Radiodramma - Regione Piemonte

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Network per lo Sviluppo della
Comunicazione Sociale in Piemonte
Soggetto
“Radiodramma”
Mezzo
Radio 90’’
Descrizione/obiettivi
Abituati ad un concetto di immagine e velocità, impresso soprattutto dai tempi televisivi, abbiamo
cercato di stravolgere il meccanismo dettato dalla metodologia e dagli schemi tipici del messaggio
“pubblicitario”. Di fatto abbiamo certamente allungato i tempi, tutto a vantaggio di una maggior
comprensione del testo. I doppi sensi di alcuni termini ed il gioco che si instaura tra i due
protagonisti, che “dialogano” in un ambiente poco favorevole, sottolinea alcuni preconcetti
sbagliati sulle capacità sensoriali dei ciechi. Tali preconcetti vengono continuamente smentiti, ed
in qualche modo messi in ridicolo, dalle risposte precise ed in alcuni casi molto ovvie della
protagonista femminile. L’ambiente “sfavorevole” in cui si svolge l’intero dialogo, sottolinea la
difficoltà quotidiana affrontata dal non vedente. Il doversi saper orientare e confrontare in un
mondo fatto a misura d’uomo… normodotato. La difficoltà di approccio alla comunicazione, i
preconcetti basati sull’esaltazione dei sensi “in alternativa”, il disagio di orientarsi in un ambiente
ostile e la coscienza di normalità sono sicuramente gli obiettivi proposti attraverso questo dialogo.
Testo
(Si sentono alcuni suoni provenienti da una radio: ronzii, scrosci alternati a musica provenienti da
una stazione mal sintonizzata, parti di un radiogiornale, ecc. Ad un certo punto un forte rumore
prevale su tutto. Sdleng!!! forte rumore di oggetti infranti ed altri che rotolano per terra)
VOCE MASCHILE: Ohi, Ahi, ma che diavolo… ma dove sono?
VOCE FEMMINILE: Finalmente!
VM: Ehi, ma chi c’è? Oh mi scusi!
VF: Con chi sta parlando?
VM: Con lei, naturalmente.
VF: Ma io sono qui!!
VM: E come faccio a saperlo? Qui non si vede niente!
VF: Per forza siamo in radio!
VF: Siamo dentro una radio, direi.
VM: Sì, ma qualcuno potrebbe accendere la luce per favore? (alzando la voce)
VF: La luce? E a che servirebbe? Io sono cieca.
VM: Come cieca? nel senso che non vede nulla, mi dispiace.
VF: Certo, per me luce e buio hanno lo stesso significato e poi non si deve dispiacere, non è certo
colpa sua
VM: Allora dato che lei è pratica di ambienti bui mi aiuti ad uscire di qua!
VF: Non è difficile, basta che segua questo filo qui, ma attento a non toccare quell’altro, quello dà
la scossa.
VM: Quale, Questo? (Zot) Ahi!
VF: Attento
VM: Per lei è facile, ma io non sono mica cieco, e poi cosa ci facciamo dentro ad una radio?
VF: Non so lei, ma io sono qua per una pubblicità.
VM: Anch’io ma non credevo di dover entrare in una radio per registrare uno spot per
l’associazione Ciechi.
VF: Non è mai importante il luogo, ma il contenuto
VM Beh! Qui ci sono solo valvole e fili elettrici
VF: Ma non intendevo il contenuto della radio, ma il significato del testo
VM: Dica pure quello che vuole, ma per sapersi destreggiare in questo buio ci vorrebbe Superman
VF: Guardi che si sbaglia, noi ciechi siamo persone normali, ... in tutti i sensi…
Campagna a cura del Network per lo Sviluppo della Comunicazione Sociale della Regione
Piemonte.
Agenzia
Regola/Gianni Ventola
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