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Bonsai: cura e mantenimento
Annaffiatura: E’ la tecnica più immediata
ed al contempo più difficile da mettere in
pratica. Non vi fate ingannare dalle
dimensioni del vostro bonsai IIl fatto che
sia piccolo non significa che sia più fragile
o bisognoso di acqua di qualsiasi altra
pianta. Dedicate cinque minuti tutti i giorni
al vostro bonsai e vedrete che non avrete
brutte sorprese! Appoggiate un dito sul
terreno e, se constatate che questo è
umido non date acqua. Se viceversa
constatate che il terreno è asciutto
procedete ad innaffiare. Se per abbellire il
vostro bonsai è stato posto del muschio
sulla superficie del terreno ritagliate un
angolino di muschio in modo da poter
appoggiare il dito sul terreno. Con l’ausilio
di un annaffiatoio (non immergete mai la
pianta in acqua!) annaffiate il vostro
bonsai fino a che non vedete l’acqua che
inizia a gocciolare dai fori di drenaggio ( i
buchi posti sotto il vaso del vostro bonsai)
ed il gioco è fatto! Abbiate la cura di fare in
modo che il vostro bonsai non resti umido
per troppo tempo e di non fate ristagnare
mai l’acqua sotto il vostro bonsai!
Ciò porterebbe a marcire l’apparato
radicale della pianta con conseguenze
fatali.
Non
c’è
una
regola
fissa
sull’intervallo delle annaffiature, certo è
che nel periodo vegetativo (primaveraestate) le annaffiature saranno più
frequenti che in inverno, dove potrà
capitare tranquillamente che passi una
settimana senza che il vostro alberello
necessiti
di
acqua.
Concimazione: Essendo una pianta in
vaso non ha a disposizione molto spazio
ove reperire i nutrimenti necessari alla sua
crescita, tuttavia possiamo garantire al
nostro piccolo amico il corretto apporto di
nutrimenti mediante l’uso di concime. I
periodi per la concimazione sono quelli
coincidenti con la ripresa dello sviluppo
vegetativo, vale a dire da marzo a maggio,
e quello che precede il riposo invernale(per
dare alla pianta le riserve per il periodo di
riposo) cioè da settembre a novembre. In
commercio
si
trovano
concimi
appositamente studiati per i bonsai sia in
forma liquida, da diluire una volta a
settimana nelle normali annaffiature, che
in forma solida da appoggiare direttamente
sul terreno e sostituire una volta al mese.
Tali
concimi
si
compongono
di
microelementi
e
macroelementi.
Tra
i
macroelementi
più
rilevanti:
Azoto: Stimola la crescita vegetativa
Fosforo: Aiuta la formazione delle radici
Potassio: Aiuta il processo fotosintetico
Sulle confezioni di concime spesso si trova
la
concentrazione
di
macroelementi
espressa in forma numerica in ordine
alfabetico: i numeri 12-10-10 indicano la
concentrazione di Azoto(12) Fosforo(10)
Potassio(10)
Tra i micorelementi rilevanti: Calcio,
magnesio,
ferro,
Zinco,
manganese,
Rame…
Personalmente preferisco l’impiego di
concimi di natura organica piuttosto che
chimica; i primi hanno il vantaggio di
rendere
disponibili
i
nutrimenti
lentamente(si definiscono a cessione lenta)
e sono più facilmente dosabili e meno
rischiosi. Un eccesso di concime organico
non produce problemi viceversa la dose
errata dello stesso prodotto di origine
chimica può creare grossi problemi. Le
piante a foglia caduca necessiteranno di
una
maggiore
concimazione
dei
sempreverdi. Ciò perché lo sforzo delle
piante nel ricostituire le foglie tutti gli anni
richiede
maggiore
energia.
Potature: Se acquistate un esemplare già
formato l’unica cosa che dovrete fare è
quella di mantenere la sua silouette. Il che
si traduce nel tagliare i germogli ribelli che
escono dalla forma del vostro bonsai.
Se invece avete un giovane esemplare in
formazione le cose cambiano. Sarà
necessario applicare delle tecniche di
correzione per sviluppare al meglio la sua
ramificazione. Solo su questo argomento si
potrebbero scrivere pagine e pagine, qui
mi limiterò a citarvi le più usate.
