FarmaDay - n.341 - Ordine dei Farmacisti di Napoli

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Anno III – Numero 341
Martedì 4 Febbraio 2014, S. Biagio, Gilberto
AVVISO
Proverbio di oggi……..
oggi……..
Ordine
1. Corsi ECM 2014.
2. Corso di Galenica
A’ altare sgarrupàto nun s’appicciano cannèle.
Alle donne ormai anziane non si fanno moine.
Notizie in Rilievo
CORSI ECM 2014: RESIDENZIALI E FAD
Prevenzione e
Salute
3. Un videogame addestra
bimbi a gestire ictus in
famiglia
4. Pressione, per tenerla
bassa colazione
abbondante e cena
leggera
Scienza e Salute
5. Lampade, 500mila
tumori all'anno. Nel
mirino giovani e
studenti
6. Dipendenza dallo
smartphone?
Per scovarla c'è un'app
7. Fibrillazione atriale, un
nuovo farmaco
Alimenti e Salute
8. Flora intestinale, come
varia cambiando la dieta
9. Sei stressato?
Metti a tavola lenticchie,
limoni e noci
Domande e
Risposta
10. Perché la quarantena
dura proprio 40 giorni?
AVVISO
Si informa che da Mercoledì 5 Febbraio è possibile prenotare i
Corsi ECM Gratuiti 2014
COME PRENOTARSI:
12345-
collegarsi sul sito dell’Ordine www.ordinefarmacistinapoli.it
home page del sito dell’Ordine/sezione ECM
Prenotazioni
Accesso all’area riservata mediante username e password
Scegliere i corsi da prenotare
CORSI FAD: 30 CREDITI
A fianco al catalogo dei Corsi Residenziali, per soddisfare anche le
esigenze dei Colleghi che hanno difficoltà a frequentare i corsi,
quest’anno sono disponibili anche due Corsi con modalità FAD.
[email protected] o tel. 348.3995113
PERCHÉ LA QUARANTENA DURA PROPRIO
QUARANTA GIORNI?
La quarantena indicava il periodo di isolamento cui erano costrette
le navi sospettate di trasportare persone o animali contagiosi
.
Se ne trova traccia già ai primi del ’400, quando ancora era vivo il ricordo della
peste nera, in relazione alle navi in arrivo a Venezia dai possedimenti dalmati.
Credenze e tradizioni: I quaranta giorni dipendono dal fatto che si riteneva che
dopo questo lasso di tempo un ammalato di peste non fosse più contagioso. In
realtà la malattia era diffusa dalle pulci dei topi, che dopo la quarantena erano
sempre vivissime, ma il numero ebbe ugualmente successo perché presente nelle
tradizioni popolari, nei passi biblici e nella liturgia cattolica (quaresima ecc.).
Oggi ha assunto il valore generico di isolamento precauzionale di durata variabile.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 341
ALIMENTI E SALUTE
FLORA INTESTINALE, come VARIA CAMBIANDO la DIETA
A seconda dei cibi che mangiamo si modificano le specie e il
metabolismo dei batteri, con implicazioni sulla salute
Siamo davvero ciò che mangiamo, e pure i batteri che convivono con noi “sono”
quel che mettiamo in bocca. Cambiare tipo di alimentazione modifica infatti
velocemente, molto più velocemente del previsto anche la flora batterica
intestinale, il cosiddetto “microbioma”: chi diventa vegetariano già dopo 24 ore
ha nell’intestino batteri completamente diversi da quelli di quando era carnivoro, l’inverso succede a
chi riporta in tavola la carne dopo un’alimentazione a base di vegetali. Un dato già noto per gli animali
da esperimento, dimostrato ora anche nell’uomo grazie a una ricerca pubblicata su Nature.
STUDIO - Peter Turnbaugh, ha chiesto a 11 volontari di cambiare dieta dopo aver registrato la loro
consueta alimentazione e valutato la tipologia di flora intestinale presente: per 5 giorni i partecipanti
hanno seguito un regime vegetariano a base di frutta, verdura, legumi e riso, poi sono tornati alla dieta
usuale per 6 giorni, quindi per altri 5 giorni hanno consumato prevalentemente carne, salumi, uova e
formaggi (quindi non una dieta “normalmente onnivora”, bensì fortemente sbilanciata verso i cibi animali).
Ogni giorno i ricercatori hanno esaminato la flora batterica intestinale per identificare il materiale genetico
delle specie presenti e la loro attività metabolica.
