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C A R P E
Personal
D I E M
Stile
■
Linee geometriche imponenti e un
design essenziale caratterizzano
Master Square, il nuovo orologio di
Franck Muller. L’art déco è stata
fonte di ispirazione
per questo
modello, la
cui forma ricorda l’architettura di inizio
Novecento. Il
quadrante riporta cifre romane dipinte, il
movimento è
meccanico a carica automatica. Prezzo circa: 8.200
euro. Info: 02/76267000
Sport
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pratico giaccone in tessuto tecnico
per proteggere anche gli sportivi
dal freddo pungente delle giornate
invernali. Il capo vanta grandi tasche esterne e una comoda chiusura a zip. L’interno, staccabile, è realizzato
in caldo piumino. Prezzo:
99 euro.
Info: 800/
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Libri
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libro fotografico realizzato dal fotoreporter Walter Porzio (Il Viaggiatore, 17,50 euro). Instancabile globetrotter, sempre in viaggio per i cinque continenti,
l’autore ha incontrato il mondo dell’infanzia
raccontandolo
con tenerezza
e discrezione
attraverso
sguardi più
eloquenti
delle parole
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Investire nella Qualità della Vita
■ ■ ■ Medicina Le terapie per la cura del disturbo bipolare aiutano la rigenerazione delle cellule nervose
L’aspirina per il cervello
Uno studio conferma i benefici del litio per guarire da patologie psico-affettive
di Marina Carminati
U
na percentuale estremamente elevata di persone, che secondo alcuni studi raggiunge quasi l’1% della popolazione,
è colpita da disturbo bipolare, la sindrome caratterizzata da
fasi di eccitazione maniacale alternate a episodi di depressione, e un individuo su cinque è potenzialmente a rischio di suicidio.
Per oltre 30 anni il litio, farmaco scoperto nel 1949 da un medico australiano, e approvato venti anni dopo dagli Usa per pazienti affetti da
terribili sbalzi d’umore depressivi, è stato il più utilizzato nella cura del
disturbo bipolare. Il litio risulta efficace nel 70-80% dei
casi, percentuale che ne fa una delle molecole più importanti in psichiatria. E se le ricerche continuassero
a dare esiti positivi, la molecola potrebbe diventare, come lo definisce la rivista Nature, una sorta di aspirina
del cervello. Nonostante siano pochi i finanziamenti rivolti alla ricerca di questa molecola anti-depressiva,
un’importante ipotesi sull’azione benefica di questo
farmaco è stata confermata da uno studio clinico condotto dall’Università di Verona in collaborazione con
l’Università di Oxford, pubblicata sull’Am J Psychiatry.
Dalla ricerca risulta che la somministrazione del litio
a lungo termine riduce il rischio di suicidio del 60%
e i gesti autolesivi del 70%. Infatti, sembra che il litio favorisca la
rigenerazione delle cellule nervose: questa la teoria sostenuta da
alcune ricerche. L’ultima, condotta da alcuni scienziati dell’Università di Pittsburgh, è stata sperimentata su un campione di 40
soggetti sani che hanno assunto il litio e 30 pazienti affetti da
disturbo bipolare: 16 curati con la molecola anti-depressiva e i
restanti senza la somministrazione di alcun farmaco. Usando tecniche di visualizzazione del cervello, all’inizio e a termine terapia, è risultato che i pazienti affetti da disturbo bipolare trattati con il farmaco avevano un aumento della sostanza grigia cerebrale rispetto a quel-
li non trattati e che in soggetti sani il farmaco non ha causato nessuna alterazione. «L’interpretazione data è che il litio abbia un effetto neuroprotettivo», afferma Paolo Brambilla, ricercatore dell’Università di
Udine e Verona che ha partecipato alla sperimentazione. Questi risultati inducono a indagare se il farmaco possa essere utile per altre malattie neurologiche. Alcuni studi compiuti dagli studi degli istituti nazionali di sanità statunitensi del dipartimento Usa hanno misurato l’effetto della molecola su ratti con una malattia simile al morbo di Huntington. Con la terapia, la morte delle cellule tipica della patologia sembra calare dell’80%. Le funzionalità neuroprotettive del litio fanno pensare anche a una possibile nuova cura per il morbo di
Alzheimer e per tutti i disturbi psico-affettivi. Pur rimanendo la terapia con più riscontri positivi, ultimamente in America come in Europa la prescrizione del
farmaco è andata calando a favore di altri medicinali.
