Considerazioni sull`Amianto

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Programma Ambiente SpA
Alcune considerazioni sull’amianto in vista workshop del 8 aprile 2016
Ediltecnico
Quotidiano online per professionisti tecnici ISSN 2281-4566
Amianto, modalità di rimozione e incentivi per il 2016: guida essenziale
La rimozione dell’amianto è un’attività che riveste una grande importanza nell’odierno periodo storico: non
a caso gli incentivi per l’edilizia vedono nell’Ecobonus 65% per la riqualificazione energetica e nel Bonus
Ristrutturazioni 50% (confermati anche per il 2016) gli strumenti più interessanti ed efficaci anche per la
rimozione di tale materiale dagli edifici (presente in pannelli, pavimenti, rivestimenti di camini, tubazioni,
lastre di copertura, canne fumarie, serbatoi idrici, guarnizioni stufe, intonaco).
In questo senso bisogna ricordare che la presenza di materiali che contengono amianto in un edificio non
comporta di per sé un pericolo per la salute degli occupanti: l’allegato sulla valutazione del rischio al
decreto ministeriale 6 settembre 1994 afferma infatti che “se il materiale è in buone condizioni e non viene
manomesso, è estremamente improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di
amianto”.
Ma come ci si comporta a livello operativo per effettuare una corretta attività di bonifica dell’amianto?
In via introduttiva è necessario premettere che non sempre è possibile rimuovere il materiale (ciò accade
per molteplici ragioni , vedi impedimenti strutturali dell’edificio). Un comportamento standard, in ogni
caso, è il seguente: una volta accertata la presenza dell’amianto è necessario stilare almeno un programma
di controllo e manutenzione, per prevenire il rilascio e la dispersione di fibre, e nel caso intervenire per
rimuovere o mettere in sicurezza. La pericolosità più ingente dell’amianto si ravvisa infatti nella sua
configurazione in matrice friabile (con fibre libere o debolmente legate), mentre l’amianto in matrice
compatta, ovvero il cemento-amianto (fibrocemento o eternit) possiede un grado inferiore di pericolosità:
sono infatti le minuscole fibre volatili di amianto che possono causare gravi patologie all’apparato
respiratorio.
In primo luogo, il proprietario dell’immobile (l’amministratore di condominio per le parti comuni) è sempre
tenuto a designare una figura responsabile del rischio amianto, con compiti di controllo e coordinamento
dell’attività manutentiva, da cui passa la valutazione dell’eventuale bonifica. Il proprietario deve anche
tenere i documenti relativi all’ubicazione dell’amianto, predisporre la segnaletica e le misure di sicurezza,
fornire una corretta informazione agli occupanti dell’edificio sui rischi potenziali e i comportamenti da
adottare.
Il responsabile è tenuto ad individuare la ditta qualificata e abilitata ad eseguire i lavori: ovverosia
un’impresa iscritta all’Albo nazionale gestori ambientali, in categoria 10, con coordinatore e operai
specificamente formati. La ditta deve redigere un “piano di lavoro” da presentare all’ASL competente per
territorio (all’infuori di specifici casi di urgenza) almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori. Trascorsi i 30
giorni scatta il silenzio-assenso.
La bonifica può avvenire in 3 diverse modalità:
- incapsulamento: trattare con vernice che ricostruisce la superficie e impedisce la fuga del materiale;
- confinamento: cioè la chiusura dietro murature;
- rimozione del materiale.
La presenza di amianto o di materiale contenente fibre di amianto sul territorio, a causa del massiccio
impiego che ne è stato fatto nel secolo scorso, costituisce una problematica storica di particolare rilievo
visto il prezzo che è stato pagato in termini di vite umane...
Con riferimento alle autorizzazioni edilizie, bisogna tenere presente la tipologia di intervento collegato: nel
caso di rimozione parziale, non è necessario nessun documento. Ne caso in cui invece i lavori riguardino la
rimozione del cemento-amianto e il posizionamento di un’altra copertura coibentata, diventa necessaria la
comunicazione di inizio lavori.
