La vera sfida è la creazione di un`azienda unica

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07 luglio 2013
Il Resto del Carlino
Muore in clinica: medico indagato
UN MEDICO della provincia di Ferrara è stato indagato insieme ad un collega nell’ambito
di un’inchiesta della procura di Ravenna sulla morte di un 74enne di Cervia avvenuta in
una clinica convenzionata del luogo. Erminio Urbini era deceduto all’alba di giovedì dopo
una degenza ospedaliera di oltre tre mesi a seguito di un intervento chirurgico all’intestino,
e all’indomani del trasferimento del paziente al reparto di medicina della Domus Nuova per
avviare la riabilitazione e affrontare altri problemi medici. Il pm Monica Gargiulo ha
provveduto a sequestrare la corposissima cartella clinica e altra documentazione clinica,
fra cui la lettera di dimissioni. Ad attivare la Procura è stato il figlio del deceduto, Carlo
Urbini con un dettagliato esposto. I familiari sono assistiti dall’avvocato Massimiliano
Nicolai. «Mio padre è stato ricoverato al reparto di chirurgia dell’ospedale di Ravenna il 2
aprile per un intervento chirurgico programmato». Si trattava di rimuovere un adenoma
villoso (un particolare tipo di polipo) al colon sinistro, sospettato di essere maligno anche
in considerazione che già il paziente era reduce da una resezione del colon destro proprio
per una formazione tumorale. «L’intervento si è risolto positivamente, ma sono sorti
presto problemi: non andava in bagno». Inutili le terapie consuete, è stato necessario un
secondo ingresso in sala operatoria, una decina di giorni dopo il primo, per risolvere
l’occlusione intestinale. «Il babbo — prosegue l’esposto del figlio — è stato sotto ai ferri
per parecchie ore. Il chirurgo a un certo punto è uscito e ha comunicato a mia madre che
c’erano rischi per la vita, che c’era stato un versamento interno e quindi occorreva
asportare un tratto di intestino e che avrebbero praticato una canalizzazione esterna». Il
cedimento delle pareti dell’intestino, tecnicamente un infarto intestinale, che non era
conseguente all’intervento precedente, ha compromesso anche l’ilio. A quel punto si
presentava concreto il rischio infettivo a causa dell’infarto intestinale. Il paziente, come
avviene in questi casi è stato lasciato aperto per evitare complicazioni e trasferito in
terapia intensiva dove in «una settimana — annota il figlio — ha superato la fase critica».
Quindi c’è stato un terzo intervento per l’inserimento di protesi intestinali e la saturazione
della ferita. Di lì a una settimana, un primo arresto cardiaco; ricoverato in rianimazione in
pochi giorni le condizioni si sono normalizzate. Sono poi insorte altre complicanze, ma a
metà giugno tutti i problemi chirurgici sono apparsi superati ed è stato deciso il
trasferimento in una struttura per la riabilitazione. Dove, poco dopo, ha perso la vita.
La Nuova Ferrara
«La vera sfida è la creazione di un’azienda unica»
«La creazione di un unico dipartimento di Radiologia per Asl e S. Anna va bene, ma credo
che a questo punto sia necessario andare oltre: bisogna creare un’unica azienda sanitaria
provinciale superando l’attuale bipolarismo». Carlo Seganti, segretario della Fials-S. Anna,
osserva gli avvenimenti che stanno rimodulando l’intero sistema dell’assistenza sanitaria
locale e chiede alla politica di fare un passo deciso nella direzione della riorganizzazione,
eliminando «con l’accorpamento delle due aziende sanitarie i doppioni che rendono
inefficiente la rete». Il progetto, già avviato, di creare un dipartimento interaziendale della
Radiologia diretto dal dottor Giorgio Benea trova quindi la Fials d’accordo, anche se
«ricordo - prosegue Seganti - che al S. Anna c’è un direttore di dipartimento e non mi è
ancora chiaro come sarà superato l’attuale assetto». La Fials ha in corso una vertenza con
l’azienda ospedaliera: lo stato d’agitazione proclamato dal sindacato è stato sospeso in
attesa di un incontro ‘chiarificatore’ con la direzione. Ma in azienda le acque sono agitate
da un po’ di tempo. La Fp-Cgil è intervenuta per esprimere perplessità sul piano di
accorpamento dei posti letto estivi effettuato dal S. Anna, per chiedere di affrontare la
questione delle liste d’attesa equiparando i tempi delle prestazioni offerte in libera
professione ai tempi dell’attività istituzionale e per segnalare i problemi organizzativi nel
sistema delle sale operatorie. L’Anaao intanto critica il rischio che la riorganizzazione in
corso nella sanità faccia crescere il ricorso al sistema privato.
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