Avvolgimento: si provvede ad avvolgere
il ramo da correggere con del filo di rame o
alluminio anodizzato al fine di impostare il
ramo( i Giapponesi usano il termine
educare)
nella
direzione
voluta.
Pinzatura: Si effettua sui germogli nuovi
“pinzando” letteralmente con le dita le
foglioline. Si utilizza per infoltire la
vegetazione.
Defogliazione: Si utilizza solo su alcune
specie (ad esempio i ficus) ed in
determinati periodi dell’anno, serve per
ottenere delle foglie più piccole e quindi
più
proporzionate.
Rinvaso: Periodicamente, ogni due o tre
anni per gli esemplari giovani e ogni
quattro o cinque per gli esemplari più
maturi, sarà necessario sfoltire l’apparato
radicale del vostro bonsai. La crescita delle
radici infatti impedirà piano piano all’acqua
di defluire all’interno del vaso con
sofferenza conseguente per l’alberello.
Sarà quindi necessario “sfilare” il nostro
bonsai dal suo vaso e potare le radici
privilegiando le radici fini ed eliminano
quelle grosse senza vasi capillari. Infatti
maggiormente fine sarà l’apparato radicale
e migliore sarà la chioma del vostro
bonsai. In questa occasione si correggono i
difetti dell’apparato radicale superficiale, si
verifica lo stato di salute delle radici e si
può valutare la scelta di un vaso diverso. Il
mio consiglio per questa operazione,
abbastanza delicata, è che per le prime
volte vi facciate aiutare da qualcuno più
esperto o dal vostro negoziante di fiducia;
guardando
imparerete
moltissimo!!!!
Inoltre ogni pianta ha un preciso periodo
dell’anno entro il quale si può provvedere
al
suo
rinvaso.
JIN E SHARI
Un ulteriore lavorazione che si utilizza
prevalentemente
sulle
conifere(pini,ginepri,tassi…)
è
la
lavorazione di Jin e shari. Si tratta di
scortecciamento di parti morte della pianta
per simulare la rottura di un ramo
(Jin) con conseguente perdita di corteccia
di un ramo o una parte di tronco (Shari).
Le parti così trattate vengono poi
pennellate con un liquido che sbianca e
conserva la legna in modo da accentuare il
contrasto e preservare nel tempo il lavoro.
I jin e gli shari contribuiscono a accentuare
l’aspetto vetusto e la drammaticità
dell’albero preda della furia degli elementi.
Esempio di Jin e piccoli shari praticati su
un Taxus Cuspidata dell’età di 58 anni
….A PROPOSITO DELL’ACQUA……
Non possiamo utilizzare l’acqua del
rubinetto per innaffiare direttamente i
nostri Bonsai Elementi come il cloro ed il
calcare presenti non sono tollerati ed alla
lunga portano alla morte del soggetto.
Abbiate cura di usare acqua riposata da
almeno 24 ore, oppure se non avete valori
estremi in vasca(per PH eccessivamente
acido e povertà di sali) quella che buttiamo
dai
cambi
è
perfetta!
TERRICIO
Sono vari i mix di terriccio che si possono
utilizzare
a
seconda
della
specie.
Gli
ingredienti
“base”
sono:
Terriccio da giardino, sabbia, argilla, torba
o
terriccio
di
bosco.
Dosando
opportunamente i componenti su descritti
si ottengono substrati differenti più o meno
ricchi e che trattengono più o meno
l’umidità.