Al termine dei lavori il materiale rimosso deve essere trasportato in un centro di stoccaggio o direttamente
in discarica: ad effettuare il trasporto può essere la stessa ditta che ha eseguito i lavori, ma solo se iscritta
all’Albo in categoria 5 (tutto è indicato nel piano di lavoro inviato all’ASL, anche il tragitto compiuto per lo
smaltimento). Al proprietario deve poi tornare entro 90 giorni una copia del Fir (formulario di
identificazione rifiuti), che attesta il conferimento presso una discarica autorizzata.
Ma come si configurano gli incentivi per i lavori di rimozione amianto di cui si parlava in apertura? Sino al
31 dicembre 2015 e poi per tutto l’anno prossimo (la conferma della proroga al dicembre 2016 è già
presente nella bozza aggiornata della Legge di Stabilità che sarà approvata nelle prossime settimane)
l’importo della detrazione è pari al 50% delle spese sostenute fino a un ammontare massimo di 96mila euro
(chi spende 15mila euro per la bonifica dall’amianto ne potrà recuperare 7500 in 10 quote annuali).
Inoltre nel Collegato ambientale alla Legge di Stabilità stessa, è stato approvato un emendamento
presentato dal Governo che prevede un credito di imposta del 50% delle spese sostenute nel 2016 per
interventi di bonifica dell’amianto anche su beni e strutture produttive: i fondi previsti per tale attività
ammontano a 5,6 milioni di euro per il triennio 2017-2019).
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Con l’ausilio di Legambiente mettiamo in rapida successione 3 punti importanti per comprendere meglio la
situazione dei rimedi e dei piani contro l’amianto elaborati in questo momento in Italia.
Piano nazionale Amianto. Nel marzo del 2013 i ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Ambiente hanno
approvato il Piano Nazionale Amianto: le misure di questo Piano, a parere di Legambiente “se fossero
messe in campo darebbero una svolta vera alla situazione”, ma il Piano è purtroppo oggi congelato in
Conferenza Stato Regioni, dove, per mancanza di fondi, continua ad essere rimandata la sua discussione”.
Piani regionali. Nonostante la legge 257/1992 prevedesse Piani Regionali Amianto redatti entro 180 giorni
dalla sua pubblicazione, ad oggi Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna non li hanno ancora
approvati. Nel frattempo il censimento, fondamentale per calcolare le quantità da recuperare è stato
realizzato (in modo disomogeneo) solo in 10 Regioni. Gli edifici pubblici e privati contenenti amianto,
spiegano da Legambiente, sarebbero più di 188mila cui vanno aggiunti i 6913 siti industriali dislocati su
tutto il territorio nazionale e altre strutture contenenti la pericolosa fibra”.
L’immediato futuro. Legambiente chiede a tal riguardo di mettere in piedi un’operazione pervasiva per
consentire al più presto l’avvio delle bonifiche dei siti industriali e la rimozione dell’amianto dagli edifici
ancora contaminati, attraverso l’attuazione di quanto previsto nel piano nazionale stesso. Un primo passo
fondamentale sarebbe lo stanziamento di circa 20 milioni di euro, da attuare con il sistema degli incentivi
per la sostituzione eternit/fotovoltaico, che condurrebbe alla bonifica di oltre 10 milioni di metri quadri di
coperture in cemento amianto. In ultima istanza viene auspicata l’approvazione del disegno di legge sugli
ecoreati (che verrà discussa in aula alla Camera nelle prossime settimane, leggi in proposito l’articolo Reati
ambientali al traguardo: i punti cardine del ddl Ecoreati) senza variazioni del testo uscito dal Senato, per
consentire la sua immediata applicazione”.
Bonifica amianto, Governo per finanziare il bonus
Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità (si tratta del testo recante rubrica “Disposizioni in materia
ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse
naturali”): la compagine governativa ha infatti presentato al Senato un emendamento che introduce due
tipologie di incentivi per le bonifiche amianto. Si tratta di:
1. Un credito d’imposta del 50% delle spese sostenute per i soggetti titolari di reddito d’impresa che
effettuano nel 2016/2018 interventi di bonifica amianto sulle aree produttive;
2. Un fondo da oltre 5,5 milioni di euro nel 2015 e circa 6 milioni per gli anni 2016/2017 provenienti dalle
disponibilità del Ministero dell’Ambiente per finanziare gli interventi sugli edifici pubblici.
