
Nazionalità: Italiana 95,6 % e straniera 4,4 %
Titolo di studio: 29,5 ha una laurea
(specialistica, magistrale, vecchio ordinamento)
e 12,1% ha un titolo post laurea
Lingua: il 96,6 parla italiano e il 14,9 parla in
famiglia anche il dialetto.
Titolo di studio: 23,8 ha una laurea
(specialistica, magistrale, vecchio ordinamento) e
10,5% ha un titolo post laurea
Lingua: il 92% parla italiano e il 15% parla in
famiglia anche il dialetto.
+ Le principali caratteristiche del campione
17
Maschi
48,4%
Femmine
51,6%
Nazionalità
27,8
anni
Genere
Età media
anagrafico
Italiani
86,7%
Stranieri
13,3%
La classe di età più rappresentata è
quella dai 31 ai 35 anni (36.3%)
+
18
Alcuni dati e
considerazioni generali
+ Chi sono e dove vivono i giovani (1)
19
Provincia di nascita
46,1% nato a Bologna o
in provincia
40,8% nato in altra
provincia italiana
13.1% nato in uno Stato
estero
Residenza
99,2% nel Comune di
Bologna
35,5% a 14 anni risiedeva
in altra provincia
11,0% a 14 anni risiedeva
in uno Stato estero
Dimora abituale
94,3% a Bologna o in
provincia
3,3% in altra provincia
italiana
2,4% in uno Stato
estero
+ Chi sono e dove vivono i giovani (2)
Coniugato/a
18%
20
Separato/a o
divorziato/a
2%
Celibe/nubile
80%
Il 18,5 ha almeno un figlio
+ Il grado di istruzione dei giovani
21
10,6% Titolo postlaurea
24,1% Laurea
specialistica
15,1% Laurea
triennale
35% Diploma di
maturità
Mediamente questa generazione ha un livello di scolarizzazione
più alto rispetto alla famiglia di origine: i genitori hanno in
maggioranza un diploma di maturità.
+ Cosa fanno i giovani
22
Non lavoro e non studio
71,4% sta
cercando lavoro
11,3%
Lavoro e studio
8,9%
Studio
25,8%
54,0%
Lavoro
0%
10%
20%
30%
40%
12,8%
Altro (specificare)
Lavoro nell'azienda di famiglia
Socio/a cooperatore
Lavoro autonomo
Libera professione
Imprenditore/imprenditrice
Contratto di collaborazione
Lavoro dipendente a tempo determinato
Lavoro dipendente a tempo indeterminato
0,6%
1,9%
1,9%
50%
60%
Apprendista, collaboratori
di ricerca, borsa di
studio, stagista, dottorato di
ricerca, ecc…
8,3%
1,3%
7,1%
19,2%
46,8%
0%
5%
10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50%
+ L’ambito lavorativo
23
10,9%
14,7%
Industria
Commercio e pubblici esercizi
19,9%
18,6%
Servizi alle imprese e noleggio (es:
ag. immob. informatica, libere
professioni...)
Pubblica Amministrazione e servizi
pubblici
Servizi privati
14,7%
Gran parte dei giovani non ha una preferenza definita riguardo al proprio futuro
lavorativo: tendono ad adattarsi alle occasioni che incontrano; molti propendono
per un lavoro da dipendente.
Il lavoro da imprenditore, come aspirazione, è poco diffuso: più tra i maschi
(14.2%), meno tra le donne (5.5%).
In maggioranza, i giovani sono soddisfatti del proprio lavoro: abbastanza il
58.4%, molto il 24.7%.
Il 55.8% negli ultimi tre anni non ha mai cambiato lavoro, il 7.7% quattro volte o
più.
+ La permanenza delle diseguaglianze
24
(1) Vive con i genitori
39,8%
(2) Vive con il partner o con il partner e i figli
35,8%
(3) Riceve aiuti dai genitori
36,8% per spese
ordinarie
16,2% per spese
straordinarie
7,3% per spese
superflue
Tra i 27 e i 30 anni il 37.3% dipende dai genitori per spese ordinarie o
straordinarie; il 10.2% vive in casa dei genitori e riceve aiuti per le spese
superflue.
Tra i 30 e i 35 anni il 30.3% dipende economicamente dai genitori, il 9%
vive nella casa dei genitori e riceve aiuti per le spese superflue.
+ L’atteggiamento dei giovani in base alla famiglia
di origine
Più elevato è lo stato sociale della famiglia di origine
(utilizzata come proxy la media di anni di studio dei
genitori), meno i giovani danno importanza al diventare
autonomi economicamente, al trovare lavoro, a sposarsi
e ad avere un figlio.
Sempre al crescere dello status sociale delle famiglie i
giovani si ritengono meno preoccupati dello Stato che
non li aiuta, delle difficoltà derivanti dall’avere un figlio e
dall’impossibilità di crearsi le giuste competenze.
Figli delle famiglie più agiate sono comprensibilmente meno
preoccupati dal futuro, ma sembrano anche molto meno maturi e
meno desiderosi di indipendenza.