Molto spesso le piante di importazione
arrivano in vasi contenenti unicamente
torba bionda. Questo substrato trattiene
molto l’umidità e può essere dannoso alla
pianta; appena possibile è consigliabile
provvedere alla sua sostituzione. Menzione
a parte merita il terriccio proveniente dal
Giappone; l’Akadama. Si tratta di un
terriccio argilloso disponibile in varie
granulometrie. Ha il vantaggio di favorire
lo sviluppo radicale (si presenta a grani
quindi offre più spazio allo sviluppo
radicale di un qualsiasi composto) ed
inoltre ha l’impagabile pregio di cambiare
colore quando si asciuga. Sarà sufficiente
guardare il vaso per capire se la pianta
necessita di annaffiatura! Sicuramente vi
sarà capitato di vederlo anche in acquario;
per intenderci è il substrato che utilizza
Takesci Hamano per i suoi splendidi
acquari. Personalmente utlizzo questo
substrato per tutte le mie piante eccezion
fatta per le piante acidofile, cioè quelle che
prediligono substrati più acidi(le camelie,
le azalee o le ortensie per esempio) per cui
esiste comunque
una versione acida
dell’akadama che si chiama Kanuma. Per il
nostro bonsai sarà quindi sufficiente al
momento del rinvaso porre uno strato di
akadama a granulometria più grossa per
costruire il drenaggio(per favorire lo
smaltimento
dell’acqua
in
eccesso)
utlizzando quella più fine come terriccio.
Ecco come si presenta l’akadama e come
cambia colore quando è asciutta
MALATTIE
Come essere vivente il bonsai è purtroppo
soggetto ad un’ infinità di possibili
patologie. Esistono libri di botanica
riguardanti solo questo argomento. Come
discorso generale, e per la mia personale
opinione, valgono gli stessi ragionamenti
che facciamo per il nostro amico pinnuto;
una pianta tenuta in condizioni ottime e
quindi in salute ha sicuramente meno
probabilità di ammalarsi. Condizioni non
ottime
potrebbero
essere:
Condizioni
di
illuminazione
anormali.
La poca luce rallenta il metabolismo della
pianta favorendo ristagni d’acqua nel vaso
che abbiamo visto possono portare al
marciume
radicale.
Squilibri termici sia di caldo che di freddo.
Eccessi
o
carenze
di
nutritivi
E nei nutritivi ricomprendiamo non solo i
concimi
ma
anche
l’acqua!
Meno
errori
di
questo
genere
commetteremo più avremo piante robuste
ed in grado di affrontare le aggressioni.
Purtroppo anche il bonsai in perfette
condizioni potrà essere oggetto di un
attacco da parassiti; vediamo i più comuni,
secondo
la
mia
esperienza.
Ragnetto rosso: Appartiene alla famiglia
degli acari e depone le proprie uova tra le
pieghe della corteccia dell’albero. Si tratta
di un animaletto insidioso in quanto
praticamente invisibile ad occhio nudo. Un
possibile sintomo di aggressione è la
perdita a zone delle foglie dell’albero. Per
essere certi della diagnosi accostate un
foglio di carta bianca sotto la chioma del
vostro bonsai; scuotete leggermente il
bonsai e successivamente passate un dito
sul foglio. Se vedete tracce di rosso siete
certi che si tratti di questo parassita.
Un'altra possibile diagnosi è osservando la
pagina inferiore delle foglie con una lente;
il ragnetto è molto piccolo ma comunque
visibile con una normale lente di
ingrandimento. Per curare questo parassita
è necessario nebulizzare la chioma
uniformemente con un prodotto specifico
reperibile nei negozi specializzati 2 volte a
distanza di 1 settimana. Nei casi più
ostinati si ripeterà il trattamento. Ricordate
che se una vostra pianta avrà contratto
questo parassita dovrete trattarle tutte!
Purtroppo il ragnetto “salta” da una pianta
all’altra
con
estrema
facilità.
Afidi: Più semplici da vedere in quanto di
maggiori dimensioni rilasciano sulle foglie
un liquido appiccicoso. Anche qui è
necessario l’impiego di un prodotto
specifico.
Cocciniglia: Si tratta di un parassita
dischiforme che si attacca al sistema
linfatico
del
Bonsai
sottraendogli
nutrimento e visibile sulla corteccia o sui
rami
.
In questo caso si usa olio minerale con cui
si cosparge tutta la pianta al fine di
soffocare
il
parassita.
Quale che sia la patologia che dovrete
affrontare ricordate di coprire sempre il
terreno con un giornale in modo che le
radici non assorbano il prodotto che state
utilizzando.
DA DOVE PARTIRE?
A voi la scelta! Se volete potete acquistare
un esemplare già lavorato e solo da
ammirare… Oppure se preferite potete
andare all’estremo opposto e iniziare da
seme……Oppure da una pianta vista in un
vivaio o da una giovane pianta tutta da
formare….