I RISULTATI sono stati evidenti: «Il cambiamento della flora è consistente specialmente quando si passa
da una dieta vegetariana a una che abbondi di alimenti derivati dagli animali: bastano poche ore per
veder mutare l’abbondanza relativa di diverse specie. Ad es. aumenta moltissimo la quantità di Bilophila
wandsworhia, un batterio che si “nutre” degli acidi biliari e aiuta nella digestione dei grassi saturi presenti
nei latticini e che però appare implicato nella comparsa di malattie infiammatorie croniche intestinali».
CAMBIO DIETA - Al contrario, il passaggio a un’alimentazione vegetariana in poco tempo accresce le
colonie di batteri in grado di produrre l’acido butirrico, che ha un ruolo protettivo nei confronti
dell’infiammazione. «Se ci nutriamo soprattutto di vegetali i batteri devono trarre la loro energia
principalmente dalla fermentazione dei carboidrati, mentre nella dieta che comprende cibi animali i
microbi si alimentano soprattutto metabolizzando le proteine. La capacità di cambiare metodo di
“approvvigionamento” dell’energia aiuta i batteri a sopravvivere ogni volta che l’ospite-uomo cambia
alimentazione. Apparentemente la dieta che include proteine animali sembra modificare la flora verso il
peggio, ma ancora non abbiamo sufficienti informazioni per sapere quale alimentazione sia ottimale per la
flora intestinale».
I cambiamenti della microflora si associano a modifiche nella quantità e qualità dei prodotti del loro
metabolismo: «In entrambe le diete, vegetariana e animale, abbiamo verificato alterazioni nell’espressione
di numerosi geni batterici e modifiche significative nelle sostanze prodotte dai microrganismi, come gli ac.
grassi a catena corta, nel giro di appena 3 o 4 giorni».
EFFETTI SULLA SALUTE - Tutto ciò può contribuire a spiegare perché l’alimentazione influenzi così
tanto la nostra salute: il butirrato ad es. sembra ridurre il rischio di tumore al colon favorendo l’autodistruzione delle cellule cancerose e rendendo al contempo più sane e “forti” le cellule dell’epitelio
intestinale; batteri come Bilophila, invece, potrebbero aumentare il rischio di colite. I dati, aiutano anche a
spiegare perché nei pazienti con sindrome metabolica o negli obesi la flora intestinale risulti “sballata” e
abbia un metabolismo alterato: la dieta spesso inadeguata di questi soggetti potrebbe portarli ad avere un
microbioma in qualche modo “negativo” per la salute generale.
Va detto che quando i volontari sono tornati alla loro dieta abituale, la flora intestinale si è modificata
velocemente tornando alle caratteristiche che aveva all’inizio: una plasticità che è molto utile ai batteri,
che devono adattarsi in poco tempo a trarre energia da qualunque cibo decidiamo di mangiare.
«L’implicazione più interessante di tutto questo è che un giorno potremo forse sapere come modificare la
nostra alimentazione per “modellare” il nostro microbioma,“ il nostro secondo genoma”, così da migliorare
la nostra salute. Sfruttare questa conoscenza a nostro vantaggio potrebbe aiutarci a rimanere sani più a
lungo». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 341
SCIENZA E SALUTE
LAMPADE, 500MILA TUMORI ALL'ANNO
NEL MIRINO GIOVANI E STUDENTI
I raggi ultravioletti alla base delle neoplasie della pelle. Addirittura un "lampadato" su
quattro a rischio di melanoma o altri tipi di cancro
Abbronzatura artificiale sul banco degli imputati per 10mila
melanomi e 450mila tumori della pelle di altro tipo all'anno.
Rischiano di più i giovani, tra i maggiori frequentatori dei
solarium. A fare la conta dei danni è uno studio che riassume
più di ottanta indagini su un campione di 400mila persone in
Europa, Usa e Australia. La ricerca è stata condotta
dall'Università della California di San Francisco con
l'Università di Cambridge e pubblicata su Jama dermatology.
Rischio cancro per un quarto dei "lampadati" - Frequenta il solarium il 55% degli studenti
universitari, circa il 36% degli adulti e il 19% degli adolescenti. Tra gli assidui delle lampade, il 22%
corre il rischio di avere un cancro cutaneo di tipo non-melanoma. La possibilità che compaia un
melanoma va dal 2,6 al 9%. Lo spaccato europeo, approfondito in ricerche precedenti, è di almeno
3.400 casi di melanoma all'anno dovuti alle lampade artificiali.
Gli studiosi lanciano un appello alle autorità: "L'uso delle lampade è molto alto soprattutto fra i
giovani e, nonostante le continue conferme sui rischi dell'abbronzatura artificiale, mancano sforzi
concreti di salute pubblica per scoraggiarne o vietarne l'impiego". (Salute, Tgcom24)
DIPENDENZA DALLO SMARTPHONE?
