SLIDESHOW per assemblea 2008 - Federazione Trentina della

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“L’inizio è due, non uno, e chi nasce è o l’uno o l’altro, quindi ogni
volta il due è in gioco: non c’è un uomo da cui si deriva, ma c’è una
donna femmina che mette al mondo o un sesso o l’altro.”
(A. Cavarero)
Il genere è una categoria inventata socialmente storicamente e oggi non si
concentra più solo sulle differenze femminili, ma riguarda il modo in cui
queste due categorie, uomini e donne, maschile e femminile interagiscono,
subiscono e modificano nel tempo il rapporto tra loro e col mondo.
(S. Piccone Stella)
Le divisioni e le differenze che contrappongono uomini e donne non
sono immodificabili e non si possono dare per scontate, ma sono legate
ad una concezione sociale, culturale ed economica che si evolve nel
tempo.
“Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
E come s’affonda nell’acqua
Immergiti nel sonno
Vestita di bianco
Il più bello dei sogni ti accoglierà”
Hikmet
“Parlare non è mai neutro”
Luce Irigaray
“Il maschile e il
femminile, in quanto
termini opposti che
articolano la categoria
della differenza, non
hanno lo stesso statuto, né
occupano la stessa
posizione. La relazione
che li lega è quella di
derivazione, in cui uno di
essi, il femminile, è
ricavato dall’altro come
sua negazione.”
Patrizia Violi
“La
democrazia comincia a due”
Luce Irigaray
“Ci dev’essere nella mente
qualche collaborazione fra
la donna e l’uomo, prima
che possa formarsi l’arte
della creazione. Dev’essere
consumato un matrimonio
dei contrari”
Virginia Woolf
(una stanza tutta per sé)
Una mancata valorizzazione delle risorse femminili è uno spreco di
talenti, vuol dire non beneficiare della creatività, delle abilità e delle
motivazioni che le donne possono portare al lavoro.
OttomarzoDuemilasette
[…] Alla sera, tra le mura millenarie,
riposa il povero mercante
tra cavalieri e principesse
sulle tinte cariche
e sui colori, con sfumature varie,
come quelli che usa Almodovar.
Ecco, che il nostro mondo
allora, lo vogliamo raccontare,
alla sera,
nei colori che riposano
dopo il volare del giorno
le fatiche degli alberi
sul respiro delle cose.
Nadia Martinelli
Sappiamo cosa siamo, ma
non cosa possiamo essere o
cosa saremmo potute essere.
Germaine Greer
(L’eunuco femmina)
Secondo Adriana Cavarero noi non siamo mai in grado di dire chi siamo.
E anche quando cerchiamo di dirlo, di solito, pronunciamo il nostro
nome, o cominciamo a raccontare la nostra storia, qualcosa ancora ci
sfugge. Perché la trama che noi, inconsapevolmente, intrecciamo ogni
giorno della nostra vita non è visibile mentre la stiamo ancora
tessendo: noi siamo dentro la nostra storia. Sono gli altri, a cui noi
siamo esposti da quando nasciamo nella nostra unicità, che possono
donarci la storia della nostra vita.
Tutti hanno talento,
ma quello che è raro è il coraggio di
seguire questo talento
fino a quel luogo oscuro dentro di te a
cui ti conduce
(Erica Jong)
Ti prego lasciami andare;
il pensiero dell’alba
è in me così alto
che non occorrono boschi
Per poter camminare.
Ti prego, lasciami vivere
questo assurdo pensiero,
questa passione intensa
non fa che ardere odio
entro le madri oscure
che tu fai piangere, amore,
soltanto per errore.
Alda Merini
Mi rendo conto con maggiore chiarezza come la vita di
ciascuno sia un mosaico di pezzi e come per capire una
persona occorra considerare come un pezzo sia compresso
e l’altro incavato e un terzo si espanda, e nessuno sia
realmente isolato.
Virginia Woolf
Tutti i dolori sono sopportabili se li si inserisce in
una storia o si racconta una storia su di essi
K. Blixen
La storia rivela il
significato di ciò che
altrimenti rimarrebbe
una sequenza
intollerabile di eventi.
Hannah Arendt
Donne e Uomini sono
Uguali,
ma i loro punti di vista
sono diversi.
Quando una Donna e un
Uomo
Lavorano insieme,
creano più Idee,
più Valori, più Giustizia,
più Qualità della Vita.
(Anonimo)
In La mia Africa Karen Blixen dice che, quando era bambina, le
raccontavano una favoletta tracciando nel contempo un disegno
che si compiva poco per volta sotto i suoi occhi, man mano che si
snodava la storia. Una notte un uomo (diceva la storia) fu
svegliato da un rumore tremendo. Uscì e andò a vedere cosa fosse
successo, ma siccome era buio, gliene capitarono di tutti i colori.
Cadde in uno stagno, inciampò, sbagliò strada, cadde per tre
volte in un fosso, tornò indietro. Alla fine, seguendo tutti i suoi
passi, la penna sul foglio lasciava il disegno di una cicogna. Ed era
una cicogna che, il mattino dopo, l’uomo scorgeva affacciandosi
alla finestra.
Così è il destino delle persone: un andirivieni faticoso ed
insensato, fino a quando, alla fine, rivelerà l’immagine globale,
l’immagine coerente di tutto ciò che è stato.
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