25
+
«Una mia amica ha avuto un figlio, non lavora; il suo compagno è precario e c’è la
famiglia, ci sono due famiglie, di lei e di lui, che comunque per strada non li lasciano.»
(Camilla, studentessa e lavoratrice italiana, 27 anni)
«Merito è una parola molto complessa, nel senso che se io dovessi guardare la mia
situazione quello molto probabilmente mi ha premiata è stato il merito, nel senso che
negli anni mi sono impegnata e sono cresciuta. Però questa è una cosa su cui io mi
scaldo un po’, perché penso che non siamo tutti sullo stesso livello, cioè il figlio di un
dottore ha molte più possibilità del figlio di un contadino, magari come sono io. Poi io
sono un’eccezione, nonostante tutto sono riuscita in qualche modo a crescere e ad
arrivare fino ad una posizione che per me…»
(Elena, lavoratrice italiana, 31 anni)
«Quando siamo andati a fare l’orientamento all’Università, io ho incontrato delle
amiche e degli amici che mi han detto che facevano l’Università perché non avevamo
voglia di lavorare, che erano abituati ad essere comunque mantenuti…io no. Per
prendere la patente, per prendere la macchina mi sono dovuto fare il mazzo; mentre
loro erano d’estate al mare io ero qui a montare il clima, le caldaie»
(Zhouir, studente di origine marocchina, 19 anni)
26
+ Garanzia Giovani è conosciuta?
69,8%
• non conosce il
piano garanzia
giovani
12,5
6%
11,7%
27
• conosce ma
dichiara che non lo
riguarda (giovani
compresi nella
fascia di età dai 30
ai 35 anni, più alcuni
della fascia di età
dai 27 ai 30 anni)
• conosce ma non
crede sia utile per
trovare lavoro
• ritiene che sia
un’opportunità
interessante
Le fasce di età che sono
oggetto del piano (18/22;
23/26; 27/30) in alte
percentuali non lo
conoscono:
rispettivamente per il
73,9%; per il 79,2%; per
il 62,7%.
“Siamo completamente fuori dal welfare o
almeno dal welfare sistematico, non è
previsto…perché arriva Garanzia Giovani
da un giorno all’altro e raccoglie qualcuno
per salvarlo, poi magari ci sarà un altro
piccolo intervento, però non è
sistematico, non è che se tu ti trovi in una
condizione è garantito che da quella
condizione te ne esci, il welfare non
esiste…”
(Angelo, italiano, 29 anni)
+ Comportamento, aspettative, visione della società
Tempo libero
(% “a volte” o “spesso”)
Fuori con gli amici
(84,3%)
Musica (81,3%)
Social network
(73,2%)
Lettura (66,7%)
Teatro (12,6%)
Volontariato (15,7%)
Videogame (21,2%)
Mostre e convegni
(26,7%)
Cause della crisi
(% “abbastanza” o “molto”)
Corruzione (97,1%)
Politici e politica
(96,2%)
Evasione fiscale
(93,8%)
Illegalità (91,1%)
Eccessiva presenza
di stranieri (32,9%)
Euro (37,2%)
Nostro stile di vita
(57,6%)
Globalizzazione
(58,9%)
28
Visione dei giovani
I giovani definiscono la loro classe di età
come arrabbiata con la politica, desiderosa
di scappare dall’Italia, creativa e aperta
all’estero; rifiutano le definizioni di
sdraiati, schizzinosi, bamboccioni, ma non
si descrivono neanche come ambiziosi.
Aspettative future
Alla domanda sugli aspetti che tra dieci
anni daranno loro soddisfazione,
rispondono le relazioni familiari e amicali,
mentre sono meno fiduciosi di trovare
soddisfazione nella disponibilità
economica, nella posizione lavorativa e nel
godimento dei diritti civili e sociali.
+
29
Comportamento, aspettative, visione della società
«Stare in mezzo alla gente mi piace, preferisco stare con pane e cipolla e 20 amici
che non da sola a casa…per quanto mi possano condizionare nella mia vita
professionale, della mia vita sociale almeno voglio essere io padrona.»
(Anna, italiana, lavoratrice part time, 29 anni)
«…sarà che il mondo esterno la vive come una sconfitta personale il fatto di non
trovare lavoro, di non, diciamo, raggiungere quegli obiettivi però io con le
persone da cui sono circondato mi sono trovato per caso…non
un’opportunità, ma un’occasione per non essere depressi, cioè, non la viviamo
assolutamente così… facciamo il pane insieme e vediamo se ci sviluppiamo e
facciamo altre cose insieme. »
(Marco, lavoratore, 29 anni)
« Sicuramente peggio, con assoluta certezza…lo so perché ne sono quasi
certo, ma perché è una tendenza, vedo mia madre quando aveva lei 30 anni
aveva già due figli e se ha fatto due figli mia madre a 30 anni vuol dire che una
prospettiva di lungo periodo ce l’aveva; i miei nonni…per quanto mi vogliono
consolare però comunque vedevi che l’edilizia pubblica costruiva delle
case, almeno c’era quella cosa e invece io vedo che comunque non c’è più …»
(Angelo, lavoratore, 29 anni)
+ Sostenitori della ricerca
30
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