Il governo Renzi torna a pertanto a porre l’attenzione sul tema dell’amianto, una delle tante emergenze
eterne del Paese. “Proseguiamo con determinazione il nostro impegno – afferma il ministro dell’Ambiente
Galletti – su un’urgenza nazionale che riguarda tante comunità: i siti inquinati da amianto già censiti sono
oltre 30mila e mancano o sono parziali i dati di alcune regioni. Si tratta di un disastro ambientale diffuso
che con gli strumenti nuovi che il governo mette in campo può cominciare ad essere affrontato non solo nei
grandi siti, ma anche nelle migliaia di micro-realtà sparse per il territorio che rappresentano un pericolo per
i cittadini”.
1. Credito d’imposta per interventi di bonifica amianto
Qualora la misura proposta dovesse essere approvata gli imprenditori che nel 2016 avviano interventi di
bonifica dall’amianto avranno diritto ad un credito di imposta del 50% delle spese sostenute. A tale
beneficio potranno accedere soltanto gli interventi di importo superiore ai 20mila euro.
Il credito d’imposta verrà ripartito e utilizzato in 3 quote annuali di pari importo e non concorrerà alla
formazione del reddito né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive (l’IRAP).
Ovviamente si potrà incominciare ad usufruire del beneficio a partire dal primo gennaio del 2017 (il periodo
d’imposta successivo a quello in cui sono effettivamente avvenuti i lavori di bonifica amianto).
Leggi anche l’articolo Rimozione amianto: quando diviene obbligatoria la bonifica?
2 Il fondo per gli interventi sugli edifici pubblici
Sul fronte pubblico, invece, l’emendamento prevede la creazione del Fondo per la progettazione degli
interventi di bonifica di beni contaminati da amianto pari a 5,536 milioni di euro per il 2015 e di 6,018
milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017, e sarà destinato a finanziare gli interventi sugli edifici pubblici.
Le norme andranno confermate con un decreto del ministero dell’Economia, entro 90 giorni dall’entrata in
vigore della legge, dove verranno indicate le modalità e i termini per la concessione del credito d’imposta”
si legge nel testo
Rimozione amianto: quando diviene obbligatoria la bonifica?
Rimozione amianto: come si delineano le norme relative alle procedure di bonifica di questo materiale
dichiarato fuori legge in Italia a partire dal 1992? L’amianto infatti, materiale versatile ed a basso costo è
stato molto utilizzato nel corso degli anni ’70 -’80 in edilizia grazie alle sue proprietà isolanti e
fonoassorbenti: con il piccolo inconveniente che le polveri da esso derivanti sono molto pericolose
(cancerogene) per l’apparato respiratorio umano. Di qui, nel corso degli anni si sono sviluppate procedure
di sicurezza per ottemperare alla corretta rimozione dell’amianto dagli edifici e manufatti.
La bonifica amianto negli edifici privati è un onere che grava esclusivamente sui proprietari (Comune e Asl
non sono tenuti infatti ad effettuare sopralluoghi): in particolare pare utile analizzare la disciplina della
materia nell’ambito condominale. A tale riguardo differenze ingenti si concretizzano a seconda che
l’amianto sia presente negli edifici in forma compatta (cemento-amianto o vinil-amianto) oppure in
configurazione friabile.
Amianto in matrice friabile
In caso di presenza negli edifici di amianto friabile (formato molto pericoloso del materiale, poiché
riducibile in polvere con la semplice azione manuale e pertanto più facilmente inalabile) il proprietario
dell’edificio (oppure l’amministratore, nel caso di un condominio) è tenuto a comunicare alla Asl di
riferimento i dati relativi alla presenza di tale insidioso materiale: l’obbligo è prescritto dalle legge (l. 27
marzo 1992, n. 257) e la sua violazione, nel caso di omessa comunicazione, è suscettibile di sanzione
amministrativa (pecuniaria, oltre i 2mila euro in sede edittale).
Per orientarsi all’interno di tale tema Maggioli Editore presenta l’e-book Amianto: Guida pratica per la
gestione dei manufatti: una guida (elaborata dall’esperto ingegnere Maria Cristina Di Cosimo) idonea a
fornire informazioni utili e pratiche per affrontare la gestione dei materiali con presenza di amianto (con
particolare attenzione anche alle questioni permessualistiche). Lo strumento è utile sia per gli utenti
pubblici che per quelli privati (dagli amministratori di condominio ai proprietari di edifici industriali).
