Insufficienza renale e rene artificiale

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■■ INSUFFICIENZA RENALE E RENE ARTIFICIALE
Da quanto tempo non avete effettuato
un esame dell’urina? Se siete come la maggior parte di noi, la risposta è: da troppo
tempo. Questo esame semplice, poco costoso e indolore è in grado di rivelare
un’alterazione renale anni prima che compaia qualche sintomo, guadagnando tempo per un trattamento precoce e prevenendo complicazioni che mettono a rischio la vita.
Purtroppo l’esame dell’urina viene
spesso tralasciato nei controlli medici abituali. Purtroppo, perché le malattie renali
croniche costituiscono un onere importante per il sistema sanitario degli Stati
Uniti. Circa 10–20 milioni di statunitensi
(uno su 15) soffrono di un qualche grado
di disfunzione renale, e quasi 350000 necessitano, per continuare a vivere, della
dialisi o di un trapianto renale.
Tra i segnali di avvertimento di una
sofferenza renale ci sono l’elevata pressione
del sangue, la minzione frequente, oppure
difficile o dolorosa, l’edema periorbitale
oppure delle mani o dei piedi. Ma troppo
spesso compaiono pochi segni evidenti
prima che si arrivi a stadi avanzati, allorché
è già stata perduta una significativa percentuale della funzione dei reni. L’analisi
dell’urina è preziosa, perché può mettere
in evidenza una proteinuria, che è un sensibile segnale precoce di danno renale.
Da dove deriva questa sofferenza renale? Nell’adulto, una malattia renale cronica si sviluppa spesso in associazione con
altre affezioni croniche. La prima causa è
il diabete mellito, che ogni anno è responsabile di circa il 44% dei nuovi casi. Segue
da vicino l’ipertensione arteriosa, responsabile di circa il 28% dei casi. Va notato
che l’ipertensione è sia una causa sia un
sintomo: l’elevata pressione del sangue
agisce sfavorevolmente sulla funzione dei
reni danneggiando i vasi sanguigni renali
e riducendo la vascolarizzazione dei reni,
proprio mentre i reni danneggiati dall’ipertensione fanno aumentare la pressione sanguigna. L’aterosclerosi aggrava
la situazione compromettendo ulteriormente la circolazione del sangue.
Altre cause possibili di insufficienza
renale sono:
➤
Le ripetute infezioni dei reni
➤
I traumi dei reni (da schiacciamento
o altro)
➤
L’avvelenamento delle cellule tubulari da metalli pesanti (mercurio o
piombo) o da solventi organici (liquidi per la pulitura a secco, diluente
per vernici)
➤
La prolungata compressione di muscoli scheletrici (che provoca la liberazione di mioglobina, un pigmento
muscolare che può ostruire i tubuli
renali).
Nell’insufficienza renale la filtrazione glomerulare si riduce o cessa completamente.
Poiché, quando le cellule tubulari del rene
non funzionano, i rifiuti tossici si accumulano velocemente nel sangue, per depurare il sangue è necessaria la dialisi (dal
greco dialysis, «separazione»). Nell’emodialisi, in cui viene utilizzata un’apparecchiatura di «rene artificiale» (vedi fotografia), il sangue del paziente viene fatto passare attraverso tubi formati da una membrana permeabile soltanto a determinate
sostanze e immersi in una soluzione che
differisce leggermente dal plasma «depurato» normale. Mentre il sangue circola
nel sistema di tubi, sostanze come i rifiuti
azotati e gli ioni potassio (Kⴙ) presenti
nel sangue (ma non nel liquido di immersione) diffondono dal sangue, attraverso
la parete dei tubi, nella soluzione circostante, e sostanze che devono essere aggiunte al sangue (soprattutto sistemi tampone per gli ioni idrogeno [Hⴙ] e glucosio
per i pazienti denutriti) passano dal liquido di immersione al sangue. In questo
modo le sostanze necessarie all’organismo
sono trattenute nel sangue o aggiunte a
esso, mentre dal sangue sono rimossi i
Una paziente sottoposta a emodialisi.
prodotti di rifiuto e gli ioni in eccesso.
L’emodialisi viene abitualmente eseguita
tre volte a settimana, e ogni seduta dura
da quattro a otto ore. Occasionalmente
nei pazienti in emodialisi si verificano problemi gravi come la trombosi, l’infezione
e l’ischemia nella sede dello shunt. Le
emorragie sono un rischio aggiuntivo, perché il sangue deve essere eparinizzato per
impedire la coagulazione in corso di emodialisi. (L’eparina è un anticoagulante.)
Quando il danno renale è irreversibile,
come nell’insufficienza renale cronica,
lentamente progressiva, i reni diventano
completamente incapaci di elaborare il
plasma o di concentrare l’urina, e l’unica
risposta è un trapianto di rene. A meno
che il nuovo rene non derivi da un gemello identico, i riceventi devono assumere
farmaci immunosoppressivi per tutto il
resto della vita al fine di evitare il rigetto.
Nel 2001 negli Stati Uniti i trapianti di
rene sono stati 15 311, almeno 5000 dei
quali da donatore vivente. Questo lascia
tuttavia 57 000 statunitensi ancora in attesa di un rene, più di quanti sono in attesa per qualunque altro organo.
Se questo sembra deprimente, va considerato che quarant’anni fa le persone
con insufficienza renale in stadio terminale sopravvivevano soltanto per pochi
giorni. Oggi possono vivere per anni o
anche decenni, e i ricercatori stanno lavorando per migliorare sia la durata sia la
qualità della vita.
Marieb Il corpo umano: anatomia, fisiologia e salute © Zanichelli 2011
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