PER SCOVARLA C'È UN'APP
Si sbircia in media 80 volte al giorno, i "compulsivi" arrivano al doppio
In media si fa 80 volte al giorno, una ogni dodici minuti. E' la
"sbirciatina" allo smartphone. A scoprirlo è stato uno studio
dell'Università di Bonn. Ma la ricerca sulla dipendenza dai cellulari di
ultima generazione, si è avvalsa di una app. Un circolo vizioso?
Lo studio - L'applicazione è disponibile solo per Android ed è
gratuita. Oltre a tenere sotto controllo i dati sull'utilizzo dello
smartphone, li invia a un server centrale che li analizza a caccia di
segni di comportamenti compulsivi.
Per l'esperimento, sono stati reclutati 50 studenti universitari per sei settimane.
Christian Montag, uno degli sviluppatori, ha spiegato:
"Alcuni dei risultati ci hanno stupito. Per alcuni soggetti la frequenza di utilizzo era doppia rispetto alla
media. Questo tipo di comportamento è simile a quello che si può avere davanti a una slot machine, e
può essere indice di un disturbo".
L'identikit dell'utilizzatore - L'utente tipo trascorre otto minuti parlando al telefono, invia 2,8 sms
al giorno, mentre dedica il 15% del tempo a WhatsApp e il 9% a Facebook.
Spia di depressione? - In uno studio parallelo, i ricercatori vogliono capire se è possibile, sempre
attraverso i dati ricavati dall'app, individuare sintomi di depressione. Il responsabile del progetto
Thomas Schläpfer spiega: "Sospettiamo che la depressione faccia cambiare l'uso del telefono, oltre
alle abitudini di vita che possono essere registrate dal Gps interno del dispositivo". (Salute, Tgcom24)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 341
PREVENZIONE E SALUTE
Un videogame addestra bimbi a gestire ictus in famiglia
Si chiama Stroke Hero ed e' un videogioco che permette di allenare i giocatori a
riconoscere i sintomi dell'ictus e a intervenire in tempo.
Il videogame e' stato testato su un gruppo di 210 bambini dai nove
ai dieci anni di eta' in famiglie a basso reddito del Bronx. Le
probabilita' che i bimbi riuscissero a riconoscere un ictus e a
chiamare i soccorsi telefonicamente sono aumentate del 33%
dopo aver giocato al videogioco.
Il gioco prevede la navigazione di una navicella spaziale
"trombolitica" all'interno di una arteria che spara un farmaco
trombolitico contro i coaguli di sangue. Quando il farmaco si
esaurisce, i giocatori devono essere in grado di rispondere ad alcune domande circa gli interventi reali
da fare per fronteggiare un vero ictus. Il gioco e' sincronizzato su un brano hip hop. La ricerca, condotta
da Olajide Williams della Columbia University e pubblicata su Stroke, spiega che il ricorso ai
videogiochi per insegnare ai bambini come gestire un ictus in famiglia potrebbe avere implicazioni
sulla salute pubblica di vasta portata. (Agi)
PRESSIONE, PER TENERLA BASSA
COLAZIONE ABBONDANTE E CENA LEGGERA
Per ridurre la pressione attenti a quando si mangia.
Uno studio, pubblicato dal “Journal of Hypertension” e ripreso da “Il ritratto
della salute” quotidiano on line della prevenzione della Società di medicina
generale, ha focalizzato l'attenzione sugli orari dei tre pasti principali. Quelli
che si preparano una colazione abbondante al mattino hanno il 30% in
meno di probabilità di soffrire di ipertensione rispetto a chi manda giù un caffè e non prende nulla.
«Mangiare in modo più energetico, ma equilibrato, al mattino - spiegano i medici di famiglia favorisce il corretto utilizzo delle calorie da parte dell'organismo.