Oppure
cercare
qualche
esemplare in natura…(assicuratevi di avere
i permessi per poterlo fare e di non
uccidere la pianta con le operazioni di
espianto! Altrimenti lasciatela al suo
posto…. Starà certamente meglio lì dove
l’avete trovata! E potrete andarla ad
ammirare tutte le volte che vorrete).
Potrete sbizzarrirvi con le più disparate
essenze e non sottovalutate quelle tutte
Italiane!!!
In ogni caso la scelta dipenderà dalle
vostre tasche (un esemplare centenario
lavorato da un illustre maestro può costare
parecchie migliaia di euro!) e soprattutto
da
gusti
e
voglia.
Al momento dell’acquisto tenete presente
che il prezzo di un bonsai varia in funzione
di
queste
variabili:
Provenienza : Un Made in Japan costerà il
doppio di un esemplare Cinese ad
esempio.
Età : ATTENZIONE!! Non credete, a meno
di foto dimostrativa, a chi asserisce con
certezza di sapere l’età di un bonsai… Si
può sapere solo presuntivamente, a meno
di non segare la pianta in due e contare gli
anelli del tronco. Bellezza dell’esemplare e
lavorazioni già apportate e stato di salute
INFORMAZIONI UTILI
Per chi vuole iniziare a curiosare più
profondamente nel mondo dei bonsai
posso consigliare alcuni testi che mi sono
piaciuti per semplicità e leggerezza
espositiva.
Bonsai – Guida pratica all’arte e alla
coltivazione - di L.Crespi Edizioni Fabbri
Bonsai da interno di G.Genotti Edizioni De
Vecchi
Come creare un bonsai di pino di Abe
Kurakichi
Edizioni
Volonterio
E’ inoltre presente una rivista Bimestrale
dal titolo “Bonsai & News”
Crespi
Edizioni, che spiega passo passo con
fotografie
tutte
le
tecniche
bonsai.
La rivista in oggetto esiste dal 1993 ma i
numeri arretrati sono ancora facilmente
reperibili.
Le miniguide dedicate alle essenze più
diffuse
Crespi
Editori.
Se vi capita di passare nei pressi di Milano
vi consiglio di fare un salto a S.lorenzo di
Parabiago(Mi):
Presso il vivaio di Luigi Crespi (aperto
anche la domenica mattina) potrete
visitare il museo del bonsai dove tra
esemplari centenari potrete ammirare uno
stupendo esemplare di Ficus Retusa Limn
di ben 1.500 anni e di notevoli
dimensioni…..
Su internet oltre ai siti di Crespi:
www.crespibonsai.it e di Nippon bonsai:
www.nipponbonsai.it
I due colossi della vendita di bonsai di
qualità
per
il
nord
Italia.
Provate a fare un giro su E-bay….. Digitate
la parola Bonsai…. Con un pò di occhio si
fanno
ottimi
affari!
CONCLUSIONI
Non c’è bisogno che vi dica di non credere
alle dicerie sulla delicatezza dei bonsai.
D’altronde se mi state leggendo significa
che allevate, o state pensando di allevare,
un pesce sul quale si dicono cose molto
simili e non vi siete fatti influenzare. Scelta
correttamente l’essenza e la posizione
della pianta dentro e fuori casa, scoprirete
che tutto ciò di cui necessita è di cinque
minuti al giorno del vostro tempo.
Certamente ci sono essenze più esigenti di
altre; fatevi un po’ le ossa con essenze più
“ semplici”. In compenso potrete godere di
un angolo di natura anche se, come me,
vivete in città. Vi posso garantire che
potere godere di immense fioriture o dei
colori
sgargianti
dell’autunno
stando
comodamente seduti sul proprio balcone è
una sensazione incredibile! Inoltre con le
cure adeguate e pochi accorgimenti
vedrete il vostro bonsai crescere in
bellezza e valore nel tempo e ne sarete
soddisfatti in maniera incredibile. L’azalea
che vi ho mostrato sopra ha 33 anni come
me…l’idea
che
stiamo
invecchiando
insieme
mi
affascina…..
Guardate questo Prunus fiorito;
Ha 75 anni.. Pensate quante ne ha viste e
quante mani l’hanno curato prima delle
mie
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