FAQ Ministero su vaccinazione HPV

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MINISTERO DELLA SALUTE
FAQ - Vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV)
1. Che cosa è il papilloma virus umano (HPV)?
Il Papilloma virus (HPV) è l’agente virale responsabile del carcinoma della cervice uterina, primo tumore riconosciuto
dall’Organizzazione mondiale della sanità come totalmente riconducibile ad una infezione.
Esistono circa 120 genotipi del virus HPV che infettano l’uomo, un terzo dei quali associato a patologie del tratto
anogenitale, sia benigne che maligne. Dei 120 genotipi, il tipo 16 è responsabile di circa il 50% dei casi di cancro alla
cervice uterina, il tipo 18 del 20% e i restanti genotipi di circa il 30%. I genotipi 6 e 11 sono responsabili del 90% dei
condilomi genitali.
2. Che alterazioni provoca l’infezione da HPV?
La maggior parte (70-90%) delle infezioni da HPV è transitoria e guarisce spontaneamente senza lasciare esiti. In una
minoranza di casi provoca delle lesioni a livello del collo dell’utero.
Generalmente il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa cinque anni,
mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di decenni. Solo pochissime donne con infezione
da papilloma virus sviluppano un tumore del collo dell’utero.
Per questo, la prevenzione del carcinoma è stata basata fino ad ora su programmi di screening, che consentono di
identificare le lesioni precancerose e di intervenire prima che evolvano in carcinoma.
3. Come si contrae questa infezione?
Sia nell’uomo che nella donna il fattore di rischio determinante è il comportamento sessuale. Il rischio è infatti collegato
al numero di partner e all’età di inizio dell’attività sessuale. Nelle popolazioni a prevalente monogamia femminile il rischio
di carcinoma della cervice è direttamente correlato al numero di partner che il proprio compagno ha nel corso della vita.
Cofattori che aumentano il rischio di carcinoma della cervice in donne HPV positive sono l’aumentare dell’età, l’uso
prolungato di contraccettivi orali, un alto numero di figli, il fumo e l’infezione da HIV.
4. Come si cura?
Allo stato attuale non esiste una cura per l’infezione virale. Le sperimentazioni relative ai vaccini terapeutici sono ancora
in corso.
Possiamo però trattare le lesioni provocate dal virus.
La cosa più importante quindi è identificare in tempo le alterazioni provocate dal virus, che sono quelle evidenziate dal
Pap test.
5. Si può prevenire l’infezione da papilloma virus?
E’ difficile prevenirla: infatti è molto comune, soprattutto fra le persone giovani.
E’ ora disponibile un vaccino contro l’HPV che costituisce un importante strumento di prevenzione primaria del
carcinoma della cervice uterina.
Secondo le informazioni scientifiche oggi disponibili è sicuro, ben tollerato e in grado di prevenire nella quasi totalità dei
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casi l’insorgenza di un’infezione persistente dei due ceppi virali responsabili attualmente del 70% dei casi di questo
tumore.
6. Quali sono i vaccini attualmente disponibili?
I vaccini contro il virus Hpv attualmente disponibili sono due:
Gardasil, vaccino tetravalente, che protegge contro i genotipi 16-18 dell’HPV, responsabili di circa il 70% dei
casi di carcinoma uterino, e i genotipi 6 e 11, responsabili del 90% dei condilomi, autorizzato all’immissione in
commercio dall’Aifa con delibera del 28 febbraio 2007 (costo al pubblico 171,64 euro), e
Cervarix, vaccino bivalente, attivo contro i genotipi 16 e 18, responsabili di circa il 70% dei casi di carcinoma
uterino, autorizzato dall’Aifa con delibera del 29/10/2007 (costo al pubblico 156,79 euro).
I vaccini sono somministrati gratuitamente dalle ASL alle bambine tra gli undici e i dodici anni.
7. A chi è rivolta l’offerta pubblica gratuita del vaccino?
In Italia l’offerta pubblica gratuita della vaccinazione è rivolta alle bambine tra gli undici e i dodici anni di età, perché in
questa fascia è massimo il profilo beneficio-rischio, con una somministrazione per via intramuscolare di una dose iniziale
e due richiami, entro i sei mesi dalla prima.