Un abbondante pasto serale seguito dal riposo, invece, determina un minor consumo delle calorie
introdotte e maggiore assorbimento delle componenti del pasto potenzialmente nocivo come sale e
grassi». (Salute, Il Messaggero)
FIBRILLAZIONE ATRIALE, ARRIVA UN NUOVO FARMACO
Rimborsato anche per i pazienti con Fibrillazione Atriale Non Valvolare (FANV) che
presentano uno o più fattori di rischi
Si chiama apixaban l’anticoagulante orale inibitore diretto del fattore Xa, sviluppato grazie all’alleanza
tra Bristol-Myers Squibb e Pfizer, finalmente rimborsato in Italia anche per la prevenzione dell’ictus e
dell’embolia sistemica nei pazienti adulti affetti da Fibrillazione Atriale Non Valvolare (FANV), che
presentino uno o più dei seguenti fattori di rischio: un precedente ictus o un attacco ischemico
transitorio (TIA), età pari o superiore ai 75 anni, ipertensione, diabete mellito, scompenso cardiaco
sintomatico. Apixaban, già disponibile per la profilassi del Tromboembolismo Venoso in chirurgia
ortopedica, si è dimostrato in grado di ridurre in modo significativo il rischio di ictus, embolia ed
emorragie e di ridurre il tasso di mortalità da tutte le cause. Gli studi hanno valutato l’efficacia e la
sicurezza del farmaco non solo rispetto alle terapie standard a base di antagonisti della vitamina K
come warfarin, ma anche, per la prima volta, rispetto all’aspirina. (Salute, Libero)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 341
ALIMENTI E SALUTE
SEI STRESSATO?
METTI A TAVOLA LENTICCHIE, LIMONI E NOCI
Gli esperti spiegano gli effetti degli alimenti su concentrazione e umore. Il calcio
riduce l'ansia e le mandorle la prevengono
Respiro affannoso, batticuore, mani sudate. E poi irritabilità verso i colleghi, decisioni impulsive,
nervosismo nelle discussioni.
Quando accusate questi sintomi fermatevi e tirate un
sospiro di sollievo. Non è in arrivo un infarto, siete
semplicemente stressati. E la causa è sempre la
stessa: il lavoro.
Sembra una cosa ovvia ma se ce lo dice una ricerca
dell'Ordine nazionale degli psicologi non abbiamo scampo. Proprio in azienda, infatti, un italiano su
quattro è vittima dello stress che poi significa, malattia, malessere, scarsa capacità di concentrazione e
dunque scarso rendimento.
E gli italiani non sono delle mosche bianche. In tutta Europa, più della metà delle ore di lavoro perse
sono causate dallo stress e il costo annuo stimato si aggira sui 25 miliardi di euro.
Paradossalmente, per arginare questa piaga, ogni azienda dovrebbe assumere un nutrizionista. È
proprio lui che potrebbe alleviare chi sta male indicando diete appropriate. Infatti, lo stile di vita
alimentare influisce pesantemente sugli ormoni che litigano tra di loro nel nostro organismo: il
cortisolo, cattivo, che causa stress, la serotonina, buona, che scatena il buon umore.
Ma in mancanza di un medico a portata di mano, si può seguire qualche consiglio suggerito da esperti
internazionali. Che innanzitutto promuovono il vituperato cioccolato.
Cioccolato. Chi mangia fondente, produce meno cortisolo. E uno studio americano rivela che i livelli
dell'ormone cattivo si riducono mangiando 40 g. di cioccolato al giorno utile anche a ridurre
l'ipertensione.
Vino rosso (bevuto moderatamente) previene depressioni, ansie e stress perché ha un'azione antiradicalica, antinfiammatoria, migliora la circolazione sanguigna e abbassa la pressione arteriosa.
Calcio. Anche il calcio è associato a una riduzione dello stress, quindi, oltre al latte, sono ottimi tutti
i cibi che lo contengono: grana e parmigiano, fagioli di soia, tarassaco.
Lo yogurt, invece, mentre rigenera la flora intestinale, favorisce la produzione della serotonina.
Frutta secca. E poi non fatevi mancare mai frutta secca. Sempre una ricerca americana dimostra che
un paio di noci al giorno aiutano il nostro corpo a contrastare lo stress.
I pistacchi invece riducono la pressione arteriosa e tengono sotto controllo il colesterolo.
Pure le mandorle, ad alto contenuto di vitamina B2, zinco, magnesio e vitamina, prevengono il
malumore e calmano il sistema nervoso.
Limoni. I limoni contengono grandi quantità di antiossidanti, come la vitamina C e gli antocianosidi,
capaci di depurare e proteggere le cellule del fegato, favorendone la rigenerazione.
Lenticchie. contengono fibre che stimolano il senso di sazietà, magnesio che ha un effetto rilassante e
calcio, che riduce l'ansia. Disintossicano ed eliminano le tossine causate dallo stress.
Verdure viola. Tutti i frutti e i vegetali viola proteggono contro le malattie cardiovascolari,
migliorano la chiarezza mentale, neutralizzano lo stress ossidativo.
Tè verde e tisane. Il tè verde e quello nero sono ricchi di sostanze che favoriscono il rilassamento.
Bene anche la camomilla, valeriana, fiori d'arancio, tiglio, melissa, verbena e malva. (Salute, Il Giornale)
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