Amianto compatto
L’amianto compatto è meno pericoloso (non può essere sbriciolato se non con l’impiego di attrezzi
meccanici, pertanto la diffusione di micro-fibre è molto meno probabile) e la sua presenza in edifici in
buono stato non fa scattare alcun obbligo di comunicazione. Qualora l’edificio o il manufatto presentino
però condizioni di degrado allora il proprietario (o l’amministratore nel caso di un condominio) ha l’obbligo
di far effettuare una ispezione con annessa valutazione del rischio: per fare ciò è necessario avvalersi di un
tecnico abilitato (o di un’impresa abilitata anch’essa). Qualora dovesse essere accertata la necessità di
intervenire sull’amianto (in caso di pericolosità dei manufatti presenti) scatta l’obbligatorietà di rivolgersi
ad una ditta specializzata iscritta all’Albo nazionale Gestori ambientali nella categoria 10 (sub categoria 10A
o 10B).
Spese di bonifica: chi paga?
Ma in concreto, parlando schietto, a chi spetta di tirare fuori i soldi per le procedure di bonifica? Per ciò che
riguarda le operazioni in condominio, la spesa spetta ovviamente ai condomini (con la solita ripartizione in
base ai millesimi): esiste tuttavia la possibilità per i condomini stessi di rivalersi nei confronti della ditta
costruttrice solo nel caso in cui l’amianto sia stato installato successivamente all’entrata in vigore dei divieti
di legge. Le maggioranze assembleari per deliberare gli interventi sono le solite: piccoli interventi (quindi
manutenzione ordinaria) necessitano una maggioranza semplice degli intervenuti, mentre bonifiche di
grossa entità vogliono la maggioranza aggravata (che comprende anche il superamento dei 500 millesimi
de approvazione).
Amianto, risoluzione UE per la rimozione definitiva entro il 2028
Appuntamento al 2028 per la rimozione definitiva dell’amianto da tutti gli edifici, le tubazioni, i macchinari,
i treni e i manufatti sul territorio europeo che ancora contengono la fibra assassina. Con una larghissima
maggioranza (558 Sì contro 51 No), il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che fissa al 2028 il
termine ultimo per completare la bonifica dall’amianto.
“È un messaggio forte alla Commissione, che ora deve agire”, ha detto il relatore Stephen Hughes al
termine della votazione. Ma quali sono gli elementi fondamentali di questa risoluzione?
La risoluzione si articola in una serie di proposte che comprendono:
- garanzia che gli ispettori che operano sul campo siano dotati di attrezzature di protezione adeguate e che
gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati.
- sostegno alle associazioni delle vittime,
- introduzione di un registro pubblico degli edifici degli Stati membri contenenti amianto,
- necessità di definire una tabella di marcia degli interventi,
“Sembra incredibile”, ha aggiunto Hughes, “ma perfino la sede di questo parlamento contiene ancora
amianto”.
Nonostante la messa al bando dell’amianto estesa a tutta l’Europa nel 1999, infatti, nel nostro continente
(e non solo) ci sono ancora milioni di edifici, uffici, navi e tubature che contengono amianto.,
Gestione dei rifiuti contenenti amianto, un problema ancora aperto
Il testo della risoluzione approvato dal Parlamento europeo affronta anche il problema della gestione dei
rifiuti di amianto, sottolineando che il loro conferimento in discarica non rappresenta il sistema più sicuro
per eliminare definitivamente il rilascio della fibra killer nell’ambiente e, in particolare, nelle acque di falda
e nell’aria.
“La realizzazione di discariche di rifiuti di amianto – si legge nel documento – è una soluzione solo
provvisoria del problema, che cosi viene lasciato alle future generazioni, essendo la fibra di amianto
pressoché indistruttibile nel tempo”. Alla Commissione europea si chiede, perciò, di “promuovere in tutto il
territorio dell’Unione la realizzazione di centri di trattamento e inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto,
prevedendo la graduale cessazione di ogni conferimento in discarica di questi rifiuti”.
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Agevolazioni fiscali 2016 per bonifica amianto
La rimozione dell’amianto in Italia è un grosso nodo ancora da sciogliere. La bonifica ambientale, compito di
imprese specializzate, ha registrato fino a oggi costi molto alti che ne hanno bloccato lo smaltimento,
scoraggiandone i protagonisti. Nel 2016 la situazione cambia…
Rimozione amianto e nuove agevolazioni
A partire dal nuovo anno la Commissione Ambiente del Senato ha approvato le agevolazioni fiscali per gli
imprenditori impegnati nella bonifica di capannoni e strutture in cui è stata denunciata presenza di
amianto, ma sui quali non si è più intervenuto a causa di costi eccessivi e problemi burocratici.