La somministrazione del vaccino prima dell’inizio dei rapporti sessuali è, infatti, particolarmente vantaggiosa perché
induce un’efficace protezione prima di un eventuale contagio con il virus HPV, che si acquisisce di norma subito dopo
l’inizio dell’attività sessuale, e perché la risposta immunitaria in questa fascia di età è maggiore di quella osservata nelle
donne in altre fasce di età.
E’ allo studio, inoltre, un ulteriore sviluppo della strategia vaccinale per valutare l’allargamento, in futuro, dell’offerta attiva
anche ad altre coorti di donne (tra i 25 e i 26 anni), preferibilmente in concomitanza con il primo invito all’esecuzione
dello screening attraverso il pap test.
8. Il vaccino si può acquistare in farmacia?
Il vaccino è disponibile a pagamento in farmacia, previa indicazione e prescrizione del medico, ed è destinato alle donne
che non hanno ancora contratto l’infezione da HPV.
9. Le donne in gravidanza possono vaccinarsi?
Il vaccino non deve essere somministrato alle donne in gravidanza.
Gli studi sul vaccino non hanno dimostrato problemi particolari per la madre o per il feto, ma l’evidenza è limitata e sono
necessari ulteriori studi.
10. Il vaccino sostituisce lo screening periodico (Pap test)?
E’ opportuno ricordare che il vaccino affianca ma non sostituisce lo screening periodico della cervice uterina, attualmente
raccomandato per le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, perchè protegge dalle lesioni causate solo da due ceppi,
responsabili del 70% dei cancri invasivi, mentre il pap test triennale offre una protezione che può arrivare fino al
90%alcuni genotipi di HPV oncogeni.
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Documento tratto dal sito Movimento Italiano Genitori
Moige
I tumori femminili e, in particolare, il cancro al collo dell’utero si vincono con l’informazione. Per questo il Moige, con il
patrocinio dell’Agico – Associazione ginecologi consultoriali, lancia una campagna di informazione rivolta principalmente
alle mamme e alle adolescenti.
Approfondimenti
Il Papillomavirus
Il Papillomavirus è un virus di cui esistono alcuni tipi in natura. Nella maggior parte dei casi sono relativamente innocui,
come quelli che provocano le comuni verruche su mani e piedi. Il sistema di difesa dell’organismo della maggior parte
delle persone elimina il virus spontaneamente.
È stato dimostrato che, nella maggior parte dei casi, il Papillomavirus viene contratto in adolescenza o nella primissima
fase dell’età adulta. La trasmissione del virus avviene attraverso il semplice contatto genitale; non è necessario un
rapporto completo. Quindi, il preservativo (che va comunque utilizzato per la prevenzione di molte gravi malattie
sessualmente trasmissibili) non è in grado di proteggere completamente dal Papillomavirus. È sufficiente anche un
singolo contatto con un partner portatore di Papillomavirus.
Sebbene i Papillomavirus umani siano diffusi, fortunatamente vengono eliminati spontaneamente nel 90% dei casi.
Talvolta, tuttavia, permangono nelle membrane mucose, provocando sintomi clinici nel breve, medio e lungo termine.
Le persone colpite dal Papillomavirus umano non evidenziano alcun sintomo o segno, pertanto, possono non sapere di
esserne affette. Proprio per questo è importante agire soprattutto a livello di prevenzione, ricorrendo al vaccino. È anche
importante che le donne si sottopongano a esami ginecologici e al Pap-test. Tali esami possono favorire l’individuazione
di alterazioni cellulari anomale prima che si possano aggravare. Gli unici sintomi che possono comparire sono
sanguinamento e fastidio nei rapporti nella condilomatosi diffusa.
La maggior parte delle donne apprende di essere affetta da Papillomavirus umano quando il Pap-test risulta anomalo. Il
Pap-test (noto anche come test dello striscio) fa parte di una visita ginecologica di routine e contribuisce al rilievo di
cellule anomale nel rivestimento della cervice. Con una diagnosi precoce, molti casi precancerosi della cervice possono
essere trattati con successo. È importante seguire i consigli del medico o dell’infermiera/ostetrica relativi ai Pap-test.
Il Papillomavirus umano è molto comune, facilmente trasmissibile e può essere del tutto silente. Tali virus colpiscono sia
gli uomini che le donne: la maggior parte di noi è esposta a tale virus nel corso della propria vita. Può esserne affetto
chiunque abbia avuto rapporti sessuali, compreso il contatto genitale con un portatore di Papillomavirus genitali. Per
essere contagiati, basta aver avuto un unico partner affetto da Papillomavirus umano. È stato dimostrato che la maggior
parte delle persone contrae tale virus in età adolescenziale.
