organizzare il caos creativo

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ME D I A
ORGANIZZARE IL CAOS CREATIVO
Dal 6 all’8 aprile scorsi, a Roma, si è svolta l’ottava edizione
del Festival of Media Global, illuminata dalla presenza di
alcuni degli esponenti di maggior risalto del panorama
internazionale della comunicazione.
di LAURA FRANCONI
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Obiettivo primario del Festival of Media Global è fare il punto su un settore
in grande evoluzione come quello della
comunicazione, verificarne l’andamento
e cogliere i segnali per intuirne i prossimi
trend. Anche la prima edizione “romana”
di quello che è ormai conosciuto come “la
Davos dell’advertising” è stata ricca di intuizioni, provocazioni e spunti di riflessione
su un comparto che è sempre più strategico nell’operatività di aziende e brand.
Fra gli interventi del primo giorno, ricordiamo quello di David Shing, Digital Prophet di AOL, dal titolo esplicativo “Trovare
ordine nel caos: distruption attorno a noi”.
Dallo scattare selfies durante un funerale al
pagare il caffé con il cellulare, il cambiamento contagia la realtà di tutti. Ma quali
opportunità traggono le imprese da questo
nuovo modo di vivere la quotidianità? A
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fronte di consumatori sempre più esigenti,
il marketing deve individuare le modalità
per soddisfare le mutate aspettative. Il
digitale offre sicuramente degli strumenti
che le aziende devono imparare a usare.
La pubblicità artificiosamente concepita,
autoreferenziale, non funziona più: i brand
devono offrire del valore aggiunto. In particolare, Shing si è soffermato sul molto
discusso native advertising, a volta presentato come una “nuova frontiera”. In
realtà, per Shing si tratta semplicemente
di una modalità alternativa al pubbliredazionale; pensando alle tendenze per il
futuro della pubblicità, meglio ragionare
in termini di brand experience. Ciò che è
davvero discriminante, infatti, è portare il
consumatore a fare esperienza di marca.
Un approccio sicuramente più difficile
oggi, perché le persone sono distratte da
AdV | strategie di comunicazione | advertiser.it
un bombardamento di messaggi, prodotti
sia dalle marche sia dagli stessi individui,
ma l’importanza del dialogo tra brand e
consumatori rende indispensabile una
strategia volta a investire sia sui contenuti, sia sui contesti e sui canali con cui
condividerli. Ed è proprio sulla necessità di condivisione che si è incentrato
l’intervento di Peter Espersen, Head
of Global Community Co-Creation di
Lego. Il marchio, un vero fenomeno a
livello mondiale, presente il 130 Paesi,
ha puntato sull’innovazione dando vita
a un sistema coordinato sotto l'ombrello
del brand, avviando tra l’altro attività
di franchising, stringendo partnership
commerciali e accordi con noti artisti,
fino al film che ha riscosso successo
portando il nome Lego anche nelle sale
cinematografiche. Espersen ha sottolineato
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