West Nile, ultimo appello dall`Ulss

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... Venerdì 11
Aprile 2014
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ROVIGO
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SALUTE La responsabile del reparto malattie infettive dell’Ulss: “Usate le zanzariere e i repellenti”
West Nile, ultimo appello dall’Ulss
Non ci sono profilassi per proteggersi dal virus, l’unico modo è eliminare le zanzare
Roberta Paulon
ROVIGO - Non c’è ancora un
allarme sanitario, ma stando
così le cose, è facile che lo
diventi. Il West Nile al momento è ancora un problema
politico. In altre parole, il clou
della virulenza sarà da metà
giugno, forse prima visto il
caldo, e adesso come adesso si
può intervenire per evitare l’epidemia.
L’inverno senza gelate e i cumuli di acqua stagnante - e di
pioggia, in Polesine, ne è caduta tantissima in questi ultimi mesi - sono l’habitat ideale
per le zanzare che sono le principali responsabili della trasmissione all’uomo del virus
del Nilo. E che sono già abbondantemente presenti nei giardini e lungo i canali, soprattutto nelle zone di campagna.
“Abbiamo già fatto dei controlli - afferma Anna Maria Cattelan, responsabile della Soc Malattie infettive - su casi di febbri alte perduranti. Ma gli esami sono negativi. Quindi attualmente non esiste un solo
caso clinico qui da noi. Di
conseguenza è prematuro, per
il momento, consigliare a chi
presenta febbre alta di venire a
fare il test”. E questa è la
buona notizia. “E’ anche vero
che la stagione con temperature alte e l’ulteriore sviluppo di
zanzare per tutta la stagione
calda, può portare più avanti a
una recrudescenza particolare” aggiunge la dottoressa Cattelan.
Non esiste, fa sapere, una profilassi. La miglior difesa è l’attacco. In questo caso, la disinfestazione. Non esiste un vaccino per la febbre West Nile.
Attualmente sono allo studio
dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposi-
L’ospedale di Rovigo
zione alle punture di zanzare.
Di fronte al problema, dichiarato dai comuni, di far fronte
alle spese per la disinfestazione pubblica, la strategia è proteggersi il più possibile nel
privato, con la speranza che
tutti facciano la stessa cosa.
“Porre attenzione a non creare
situazioni in cui le zanzare
possano proliferare - raccomanda la dottoressa dell’Ulss
18 - utilizzare zanzariere e la
protezione in spray, i repellenti, di sera, visto che le zanzare
infette potenzialmente portatrici della malattia non sono le
tigre, ma le culex, quelle normali, che pungono la sera”.
Quando scoppierà l’estate, attenzione ai luoghi campestri.
Dove le zanzare sono tante. La
malattia da virus West Nile
ha, di solito, come sintomo
principale, la febbre. “In caso
di febbre persistente dopo essere stati in luoghi a rischio,
per stare tranquilli, si potrà
venire da noi in ospedale per
fare il test”. Nella maggior
parte dei casi il West Nile è
innocuo, tanto da passare
inosservato in soggetti sani. La
malattia si manifesta, solitamente, se il virus colpisce persone che, per le condizioni
fisiche legate all’età o per un
quadro clinico particolarmente debole, sono immunodepresse.
Particolarmente attenti, quest’estate, dovranno essere gli
anziani. Infatti il West Nile
altro non è che una sorta di
influenza, a cui generalmente
i fisici sani reagiscono da soli.
Secondo il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica
del ministero della sanità, fra i
casi sintomatici, circa il 20%
dei malati presenta sintomi
leggeri: febbre, mal di testa,
nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche
settimana, e possono variare
molto a seconda dell’età della
persona. Nei bambini è più
frequente una febbre leggera,
nei giovani la sintomatologia è
caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori
muscolari.
Negli anziani e nelle persone
debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave,
con febbre alta, forti mal di
testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al
coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi il virus
può causare un’encefalite letale.
Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile.
Nella maggior parte dei casi, i
sintomi scompaiono da soli.
Nei casi più gravi è invece
necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono flebo
e respirazione assistita.
DELTA Il monito di Chillemi (Ariano): “Seguire i protocolli”
“L’allarmismo non serve”
In prima linea Il sindaco di Ariano Giovanni Chillemi
West Nile: manteniamo la calma, “Interventi estemporanei,
generati da onde emotive, non
sono utili”. Parola di sindaco.
Giovanni Chillemi, primo cittadino di Ariano nel Polesine e
responsabile del progetto pilota
di lotta alle zanzare, predica la
prudenza. “Quello che serve sul
fronte della lotta alle zanzare spiega - è una applicazione continua e sistematica di metodologie di contenimento, già acquisite, che si devono consolidare”.
Per questo - assicura Chillemi l’Ulss e i comuni “sono già in
sinergia operativa e confidano
nell’aiuto della regione Veneto
che ha assicurato sostegno tempestivo ed adeguate risorse”.
Chillemi spiega come, anche
grazie all’intervento di regione,
Parco e Fondazione Cariparo, è
stato realizzato, nello scorso
triennio, “un importante progetto di lotta alle zanzare, coordinato dalle due Ulss della provincia”. In questo quadro è stato
condotto “uno studio e una metodologia di lavoro messa a punto nell’area del Delta del Po dove
sono presenti un po’ tutte le
tipologie di ambiente suscettibili di alimentare focolai di sviluppo delle zanzare”. Questo lavoro
ha permesso - svela Chillemi - di
utilizzare i dati raccolti per fare
la guerra al fastidioso insetto
non solo in Polesine, ma nella
maggior parte del territorio Veneto.
“I risultati conseguiti consentono oggi di affermare che le procedure sperimentate sono in
grado di mantenere le popolazioni di zanzare al di sotto delle
soglie di sopportabilità in termi-
ni di fastidio ma soprattutto di
possibili trasmissioni di infezioni”, assicura il primo cittadino.
Che annuncia: “E’ giusto non
abbassare la guardia, ma occorre
affrontare il problema secondo i
collaudati protocolli di prevenzione. E’ fuori luogo creare allarmismi che disorientano e creano
confusione. Prioritario, invece,
monitorare attentamente il territorio per poi procedere con
tempestività alla eliminazione
dei focolai larvali”.
Il lavoro condotto nell’ambito
del progetto, che ha coinvolto
università, Bonifiche e l’Ipla di
Torino, ha prodotto una cartografia delle zone a rischio, l’analisi delle densità delle varie specie di zanzara nel territorio, Culex compresa, e l’applicazione di
modelli idrologici per prevedere
i ristagni d’acqua.
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