In Italia solo il 30% delle persone che soffrono di disturbo bipolare lo assume a lungo termine. I motivi di
questa progressiva perdita di assunzione sono di varia natura. In primo luogo, afferma Andrea Ciprani, ricercatore presso la sezione di psichiatria dell’Università di Verona «il litio è un farmaco che richiede molta attenzione sia da parte dello psichiatra sia dal paziente». Infatti, durante il tempo di somministrazione
sono necessarie analisi periodiche del sangue, perché i valori bassi
rendono il farmaco inefficace, mentre livelli alti possono essere tossici. Tra le controindicazioni, patologie legate ai reni e alla tiroide, tanto
che la medicina non può essere prescritta a pazienti con insufficienza
renale o tiroidea. Nel corso degli ultimi anni sono entrate sul mercato
nuove sostanze che secondo alcuni esperti causano meno problemi.
Per esempio, diversi anti-epilettici non richiedono periodiche analisi
del sangue e sembra abbiano minori effetti collaterali. Ma, mentre per
il litio ci sono notevoli dati sull’efficacia, per i nuovi farmaci questi sono molto scarsi. (riproduzione riservata)
■ ■ Curiosità Sono circa 160 mila gli oggetti scomparsi. Al top una Madonna di Leonardo da Vinci
Altro che collezionisti amanti dell’arte,
i furti finanziano altre attività criminali
di Galeazzo Santini
I
l caso più recente del furto di
una grande opera d’arte risale
a un paio di settimane fa
quando dal parco di una dimora
inglese a Much Adham nell’Hertfordshire è stata sollevata e
trafugata la Reclining Figure, una
famosa statua di Henry Moore del
peso di 2 tonnellate. Nel timore
che i ladri la svendano per 5 mila
sterline a chi si limiterà a fonderla
per ricavarne il bronzo, è stata disposta una ricompensa di 100 mila sterline per chi fornirà informazioni che consentano di recupe-
rarla. I furti di opere d’arte costituiscono un’attività criminale di
enorme importanza, la prima dopo la droga, le armi e il riciclaggio
di denaro sporco. Secondo i calcoli della Fbi si tratta di 5 miliardi di
dollari all’anno. Sul database internazionale del registro delle
perdite di opere d’arte figurano
ben 160 mila oggetti di cui si è persa ogni traccia, rubati o comunque
scomparsi. Si parte da opere da 3
mila euro e si arriva a decine di
milioni di euro come nel caso di
una Madonna di Leonardo da
Vinci, trafugata due anni fa da un
castello scozzese. La fama e il va-
lore monetario di quest’opera
hanno alimentato la falsa tesi dei
cosiddetti furti su commissione,
che invece si verificano solo un
paio di volte all’anno. Infatti questo genere di trafugamenti avviene per finanziare altre attività criminali. Quello dei collezionisti disposti a tutto pur di procurarsi un
pezzo raro si può considerare
un’invenzione. Il solo esempio recente riguarda il francese Stephane Breutweiser, arrestato nel
2002, che aveva sottratto 172 opere d’arte da musei di tutta l’Europa. Agli occhi della polizia questo
genere di crimini si avvicina più al
rapimento a scopo di riscatto che
al semplice furto. Infatti, siccome
le opere d’arte più famose non
possono certo sfuggire all’occhio
degli esperti, i ladri chiedono fino
a 1 milione di sterline per restituirle. I quadri più costosi, privi di
cornice e arrotolati, vengono usati
anche dai trafficanti di droga come pegno nell’attività di compravendita. (riproduzione riservata)
“
Lampi
nel buio
Chi dice cerebrale
non dice necessariamente
intelligente. Ricordatevelo,
di tanto in tanto
Léon-Paul Fargue
”
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