I Papillomavirus sono molto diffusi e possono essere completamente silenziosi. La maggior parte degli uomini e delle
donne entra in contatto almeno una volta con il papillomavirus durante il corso della propria vita. È stato dimostrato che
nella maggior parte dei casi il Papillomavirus viene contratto in adolescenza o nella primissima fase dell’età adulta. La
trasmissione del virus avviene attraverso il semplice contatto genitale; non è necessario un rapporto completo. Quindi il
preservativo (che va comunque utilizzato per la prevenzione di molte gravi malattie sessualmente trasmesse) non è in
grado di proteggere completamente dal Papillomavirus. È sufficiente anche un singolo contatto con un partner portatore
di Papillomavirus.
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Se non hai sentito parlare di tale virus, non sei l’unica. Sebbene sia comune, infatti, molte persone lo conoscono poco o
per nulla. Il Papillomavirus colpisce sia gli uomini che le donne e non sempre provoca patologie sintomatiche.
Alcuni tipi di Papillomavirus sono in grado di trasformare le cellule del collo dell’utero in cellule anomale che possono,
talvolta nel corso del tempo, moltiplicarsi e dare lesioni cancerose del collo dell’utero. La cervice non è l’unica zona
dell’apparato genitale ad essere sensibile al Papillomavirus. Infatti, i Papillomavirus possono colpire sia la vulva che la
vagina e, in casi ancor più rari rispetto al cancro del collo dell’utero, possono anche causare il cancro alla vulva e alla
vagina. Il cancro è lo stadio conclusivo del processo di uno sviluppo che inizia con delle lesioni non invasive. Queste
lesioni, nella maggior parte dei casi, regrediscono spontaneamente, ma in alcuni casi possono trasformarsi in cancro.
Atri tipi di Papillomavirus possono causare condilomi genitali, lesioni non maligne, ma molto fastidiose.
Tra i circa 40 tipi di Papillomavirus (HPV) che colpiscono l’area genitale, 4 sono i più comuni: i tipi 16 e 18 possono
provocare l’insorgere di cancro del collo dell’utero, della vulva e della vagina; i tipi 6 e 11 possono provocare condilomi
genitali e lesioni iniziali della cervice.
Tumore del collo dell’utero
In Europa, il cancro del collo dell’utero è al secondo posto tra i tumori che colpiscono le donne tra i 15 e i 44 anni. A
causare il cancro del collo dell’utero è un virus, noto con il nome di Papillomavirus Umano (HPV). In natura esistono più
di 100 tipi di Papillomavirus Umani ma solo alcuni di questi rappresentano un pericolo per la salute delle donne. Il cancro
del collo dell’utero è la tappa finale di un processo che, solitamente, inizia con delle anomalie del collo dell’utero,
chiamate lesioni o displasie (SIL o CIN). Sebbene nella maggior parte dei casi tali lesioni guariscano spontaneamente,
talvolta possono portare a patologie più gravi e, alla fine, al cancro. Questa evoluzione generalmente richiede alcuni anni
e solo raramente può avvenire in un tempo inferiore.
I condilomi genitali
I condilomi genitali sono le più comuni infezioni sessualmente trasmesse. Nel 90% dei casi sono causate dai tipi 6 ed 11
di HPV e possono insorgere già a pochi mesi di distanza dall’esposizione al virus. Sono lesioni non tumorali, ma
dall’impatto psicologico (stress e disagio in primis) e sociosanitario importante: ogni anno in Italia si possono stimare
nelle donne circa 125.000 casi di condilomi, praticamente 3.450 casi al giorno. I condilomi genitali sono delle
escrescenze color carne che compaiono nell’area genitale esterna o vicino all’ano, sia di uomini che di donne. Sono
comuni e il numero dei casi identificati è in aumento in Europa.
Tra il 1972 ed il 2004, il numero complessivo delle diagnosi di condilomi genitali (primo episodio, casi ricorrenti e già
registrati) è aumentato dalle 8 alle 11 volte per uomini e donne rispettivamente.