Per coloro che sono coinvolti in bonifica e rimozione della fibra killer, sostenendo una spesa non inferiore a
20.000 euro, sono stati stanziati 5,7 milioni di euro all’anno (e per tre anni). Ai soggetti coinvolti è perciò
riconosciuto un credito d’imposta del 50%; l’agevolazione è ripartita in tre quote annuali di pari importo.
Le agevolazioni fiscali concesse alle imprese si estendono ad attività quali:
rimozione della fibra killer che elimina la principale fonte di rischio
incapsulamento che impregna le lastre di amianto di prodotti penetranti e ricoprenti
confinamento che, tramite barriere, isolano l’amianto dall’ambiente che lo circonda
Le agevolazioni abbattono i costi di bonifica amianto
Lo smaltimento dell’amianto, oltre alla rimozione, prevede altre fasi di smaltimento come trattamento,
fissaggio e trasporto verso lo stoccaggio finale. Tutto ciò, soggetto ad agevolazioni, cancella finalmente il
problema costi incentivando la bonifica.
Grandi e piccoli siti potranno finalmente conoscere una fase di rinascita, ma soprattutto restituire
tranquillità, salute e sicurezza ai cittadini italiani.
A proposito di riqualificazione energetica e detrazioni
Agevolazioni e incentivi riguardano molti aspetti del nostro vivere la quotidianità, abbracciando i bisogni
delle persone e invitando al risparmio di energia, positivo per l’ambiente, la riduzione dei consumi e il
controllo sempre più consapevole del nostro stile di vita.
La Nuova Legge di Stabilità ha confermato le detrazioni fiscali al 50% e 65% anche per lavori di
ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica degli edifici.
In particolare sono confermate le detrazioni al 65% per attività di:
riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento
miglioramento termico dell’edificio, tra cui sostituzione e installazione di nuovi infissi (oltre a coibentazioni
– pavimenti – finestre)
installazione di pannelli solari
sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale
Come affidarti a professionisti di settore
Per la sostituzione di infissi e installazione di nuovi serramenti in PVC a Bergamo puoi rivolgerti a CFG
Serramenti. L’azienda, fortemente radicata sul territorio bergamasco, sottolinea la forte propensione per
sostenibilità e ambiente, con attenzione al benessere e comfort abitativo delle persone.
Sicurezza e affidabilità garantiscono benessere e consapevolezza: motori che muovono l’interesse della
gente, sempre più attenta alla qualità della propria vita. L’ambiente quotidiano, a casa, al lavoro, in azienda
e ufficio deve assicurare condizioni di vivibilità e servizio ottime, nel rispetto dei diritti delle persone e della
propria occupazione. Emmetre Clima Service, azienda bergamasca professionista in impianti di
climatizzazione e condizionamento considera l’energia un bene prezioso, da tenere sotto controllo per
rispondere alle nostre esigenze e garantire sostenibilità all’ambiente che ci circonda.
Anche per i pannelli solari fotovoltaici è possibile godere di agevolazione fiscale: si tratta della detrazione al
65% valida fino al 31 dicembre 2016. L'agevolazione è dedicata a coloro che installano un impianto solare
destinato alla produzione di acqua calda sanitaria.
Le spese sostenute per l'installazione di un impianto fotovoltaico, non essendo considerato intervento di
riqualificazione energetica, ma di risrutturazione edilizia e/o recupero del patrimonio immobiliare,
rientrano nell'agevolazione del 50%.
Wolf Service Fotovoltaici Pulizia è l'impresa di pulizie specializzata in manutenzione e pulizia di impianti
fotovoltaici: il massimo rendimento del tuo impianto dipende dalla pulizia dei pannelli solari. Solo così
potrai misurare la convenienza del tuo investimento e sottolineare l'importanza della sostenibilità:
impariamo a sfruttare le energie rinnovabili!
Che il 2016 porti consapevolezza, amore per la qualità della vita e sostenibilità, in ogni suo aspetto.
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