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Gerione Secondo la leggenda era il custode delle vacche che Ercole, su incarico di Euristeo, gli
sottrasse dopo averlo ucciso.
Dante lo colloca a guardia delle Malebolge ed evoca allusivamente la sua figura alla fine del Canto
XVI dell'Inferno,
Arpie Dante le colloca a custodia del secondo girone del VII Cerchio dell'Inferno, la selva dei
suicidi. Le descrive nel Canto XIII, come mostruosi uccelli dalle grandi ali, colli e volti umani, un
grosso ventre piumato e zampe artigliate.
Centauri Virgilio li colloca all'ingresso dell'Ade, nel libro VI dell'Eneide.
Dante li pone nel primo girone del VII Cerchio dell'Inferno, dove sono i puniti i violenti contro il
prossimo: i centauri hanno il compito di saettare i dannati immersi nel Flegetonte, qualora questi
emergano più del dovuto. Sono introdotti nel Canto XII, dove vengono nominati tre di loro:
Chirone, figlio di Crono e Filira, mitico precettore di Achille; Nesso, che si era invaghito di
Deianira e aveva tentato di rapirla, venendo ucciso da Ercole (prima di morire il centauro aveva
dato alla donna la tunica pregna di sangue avvelenato che poi avrebbe ucciso Ercole stesso); Folo,
che alle nozze di Ippodamia e Piritoo tentò (ubriaco) di rapire la sposa e scatenò la guerra coi
Lapiti.
Plutone
È il custode del IV Cerchio infernale (avari e prodighi), rappresentato da Dante all'inizio del Canto
VII dell'Inferno. L'identificazione è problematica, dal momento che potrebbe essere Pluto, dio greco
delle ricchezze (figlio di Iasione e Demetra), oppure Plutone, dio classico degli Inferi e sposo di
Proserpina. È più probabile la seconda ipotesi, anche perché Plutone (detto anche Dite) era spesso
interpretato nel Medioevo come figura diabolica ed era accostato alle ricchezze che sono custodite
sottoterra.
Medusa
Una delle tre Gorgoni della mitologia classica, la più pericolosa perché in grado di pietrificare
chiunque la guardasse. Venne uccisa dall'eroe Perseo grazie all'aiuto di Atena, aiutandosi con lo
scudo come di uno specchio (Perseo ne tagliò la testa, da cui uscì il cavallo alato Pegaso).
Dante la colloca fra i demoni a guardia della città di Dite (Inf., IX, 52 ss.), benché essa non compaia
direttamente ma venga solo evocata dalle tre Furie allo scopo di pietrificare Dante.
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