Il trattamento dei condilomi genitali è sintomatico, avendo come obiettivo principale l’eliminazione o la riduzione delle
dimensioni delle lesioni clinicamente evidenti, e può essere difficile e doloroso. A seconda delle dimensioni e della
localizzazione dei condilomi, è possibile scegliere tra varie possibilità per il trattamento:- Pomate
- Rimozione tramite bruciatura, raffreddamento o laser
- Chirurgia
I tumori della vagina e della vulva
Oltre al cancro del collo dell’utero anche altre patologie sono prevenibili tramite la vaccinazione. L’HPV infatti è
responsabile dei condilomi vaginali e vulvari. I condilomi sono una patologia molto diffusa, fastidiosa e difficile da curare,
che colpisce sia le donne che gli uomini . Esistono anche le lesioni precancerose (displasia o VIN) della vulva e della
vagina. Infine, oltre al cancro del collo dell’utero, alcuni tipi di papillomavirus possono molto più raramente essere la
causa di altri tumori che si localizzano su vulva e vagina.
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L’insorgere di questi tipi di cancro è causato da alterazioni delle cellule vaginali o vulvari provocate dal virus, che dopo le
fasi precancerose che possono durare anni, durante i quali possono regredire e venire curate o asportate, molto
raramente, possono degenerare in cancro della vagina o della vulva.
Sulla base dei dati della letteratura, è stato calcolato che in Europa si rilevano ogni anno 2.000 nuovi casi di cancro
vaginale e vulvare e circa 27.000 lesioni precancerose della vulva e della vagina (che non degenerano necessariamente
nel cancro).
Il ginecologo può eseguire un esame completo, eventualmente con colposcopio, e diagnosticare queste lesioni
precocemente, prima che diventino cancro, in alcuni casi può essere utile eseguire una biopsia che consiste
nell’asportazione di una piccola parte della lesione per esaminarne le cellule al microscopio e fornire una risposta
definitiva. È molto importante non trascurare sanguinamenti vaginali anormali, prurito continuo, bruciore o comparsa di
escrescenze o ulcerazioni vaginali o vulvari, soprattutto in menopausa.
Il trattamento del cancro vulvare dipende molto dallo stadio tumorale. Solitamente, negli stadi iniziali la chirurgia ha ottimi
risultati, in alcuni casi in associazione con la chemioterapia e/o radioterapia; qualora venga diagnosticato il cancro
vaginale, esistono 2 trattamenti principali – chirurgia e radioterapia – e il medico vi illustrerà in dettaglio la terapia più
opportuna nel vostro caso.
Il cancro anale
Il Papillomavirus umano è associato anche ai cancri che colpiscono le altre membrane mucose, come l’ano. L’ano è in
parte interno e in parte esterno all’organismo: il cancro anale può avere origine in ambo i luoghi.
La papillomatosi respiratoria ricorrente (RRP)
Sebbene rara, un’altra malattia provocata da certi tipi di Papillomavirus umano è la papillomatosi respiratoria ricorrente
(RRP). Quando donne colpite da condilomatosi diffusa vaginale e vulvare e da taluni tipi di Papillomavirus partoriscono, il
virus può essere trasmesso al bambino. Molto raramente (1/10000) questo può soffrire di una patologia delle vie aeree o
dell’apparato respiratorio che provoca lesioni non cancerose ma molto fastidiose alla gola che, sviluppandosi, possono
ostacolare gradualmente la respirazione, bloccando le vie aeree. I trattamenti di tale malattia dell’infanzia sono alquanto
invasivi: uno di questi è il ripetuto trattamento chirurgico per la rimozione dell’ostruzione delle vie aeree.
Ulteriori conseguenze del Papillomavirus umano
Il cancro è lo stadio finale di un processo che, solitamente, inizia con delle anomalie cervicali, chiamate lesioni. Sebbene
nella maggior parte dei casi tali lesioni regrediscano spontaneamente, talvolta possono degenerare in patologie più gravi
e, alla fine, nel cancro. Tale processo, generalmente, richiede alcuni anni ma, di rado, può avvenire in un lasso di tempo
inferiore. Le lesioni genitali esterne osservate interessano la vulva e la vagina, come anche il manifestarsi di condilomi
genitali. Sebbene tali lesioni non siano cancerose, il loro trattamento è fastidioso e lungo, in quanto tendono a
ripresentarsi.
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